Larte di educare Stare bene con i propri
L’arte di educare «Stare bene con i propri figli» Lino Cavedon linocavedon@gmail. com Camisano 13 novembre 2019
Educare è un’arte Educare è un intervento delicato e complesso che richiede non solo conoscenze/cultura, ma soprattutto sensibilità ed empatia. E’ necessario avere messo ordine nella propria storia di figli. Significa poi aiutare un figlio a sviluppare le sue potenzialità e a raggiungere gli obiettivi dell’identità e dell’autonomia. Vuol dire adoperarsi per far emergere la personalità del bambino rispettando le sue caratteristiche.
CICLO DI VITA E’ il processo che prende avvio e si svolge in costante contatto con le esperienze passate dell’individuo o della famiglia. Oggetto di studio: lo sviluppo dell’individuo lungo tutto il ciclo di vita
Il processo di sviluppo è naturalmente scandito da “eventi critici” che ogni individuo deve affrontare nel suo percorso di sviluppo. Questi eventi critici rappresentano dei punti di discontinuità nella vita del soggetto e necessitano di energia e di spinte evolutive.
Lo sviluppo si gioca tra i fattori di rischio e quelli di protezione e l’importanza della “resilienza” del soggetto: Il processo di un buon adattamento nonostante situazioni di rischio psicosociale Capacità di recupero di fronte alle avversità, allo stress I fattori protettivi mediano l’impatto degli eventi stressanti sulla vulnerabilità dell’individuo
Un processo multidimensionale e multidirezionali Un processo che continua per tutta la vita Un campo di studi multidisciplinari Un processo caratterizzato dalla plasticità Lo sviluppo è Un processo calato nella realtà storica e culturale Un processo che comprende conquiste e perdite Un processo interattivo tra individuo e ambiente
Lo sviluppo, realizzato attraverso il cambiamento e l’adattamento, continua durante tutta la vita (Datan, Rodeaver, Hughes, 1987) La psicologia del ciclo di vita si occupa di spiegare documentare, e influenzare tali cambiamenti Il corso della vita è caratterizzato sia dal cambiamento che dalla continuità
Cosa comporta la trasformazione • Ridefinizione dei ruoli, delle regole, delle gerarchie • Dei modelli interattivi • Della forma della famiglia (espansione, riduzione) • Trasformazioni a livello della coppia, della relazione figli-genitori, dei rapporti con la famiglia d’origine
Alcuni temi basilari 1. Il mio grado di compiutezza come persona e la soddisfazione per la mia vita 2. Il benessere a livello di coppia 3. Il figlio: scelto o subìto? 4. Faccio il genitore attingendo alla mia storia di figlio o sono libero nelle mie scelte educative? 5. Bigenitorialità
I bisogni irrinunciabili dei bambini (secondo Brazelton-Greenspan) • Bisogno di sviluppare costanti relazioni di accudimento • Bisogno di protezione fisica e sicurezza • Bisogno di esperienze modellate • Bisogno di esperienze appropriate • Bisogno di fornire dei limiti • Bisogno di comunità stabili • Salvaguardare il futuro
1. Il Bisogno di sviluppare costanti relazioni di accudimento
Quando vi sono relazioni sicure, i bambini diventano capaci di comunicare i loro sentimenti, a riflettere sui propri desideri e sviluppare rapporti con gli altri. Le relazioni insegnano a costruire dei modelli comportamentali. Le relazioni permettono al bambino di imparare a pensare. L’introspezione: in questo modo il bambino ha la possibilità di riconoscere, piuttosto che agire, i propri sentimenti. Quando un bambino impara che un suo sorriso dipinge sul volto del genitore, in risposta, un’espressione di gioia, può comprendere il nesso di causalità e generalizzare poi quella lezione emotiva al mondo che lo circonda.
Altrimenti… Altrimenti le emozioni si ingigantiscono. Le risposte di cui dispongono tali bambini sono di tipo generalizzato: rabbia, evitamento, ritiro, chiusura in se stessi, paura o azioni impulsive, incapacità attentive, frenesia del corpo.
2. Il bisogno di protezione, di tutela e di sicurezza
E’ in aumento il numero di bambini con problemi di attenzione, di controllo degli impulsi, di linguaggio, con difficoltà di apprendimento, instabilità d’umore e disturbi evolutivi generalizzati che interferiscono con il relazionarsi, il comunicare e il pensare. Difficile risulta isolare cause specifiche, il che fa pensare ad un modello di vita che produce una sorta di rischio cumulativo.
Si riscontra un livello molto alto di stress che agisce su alcuni aspetti della regolazione del sistema nervoso centrale, provocati da vari fattori quali: - le troppe attese nei confronti dei bambini; - la loro scarsa abitudine alla fatica; - la poca pazienza degli adulti e il poco tempo a disposizione che costringe a comprimere i tempi della relazione; - dolori di varia natura, ma soprattutto quelli emotivi ed affettivi. - l’inquinamento acustico e visivo in cui sono immersi;
Tre tipologie di fattori di protezione (Jourdan Jonescu 2001) A. Caratteristiche del bambino • buone capacità intellettive • buone capacità sociali (il bambino ha facilità ad entrare in contatto con gli altri, bambini e adulti e a mantenere queste relazioni) • buona autostima (ha fiducia in sé ed è sicuro dei propri comportamenti)
Tre tipologie di fattori di protezione (Jourdan Jonescu 2001) B. Caratteristiche dei genitori • struttura educativa adeguata (i genitori applicano regole chiare ed appropriate alle capacità e all’età dei figli, con modalità coerenti nel tempo, capacità di stabilire regole) • interazione positiva con il bambino (i genitori vivono momenti piacevoli con i loro figli facendo attività insieme, o semplicemente condividendo “buoni” momenti di vita quotidiana) • clima familiare affettuoso e caldo (ambiente gradevole nella famiglia, scambi affettivi frequenti)
Tre tipologie di fattori di protezione (Jourdan Jonescu 2001) C. Caratteristiche dell’ambiente • presenza di una ricca rete sociale di amicizie con i pari • adulti significativi nell’ambiente del bambino (queste relazioni sono utili perché consentono di allargare la visione degli adulti); • aiuto ai genitori rispetto all’educazione dei figli ricevuto attraverso la rete formale e informale dei servizi (vicini, scuola, parrocchia, servizi, ecc. ).
3. Il bisogno di esperienze modellate sulle differenze individuali
Le interazioni bambino/genitori Le interazioni tratti temperamentali del bambino e gli atteggiamenti dell’adulto facilitano lo sviluppo delle caratteristiche di personalità del bambino
4. Il bisogno di esperienze appropriate al grado di sviluppo
Nel crescere, i bambini passano attraverso differenti fasi di sviluppo • In ogni stadio sono indispensabili determinate esperienze • Quando un bambino passa ad un nuovo stadio evolutivo, continua ad aver bisogno delle tipologie di interazioni che caratterizzavano le fasi precedenti • I bambini superano queste tappe evolutive a velocità molto diverse • Occorre pertanto osservare il livello raggiunto dal bambino in ognuno dei vari ambiti (motorio, cognitivo, linguistico, emotivo e sociale)
5. Il bisogno di definire ruoli e regole in un contesto d’amore
COSA SONO LE REGOLE? Definiscono le aspettative di comportamento da parte dei genitori Assumono significato e valore all’interno di un legame affettivo Sono necessarie sia in famiglia che a scuola A livello sociale garantiscono convivenza corretta
Funzioni delle regole 1. I limiti danno CONTENIMENTO. I bambini altrimenti credono che tutto sia possibile. 2. Garantiscono SICUREZZA (distinzione bene /male, regole salva vita) 3. Aiutano il bambino ad essere AUTONOMO E LIBERO e ad imparare COMPETENZE
SIGNIFICATI DELLA TRASGRESSIONE E DELLA DISOBBEDIENZA • • • Richiesta di attenzione La sfida e la prova di forza Mancanza di amore Contraddittorietà tra i genitori Incoerenza nei genitori …
Il 90% del compito di insegnare ai bambini a interiorizzare i limiti si basa sul loro desiderio di piacere a coloro che li circondano.
Il senso morale nasce dal cercare di essere simili a un adulto che essi ammirano I motivi per cui i bambini vogliono rispondere alle attese degli adulti sono importanti in quanto agiscono in profondità sui loro vissuti e condizionano l’approccio alle regole. Così nascono modelli interiorizzati che guidano il comportamento. .
6. Il bisogno di comunità stabili e di continuità culturale
E’ importante che un bambino viva all’interno di una comunità che dimostra un senso di coesione e di identità I livelli di sviluppo degli individui devono accompagnarsi a livelli diversi di organizzazione di una comunità: • 1° livello: la protezione e la sicurezza fisica • 2° livello: procurare un senso di coesione e di unione fra i membri: il principio del benessere del bambino viene condiviso • 3° livello: come i membri comunicano allo scopo di raggiungere obiettivi • 4° livello: le comunità condividono simboli, valori, ideali • 5° livello: le comunità si caratterizzano per il grado in cui sono capaci di riflettere su se stesse e di studiare piani per il futuro in maniera attiva.
7. Salvaguardare il futuro: l’orizzonte di senso
Lo stile genitoriale è la modalità prevalente con cui ci si relaziona con il proprio figlio/a. Può dipendere : • dallo stile genitoriale dei propri genitori • dalle esperienze avute con altre figure di riferimento • dalla capacità introspettiva e di elaborazione dei propri vissuti • dalla cultura educativa e dal confronto
Stili genitoriali di Anna Oliviero Ferraris • Autoritario (alto controllo/basso supporto) • Permissivo (alto supporto/basso controllo) • Iperprotettivo (alto controllo/alto supporto), (verso la dipendenza) • Trascurante (basso supporto/basso controllo) • Autorevole (alto controllo/alto supporto), (verso l’autonomia)
Stile autoritaristico ALTO CONTROLLO-BASSO SUPPORTO Il genitore da regole restrittive senza informazione. I genitori che hanno un approccio autoritaristico con i figli sono severi, stabiliscono regole senza fornire spiegazioni e non tengono conto dell'opinione dei figli. Attuano una educazione basata sui «no» ; La disobbedienza è interpretata come una minaccia all'autorità.
Stile permissivo ALTO CONTROLLO-BASSO SUPPORTO Non ci sono nè limiti nè richieste. I genitori si aspettano che i figli si educhino da soli, possono essere affettuosi e molto tolleranti ma non si propongono come guida, possono incoraggiare ma essere incoerenti. I genitori cedono spesso alle richieste dei figli affidando loro decisioni che non competono. I genitori permissivi pretendono raramente dai figli comportamenti responsabili e spesso non esercitano su di loro né controllo né autorità.
Stile iperprotettivo ALTO CONTROLLO, ALTO SUPPORTO Si induce dipendenza Genitori affettuosi ma troppo ansiosi, interventisti, infantilizzano i figli, formano legami simbiotici Sono iperprotettivi, sono cioè eccessivamente preoccupati per ciò che potrebbe accadere ai figli in loro assenza, hanno paura che possano sbagliare, incorrere in pericoli. Quindi li rincorrono costantemente con le loro ansie.
Stile trascurante BASSO CONTROLLO-BASSO SUPPORTO Il genitori non sono nè esigenti nè recettivi, ma sono distaccati, possono ignorare le necessità dei figli, hanno scarso interesse per ciò che i figli fanno, non forniscono loro strumenti di comprensione del mondo.
Stile autorevole ALTO SUPPORTO-ALTO CONTROLLOSi incrementa autonomia Il genitore richiede rispetto e stabilisce regole adatte all’età, è affettuoso e coerente, non è invadente, incoraggia e promuove l’autonomia, fornisce strumenti di comprensione del mondo, si assume le sue responsabilità e sa dire di no. I genitori autorevoli sono coloro che riescono a dosare autorità e dialogo, fermezza e comprensione, capacità di essere assertivi e di negoziazione. Il genitore autorevole ascolta il pensiero del figlio ma allo stesso tempo stabilisce e mantiene delle regole.
Riflettiamo sullo stile autorevole L’autorevolezza è uno stile educativo sano, non soffocante né repressivo, evita la permissività e l’autoritarismo che favoriscono nei figli insicurezza e insoddisfazione.
Codice materno Il codice materno è incentrato sul principio di appartenenza e sulla soddisfazione dei bisogni. Il codice educativo materno è incline all’empatia, all’accoglienza, alla protezione, alla cura ed alla vicinanza fisica. E’ caratterizzato da: protezione e cura, soddisfazione dei bisogni, comprensione e gratificazione.
Codice paterno La funzione del codice paterno è la trasmissione delle regole di vita sociale, di limiti e confini. Si attua nei seguenti modi: • dare responsabilità, • spinta all’esperienza e alla consapevolezza di sé, • stimolare alla conquista della vita, • autonomia.
L’ascolto empatico è quella tipologia di ascolto che utilizza l’empatia come modalità di conoscenza dell’altro, che si ottiene attraverso la sospensione del giudizio e accurati feedback. È rispettoso del contenuto e della relazione, tiene conto degli aspetti affettivi.
Ricordiamoci che ci sono dei modi «tipici» che i bambini hanno per comunicare le loro difficoltà • Disturbi del sonno, • Enuresi notturna, • Forte rifiuto di separarsi dalla mamma, • Calo/aumento spropositato dell’appetito, • Crisi di rabbia inconsolabili, • Frequenti «capricci» , • Fobia scolastica, • …
AUTOSTIMA • Scaturisce dopo avere preso coscienza di talenti e limiti. • E' la considerazione che un individuo ha di se stesso, il valore e il giudizio che si attribuisce, ciò che sente di contare come persona. • In tal modo si può affrontare l’» ignoto»
Esempio di un mancato ascolto empatico tratto da «Un genitore quasi perfetto» Bruno Bettelheim «Mostrai il mio capolavoro alle persone grandi, domandando se il disegno le spaventava. Ma mi risposero: Spaventare? Perché mai uno dovrebbe essere spaventato da un cappello? Il mio disegno non era un cappello, ma un boa che digeriva un elefante… Affinché vedessero chiaramente che cos’era, disegnai l’interno del boa.
Esempio di un mancato ascolto empatico tratto da «Un genitore quasi perfetto» Bruno Bettelheim Mi dissero di lasciar da parte il boa e di applicarmi alla geografia, alla storia, all’aritmetica. Fu così che a sei anni io rinunziai a quella che avrebbe potuto essere la mia gloriosa carriera di pittore. I grandi non capiscono mai niente da soli e i bambini si stancano a spiegargli tutto ogni volta. ”
GRAZIE PER L’ASCOLTO linocavedon@gmail. com
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