Lecce oltre il barocco la Storia nella Storia
«Lecce, oltre il barocco: la Storia nella Storia» La Giudecca e il Museo Medievale ebraico: viaggio nella comunità ebraica a Lecce IST. COMPR. ‘ALIGHIERI – DIAZ’ - LECCE sc. sec. I grado Classi: III A - III B Giornata della Memoria 27 Gennaio 2017
Destinatari: Finalità: alunni classi III – sc. sec. I grado Alighieri-Diaz (plesso V. di Vereto) - Promuovere l’interesse degli alunni per la storia, la cultura, le tradizioni del proprio territorio; - Promuovere negli alunni la capacità di comprendere, saper discutere e riflettere su tematiche culturali, storiche e sociali della società contemporanea, attraverso l’analisi di quelle del passato; - Promuovere negli alunni l’interesse per la narrazione di eventi, la ricerca e l’approfondimento. Obiettivi: - Scoprire i luoghi della Lecce medievale; - Scoprire usi e costumi di un popolo vissuto nella nostra città; - Scoprire i rapporti esistenti tra gli ebrei e la popolazione locale; - Collegare il Medioevo al ‘ 900 e scoprire il valore dell’accoglienza delle popolazioni salentine; - Riflettere sull’importanza del racconto e dell’attuazione di un evento. Conoscenze: - Storia, cultura e tradizioni del proprio territorio; - Storia dell’antica Giudecca medievale leccese; - Dinamiche storiche, sociali, culturali del popolo ebraico a Lecce; - Lecce romana e barocca; - II guerra mondiale: non solo morte e distruzione, ma anche accoglienza; - Tecniche di lavorazione della cartapesta e terracotta. Competenze: - Saper mettere a confronto la Lecce multiculturale medievale con quella attuale; - Saper riflettere su tematiche attuali, quali accoglienza e integrazione; - Saper esprimere il concetto personale di libertà.
Via della Sinagoga La strada che porta alla Basilica di Santa Croce
L’antica Sinagoga a Lecce Nel cuore del centro storico leccese, nella piazza della Basilica di Santa Croce Fino alla fine del Medioevo anche Lecce aveva la sua sinagoga. La comunità ebraica era ben inserita nel Salento, tanto che parecchi comuni vantano ancora oggi la propria “Giudecca”, il quartiere in cui si insediavano e si integravano coi locali gli ebrei di Terra d’Otranto. Purtroppo, con l’imperatore Carlo VIII le cose cominciano a cambiare: Inizia un doloroso periodo di persecuzioni contro gli ebrei, che portò alla definitiva cacciata di questa comunità dal Salento. A Lecce, la Giudecca è presa d’assalto già nel 1463, ma gli episodi più violenti si verificano nel 1495, quando anche la sinagoga fu data alle fiamme e quella gente cacciata e spogliata di ogni bene. Anche Abramo Balmes il cui nome oggi si può trovare ad intitolazione di una via del centro storico, valente medico e filosofo, fu anche lui perseguitato.
Dott. Abramo Balmes Lecce aveva, a partire dalla metà del XIV secolo, una importante comunità ebraica che risiedeva nel “pittagio di San Martino”, dove poi sorse la Basilica di Santa Croce e dove era collocata la sinagoga. L’atteggiamento della popolazione cristiana nei confronti degli ebrei appare in questo periodo ambivalente. Se da un lato abbiamo documentazione di atti di intolleranza (accuse di usura, restrizioni all’iniziativa imprenditoriale, obbligo di indossare il segno distintivo), vi furono tuttavia anche periodi di grande tolleranza come dimostra il fiorire dei loro studi e l’emergere di importanti personalità come Abramo De Balmes.
Lo spagnolo Abramo De Balmes arrivò a Lecce insieme a molti altri ebrei, probabilmente a seguito del clima di ostilità antisemita diffuso in molte aree della Spagna a metà del XV secolo. Fu medico personale del principe Giovanni Antonio Orsini del Balzo, e in seguito del re di Napoli Ferrante I. Durante le sommosse scoppiate in città nel 1495 i cristiani invasero la Giudecca al grido “Muoiano, muoiano i giudei o si facciano cristiani”. Pur di aver salva la vita molti giudei che erano riusciti a fuggire o a nascondersi, tra cui uno dei figli di Abramo De Balmes, Mosè, si fecero cristiani e la sinagoga fu trasformata in chiesa cristiana sotto il titolo di Santa Maria Annunziata. La comunità ebraica di Lecce presto si impoverì e fu ridotta a un ruolo marginale nella vita cittadina.
Le vasche del miqweh/mikwaot L’immersione nelle vasche del Miqweh (o Mikwaot), secondo la religione ebraica, avveniva per purificare il corpo soprattutto nel rito per la conversione all’ebraismo e per la purificazione dall’impurità mestruale.
Vico della Saponea I principali mestieri che svolgevano gli Ebrei riguardavano: • • Tintoria Saponificazione Commercio Concia delle pelli
La stella di David la gerarchia degli ebrei La Stella di David, a sei punte, rappresenta la civiltà e la religiosità ebraica. La stella di colore giallo, con la scritta jude (giudeo) venne utilizzata dai nazisti durante la shoah come metodo di identificazione degli ebrei, obbligati a portarla in età superiore ai 6 anni, nelle zone occupate dalla Germania a partire dal 1941. In altri luoghi vennero utilizzate le parole della lingua locale. Anche nella Polonia occupata gli ebrei furono costretti a portare una fascia sul braccio con la Stella di Davide sopra. Tutti i prigionieri avevano l’obbligo di lavorare: venivano suddivisi in squadre di lavoro, guidate dai KAPOS, che invece erano esonerati dall’obbligo di lavoro: le squadre più numerose avevano anche sottocapi e capi superiori, che dovevano gestire i contrasti fra i prigionieri. Casilli Dalila - III B
Leggi razziali in Italia e Germania Negli anni ‘ 30 il regime fascista di Mussolini cominciò a percorrere la strada del razzismo: con la guerra d’Etiopia del 1935 si diffuse l’idea di evitare il rischio di «meticci» , cioè di persone nate dall’unione tra italiani bianchi e africani neri. In questo modo il fascismo produsse le prime norme di stampo razzista che in pochi mesi si trasformò in antisemitismo (ostilità contro gli ebrei). Agli inizi del 1938 in Italia ci fu una violenta campagna antisemita, che portò il regime fascista a promulgare le «Leggi razziali» , in cui si diceva che gli italiani erano «ariani» e che gli ebrei non erano mai stati italiani. A partire da quel momento, gli ebrei italiani non potevano più lavorare nelle amministrazioni pubbliche, insegnare o studiare nelle scuole e università italiane, far parte dell’esercito, gestire attività economiche e commerciali. In Germania le leggi razziali vengono istituite all’inizio della dittatura di Hitler: le «Leggi di Norimberga» costituirono l’esempio massimo della politica razziale nazista. Queste leggi e altri provvedimenti antisemiti successivi ebbero come conseguenza l’immediata e concreta segregazione degli Ebrei. Nel 1938 le autorità tedesche imposero a tutti gli Ebrei carte d’identità indicanti il proprio retaggio ebraico: tutti i passaporti vennero siglati con la lettera ‘G’ di giudeo. Montinaro Marianna - III B
SIMBOLI DEI CAMPI DI CONCENTRAMENTO NAZISTI Il sistema di codifica dei contrassegni serviva a classificare i prigionieri generalmente in base ai gruppi creati sulla base dei motivi dell’arresto. I simboli erano in stoffa cuciti sulla divisa. L’assegnazione di un prigioniero a una categoria dipendeva dalla Gestapo. ECCO COME ERANO SUDDIVISI I PRIGIONIERI: -Il triangolo di colore rosso identificava i prigionieri politici e i sacerdoti antifascisti o considerati tali -Il triangolo di colore marrone identificava i prigionieri zingari -Il triangolo di colore nero identificava gli asociali. I nazisti ritenevano asociali fra gli altri i vagabondi, i malati di mente, le prostitute e le lesbiche -Il triangolo di colore viola identificava i testimoni di Geova -Il triangolo di colore rosa identificava gli omosessuali -Il triangolo di colore azzurro identificava gli emigrati -Il triangolo di colore verde identificava i delinquenti comuni -La stella di Davide costituita da due triangoli di colore giallo appositamente sovrapposti identificava i prigionieri ebrei. Oggi la Stella di Davide campeggia al centro della bandiera di Israele. Cafaro Martina - III B
La «Notte dei Cristalli» Nel 1935 il Terzo Reich emanò le «Leggi di Norimberga» , con le quali gli ebrei furono dichiarati ‘razza inferiore’ e privati di tutti i diritti civili e politici. Negli anni successivi tutte le comunità ebraiche furono confinate in GHETTI e private definitivamente della possibilità di guadagnarsi da vivere.
Nel 1938 anche ai liberi professionisti fu proibita qualunque attività, la persecuzione si inasprì ulteriormente, raggiungendo il culmine, ai primi di Novembre, in un gigantesco POGROM (devastazione/spedizione punitiva) organizzato dalla Gestapo: la cosiddetta ‘Notte dei Cristalli’, durante la quale nell’intera Germania le SS infransero le vetrine di 7500 negozi, incendiarono 200 sinagoghe, saccheggiarono abitazioni, massacrarono quasi cento israeliti e confiscarono le loro proprietà. Le piazze delle città inoltre furono trasformate in enormi bracieri, dove furono bruciati migliaia di libri non graditi ai nazisti. Espinal Antonio e Perrone Marina - III B
AUSHWITZ Il complesso dei campi di Aushwitz, il più grande mai realizzato dal nazismo, svolse un ruolo fondamentale nel progetto di ‘soluzione finale della questione ebraica’, eufemismo con il quale i nazisti indicarono lo sterminio degli ebrei. Diventato il simbolo universale del LAGER, Aushwitz fu realizzato nel cuore dell’Europa orientale del XX secolo.
Nel 1979 il sito venne dichiarato patrimonio dell’umanità dell’UNESCO. La denominazione iniziale Aushwitz Concentration Camp verrà ufficialmente cambiata in Aushwitz Birkenau. Appena arrivati a destinazione, i treni venivano rapidamente scaricati del loro triste carico umano e avveniva la selezione: chi poteva lavorare e chi veniva Luperto Sara- III B mandato direttamente alla morte.
- Slides: 22