LEMIGRAZIONE ITALIANA Epoca ed entit numerica dellemigrazione Tra

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L’EMIGRAZIONE ITALIANA

L’EMIGRAZIONE ITALIANA

Epoca ed entità numerica dell'emigrazione Tra il 1876 e il 1914, 14 milioni di

Epoca ed entità numerica dell'emigrazione Tra il 1876 e il 1914, 14 milioni di Italiani abbandonarono il Paese per cercare un lavoro all'estero. Il fenomeno riprese dopo la 1° Guerra Mondiale fino al 1976. Si calcola che in tutto siano emigrati circa 27 milioni di Italiani, provenienti sia dal Nord che dal Sud.

Cause dell’emigrazione • Difficili condizioni di vita, soprattutto nelle campagne, tanto da creare disoccupazione

Cause dell’emigrazione • Difficili condizioni di vita, soprattutto nelle campagne, tanto da creare disoccupazione e miseria; • Mito dell' America.

Mete di destinazione • Svizzera, Francia, Belgio, Olanda dove gli Italiani si recavano come

Mete di destinazione • Svizzera, Francia, Belgio, Olanda dove gli Italiani si recavano come lavoratori estivi, tornando nelle loro case d’inverno, dopo qualche anno di attività all’estero. • Stati Uniti, America meridionale, Australia dove gli Italiani rimasero, fondando una nuova famiglia o ricongiungendosi con la propria.

Tra il 1876 e il 1914 molte persone del nord-est d’Italia emigrarono in America

Tra il 1876 e il 1914 molte persone del nord-est d’Italia emigrarono in America Meridionale, soprattutto in Brasile e in Argentina. Qui infatti l’abolizione della schiavitù nel 1885 aveva reso necessaria la presenza di contadini per le aziende agricole.

Attraverso numerose lettere scritte da questi emigrati a familiari e amici, noi oggi abbiamo

Attraverso numerose lettere scritte da questi emigrati a familiari e amici, noi oggi abbiamo la possibilità di conoscere meglio le motivazioni che li spingevano a lasciare la loro terra e le nuove condizioni di vita che si trovarono ad affrontare.

LETTERA DI UN CONTADINO FRIULANO Questa lettera, scritta il 17 marzo 1878 da un

LETTERA DI UN CONTADINO FRIULANO Questa lettera, scritta il 17 marzo 1878 da un contadino friulano al fratello, racconta il suo viaggio dall’Italia al Brasile durato 30 giorni di navigazione. L’emigrato, nella sua semplicità, riesce comunque a testimoniare le condizioni disumane e i sentimenti di paura e disperazione con cui i nostri Italiani affrontavano il viaggio.

Santa Maria Boca di Monti, li 17 marzo 1878 Caro fratello, Dopo la mia

Santa Maria Boca di Monti, li 17 marzo 1878 Caro fratello, Dopo la mia partenza da Genova, io vi ò scritto una lettera che stavo a Gibilterra, ai 17 dicembre. Adesso vi fo sapere il rimanente del viaggio. Partiti che siamo di Gibilterra, il nostro vapore andava a gonfie vele: giorni bonissimi, tempo placito infino ai 23 dicembre. Il giorno 23 era una bonissima giornata, alle 4 e ½ pomeridiane stavamo tutti a cena in cuperta pacifichi, quando ad un tratto si sentì una voce che strillava e fogo e non

acqua, ad un tratto siamo scoloriti, tutti siamo venuti di mille colori. Da per

acqua, ad un tratto siamo scoloriti, tutti siamo venuti di mille colori. Da per tutto si sentiva a piangere, chi pigliava in brazio il figlio, chi abbraziava la moglie, chi butava ordegni in mare, chi recitava le litanie della madonna, chi stava in ginocchio colle mani giunte. In conclusione erimo tutti rassegnati al voler di Dio e poi, graziando l’ altissimo, non è suzesso nulla. E cosa era? Avevano aceso fogo in stalla dei manzi, Il giorno di Santo Natale era un felicissimo giorno, ma il giorno di San Stefano si alzò una burasca molto cativa che eravamo in pericolo a vedere il nostro naviglio a

30 ore e poi è fatto plazito e sereno. Quando poi siamo passati all’ultimo

30 ore e poi è fatto plazito e sereno. Quando poi siamo passati all’ultimo dell’anno, abiamo strapassata la linea dell’equatore e avemo soferto 3 giorni di grande calore ma un calore soportabile, i rimanenti dei giorni li abiamo pasati pacifichi. Dopo una lunga navigazione di 30 giorni, finalmente il giorno 11 gennaio di bel mattino sià principiato a vedere la montagne del Brasile, alora tutti siamo messi a strillare e viva la merica. Tanti saluti. Mizzan Gio: Batta.

LE NAVI DI LAZZARO Per molti decenni gli emigranti italiani viaggiarono verso l’America a

LE NAVI DI LAZZARO Per molti decenni gli emigranti italiani viaggiarono verso l’America a bordo di piroscafi a vapore, in condizioni disumane, senza precauzioni igienico-sanitarie. Ce lo conferma anche la relazione sanitaria di un medico del porto di Genova datata 1895.

“La temperatura non è il solo fattore che rende irrespirabile l’atmosfera dei dormitori, vi

“La temperatura non è il solo fattore che rende irrespirabile l’atmosfera dei dormitori, vi concorre il vapore acqueo e l’acido carbonico della respirazione, i prodotti tossici volatili che svolgono dalle secrezioni dei corpi, dagli indumenti dei bambini e talora degli adulti , che per tema o per pigrizia, non esitano a emettere urine e feci negli angoli del locale ove stanno alloggiati con i loro compagni. L’impressione di disgustosa ripugnanza che si riceve scendendo in una stiva dove hanno dormito degli immigrati è tale che, provata una sola volta, non si dimentica più. ”

Un’altra lettera di un contadino veneto ci informa sulla pessima qualità del cibo: “Non

Un’altra lettera di un contadino veneto ci informa sulla pessima qualità del cibo: “Non posso mangiare il pane che è duro come un pezzo di ferro e non si bagna. Sono 14 giorni che siamo in Marsiglia 4 giorni siamo vissuti a nostre spese, 4 giorni ci hanno passato un franco al giorno. Io di questi ho mangiato 3 giorni perché non ho denari da mangiare fuori. Si mangia da bestie. Cari i miei figli, voi a casa vi lagnate del cibo ma invece mangiate da signori in confronto a me. ”

Come si viveva in America Quelle che seguono sono le testimonianze sulle condizioni di

Come si viveva in America Quelle che seguono sono le testimonianze sulle condizioni di lavoro e di vita una volta arrivati in America. Interessante è la lettera di Sante Paparoto, artigiano di Casier, impiegato come bracciante nel 1889 in una fattoria a San Paolo del Brasile dove si coltivava caffè. Parla dell’ambiente ostile e delle difficoltà che affrontavano gli emigrati.

”Al lavoro veniamo tormentati da molti insetti provenienti dai boschi vicini e alla notte,

”Al lavoro veniamo tormentati da molti insetti provenienti dai boschi vicini e alla notte, invece di riposare, dobbiamo cavare certi serpenti che si internano nei piedi e se non si levano subito, gonfiano le gambe e se non si curano, possono procurar la morte. ”

In alcuni casi i contadini emigranti hanno fatto delle rivolte che sono raccontate per

In alcuni casi i contadini emigranti hanno fatto delle rivolte che sono raccontate per esempio nella lettera di Giuseppe Manzoni (11 marzo 1889): “Vi dirò che il giorno 25 gennaio alla casa di emigrazione ci fu una Rivoluzione, portò fuori tutto quello che si trovava in cusina, rebaltò tutto nella corte, menestra, carne, pane, tutto fuori per le finestre. ”

Per riassumere le strazianti condizioni di vita e di lavoro in America, abbiamo scelto

Per riassumere le strazianti condizioni di vita e di lavoro in America, abbiamo scelto la lettera scritta il 9 marzo 1889 a Santa Teresa del Brasile da un contadino trevigiano, Bortolo Rosolen. Si avverte un sentimento profondo di disperazione, mista a sensi di colpa, per aver trascinato con sé in quell’America che sembrava “terra di delizie” anche la famiglia.

S. Teresa, il 9 marzo 1889 Egr. Sig. Padrone Dott. Ferdinando Chisini Pieve di

S. Teresa, il 9 marzo 1889 Egr. Sig. Padrone Dott. Ferdinando Chisini Pieve di Soligo Con grande dolore devo manifestargli una spaventevole mia sorte, comincerò a dirgli qualche cosa del viaggio, questo è stato molto pesante tanto ché per mio consiglio non incontrerebbe tali tribulazioni nepur il mio cane che ò lasciato in Italia. Il sudetto viaggio è stato molto pesante prima per aver incontrato 4 giorni di grande burasca, poi per essere troppo affolati nel

ove si aspettava di dare sazietà al nostro respiro, per sentire buone notizie, Ma

ove si aspettava di dare sazietà al nostro respiro, per sentire buone notizie, Ma subito cimbarcò in un treno speciale e in circa 4 ore siamo rivatti in S. Paolo nella casa della Migrazione, e anche a tale arivo cresceva più forte la nostra disperazione, prima per vedere una grande moltitudine di poppolo, e per sentire che esisteva grande morturità sui piccoli fanciulli. Quando cominciò a inoltrarsi la notte, osservando tutti i piccoli fanciulli e l’intiera famiglia che stanchi del viaggio dormivano coricati sopra le tavole circondati da 10, 000 persone, io non poteva darmi riposo per sentire che da un lato della stanza

dall’altra un uomo e osservando i fanciulli, e pensarmi d’essere colpevole di averli fati

dall’altra un uomo e osservando i fanciulli, e pensarmi d’essere colpevole di averli fati suplire tante tribulazioni, gli dico la verità sig. Padrone che io non poteva tratenermi di piangere lungo la notte, e così passò il mio primo riposo nell’America. Finalmente doppo 4 giorni siamo levatti da S. Paolo per portarsi in S. Teresa. Giunti al posto, dovendo ricoverarsi in una piccola casa 138 persone, vedendo italiani che da circa 5 mesi abbitava in questa Fazenda e i suoi piccoli fanciulli rovinati i piedi e le gambe dai piccoli bisseti in maniera di non potersi

e non avrei avuto il coraggio di vicinarmi se mio padre non fosse venuto

e non avrei avuto il coraggio di vicinarmi se mio padre non fosse venuto in cerca e mi avesse condotto presso i miei figli, solo per pensarmi di averli condotti a suplire tante tribulazioni. Dopo pocchi giorni si amalò tutti i figli e anche le donne, e noi che ne abbiamo condotti 11 figli nell’America ora siamo rimasti con 5 e gli altri li abbiamo perduti. Lascio a lei a considerare qualle e quanta fu la nostra disperazione che, se avessi avuto il potere, non sarei fermato in America nepur un ora. Spero che, se il Signor mi presterà vita e salute, più presto che potrò condurò il resto dei miei figli in Italia,

prima della partenza. Riguardo alle posizioni sarebbero bellissime, quello che gode salute e che

prima della partenza. Riguardo alle posizioni sarebbero bellissime, quello che gode salute e che ha voglia di lavorare guadagna molti denari, e anche il vitto è discreto, quello che lavora 2 anni in buona salute guadagna molto denaro, ma se si ammala 10 giorni consuma il suo guadagno perché una visita dal Dottore costa 30 fiorini così le medicine e molti altri oggetti. Per ora termino ma non posso terminare se prima non gli fo una grande raccomandazione, che lei si occupasse di pregare persone e per la mia famiglia, che il Signore ci conservi la salute per potersi rivedere presto in Italia.

E ora, provate a pensare a tutti gli immigrati che sbarcano in Italia ogni

E ora, provate a pensare a tutti gli immigrati che sbarcano in Italia ogni giorno e a tutti i pregiudizi che abbiamo su di loro… li consideriamo clandestini, ruba-lavoro, sporchi, terroristi, criminali… Classe