Leconomia neoclassica ALFRED MARSHALL Leconomia marshalliana 1 La

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L’economia neoclassica ALFRED MARSHALL L'economia marshalliana 1

L’economia neoclassica ALFRED MARSHALL L'economia marshalliana 1

La biografia • • • n. Clapham (Londra), famiglia middle class nel 1842 -

La biografia • • • n. Clapham (Londra), famiglia middle class nel 1842 - laurea in matematica a Cambridge - fellowship a Cambridge - sposta i suoi interessi dalla matematica alla filosofia, all’etica, alla psicologia, e finalmente approda all’economia politica. - 1877. sposa Mary Paley, sua allieva e una delle prime donne laureate a Cambridge - University College di Bristol Oxford 1885: cattedra di economia politica a Cambridge. Resta fino al 1908, dando vita a una delle più prestigiose scuole di economia del Novecento - 1890. Pubblica i Principles of Economics (8 a ed. 1920) - Lavora anche a temi di economia applicata, ma solo tra il 1919 ed il 1923 pubblica due grossi volumi intitolati rispettivamente Industry and Trade e Money, Credit and Commerce. Muore nel 1924 L'economia marshalliana 2

Il metodo nella economia marshalliana • Per primo usa il termine “economics”: economics l’economia

Il metodo nella economia marshalliana • Per primo usa il termine “economics”: economics l’economia è una scienza. E’ affine non tanto alle scienze fisiche quanto a quelle storico-sociali ( Schmoller) Schmoller e, tra quelle naturali, alla biologia ( Herbert Spencer – filosofo britannico (1820 -1903) evoluzionista (biologiasocietà). • Metodo complesso: combinazione di rigore logico-analitico e di ricorso all’esperienza storica. • Riteneva utile l’uso della matematica, ma solo per la statica economica • I concetti economici devono essere espressi in un linguaggio semplice e accessibile. L’analisi economica deve servire a interpretare la realtà. • metodo del caeteris paribus: paribus far variare un elemento solo alla volta e osservarne le conseguenze: statica comparata L'economia marshalliana 3

L’equilibrio parziale • Obiettivo: costruire, con riferimento ad un determinato mercato, una relazione funzionale

L’equilibrio parziale • Obiettivo: costruire, con riferimento ad un determinato mercato, una relazione funzionale tra le quantità domandate di un bene e il suo prezzo in un determinato istante di tempo, nell’ipotesi che rimangano costanti i prezzi degli altri beni, i redditi e i gusti dei consumatori • Marshall sapeva che nell’economia i mercati erano interdipendenti. • La procedura era valida solo a livello di prima approssimazione. • Minore rigore compensato da un livello di formalizzazione minore: più facile utilizzazione pratica. • Ma la statica comparata è solo un primo passo; non spiega le leggi di sviluppo delle società analisi dinamica, concetti tratti dalla biologia L'economia marshalliana 4

Gli obiettivi sociali • “Political economy or economics is a study of mankind in

Gli obiettivi sociali • “Political economy or economics is a study of mankind in the ordinary business of life; it examines that part of individual and social action which is most closely connected with the attainment and with the use of the material requisites of wellbeing… • The hope that poverty and ignorance may gradually be extinguished, derives indeed much support from the steady progress of the working classes during the nineteenth century… • This progress has done more than anything else to give practical interest to the question whether it is really impossible that all should start in the world with a fair chance of leading a cultured life, free from the pains of poverty and the stagnating influences of excessive mechanical toil… • The answer depends in a great measure upon facts and inferences, which are within the province of economics; and this it is which gives to economic studies their chief and their highest interest. ” L'economia marshalliana 5

La teoria del valore • La teoria marshalliana del valore si propone come sintesi

La teoria del valore • La teoria marshalliana del valore si propone come sintesi tra marginalisti e classici • Il prezzo si determina dall’incontro della domanda e dell’offerta • Dietro la domanda: – Le scelte del consumatore teoria dell’utilità marginale • Dietro l’offerta – I costi di produzione (teoria classica) L'economia marshalliana 6

Teoria della domanda • Marshall cerca di capire come si passa da una curva

Teoria della domanda • Marshall cerca di capire come si passa da una curva di utilità marginale decrescente a una curva di domanda decrescente • L’utilità è difficilmente misurabile, ma possono essere osservati i prezzi che l’agente paga. • Concetto di “disponibilità a pagare”: l’utilità marginale può essere misurata in termini della quantità di moneta che un determinato consumatore è disposto a sacrificare per ottenere una unità di bene in più. • (tale quantità di moneta è un indice dell’utilità attribuita all’unità aggiuntiva di bene). • Affinché la moneta possa essere considerata una buona • unità di misura, occorre presupporre che abbia una utilità marginale (MUm) costante al variare della spesa sostenuta peri il bene. Marshall la assume come ipotesi (mercato del thè) L'economia marshalliana 7

Prezzi e utilità marginale • Definizione: Definizione prezzo marginale di domanda (pmx) = prezzo

Prezzi e utilità marginale • Definizione: Definizione prezzo marginale di domanda (pmx) = prezzo massimo che un determinato consumatore è disposto a pagare per ottenere una unità aggiuntiva (x) di un determinato bene. • In equilibrio il consumatore acquista quella quantità x di merce in corrispondenza della quale pmx è uguale al prezzo di mercato del bene (px). • Ora, pmx è uguale per definizione al rapporto tra l’utilità marginale del bene (MUx) e l’utilità marginale della moneta che si cede (MUm). Questo perché il consumatore massimizza la sua utilità. Ne segue che in equilibrio: • px = pmx = MUx/MUm [1] • Se l’utilià margianle del bene è 10 e l’utilità marginale della moneta è 2, il prezzo marginale è 5. 1 unità del bene ha la stessa utilità di 5 unità di moneta L'economia marshalliana 8

La curva di domanda decrescente • • La [1] può essere scritta: MUx =

La curva di domanda decrescente • • La [1] può essere scritta: MUx = px MUm Ora, se px si riduce ne deriva che Mux px MUm. Per ritornare all’eguaglianza occorre che il consumatore acquisti una maggiore quantità del bene: ciò, in virtù del principio della utilità marginale decrescente, determina una riduzione di MUx. • La [1] può anche essere scritta come: Mux/px = Mum. Poiché per definizione il prezzo della moneta è 1, questo equivale alla seconda legge di Gossen. • Abbiamo dunque una dimostrazione della pendenza negativa della curva di domanda • Sommando le varie schede di domanda individuali, si perviene alla domanda di mercato relativa a un determinato bene. L'economia marshalliana 9

Teoria dell’offerta • L’offerta dipende dai costi dei fattori produttivi, produttivi essenzialmente lavoro e

Teoria dell’offerta • L’offerta dipende dai costi dei fattori produttivi, produttivi essenzialmente lavoro e capitale • Nel breve periodo: a. Il salario reale (costo del lavoro) è una funzione crescente della quantità di lavoro la curva di offerta individuale di lavoro è inclinata positivamente (disutilità marginale crescente). crescente b. Il costo del capitale è crescente perché l’accumulazione di beni capitali richiede risparmio e questo a sua volta è funzione crescente del tasso di interesse • La curva di offerta di breve periodo è crescente • Sommando le curve di offerta individuali, si perviene alla offerta di mercato relativa ad un determinato bene. • Il valore di scambio è dato dall’incrocio tra la curva di domanda e la curva di offerta. L'economia marshalliana 10

Le curve di domanda e offerta “Due lame della forbice”: non ha senso chiedersi

Le curve di domanda e offerta “Due lame della forbice”: non ha senso chiedersi se, ai fini della determinazione del valore, sia più rilevante l’utilità o il costo di produzione come non ha senso chiedersi quale delle lame della forbice taglia un foglio. L'economia marshalliana 11

L’analisi periodale Domanda e offerta influenzano diversamente il prezzo a seconda del periodo considerato:

L’analisi periodale Domanda e offerta influenzano diversamente il prezzo a seconda del periodo considerato: 1. periodo di mercato (non è possibile variare la produzione): produzione • l’offerta è fissa. La curva di offerta è verticale. • il prezzo è determinato sostanzialmente dalla domanda. • i costi di produzione non esercitano influenza apparente sui prezzi. p S p* D 0 q* L'economia marshalliana q 12

Il breve periodo • La quantità offerta può essere aumentata • Gli impianti non

Il breve periodo • La quantità offerta può essere aumentata • Gli impianti non possono essere cambiati. La produzione può variare solo impiegando diverse quantità di lavoro • La curva di offerta è crescente perché i costi marginali sono crescenti al crescere della produzione. • Prezzi e quantità di equilibrio vengono determinati simultaneamente dai costi e dalla domanda. p S p* D 0 q* L'economia marshalliana q 13

 • Il lungo periodo La capacità produttiva è variabile • le imprese possono

• Il lungo periodo La capacità produttiva è variabile • le imprese possono modificare: • impianti • organizzazione produttiva • quantità di lavoro impiegato • il numero delle imprese in una determinata industria è variabile • Se prevalgono rendimenti di scala costanti, costanti la curva di offerta dell’industria sarà orizzontale • i prezzi di equilibrio vengono determinati dall’offerta • le quantità vengono determinate dalla domanda p S p* D 0 q* L'economia marshalliana q 14

L’equilibrio in Marshall e Walras • Differenze tra Marshall e Walras nella spiegazione dell’equilibrio

L’equilibrio in Marshall e Walras • Differenze tra Marshall e Walras nella spiegazione dell’equilibrio di mercato. • le funzioni marshalliane di domanda e di offerta esprimono i prezzi in funzione delle quantità p = f (q) • le funzioni walrasiane di domanda e di offerta esprimono le quantità in funzione dei prezzi q = f (p) • Per Marshall, cioè, ogni operatore ha in mente prezzi di offerta e di domanda “normali” in base alle quantità esistenti sul mercato. Se i prezzi non sono di equilibrio varieranno le quantità e di conseguenza i prezzi • Per Walras, invece, compratori e venditori sono price takers e reagiscono ai prezzi gridati dal banditore aggiustando le quantità domandate e offerte L'economia marshalliana 15

S p p 1 p* p 2 D 0 q 1 D q 2

S p p 1 p* p 2 D 0 q 1 D q 2 S q* q 1 S q 2 D L'economia marshalliana q 16

p S p 2 S p 1 D p* p 2 D D p

p S p 2 S p 1 D p* p 2 D D p 1 S 0 q 1 q* q 2 L'economia marshalliana q 17

Il surplus o rendita del consumatore • Differenza tra la somma massima che il

Il surplus o rendita del consumatore • Differenza tra la somma massima che il consumatore sarebbe disponibile a pagare per una determinata quantità di un bene (calcolata sulla base di prezzi marginali di domanda decrescenti) e il suo effettivo esborso monetario. • Il consumatore sarebbe disposto, per avere la quantità q 1, ha pagare il prezzo p 1. Acquista invece la quantità q 2>q 1 ad un prezzo p 2<p 1. Sulla quantità q 1 realizza una rendita pari a p 1 -p 2 L'economia marshalliana 18

La rappresentazione grafica p a p* e D 0 q* q L’area aep* rappresenta

La rappresentazione grafica p a p* e D 0 q* q L’area aep* rappresenta la rendita del consumatore L'economia marshalliana 19

L’economia marshalliana Lato dell’offerta Marshall ha introdotto concetti basilari: Industria = insieme di imprese

L’economia marshalliana Lato dell’offerta Marshall ha introdotto concetti basilari: Industria = insieme di imprese che produce la stessa merce Economie di scala = “economie derivanti da un aumento della scala di produzione di un qualunque genere di merci”; due categorie: a. quelle dipendenti dallo “sviluppo generale dell’attività produttiva” ( economie esterne) esterne b. quelle derivanti dalle “risorse delle singole imprese” e dalla “efficienza della loro amministrazione” (economie interne) interne Impresa rappresentativa = impresa “media”, caratterizzata da funzioni di costo e da tecniche produttive tipiche di una particolare industria Surplus o rendita del produttore = somma delle differenze tra i prezzi minimi ai quali l’imprenditore sarebbe disposto a vendere le diverse unità del bene prodotto e la somma complessiva effettivamente percepita L'economia marshalliana 20

I distretti industriali • • • Distretto industriale (Principles, libro IV, cap. 10; Industry

I distretti industriali • • • Distretto industriale (Principles, libro IV, cap. 10; Industry and Trade) = area territoriale circoscritta con una particolare vocazione produttiva, caratterizzata da un numero elevato di imprese di dimensioni medio-piccole, da una peculiare cultura economica e da una specifica rete associativa e istituzionale. Marshall riteneva che le economie di mercato tendessero verso imprese di grandi dimensioni (rendimenti di scala crescenti). Tuttavia in alcuni settori industriali l’attività produttiva si prestava ad essere svolta nell’ambito di un network di imprese di piccole e medie dimensioni, basate sul lavoro artigianale. Economie esterne all’impresa ma interne all’area. Un distretto agevola l’introduzione e la trasmissione di innovazioni e di miglioramenti, anche minimi. “Atmosfera industriale” industriale di una particolare area agisce da catalizzatore di nuove energie esterne all’area stessa rafforzamento. L'economia marshalliana 21

La critica di Sraffa • Problema: l’equilibrio marshalliano di lungo periodo prevede rendimenti costanti.

La critica di Sraffa • Problema: l’equilibrio marshalliano di lungo periodo prevede rendimenti costanti. • In realtà Marshall pensava che nel lungo periodo i rendimenti fossero crescenti (la curva di offerta è inclinata negativamente). • Ciò è incompatibile con l’ipotesi di concorrenza e sembra aprire la strada al monopolio: ogni impresa è infatti incentivata ad estendere la scala di produzione, abbassando i prezzi e scalzando dal mercato i concorrenti più piccoli. • “Sulle relazioni tra costo e quantità prodotta”, Annali di Economia, 1925; • “The Laws of Returns Under Competitive Conditions”, Economic Journal, 1926 L'economia marshalliana 22

La teoria monetaria • Marshall è all’origine della teoria delle “scorte liquide”, liquide una

La teoria monetaria • Marshall è all’origine della teoria delle “scorte liquide”, liquide una versione della teoria quantitativa della moneta che pone l’accento sulle scelte soggettive dei singoli agenti. • 1871. Saggio sulla moneta. Prima esposizione del concetto di “scorte liquide”. • La moneta si differenzia dagli altri beni per il fatto di essere convertibile senza costi aggiuntivi in un qualunque altro bene o servizio offerto sul mercato; • La moneta, d’altra parte, è per definizione infruttifera; • mantenendo una parte delle proprie disponibilità in forma liquida, l’agente economico deve rinunciare ai proventi che avrebbe potuto percepire investendo tali somme in attività finanziarie o di tipo produttivo. • Equazione di Cambridge M=k. PY • k=percentuale di moneta detenuta come scorta liquida L'economia marshalliana 23

La visione di Marshall • Fiducia nel progresso – evoluzione graduale (natura non facit

La visione di Marshall • Fiducia nel progresso – evoluzione graduale (natura non facit saltus) • Non teme lo stato stazionario: rendimenti di scala crescenti, progresso tecnologico. • Con il progresso economico – Salari più elevati – Maggiore tempo libero • Lo stato poteva intervenire – – Spese per l’istruzione Politica urbanistica e degli alloggi Tassazione progressiva Incoraggiare le industrie con rendimenti crescenti L'economia marshalliana 24