LINGUISTICA GENERALE COS LA LINGUISTICA Lo studio delle
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LINGUISTICA GENERALE
COS’È LA LINGUISTICA • Lo studio delle lingue naturali • Linguistica generale = Linguistica teorica = Linguistica sincronica = Linguistica descrittiva (? ) • Linguistica storica o Glottologia • Sistema di comunicazione • Lingue/Dialetti • Nozione elementare di «segno»
LA COMUNICAZIONE • A. Comunicazione in senso stretto: 1. emittente intenzionale; 2. ricevente intenzionale. (Linguaggio verbale umano, codice stradale, gesti)
• B. Passaggio di informazione: 1. emittente non intenzionale; 2. ricevente intenzionale. (posture del corpo, prossemica, sintomi)
• C. Formulazione di inferenze: 1. nessun emittente; 2. interpretante. (modi di vestire, tipologia abitativa)
I SEGNI • Tassonomia in base ai due criteri di intenzionalità e motivazione: 1. INDICI: motivati naturalmente e non intenzionali (nuvole nere ==> pioggia; orme ==> passaggio di qualcuno); 2. SEGNALI: motivati naturalmente e intenzionali (sbadiglio volontario ==> noia; luci di segnalazione); 3. ICONE: motivati analogicamente e intenzionali; 4. SIMBOLI: motivati culturalmente e intenzionali (colore bianco o nero per il lutto; alzarsi o sedersi in segno di rispetto); 5. SEGNI in senso stretto: non motivati e intenzionali. • Da (1) a (5) decresce la motivazione • Il CODICE consente al ricevente di interpretare i segni
IL CODICE • C = {E, L(A), r} • dove E è l'insieme degli elementi da codificare, L(A) è l'insieme delle parole costruito sull'alfabeto A e r è una regola di corrispondenza che ad ogni elemento di E associa elementi di L(A).
IL CODICE • Affinché si abbia un processo comunicativo, è necessario che sia possibile scegliere almeno tra due alternative disgiunte e così, affinché si abbia un processo di codificazione, è necessario disporre di almeno due simboli da utilizzare. In molte circostanze della vita quotidiana abbiamo a che fare con disgiunzioni binarie: le lampadine possono essere accese o spente, i rubinetti chiusi o aperti, le proposizioni possono essere vere o false
IL CODICE • CODICI ANALOGICI / CODICI DIGITALI (CONTINUO E DISCRETO) • VALORE INTRINSECO E VALORE DI POSIZIONE
IL CODICE • Immaginiamo di avere un grande serbatoio d'acqua alimentato da una diga comandata da un dispositivo che regola le proprie azioni sulla base di un segnale che proviene da una sorgente che ispeziona il serbatoio stesso. La sorgente distingue quattro messaggi corrispondenti a quattro situazioni che possono verificarsi nel serbatoio
IL CODICE • a) carenza di acqua; b) situazione di equilibrio; c) eccesso di alimentazione; d) situazione di pericolo. La trasmissione avviene lungo dei cavi che possono essere alimentati da corrente oppure non alimentati; il sistema di codifica è di tipo binario, per cui alla presenza di corrente corrisponderà la cifra 1, mentre all'assenza corrisponderà la cifra 0.
IL CODICE • Distinguiamo due sole situazioni. • Se vogliamo codificare tutti i messaggi della sorgente, abbiamo bisogno di un secondo cavo. • S = an; dove S è il numero di segnali, a è il numero di caratteri dell'alfabeto, n è la lunghezza del segnale. • Nel nostro caso, S = 22 = 4
IL CODICE a) carenza di acqua 00 b)situazione di equilibrio 01 c) eccesso di alimentazione 10 d)situazione di pericolo 11
IL CODICE Per far sì automaticamente che un il sistema errore riconosca semplice, è sufficiente una regola di codifica che associ ad ogni messaggio una stringa di tre cifre binarie. Le stringhe possibili diventano 23, cioè otto, con un esubero di quattro segnali che non faranno parte del linguaggio di comunicazione
IL CODICE • • • La regola di codifica sarà: carenza di acqua situazione di equilibrio eccesso di alimentazione situazione di pericolo 001 010 100 111
IL CODICE • Si può verificare questo punto, considerando gli insiemi di trasformazione delle stringhe selezionate: • 001 {101, 011, 000} • 010 {110, 000, 011} • 100 {000, 110, 101} • 111 {011, 101, 110}
IL CODICE • Per ottenere un codice capace di correggere automaticamente un errore semplice, occorre costruire stringhe lunghe cinque caratteri, scegliendo le quattro significative da un insieme di trentadue stringhe possibili, pari a 25. Scegliendo la funzione di codifica seguente, otterremo: • carenza di acqua 00001 • situazione di equilibrio 00110 • eccesso di alimentazione 11000 • situazione di pericolo 11111
IL CODICE • I concetti espressi possono essere formalizzati introducendo la nozione di distanza tra le espressioni di un codice e diremo che date due parole x e y, formate da un ugual numero di cifre binarie, la loro distanza, indicata con d(x, y), è costituita dal numero delle sedi nelle quali esse differiscono • ENTROPIA E RIDONDANZA
Ferdinand de Saussure * Ginevra, 26 novembre 1857 † Vufflens-le-Château, 22 febbraio 1913 È considerato il padre della Linguistica moderna. Conosciamo il suo pensiero soprattutto grazie al Corso di Linguistica Generale, opera postuma redatta da due suoi allievi (Charles Bally e Albert Sechehaye) che si sono basati sugli appunti presi nel corso delle lezioni tenute dal Maestro a Ginevra nei corsi del 1906 -07, 1908 -09, 1910 -11 e di altri documenti autografi. Il suo pensiero è riconducibile ad alcune fondamentali dicotomie: Langue/parole; sincronia/diacronia; significante/significato; sintagmatico/paradigmatico
Langue/Parole: 1) la Langue • langue: è l'aspetto sociale della facoltà linguistica degli uomini, ossia, il sistema di segni che vive nella comunità dei parlanti. La langue è fissa, regolare e astratta.
Langue/Parole : 1) la Langue • Con le parole del Corso: “E’ la parte sociale del linguaggio, esterna all’individuo, che da solo non può né crearla né modificarla; essa esiste solo in virtù d’una sorta di contratto stretto tra i membri di una comunità” (Corso di linguistica generale, Laterza, Bari 1968, p. 24).
Langue/Parole : 1) la Langue • La langue è “un tesoro depositato dalla pratica della parole nei soggetti appartenenti a una stessa comunità, un sistema grammaticale esistente virtualmente in ciascun cervello o, più esattamente, nel cervello d’un insieme di individui, dato che la lingua non è completa in nessun singolo individuo, ma esiste perfettamente soltanto nella massa. ” (p. 23).
Langue/Parole : 2) la Parole • parole: è l'atto individuale mediante il quale il sistema si realizza in un concreto atto comunicativo; l'atto di parole cambia non solo da individuo ad individua, ma anche per la stessa persona due repliche di una parola non sono mai identiche. La parole è, quindi, irripetibile ed individuale, perché è legata al momento e alla persona che compie l'atto linguistico.
Sincronia/Diacronia • La lingua non è una istituzione immutabile “…in ogni istante il linguaggio implica sia un sistema stabile sia una evoluzione; in ogni momento è una istituzione attuale ed un prodotto del passato. ” (p. 18)
Sincronia/Diacronia • diacronia: è lo studio della lingua nella sua evoluzione storica, ossia lo studio del cambiamento linguistico. Era questa la prospettiva dominante nella linguistica prima di Saussure. • sincronia: è l'asse della simultaneità e, quindi, lo studio del funzionamento della lingua in un determinato momento storico.
Il segno linguistico • Il segno è un'entità linguistica che sta al posto di un'entità non linguistica; • è unità inscindibile di un significante e di un significato.
Il segno linguistico • entrambi i versanti del segno linguistico (significante e significato) non sono entità fisiche, ma psichiche; • essi sono le loro rappresentazioni mentali
Proprietà del segno linguistico • Arbitrarietà: Il rapporto tra significante e significato è immotivato • Onomatopee ed esclamazioni mettono in discussione il principio • Linearità del significante
Rapporti tra segni • Sintagmatici paradigmatici Un gatto corre Il cane mangia i croccantini
IL TRIANGOLO SEMIOTICO
L’ARBITRARIETÀ IN L. HJELMSLEV
ROMAN JAKOBSON
FUNZIONI DEL LINGUAGGIO Funzione Elementi Scopo Esempi Emotiva Mittente Esprime emozioni del mittente «Come sono felice» Conativa Destinatario Convincere o persuadere il destinatario «Apri la porta» «Fate silenzio» Referenziale o denotativa Contesto Dare informazioni «La Terra è una sfera schiacciata ai poli» Fatica Canale Instaurare o mantenere «Pronto? » il contatto «Mi senti bene? » Metalinguistica Codice Parlare di elementi del «Il è un articolo codice maschile singolare» Poetica Messaggio Dare evidenza al messaggio e alla sua costruzione «Sempre caro mi fu quest’ermo colle…»
Funzione dominante • «Fa freddo» può essere: • Un’informazione oggettiva (funzione referenziale) • L’espressione di un’emozione (funzione emotiva) • L’invito al destinatario di risolvere la situazione (funzione conativa) • Un mezzo per avviare una conversazione (funzione fatica)
Funzione mascherata • A volte una funzione può essere mascherata • Nella comunicazione pubblicitaria la funzione referenziale (informare sulle caratteristiche di un prodotto) maschera la funzione dominante che è quella conativa (far acquistare il prodotto).
PROPRIETÀ DELLA LINGUA
LA FONETICA • La parte della Linguistica che si occupa della natura fisica dei suoni di cui si servono le lingue. • A) Fonetica articolatoria. • B) Fonetica acustica. • C) Fonetica uditiva.
L’APPARATO FONATORIO UMANO L’aria, attraverso la trachea, raggiunge la laringe. Qui comincia il tratto vocale. Nella parte chiamata glottide, sono situate le corde vocali; lo spazio tra di esse (rima vocale) può essere libero, parzialmente libero o ostruito. La rima vocale è sottoposta a rapidissimi cicli di apertura e chiusura. Il numero di tali cicli costituisce la frequenza fondamentale, che corrisponde all’altezza della voce. Voci femminili: f 0 = 200 -250 Hz Voci maschili: f 0 = 100 -150 Hz
L’APPARATO FONATORIO UMANO L’aria raggiunge la faringe, dove, nella parte superiore, l’ugola può spostarsi indietro per chiudere il canale di comunicazione con la cavità nasale. Nella cavità orale, l’aria incontra alcuni importanti organi mobili e fissi della fonazione. Lingua (mobile): radice, dorso e apice. Palato (fisso) e palato molle o velo palatino. Alveoli, denti e labbra. La cavità nasale partecipa alla formazione dei suoni quando l’ugola è a riposo.
L’APPARATO FONATORIO UMANO Durante l’espirazione, gli organi fonatori possono assumere diverse configurazioni, creando ostacoli al passaggio dell’aria. Modo di articolazione Luogo di articolazione Contributo degli organi mobili (corde vocali, lingua, velo e ugola, labbra)
Vocali e consonanti
LE VOCALI
SEMIVOCALI • W j
SUONI CONSONANTICI: L’ALFABETO FONETICO INTERNAZIONALE
LE CONSONANTI DELL’ITALIANO
FONOLOGIA • La fonologia studia l’organizzazione e il funzionamento dei suoni nel sistema linguistico • Fono/Fonema • Trascrizione fonetica e fonematica [mare] /mare/ • Prova di commutazione
• Il fonema è l’unità minima di seconda articolazione. È una classe di suoni foneticamente simili. • I suoni appartenenti alla stessa classe si dicono allofoni o varianti del fonema • Varianti combinatorie , che si realizza davanti a consonante velare, è una variante combinatoria del fonema /n/ • La coppia minima
I TRATTI DISTINTIVI • I fonemi possono essere considerati fasci di tratti articolatori. Es. : il fonema /t/ è un’occlusiva, dentale, sorda, mentre /d/ è un’occlusiva, dentale, sonora. • I due fonemi sono distinti da un solo tratto.
I TRATTI DISTINTIVI Occlusiva Fricativa Nasale Bilabiale Labiodentale Dentale Sonora /p/ /b/ /t/ /d/ /f/ + + + - /v/ /m/ /n/ + + + + + Per distinguere otto fonemi abbiamo dovuto utilizzare sette tratti distintivi.
I TRATTI DISTINTIVI • • /b/~/d/ bilabiale/dentale /t/~/f/ dentale/labiodentale /n/~/p/ dentale/bilabiale Tutte le opposizioni possono essere ricondotte alla posizione assunta dalla parte anteriore della lingua, la corona: tesa e sollevata o rilassata e bassa. [± coronale]
TRATTI DISTINTIVI DELL’ITALIANO p b f v t d ʦ ʣ s z k g ʧ ʤ ʃ m n ɲ l ʎ r j w Sillabico - - - - - - Consonantico + + + + + + - - Sonorante - - - - + + + + Sonoro - + - + + + + + Continuo - - + + - - - - + + + Nasale - - - - + + + - - - Rilascio Rit. - - - + + - - - - Laterale - - - - - + + - - - Arretrato - - - - - + + - - - - - + Anteriore + + + + + - - - + + - + - - Coronale - - + + + - + - -
REGOLE FONOLOGICHE • Una regola fonologica ha una delle seguenti strutture: 1. A → B / __C 2. A → B / C__ 3. A → B / C__D ESEMPI a. n → m /__[p, b, m]: imprevisto, imbattuto, immodesto b. n → ɱ /__[f, v]: aɱfora, iɱvito
REGOLE FONOLOGICHE • GENERALIZZAZIONI: a) [+nasale] → [+bilabiale] / __[+bilabiale] [+dentale] b) [+nasale] → [+labiodentale] / __[+labiodentale] [+dentale] 1. [+nasale] [+dentale] = [+coronale] 2. [+bilabiale] = [-coronale] 3. [+labiodentale] = [-coronale] Perciò [+nasale] [+anteriore] → [-coronale] / __[-coronale] [+coronale]
REGOLE FONOLOGICHE • GENERALIZZAZIONI: [+continuo] [+anteriore] → [+sonoro] / __[+sonoro] [+coronale] [-sonoro]
LA SILLABA • Abbiamo visto che il contesto condiziona la possibilità che un certo fono possa comparire in quella posizione o induce modificazioni nella sua realizzazione. • Un ruolo particolare assumono alcune combinazioni di suoni, che rappresentano una unità minima pronunciabile: la sillaba. • Nella maggior parte delle lingue, compreso l’italiano, la sillaba si costruisce intorno ad un picco sonoro costituito da una vocale.
COSTITUENTI DELLA SILLABA La sillaba è detta pesante se ha una coda o ha come nucleo una vocale lunga, altrimenti la sillaba è detta leggera
IL DITTONGO • Il dittongo è la combinazione di una approssimante e una vocale: • V+Appr = dittongo discendente: auto • Appr+V = dittongo ascendente: piede • Il trittongo è una combinazione di due semivocali e una vocale: aiuola, miei • In piede, j è una semiconsonante, mentre zaino è una semivocale.
STRUTTURE SILLABICHE DELL’ITALIANO • • La struttura canonica è CV [‘ma: no] ([ma]+[no]) Altre strutture: V [‘a: pe] = [a]+[pe] VC [‘alto] = [al]+[to] CCV [‘sti: le] = [sti]+[le] CVC [‘kanto] = [kan]+[to] CCCV [‘stra: no] = [stra]+[no] Eccezionalmente: con CC in coda : [‘sport], [‘colf]
LA DIVISIONE IN SILLABE • Due consonanti contigue, all’interno di parola, vengono assegnate alla sillaba che ha come nucleo la vocale seguente se e solo se quella configurazione consonantica ricorre come inizio di parola. Esempio: ma-gro vedi: gre-co can-to (non esistono parole che inizino per ‘nt’)
Grammatica generativotrasformazionale Ai concetti di langue e parole, Chomsky sostituì quelli di competenza ed esecuzione, i quali non costituiscono solo un cambiamento terminologico, ma anche un rivolgimento concettuale rispetto all'impostazione saussuriana: • la competenza linguistica è tutto ciò che il parlante nativo sa della propria lingua; tale conoscenza implicita (cioè, non consapevole) è strutturata in un insieme finito di regole che consentono la generazione di un insieme infinito di frasi; •
Caratteristiche del linguaggio umano • • DISCRETEZZA DOPPIA ARTICOLAZIONE RICORSIVITA’ DIPENDENZA DALLA STRUTTURA
• l'esecuzione è il modo concreto in cui la competenza si realizza negli atti comunicativi, in dipendenza delle caratteristiche e dei limiti propri dei parlanti. • A differenza della langue, che costituiva l'aspetto sociale della facoltà di linguaggio, la competenza è soggettiva, nel senso che è insita nella mente di ciascun parlante
• La teoria chomskyana è detta, perciò, mentalistica. Un altro aspetto della teoria è l'innatismo, nel senso che il sistema di regole è fortemente condizionato dalle caratteristiche biologiche della specie umana. Ovviamente, non sono innate le regole specifiche di ciascuna lingua, ma solo un insieme ristretto di tratti universali, presenti in tutte le lingue conosciute.
• Ciò spiega, anche, la rapidità con cui i bambini sviluppano la capacità di parlare e di capire le frasi degli adulti. Lo sviluppo della competenza linguistica avviene in maniera naturale e spontanea, senza, cioè, un addestramento esplicito. Ci si riferisce a questo processo, parlando di acquisizione (ossia maturazione di capacità biologicamente determinate ed innate: parlare, camminare. . . )
• L’apprendimento, invece è il risultato di un addestramento esplicito. • L'acquisizione del linguaggio, quindi, non è basata sull'imitazione e ripetizione di frasi ascoltate, ma sullo sviluppo di un sistema di regole, via più vicino a quello degli adulti. • Ci si rende conto di ciò, osservando che il bambino, come i parlanti adulti, è capace di produrre frasi che non ha mai ascoltato prima.
• Un’altra prova viene da un tipo particolare di errore linguistico molto comune fra i bambini: l'ipercorrettismo. Esso consiste nella generalizzazione di una regola oltre i limiti fissati dalla grammatica di una lingua (per es. : aprito participio passato ipercorretto di aprire al posto di aperto, uomi plurale ipercorretto di uomo, ecc. ) e mostra chiaramente che il bambino, piuttosto che affidarsi all'imitazione di espressioni degli adulti, sviluppa un proprio sistema di regole in accordo con i dati linguistici ai quali viene esposto
• La lingua, quindi, non è un semplice elenco di frasi che si imparano mnemonicamente, ma possiede una struttura organizzata su più livelli. Nella identificazione di tale struttura, la prima operazione da compiere è la categorizzazione, ossia la distribuzione delle parole in categorie in base al loro comportamento sintattico.
• Questo primo livello strutturale, tuttavia, si rivela subito insufficiente, poiché non riesce a spiegare alcuni fatti linguistici come l'ambiguità. Le frasi di una lingua, infatti, oltre a possedere una struttura, ricevono una interpretazione semantica. Ci sono dei codici nei quali l'associazione tra significante (o espressione) e significato (o contenuto) è di tipo biunivoco, ad ogni espressione corrisponde uno ed un solo contenuto:
• Nelle lingue naturali, invece, non si verifica una analoga situazione, ma può succedere che ad una espressione siano associabili diversi contenuti o che a più espressioni sia associato lo stesso contenuto. • Prendiamo in considerazione il primo caso, la polisemia. • È un fenomeno linguistico molto importante e diffuso, in quanto realizza un principio di economia, rendendo possibile l'uso di identiche espressioni che vengono disambiguate dal contesto.
Tipi di ambiguità • 1. ambiguità lessicale: è dovuta alla presenza nella frase di un elemento lessicale (parola) con più di un significato. Per esempio: Antonio ha eseguito l'operazione può significare • a) Antonio ha eseguito un intervento chirurgico; b) Antonio ha eseguito un'operazione aritmetica; • c) Antonio ha eseguito un’operazione bancaria In genere, questo tipo di ambiguità scompare con riferimento al contesto ed alle nostre conoscenze su Antonio (se è un medico o un matematico o altro).
• 2. ambiguità di struttura profonda. In alcuni casi non è possibile risolvere l'ambiguità ricorrendo alla nozione di raggruppamento, poiché i due significati attribuibili ad una espressione non dipendono dal diverso modo in cui le parole possono mettersi insieme. Prendiamo la frase: I leoni ruggiscono
• Essa può dare origine, attraverso un processo che si chiama nominalizzazione, all'espressione: il ruggito dei leoni • In essa, dei leoni ha solo un significato soggettivo (ossia, sono i leoni a ruggire).
• Consideriamo, invece, le espressioni • l'amore dei figli • la paura dei soldati • Esse sono ambigue tra due possibili letture: una soggettiva (i figli amano, i soldati hanno paura) ed una oggettiva (i figli sono amati, qualcuno ha paura dei soldati).
• In questi casi, il contesto linguistico può intervenire a chiarire il senso dell'espressione: • l'amore dei figli per i genitori è grande • ha un senso soggettivo, mentre • la popolazione si nascose perché la paura dei soldati era grande • ha un senso oggettivo.
• 3. ambiguità di struttura superficiale: in altri casi, pur non essendovi alcuna parola ambigua, ci rendiamo conto che la frase può avere una duplice interpretazione. Consideriamo gli esempi seguenti: • Attori e cantanti molto famosi parteciparono ad una festa • L'uomo col martello ha picchiato un ragazzo
• Ciascuna delle due frasi può ricevere due interpretazioni diverse: a) l'aggettivo famosi può essere attribuito solo ai cantanti, tant'è che potremmo dire Attori da strapazzo e cantanti molto famosi. . . ; b) si può, invece, intendere che si parli di attori molto famosi e di cantanti molto famosi; a') l'uomo col martello e non un altro ha picchiato il ragazzo; b') l'uomo ha picchiato il ragazzo col martello.
• Da dove deriva tale ambiguità? Per spiegarla ricorriamo alla nozione di raggruppamento: le parole, cioè, si raggruppano fra loro in modi diversi, stabilendo dei legami più o meno forti. Utilizzando le parentesi, possiamo indicare le diverse interpretazioni:
• ((Attori) e (cantanti molto famosi)) parteciparono ad una festa • ((Attori e cantanti) (molto famosi)) parteciparono ad una festa • (L'uomo col martello) (ha picchiato un ragazzo) • (L'uomo) (col martello ha picchiato un ragazzo)
• In questo modo abbiamo costruito dei gruppi di parole che si mettono insieme, ossia dei gruppi sintagmatici. A questi gruppi facciamo corrispondere delle categorie, che chiameremo categorie sintagmi. sintagmatiche o
• Chiamiamo struttura superficiale la rappresentazione lineare della frase così come essa si presenta e struttura profonda la rappresentazione della frase con l'indicazione dei gruppi sintagmatici. Possiamo dire che l'ambiguità riscontrata negli esempi precedenti è dovuta al fatto che due strutture profonde (SP) differenti, in seguito a processi morfologici e sintattici, diventano un'unica struttura superficiale (SS)
In alcuni casi, ambiguità lessicale e ambiguità di struttura superficiali si presentano insieme, come nella frase: Una vecchia porta la sbarra
La struttura della grammatica
La struttura della grammatica In esso distinguiamo tre componenti fondamentali: componente sintattico, componente fonologico, componente semantico. La sintassi, a sua volta, è strutturata in tre sottocomponenti: la base o sottocomponente categoriale, il lessico e il sottocomponente trasformazionale.
La struttura della grammatica • La base è costituita da un insieme di regole di riscrittura o regole a struttura sintagmatica che hanno la forma generale: • che si legge: riscrivi X come Y
La struttura della grammatica • Sostituendo alle variabili X e Y le categorie sintattiche, otteniamo regole di riscrittura come le seguenti F=Frase, SN=Sintagma Nominale, SV=Sintagma Verbale, SP=Sintagma Preposizionale, Det=Determinante, N=Nome, V=Verbo, P=Preposizione. Le parentesi tonde indicano un costituente facoltativo.
La struttura della grammatica • Le frasi vengono generate applicando le regole, le quali assegnano una struttura in gruppi sintagmatici, ossia in costituenti, rappresentabile mediante un oggetto teorico chiamato grafo ad albero, come negli esempi seguenti
La struttura della grammatica
La struttura della grammatica
La struttura della grammatica • Si noti la diversa posizione di SP nei due indicatori sintagmatici: nel primo caso, SP è un costituente di SV, nel secondo, è un costituente di SN. Questa differenza strutturale ha come conseguenza una differenza nella semantica dei due SP, per cui, mentre con la forchetta, modificando il SV, ci dice con che cosa mangia, con le cozze, modificando un SN, ci dice che tipo di pasta mangia.
Nel caso delle frasi ambigue, lo stesso sintagma può occupare posizioni diverse del grafo, come nel caso dell’espressione del ragazzo (SP), in questa diapositiva e nella successiva.
IL LESSICO • Il lessico è una lista di lemmi accompagnati dalla categoria grammaticale alla quale appartengono e da un insieme di tratti che descrivono il comportamento sintattico delle parole. • I tratti si distinguono in: • tratti inerenti; • tratti di sottocategorizzazione stretta. • Ad essi si aggiungono le regole di selezione.
IL LESSICO: i tratti inerenti • I tratti inerenti indicano caratteristiche specifiche possedute dalle entità designate dalla voce lessicale. Essi sono specificati positivamente o negativamente. • La voce lessicale ragazzo è +[concreto] +[maschile], mentre sincerità è -[concreto] -[maschile]
IL LESSICO: i tratti inerenti • Altri tratti inerenti: ±[animato] ±[adulto] ±[umano] • Altri tratti possono essere aggiunti, in base alle esigenze descrittive dei lemmi presi in considerazione.
IL LESSICO: la regola di ridondanza lessicale • Il lemma ragazzo sarà descritto nel modo seguente: +[concreto], +[animato], +[umano], +[maschile], -[adulto] • Come si può facilmente constatare, se un nome possiede il tratto +[animato], dovrà possedere anche il tratto +[concreto]; non ci sono nomi che indichino entità animate non concrete; ancora: se un nome è +[umano], allora sarà anche +[animato] e +[concreto].
IL LESSICO: la regola di ridondanza lessicale • Diremo che il tratto +[animato] implica il tratto +[concreto], e che il tratto +[umano] implica sia il tratto +[animato] che il tratto +[concreto]. +[maschile], -[adulto] • I tratti implicati sono, quindi, ridondanti. La Regola di ridondanza lessicale provvede alla loro cancellazione dalla descrizione del lemma. • La diapositiva successiva mostra una porzione di lessico.
Lemma Categoria Tratti inerenti Tratti di sottocategorizzazione stretta Regole di selezione ragazzo N sincerità N cane N bambino N mela N mettere V +[umano] +[maschile] -[adulto] -[concreto] -[maschile] +[animato] -[umano] +[maschile] +[umano] +[maschile] -[adulto] +[concreto] -[animato] -[maschile] +[SV__SN SPloc] spaventare V +[SV__SN+[animato]] correre V -[SV__SN] [F[SN+[animato]][SV__]] il Art la Art un Art +[det] +[maschile] +[det] -[maschile] -[det] +[maschile] mangiare V +[SV__SN]] [F[SN+[animato]][SV__]]
La regola di inserzione lessicale seleziona le voci appropriate e le inserisce sotto i relativi nodi. UN BAMBINO MANGIA LA MELA
NOZIONI CATEGORIALI E NOZIONIFUNZIONALI • Negli indicatori sintagmatici non sono direttamente rappresentate nozioni funzionali come soggetto, complemento oggetto ecc. Esse, però, sono implicitamente definite attraverso le relazioni tra i costituenti della frase (ossia, tra i nodi del grafo). • A questo scopo, introduciamo la relazione di dominazione.
LE TRASFORMAZIONI • Nelle lingue naturali, oltre ai casi di polisemia (frasi con più significati) esistono diversi casi di sinonimia (frasi differenti con significato identico). • Qui non ci interessano i casi nei quali la sinonimia è dovuta alla casuale presenza di parole sinonimiche nelle varie frasi (es. : Luigi ha preso un febbrifugo/Luigi ha preso un antipiretico), ma solo quelli con una relazione sistematica, regolare, come la relazione tra una frase dichiarativa attiva e la corrispondente passiva (es. : Il bambino mangia la mela/La mela è mangiata dal bambino).
LE TRASFORMAZIONI • Dopo l’azione della regola di inserzione lessicale, agisce il sottocomponente trasformazionale. Esso applica una struttura profonda in una o più strutture superficiali, nel senso che mette in corrispondenza strutture profonde e strutture superficiali. Le trasformazioni sono formulate in due passi: 1. Descrizione strutturale. Indica a quali strutture sintattiche può essere applicata la regola. 2. Cambiamento strutturale. Indica i cambiamenti che intervengono nella struttura per effetto dell’applicazione della regola.
ES. : LA TRASFORMAZIONE PASSIVA D. S. (descrizione strutturale) X + SN 1 + V + SN 2 + Y C. S. (cambiamento strutturale) X + SN 2 + essere+ Vto + da + SN 1 + Y La D. S. stabilisce che la regola può essere applicata a strutture che comincino e terminino con qualsiasi stringa di parole purché abbiano un soggetto e un verbo transitivo con l’oggetto diretto espresso. Il cambiamento subito consiste nello spostamento di SN 2 nella posizione iniziale (subito dopo l’eventuale stringa X), l’inserimento di una appropriata forma del verbo essere, la trasformazione del modo verbale in participio passato, l’inserimento della preposizione da, lo spostamento di SN 1 in posizione finale (immediatamente prima dell’eventuale stringa Y).
LE TRASFORMAZIONI • In conseguenza di quanto si è detto, le trasformazioni non cambiano il significato della frase, in quanto l’interpretazione semantica si applica alle strutture profonde, dopo l’inserzione lessicale.
PROBLEMI: 1 i tratti di sottocategorizzazione stretta Una struttura come Luigi ha messo l’auto nel garage è perfettamente grammaticale. Ma cosa succede se rendiamo interrogativa questa frase? Da essa possiamo ottenere le due frasi: a) Cosa Luigi ha messo nel garage? b) Dove Luigi ha messo l’auto?
PROBLEMI: 1 i tratti di sottocategorizzazione stretta Secondo le regole viste prima, esse dovrebbero risultare agrammaticali, mentre sappiamo che sono perfettamente grammaticali. Stando ai tratti sintattici, infatti, il SV dovrebbe contenere al proprio interno sia un SN oggetto diretto, sia un SP con valore locativo. In (a) manca l’oggetto diretto, in (b) manca il locativo.
PROBLEMI: 2 trasformazioni che cambiano il significato Tra le frasi (a) e (b) non c’è alcuna differenza di significato: a) Il bambino mangia la mela b) La mela è mangiata dal bambino Passando da (c) a (d) si verifica un cambiamento semantico. c) Tutti gli uomini amano qualche donna d) Qualche donna è amata da tutti gli uomini
Interpretazione 1 Ogni uomo ama una donna diversa – la stessa donna può essere amata da più di un uomo
Interpretazione 2 Ogni uomo ama una donna diversa – e ogni donna è amata da un solo uomo
Interpretazione 3 Ogni uomo ama la stessa donna
Interpretazione 4 Ogni uomo ama la stessa donna, ma alcuni uomini amano più di una donna
PROBLEMI: 2 trasformazioni che cambiano il significato • Rivediamo le frasi c) Tutti gli uomini amano qualche donna d) Qualche donna è amata da tutti gli uomini • Mentre la (c) è compatibile con tutte le quattro interpretazioni (cioè: è vera in ognuna delle quattro situazioni), la (d) è compatibile solo con la (3) e la (4)
PROBLEMI: 3 struttura e gerarchia dei costituenti • Consideriamo il sintagma Quella ragazza molto alta. La struttura assegnata dalle regole di riscrittura è:
PROBLEMI: 3 struttura e gerarchia dei costituenti Secondo la struttura assegnata al sintagma, la stringa N+SA (ragazza molto alta) non è un costituente, per diventarlo ha bisogno di unirsi ad un determinante. Come facciamo a stabilire che una certa successione di parole formano un costituente? Possiamo applicare dei test di costituenza.
Soluzioni: 1 i tratti di sottocategorizzazione stretta • Richiamiamo il problema: Mentre una frase come «Giovanni ha messo l’auto nel garage» rispetta i tratti di sottocategorizzazione stretta, le frasi «cosa ha messo Giovanni nel garage? » e «dove Giovanni ha messo l’auto? » sembrano non rispettarli, poiché, dopo il verbo, uno dei due complementi è assente. Sappiamo, tuttavia, che esse sono perfettamente regolari.
Soluzioni: 1 i tratti di sottocategorizzazione stretta Partiamo dalla seguente struttura:
Soluzioni: 1 i tratti di sottocategorizzazione stretta Sostituendo il Sintagma WH al SN l’auto, si ottiene:
Soluzioni: 1 i tratti di sottocategorizzazione stretta Applicando la trasformazione Muovi WH, si ottiene:
Soluzioni: 1 i tratti di sottocategorizzazione stretta Risultato: La struttura così ottenuta non è né una struttura profonda, es sendo il risultato dell’applicazione di una regola trasformazionale, né una struttura superficiale, contenendo la traccia t e gli indici referenziali i, sottoscritti alla stessa traccia e al sintagma WH Che cosa per indicare che tali elementi si riferiscono alla stessa entità. Essa si chiama s-struttura e coincide con la struttura superficiale arricchita da tracce e indici referenziali.
Soluzioni: 1 i tratti di sottocategorizzazione stretta • Tracce e indici saranno cancellati da una regola fonologica, in quanto elementi privi di realizzazione fonetica, ottenendo la struttura superficiale. • Ma siamo sicuri che le tracce così introdotte non siano elementi ad hoc, ossia entità inventate solo per risolvere il problema incontrato? • Per rispondere alla domanda, rivolgiamoci ad un altro settore della grammatica, prendendo in considerazione una regola morfofonologica come quella che regola l’elisione.
Soluzioni: 1 i tratti di sottocategorizzazione stretta • Regola di elisione: L’elisione è la soppressione della vocale finale di una parola davanti alla vocale iniziale della parola successiva. Esempi: Una casa, un’abitazione, un amico, un cane. Luigi ha comprato una casa piccola, mentre Antonio comprerà una casa enorme. Luigi ha comprato una casa piccola, mentre Antonio ne comprerà una/*un’ enorme. In questo caso, l’elisione non è possibile.
Soluzioni: 1 i tratti di sottocategorizzazione stretta • La prima spiegazione che viene data dagli studenti è che l’elisione non ha luogo in quanto la parola una, da articolo, è diventata pronome. • La spiegazione non regge di fronte alla considerazione di semplici esempi (l’ho visto, t’invito) nei quali dei pronomi sono sottoposti a elisione. • I fatti considerati sono compatibili con la teoria della traccia, assumendo una s-struttura come la seguente:
Soluzioni: 1 i tratti di sottocategorizzazione stretta [F[SNLuigi] [SVha comprato [SNuna casa piccola]] [Fmentre [SNAntonio] [SNnei] [SVcomprerà [una [ti]enorme]]]] • La regola di elisione non si applica in quanto la traccia rompe la contiguità tra una ed enorme.
Soluzioni: 1 i tratti di sottocategorizzazione stretta Nella strutture ottenute, la traccia svolge la stessa funzione dell’elemento spostato dalla regola di movimento. In (1) svolge la funzione di complemento oggetto, in (2) svolge la funzione di Nome del complemento oggetto. 1 2
SOLUZIONI: 2 trasformazioni che cambiano il significato • Richiamiamo il problema: Le frasi passive, in genere, hanno lo stesso significato delle corrispondenti attive, ma in alcuni casi ciò non succede: 1. a Tutti gli uomini amano qualche donna 1. b Qualche donna è amata da tutti gli uomini
SOLUZIONI: 2 trasformazioni che cambiano il significato • In logica le due frasi ricevono le due strutture seguenti: 1. a Tutti gli uomini amano qualche donna �x �y Э’ A(x, y) (x ϵ U) (y ϵ D) Per ogni x appartenente all’insieme degli uomini esiste almeno un y appartenente all’insieme delle donne tali che x ama y (per ogni x ne esiste una).
SOLUZIONI: 2 trasformazioni che cambiano il significato 1. b Qualche donna è amata da tutti gli uomini �y Э’ �x: A(x, y) (y ϵ D) (x ϵ U) Esiste almeno un y appartenente all’insieme delle donne tale che per ogni x appartenente all’insieme degli uomini succede che x ama y (per una y tutti gli x)
SOLUZIONI: 2 trasformazioni che cambiano il significato In conclusione: • La differenza tra il significato di 1. a e quello di 1. b è spiegata in termini di raggio di azione dei quantificatori. • Nella prima, il quantificatore universale ha nel proprio raggio d’azione il quantificatore esistenziale; nella seconda, è il quantificatore esistenziale ad avere nel proprio raggio d’azione quello universale.
SOLUZIONI: 2 trasformazioni che cambiano il significato In conclusione: • Questo fenomeno riguarda l’ordine lineare degli elementi della frase e non la sua struttura profonda. • L’interpretazione semantica, quindi, non si limita al livello della struttura profonda, ma parte di essa si applica a livello della s-struttura. • Al primo livello, vengono interpretate le funzioni grammaticali (soggetto, predicato, complementi) • Al secondo, le relazioni lineari, come il raggio d’azione.
SOLUZIONI: 3 struttura e gerarchia dei costituenti • Richiamiamo il problema: • In una espressione come Quella ragazza molto alta, la sottostringa ragazza molto alta è un costituente oppure no? • La struttura che abbiamo assegnato al SN predice che non lo sia e che ha bisogno di fondersi con un determinante per dare origine ad un costituente. • Per verificare tale predizione, proviamo ad applicare i test di costituenza
SOLUZIONI: 3 struttura e gerarchia dei costituenti - I TEST DI COSTITUENZA • Un test di costituenza è una prova alla quale si sottopone una struttura linguistica per verificare se essa si comporta come una unità. Essi sono: • • Spostamento Sostituibilità Enunciabilità in isolamento Scissione Coordinabilità Non interrompibilità Ellissi
SOLUZIONI: 3 struttura e gerarchia dei costituenti - I TEST DI COSTITUENZA: Spostamento • Se una successione di parole si comporta come una singola unità, dal punto di vista distribuzionale, ossia, ricorre come una unità in altre posizioni di frase, allora essa è un costituente.
SOLUZIONI: 3 struttura e gerarchia dei costituenti - I TEST DI COSTITUENZA: Spostamento ESEMPI: • Luisa ha acquistato il romanzo di Camilleri • Il romanzo di Camilleri è stato acquistato da Luisa • *Il romanzo è stato acquistato da Luisa di Camilleri
SOLUZIONI: 3 struttura e gerarchia dei costituenti - I TEST DI COSTITUENZA: Sostituibilità • Se una successione di parole può essere sostituita da una pro-forma, allora essa è un costituente.
SOLUZIONI: 3 struttura e gerarchia dei costituenti - I TEST DI COSTITUENZA: Sostituibilità ESEMPI: • • Luisa ha acquistato il romanzo di Camilleri Luisa lo ha acquistato Luisa lo ha fatto *Luisa lo ha fatto il romanzo di Camilleri
SOLUZIONI: 3 struttura e gerarchia dei costituenti - I TEST DI COSTITUENZA: Enunciabilità in isolamento • Se una successione di parole può essere enunciata isolatamente, eliminando il resto della frase, allora essa è un costituente.
SOLUZIONI: 3 struttura e gerarchia dei costituenti - I TEST DI COSTITUENZA: Enunciabilità in isolamento ESEMPI: • • • Luisa ha acquistato il romanzo di Camilleri D: Cosa ha acquistato Luisa? R: Il romanzo di Camilleri D: Cosa ha fatto Luisa? R 1: Ha acquistato il romanzo di Camilleri R 2: *Luisa ha acquistato
SOLUZIONI: 3 struttura e gerarchia dei costituenti - I TEST DI COSTITUENZA: Scissione • Se una successione di parole può essere l’elemento nuovo di una frase scissa 1, allora essa è un costituente. 1. frase che può essere trasformata in due nuclei distinti, il primo contenente l’elemento nuovo e retto dal verbo essere e il secondo contenente il resto della frase
SOLUZIONI: 3 struttura e gerarchia dei costituenti - I TEST DI COSTITUENZA: Scissione ESEMPI: • Luisa ha acquistato il romanzo di Camilleri • È il romanzo di Camilleri che Luisa ha acquistato • *È acquistato il romanzo che Luisa ha di Camilleri
SOLUZIONI: 3 struttura e gerarchia dei costituenti - I TEST DI COSTITUENZA: Coordinabilità • Se una successione di parole può essere coordinata con un’altra stringa, allora le due stringhe sono costituenti dello stesso tipo.
SOLUZIONI: 3 struttura e gerarchia dei costituenti - I TEST DI COSTITUENZA: Coordinabilità ESEMPI: • Luisa ha acquistato il romanzo di Camilleri e il manuale di Berruto • Luisa ha acquistato il romanzo di Camilleri e ha venduto il manuale di Berruto
SOLUZIONI: 3 struttura e gerarchia dei costituenti - I TEST DI COSTITUENZA: Non interrompibilità • Se una successione di parole non può essere interrotta mediante intrusione di materiale lessicale, allora essa è un costituente.
SOLUZIONI: 3 struttura e gerarchia dei costituenti - I TEST DI COSTITUENZA: Non interrompibilità ESEMPI: • Luisa ha acquistato il romanzo di Camilleri • *Ha acquistato il Luisa romanzo di Camilleri
SOLUZIONI: 3 struttura e gerarchia dei costituenti - I TEST DI COSTITUENZA: Ellissi • Se una successione di parole può essere omessa in quanto recuperabile dal contesto, allora essa è un costituente.
SOLUZIONI: 3 struttura e gerarchia dei costituenti - I TEST DI COSTITUENZA: Ellissi ESEMPI: • Luisa ha acquistato il romanzo di Camilleri e anche Maria
SOLUZIONI: 3 struttura e gerarchia dei costituenti - La teoria X-barra • Consideriamo la frase: Quella ragazza molto alta mi piace più di questa • In essa viene sottoposta ad ellissi la stringa «ragazza molto alta» , il che dimostra che essa è un costituente (non è necessario provare altri test, poiché è sufficiente che una stringa risponda positivamente ad uno solo di essi).
SOLUZIONI: 3 struttura e gerarchia dei costituenti - La teoria X-barra • Quale rappresentazione daremo alla struttura di questa espressione?
SOLUZIONI: 3 struttura e gerarchia dei costituenti - La teoria X-barra • Quale simbolo di categoria possiamo mettere al posto di ? • La prima soluzione che viene in mente è di consideralo un SN, dal momento che la sua testa è un Nome. • La stringa N-SA, però, non ha la stessa distribuzione degli SN, come mostrano i seguenti contrasti: a) A Luigi piace quella ragazza molto alta/*A Luigi piace ragazza molto alta b) Luigi ha parlato con quella ragazza molto alta/*Luigi ha parlato con ragazza molto alta
SOLUZIONI: 3 struttura e gerarchia dei costituenti - La teoria X-barra • Risulta evidente la necessità di introdurre una categoria intermedia tra la categoria lessicale N e la categoria sintagmatica SN. • Si passa, così, dal sistema a due livelli della precedente teoria, ad un sistema a tre livelli, procedendo per successive espansioni.
SOLUZIONI: 3 struttura e gerarchia dei costituenti - La teoria X-barra • Al livello più basso si collocano le categorie lessicali dette teste lessicali (N, V, A, P). Indichiamo una qualsiasi testa lessicale con la variabile X. • Se ad essa aggiungiamo un elemento che funge da suo complemento, otteniamo la prima proiezione che indichiamo con X. • Se alla prima proiezione aggiungiamo un elemento che funge da specificatore, otteniamo la seconda proiezione che indichiamo con X.
SOLUZIONI: 3 struttura e gerarchia dei costituenti - La teoria X-barra • L’utilizzazione di una variabile (X), invece del simbolo di una specifica categoria lessicale, consente di mettere in evidenza le nuove proprietà delle regole di riscrittura rispetto alla struttura posseduta nella vecchia formulazione della teoria. • I corrispondenti schemi di regole sono:
SOLUZIONI: 3 struttura e gerarchia dei costituenti - La teoria X-barra • Sostituendo alla variabile X la categoria lessicale appropriata, si ottengono le relative regole di riscrittura da applicare nella costruzione di un determinato indicatore sintagmatico (grafo ad albero)
SOLUZIONI: 3 struttura e gerarchia dei costituenti - La teoria X-barra Nell’esempio introdotto, la testa lessicale è N, il nome ragazza è preceduto dal dimostrativo quella, in funzione di Specificatore, perciò la prima regola da applicare sarà: N DET + N Il nome ragazza è seguito dall’espressione molto alta, con testa A, in funzione di complemento del nome, la regola successiva, perciò, sarà: N N + A
SOLUZIONI: 3 struttura e gerarchia dei costituenti - La teoria X-barra L’aggettivo alta è preceduto dall’avverbio molto, in funzione di Specificatore. La regola successiva sarà, quindi: A AVV + A Dopo l’aggettivo alta non c’è alcuna espressione linguistica. La funzione complemento, perciò, non avrà realizzazione e la regola successiva sarà: A A Alla fine, saranno introdotte le voci lessicali appropriate.
SOLUZIONI: 3 struttura e gerarchia dei costituenti - La teoria X-barra • Per ottenere una frase, dobbiamo fondere la proiezione massima di N con una proiezione massima di V. • Come sarà etichettato il nodo indicato con il punto interrogativo? Introdurre la categoria F significherebbe compromettere la simmetria delle regole, in base alla quale tutte le categorie hanno la stessa struttura interna. F, inoltre, sarebbe l’unica categoria opaca, della quale, cioè, non conosceremmo la struttura interna.
SOLUZIONI: 3 struttura e gerarchia dei costituenti - La teoria X-barra La testa funzionale FLESS • Un fenomeno che apparentemente riguarda la morfologia, ma che in realtà ha natura sintattica è l’accordo. • Esso riguarda la relazione tra il soggetto e il verbo e, in alcuni casi, anche la relazione tra il verbo e l’oggetto diretto: L’ha baciato / L’ha baciata • Anche l’espressione del tempo riguarda tutta la frase e nelle lingue isolanti, come il cinese, non è espresso mediante una variazione morfologica del verbo, ma attraverso morfemi autonomi. • Raccogliendo queste proprietà generali della frase, costruiamo una testa funzionale, che chiamiamo FLESS. • Come le teste lessicali, essa sarà sottoposta al processo di proiezione
SOLUZIONI: 3 struttura e gerarchia dei costituenti - La teoria X-barra La testa funzionale FLESS • In accordo con gli schemi di regola introdotti, avremo la struttura seguente:
SOLUZIONI: 3 struttura e gerarchia dei costituenti - La teoria X-barra La testa funzionale FLESS • Le posizioni di Spec e di Compl saranno occupate, rispettivamente, dal Soggetto e dal Predicato della frase, mentre sotto FLESS saranno inseriti i tratti flessionali:
SOLUZIONI: 3 struttura e gerarchia dei costituenti - La teoria X-barra La testa funzionale FLESS • Le posizioni di Spec e di Comp saranno occupate, rispettivamente, dal Soggetto e dal Predicato della frase, mentre sotto FLESS saranno inseriti i tratti flessionali:
SOLUZIONI: 3 struttura e gerarchia dei costituenti - La teoria X-barra Ricorsività • Una regola si dice ricorsiva quando può essere applicata al risultato di una propria precedente applicazione. • Un semplice esempio di ricorsività è la generazione dei numeri naturali (1, 2, 3, … ∞): a) Si stabilisce un elemento di partenza: 0 è un numero naturale; b) Per ogni n, se n è un numero naturale, allora n+1 è un numero naturale • Siccome 0 è un naturale, allora lo è anche 0+1=1 • Siccome 1 è un naturale, allora lo è anche 1+1=2 • Ecc.
SOLUZIONI: 3 struttura e gerarchia dei costituenti - La teoria X-barra Ricorsività • Nessuno dei due schemi presentati prima consente la ricorsione. Rivediamole: • Ciò non consente di rappresentare la struttura di frasi con più di un elemento dopo il verbo, come: a) Luisa va a Roma con il treno b) Luisa dona un libro a Barbara • È necessario, a questo scopo, introdurre uno schema di regole nel quale il simbolo che appare a sinistra della freccia sia presente anche alla sua destra.
SOLUZIONI: 3 struttura e gerarchia dei costituenti - La teoria X-barra Ricorsività • Gli schemi di regole necessari sono i successivi tre, l’ultimo dei quali costituisce il passo ricorsivo (ricordiamo che Spec = Specificatore; Compl = Complemento; Agg = Aggiunto) • Con essi possiamo costruire le diverse strutture frasali.
SOLUZIONI: 3 struttura e gerarchia dei costituenti - La teoria X-barra • Luisa va a Roma con il treno La frase presenta un elemento preverbale che è il soggetto e due elementi postverbali; nello sviluppo del guppo verbale, perciò, si dovrà applicare prima lo schema tre per introdurre l’aggiunto e poi lo schema 2 per introdurre il complemento
1 Applicazione schema n. 1; in spec va il soggetto. 2 -3 -4 sviluppo del gruppo nominale privo di spec e di compl. 5 -6 -7 sviluppo della prima proiezione in testa e complemento sotto il nodo 6 vi sono i tratti flessivi. 7 -8 il gruppo verbale è privo di spec, quindi c’è solo il ramo vbarra. 8 -9 -17 passo ricorsivo: sotto vbarra compare un altro v-barra
SOLUZIONI: 3 struttura e gerarchia dei costituenti - La teoria X-barra • Luisa dona un libro a Barbara La frase presenta un elemento preverbale che è il soggetto e due elementi postverbali; nello sviluppo del guppo verbale, perciò, si dovrà applicare prima lo schema tre per introdurre l’aggiunto e poi lo schema 2 per introdurre il complemento. N. B. : mentre nell’esempio precedente solo uno degli elementi postverbali era obbligatorio, in questo caso lo sono entrambi. Collocheremo il primo (oggetto diretto) in posizione di complemento e il secondo (oggetto indiretto) in posizione di aggiunto (vedi più avanti le diapositive sulla valenza).
SOLUZIONI: 3 struttura e gerarchia dei costituenti - La teoria X-barra • Consideriamo la frase: Luigi dice che prenderà il treno Essa è una frase complessa, composta da una principale o frase matrice (Luigi dice) e una subordinata o frase incassata (che prenderà il treno). La connessione tra le due parti è effettuata attraverso la congiunzione che, la quale svolge la funzione di complementatore. In particolare, la frase che prenderà il treno occupa la posizione del complemento oggetto, posto occupato, ad sempio, dal sintagma la verità nella frase Luigi dice la verità. Esempi: Luisa pensa di partire; Luisa non sa se partirà.
SOLUZIONI: 3 struttura e gerarchia dei costituenti - La teoria X-barra • Introduciamo la nuova testa funzionale C.
La coindicizzazione tra Luigi e pro indica che il soggetto della subordinata è uguale a quello della frase reggente
SOLUZIONI: 3 struttura e gerarchia dei costituenti - La teoria X-barra • Anche i gruppi nominali possono contenere delle frasi in funzione di complemento o di aggiunto. • Per esempio: La persona che pagò il conto, che indossava una sciarpa, di corporatura media andrà a Milano
SOLUZIONI: 3 struttura e gerarchia dei costituenti - La teoria X-barra • Riconsideriamo la frase: Che cosa Giovanni metterà nel garage? • Abbiamo utilizzato questa frase per introdurre le tracce del movimento, in modo da rispettare le previsioni dei tratti di sottocategorizzazione stretta. Al momento non avevamo una teoria della struttura di frase che ci consentisse una sua corretta rappresentazione.
SOLUZIONI: 3 struttura e gerarchia dei costituenti - La teoria X-barra • Molte frasi italiane presentano dei costituenti in una posizione che precede quella del soggetto. • Tale posizione non può essere creata dalle regole di movimento, le quali possono solo utilizzare la struttura generata dalle regole di riscrittura. • È ragionevole, quindi, ipotizzare che tutte le frasi, comprese le dichiarative, abbiano in posizione iniziale un sintagma del complementatore (C doppia barra). • In essa viene espressa la forza e la modalità della frase. • La frase riconsiderata avrà la seguente rappresentazione
Teoria della valenza • Dare una definizione di frase minima. • Solitamente si definisce la frase minima come quella costituita da un Soggetto e un Verbo
LA VALENZA La frase minima: controesempi • Piove (è priva di soggetto) • *Luigi ha incontrato (non è una frase)
GLI ELEMENTI DELLA FRASE • Nella frase, distinguiamo: Elementi nucleari • Gli elementi nucleari indicano i partecipanti all'evento descritto dal verbo (sono necessari per la correttezza della frase) Elementi circostanziali • i circostanziali introducono circostanze concomitanti che specificano il contesto in cui si verifica l'evento stesso (possono essere omessi).
La valenza verbale In base al numero di argomenti necessari, distinguiamo quattro classi di verbi: 1. Avalenti (zerovalenti): non sono accompagnati da alcun argomento (verbi meteorologici: piove, nevica). 2. Monovalenti: sono accompagnati da un solo argomento (Luisa corre, bisogna che Luisa torni). 3. Bivalenti: sono accompagnati da due argomenti (il primo SN, il secondo SN o Frase); (Luisa teme il giudizio, Luisa teme che qualcuno la giudichi). 4. Trivalenti: sono accompagnati da tre argomenti (SN, SN o F, SP) (Luisa ha dato un libro a Marco, Luisa ha chiesto a Marco di tornare).
La valenza dei nomi Come i verbi, anche i nomi hanno una valenza; alcuni nomi sono argomentali, altri non argomentali. Lo stesso nome può essere argomentale in alcuni contesti e non argomentale in altri. NOMI ARGOMENTALI: devono essere seguiti da un complemento di specificazione; possono apparire da soli, ma il complemento è recuperabile dal contesto (La partenza di Luisa, la distruzione del tempio, la costruzione della basilica). NOMI NON ARGOMENTALI: possono essere seguiti da un complemento di specificazione che, in genere indica il possesso. (La casa [di Luisa]).
La valenza dei nomi I nomi argomentali possono essere: 1. MONOVALENTI: corrispondono a verbi monovalenti (la corsa di Luisa). 2. BIVALENTI: derivano da verbi bivalenti (La dimostrazione di Galilei della legge di caduta dei gravi). 3. TRIVALENTI: derivano da verbi trivalenti (Il regalo di un libro a Luisa da parte di Filippo).
TIPI DI FRASI 1. FRASE SEMPLICE: è una frase nella quale tutti i complementi e gli eventuali aggiunti sono realizzati da sintagmi (Mario ha regalato un libro a Luisa). 2. FRASE COMPLESSA: è una frase nella quale almeno uno degli elementi è realizzato da una frase (Luisa ha detto che Mario le ha regalato un libro). 3. FRASE INDIPENDENTE o PRINCIPALE : è una frase sintatticamente autonoma, non essendo la realizzazione di alcun elemento di altra frase (Luisa è partita per Roma); se regge un’altra frase è detta reggente o matrice o principale. 4. FRASE DIPENDENTE/SUBORDINATA/SECONDARIA: è una frase retta da una frase principale o da altra subordinata; in questo caso si dice subordinata di grado n+1, dove n è il grado della subordinata che la regge. (Luisa ha promesso che avrebbe visitato Filippo, poiché si trovava già nella sua città).
MODALITÀ DELLE FRASI 1. DICHIARATIVE (ASSERTIVE, ENUNCIATIVE). 2. INTERROGATIVE (INTERROGATIVE SÌ/NO; INTERROGATIVE WH). 3. IMPERATIVE (IUSSIVE). 4. ESCLAMATIVE.
CARATTERISTICHE DELLE FRASI 1. POLARITÀ: oppone le frasi affermative a quelle negative. Esempi: Tutti gli Italiani sono Europei / Nessun Italiano è Europeo. Qualche Italiano è Europeo /Qualche Italiano non è Europeo Luisa è partita / Luisa non è partita
CARATTERISTICHE DELLE FRASI 2. DIATESI: oppone le frasi attive a quelle passive. Esempi: I nemici distrussero la città / La città fu distrutta dai nemici Luisa ha rubato i nostri libri / I nostri libri sono stati rubati da Luisa
CARATTERISTICHE DELLE FRASI 3. SEGMENTAZIONE: consiste nello staccare un costituente da tutti gli altri. a. Dislocazione a sinistra: un costituente viene spostato in posizione di tema, di solito con un pronome clitico di ripresa. Luisa leggerà l’Iliade L’Iliade, lo leggerà Luisa Non andrò a Roma A Roma, non ci andrò Non si può parlare con Luisa Con Luisa, non ci si può parlare Non possiamo prevedere che tempo farà domani Che tempo farà domani, non possiamo prevederlo
CARATTERISTICHE DELLE FRASI 3. SEGMENTAZIONE. b. Tema sospeso (anacoluto): un SN viene spostato a sinistra (le eventuali preposizioni non lo seguono), con un pronome di ripresa. Luisa leggerà solo l’Iliade L’Iliade, Luisa leggerà solo quello Ho regalato un libro a Luisa, le ho regalato un libro Quelli che muoiono, bisogna pregare Iddio per loro (Manzoni) Calandrino, se la prima gli era paruta amara, questa gli parve amarissima (Boccaccio)
CARATTERISTICHE DELLE FRASI 3. SEGMENTAZIONE. c. Dislocazione a destra: un costituente viene spostato a destra, con un pronome di ripresa. Il costituente spostato assume funzione di tema – la costruzione è marcata. Luisa non beve il caffè fatto in casa Luisa non lo beve, il caffè fatto in casa Regalerò un libro a Luisa Le regalerò un libro, a Luisa
CARATTERISTICHE DELLE FRASI 3. SEGMENTAZIONE. d. Topicalizzazione: un costituente (solitamente l’oggetto diretto) viene spostato a sinistra, senza pronome di ripresa, con valore di focus. Voglio bere solo un caffè Solo un caffè, voglio bere (e non anche un tè) Il cacciatore ha ucciso un cervo Un cervo, ha ucciso il cacciatore (non uno stambecco) La costruzione topicalizzata assume un valore contrastivo.
CARATTERISTICHE DELLE FRASI 3. SEGMENTAZIONE. e. Frasi scisse: frasi trasformate in due nuclei distinti, il primo contenente l’elemento nuovo e retto dal verbo essere e il secondo contenente il resto della frase Luisa parlerà agli studenti È agli studenti che Luisa parlerà Il cacciatore ha ucciso un cervo È un cervo che il cacciatore ha ucciso
TIPI DI FRASI DIPENDENTI • LE FRASI DIPENDENTI, COME I SINTAGMI AL CUI POSTO SONO COLLOCATE, POSSONO OCCUPARE LA POSIZIONE DI UN ELEMENTO NUCLEARE OPPURE QUELLA DI UN ELEMENTO CIRCOSTANZIALE. NEL PRIMO CASO AVREMO UNA FRASE ARGOMENTALE; NEL SECONDO CASO AVREMO UNA FRASE CIRCOSTANZIALE
TIPI DI FRASI DIPENDENTI FRASI ARGOMENTALI (La loro presenza è obbligatoria): 1. SOGGETTIVE: È certo che Luisa tornerà domani. 2. OGGETTIVE o COMPLETIVE: Luisa ha detto che tornerà domani. 3. COMPLETIVE NOMINALI: Il fatto che la terra sia rotonda non sorprende più nessuno. 4. INTERROGATIVE INDIRETTE: Luisa non sa chi arriverà domani; Luisa non sa se arriverà domani.
TIPI DI FRASI DIPENDENTI FRASI CIRCOSTANZIALI: 1. TEMPORALI: Quando Luisa è arrivata, tutti erano andati via 2. CAUSALI: Poiché piove a dirotto, resterò in casa 3. FINALE: Abbiamo aspettato Luisa per andare al cinema tutti insieme 4. CONSECUTIVE: È piovuto tanto che le strade sono impercorribili 5. CONDIZIONALI: Se fossi arrivato prima, non avremmo perso il treno 6. CONCESSIVE: Benché piovesse, siamo usciti 7. COMPARATIVE: Ho detto più di quanto fosse necessario
TIPI DI FRASI DIPENDENTI FRASI RELATIVE: 1. RESTRITTIVE: Limitano la denotazione del nome testa (fra il nome testa e la relativa non va inserita la virgola) Gli anziani che ne hanno diritto non pagano il ticket sui medicinali (non tutti gli anziani sono esclusi dal pagamento) 2. APPOSITIVE: Indicano una caratteristica del nome testa, costituendo un nuovo nucleo informativo Gli anziani, che ne hanno diritto, non pagano il ticket sui medicinali (tutti gli anziani, in quanto tali, sono esclusi dal pagamento) (la relativa deve essere separata dal nome
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