Le responsabilit professionali dellAssistente Sociale a cura di
Le responsabilità professionali dell’Assistente Sociale a cura di Simonetta Filippini Elisabetta Bianchi
• Titolo V Responsabilità dell’ AS nei confronti di colleghi ed altri professionisti • Titolo VI Responsabilità dell’AS nei confronti dell’ 0 rganizzazione di Lavoro • Titolo VII Responsabilità dell’AS nei confronti della professione • Responsabilità Giuridiche
Responsabilità nei confronti di colleghi e altri professionisti q Collaborare obiettivi condivisi (conoscere insieme) q Sostenere colleghi che sono all’inizio dell’attività professionale q Adoperarsi per la soluzione di possibili contrasti (co-costruzione di accordi condivisi)
Rispetto delle norme etico – deontologiche (art. 42) “L’ AS si adopera affinchè vengano rispettate le norme etico deontologiche, fornisce informazioni sulle specifiche competenze e sulla metodologia per salvaguardare il proprio e l’altrui ambito di intervento. ” La conoscenza del Codice è un obbligo! ü rendere visibile la metodologia e i processi valutazione ü delimitare con precisione gli spazi di azione ü far conoscere la professione ai cittadini
Obbligo di segnalazione all’Ordine Professionale (art. 43) “L’AS che viene a conoscenza di fatti, condizioni o comportamenti di colleghi o di altri professionisti, che possano arrecare grave danno a utenti, ha l’obbligo di segnalare la situazione all’Ordine” Ricercare occasioni di chiarimento; individuare responsabilità reciproche Valutare attentamente le conseguenze della segnalazione Verificare l’attendibilità dei fatti e delle informazioni AS può fare
Responsabilità dell’Assistente Sociale nei confronti dell’Organizzazione di lavoro “L’organizzazione è vista in una prospettiva che ne valorizzi l’aspetto processuale e l’influenza delle persone, che quotidianamente interpretano le norme e gestiscono le relazioni di potere. Ogni persona contribuisce a creare la cultura organizzativa. ” Giddens Approccio proattivo
LE FORME DI TUTELA PROFESSIONALE (art. 44) “L’ AS deve chiedere il rispetto del suo profilo e della sua autonomia professionale, la tutela anche giuridica nell’esercizio delle sue funzioni e la garanzia del rispetto del segreto professionale e del segreto d’ufficio. ” TUTELA Proteggere: evitare rischi dalle responsabilità civili, penali e disciplinari Promuovere: capacità di agire in modo consapevole, esplorare opportunità di intervento Che cosa mi vieta il diritto? Che cosa mi permettono il diritto e la norma?
FORME DI TUTELA PERCORRIBILI STRATEGIE • Studio di materie specifiche di servizio sociale, dei fenomeni politici sociali e della normativa; • Conoscenza dei diversi modelli organizzativi/gestionali implementati sul territorio nazionale; • Documentare e argomentare il proprio lavoro e le conoscenze acquisite; • Assumere un atteggiamento contrattuale con l’utenze e con gli altri STRATEGIE servizi; • Mantenere rapporti costanti con l’Ordine regionale; • Assumersi la responsabilità di farsi conoscere, riconoscere e STRAETGIE riconoscersi nella comunità professionale.
CONTRIBUTO ALLA PROGRAMMAZIONE DELLE POLITICHE SOCIALI “L’ AS deve contribuire al miglioramento della politica, delle procedure dell’organizzazione di lavoro […] alla qualità degli interventi, alla pianificazione e programmazione dei servizi. ” Saper essere non si tratta di utilizzare al meglio le scarse risorse finanziarie … Saper fare Saper AGIRE Come posso generare nuove risorse? Produrre organizzazione; progettare; costruire relazioni lavorative…
AZIONI COMPATIBILI ED EFFICACI (artt. 46 -47) • “L’ AS non deve accettare o mettersi in condizioni di lavoro che comportino azioni incompatibili con i principi e le norme del Codice[…]”. • “L’ AS deve adoperarsi affinchè le sue prestazioni si compiano nei termini di tempo adeguati a realizzare interventi efficaci, in un ambiente idoneo a tutelare la riservatezza dell’utente” (benessere organizzativo) RINFORZANO L’AZIONE PROFESSIONALE
CARICHI DI LAVORO L’ AS deve segnalare l’eccessivo carico di lavoro presa in carico inadeguata! CARICO DI LAVORO quantità di tempo necessaria a produrre un “prodotto”; quantità e qualità di risorse umane per lo svolgimento di un’attività.
Investire nella valutazione e autovalutazione Valorizzare la documentazione professionale Come gestire un eccessivo carico di lavoro? Periodica rendicontazione del proprio lavoro ai responsabili
PROMUOVERE AGGIORNAMENTO, FORMAZIONE E SUPERVISIONE (art. 51) - L’ AS deve richiedere opportunità di aggiornamento e formazione e deve adoperarsi affinchè si sviluppi la supervisione. VANTAGGI per l’ente per il professionista
RESPONSABILITA’ NEI CONFRONTI DELLA PROFESSIONE I. III. IV. V. Promozione e tutela della professione Onorari Sanzioni Rapporti con il Consiglio dell’Ordine Attività professionale dell’assistente sociale all’estero e attività degli assistenti sociali stranieri in Italia VI. Aggiornamento del Codice
Promozione e tutela della Professione (artt. 52 a 56) Sono due finalità dei Consigli dell’Ordine: CNOAS - CROAS L’esercizio della professione • Iscrizione obbligatoria all’Albo Impegni del professionista • Impegnarsi “oltre” l’attività ordinaria- far conoscere la professione • Supervisione didattica Il dovere della formazione continua • Obiettivo: prestazioni qualificate • Opportunità di accrescimento e aggiornamento
ONORARI PROFESSIONALI (artt. 57 a 59) Esercizio libera professione Intesa sull’ onorario fra AS e cliente. Onorario Legato al concetto di prestazione. Determinazione degli onorari AS deve attenersi alle indicazioni fornite dal CNOAS; Va concordato con il cliente secondo i criteri di chiarezza.
SISTEMA SANZIONATORIO (artt. 60 -62) • Esercizio abusivo della professione è soggetto a denuncia e a sanzioni disciplinari. • Sanzioni disciplinari in caso di inosservanza di precetti e obblighi presenti nel Codice. • Il procedimento disciplinare è promosso d’ufficio a seguito di denuncia o segnalazioni provenienti dall’ autorità giudiziaria, da enti o da privati. • Nel caso di studi associati è responsabile sotto il profilo disciplinare il singolo professionista a cui si riferiscono i fatti.
I RAPPORTI DEL PROFESSIONISTA CON IL CONSIGLIO DELL’ORDINE (artt. 64 a 66) AS dovere di collaborazione con i CROAS; AS deve fornire i propri dati aggiornati ed elementi utili alla costruzione di banche dati; AS che fa parte del COAS o CROAS deve adempiere l’incarico con impegno costante e deve rendere conto del suo operato. scarso interesse del professionista!!!
ASSISTENTI SOCIALI ALL’ESTERO E ASSISTENTI SOCIALI STRANIERI IN ITALIA (artt. 67 -68) - AS all’estero è tenuto a seguire le indicazioni del Codice del Paese in cui si trova ad esercitare la professione; - I Codici a livello internazionale hanno una struttura analoga ai principi del Codice Etico Internazionale (2014) http: //ifsw. org/polices/statment-of-ethical-priples; http: //ifsw. org/resources/publications/national-codes-of-ethics (per i Codici dei diversi paesi ); - AS stranieri in Italia titoli accademici e professionali sottoposti ad una procedura di revisione da parte del Ministero della Giustizia; percorsi di studi integrativi e tirocinio di adattamento per richiedere l’iscrizione all’Albo;
I RAPPORTI CON LE ORGANIZZAZIONI DI SERVIZIO SOCIALE (art. 68) Collaborazione con le organizzazioni di Servizio Sociale nazionale e internazionale sinergie con le Associazioni Professionali e partecipazione alle Conferenze IFWS (Federazione Internazionale degli AS) AGGIORNAMENTO DEL CODICE (art. 69) • Le regole etiche sono sempre oggetto di interpretazione e cambiamento; • Osservatorio Nazionale (2009); • Ogni CROAS nomina un rappresentante all’interno dell’Osservatorio (che si riunisce periodicamente nelle 3 aree territoriali “nord-centro-sud”e in plenaria presso il CNOAS)
RESPONSABILITA’ GIURIDICHE obbligo di rispondere delle conseguenze commissive od omissive che ha prodotto lesioni
1. Responsabilità civile - risarcimento del danno. - Contrattuale ed extracontrattuale. 2. Responsabilità penale - commissione di un reato a titolo di dolo, colpa o preterintenzione, per i quali si sarà soggetti a una sanzione che incide sulla libertà personale e/o di carattere pecuniario. 3. Responsabilità disciplinare - violazione degli obblighi lavorativi e do norme deontologiche. 4. Responsabilità amministrativa obbligo di risarcire i danni causati alla pubblica amministrazione. 5. Responsabilità dirigenziale -mancato conseguimento degli obiettivi - inosservanza di direttive.
L’ Assistente Sociale risponde dei • REATI COMUNI commessi come chiunque cittadino • REATI PROPRI commessi da soggetti che rivestono una determinata qualifica Es: pubblico ufficiale o pubblico servizio
Quattro fattispecie che preoccupano gli Assistenti Sociali … 1. Omissione di denuncia (art. 361 -362 c. p. ) Obbligo di denuncia scatta quando: a) notizia di reato; b) acquisita nell’esercizio o causa dell’esercizio o del servizio; c) reati procedibili d’ufficio 2. Omissione o il rifiuto d’atti d’ufficio (art. 328 c. p. ) a) rifiuto indebito di compiere, senza ritardo, un atto dovuto per ragioni di giustizia o sicurezza pubblica, di sanità e di igiene; Pena reclusione da sei mesi a due anni. b) non compiere, entro 30 giorni dalla richiesta di chi abbia interesse, l’atto dovuto, omettendo di esporre le ragioni del ritardo. Pena reclusione fino a un anno o multa fino a 1032€.
… tra norme giuridiche e codice deontologico 1/2 3) Violazione del segreto professionale (art. 622 c. p) la rivelazione senza “giusta causa”, è punita, se dal fatto può derivare nocumento, con la reclusione fino a un anno o con la multa da euro 30 a 515. Il reato di rivelazione di segreto professionale è procedibile a querela di parte solo la persona offesa può sporgere denuncia. 4) Violazione del segreto d’ufficio ( 326 c. p. ) Reati contro la P. a. divieto imposto al dipendente pubblico di trasmettere le informazioni riguardanti provvedimenti e operazioni amministrative concluse o in corso.
… tra norme giuridiche e codice deontologico 2/2 “ La Riservatezza e il Segreto Professionale costituiscono diritto primario dell’utente e dovere dell’ assistente sociale, nei limiti della normativa vigente”. (art. 23 del Codice Deont. ) Riservatezza e segreto professionale: godono di una tutela differenziata! - Diritto alla riservatezza art. 2 Cost. ; D. lgs. 30 giugno 2003 n. 196; AS deve utilizzare le informazioni con la necessaria “discrezione” (mantenere la sfera intima e privata della persona al riparo); - Diritto al segreto professionale proteggere le notizie che sono state acquisite in un contesto professionale e che, se rivelate, potrebbero il soggetto a un grave danno. (L. 119/2001). - Entrambi i diritti non sono assoluti in determinate situazioni possono cedere il passo ad altri diritti o ad altri doveri !! ( sent. 1469/2008)
OBBLIGHI SPECIFICI (artt. 29 e 32) • L’ assistente sociale deve collaborare alla costituzione di banche dati, accessibili grazie ai mezzi elettronici o cartacei, garantendo il diritto degli utenti alla riservatezza. • La sospensione dall’esercizio della professione e la cancellazione dall’Albo non esimono l’AS dagli obblighi previsti dal Codice ai quali è moralmente e giuridicamente vincolato
L’esperienza dell’Ordine professionale degli Assistenti Sociali dell’Emilia-Romagna OASER progetto “responsabilità professionali” (2011) Formatori Assistenti Sociali esperti in co-progettazione e gestione dei laboratori 3 FASI laboratorio di tre giornate (per 40 as); tre gruppi di approfondimento; tre seminari rivolti agli operatori della Regione.
1) Gruppo di lavoro “rischi professionali da monitare” 2) Gruppo di lavoro “gli ancoraggi della professione” 3) Gruppo di lavoro “strategie di tutela professionale” La frequenza alle 3 giornate seminariali è stata di circa 800 Assistenti Sociali!
Esempio: Gruppo lavoro di Piacenza “Rischi professionali” • Disequilibrio tra mandato sociale, professionale e istituzionale • Non conoscenza del territorio • Non conoscenza dei mutamenti socio-culturali • Il pregiudizio • Isolamento professionale • Autoreferenzialità
Perché nasce il progetto? - modificare impianto formativo - sperimentare azioni formative partecipate - comunità professionale Obiettivo ruolo attivo dei partecipanti attraverso la valorizzazione delle esperienze Risultati recupero creatività ed entusiasmo; crescita e responsabilizzazione verso l’attività didattico -formativa. Promuovere strategie di preparazione dei formatori Formazione continua: qualificazione dei servizi al cittadino
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