Le forme metriche la canzone una delle strutture

















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Le forme metriche: la canzone �una delle strutture metriche maggiori della lirica italiana, tra le più versatili insieme al sonetto, codificata già da Dante nel De vulgari eloquentia �dal nome ‘canzone’ e dalla tradizione dei trovatori provenzali e francesi si rivela il legame anticamente esistente con il canto: i poeti francesi componevano sia le parole sia la musica, ma questo legame andò perduto fin dalle origini della poesia italiana, cioè dai poeti della scuola siciliana �restano tre varianti di questa forma metrica: 1. canzone antica o classica o petrarchesca 2. canzone pindarica 3. canzone libera
Le forme metriche: la canzone � struttura: o la canzone è costituita da un numero variabile di stanze (ricorda: stanza = strofa) o le stanze sono tra loro uguali per numero, disposizione e qualità di versi e per lo schema di rime (il che però non significa che le rime di una stanza si ripetano uguali nella stanza successiva) o i versi sono in genere o tutti endecasillabi o endecasillabi alternati a settenari (possono esserci anche forme più variabili)
Le forme metriche: la canzone � struttura: o la stanza è divisa in due parti: 1. la fronte → formata sempre da due piedi (raramente da tre) 2. la sirma → formata da una o due volte attenzione → la sirma nella canzone classica-petrarchesca può anche essere indivisa (quindi senza divisione in volte) o tra fronte e sirma può esserci un verso chiamato diesi, che rima con l’ultimo della fronte
Le forme metriche: la canzone � struttura: o o alla fine della sirma può esserci un distico a rima baciata al termine della serie di stanze, quindi a chiusura dell’intera canzone, c’è generalmente un congedo o commiato che può essere metricamente uguale a un’intera stanza, oppure alla sirma, oppure all’ultima parte della sirma
Francesco Petrarca Chiare, fresche et dolci acque I stanza (13 vv. ) 5 10 Chiare, fresche et dolci acque, ove le belle membra pose colei che sola a me par donna; gentil ramo ove piacque (con sospir’ mi rimembra) a lei di fare al bel fiancho colonna; herba et fior’ che la gonna leggiadra ricoverse co l’angelico seno; aere sacro, sereno, ove Amor co’ begli occhi il cor m’aperse: date udïenza insieme a le dolenti mie parole extreme.
Francesco Petrarca Chiare, fresche et dolci acque 5 10 Chia-re, -fre-sche et-dol-ci ac-que, o-ve-le-bel-le-mem-bra po-se-co-lei-che-so-la a-me-par-don-na; gen-til-ra-mo o-ve-piac-que (con-so-spir’-mi-ri-mem-bra) a-lei-di-fa-re al-bel-fian-cho-co-lon-na; her-ba et-fior’-che-la-gon-na leg-gia-dra-ri-co-ver-se co-l’an-ge-li-co-se-no; ae-re-sa-cro, -se-re-no, o-ve A-mor-co’-be-gli oc-chi il-cor-m’a-per-se: da-te u-dï-en-za in-sie-me a-le-do-len-ti-mie-pa-ro-le ex-tre-me. settenario settenario endecasillabo settenario endecasillabo�
Francesco Petrarca Chiare, fresche et dolci acque 5 10 Chiare, fresche et dolci acque, ove le belle membra pose colei che sola a me par donna; gentil ramo ove piacque (con sospir’ mi rimembra) a lei di fare al bel fiancho colonna; herba et fior’ che la gonna leggiadra ricoverse co l’angelico seno; aere sacro, sereno, ove Amor co’ begli occhi il cor m’aperse: date udïenza insieme a le dolenti mie parole extreme. a b C c d e e D f F settenario settenario endecasillabo settenario endecasillabo
Francesco Petrarca Chiare, fresche et dolci acque 5 10 Chiare, fresche et dolci acque, ove le belle membra pose colei che sola a me par donna; gentil ramo ove piacque (con sospir’ mi rimembra) a lei di fare al bel fiancho colonna; a b C 1° piede della fronte herba et fior’ che la gonna c diesi leggiadra ricoverse co l’angelico seno; aere sacro, sereno, ove Amor co’ begli occhi il cor m’aperse: d e e D sirma date udïenza insieme a le dolenti mie parole extreme. f F distico a rima baciata 2° piede della fronte
Francesco Petrarca Chiare, fresche et dolci acque I stanza → ab. C c dee. D f. F II stanza → abc ab. C c dee. D f. F IV stanza → abc ab. C c dee. D f. F congedo → Ab. B N. B. Tra le varie stanze c’è corrispondenza nel tipo e nella disposizione dei versi, nel tipo e nella disposizione di rima, nella struttura interna alla stanza, ma le rime non si ripetono uguali di stanza in stanza. Le rime sono, però, indicate ripetendo le stesse lettere, differenziate per numero di stanza, per sopperire all’insufficienza della sequenza alfabetica → quindi, indicare ad esempio I stanza, rima a e IV stanza, rima a significa riferirsi a due rime diverse.
Francesco Petrarca Chiare, fresche et dolci acque I st. �inversione di vocali: a/b �assonanza: d/f �rima ricca: vv. 2/5 �rima paronomastica: vv. 9/10 II st. consonanza + inversione di vocali: e/f assonanza: b/f rima equivoca: vv. 21/24 allitterazione p-o-r: tutto il v. 24 Ø allitterazione: ripetizione di vocali, consonanti o sillabe omofone Ø assonanza: ripetizione di sillabe omofone o in clausola al verso (tanto da poter essere considerata una rima imperfetta). A volte si può anche intendere uguaglianza delle sole vocali, diversamente dalla consonanza che significa uguaglianza tra le sole consonanti. Ø paronomasia: accostamento di parole che hanno suono simile, ma significato diverso Ø rima ricca: quando l’identità fonica si estende a ritroso prima della tonica, di uno o più suoni (per es. , stagione : cagione, in Inf. I, 41, 43; sentero : altero, in Canz. XIII, 13, 14) Ø rima equivoca: quando rimano tra loro due o più parole foneticamente identiche (omofone), ma diverse per significato e per appartenenza grammaticale Ø rime etimologiche: o rime derivative, tra rimanti collegati da un rapporto, reale o anche apparente, di derivazione
Francesco Petrarca Chiare, fresche et dolci acque III st. �parziale consonanza: a/b, C/d �condivisione della tonica: a/b, C/d/f �rime etimologiche: vv. 28/31, 35/36 �tendenza alla rima ricca: vv. 34/37 �allitterazione: vv. 33/34 IV st. inversione delle vocali: C/d assonanza: d/f rima ricca e paronomastica: vv. 40/43 Ø allitterazione: ripetizione di vocali, consonanti o sillabe omofone Ø assonanza: ripetizione di sillabe omofone o in clausola al verso (tanto da poter essere considerata una rima imperfetta). A volte si può anche intendere uguaglianza delle sole vocali, diversamente dalla consonanza che significa uguaglianza tra le sole consonanti. Ø paronomasia: accostamento di parole che hanno suono simile, ma significato diverso Ø rima ricca: quando l’identità fonica si estende a ritroso prima della tonica, di uno o più suoni (per es. , stagione : cagione, in Inf. I, 41, 43; sentero : altero, in Canz. XIII, 13, 14) Ø rima equivoca: quando rimano tra loro due o più parole foneticamente identiche (omofone), ma diverse per significato e per appartenenza grammaticale Ø rime etimologiche: o rime derivative, tra rimanti collegati da un rapporto, reale o anche apparente, di derivazione
Francesco Petrarca Chiare, fresche et dolci acque V st. � parziale consonanza b/e � assonanza a/C � inversione delle vocali: d/f � rima ricca: vv. 60/63 � rima paronomastica: vv. 64/65 Ø allitterazione: ripetizione di vocali, consonanti o sillabe omofone Ø assonanza: ripetizione di sillabe omofone o in clausola al verso (tanto da poter essere considerata una rima imperfetta). A volte si può anche intendere uguaglianza delle sole vocali, diversamente dalla consonanza che significa uguaglianza tra le sole consonanti. Ø paronomasia: accostamento di parole che hanno suono simile, ma significato diverso Ø rima ricca: quando l’identità fonica si estende a ritroso prima della tonica, di uno o più suoni (per es. , stagione : cagione, in Inf. I, 41, 43; sentero : altero, in Canz. XIII, 13, 14) Ø rima equivoca: quando rimano tra loro due o più parole foneticamente identiche (omofone), ma diverse per significato e per appartenenza grammaticale Ø rime etimologiche: o rime derivative, tra rimanti collegati da un rapporto, reale o anche apparente, di derivazione
Le forme metriche: il madrigale �è componimento aulico di argomento amoroso, legato alla musica polifonica �struttura: due o tre strofe di tre endecasillabi ciascuna, con varie rime o una coppia di endecasillabi a rima baciata (questa coppia di versi può presentarsi talora raddoppiata, con rima alterna, o essere sostituita da un solo verso oppure può talora essere assente) o
Le forme metriche: il madrigale �diffusione: o consacrato dal canzoniere di Petrarca o molto utilizzato nel Cinquecento (Torquato Tasso) e nel Seicento (il madrigale barocco, anche di argomento religioso e filosofico): agli endecasillabi possono alternarsi i settenari e le rime possono essere meno variabili o cadde in disuso dal Settecento in poi, riducendosi a componimento galante e brevissimo o torna in uso alle soglie del Novecento con Carducci e d’Annunzio
Francesco Petrarca Nova angeletta sovra l’ale accorta scese dal cielo in su la fresca riva, là ’ond’io passava sol per mio destino. Poi che senza compagna et senza scorta mi vide, un laccio che di seta ordiva tese fra l’erba, ond’è verde il camino. Allor fui preso, et non mi spiacque poi, sì dolce lume uscia degli occhi suoi. B C A B C D D A ABC = replicata DD = distico a rima baciata Le rime B e C sono accomunate dalla stessa vocale tonica -i. Le rime A e D sono accomunate dalla stessa vocale tonica -o(vv. 1 e 4) accorta : scorta → rima ricca = quando l’identità fonica si estende a ritroso prima della tonica, di uno o due suoni (in questo caso di uno: -cprima di -ò-)
Francesco Petrarca Nova angeletta sovra l’ale accorta scese dal cielo in su la fresca riva, là ’ond’io passava sol per mio destino. Un’angioletta mai vista prima, abile al volo, scese dal cielo sulla fresca riva, dove io passavo solo, per caso angeletta = diminutivo di angela (equivalente a angiola > angioletta) = piccola figura angelica accorta sovra l’ale = abile al volo (quindi abile a catturare e a non lasciarsi catturare)
Francesco Petrarca Nova angeletta sovra l’ale accorta Poi che senza compagna et senza scorta mi vide, un laccio che di seta ordiva tese fra l’erba, ond’è verde il camino. Allor fui preso, et non mi spiacque poi, sì dolce lume uscia degli occhi suoi. Poiché mi vide senza compagnia e senza scorta armata, tese fra l’erba di cui è verde il terreno un laccio che ordiva con la seta. Allora fui catturato e non fu per me un dispiacere, tanto dolce era la luce che usciva dai suoi occhi. ambientazione naturale idillico-campestre: la fresca riva di un fiume, il terreno erboso + tipica figura femminile: la pastorella o l’angioletta → rovesciamento con effetto parodico dei canoni del genere ‘pastorella’: la figura femminile, generalmente preda dell’agguato amoroso, è sostituita dalla figura dell’uomo solo e indifeso, catturato dalla donna → cfr. Amore e la metafora della caccia