Le buone pratiche per prevenire lo spreco e
Le buone pratiche per prevenire lo spreco e la dispersione della plastica MONZA 05 Febbraio 2020 Dr. Enrico Pivari BRIANZACQUE I. T. I. S. Mosè Bianchi
Mai invenzione umana si è rilevata così utile e deleteria allo stesso tempo; la plastica ha veramente rivoluzionato le nostre vite, ma ha anche creato un inquinamento difficilmente arrestabile. Derivato del petrolio, la plastica è un materiale che impiega centinaia di anni per biodegradarsi. La plastica è un inquinante del terreno e del mare, provocando la morte quotidiana di animali e finendo persino nel nostro piatto. Questo materiale infatti non degrada, ma si spezzetta fino ad arrivare a dimensioni microscopiche possono finire nel nostro cibo e nelle bevande.
Le materie plastiche più diffuse sul mercato dei prodotti di consumo sono: • Polietilene (PE): sacchetti, flaconi per detergenti, giocattoli, pellicole e altri imballi; • Polipropilene (PP), con usi diversissimi: oggetti per l'arredamento, contenitori per alimenti, flaconi per detersivi e detergenti, moquette, mobili da giardino; • Cloruro di Polivinile (PVC): vaschette per le uova, film, tubi; è anche nelle porte, nelle finestre, nelle piastrelle; • Polietilene Tereftalto (PET): bottiglie per bevande, fibre sintetiche, nastri per cassette; • Polistirene, anche detto polistirolo (PS): vaschette per alimenti, posate, piatti, bicchieri;
• Per inquinamento causato dalla plastica si intende la dispersione e l'accumulo di prodotti plastici nell‘ambiente causando problemi all‘habitat di fauna e flora selvatica così come all'habitat antropizzato. Tale tipo di inquinamento interessa l‘aria, il suolo, i fiumi, i laghi e gli oceani. • L'importanza e la rilevanza di questo tipo di inquinamento derivano dalla economicità della plastica e dalla sua alta durabilità nel tempo e quindi alla produzione di grandissimi quantitativi della stessa per i più svariati usi.
• L'inquinamento dalla plastica si può verificare in varie forme, tra cui rifiuti abbandonati in terra e in mare e particelle di plastica in acqua. Una grande percentuale di plastica prodotta ogni anno viene utilizzata una sola volta e poi gettata. • Per l’Agenzia della Protezione dell’Ambiente degli Stati Uniti nel 2011 le plastiche costituivano oltre il 12% dei rifiuti solidi urbani. Negli anni sessanta, invece, costituivano meno dell'1%.
• Nel 2017 è stato presentato un rapporto redatto con analisi in tutto il mondo, sulla presenza di microparticelle di plastica nelle acque e nell'aria , che per le loro ridotte dimensioni entrano nelle catene alimentari. Le microparticelle sono prodotte col lavaggio degli indumenti sintetici, con l'usura di pneumatici, col deterioramento delle vernici, con il lavaggio di prodotti estetici.
Le plastiche alogene rilasciano sostanze chimiche nocive al terreno circostante, che penetrano in profondità raggiungendo falde acquifere o altre fonti d'acqua. I danni sono molto seri per le specie viventi che assumono questa acqua inquinata. Le aree utilizzate come discarica sono costantemente colmate da rifiuti di tipo plastico. In queste zone ci sono molti microrganismi che accelerano la degradazione biologica delle plastiche. Per quel che riguarda le plastiche biodegradabili , non appena vengono gettate, producono il metano , pericoloso gas serra che contribuisce significativamente al riscaldamento globale. Alcune discariche stanno prendendo l'iniziativa di installare dispositivi per la cattura del metano, che potrebbe essere utilizzato per produrre energia, ma la maggior parte degli stabilimenti non li ha ancora adottati. Si suppone che l'80% dei detriti che si trova nei mari provenga da terraferma attraverso i fiumi. L'inquinamento causato dalla plastica non colpisce soltanto l'Oceano Pacifico, ma anche il Mar Mediterraneo. A nord ovest dell’isola d’Elba, tra il corno della Corsica e la Capraia, è apparsa un’isola di rifiuti di plastica composta da frammenti più piccoli di 2 millimetri.
• L'inquinamento causato dalla plastica è potenzialmente pericoloso per gli animali, il che potrebbe influire negativamente sulle forniture alimentari umane. In primo luogo è altamente dannoso nei confronti dei grandi mammiferi marini ed è definito la loro più grande minaccia. Nello stomaco di alcuni animali marini, come la tartaruga marina , sono stati trovati pezzi di plastica, che ne hanno causato la morte. Quando questo succede, la morte degli animali è generalmente causata dalla fame, poiché questi materiali bloccano il loro tratto digestivo. Talvolta, invece, i mammiferi marini rimangono intrappolati in prodotti di plastica, come se fossero reti, rischiando di rimanere uccisi. Quando un animale si impiglia, infatti, la sua capacità di movimento è gravemente ridotta, rendendo quindi molto difficile trovare cibo. Se la morte non sopravviene, spesso tra le conseguenze ci sono gravi lacerazioni e ulcere. • Sono circa 260 le specie, tra cui invertebrati, che sono state danneggiate dall'inquinamento causato dalla plastica. È stato stimato che oltre 400. 000 mammiferi marini trovano la morte in questo modo negli oceani. Una ricerca condotta nel 2004 ha concluso che i gabbiani nel Mare del Nord hanno una media di trenta pezzi di plastica nel loro stomaco.
• Con lo scopo di limitare la diffusione di rifiuti di natura plastica, il governo italiano ha vietato dal 1 gennaio 2019 la produzione e la vendita di cotton fioc non biodegradabili e le microplastiche nei cosmetici dal 1 gennaio 2020. Secondo la Plastic strategy della Commissione Europea, entro il 2030 tutti gli imballaggi di plastica dovranno essere riciclabili o riutilizzabili e la messa al bando delle microplastiche dovrà ritenersi definitiva. • In diversi paesi (fra i quali l'Italia ed il Regno Unito ) è inoltre in discussione l'ipotesi di introdurre una speciale tassa sulla plastica (plastic tax) al fine di ridurre all'origine la produzione e l'utilizzo degli imballaggi in plastica non riciclabile e di limitarne così la diffusione, incentivando le aziende a considerare forme diverse di imballaggio dei propri prodotti, aumentandone il costo di produzione mediante l'applicazione di una imposta. • Nel dicembre 2017, l’Assemblea ambientale delle Nazioni Unite ha adottato un obiettivo globale per fermare lo scarico di plastica in mare
Il tema della plastic free (come abbiamo visto) comprende diversi aspetti della vita comune. Il corretto utilizzo della plastica e il suo riciclo riveste molteplici aspetti della vita di ogni giorno. L’aspetto forse più preponderante è quello che riguarda il suo smaltimento/riciclo nel ciclo di trattamento dei rifiuto solidi urbani.
Per riciclaggio dei rifiuti (o riciclo dei rifiuti) si intende l'insieme di strategie e metodologie volte a recuperare materiali utili dai rifiuti al fine di riutilizzarli anziché smaltirli direttamente in discarica. Il materiale riciclato previene dunque lo spreco di materiali potenzialmente utili, garantisce maggiore sostenibilità al ciclo di produzione/utilizzazione dei materiali, riduce il consumo di materie prime, l'utilizzo di energia e l'emissione di gas serra associati.
Riciclando PET, PVC e PE si riescono ad avere nuovi prodotti, per esempio: • Da PET, PVC e PE si ottengono, oltre ai nuovi contenitori, fibre per imbottiture, maglioni e indumenti in pile, moquette, interni per auto o lastre per imballaggi • Con il PVC riciclato si possono produrre tubi, scarichi per l'acqua piovana, raccordi e molti altri prodotti del settore edile • Con il PE riciclato si ottengono nuovi contenitori per i detergenti di casa o per uso personale, tappi, pellicole per imballaggi, casalinghi e così via • Con la plastica riciclata eterogenea vengono prodotte panchine, recinzioni, arredi per la città, cartelloni stradali
Curiosità: • La plastica recuperata si può trasformare in energia: con una bottiglia di plastica si può tenere accesa una lampadina di 60 watt per un'ora. • Con 20 bottiglie è possibile fare un pile. • Negli ultimi 20 anni l'uso della plastica nelle automobili è aumentato del 114% e si stima che, senza questo materiale, le auto peserebbero 200 Kg in più. • Una bottiglia di plastica può rimanere in acqua o sul terreno da un minimo di 100 anni ad un massimo di 1000. • Riciclando 1 Kg ( = 25 bottiglie ) di plastica, si risparmiano ben 30 KWh = 300 lampadine da 100 W accese per 1 ora. • Il 75% del materiale utilizzato per fabbricare una maglietta può essere dato da bottiglie di bevande gassate riciclate.
Per quanto riguarda l’aspetto che Brianzacque sta trattando per cercare di limitare l’uso della plastica, vi è l’installazione delle “Case dell’Acqua” nei Comuni che fanno parte della provincia di Monza e Brianza e degli erogatori di acqua potabile negli edifici pubblici ( Comuni, Biblioteche Scuole ecc. ).
65 CASE DELL’ACQUA 50 EROGATORI IN SCUOLE ED ENTI PUBBLICI 9, 8 MILIONI DI LITRI D’ACQUA EROGATI 1, 6 MILIONI DI EURO 9, 8 MILIONI DI LITRI EROGATI = -6, 5 MILIONI DI BOTTIGLIE DI PLASTICA DA 1, 5 LT RISPARMIATI DALLE FAMIGLIE 985 mila KG DI GAS SERRA RISPARMIATI 1, 6 EURO RISPARMIATI PER LO SMALTIMENTO DI BOTTIGLIE DI PLASTICA
65 CHIOSCHI 21 EROGATORI IN SCUOLE ED ENTI PUBBLICI 7, 7 MILIONI DI LITRI D’ACQUA EROGATI 1, 3 MILIONI DI EURO 7, 7 MILIONI DI LITRI EROGATI = -5, 1 MILIONI DI BOTTIGLIE DI PLASTICA DA 1, 5 LT RISPARMIATI DALLE FAMIGLIE 777 mila KG DI GAS SERRA RISPARMIATI 622 mila EURO RISPARMIATI PER LO SMALTIMENTO DI BOTTIGLIE DI PLASTICA
• • VANTAGGI SULL’UTILIZZO DELLE CASE DELL’ACQUA: Migliore impatto sull’ambiente, valorizzando il proprio territorio Riduzione dei costi di smaltimento Contributo ecologico: meno inquinamento Agevolazione del comune alle comunicazioni di servizio
Mappa delle 65 casette
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