Land der Berge Land am Strome di P
Land der Berge, Land am Strome di P. von Preradovic' (1946)
BELGIO NOME INNO: La Braban�onne AUTORE: Alexandre Dechet ANNO DI STESURA: Nel settembre del 1830
STORIA INNO Secondo la leggenda, l'inno nacque nel settembre 1830 con il titolo «Qui aurait de l'arbitraire» ad opera di Alexandre Dechet. Venne poi modificato da Campenhout nel 1830, in occasione della rivoluzione che doveva portare il Belgio all'indipendenza. La musica dell'inno, combattiva e fiera, quasi una imitazione della Marsigliese a cui è chiaramente ispirata, venne invece composta da François Van Campenhout. Fu eseguita per la prima volta nel settembre del 1830. Nel 1860, il testo e la musica furono adattati dal primo ministro Charles Rogier, al fine di attenuare gli attacchi di Jenneval contro il principe d'Orange olandese. Gli adattamenti successivi degli arrangiatori furono talmente numerosi che il 5 giugno 1873 il ministro della guerra del Belgio finì per prescrivere ai musicisti militari di attenersi ad una versione arrangiata da Bender, allora ispettore musicale dell'esercito belga. Nel 1980 fu adottato anche il testo in fiammingo ad opera di Robert Herremann. SIGNIFICATO INNO O (Nobile) Belgio, o madre cara, A te i nostri cuori, a te le nostre braccia, A te il nostro sangue, o Patria! Noi lo giuriamo tutti, tu vivrai! Vivrai sempre grande e bella E la tua invincibile unità Avrà per motto immortale: "Il Re, la Legge, la Libertà!" https: //youtu. be/d 9 u_Ituu 2 Q 8
BULGARIA Inno Bulgaria Composto da Georgi Mihajlov Dimitrov Мила Родино 08/09/1964
storia In precedenza la Bulgaria ebbe tre diversi inni nazionali: quello del periodo monarchico, la canzone popolare Sumi Marica (Scorri Mariza) dal 1908 al 1945, oggi proclamato Inno nazionale folkloristico della Bulgaria e poi due inni della nuova repubblica comunista, entrambi composti da Georgi Dimitrov (1910 -1966), omonimo del Georgi Dimitrov a quei tempi leader del partito comunista bulgaro, il primo dal 1945 al 1950 e il secondo, adottato a seguito della morte dell'uomo politico omonimo, dal 1950 al 1964, quest'ultimo modellato come una brutta copia dell'inno sovietico. Questo inno piaceva assai poco, anche perché mostrava troppo asservimento all'Unione sovietica. Perciò nel 1964 si convenne che la storia nazionale non doveva comunque essere dimenticata, e si adottò il bel canto di Radoslavov che si collegava al periodo della lotta per l'indipendenza. Alle sue due strofe originali ne venne però aggiunta una terza, con l'elogio del comunismo. Questa terza strofa è stata soppressa nel 1990. inno mila rodino
Cipro Titolo Inno: Inno alla Libertà Anno di composizione: 1923 Compositore: Dionysios Solomos T
s. TORIA Il testo è composto dalle prime due strofe dell'omonima poesia composta nel maggio del 1823 da Dionysios Solomos (1798 -1857), e musicata poi nel 1828 da Nikolaos Mantzaros (1795 -1873); è stato adottato come inno ufficiale greco nel 1864 dal re Giorgio I, durante le fasi del conseguimento dell'indipendenza nazionale nella lotta contro i turchi. È stato poi adottato come inno nazionale cipriota nel 1966, dopo che i turco-ciprioti si staccarono dal governo, in un periodo alquanto turbolento, dove un forte movimento nazionalista tendeva a promuovere l'unione di Cipro alla Grecia. È questo uno dei pochi casi esistenti al mondo di nazioni che usano lo stesso inno nazionale, ma nello specifico è l'unico caso al mondo di due nazioni che utilizzano stesso testo e stessa musica.
Inno cipriota Testo in Greco: Σε γνωρίζω από την κόψη του σπαθιού την τρομερή, Σε γνωρίζω από την όψη, που με βια μετρά[ει] τη[ν] γη. Απ' τα κόκαλα βγαλμένη των Ελλήνων τα ιερά, Και σαν πρώτα ανδρειωμένη, χαίρε, ω χαίρε Ελευθεριά. https: //www. youtube. com/watch? v=lyh. Wg. RLJPG 0 Traduzione testo: Ti riconosco dal taglio terribile della tua spada, ti riconosco dal tuo volto che con foga definisce la terra. Risollevata dalle ossa sacre dei Greci, e valorosa come prima, ave, o ave, libertà.
CROAZIA Lijepa naša domovino “La nostra bella patria” Antun Mihanović testo 1835 Josip Runjanin musica - inno 1891
Lijepa Naša domovino Testo Antun Mihanovic’ 1835 1’ apparizione giornali Musica Josip Runjanin La musica è stata composta da Josip Runjanin, un ufficiale austro-ungarico di nazionalità serba simpatizzante per i croati. A causa della sua origine, la sua figura oggi tende però ad essere minimizzata, tanto da scaturire la diffusione dal 1993 di una voce contro di lui: si diceva che la musica fosse stata tratta dal duetto all’inizio del terzo atto dell’opera Lucia di Lammermoor di Donizetti, ma si trattava di una notizia del tutto infondata, volta solo ad annullare la figura di Runjanin. 1891 Inno ufficiale del regno Croazia-Slovenia https: //www. youtube. com/wa tch? v=EBXr 6 DK 6 wns
DANIMARCA
INNO DANIMARCA (Der er et yndigt land) L’ inno danese si intitola «Der er et yndigt land” ovvero ”C’è una terra adorabile”. Scritto dal compositore e drammaturgo Johannes Ewald e musicato da Ludvig Rogert , è stato composto nel 1780. Il testo del secondo inno, che si suona se la famiglia reale è presente, è stato scritto da Adam Oehlenshager nel 1819 e la versione originale aveva dodici strofe che negli anni furono ridotte a quattro. L’ inno si basa su un motto di Orazio, poeta latino e il testo parla della bellezza della terra danese. https: //www. youtube. com/watch? v=1 O 1 N 5 VCv 4 MI Johannes Ewald
Estonia Titolo: Mu isamaa, mu õnn ja rõõm ("Mia terra natia, mio orgoglio e gioia") Autore: Il testo è stato scritto da Johann Voldemar Jannsen su una melodia composta da Fredrik Pacius Anno: 1869
La storia Il testo è stato scritto da Johann Voldemar Jannsen (1819 -1900) su una melodia composta nel 1848 da Fredrik Pacius (1809 -1891), che è la stessa dell'inno nazionale della Finlandia Maamme. La canzone fu eseguita per la prima volta in pubblico come composizione corale nel 1869 e diventò presto un simbolo del movimento patriottico estone. Il brano fu adottato come inno nazionale dell'Estonia nel 1920. Fu fatto abbandonare nel periodo di occupazione sovietica, sostituendolo dal 1945 al 1990 da Eesti Nõukogude Sotsialistliku Vabariigi hümn ( «Inno della Repubblica Socialista Sovietica Estone» ). Nel 1990 dopo la riconquistata indipendenza, l'originale Mu isamaa, mu õnn ja rõõm fu ripristinato come inno nazionale dell'Estonia. Finlandia ed Estonia costituiscono uno dei pochi casi di uguaglianza musicale degli inni fra due nazioni. Ciò è segno di radici culturali comuni tra i due popoli, entrambi di ceppo ugro-finnico. https: //www. google. it/url? sa=t&rct=j&q=&esrc=s&source=web&cd=4&cad=rja&uact=8&ved=2 ah UKEwi. V 7 Iayobjn. Ah. Vm. D 2 MBHTli. BC 8 Qwqs. BMAN 6 BAg. KEAQ&url=https%3 A%2 F%2 Fwww. youtube. com%2 Fwatch%3 Fv%3 D 2 ax 8 ny 81 b. QM&usg=AOv. Vaw 2 OLEe. Mw 30701 x. XV 9 m 1 Hy. Zy
FINLANDIA MAAMME LAULU Fedrik Pacius 1848
La canzone fu composta dal compositore tedesco Fredrik Pacius nel 1848. La composizione fu eseguita per la prima volta il 13 Maggio 1848. La canzone di Pacius riscosse una grande popolarità anche al di fuori della Finlandia nel 1869. Nel 2001, a causa dell’origine estera dell’inno e del suo autore, fu presentata una richiesta al parlamento perché fosse sostituito con Finlandia-hymni di Jean Sibelius ma la proposta venne respinta. Nelle esecuzioni pubbliche, in eventi di Stato o sportivi, vengono cantate la prima e l’ultima strofa del testo, ripetute una volta ciascuna a partire dal terzo verso. https: //www. youtube. com/watch? v=a. BGCFx. U_L 0 A
La marsigliese L’ inno francese Claude Joseph Rouget de Lisle 1792
Storia In seguito alla dichiarazione di guerra della Francia all’Austria, il sindaco di Strasburgo, barone di Dietrich, domandò al compositore e poeta Claude Joseph Rouget de Lisle, all’epoca ufficiale del genio militare, di scrivere un canto di guerra. Rouget de Lisle la sera del 25 aprile 1792, ebbe l’ispirazione e compose L’inno di guerra dedicato al maresciallo Luckner. Il futuro inno nazionale fu dedicato a un bavarese che sarà ghigliottinato meno di due anni più tardi, e lo stesso destino ebbe il barone Dietrich, che lo aveva commissionato. Il nome originale era Chante de guerre pour l’Armèe du Rhin (canto di guerra per l’Armata del Reno). L’inno divenne la chiamata alle armi della Rivoluzione francese e in questo contesto assunse il nome di Marsigliese perché cantata per le strade dai volontari provenienti da Marsiglia al loro arrivo a Parigi. Il 22 giugno 1792 un giacobino di Montpellier l’aveva intonato, subito seguito dal coro dei marsigliesi. La Convenzione decise che La Marsigliese divenisse l’inno nazionale con un decreto del 14 luglio 1795, ma in seguito la canzone fu messa al bando da Napoleone I, Luigi XVIII e Carlo X. La Marsigliese fu nuovamente in voga dal 1831 al 1852 e Hector Berliotz ne elaborò una versione orchestrale. Anche durante il secondo impero l’inno nazionale divenne Partant pour la Syrie, nel 1876 La Marsigliese fu nuovamente considerata inno nazionale di Francia. Anche se durante la Seconda guerra mondiale, i tedeschi vietarono l’esecuzione della Marsigliese nella Francia occupata.
testo originale https: //www. youtube. com/watch? v=Qcu. Vz. PYbwz. M
GERMANIA
Das Lied der Deutschen (Il Canto dei Tedeschi) ● ● Titolo: Deutschland über alles (traduzione: «La Germania sopra tutti» ) Composto nel 1797 da Franz Joseph Haydn per onorare l'imperatore del Sacro Romano Impero. Riscritto nel 1841 da Hoffmann per l'imperatore d'Austria, insieme fu scritto un testo mancante nella versione originale. Nel 1952 si ripristinò la musica con l'utilizzo della terza stanza dell'inno, che cita i valori
SIGNIFICATO • Le prime due strofe dell'inno tedesco parlano di una Germania “sopra tutto e tutti”, ma per non far scaturire una polemica sul significato dell'inno, si è deciso di non cantare e suonare la prima parte.
L’inno della Grecia è stato composto da Nikolaos Mantzaros tra il 1823 -1864. Ymons is tin Eleftherìan
L'inno (in greco antico: ὕμνος, hýmnos) è una composizione poetica, in genere abbinata alla musica, di forma strofica e di argomento elevato: patriottico, mitologico, religioso. Le raccolte di inni vengono dette innari e sono molto diffuse all'interno della liturgia e della preghiera cristiane. Nell'antichità l'inno era soprattutto un componimento di carattere religioso dedicato alla divinità e alla sua glorificazione. Si sviluppò dapprima nel Vicino Oriente (Inni Hurriti) e in seguito nella civiltà greca: un po' meno in quella romana, dove fu perlopiù elaborato sotto forma di componimento in esametri. L'inno assunse dignità letteraria tra l'VIII e il VI secolo a. C. con gli Inni omerici e venne in seguito sviluppato e variato metricamente da alcuni poeti come Pindaro, Bacchilide e Alceo. Nell'innografia cristiana gli inni erano formati da strofe che venivano cantate, accompagnate o meno da strumenti musicali. Nell'età moderna l'inno ha assunto carattere politico oltre che sacro nei componimenti poetici di Foscolo, Monti, Leopardi, Manzoni con gli Inni sacri e Carducci (Brindisi). Il metro dell'inno deriva da quello della canzonetta, formata da strofe brevi con un ultimo verso tronco. INNO GRECO
L’INNO D’ITALIA
“Il Canto degli Italiani”, vero titolo dell’Inno di Mameli, è composto da Michele Novaro su testo di Goffredo Mameli, che nel 1847 lo scrive ispirandosi all’inno francese “La Marsigliese”. Patriota genovese, Mameli muore a soli 21 anni combattendo in difesa della Repubblica Romana, nata dopo i moti rivoluzionari del 1848. Il debutto dell’inno avviene il 10 dicembre 1847 a Genova, sul piazzale del santuario della Nostra Signora di Loreto, in occasione di una commemorazione della rivolta del quartiere genovese di Portoria contro gli occupanti asburgici durante la guerra di successione austriaca. L’inno raggiunge una grande notorietà nel Risorgimento: è infatti cantato in occasione delle Cinque giornate di Milano, per la promulgazione dello Statuto Albertino e per celebrare la nascita della Repubblica Romana di Giuseppe Mazzini. Con l'Unità d’Italia la “Marcia Reale” di Casa Savoia diventa l’inno ufficiale e lo resterà fino alla nascita della Repubblica, il 2 giugno 1946. Il 12 ottobre 1946, in piena Costituente, l’Italia adotta provvisoriamente l’Inno di Mameli su iniziativa del Ministro della Guerra Cipriano Facchinetti, che propone anche di inserirlo in Costituzione. Purtroppo i diversi partiti non arrivano mai a un accordo, nonostante l'approvazione stessa della Costituzione (22 dicembre 1947) venne onorata dal pubblico delle tribune dell’Aula con una spontanea esecuzione del brano. L’ufficializzazione dell’Inno di Mameli arriva dopo molti anni e dopo vari tentativi da parte delle diverse legislature. Un disegno di legge costituzionale del dopoguerra che prevede l'inserimento del comma "L'inno della Repubblica è Fratelli d'Italia" all’interno dell’articolo 12 della nostra Costituzione non ha seguito. Bisogna attendere la legislatura 2001 -2005 per avere ben due proposte di legge che però non sono mai approvate. Lo stesso accade nelle due successive legislature (2006 -2008 e 2008 -2013). Nonostante tutti questi tentativi nel 2012 è promulgata una legge che prevede che l’Inno di Mameli sia insegnato nelle scuole, al fine di promuovere il senso di cittadinanza tra gli studenti. Il 15 novembre 2017, dopo 71 anni di provvisorietà, “Il Canto degli Italiani” diventa ufficialmente l’Inno della Repubblica Italiana
https: //www. youtube. com/watch? v=wd 4 likgy_s 4
LETTONIA Inno nazionale: Dievs, svētī Latviju (Dio, benedici la Lettonia) Kārlis Baumanis, 1873
Storia • Il testo e la musica sono stati composti da Kārlis Baumanis (1834 -1904) nel 1873. La solenne melodia venne presentata ad un festival di canzoni, e divenne per i lettoni simbolo di libertà dal dominio russo. • Nel 1918 il brano fu proclamato inno nazionale della Lettonia indipendente. • Sotto il dominio sovietico l'inno fu abolito dal 1940 al 1991, sostituito da un inno realizzato appositamente per la Repubblica socialista sovietica di Lettonia. • Con la ritrovata indipendenza del 1991, è ritornato inno nazionale. https: //www. youtube. com/watch? v=YRlr. Jjj 1 Pt 8 Testo Dievs, svētī Latviju, Mūs' dārgo tēviju, Svētī jel Latviju, Ak, svētī jel to! Kur latvju meitas zied, Kur latvju dēli dzied, Laid mums tur laimē diet, Mūs' Latvijā! Dio, benedici la Lettonia, La nostra cara patria Benedici quindi la Lettonia Oh, benedicila ordunque! Là dove fioriscono le figlie di Lettonia Là dove cantano i figli di Lettonia Permettici di danzare in quei posti felici Nella nostra Lettonia!
Inno della Lituania
Tautiška giesmė In Lituano « La canzone nazionale » , conosciuto semplicemente anche come «Lietuvos himnas » , è l'inno nazionale della Lituania. Cartina politica della Lituania • È stato scritto nel 1898 da Vincas Kudirka
storia Caratteristiche musicali Si diffuse ben presto come simbolo di libertà dalla Russia ed è diventato inno ufficiale nel 1918. Soppresso durante il periodo sovietico dal 1940 al 1990 e sostituito da un inno creato appositamente per la RSS, è ritornato inno nazionale con l'indipendenza del 1991. La musica è calma, quasi ascetica e fa riferimento, insieme al testo, alle antiche memorie del potente Granducato di Lituania dei tempi remoti.
Significato L’inno della Lituania è diviso in 4 strofe: a. La prima fa riferimento alle varie rivolte avvenute prima della separazione dell’Unione Sovietica. E’ infatti quasi un’incitazione alla nazione a far crescere i giovani con forza b. La seconda richiama sempre all’ideale di forza, sostenendo l’importanza che il popolo viva nella prosperità e nello sviluppo
c. La terza termina con «fa che luce e verità accompagnino ogni nostro passo» , indicando che nella vita di ognuno sia sempre presente la sincerità e la trasparenza. d. L’ultima strofa parla invece dell’amore che deve accomunare tutti i cittadini dicendo che, perché la Lituania possa vivere nel benessere, sia necessario il sostegno per la patria da parte di tutto il popolo https: //www. youtube. com/watch? v=GHRUn. Fk. L 44 g
Lussemburgo Dal 1895 l’inno nazionale del Granducato di Lussemburgo è Ons Heemecht (La nostra terra madre). Il testo dell’inno è stato scritto in lingua lussemburghese da Michel Lentz e risale al 1859, mentre la musica è di Jean-Antoine Zinnen e risale al 1864. La melodia è dolce. La prima interpretazione pubblica si tenne il 5 giugno 1864, a Ettelbruck.
Lo spartito musicale dell’inno raffigurato sullaè moneta da due euro. nazionale e culturale L’inno è molto importante per del un Lussemburgo Paese e il suoè popolo, perché un simbolo d’identità L’autore Christoph Becker. Questa è stata il 7 novembre 2013 per commemorare il ventesimo come la èbandiera e lo stemma. Ons moneta Heemecht è un emessa inno dedicato alla patria. anniversario della legge del 27 luglio 1993, che stabiliva che Ons Heemech l’innocostituiscono nazionale lussemburghese. L’inno lussemburghese si compone di quattro strofe, ma soltanto la prima e fosse la quarta la versione ufficiale dell’inno.
National-Hymn Inno nazionale Ons Heemecht La nostra Patria Wou d’Uelzecht durech d’Wisen zéit, duerch d’Fielsen d’Sauer brécht, wou d’Rief laanscht d’Musel dofteg bléit, den Himmel Wäin ons mécht. Dat ass onst Land, fir dat mir géif, heinidden alles won, onst Heemechtsland, dat mir sou déif an onsen Hierzer dron. Dove l’Alzette tra i prati scorre, tra le rocce la Sauer irrompe, dove la vigna sulla Mosella riva mira il ciel che il vino ci dà. Quest’è la nostra amata patria, per lei quaggiù tutt’oseremo, quest’è la nostra terra natìa, che stretta portiamo in cuor. O Du do uewen, deem seng Hand duerch d’Welt d’Natioune leet, behitt Du d’Lëtzebuerger Land vru friemem Joch a Leed! Du hues ons all als Kanner schonn de fräie Geescht jo ginn. Looss viru blénken d’Fräiheetssonn déi mir sou laang gesinn. O’ Tu lassù che con pietosa mano il destin’ delle nazioni guidi, proteggi la terra di Lussemburgo dal giogo straniero e dal dolor. Tu che ci hai fin dall’infanzia dato, lo spirito dell’indipendenza, lascia fulger il sole della libertà, che da lungi lustri noi vediamo.
PAESI BASSI Apparve durante la guerra degli ottant'anni che vide alla fine del Cinquecento-inizio del Seicento la lotta degli olandesi per la libertà contro gli spagnoli, dovuta non solo ad aspirazioni di indipendenza, ma anche al problema della conversione alla religione protestante. Guglielmo I d'Orange, passato alla storia come Guglielmo il taciturno fu il condottiero artefice della libertà dell'Olanda, espressa nel suo famoso motto "je maintendrai". Durante la guerra apparve questo nobile e solenne canto, ad opera del musicista Adriaan Valerius van der Veere (1575 -1625) sul testo di Philip Marnix von Sint Aldegonde (15401598), la certezza esatta del nome del poeta però non esiste. Con l'anno 1626 il canto, già ben noto da tanti anni, divenne il simbolo della nuova Repubblica dei Paesi Bassi. Tuttavia l'inno non venne reso ufficiale, nemmeno nel successivo Regno olandese, e così il primato di primo inno nazionale europeo andò perduto, e conquistato dall'inno britannico del 1745. Appena il 10 maggio 1932 l'inno olandese venne proclamato tale in via ufficiale. L'inno conta ufficialmente ben 15 strofe, ma si canta soltanto la prima di esse.
https: //youtu. be/q. TTIw 4 Qd 5 sc
Storia dell’Inno della Polonia
L’Inno della Polonia è il canto «Piesn Legionow Polskich we Wloszech» (trad. «Canto delle legioni polacche in Italia» ); è stato scritto da Kazimierz Sikorski che l’ha composto nel 1729.
Un po’ di storia… I reparti di Dąbrowski entrarono a Reggio Emilia da Porta San Pietro, per sedare le sommosse fomentate dagli aristocratici contro la neonata Repubblica Cispadana; è sull'onda delle celebrazioni per il successo della spedizione militare che il tenente scrisse la mazurka per celebrare il valore del comandante e cantare l'amore per la Patria lontana. Secondo alcuni musica e testo sono di Wybicki, ma secondo altri la musica è stato scritto dal suo collega Michał Kleofas Ogiński. Italia e Polonia compaiono l’una nell’inno nazionale dell’altra. https: //www. youtube. com/watch? v=8 u 2 H_Dx. Lln. M
Storia dell’inno del Portogallo Titolo inno : «La Portuguesa» Anno scrittura inno: 1890 Autore: Henrique Lopes de Mendoça
• Storia – Il testo è stato scritto da Henrique Lopes de Mendonça. Nel 1895 il compositore Alfredo Keil, fondatore della Scuola Musicale Nazionale Portoghese, musicò il testo, che divenne ben presto molto celebre. – Nel 1910 una rivoluzione rovesciò la monarchia e proclamò la repubblica. L'inno precedente, l'inno reale portoghese (una marcia composta nel 1869 dal re Don Luis I, musicista anch'egli) fu soppresso e sostituito dall'inno di Keil, morto tre anni prima. • Significato – L’inno portoghese è un inno patriottico. • Link inno https: //www. youtube. com/watch? v=h 5 W 5 R 8 HAb. G 8
LA REPUBBLICA CECA TITOLO DELL'INNO: Kde domov muj, (dov'e la mia casa) AUTORE: Frantisek Skroup e Josef Kajetan Tyl ANNO: 1993
LA REPUBBLICA CECA LA STORIA del BRANO Il brano è in uso dall'indipendenza della nazione nel 1993. Questo canto formava la prima parte dell'inno della vecchia Cecoslovacchia, con la prima strofa dell'inno slovacco a formare la seconda. La sua musica fu scritta dal compositore Frantisek Skroup e dal drammaturgo Josef Kajetan Tyl come parte dell'operetta “ Niente rabbia niente lotta”, più esattamente si trattava di un'aria del primo atto eseguita per la prima volta nel Teatro degli stati di Praga il 21 Dicembre 1834 SIGNIFICATO del BRANO In questo inno vengono descritte ed elogiate le bellezze della terra ceca, inoltre viene espresso l'orgoglio di appartenere al popolo ceco
Romania Deșteaptă-te, Romăne! fu scritto da Anton Pann
È un canto patriottico romeno, ed è l’inno nazionale della Romania dal 1990. Venne pubblicato in 11 strofe per la prima volta nel 1848 da Andrei Mureșanu, mentre Anton Pann è generalmente considerato l'autore della melodia. Il canto venne fortemente limitato sotto il governo comunista, per poi diventare il simbolo del dissenso nei confronti del regime e della rivoluzione romena. È celebrato ufficialmente il 29 luglio con la giornata dell’Inno Nazionale della Romania. https: //www. youtube. com/watch? v=XFYMTRBJMw. Y
Inno Slovacchia
• Titolo: Nad Tatrou sa blýska (Un fulmine sui Tatra) • Composto nel 1844 • Autore: Janko Matúška (1821 -1877)
Storia Matúška scrisse il testo di quello che sarebbe diventato l'inno nazionale slovacco tra il gennaio e il febbraio del 1844 a seguito di una brutale cacciata da Bratislava degli studenti di lingua slovacca da parte degli ungheresi. Come melodia venne usata quella di una canzone tradizionale slovacca, danzante ma triste, essendo in tonalità minore. La canzone divenne popolare durante la «Primavera dei Popoli» e il 13 dicembre 1918 divenne parte dell'inno cecoslovacco diviso in due parti: la parte in lingua ceca era quella in lingua slovacca.
Testo Slovacco Testo Tradotto • Nad Tatrou sa blýska, • hromy divo bijú. Zastavme ich bratia, veď sa ony stratia, Slováci ožijú. • To Slovensko naše posiaľ tvrdo spalo. Ale blesky hromu vzbudzujú ho k tomu, aby sa prebralo. • (Ešte jedle rastú na krivánskej strane Kto jak Slovák cíti, nech sa šable chytí, a medzi nás stane). • Už Slovensko vstáva, putá si strháva. Hej rodina milá Hey, hodina odbila, žije matka Sláva! Sopra i Tatra i fulmini lampeggiano, tuoni battono selvaggiamente. lasciateli smettere fratelli, si perderanno, i Slovacchi rivivranno. La nostra Slovacchia finora ha dormito profondamente. Ma i fulmini fanno in modo che lei si risvegli. (questa strofa non viene più cantata) Ora la Slovacchia si rialza, si strappa le catene. cara famiglia l'ora ha colpito, vive madre Gloria! https: //www. youtube. com/watch? v=u 9 jv. Ly 6 Fn. VY
SLOVENIA Zdravljica (in italiano Brindisi) France Prešeren 1844
STORIA Con questa poesia Prešeren intendeva non solo esaltare la Slovenia, ma brindare a tutti i popoli del mondo, quando, superati odii e guerre, ciascuno avrebbe visto nell'altro non il confinante ma il vicino di casa. Il concetto èhttps: //www. youtube. com/watch? v=1 K 9 Qnlr. Vlec contenuto nella famosa settima strofa.
Inno Spagna La Marcha Real (in italiano: "Marcia reale"), nota anche come Marcha de Granaderos o Marcha Granadera, è l'inno nazionale della Spagna. È uno dei rari casi di inno nazionale senza un testo ufficiale: deriva dal fatto che in passato ogni re modificava il testo Si tratta di uno degli inni più antichi d'Europa. Viene menzionato per la prima volta nel 1761 nel Libro de Ordenanza de los toques militares de la Infantería Española di Manuel de Espinosa. In questo documento è riportata la partitura con il titolo di Marcha Granadera o Marcha de Granaderos ma l'autore è sconosciuto.
Lo scrittore Hugo Kehrer sostiene che questa opera sia stata composta da Federico il Grande di Prussia ma non cita fonti a sostegno delle sue affermazioni. Tuttavia la storiografia spagnola è concorde nell'affermare che il brano fu donato al Re di Spagna da Federico Guglielmo di Prussia a Berlino, dove il re era stato invitato per un matrimonio reale. Federico era allora il principe ereditario e già si era fatto notare compositore di buon livello nonché ottimo flautista. Una cosa però è certa: il brano veniva dalla Prussia, perciò comunque il suo autore era tedesco. L'inno spagnolo così è il primo inno al mondo opera di un compositore straniero, ed è pure il primo inno al mondo a presentare le caratteristiche della marcia, inaugurando questo nuovo tipo di inno, che poi, con il passare del tempo, oggi è il tipo di inno più diffuso nel mondo. Alcuni storici sottolineano anche le similitudini tra la Marcha Real ed alcune arie militari dell'epoca di Carlo V. el 1770 il re Carlo III dichiarò la Marcha de Granaderos marcia d'onore formalizzando quindi l'usanza di utilizzarla nelle occasioni solenni. È stata eletta quindi ad inno nazionale senza nessuna disposizione scritta. Dopo la Rivoluzione gloriosa del settembre del 1868, il generale Prim indisse un concorso nazionale per creare un inno ufficiale ma non si presentò nessuno e quindi si continuò ad utilizzare come inno la Marcha de Granaderos. La Marcha Real è stato l'inno nazionale dal XVIII secolo, con eccezione del periodo democratico della Seconda Repubblica Spagnola (1931– 1939), in cui venne adottato l'Himno de Riego. futuro dittatore Francisco Franco nel 1937 lo adotta nelle zone occupate dai nazionalisti durante la Guerra Civile e in seguito, portato a termine la conquista del paese e la sconfitta del Fronte Popolare, lo fa adottare nuovamente come inno nazionale (Bollettino ufficiale spagnolo, 17 luglio 1942).
Nel lungo periodo dittatoriale (1939– 1975) spesso accompagna la musica un testo composto da José María Pemán, anche se non a carattere ufficiale. Morto il caudillo (1975), e insediato il nuovo capo di Stato della restaurata monarchia, Juan Carlos I, la Marcha Real rimane inno nazionale, anche se il testo spesso usato durante la dittatura sparisce. La versione attuale fu commissionata al maestro Francisco Grau dopo l'approvazione della Costituzione spagnola del 1978. Nel 2008 non andò a buon fine un tentativo di dare un testo ufficiale all'inno. https: //youtu. be/17 W 8 Ht 03 rv. E
Svezia
Inno Svedese AUTORE SPARTITO
INNO IN SVEDESE: Du gamla, du fria IN ITALIANO: Tu antica, tu libera https: //www. youtube. com/watch? v=ea. IUE 4 u 4 JWc https: //www. youtube. com/watch? v=q. Gy_M Ejivfw
INNO DELL’UNGHERIA La Pannonia, nel cui territorio anticamente abitavano varie popolazioni germaniche, Celti, Sciti e Sarmati, fu conquistata e resa provincia romana nel 35 a. C. , ed ebbe grande importanza nel sistema difensivo romano nei confronti delle popolazioni barbariche. Quando queste riuscirono a superare il limes romano, la Pannonia dovette piegarsi al loro passaggio, fino a che, nel VI secolo, fu conquistata da varie popolazioni turche sottoposte agli Avari, che vi crearono un forte regno, che ebbe anche intensi rapporti con i Longobardi d'Italia.
Quando però il regno degli Avari fu distrutto da Carlo Magno nel 796, la regione si aprì ancor di più a nuove popolazioni: Bulgari e soprattutto Slavi, che crearono il regno della Grande Moravia. A quel tempo gli Ungari erano un popolo delle steppe formato da sette tribù, riconducibili prevalentemente al ceppo linguistico ugrico, la principale delle quali era quella dei Magiari. Muovendo dagli Urali, con una migrazione che durò vari secoli, attraverso la Khazaria (attuale Ucraina), gli Ungari si insediarono nel bacino del Danubio. Alla fine del IX secolo il regno della Grande Moravia fu scosso da una crisi di successione, seguita alla morte di Svatopluk I (894). Guidati dal loro capo Árpád, nell'896 gli Ungari invasero le pianure del medio Danubio. Nelle successive battaglie combattute tra il 904 ed il 907 i due principi ereditari della Grande Moravia, Mojmír II e Svatopluk II, persero entrambi la vita, portando alla rovina dell'esercito moravo nella battaglia di Presburgo combattuta tra il 4 luglio ed il 9 agosto 907, sancendo la fine del Regno della Grande Moravia. Magiari, che si stabilirono in maniera definitiva nel territorio dando vita a un regno stabile, che riuscì ad unificare sotto di sé le sei diverse tribù originarie e tutti i popoli che già abitavano il bacino dei Carpazi. Di queste peregrinazioni degli Ungari nell'Europa orientale rimangono molte leggende e storie, la più famosa delle quali è quella dei due fratelli Hunor e Magor, i quali - nel tentativo di abbattere un cervo che stavano cacciando - finirono sulle coste del Mar Nero, nella regione detta Meotis, abitata dagli Alani.
Sempre secondo la legenda i due fratelli avrebbero sposato delle locali principesse alane, dando origine rispettivamente al popolo degli Unni e dei Magiari (almeno nella versione della leggenda che si trova nell'opera Gesta Hunnorum et Hungarorum scritta nel 1283 da Simon di Kéza, sacerdote al servizio del re ungherese Ladislao IV il Cumano)[1]. L'idea che gli Ungari derivassero dagli Unni e dagli Sciti fu coltivata fino al XIX secolo e trova autorevoli riscontri nelle opere di vari storiografi ungheresi antichi, tra i quali spicca l'Anonimo della Gesta Hungarorum (che utilizza come fonte anche Exordia Scythica di Justinus del II secolo d. C. ). Secondo lo storico ungherese Gyula László, la classe dominante e la cavalleria armata del popolo di Arpad era turca[2] (non è un caso che dieci nomi di tribù ungheresi di Árpád hanno sicura etimologia ungherese, mentre gli altri hanno etimologia sicuramente non ungherese, turca in prevalenza). [3] Ma poiché i nomi degli insediamenti degli ungheresi di Árpád hanno sicura etimologia ungherese, lo storico Gyula László ha ipotizzato che all'arrivo nell'896 di Árpád il bacino dei Carpazi fosse già abitato, mischiati con Avari, da gruppi etnici ungari, giunti nell'attuale Ungheria intorno al 670 d. C. e conosciuti con il nome turco on-ugor (dieci tribù; da cui deriverebbe il nome ungheresi)[4]. Questa teoria detta della "doppia conquista della patria" , dopo una certa fama durante i primi decenni del Novecento (in relazione alla diffusione di panturchismo e turanismo) ed anche durante il regime socialista, è stata notevolmente ridimensionata dagli studi più recenti. https: //it. wikipedia. org/wiki/Storia_dell%27 Ungheria
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