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multicentro educativo modena sergio neri Progetto regionale di formazione sperimentale sui disturbi dello spettro autistico (ASD) nei bambini da 0 a 6 anni Modena ottobre 2010 – maggio 2011

 Progetto autismo Introduzione Il progetto nasce nell’ ambito della Regione Emilia Romagna con

Progetto autismo Introduzione Il progetto nasce nell’ ambito della Regione Emilia Romagna con il coinvolgimento degli Assessorati alla Sanità (Servizio Salute Mentale, Dipendenze Patologiche, Salute nelle Carceri – Area Neuropsichiatria Infantile) e Assessorato alle Politiche Sociali (Servizio Politiche familiari, Infanzia e Adolescenza), con l’intento di costruire e sperimentare un modello di formazione sui Disturbi dello Spettro Autistico (ASD) in grado di sostenere un intervento precoce e condiviso tra i diversi soggetti coinvolti nel percorso di integrazione e trattamento (famiglia, operatori educativi, scolastici e sanitari). Si rivolge ai servizi educativi regionali che interessano la fascia di età 0/6 anni con il coinvolgimento dei CPP-Coordinamenti Pedagogici Provinciali, degli USP-Uffici Scolastici Provinciali (tramite USR), del team ASD delle Aziende USL e dei CDI-Centri di Documentazione per l’Integrazione provinciali di riferimento. Il progetto si è articolato secondo queste fasi di lavoro: u Introduzione u La formazione u I contributi degli esperti • a. s. 2008/2009: avvio del progetto a seguito di una indagine condotta presso i nidi e le scuole d’infanzia Documentazione delle esperienze • a. s. 2009/2010: le realtà regionali sono molto diversificate e la costruzione del piano formativo impone u Approfondimento “E nella scuola dei grandi? ” u u Associazioni genitori u Bibliografia e sitografia u Alcune riflessioni u Credits della regione in cui erano inseriti bambine/i con disturbo o sospetto disturbo dello Spettro Autistico (ASD). Dall’indagine è emerso, da parte degli operatori dei servizi educativi, un chiaro bisogno formativo. da subito una condivisione organizzativa: üCostituzione del Gruppo Integrato provinciale ASD, formato da un referente del CPP, dell’AUSL, dell’USP e del CDI üIndividuazione per ogni realtà provinciale di 5 servizi educativi (2 nidi e 3 scuole dell’infanzia) rappresentativi delle diverse tipologie gestionali (pubblico e privato convenzianato; comunale, statale e privata paritaria) üIntegrazione all’interno del Gruppo Integrato Provinciale dei coordinatori dei servizi educativi individuati per la sperimentazione üElaborazione da parte del Gruppo Integrato Provinciale del percorso di formazione sperimentale da attuarsi nel successivo anno scolastico. Il Gruppo si pone come elemento di riferimento, supporto e coordinamento per tutte le attività. • a. s. 2010/2011: avvio del percorso formativo tramite un seminario regionale rivolto a tutti i servizi educativi coinvolti nel progetto. Realizzazione della formazione/sperimentazione provinciale e raccolta della documentazione prodotta. IL PROGETTO NEL TERRITORIO MODENESE Linee guida regionali e Progetto PRIA

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Progetto autismo La formazione u Introduzione u La formazione u I contributi degli esperti u Documentazione delle esperienze Approfondimento “E nella scuola dei grandi? ” u u Associazioni genitori u Bibliografia e sitografia u Alcune riflessioni u Credits Nella fase sperimentale il corso è stato riservato ai 5 servizi educativi provinciali (2 nidi e 3 scuole dell’infanzia) che si sono candidati a partecipare al progetto. Questi servizi sono: Nido Arcobaleno – Fraz. Cognento Modena; Nido Azzurro - Castelnuovo Rangone Scuola dell’infanzia S. Giuseppe/ Istituto S. Giuseppe – Soliera Fraz. Sozzigalli (MO); Scuola dell’infanzia Dante Alighieri – Modena; Scuola dell’infanzia S. Agostino – Sassuolo (MO) La formazione proposta si è articolata in due parti: una parte teorica e una parte sperimentale di discussione dei casi che ha previsto l’analisi di materiali prodotti attraverso video, piani di lavoro, schede osservative ecc. Il tema dominante è stato la COMUNICAZIONE in quanto argomento che raccoglie numerose problematiche: dalla comunicazione che mette in atto il bambino attraverso il comportamento, all’intersoggettività, alla comunicazione tra i diversi sistemi relazionali (con la famiglia, tra i docenti e gli educatori del team, con gli operatori sanitari…). Articolazione del corso Martedì 12 ottobre 2010 Cos’è la comunicazione Lunedì 8 novembre 2010 Il comportamento come comunicazione Lunedì 6 dicembre 2010 Discussione sui casi portati dai servizi Martedì 17 gennaio 2011 La comunicazione tra i diversi attori Martedì 14 febbraio 2011 Discussione sui casi portati dai servizi Martedì 11 aprile 2011 Discussione sui casi portati dai servizi Relatori: Milena Gibertoni, Stefania Vicini (Centro per l’Autismo AUSL di Modena) Periodo di svolgimento: ottobre 2010 – maggio 2011 Durata: 6 incontri di 2 ore ciascuno, per un totale di 12 ore Orario: dalle 17. 00 alle 19. 00 Sede: Memo – viale J. Barozzi, 172 Modena

 Progetto autismo La formazione Eventi seminariali u Introduzione u La formazione u I

Progetto autismo La formazione Eventi seminariali u Introduzione u La formazione u I contributi degli esperti u Documentazione delle esperienze Approfondimento “E nella scuola dei grandi? ” I due seminari, tappe previste dal percorso formativo, hanno permesso di allargare il confronto sulle problematiche della comunicazione anche a insegnanti di altri ordini scolastici, operatori sociali e sanitari, famiglie e di fare conoscere, attraverso la documentazione prodotta, ciò che è stato realizzato Sabato 12 marzo 2011 dalle ore 9. 00 alle ore 12. 00 Il progetto regionale di intervento nella prima infanzia sui bambini con Disturbi dello Spettro Autistico (ASD): aspetti istituzionali, organizzativi, collaborativi Franco Nardocci – Azienda USL Ravenna La comunicazione nei bambini con Disturbi dello Spettro Autistico: strategie di intervento psicoeducativo Katia Tonnini – Azienda USL Ravenna Presentazione di esperienze Sabato 7 maggio dalle ore 9. 00 alle ore 12. 00 u u Associazioni genitori u Bibliografia e sitografia u Alcune riflessioni u Credits Il progetto regionale di intervento nella prima infanzia sui bambini con Disturbi dello Spettro Autistico (ASD): l’importanza di una diagnosi precoce Anna Dalla Vecchia - Comitato Scientifico del progetto Illustrazione del percorso sperimentale (a cura del gruppo di lavoro): • Le tematiche affrontate e il metodo di lavoro • Il coinvolgimento degli operatori • Presentazione della documentazione • Presentazione di alcune esperienze L’Associazione di genitori AUT si presenta

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Progetto autismo I contributi degli esperti u. Introduzione u. La formazione u. I contributi degli esperti – Progetto ASD: importanza della diagnosi precoce – Autismo e Spettro Autistico: dai miti alla diagnosi – Comunicazione e linguaggio – Che comunicatori siamo? – L’insegnamento delle abilità comunicative: teoria e pratica operativa – Strumenti per l’osservazione u Documentazione delle esperienze u Approfondimento “E nella scuola dei grandi? ” u Associazioni genitori u Bibliografia e sitografia u Alcune riflessioni u. Credits Il metodo di lavoro adottato nel contesto formativo ha mirato a creare una partecipazione attiva e consapevole da parte dei corsisti. La tecnica dell’analisi del caso, avvalendosi di casi reali, ha permesso di analizzare situazioni comuni e frequenti e situazioni più problematiche, sviluppando negli astanti un approccio più analitico del problema, nonché abilità strategiche e gestionali. Per conoscere meglio le diverse situazioni presenti nel corso, è stato proposto dalle conduttrici di applicare l’uso della video-camera all’osservazione di alcuni momenti specifici di vita in sezione. Questo metodo -nato nell’ambito della ricerca in psicologia dello sviluppo che ha permesso di fare scoperte innovative riguardo lo sviluppo delle abilità cognitive e relazionali anche in bambini molto piccoli- ha permesso ai corsisti di essere “in situazione”, di vedere cioè lo svolgimento dell’azione come se fossero stati presenti, in quanto il video registra contemporaneamente immagini, suoni e sequenze di comportamenti. La presentazione al gruppo dei brevissimi video prodotti, ha sollecitato il confronto tra i partecipanti, aprendoli alla problematicità, alla ricerca e ponendoli in un atteggiamento sperimentale. Osservare implica: • la partecipazione e il coinvolgimento della persona che compie l’azione, • la capacità e la volontà di mettersi in discussione per avvicinarsi all’altro, • l’esigenza di comprenderlo e accettarlo nella sua complessità. Questa parte intensamente attiva dei partecipanti ha richiesto loro di “mettersi in gioco” per superare un’osservazione ingenua e arrivare a un’osservazione più competente dei comportamenti in grado di comprendere meglio l’altro. La lettura in differita del materiale ha reso più facile, anche per chi ne è stato l’autore, la “presa di distanza” dalla situazione e di conseguenza ha applicato uno sguardo più oggettivo. Potersi rivedere e soprattutto osservare i bambini nei loro scambi più o meno interattivi con gli adulti e con i compagni, ha notevolmente aumentato il numero di informazioni per la discussione e ha reso le persone più aperte al cambiamento, con la consapevolezza che i modi e le strategie per risolvere le situazioni possono essere tanti e diversi tra loro.

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Progetto autismo I contributi degli esperti u. Introduzione u. La formazione u. I contributi degli esperti – Progetto ASD: importanza della diagnosi precoce – Autismo e Spettro Autistico: dai miti alla diagnosi – Comunicazione e linguaggio – Che comunicatori siamo? – L’insegnamento delle abilità comunicative: teoria e pratica operativa – Strumenti per l’osservazione u Documentazione delle esperienze u Approfondimento “E nella scuola dei grandi? ” u Associazioni genitori u Bibliografia e sitografia u Alcune riflessioni u. Credits Il progetto regionale di intervento nella prima infanzia per i bambini con Disturbo dello Spettro Autistico: l’importanza della diagnosi precoce Anna Dalla Vecchia Comitato Scientifico del progetto Vedi allegato in pdf

Progetto autismo I contributi degli esperti Autismo e Spettro Autistico: u. Introduzione u. La

Progetto autismo I contributi degli esperti Autismo e Spettro Autistico: u. Introduzione u. La formazione u. I contributi degli esperti – Progetto ASD: importanza della diagnosi precoce – Autismo e Spettro Autistico: dai miti alla diagnosi – Comunicazione e linguaggio – Che comunicatori siamo? – L’insegnamento delle abilità comunicative: teoria e pratica operativa – Strumenti per l’osservazione u Documentazione delle esperienze u Approfondimento “E nella scuola dei grandi? ” u Associazioni genitori u Bibliografia e sitografia u Alcune riflessioni u. Credits dai miti alla diagnosi Milena Gibertoni e Stefania Vicini Centro per l’autismo, Azienda USL di Modena Vedi allegato in pdf

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Progetto autismo I contributi degli esperti u. Introduzione u. La formazione u. I contributi degli esperti – Progetto ASD: importanza della diagnosi precoce – Autismo e Spettro Autistico: dai miti alla diagnosi – Comunicazione e linguaggio – Che comunicatori siamo? – L’insegnamento delle abilità comunicative: teoria e pratica operativa – Strumenti per l’osservazione u Documentazione delle esperienze u Approfondimento “E nella scuola dei grandi? ” u Associazioni genitori u Bibliografia e sitografia u Alcune riflessioni u. Credits Comunicazione e linguaggio Milena Gibertoni e Stefania Vicini Centro per l’autismo, Azienda USL di Modena Vedi allegato in pdf

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Progetto autismo I contributi degli esperti u. Introduzione u. La formazione u. I contributi degli esperti – Progetto ASD: importanza della diagnosi precoce – Autismo e Spettro Autistico: dai miti alla diagnosi – Comunicazione e linguaggio – Che comunicatori siamo? – L’insegnamento delle abilità comunicative: teoria e pratica operativa – Strumenti per l’osservazione u Documentazione delle esperienze u Approfondimento “E nella scuola dei grandi? ” u Associazioni genitori u Bibliografia e sitografia u Alcune riflessioni u. Credits Che comunicatori siamo? Milena Gibertoni e Stefania Vicini Centro per l’autismo, Azienda USL di Modena Vedi allegato in pdf

Progetto autismo I contributi degli esperti u. Introduzione u. La formazione u. I contributi

Progetto autismo I contributi degli esperti u. Introduzione u. La formazione u. I contributi degli esperti – Progetto ASD: importanza della diagnosi precoce – Autismo e Spettro Autistico: dai miti alla diagnosi – Comunicazione e linguaggio – Che comunicatori siamo? – L’insegnamento delle abilità comunicative: teoria e pratica operativa – Strumenti per l’osservazione u Documentazione delle esperienze u Approfondimento “E nella scuola dei grandi? ” u Associazioni genitori u Bibliografia e sitografia u Alcune riflessioni u. Credits L’insegnamento delle abilità comunicative: teoria e pratica operativa Modena, 12 Marzo 2011 Katia Tonnini Programma Autismo, AUSL di Ravenna Vedi allegato in pdf

Progetto autismo I contributi degli esperti u. Introduzione u. La formazione u. I contributi

Progetto autismo I contributi degli esperti u. Introduzione u. La formazione u. I contributi degli esperti – Progetto ASD: importanza della diagnosi precoce – Autismo e Spettro Autistico: dai miti alla diagnosi – Comunicazione e linguaggio – Che comunicatori siamo? – L’insegnamento delle abilità comunicative: teoria e pratica operativa – Strumenti per l’osservazione u Documentazione delle esperienze u Approfondimento “E nella scuola dei grandi? ” u Associazioni genitori u Bibliografia e sitografia u Alcune riflessioni u. Credits Strumenti per l’osservazione Con i bambini molto piccoli è particolarmente importante attivare dei processi di osservazione negli ambienti di vita. Il nido e la scuola dell’infanzia sono luoghi che permettono di identificare abilità di autonomia, abilità nella comunicazione spontanea e abilità di gioco e sociali sia con adulti che con pari. Le tracce di osservazione proposte riguardano la comunicazione e in particolare: COME COMUNICA? A PROPOSITO DI COSA COMUNICA? Esempio schede compilate

Progetto autismo u Introduzione u La formazione u I contributi degli esperti u Documentazione

Progetto autismo u Introduzione u La formazione u I contributi degli esperti u Documentazione delle esperienze - Chiara la sua esperienza al nido - La percezione dei 5 sensi al nido - La strada degli apprendimenti alla scuola dell’infanzia - La nostra esperienza con Andrea - Io tra suoni e rumori Approfondimento “E nella scuola dei grandi? ” u Documentazione delle esperienze Le documentazioni che si presentano sono uno spaccato della vita in sezione: parlano di quel bambino o di quella bambina, con specifiche caratteristiche, che tutti coloro che hanno frequentato il corso hanno imparato a conoscere. Questi prodotti sono frutto dell’azione collettiva dei diversi team di docenti che durante tutto il percorso formativo si sono confrontati sulle scelte operative e didattiche più efficaci, mettendosi in gioco, a volte, anche a livello personale. Sono documentazioni che rendono partecipi del processo di realizzazione dell’esperienza, con richiami ai contesti (il nido, la scuola, la sezione, i compagni), alle dimensioni temporali, alle relazioni tra gli adulti e i bambini, alle fasi di lavoro, alle scelte metodologiche e operative condivise con la rete di attori coinvolti nel processo di integrazione ( docenti, operatori, AUSL, famiglia). Suggeriscono attività e buone pratiche si possono adattare ad altri bambini e in altri u Associazioni genitori contesti. u Bibliografia e sitografia Alcune riflessioni Credits u u

Progetto autismo Documentazione delle esperienze u u La formazione Introduzione u I contributi degli

Progetto autismo Documentazione delle esperienze u u La formazione Introduzione u I contributi degli esperti u Documentazione delle esperienze - Chiara la sua esperienza al nido - La percezione dei 5 sensi al nido - La strada degli apprendimenti alla scuola dell’infanzia - La nostra esperienza con Andrea - Io tra suoni e rumori Approfondimento “E nella scuola dei grandi? ” u u Associazioni genitori u Bibliografia e sitografia Alcune riflessioni Credits u u Chiara La sua esperienza al Nido d’infanzia “Arcobaleno” A cura di Simona Guidicelli e Chiara Vaschieri Con la supervisione e il coordinamento pedagogico di Silvia Sinigalia Vedi allegato in pdf

Progetto autismo Documentazione delle esperienze u Introduzione u La formazione u I contributi degli

Progetto autismo Documentazione delle esperienze u Introduzione u La formazione u I contributi degli esperti u Documentazione delle esperienze - Chiara la sua esperienza al nido - La percezione dei 5 sensi al nido - La strada degli apprendimenti alla scuola dell’infanzia - La nostra esperienza con Andrea - Io tra suoni e rumori Approfondimento “E nella scuola dei grandi? ” u u Associazioni genitori u Bibliografia e sitografia Alcune riflessioni Credits u u La percezione dei cinque sensi – esperienza al nido A cura di Marcella Cattini, Mariarosa Caselli, Laura Cantergiani Con la supervisione e il coordinamento pedagogico di Roberto Maffeo Vedi allegato in pdf

Progetto autismo Documentazione delle esperienze u Introduzione u La formazione u I contributi degli

Progetto autismo Documentazione delle esperienze u Introduzione u La formazione u I contributi degli esperti u Documentazione delle esperienze - Chiara la sua esperienza al nido - La percezione dei 5 sensi al nido - La strada degli apprendimenti alla scuola dell’infanzia - La nostra esperienza con Andrea - Io tra suoni e rumori Approfondimento “E nella scuola dei grandi? ” u u Associazioni genitori u Bibliografia e sitografia Alcune riflessioni Credits u u La strada degli apprendimenti di M. alla scuola dell’infanzia A cura di Maria Luisa Palma, Ferrari Mameluska, Rosa Raccuglia Con la supervisione e il coordinamento pedagogico di Elisabetta Boldrini Vedi allegato in pdf

Progetto autismo Documentazione delle esperienze u Introduzione u La formazione u I contributi degli

Progetto autismo Documentazione delle esperienze u Introduzione u La formazione u I contributi degli esperti u Documentazione delle esperienze - Chiara la sua esperienza al nido - La percezione dei 5 sensi al nido - La strada degli apprendimenti alla scuola dell’infanzia - La nostra esperienza con Andrea - Io tra suoni e rumori Approfondimento “E nella scuola dei grandi? ” u u Associazioni genitori u Bibliografia e sitografia Alcune riflessioni Credits u u Scuola infanzia San Giuseppe A cura di Lunardi Rosanna, Miglioli Nicoletta e Zanzanelli Ilaria Con la supervisione e il coordinamento pedagogico di Elena Roncadi Vedi allegato in pdf

Progetto autismo Documentazione delle esperienze u Introduzione u La formazione u I contributi degli

Progetto autismo Documentazione delle esperienze u Introduzione u La formazione u I contributi degli esperti u Documentazione delle esperienze - Chiara la sua esperienza al nido - La percezione dei 5 sensi al nido - La strada degli apprendimenti alla scuola dell’infanzia - La nostra esperienza con Andrea - Io tra suoni e rumori Approfondimento “E nella scuola dei grandi? ” u u Associazioni genitori u Bibliografia e sitografia Alcune riflessioni Credits u u Io tra suoni e rumori A cura di Ascione Raffaela Con la supervisione di Virginia Seganfreddo Vedi allegato in pdf

Progetto autismo Approfondimento “E nelle scuole dei grandi? ” Durante il percorso formativo i

Progetto autismo Approfondimento “E nelle scuole dei grandi? ” Durante il percorso formativo i docenti sono stati spesso sorpresi dal comportamento dei u Introduzione bambini più grandi. u La formazione Anche se il confronto era solo tra bambini del nido e bambini della scuola dell’infanzia, u I contributi degli esperti alcuni di questi ultimi mostravano interessi alla realtà circostante e sviluppi nella Documentazione delle esperienze Una domanda che pareva aleggiare nell’aria era: “Ma quando diventeranno grandi cosa u Approfondimento “E nella scuola dei grandi? ” - scuola secondaria di u primo grado - scuola secondaria di secondo grado u Associazioni genitori u Bibliografia e sitografia Alcune riflessioni Credits u u conoscenza, inattesi. saranno in grado di fare? ” Un seminario di approfondimento, previsto dal percorso formativo, ha creato l’occasione di aprire una finestra sul futuro, invitando due insegnanti di scuole superiori di I e II grado della città a presentare le loro esperienze, che qui riportiamo. E’ stato un salto di realtà molto grande, ma che ha aiutato a capire che siamo tutti attori per costruire un progetto di vita e che se a costruirlo si comincia da piccoli la qualità della vita della persona interessata può essere migliore.

Progetto autismo Approfondimento “E nelle scuole dei grandi? ” Scuola secondaria di primo grado

Progetto autismo Approfondimento “E nelle scuole dei grandi? ” Scuola secondaria di primo grado u Introduzione u La formazione u I contributi degli esperti u Documentazione delle esperienze Approfondimento “E nella scuola dei grandi? ” - scuola secondaria di u primo grado - scuola secondaria di secondo grado u Associazioni genitori u Bibliografia e sitografia Alcune riflessioni Credits u u “Esperienza con un alunno autistico nella Scuola media” Il progetto è stato realizzato presso la Scuola media Statale Lanfranco – Guidotti Sede GUIDOTTI- Modena Scheda di presentazione

Progetto autismo Approfondimento “E nelle scuole dei grandi? ” Scuola secondaria di secondo grado

Progetto autismo Approfondimento “E nelle scuole dei grandi? ” Scuola secondaria di secondo grado “Al liceo con Paolo” u Introduzione u La formazione u I contributi degli esperti u Documentazione delle esperienze Approfondimento “E nella scuola dei grandi? ” - scuola secondaria u di primo grado - scuola secondaria di secondo grado u Associazioni genitori u Bibliografia e sitografia u Alcune riflessioni u Credits Il progetto è stato realizzato presso il Liceo Classico e Linguistico Statale “L. A. Muratori” a. s. 2010 - 2011 Viale della Cittadella 50 41121 Modena Scheda di presentazione Allegato 1 Allegato 2

 Progetto autismo Associazioni genitori u Introduzione u La formazione u I contributi degli

Progetto autismo Associazioni genitori u Introduzione u La formazione u I contributi degli esperti u Documentazione delle esperienze ANGSA onlus (Associazione Nazionale Genitori Soggetti Autistici) L’associazione è costituita da genitori, familiari e tutori di persone affette da sindrome autistica. L’Associazione ha struttura democratica e non ha scopo di lucro, persegue esclusivamente finalità di solidarietà sociale. Promuove l’educazione specializzata, l’assistenza sanitaria e sociale, la ricerca scientifica, la formazione degli operatori, la tutela dei diritti civili a favore delle persone autistiche e con disturbi pervasivi dello sviluppo affinché sia loro garantito il diritto inalienabile ad una vita libera e tutelata, il più possibile indipendente nel rispetto della loro dignità e del principio delle pari opportunità. E’ articolata in diverse associazioni locali, dislocate su tutto il territorio nazionale (vedi mappa all’interno del sito angsa). Associazione ANGSA onlus Sede legale e Segreteria Nazionale Via Casal Bruciato 13 - 00159 Roma Tel e Fax 06. 43587666 e-mail : angsanaz@tin. it sito: www. angsaonlus. org Associazioni genitori ANGSA - Emilia Romagna Sede locale dell’ANGSA Nazionale, l’Associazione ANGSA Emilia Romagna promuove la diffusione degli approcci terapeutici rivolti ai soggetti autistici più accreditati a livello internazionale. In stretta collaborazione con l’Ufficio Scolastico Regionale e con le ASL opera da anni per ottimizzare l’educazione di allievi con autismo, con l’intento di conciliare integrazione ed educazione. Ha collaborato con la Regione Emilia Romagna nella definizione del progetto per l’autismo allegato al piano sanitario 2000 e alla stesura delle Linee guida per l’autismo (anno 2004). Promuove iniziative di formazione e sensibilizzazione sui temi dell’educazione e dell’integrazione scolastica. u Bibliografia e sitografia ANGSA - Emilia Romagna Via Ca’ Bianca 3/5 - 40131 Bologna e-mail : angsaer@yahoo. it sito: www. autismo 33. it u Alcune riflessioni u Credits Approfondimento “E nella scuola dei grandi? ” u u

 Progetto autismo Associazioni genitori u Introduzione u La formazione u I contributi degli

Progetto autismo Associazioni genitori u Introduzione u La formazione u I contributi degli esperti u Documentazione delle esperienze Approfondimento “E nella scuola dei grandi? ” u u Associazioni genitori u Bibliografia e sitografia u Alcune riflessioni u Credits AUTISMO ITALIA L'associazione Autismo Italia è una associazione nazionale costituita da membri individuali, rappresentati da persone con autismo e loro genitori o parenti stretti, e da membri affiliati, rappresentati da altre organizzazioni non lucrative locali con analoghe finalità. Gli obiettivi dell'associazione coincidono con i principi affermati nella "Carta dei diritti delle persone autistiche" presentata dall'Associazione Internazionale Autisme Europe e accolta dal Parlamento Europeo nel maggio 1996, annessa allo statuto. I membri devono accettarne senza riserve lo statuto, in particolare la definizione di autismo indicata nelle classificazioni internazionali ICD 10 e DSM IV. Autismo Italia è membro effettivo dell' associazione internazionale "Autisme Europe". Associazione AUTISMO ITALIA Onlus Via Pinaroli, 3 - 20135 Milano Fax (+39) 02 700 537 540 e-mail: info@autismoitalia. org sito: www. autismoitalia. org segreteria operativa: via San Domenico Savio, 5 - Santeramo in Colle (Ba) AUT L’associazione Onlus AUT riunisce famiglie residenti nelle province di Parma, Modena e Reggio Emilia, dove l’associazione è nata nel 2000 ed ha la sede legale. Fine istituzionale dell’Associazione è lo svolgimento di attività di volontariato prestata a beneficio dei soggetti dello spettro autistico. In particolare l’associazione si propone di: promuovere i diritti delle persone autistiche e delle loro famiglie; promuovere il più alto livello di conoscenza, competenza e formazione possibili presso i professionisti che si occupano di autismo; promuovere gli studi sulla ricerca delle cause biologiche, al fine di individuare terapie farmacologiche mirate; promuovere seminari, studi, convegni e pubblicazioni in merito alla tematica dell’autismo; creare un collegamento tra i genitori e valorizzare le potenzialità terapeutiche della famiglia, riconosciuta come irrinunciabile componente educativa; raccogliere fondi destinati all’integrazione delle risorse da utilizzare per l’attuazione dei progetti concordati e definiti con la AUSL locale. Associazione AUT Reggio Emilia Sede legale c/o Centro per l'Autismo AUSL di Reggio E. Via Amendola 2 - Reggio Emilia www. autaut. org e-mail : autaut. reggioemilia@gmail. com AUT MODENA (sezione autonoma) c/o Casa della Solidarietà Via S. Caterina, 120 - 41100 Modena tel. 059. 251218 e-mail: info. mo@autaut. org

 Progetto autismo Associazioni genitori u Introduzione u La formazione u I contributi degli

Progetto autismo Associazioni genitori u Introduzione u La formazione u I contributi degli esperti u Documentazione delle esperienze Approfondimento “E nella scuola dei grandi? ” u u Associazioni genitori u Bibliografia e sitografia u Alcune riflessioni u Credits RIMINI AUTISMO "Rimini Autismo" è una associazione per il supporto delle famiglie che devono assistere una persona autistica senza limitazioni di provenienza geografica, età e scelte terapeutiche. Basa la sua attività sul riconoscimento e la difesa dei diritti e delle pari opportunità per le persone che soffrono di autismo, ispirandosi alla Carta dei Diritti presentata dall’Associazione Internazionale "Autisme Europe" e adottata dal Parlamento europeo nel 1996. Si propone di stabilire stretti rapporti con gli enti pubblici e l’Azienda Usl per promuovere la creazione di servizi diretti a garantire il miglior sviluppo possibile delle potenzialità delle persone autistiche, la loro autonomia personale e lavorativa, migliorare la qualità della vita dei familiari. Si pone come primo obiettivo quello di aumentare la conoscenza dell'autismo, così da poter diminuire sensibilmente l'isolamento che le famiglie e le persone con autismo vivono quotidianamente creando un ambiente sociale sempre più adatto a vivere con maggiore consapevolezza l'autismo e tutte le sindromi dello spettro autistico. Organizza corsi sul tema dell’autismo per la formazione delle persone che ne sono interessate, come insegnanti, terapisti, volontari ecc. Organizza, altresì, convegni, conferenze, dibattiti e cura pubblicazioni al fine di promuovere l’informazione sulle caratteristiche dell’autismo. Associazione Rimini Autismo Via M. D’Azeglio 13 - 47900 Rimini C/o Azienda Usl Tel. e fax 0541 21498 e-mail: riminiautismo@virgilio. it GRUPPO ASPERGER ONLUS L’ Associazione Gruppo Asperger ONLUS (Organizzazione Non Lucrativa di Utilita' Sociale), l'associazione italiana dedicata alla Sindrome (o disturbo) di Asperger. Il GRUPPO ASPERGER si è costituito in Associazione ONLUS il giorno 17 maggio 2003 a Milano per iniziativa di un gruppo di persone interessate personalmente o professionalmente al Disturbo Pervasivo dello Sviluppo denominato Sindrome di Asperger. L'esigenza di creare una associazione dedicata in modo specifico alla Sindrome di Asperger nasce dalla constatazione dell'insufficiente conoscenza di questo disturbo nella comunità scientifica italiana Associazione Gruppo Asperger onlus sede legale Via M. T. Cicerone, 14 - Milano Casella Postale 26 - 20070 Vizzolo Predabissi (MI) e-mail: scrivi@asperger. it sito: www. asperger. it Fonte dal sito www. specialeautismo. it

 Progetto autismo Bibliografia e sitografia La bibliografia, sul tema “Autismo e Disturbi Pervasivi

Progetto autismo Bibliografia e sitografia La bibliografia, sul tema “Autismo e Disturbi Pervasivi Dello Sviluppo”, ( vedi allegato) raccoglie gli articoli, i fascicoli, i libri, i materiali grigi, le tesi di laurea, le esperienze didattiche disponibili a MEMO. L’elenco dei materiali, per una più facile consultazione, è stato suddiviso per aree tematiche: u Introduzione u La formazione u I contributi degli esperti • Tipologia di Deficit (TD): raccoglie documenti che si occupano delle caratteristiche e Tipologia di Deficit (TD): delle problematiche del disturbo e fornisce una conoscenza più approfondita sul deficit, sulla disabilità e sulle risorse da potenziare. u Documentazione delle esperienze • Scuola (Sc): comprende materiali di commento e di esperienze sull'integrazione e Scuola (Sc): sull’inclusione scolastica, suggerimenti operativi, strumenti pedagogico – didattici. Approfondimento “E nella scuola dei grandi? ” u u Associazioni genitori u Bibliografia e sitografia u Alcune riflessioni u Credits • Famiglia (Fa): evidenzia le problematiche riguardanti le relazioni sociali e le dinamiche Famiglia (Fa): legate alla presenza in famiglia di un ragazzo con disabilità. • Sessualità (Se): affronta il tema dell’affettività e dell’identità della persona disabile. • Ausili (Au): raccoglie accorgimenti, strumenti, strategie, metodi che possono favorire Ausili (Au): l’integrazione, l’autonomia, la vita di relazione e la comunicazione. • Riferimenti Teorici Culturali (RTC) raggruppa i testi che sviluppano una riflessione Riferimenti Teorici Culturali (RTC) teorica sul tema in chiave letteraria, psicologica, sociologica, filosofica. La sitografia proposta è frutto di un lavoro di ricerca effettuata in internet

 Progetto autismo Credits u Introduzione u La formazione u I contributi degli esperti

Progetto autismo Credits u Introduzione u La formazione u I contributi degli esperti u Documentazione delle esperienze Approfondimento “E nella scuola dei grandi? ” u u Associazioni genitori u Bibliografia e sitografia u Alcune riflessioni u Credits Esperti Milena Gibertoni, Stefania Vicini - Centro per l’Autismo AUSL di Modena Franco Nardocci – Azienda USL Ravenna Katia Tonnini- Programma autismo AUSL Ravenna Anna Dalla Vecchia – Comitato Scientifico Progetto regionale ASD 0/6 anni Coordinatori, educatrici e docenti Maffeo Roberto, Cantergiani Laura, Caselli Maria Rosa, Cattini Marcella – Asilo Nido Azzurro Castelnuovo Rangone (MO) Silvia Sinigalia, Simona Guidicelli, Chiara Vaschieri – Asilo Nido Arcobaleno Cognento di Modena Elisabetta Boldrini, Mameluska Ferrari, Manuela Musone, Maria Luisa Palma, Rosa Raccuglia – Scuola dell’Infanzia “Dante Alighieri” Modena Elena Roncadi, Rosanna Lunardi, Nicoletta Miglioli, Ilaria Zanzanelli – Istituto San Giuseppe Sozzigalli di Soliera (MO) Seganfreddo Virginia – Scuola dell’Infanzia S. Agostino – Sassuolo (MO) Gruppo integrato Cristina Stradi - CPP Provincia di Modena Milena Gibertoni e Stefania Vicini - Centro per l’Autismo AUSL di Modena Rita Fabrizio - USP di Modena Mara Garuti, Tiziana Gibertini e Lucia Onfiani – Memo Comune di Modena Elisabetta Boldrini – Domus Assistenza Roberto Maffeo - CPP Elena Roncadi – FISM Silvia Sinigalia – Servizio Convenzionato Documentazione a cura di Lucia Onfiani, Tiziana Gibertini, Mila Benati – Memo Comune di Modena

 Progetto autismo Alcune riflessioni sul percorso u Introduzione u La formazione u I

Progetto autismo Alcune riflessioni sul percorso u Introduzione u La formazione u I contributi degli esperti u Documentazione delle esperienze Approfondimento “E nella scuola dei grandi? ” u u Associazioni genitori u Bibliografia e sitografia u Alcune riflessioni u Credits Il percorso formativo che ha visto impegnati educatori e docenti di cinque nidi e scuole dell’infanzia della provincia di Modena ha rappresentato per le educatrici l’occasione per condividere la loro esperienza sul campo e tentare di individuare dei veri e propri “binari” che potessero quantomeno indicargli la direzione da percorrere, perché quando si ha a che fare con un bambino o una bambina autistica la sensazione iniziale è quella di divenire ulteriori protagonisti di tentativi più o meno efficaci rispetto ad un disturbo che, tutto sommato, presenta ancora molti aspetti sconosciuti. Abbiamo trascorso tutto lo scorso anno a documentarci, sulle teorie e gli interventi più recenti, a lottare, nel vero e proprio senso della parola, per dialogare con tutti i professionisti coinvolti nel nostro caso, a pretendere un confronto sul campo che ci offrisse spunti operativi concreti. Poi questo percorso formativo, in cui, per la prima volta abbiamo visto la collaborazione di parte degli operatori coinvolti con esperti nel settore, come la Dott. ssa Gibertoni, che ha concretamente in cura presso il servizio di Neuropsichiatria Infantile i bambini inseriti nei vari servizi educativi partecipanti al corso. Questo a nostro avviso ha rappresentato una enorme svolta: parlare del nostro caso significava mettere in rete un caso conosciuto nelle sue manifestazioni comportamentali da diversi punti di vista; è stato un po’ come superare le tappe della conoscenza reciproca e scoprirsi immediatamente capaci di COLLABORARE. Documentare il lavoro quotidiano e confrontare i filmati e i contributi in questa sorta di equipe allargata ha rappresentato una vera e propria supervisione che ha in parte orientato il lavoro delle educatrici contribuendo a non farle sentire sole. L’ipertesto realizzato alla fine del percorso formativo rappresenta un’importante documentazione, ricca di contenuti che rappresenta un ottimo lavoro conclusivo del percorso formativo realizzato, ma che si propone anche come guida documentativa per chi approccia al disturbo. Operare così, a nostro avviso, permette di non perdere tempo, di non sentirsi soli, di essere di sostegno a famiglie che si aspettano il rispetto, la tutela per il proprio bambino o bambina. Silvia Senigalia Coordinatrice Nido Arcobaleno

 Progetto autismo u Introduzione u La formazione u I contributi degli esperti u

Progetto autismo u Introduzione u La formazione u I contributi degli esperti u Documentazione delle esperienze Approfondimento “E nella scuola dei grandi? ” u u Associazioni genitori u Bibliografia e sitografia u Alcune riflessioni u Credits Volevo sottolineare che inizialmente, quando sono stato invitato a far parte di questa formazione, avevo parecchie perplessità. Nascevano dal fatto che durante la mia esperienza di pedagogista in diversi territori tra cui Modena, ma anche Bologna e Mantova, mi sono trovato ad avere esperienze diverse con le ASL proprio in relazione ad alcuni bambini autistici che frequentavano le strutture di mia competenza. La mia esperienza nasce dai primi anni novanta e, soprattutto negli ultimi dieci anni, ci sono state parecchie evoluzioni che, a mio avviso, hanno sofferto di tanta sperimentabilità. Dico sofferto perché purtroppo le diverse sperimentazioni hanno visto illustre “vittime”, i bambini ma spesso anche i loro genitori. Non entro nel merito perché non è la sede, ma diciamo che tutto ciò mi ha creato, proprio di fronte agli interventi sui bambini autistici e sulle loro famiglie, una certa indisponibilità nei confronti degli esperti. In questi anni ho visto famiglie “massacrate” dai sensi di colpa grazie ad una sorta di terapia la cui riuscita sembrava dipendesse solo da loro, dall'altra parte ho visto bambini che da autistici si trasformavano in automi dove le azioni, che con fatica ed ostinazione gli si facevano apprendere, perdevano sempre più di significato e rimanevano fine a se stesse. Negli ultimi anni, di fronte a certi casi, ho sempre pensato che il mio ruolo dovesse limitarsi a sostenere la famiglia qualunque fosse il percorso a cui erano sottoposti, offrendo il nido come un luogo dove potevano parlare ed essere ascoltati, con educatrici sempre disponibili e attente al bambino. Devo dire che il percorso svolto a Memo mi ha invece rincuorato, ed è stato veramente positivo per una serie di ragioni che cercherò di spiegare brevemente. 1 - la condivisione dell'esperienza: le educatrici della sezione hanno realmente condiviso con le colleghe di altre realtà, con altri esperti dell'ASL e pedagogisti, la loro esperienza personale. Non si sono sentite sole e hanno potuto parlare liberamente anche dei nodi più critici del loro operare. Ciò è stato possibile grazie anche alla costante disponibilità di tutti, e credo anche dalla consapevolezza, di esperti e non, della difficoltà che tutti incontrano nell'affrontare l'autismo. 2 - la presenza di esperti in grado di portare il “resoconto” delle ultime ricerche scientifiche e la loro evidenza sul campo tramite esperienza diretta. Come dire che dopo anni di sperimentazione oggi le idee sono più chiare, poche ma precise, e dunque hanno anche offerto preziose indicazioni pratiche da utilizzare quotidianamente 3 - la strumentazione adeguata data alle educatrici che ha permesso di verificare in itinere e modificare il percorso passo dopo passo. 4 - l'umiltà da parte di tutti nell'affrontare questo particolare percorso, dove ognuno ha visto riconosciuto il proprio ruolo. Dico umiltà perché credo che di fronte ai “misteri” dell'autismo chi lo affronta sa bene che non esiste una ricetta sicura ma, anche se con maggiore esperienza e competenza, si naviga sempre un po' a vista, e se la direzione presa ogni volta è sempre meglio è proprio perché si impara a coordinare bene barra e vele. Tanto per rimanere nella metafora ogni bambino autistico è un po' come il vento, sempre un po' diverso, a volte grave a volte più lieve e, come il vento, arriva da situazioni diverse. 5 - in ultimo ma non meno importante un coordinamento offerto da Memo che è riuscito a tenere in piedi percorsi differenziati e soprattutto a produrre una documentazione agile ed efficace, in grado di rivedere ciò che è stato fatto offrendo un grado di consapevolezza delle nostre azioni pedagogiche purtroppo, nella maggior parte dei casi, sfuma nell'oblio. Roberto Maffeo Pedagogista Unione dei Comuni Terre di Castelli

Progetto autismo Nel territorio modenese, attraverso la collaborazione tra Memo, l’Azienda USL e le

Progetto autismo Nel territorio modenese, attraverso la collaborazione tra Memo, l’Azienda USL e le scuole, era già presente una lunga tradizione di lavoro sui temi dei disturbi autistici sia per quanto riguarda aspetti conoscitivi, osservativi IL PROGETTO NEL TERRITORIO MODENESE u Introduzione u La formazione u I contributi degli esperti u Documentazione delle esperienze Approfondimento “E nella scuola dei grandi? ” u u Associazioni genitori u Bibliografia e sitografia u Alcune riflessioni u Credits e di intervento che di analisi di casi specifici. A partire da queste basi si è articolata una formazione che, pur affrontando quegli stessi aspetti, inseriva almeno due elementi di novità. Un primo elemento nuovo lo possiamo riscontrare nella partecipazione: il corso si rivolgeva a tutto il team degli educatori/docenti, compresi i coordinatori dei servizi. Quindi una formazione non più solo ad appannaggio dei docenti/educatori di sostegno, ma una formazione a tutto il personale della sezione, con la convinzione che lavorare in modo attento e adeguato con i bambini che presentano problematiche più difficili arricchisca il bagaglio esperienziale di tutti. La seconda novità la si può individuare nella modalità osservativa e di analisi del caso. Il suggerimento dagli esperti USL, e da tutti messo in pratica, dell’uso della videcamera per fare riprese, ha permesso a tutti i partecipanti di “essere in situazione”, annullando così le distanze tra una scuola e l’altra e l’impossibilità da parte di tutti di essere presenti in luoghi diversi. Questo metodo di lavoro, infatti, ha trasferito la realtà delle sezioni in un altro contesto, dove l’occhio attento degli esperti e quello di chi non conosce la situazione, ha aiutato gli operatori a raggiungere una consapevolezza maggiore delle azioni sia del soggetto autistico che dell’adulto, a riflettere e confrontarsi sulle scelte di intervento, a condividere l’idea che nel confronto si può solo migliorare. La disponibilità, infatti, delle educatrici e delle docenti a “essere messe in discussione” è stata encomiabile. A tutte loro vanno i nostri ringraziamenti. Questa documentazione, redatta sottoforma di ipertesto, cerca di ricomporre le tante parti in cui questo progetto si è articolato. Da una parte la documentazione della formazione, con i suoi aspetti di continuità con una strada già percorsa e di novità di cui si è detto prima. Dall’altra le documentazioni di uno spaccato della vita in sezione: ci parlano di quel bambino o di quella bambina, con specifiche caratteristiche, che tutti abbiamo imparato a conoscere; ma ci suggeriscono anche attività e buone pratiche si possono adattare ad altri bambini e in altri contesti. Abbiamo raccolto anche approfondimenti che esperti, da altri territori, ci hanno portato, ampliando ancora di più i nostri orizzonti conoscitivi e aprendoci prospettive per il futuro. Poi ci siamo chiesti: “Ma quando diventeranno grandi? ” e abbiamo aperto una finestra sul futuro, invitando due insegnanti di scuole superiori di I e II grado della città a presentare le loro esperienze, che qui riportiamo, perchè ci sembra che possano aiutarci a capire sempre di più e meglio che tutti siamo attori per costruire un progetto di vita e che se a costruirlo si comincia da piccoli può avere dei risvolti diversi. Le ultime parti di cui si compone la documentazione riguardano dati informativi: sulle associazioni di genitori presenti a livello nazionale, regionale e locale; sui materiali che sono disponibili al prestito e alla consultazione presso la biblioteca di Memo e alcuni suggerimenti di siti internet.

Progetto autismo Alcuni suggerimenti di siti internet u Introduzione u La formazione u I

Progetto autismo Alcuni suggerimenti di siti internet u Introduzione u La formazione u I contributi degli esperti u Documentazione delle esperienze Approfondimento “E nella scuola dei grandi? ” u u Associazioni genitori u Bibliografia e sitografia u Alcune riflessioni u Credits www. specialeautismo. it Sito a cura del Centro Documentazione e Apprendimenti di Forlì e del Centro Documentazione Educativa di Cesena. Le problematiche dei disturbi dello spettro autistico e dei disturbi pervasivi dello sviluppo sono ampiamente trattate. Accessibile a genitori, insegnanti, professionisti e studenti. www. angsaonlus. org Sito ufficiale nazionale dell’ANGSA, con sede a Roma, dal quale si può accedere anche ai siti delle associazioni regionali ANGSA. www. autismoededucazione. org Sito nato a seguito del Convegno di Bologna (18 novembre 2005) Autismo ed educazione: il ruolo della scuola; nel sito è possibile reperire informazioni riguardanti gli interventi psicoeducativi in ambito scolastico. www. autismo 33. it Risorse in rete sull’Autismo, iniziativa di ANGSA Emilia-Romagna e Fondazione Augusta Pini Ospizi Marini Onlus. www. gli-argonauti. org/index. html Sito dell’associazione "Gli Argonauti" di Roma che contiene una banca dati che comprende una biblioteca multimediale sui disturbi dello spettro autistico. www. fondazioneares. com Sito ufficiale della Fondazione Ares Autismo, Ricerca E Sviluppo e creazione di ambiti curativi ed educativi. www. autismoitalia. org Sito dell’associazione Autismo Italia dal quale si può accedere alle associazioni regionali affiliate. www. alihandicap. org/ali/ Sito del Coordinamento Autismo della Struttura di Neuropsichiatria Infantile, ASL CN 1 - Presidio Ospedaliero di Mondovì www. bambinieautismo. org Sito della Fondazione Bambini e Autismo Onlus di Pordenone che si occupa della presa in carico globale e longitudinale di persone con autismo.

Scheda presentazione esperienze A) Dati informativi Titolo ESPERIENZA CON UN ALUNNO AUTISTICO NELLA SCUOLA

Scheda presentazione esperienze A) Dati informativi Titolo ESPERIENZA CON UN ALUNNO AUTISTICO NELLA SCUOLA MEDIA Autori VIVETTA VEZZANI Insegnante di sostegno Scuola/Istituto e Sede Scuola media Statale LANFRANCO – GUIDOTTI Modena sede GUIDOTTI Classe/i Triennio della scuola media 2008/2009 – 2009 /2010 – 2010/2011 Data di realizzazione Marzo 2011 Area tematica Scuola, Tipologia di Deficit

B) Descrizione dell’esperienza Elemento cardine dell’esperienza L’esperienza scolastica con G. è un’esperienza molto positiva,

B) Descrizione dell’esperienza Elemento cardine dell’esperienza L’esperienza scolastica con G. è un’esperienza molto positiva, e il punto di forza di tale lavoro è la sinergia che si è attuata fra le “risorse” che la scuola ha potuto mettere in atto e cioè: Il Dirigente Scolastico in prima persona ha permesso che il lavoro con un alunno con le particolari caratteristiche di G. , avvenisse in modo “diverso” rispetto all’insegnamento canonico e cioè: poter lavorare al di fuori della classe, utilizzare strumenti adeguati, ricerca di spazi necessari per l’alunno e soprattutto fiducia nelle tecniche di insegnamento Motivazione forte sia dell’insegnante di sostegno, che del personale PEA che dei componenti il Consiglio di Classe e cioè: accettazione di un alunno “diverso all’interno del gruppo classe che può creare disagio o scarsa concentrazione alla lezioni ricerca di esperienze adeguate alle caratteristiche di apprendimento di G. (era stato presentato come un alunno “che pascola per la scuola”) partecipazione a tutte le attività sia all’interno che all’esterno della classe condivisione costante degli spazi, degli intenti accettazione delle critiche e messa in discussione del proprio operato Estrema chiarezza degli intenti educativi e didattici con la famiglia di appartenenza dell’alunno, senza avere paura di scontentare l’uno l’altro interlocutore e cioè: primo obiettivo è lo stare bene a scuola dell’alunno secondo venire a scuola volentieri terzo raggiungere il più possibile gli obiettivi programmati nel rispetto dei tempi dell’alunno Rapporti sereni e continui con il SSINPI (che si è reso sempre disponibile a qualsiasi bisogno anche immediato e anche come “rinforzo” all’insegnante di sostegno)

Contesto socio - culturale Il territorio in cui opera la scuola e in cui

Contesto socio - culturale Il territorio in cui opera la scuola e in cui abita l’alunno è molto presente e attivo con proposte valide , ma in particolare bisogna fare presente che l’alunno ha una famiglia molto attenta e propositiva in prima persona La scuola è un vecchio edificio su quattro piani ubicato sulla Via Giardini di Modena, e che l’alunno raggiunge autonomamente visto che abita vicino alla scuola, e di questo è molto soddisfatto. G. frequenta per n° 30 ore settimanali con copertura totale di sostegno sia educativo – didattico (9 ore) che educativo – assistenziale (21 ore) e continuità nei tre anni di scuola media. Nella scuola siamo riusciti, grazie al Preside (che ha avuto la determinazione di chiedere agli Organi preposti) ad avere degli spazi adeguati per poter accogliere contemporaneamente alunni con caratteristiche diverse (attualmente ci sono tre aule di sostegno e tutte vicine), ma soprattutto è la condivisione di spazi e delle modalità di intervento fra insegnanti di sostegno e educatori che è il grande punto di forza della nostra scuola. G. ha dovuto fin dal primo giorno di scuola, condividere 1 aula di sostegno dove interagivano sempre 3 o 4 alunni contemporaneamente, e quindi imparare da subito ad accettare che anche altre persone potevano stare nel suo spazio. Questo però gli ha permesso di avere dentro questa aula un tavola grande tutta per lui e solo per lui, in uno spazio circoscritto e ben chiaro, dove poteva tenere i suoi materiali e gli oggetti a lui cari e la presenza dell’adulto era in un altro tavolo vicino , ma non attaccato. A sempre ritrovato il suo materiale dove e come lui lo lasciava! La presenza dell’adulto di riferimento non doveva essere al suo tavolo, ma li vicino pronta ad intervenire secondo i suoi bisogni e che lui poteva controllare. Ha sempre dovuto sapere bene cosa lo aspettava, quale lavoro doveva fare e se era in grado di farlo da solo doveva lavorare in modo autonomo, ma se aveva bisogno di aiuto dovevi essere li pronto ad aiutarlo! Spesso è stato necessario invitarlo ad essere gentile e “sorridente” nelle richieste e non “sgarbato” e prepotente, ma ha sempre capito e cercato di essere “ sorridente” anche se in modo inespressivo.

Certo all’inizio è stato difficile farsi accettare e avvicinare, quante volte ci ha allontanato

Certo all’inizio è stato difficile farsi accettare e avvicinare, quante volte ci ha allontanato e cercato di” pungere” per farci sparire, ma il rispetto del suo spazio e dei, suoi rituali e tempi gli ha dato fiducia e quindi la consapevolezza dell’accettazione e non invasione del suo spazio/territorio. Il gruppo delle insegnanti di sostegno , come quello del personale PEA è piuttosto stabile da tempo, pertanto le linee guida dell’insegnamento sono molto condivise e comprovate/sperimentate ma soprattutto è il senso critico che ci guida a metterci sempre in gioco ogni volta provando nuove attività o nuove esperienze con i ragazzi e le famiglie. Cioè la condivisione delle tecniche didattiche, educative e laboratoriali svolte sempre in un ambiente stimolante e “familiare” (come una grande cucina) fa si che l’alunno trovi rispetto per le sue caratteristiche e quindi accettazione personale, ma anche condivisione di attività e esperienze comuni, e non ultimo la costruzione di relazioni amicali fra pari e non che determinante per la crescita intellettuale e sociale. G. ha sempre trovato un ambiente con i “suoi spazi e oggetti” che ha sempre potuto utilizzare nel rispetto dei suoi tempi e modalità, cosi’ come la possibilità di sperimentare strumenti nuovi e poco conosciuti. (rispetto dei suoi tempi e rituali quotidiani). I suoi rituali quotidiani sono il poter arrivare nel suo spazio, prendere il “gioco” o l’oggetto preferito e “giocare” con quell’oggetto fino a che non è pronto ad affrontare la giornata oppure “parlottare” fra se e se tranquillamente senza che nessuno gli chieda spiegazioni, accettando anche le sue esclamazioni senza nulla dire, insomma deve assolvere a compiti quotidiani scaramantici! Tutto questo mentre gli altri fanno le loro cose tranquillamente (lui non perde mai di vista nessuno, ha sempre tutto sotto controllo) E’ sempre stato spronato a fare e anche invitato insistentemente a continuare, anche quando lui si rifiutava e cercava di imporsi con capricci o gesti intimidatori, ed in questo modo ha provato su se stesso la gioia del successo scolastico e di saper fare o addirittura di saper aiutare dei compagni in difficoltà e condividere delle esperienze. . Con questi metodi è arrivato a “fare scelte”, cosa per lui lacerante e terribile, ma che lo ha fatto crescere e fare un salto di qualità determinante. La classe in cui è inserito G. e sempre stata una classe di 25 alunni, dove sono presenti alcuni compagni delle elementari che G. conosceva.

I compagni sono e sono sempre stati molto accoglienti con lui e non dimenticano

I compagni sono e sono sempre stati molto accoglienti con lui e non dimenticano mai di farlo partecipe di qualsiasi evento o attività ci sia per la classe. Nel contempo G. li ha sempre gratificati con una presenza costruttiva e anche abbastanza lunga nel tempo. All’inizio è stato molto difficile stare in classe e rispettare i tempi e i modi, ma poi una volta individuato il “metodo di lavoro e lo spazio giusto” è riuscito a condividere anche attività didattiche come storia, geografia, artistica, ginnastica, musica e il metodo Feurestein (dove è stato bravissimo ). Attualmente riesce a fare ricreazione con i compagni e interagire brevemente con loro, proponendosi anche lui per primo. G. ha bisogno di sentirsi tranquillo ed accettato, di trovare un ambiente sereno che rispetta tutti i suoi rituali quotidiani e i suoi tempi morti di “passeggio”. Dopo di che è pronto ad affrontare il lavoro scolastico e di mettersi in gioco, anche se ogni volta ci prova a dire “ oh no non voglio fare!!!, ma perché!!” Certamente è rigidissimo nelle attività scolastiche e non accetta facilmente i cambiamenti, bisogna sempre motivargli per tempo le varianti alle attività o alle persone e non sempre è disponibile, però una volta che sa cosa gli aspetta si dimostra collaborativo. Altra cosa determinante è il rispetto delle dinamiche familiari che porta regolarmente a scuola e, che ogni mattina deve “ sbrogliare” prima di iniziare a lavorare, cosi’ come non bisogna fargli troppe domande, è sufficiente farne una, a volte due perché lui abbia già detto tutto e non vuole più sentirne altre. Dimostra uno spiccato senso artistico e cromatico (molto preciso e “maniacale nel terminare i suoi lavori) infatti è stato indirizzato verso il Liceo Artistico, dove potrà certamente dimostrare tutte le sue capacità : è convinto del cambiamento ed è pronto a farlo.

Finalità generali Stare bene a scuola Trovare un ambiente stimolante Acquisire autonomia personale Migliorare

Finalità generali Stare bene a scuola Trovare un ambiente stimolante Acquisire autonomia personale Migliorare le sue competenze Riferimenti teorici e metodologici Tutte le informazioni possibili da Internet, corsi di aggiornamento Erikson, esperienza personale Progettazione Costruzione di un percorso triennale in accordo con la famiglia, il SSINPI Descrizione del percorso Come già spiegato l’obiettivo era stare bene a suola, le strategie di lavoro sono venute in itinere secondo la rispondenza di G. I contenuti anche loro si sono costruiti secondo le capacità che G. dimostrava, aumentando le richiese secondo l’acquisizione dei contenuti. I materiali sono stati inizialmente testi di scuola elementare, poi sempre più quelli della scuola media. I tempi sono scanditi dalle routine di G. e gli spazi sono l’aula di sostegno e la sua classe o i laboratori della scuola a seconda delle attività L’accettazione in classe è sempre stata determinante, cosi’ come anche la ricerca del suo spazio nell’aula di sostegno (luogo nido) e la condivisione di momenti ludici e di mutuo soccorso fra pari Articolazione delle fasi la rispondenza di G. alle proposte della scuola e il rispetto dei suoi tempi di “metabolizzazione” hanno permesso di trovare la giusta dose di richieste e di risposte non è mai stato necessario utilizzare dossier, ipertesti ecc, in quanto la quotidiana compilazione del registro sia dell’insegnante di sostegno che dell’operatore PEA era più che sufficiente, ma soprattutto la condivisione quotidiana degli intenti e degli spazi Condizioni che hanno reso possibile l’esperienza Come già detto precedentemente l’esperienza positiva del lavoro con G. è stata possibile per la sinergia di tutte le risorse della scuola, della famiglia del SSINPI che hanno saputo rispettare l’alunno e i tempi del suo apprendimento.

Valutazione A questo punto dell’anno scolastico, ed essendo ormai arrivato il momento del distacco

Valutazione A questo punto dell’anno scolastico, ed essendo ormai arrivato il momento del distacco di G. dalla scuola media e facendo un bilancio del lavoro fatto posso affermare che è stato un vero e proprio successo, in quanto sono sicura che l’alunno sarà in grado di affrontare la scuola superiore consapevolezza e anche con buona capacità di gestione delle frustrazioni davanti ad un ambiente nuovo, compagni diversi e insegnanti diversi. Oltre ad aver appreso didatticamente i contenuti disciplinari adeguati alla sua capacità di apprendimento, sa leggere, comprendere, risolvere espressioni con le 4 operazioni fondamentali, sta iniziando a operare con le frazioni ecc. E’ per G. sempre molto lacerante prendere delle decisioni e affrontare la novità, ma ha anche capito che può farcela senza soffrire troppo. Certo sarà necessario che gli adulti a lui intorno capiscano il suo modo di partecipare e che accettino i suoi tempi di gestione del lavoro, perché G. ha ancora tanto da imparare e soprattutto vuole sapere e conoscere e lo dimostra con la voglia che ha di scoprire il mondo tramite la geografia e la scienza. La geografia è la materia che ama di più in assoluto e tramite Internet ha già viaggiato tanto, ma anche con i suoi genitori che lo fanno partecipe sempre di tutte le loro occasioni ha visto tanto mondo. Gli adulti davanti a ragazzi come lui devono molto umilmente osservare i loro comportamenti e “pensare” come loro agendo nella normalità delle cose, ma rispettando la diversità e aspettando il momento giusto per entrare in contatto con loro. Ho imparato molto da questi alunni, in particolare da S. una ragazzina autistica la quale per tre anni non voleva assolutamente essere avvicinata o che qualcuno muovesse gli oggetti del suo spazio, ma il rispetto per lei e il suo coinvolgimento sempre e comunque le hanno permesso di farmi entrare una sola volta nel suo mondo e di farmi giocare con lei e le sue “amiche “ per un momento!!! Questo mi ha ripagato di tre anni che sembravano passati a fare niente!! Oggi anche M. l’alunno autistico con cui ho iniziato a lavorare mi sta insegnando in un modo diverso che devo avere pazienza, accettare il suo modo di essere autistico e continuare ad insegnargli a comunicare con me: forse fra un po’ troveremo il modo non sempre violento come adesso di “parlarci”e di iniziare ad imparare. Per ora continuiamo a guardarci, ogni tanto una carezza e un abbraccio, ma ancora tanta distanza!!!!

Scheda presentazione esperienze A) Dati informativi Titolo Al liceo con Paolo *: l’esperienza di

Scheda presentazione esperienze A) Dati informativi Titolo Al liceo con Paolo *: l’esperienza di integrazione di un ragazzo con disturbo autistico nella scuola secondaria di II grado. Autori Sara Furlati (Docente di Sostegno al Liceo Muratori), Anna Fantini (Educatrice professionale al Liceo Muratori) Scuola/Istituto e Sede Liceo Classico Statale “L. A. Muratori” - Modena Classe Dalla IV Ginnasio alla II Liceo classico Data di realizzazione aa. ss. 2007/2008 -2008/2009 -2009/2010 -2010/2011 Area tematica Integrazione della disabilità * Si tratta naturalmente di un nome di fantasia

B) Descrizione dell’esperienza Condizioni che hanno reso possibile l’esperienza L’esperienza si è svolta all’interno

B) Descrizione dell’esperienza Condizioni che hanno reso possibile l’esperienza L’esperienza si è svolta all’interno del normale percorso scolastico dell’alunno, ed ha visto il coinvolgimento delle seguenti figure: Insegnante ed educatrice a lui assegnate; insegnanti ed educatori dell’Istituto che animano i laboratori didattico-educativi attivati nei diversi anni scolastici (Lettura, Palestra Euro, Creativo-espressivo, Informatico); tutor che ha affiancato il ragazzo dalla I liceo (3° anno); insegnanti del Consiglio di Classe e compagni di Paolo, molti dei quali hanno aderito con entusiasmo ed assiduità al progetto “Studente tutor” inserito nel P. O. F. della Scuola. Parte assai attiva è stata la madre del ragazzo, sempre attenta a selezionare e a cogliere le opportunità più adatte a lui. Per quanto riguarda le risorse esterne alla Scuola, si segnalano: servizio di NPI (specialista che ha seguito il ragazzo fin dalla prima infanzia, educatori ed operatori che conducono i progetti specifici per i ragazzi affetti da autismo quali attività sportive e ricreative, Cresciamo…); associazione AUT-AUT dei genitori di ragazzi autistici; attrezzature in comodato d’uso offerte dal CTS presso l’IPSIA Corni e laboratorio di arteterapia sempre c/o IPSIA Corni. Elemento cardine dell’esperienza Punto di forza dell’esperienza è stata senz’altro la sinergia tra scuola, famiglia, servizio di NPI, attività del territorio specificamente dedicate a ragazzi con disturbi autistici: tutte le figure che hanno finora accompagnato Paolo nella sua crescita hanno di fatto condiviso intenti ed obiettivi, grazie alla mediazione e alla collaborazione della madre del ragazzo e alla disponibilità al confronto – spesso informale e circostanziato – dei diversi operatori. Ciò ha permesso a Paolo di approfittare di una grande ricchezza di stimoli e di esperienze funzionali al suo progetto di vita.

Contesto socio – culturale L’attuale sede del Liceo “Muratori” si trova in una zona

Contesto socio – culturale L’attuale sede del Liceo “Muratori” si trova in una zona residenziale e di servizi vicinissima al centro storico e ben raggiungibile con i mezzi pubblici. Ciò facilita gli spostamenti dei numerosi studenti “pendolari” che hanno scelto di iscriversi ad un Liceo di antica tradizione, da sempre realtà di spicco nel panorama scolastico modenese. Le scelte organizzative, metodologiche e contenutistiche della Scuola sono improntate all’idea di cittadino responsabile, colto e versatile che l’Istituto ambiziosamente si prefigge di realizzare, offrendo agli alunni gli strumenti metodologici e culturali migliori per affrontare consapevolezza qualsiasi percorso accademico o professionale. Ciò ha procurato al Muratori la fama di “scuola difficile e severa”, che talvolta – in fase di orientamento – scoraggia gli studenti più deboli. La tradizione dell’Istituto nell’accoglienza di alunni con disabilità risale ad una decina di anni fa: benché l’inserimento di studenti disabili nella scuola secondaria di II grado sia avvenuto già alla fine degli anni ’ 80, in un primo tempo esso ha riguardato soprattutto gli Istituti professionali, poiché si riteneva che un indirizzo di studi incentrato su attività pratico-manuali fosse più adatto a ragazzi con deficit. Considerato l’indirizzo di studi teorico concettuale del Liceo e la conseguente mancanza di spazi attrezzati per laboratori specifici, infatti, le proposte didattiche ed educative rivolte agli studenti con disabilità sono in genere coerenti con quelle curricolari e vengono attuate per lo più all’interno delle strutture e degli spazi dell’Istituto, anche per favorire l’integrazione degli studenti nelle rispettive classi di appartenenza. Del resto, l’ambiente scolastico tranquillo e disciplinato si è sempre rivelato uno dei punti di forza delle strategie di accoglienza dell’Istituto. Con il sensibile aumento del numero di ragazzi certificati iscritti alla Scuola (la quasi totalità dei quali è inserita in Fascia A ed è segnalata per particolare gravità funzionale) negli ultimi anni è aumentato anche il numero di insegnanti di sostegno e di educatori esperti stabilmente assegnati al Liceo. La Dirigenza ha inoltre provveduto ad ampliare gli spazi riservati alle attività di sostegno (3 aule dedicate) e ad arricchire il materiale per l’integrazione, anche grazie a forme di comodato d’uso inaugurate dal CST dell’IPSIA Corni. Di pari passo, la sensibilità rispetto al tema dell’integrazione degli studenti e dei colleghi disciplinaristi, in un primo tempo un po’ disorientati per mancanza di pratica, è decisamente maggiore.

In particolare, il gruppo classe nel quale è stato inserito Paolo è costituito da

In particolare, il gruppo classe nel quale è stato inserito Paolo è costituito da ragazzi piuttosto maturi, motivati al lavoro scolastico e attenti durante le lezioni, che hanno raggiunto molto in fretta un buon affiatamento e con i quali Paolo ha sempre dimostrato di trovarsi a suo agio, sia in situazioni scolastiche sia in situazioni extra-scolastiche. Riferimenti teorici e metodologici Pur serbando memoria delle nozioni apprese durante il nostro percorso formativo, non appena abbiamo incontrato Paolo ci siamo rese conto che, soprattutto nel caso dell’autismo, ogni caso è a sé e che le indicazioni più preziose sarebbero state quelle dirette di chi già aveva conosciuto il ragazzo ed aveva lavorato con lui. Come insegnanti, il nostro intento è semplicemente quello di condividere i risultati e i dubbi della nostra esperienza “sul campo”. Descrizione del percorso Studio del caso Ancor prima dell’inizio della scuola abbiamo approfondito la conoscenza indiretta di Paolo attraverso la documentazione inviata dalla Scuola Media. Abbiamo inoltre organizzato un incontro tra il Consiglio della classe IV ginnasio che avrebbe accolto il ragazzo, la neuropsichiatra della USL che segue Paolo fin dalla prima infanzia e l’insegnante di lettere della scuola media (coordinatrice di classe), durante il quale, oltre ad informazioni generali sulla sindrome autistica, sono emerse notizie molto puntuali sul carattere di Paolo, sui suoi interessi ricorrenti (mondo animale, cartoni animati, dinosauri), sul suo modo di stare in classe e di rapportarsi con compagni ed insegnanti, su aspetti importanti della quotidianità scolastica (abitudini e “rituali” per lui rassicuranti, elementi che invece lo disturbano, segnali premonitori di eventuali crisi, “comportamenti-problema”…). Al di là degli evidenti problemi di comunicazione (ritardo nello sviluppo del linguaggio e deficit comunicativo sia sul piano verbale, sia su quello non verbale con uso improprio dello sguardo e della deissi, atteggiamenti mimico-corporei “ingessati” e poco coordinati, tono metallico della voce, prosodia inadeguata, scarsa espressività nel parlare), del deficit riguardante la sfera dell’intersoggettività e dell’abilità sociale (ma alla scuola media si erano registrati notevoli progressi), degli interessi spiccati e parcellari, spesso stereotipati.

Paolo ci è stato presentato come un ragazzo ben educato e tranquillo, bisognoso di

Paolo ci è stato presentato come un ragazzo ben educato e tranquillo, bisognoso di un ambiente sereno e di regolarità nell’organizzazione di orari e persone. Abbiamo saputo che amava essere al centro dell’attenzione quando poteva mostrare oggetti o elaborati che gli interessavano particolarmente, ma che faticava a sostenere un’interazione che si protraesse per più di qualche battuta e soprattutto che non era in grado di valutare l’interesse, le preconoscenze o il coinvolgimento dell’interlocutore e che pretendeva di condurre ed indirizzare la comunicazione senza dare spazio ad eventuali obiezioni. Ci è stato spiegato che, grazie ad una spiccata passione per la lettura, Paolo si esprimeva con un linguaggio ricco ed articolato (anche se ma con espressioni estremamente letterali e dirette ) e con un certo senso ironico. Dal punto di vista cognitivo Paolo risultava normodotato (come avevano dimostrato le prove verbali e non verbali cui era stato sottoposto), ma il disturbo autistico determinava una compromissione trasversale delle performances in numerose aree; inoltre una certa rigidità di pensiero gli rendeva difficile distogliersi dai suoi interessi dominanti e gli procurava difficoltà di astrazione. Paolo aveva dimostrato di essersi ben inserito nel gruppo classe della Scuola Media e la presenza di due ex compagne nella nuova classe del ginnasio avrebbe senz’altro essere d’aiuto per l’inserimento nella Scuola Superiore. Per finire, Paolo godeva di un’ottima autonomia personale (sapeva usare il telefono e curare perfettamente la propria igiene). L’incontro di presentazione si è rivelato molto utile a detta di tutti gli insegnanti del Consiglio di classe, perché ha dato loro modo di farsi un’idea più precisa e rassicurante, anche relativamente a situazioni concrete, di una patologia difficile da definire e ancora relativamente sconosciuta in ambito scolastico come l’autismo.

I primi giorni di scuola: l’accoglienza e l’osservazione, la redazione del Profilo Dinamico Funzionale.

I primi giorni di scuola: l’accoglienza e l’osservazione, la redazione del Profilo Dinamico Funzionale. Fin dai primi giorni di scuola Paolo è stato affiancato dall’educatrice e da me durante tutto l’orario di frequenza, così che potesse trovare attenzione ai suoi bisogni e rassicurazione in ogni momento di permanenza nel nuovo Istituto. Dopo un primo incontro con i compagni e con l’insegnante coordinatrice di classe, abbiamo deciso di fargli trascorrere parte delle ore di lezione nell’aula risorse, in modo che potesse familiarizzarsi con un ambiente accogliente e raccolto. Per metterlo a suo agio, l’educatrice ed io abbiamo sfogliato con lui i suoi quaderni delle medie, così da creare semplici occasioni di conversazione su argomenti noti. D’accordo con la madre, gli abbiamo poi chiesto di portare a scuola i suoi libri di fumetti ed i suoi dinosauri di plastica preferiti. A nostra volta gli abbiamo proposto materiali di suo gradimento per coinvolgerlo e stabilire con lui un contatto privilegiato. Durante i primi giorni di scuola, forse per la tensione dovuta ai tanti elementi di novità, Paolo ha di tanto in tanto manifestato i “comportamenti-problema” di cui ci aveva informato l’insegnante della scuola media (produzione di rumori per attirare l’attenzione e manifestare disagio e stanchezza) ed ha esplicitato la sua insofferenza alzandosi dal posto e correndo per i corridoi. Nell’arco di un paio di settimane, però, il suo atteggiamento è molto migliorato. Rassicurato dalla definizione di orari precisi e da una certa routine nello svolgimento delle attività, il ragazzo ha sviluppato un discreto controllo di sé e ha cercato di far coincidere i suoi momenti di sfogo con i “tempi morti” delle lezioni. In particolare, abbiamo negoziato con lui la possibilità di uscire in giardino durante l’intervallo per correre all’aria aperta e dare libero sfogo alla sua esigenza di muoversi e monologare immerso nei suoi pensieri. Il primo mese di scuola, dunque, è servito a Paolo per ambientarsi, ma anche all’educatrice, a me e ai colleghi del Consiglio di Classe per conoscerlo. Sulla base dei dati raccolti in questa fase di osservazione, che nel complesso hanno confermato quanto emerso dallo studio dei documenti iniziali e dalla presentazione della neuropsichiatra, abbiamo redatto il Profilo Dinamico Funzionale, punto di partenza per i successivi interventi.

La pianificazione: il Piano Educativo Individualizzato e la programmazione. Abbiamo quindi costruito il Piano

La pianificazione: il Piano Educativo Individualizzato e la programmazione. Abbiamo quindi costruito il Piano Educativo Individualizzato che è il documento di programmazione educativa vero e proprio, con la collaborazione della madre del ragazzo e della neuropsichiatra che lo aveva in carico. Considerate le caratteristiche di Paolo messe in luce nel PDF, abbiamo deciso che egli avrebbe frequentato la Scuola con orario completo, ma che la sua programmazione sarebbe stata differenziata nei tempi e nei contenuti per tutte le materie tranne che per educazione fisica e religione (perseguimento degli obiettivi minimi) seppur con argomenti vicini a quelli affrontati dai compagni. Abbiamo poi convenuto di cogliere tutte le occasioni di condivisione del percorso educativo-formativo della classe (uscite e visite didattiche, laboratori…) perché il tempo trascorso insieme ai compagni e le esperienze comuni avrebbero potuto aiutarlo ad accrescere il suo senso di appartenenza al gruppo. Si è deciso inoltre di fargli trascorrere il massimo di ore possibili in aula, anche impegnandolo in attività individualizzate per sollecitarlo all’adozione di comportamenti adeguati. In particolare si è deciso di somministrare a Paolo tutte le verifiche sul percorso svolto in classe, contemporaneamente ai compagni. Si è infine deliberato di inserire il ragazzo in un corso pomeridiano di teatro in lingua inglese curato da un’esperta madrelingua, poiché si trattava di un’ottima opportunità per consolidare, in un contesto informale e giocoso, abilità e strategie comunicative, per esercitare le abilità sociali, per praticare la lingua inglese che tanto lo appassionava. Nel costruire l’intervento su Paolo, in pieno accordo con la sua famiglia, abbiamo deciso di dare la priorità agli obiettivi educativi, trasversali e metacognitivi rispetto a quelli puramente cognitivi. Prima di tutto, infatti, abbiamo cercato di favorire il suo inserimento nel gruppo classe e nell’ambiente scuola, aiutandolo a rispettare le regole e a migliorare per quanto possibile le sue abilità sociali ed interpersonali. Abbiamo inoltre proposto a Paolo semplici strategie per controllare l’ansia e per potersi concentrare sul lavoro scolastico (p. es. promemoria scritti per “mettere da parte” il pensiero fisso quando si accorgeva con preoccupazione di aver dimenticato a casa la merenda, l’astuccio…).

Le scelte attuate nel primo anno di scuola sono state tutto sommato efficaci: Paolo

Le scelte attuate nel primo anno di scuola sono state tutto sommato efficaci: Paolo ha dimostrato di trovarsi a suo agio in classe, ha progressivamente migliorato il suo comportamento riuscendo a rimanere in aula anche da solo senza disturbare e senza manifestare disagio ed ha dato prova di interesse ed impegno nelle attività che gli sono state proposte. Per questa ragione i P. E. I. successivi sono stati sostanzialmente improntati sugli stessi criteri di fondo e – anche a causa di importanti tagli sugli organici del sostegno – abbiamo gradualmente cercato di responsabilizzare Paolo aumentando il numero di ore che egli trascorre in classe con il solo insegnante curricolare. A partire dal terzo anno di scuola, inoltre, Paolo è stato affiancato per 4 ore alla settimana da una tutor. Questa figura, istituita dagli Accordi di Programma, si situa a mezza via tra l’insegnante è l’amico. Si tratta in genere di ex studenti della scuola o di studenti universitari quasi coetanei dei ragazzi in difficoltà che, retribuiti dal Comune nel quale risiede il ragazzo certificato, svolgono attività di supporto alla motivazione scolastica o di facilitazione delle relazioni interpersonali. Con la tutor, che Paolo incontra prevalentemente di pomeriggio, il ragazzo consuma il pranzo al bar o al self-service (secondo il progetto “A pranzo col mio amico” varato dal nostro Istituto) ed effettua uscite sul territorio (biblioteche, negozi…) spostandosi con i mezzi pubblici. Queste attività si sono dimostrate molto utili per esercitare Paolo ad una maggiore autonomia e all’adozione di comportamenti adeguati nei diversi luoghi pubblici frequentati con la sua accompagnatrice. Si tratta anche di occasioni per praticare autonomamente l’uso di piccole somme di denaro (soprattutto per amministrare il denaro di cui dispone senza cedere alle tentazioni di acquistare tutto ciò che gli piace) al di fuori dell’ambiente “protetto” del Laboratorio Palestra €uro che conduciamo a scuola. Con la tutor occasionalmente Paolo si dedica a plasmare oggetti con la creta (preferibilmente dinosauri) e dà spazio così ad un interesse per attività pratiche ha manifestato negli ultimi anni.

Le strategie didattiche ed educative. Dopo le prime settimane di scuola ci siamo rese

Le strategie didattiche ed educative. Dopo le prime settimane di scuola ci siamo rese conto che, per costruire una relazione di fiducia con Paolo e per motivarlo al lavoro scolastico e all’interazione, era di fondamentale importanza sfruttare i suoi interessi dominanti come punto di partenza per ogni attività. Per questa ragione abbiamo sempre cercato di utilizzare esempi e analogie tratti dal mondo animale o da quello dei cartoni animati per proporgli contenuti ed attività nuovi, spostando lentamente il fulcro dell’attenzione su temi diversi. Paolo si mostrava divertito da questo gioco ed ingaggiava vere e proprie sfide alla ricerca degli esempi e delle immagini più calzanti, rendendosi poi disponibile a lasciarsi guidare verso altri argomenti. Consapevoli della necessità di aiutarlo ad ampliare i suoi orizzonti per favorire il suo processo di crescita, con il tempo abbiamo cercato di sottoporgli con sempre maggior assiduità anche temi prettamente scolastici ed il risultato è stato positivo: Paolo è più disponibile ad accogliere anche quelle proposte di attività che non rispondono ai suoi gusti o ai suoi interessi o che gli costano uno sforzo di concentrazione e un notevole impegno. Come supporto per il lavoro ci serviamo di testi semplificati di argomento analogo a quelli affrontati dagli insegnanti delle varie discipline, o ricorriamo direttamente ai manuali in adozione, aiutando Paolo nella selezione delle informazioni principali con sottolineature colorate e schemi. L’uso di mediatori iconici, quali diagrammi di flusso, mappe concettuali e illustrazioni, si è rivelato utile per il riepilogo e la memorizzazione dei concetti affrontati, così come il coinvolgimento del ragazzo in attività cinestetiche applicate ai contenuti da apprendere (ricalcare, ritagliare, incollare) appare uno strumento efficace per stimolare il suo interesse e la sua capacità di concentrazione. A questo proposito anche la gratificazione in occasione di comportamenti e risultati positivi (rinforzo positivo) si è rivelata molto importante. Per richiamare l’attenzione di Paolo abbiamo inoltre inventato una serie di rituali scherzosi cui egli si sottopone volentieri (finge per esempio di lasciarsi ipnotizzare e riesce così a sostenere lo sguardo dell’insegnante per un tempo piuttosto prolungato), ottenendo generalmente una discreta concentrazione durante il lavoro scolastico. Attività ludiche quali giochi di ruolo o drammatizzazioni di testi scritti (naturalmente legate in qualche modo alla sua sfera di interesse), si sono rivelate una buona occasione per esercitare Paolo ad adottare il punto di vista altrui e – cosa non secondaria – ad utilizzare la voce con maggiore espressività.

Già durante il primo anno di scuola ci siamo accorte che al ragazzo piace

Già durante il primo anno di scuola ci siamo accorte che al ragazzo piace molto completare testi a lacune e risolvere questionari a scelta multipla: in questo modo egli può infatti dimostrare di aver acquisito determinate conoscenza senza il bisogno di produrre autonomamente risposte aperte, cosa che – applicata alle materie scolastiche – gli risulta sgradita e faticosa (è estremamente laconico nello scrivere). Abbiamo perciò adottato questo tipo di esercizi nel prendere appunti durante le lezioni degli insegnanti curricolari: sollecitato a leggere una trascrizione semplificata delle spiegazioni appena sentite e a completarla con informazioni fornite dal docente di classe, Paolo è in grado di seguire proficuamente anche discorsi riguardanti temi piuttosto complessi. Se sollecitato è anche perfettamente in grado di copiare dalla lavagna schemi e parole chiave annotate dall’insegnante curricolare. Paolo è inoltre molto abile con il computer, che usa spesso anche a casa per giocare, guardare DVD, ricercare in Internet informazioni suoi temi di interesse, realizzare collages e montaggi con le immagini dei suoi personaggi preferiti. Per questa ragione abbiamo pensato di avvalerci di software didattico per la memorizzazione e l’esposizione dei contenuti di materie quali storia o storia dell’arte. In un primo tempo, però, l’utilizzo del computer durante le ore di lezione si è dimostrato fonte di inquietudine e di distrazione per Paolo che non vedeva l’ora di accendere il suo portatile, non tanto per lavorare alle attività che gli proponevamo, quanto per potersi dedicare ai suoi giochi o ai suoi DVD. L’idea di andare al computer era diventata un pensiero fisso che lo distoglieva da qualunque altra attività e gli provocava grande frustrazione quando gliene limitavamo l’utilizzo. Di concerto con l’educatrice e con la madre, abbiamo quindi deciso di fare del lavoro al computer l’oggetto di una negoziazione e di contrattare tempi e modi del suo utilizzo, stabilendo in cambio il rispetto di regole di comportamento e l’impegno nello svolgimento di attività didattiche. Lo stesso abbiamo fatto con il cibo (merende, spuntini) del quale Paolo è molto goloso. Questo “patto educativo”, volto a responsabilizzare il ragazzo, si ispira alla teoria della Token economy che sostiene l’utilità di una specie di “contratto” per cui l’insegnante e l’apprendente stabiliscono una corrispondenza tra azioni e comportamenti da incoraggiare, e rinforzi o ricompense da assegnare, in una logica che vede l’insegnante il più possibile fermo e severo nel rispettare gli accordi pattuiti.

Nel definire le modalità di intervento più opportune, l’educatrice ed io abbiamo sempre trovato

Nel definire le modalità di intervento più opportune, l’educatrice ed io abbiamo sempre trovato molto utile un confronto costante tra noi: ciascuna, infatti, pur perseguendo finalità concordate e condivise, adotta strategie e modalità di interazione diverse con Paolo, anche in relazione alla propria sensibilità e alle proprie caratteristiche, poiché l’imprevedibilità di alcuni comportamenti del ragazzo richiede prontezza di intervento e non lascia spazio all’applicazione di “ricette” precostituite. Nessuna delle due possiede la “bacchetta magica” per relazionarsi con Paolo; di volta in volta, però, quella che riesce a trovare la via più efficace aiuta l’altra a risolvere eventuali situazioni problematiche. L’integrazione con i compagni. Rispetto a molti ragazzi affetti da autismo, Paolo ha compiuto dall’infanzia ad oggi progressi singolari nel rapporto con le altre persone: non rifugge al contatto fisico, sta volentieri in ambienti frequentati, è in grado di rivolgere richieste specifiche quando la sua attenzione è attirata da oggetti o informazioni che riguardano le sue aree sfere di interesse prevalenti. Tuttavia nel primo anno di scuola superiore egli partecipava di rado alle attività proposte ai compagni e interagiva con loro difficilmente e per lo più con la mediazione degli adulti di riferimento. È sempre stato volentieri in aula durante il tempo scuola, anche se inizialmente era molto infastidito da eventuali momenti di confusione che potevano determinare l’insorgenza dei suoi “comportamenti-problema”. Sfruttando la propensione di Paolo ad osservare con acume ciò che attiene all’esteriorità, così come gli stati d’animo e gli umori altrui, durante la permanenza in classe l’educatrice ed io lo sollecitavamo a considerare con maggiore attenzione i compagni chiedendogli di descriverne l’aspetto fisico, il comportamento, il modo di parlare e il timbro di voce, anche stimolando le sue osservazioni con paragoni con i personaggi dei cartoni animati. Per aiutarlo a memorizzare i nomi dei compagni abbiamo spesso affidato al ragazzo semplici compiti (consegna di comunicazioni…) e gli abbiamo assegnato come esercizio per casa la composizione di filastrocche in rima da costruire intorno al cognome dei compagni. Con il tempo Paolo ha imparato a riconoscere i compagni e con alcuni di loro cui è maggiormente affezionato instaura anche brevi conversazioni spontanee. Ad un paio di mesi dall’inizio del primo anno di scuola, su suggerimento della madre abbiamo invitato la neuropsichiatra che segue Paolo a presentare il ragazzo ai compagni.

L’incontro si è svolto in un clima disteso ed informale. La dottoressa ha accuratamente

L’incontro si è svolto in un clima disteso ed informale. La dottoressa ha accuratamente evitato di parlare di autismo: spesso, infatti, l’uso di “etichette” con le quali si cerca di circoscrivere la diversità che spaventa, dandole un nome preciso, può favorire l’identificazione di una caratteristica del soggetto (il deficit) con il soggetto nella sua interezza e può pregiudicare la possibilità di riconoscere in lui una persona in carne ed ossa, con sfumature e particolarità. La dottoressa ha invece sollecitato i ragazzi a scrivere in messaggi anonimi le loro impressioni sul compagno e ha poi preso spunto dai messaggi per commentare e spiegare le caratteristiche salienti di Paolo, suggerendo ai compagni gli atteggiamenti più costruttivi da tenere con lui. Questa conversazione ha sicuramente aiutato i ragazzi a decifrare meglio un compagno così “speciale” e li ha incoraggiati a rivolgersi a lui in modo spontaneo e senza timori. I compagni hanno in genere dimostrato grande sensibilità e maturità nei confronti di Paolo: hanno saputo stargli vicino durante le attività scolastiche, soprattutto in assenza del personale di sostegno (p. es nelle ore di educazione fisica) e coinvolgerlo nelle occasioni conviviali (cene di classe, feste…). Hanno imparato a riservare per lui posti a teatro e al cinema, si sono resi disponibili ad affiancarlo e a prendersi cura di lui durante le uscite. In occasione dei viaggi di istruzione con durata di 2 o 3 giorni, Paolo ha diviso la camera d’albergo con un paio di compagni. Ciò gli ha permesso di dimostrare che è perfettamente autonomo e che ha bisogno soltanto che qualcuno che lo aiuti a scegliere gli abiti da indossare. Visto l’atteggiamento costruttivo dei ragazzi, dal terzo anno di scuola abbiamo voluto formalizzare questa loro disponibilità incaricandoli di impegni precisi sulla base del progetto “Studente tutor” ideato dagli insegnanti di sostegno ed approvato dal Collegio docenti, che il nostro Istituto ha inserito nel Piano dell’Offerta Formativa. Gli studenti che volontariamente aderiscono al progetto in modo continuativo (intero a. s. , intero quadrimestre…) avranno diritto al riconoscimento del credito scolastico. Durante il presente anno scolastico, inoltre, sempre su suggerimento della madre del ragazzo, abbiamo organizzato un ulteriore incontro della classe con la neuropsichiatra, durante la quale è stato approfondito il tema dell’affettività e della sessualità in relazione al compagno disabile.

Nel corso degli anni Paolo ha compiuto grandi progressi nelle relazioni interpersonali: è più

Nel corso degli anni Paolo ha compiuto grandi progressi nelle relazioni interpersonali: è più propenso a parlare di sé ed anzi talvolta prende l’iniziativa per raccontare al personale di sostegno come ha trascorso il proprio tempo libero; è più collaborativo e partecipe in occasione di lavori di gruppo condotti in classe o all’interno del gruppo dei ragazzi certificati; è più disponibile ad aiutare compagni in difficoltà nello svolgimento di compiti dei quali egli si sente all’altezza (p. es. uso del computer); è meno assillante nel proporre a compagni ed adulti i suoi interessi predominanti e in alcuni casi ha dimostrato attenzione verso gli interessi altrui; dimostra un maggior autocontrollo rispetto al bisogno di alzarsi dal posto e, durante le uscite didattiche, è più disciplinato e attento; in diverse occasioni saluta spontaneamente gli insegnanti che incontra. L’emergenza. In rarissimi casi (3 in tutto durante i 4 anni di scuola superiore) Paolo ha manifestato i “comportamenti-problema” che ci avevano segnalato gli insegnanti delle scuole medie. Ciò è avvenuto per lo più in periodi stanchezza per i ritmi di lavoro piuttosto sostenuti e di disorientamento per l’interruzione del normale andamento delle attività scolastiche. Paolo si dimostrava molto nervoso ed irritabile, reticente ad accogliere le proposte di attività, restio a parlare di sé, immerso nei suoi pensieri e dedito ai suoi monologhi. In tali situazioni ho avuto la necessità di richiamarlo con più insistenza del solito ad una maggiore partecipazione e ad una maggiore aderenza alla realtà. Paolo ha reagito con improvvise crisi di rabbia, vistosi movimenti inconsulti e stereotipati, scatti di corsa e, in un caso, tendenze autolesionistiche. . Di fronte a queste manifestazioni “esplosive”, fortunatamente di breve durata e senza conseguenze negative, non ho potuto fare altro che preoccuparmi di eliminare dalle vicinanze tutti i possibili pericoli e di lasciarlo sfogare. Dopo la fine di ogni crisi, ho cercato di aiutarlo a rilassarsi. Il ragazzo ha dimostrato di provare un certo disagio, quasi dispiacere per aver perso il controllo ed ha espresso il desiderio di ritornare in classe e di mettersi subito al lavoro, come per recuperare il tempo perduto. Alla luce di queste esperienze, pur senza rinunciare alla richiesta di impegno nel lavoro scolastico e di rispetto delle regole concordate, conoscendo meglio il ragazzo abbiamo imparato a cogliere con più tempestività eventuali segnali di disagio e a prevenire la crisi proponendogli attività alternative per allentare la tensione e poter riprendere dopo poco il lavoro interrotto.

Valutazione La nostra esperienza con Paolo è sinora stata positiva, ma sicuramente complessa. Con

Valutazione La nostra esperienza con Paolo è sinora stata positiva, ma sicuramente complessa. Con lui è sempre necessario mettersi in gioco e rivedere continuamente quelle che sembrano certezze finalmente conquistate. Ogni giorno di lavoro è diverso dal precedente; ogni risultato apparentemente acquisito è passibile di regressioni; a volte le nostre aspettative sono disattese. Nello stesso tempo Paolo riserva spesso sorprese positive, come quando interviene inaspettatamente in una conversazione “riemergendo” dai pensieri in cui appare assorto, quando compie associazioni concettuali originali ed azzeccate, quando scrive testi brillanti ed acuti, quando scherza e dà prove di cogliere anche l’ironia di un discorso, quando dimostra di trovarsi a proprio agio abbandonandosi addirittura a – misurate – esternazioni di affetto. Ora ci aspetta senz’altro la parte più difficile e carica di incognite: accompagnare Paolo nell’ultimo anno di liceo. Verrà presto il momento di verificare se i progressi che ha compiuto sono acquisiti davvero, se le competenze maturate saranno valide anche al di fuori dell’ambiente protetto della scuola. Proprio per questo, d’accordo con sua madre e con la neuropsichiatra che lo segue, abbiamo iniziato a pianificare fin da quest’anno scolastico una sorta di avviamento ad una possibile attività lavorativa. Si tratta del progetto “L’ABC della biblioteconomia” che, sfruttando la grande passione di Paolo per la lettura, le sue spiccate abilità informatiche, la sua precisione ed attenzione nella cura dei libri, mira a fornirgli semplici competenze di biblioteconomia ma soprattutto vuole promuovere in lui il senso del dovere per portare a termine il lavoro assegnato anche in assenza dell’adulto di riferimento e vuole sondare la sua capacità di relazionarsi con persone estranee alla sua abituale sfera di frequentazione per lo svolgimento di compiti precisi. Muoveremo i primi passi all’interno della biblioteca del Liceo, di antica tradizione e ricca di materiali, che fa parte del Sistema bibliotecario cittadino ed è pertanto aperta al pubblico. Cercheremo poi di verificare presso le biblioteche comunali se esiste la possibilità di svolgervi un periodo di tirocinio. Non siamo in grado di stabilire fin d’ora se questo progetto potrà portare ad una vera e propria attività lavorativa; ci auguriamo però che grazie ad un’esperienza per lui motivante, Paolo possa cimentarsi con le difficoltà e gli imprevisti che sempre caratterizzano il mondo del lavoro e, con il nostro aiuto, possa sviluppare strategie per affrontarli. Si tratterà del vero banco di prova del nostro lavoro. Come sempre ci buttiamo a capofitto nell’impresa, sperando di esserne all’altezza.