Lezione 3 Grandi imprese e piccole imprese Indice

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Lezione 3 Grandi imprese e piccole imprese Indice La piccola impresa come sopravvivenza del

Lezione 3 Grandi imprese e piccole imprese Indice La piccola impresa come sopravvivenza del passato La crisi del “fordismo” I sistemi di piccole imprese come alternative al fordismo Storia sviluppo locale- Lezione 3 1

I - La piccola impresa come sopravvivenza del passato • Una lettura di tipo

I - La piccola impresa come sopravvivenza del passato • Una lettura di tipo “classico” dello sviluppo industriale ha sempre sottolineato la maggiore efficienza della grande impresa rispetto alla piccola. La possibilità di ottenere maggiori economie di scala era il fattore principale che determinava il successo sul mercato delle unità produttive di grandi dimensioni. • Di conseguenza, la persistenza in Italia della piccola e media impresa, anche nel secondo dopoguerra, veniva vista come un chiaro segno di arretratezza della struttura industriale del Paese. • Anche l’Italia, e con lei altri paesi che presentavano una situazione simile, avrebbe dovuto, presto o tardi, adeguarsi alla “naturale” evoluzione del settore industriale. • L’obiettivo finale era quello di avvicinarsi il più possibile al modello “fordista”, caratterizzato da grandi imprese orientate alla produzione di massa di prodotti standardizzati. Storia sviluppo locale- Lezione 3 2

II – La crisi del fordismo • Il fordismo è caratterizzato dall’uso di macchine

II – La crisi del fordismo • Il fordismo è caratterizzato dall’uso di macchine speciali, manovrate da operai non qualificati, per la produzione di massa di prodotti standardizzati. Il nome deriva da Henry Ford, che per primo ebbe l’idea di collegare i vari elementi del sistema produttivo in un complesso organizzativo (catena di montaggio). Il suo modello T era un prodotto uniformato: “disponibile in tutti i colori, purché fosse nero”. • Il fordismo, quindi si basa sulla convinzione che la produttività dipenda dalla divisione del lavoro e che i gusti del pubblico siano o possano essere facilmente educati, fino a diventare relativamente uniformi. • Il modello fordista ha dominato le teorie sull’efficienza industriale dalla prima guerra mondiale fino agli anni ‘ 70. In effetti lo sviluppo industriale dell’occidente nella seconda metà del XX secolo si è basato in larga misura sull’applicazione di sistemi di meccanizzazione sempre più spinti e sulla ricerca di sempre maggiori economie di scala; col risultato di offrire al mercato prodotti in gran parte standardizzati. • La crisi degli anni ‘ 70 condusse a una revisione di questo modello di sviluppo industriale. Oltre agli aspetti congiunturali che caratterizzarono tale crisi, furono gli stessi presupposti teorici a essere messi in discussione: si partì dalla nuova convinzione che i bisogni siano spesso confusi e variabili e per questo una produzione standardizzata non poteva soddisfarli. Storia sviluppo locale- Lezione 3 3

III - I sistemi di piccole imprese come alternative al fordismo • A partire

III - I sistemi di piccole imprese come alternative al fordismo • A partire dagli anni ‘ 70 trovò spazio nel dibattito economico un modello organizzativo, che potremmo definire di “specializzazione flessibile”, all’interno del quale le piccole imprese risultano essere le più efficienti. • In questo modello organizzativo le imprese devono essere in grado di personalizzare i beni prodotti, adeguandoli alle peculiarità dei vari gusti. Se il produttore fordista soddisfa un bisogno, uno specialista flessibile contribuisce a crearlo. • Nel secondo modello l’efficienza non corrisponde alla possibilità di produrre beni al prezzo più basso possibile, ma alla capacità di produrre un numero più grande possibile di beni, a costi cumulativi più bassi possibile. • I sistemi di specializzazione flessibile hanno sempre convissuto con le imprese che puntavano alla standardizzazione dei prodotti. Anche nell’epoca d’oro del fordismo vi erano alcune tipologie di prodotti che non si adattavano a tale modello (tessile, abbigliamento, arredamento…) Storia sviluppo locale- Lezione 3 4