LA TARIFFAZIONE PUNTUALE DEI RIFIUTI URBANI Realizzare la
LA TARIFFAZIONE PUNTUALE DEI RIFIUTI URBANI. Realizzare la Tariffazione Puntuale: la misurazione delle quantità e la commisurazione del prelievo Palermo, 6 maggio 2019 Davide Donadio, Consulente IFEL
Sommario 1. Approccio alla tariffazione puntuale 2. Scelte e opzioni possibili per implementare un sistema di tariffazione puntuale 3. Misurare le quantità: il DM 20 aprile 2017 4. Dalla misurazione delle quantità alla commisurazione del prelievo: introduzione agli elementi per progettare la tariffa 5. Alcune buone pratiche italiane 2
1) Approccio alla tariffazione puntuale L’ambito di azione dei sistemi tariffari nel sistema di gestione integrato dei rifiuti COMUNICAZIONE ORGANIZZAZIONE DELLA RACCOLTA COMPORTAMENTI DEGLI UTENTI SISTEMA TARIFFARIO IMPIANTI DI TRATTAMENTO Il sistema tariffario non è solo un modo per riscuotere il gettito che consente di garantire la copertura integrale dei costi del servizio, ma rappresenta un elemento costitutivo fondamentale del sistema di gestione integrato dei rifiuti 3
1) Approccio alla tariffazione puntuale Tariffa puntuale come strumento per accrescere la RD% Sistemi multiutenza ad accesso controllato con tariffa puntuale [*] Piani Regionali più avanzati o nuovi target Pacchetto economia circolare: 65% riciclo effettivo 4 152/06
1) Approccio alla tariffazione puntuale Tariffa puntuale come strumento per indirizzare i comportamenti verso pratiche più virtuose. Su sistemi maturi (RD~65%) risultati fino a + 20% di RD%, tipici + 10% % utenze (sistema maturo e ottimizzato con la tariffa puntuale) RD % media comunale (sistema maturo) RD % media comunale Con PAYT Senza PAYT 0% % RD% singole utenze 100% 0% Aumento di RD% 5
1) Approccio alla tariffazione puntuale L’annosa problematica dell’assimilazione del rifiuto di origine non domestica è in realtà determinato da un problema di equità del prelievo. La tariffazione puntuale è un passaggio fondamentale per garantire equità del prelievo anche alle utenze non La corretta applicazione della tariffazione puntuale, in ragione della domesticheuna maggiore equità rispetto alla TARI presuntiva, può determinare naturale “autoregolazione” di quei conflitti economici che sono alla base delle istanze di deassimilazione da parte di alcuni produttori non domestici. In ogni caso, per motivi di equità e sostenibilità delle tariffe, le utenze deassimilate dovrebbero comunque contribuire ai costi fissi del servizio 6
2) Scelte e opzioni possibili per implementare un sistema di tariffazione puntuale 2 - Approccio alla commisurazione 1 - Natura del prelievo Prestazione patrimoniale (tariffa corrispettiva) Tributo (TARI tributo puntuale) 3 - Frazione misurata Rifiuto Urbano Residuo (RUR) Riciclabili secchi (carta, vetro, plastica, . . ) Progressiva (proporzionale ai comportamenti non virtuosi) Altre frazioni 7 (inversamente proporzionale ai comportamenti virtuosi) 4 - Oggetto e tecnica della misurazione Peso Volume (misurazione diretta, secondo DM 20/04/2017 (misurazione indiretta, secondo DM 20/04/2017) Frazioni organiche (umido, verde) Premiale Numerosità Flat (servizio sì / servizio no) (chiamata / frequenza ritiro / n. pezzi consegnati/ritirati)
2) Scelte e opzioni possibili per implementare un sistema di tariffazione puntuale 5 - Attrezzatura utilizzata Bidonincini carrellati o mastelli (con o senza tag) Sacchetti (con o senza tag) Limitatori volumetrici presso attrezzature multiutenza accessibili con tessera personale Bilance 8 6 - Luogo della misurazione Presso l’utenza - singola o aggregata (raccolta p. a. p. ) Presso una struttura multiutenza (cassonetto stradale, Cd. R, press container, stazione mobile)
2) Scelte e opzioni possibili per implementare un sistema di tariffazione puntuale Due esempi (tra i più diffusi): 1. Bidone con tag: tariffa progressiva. Mediante misurazione del volume del rifiuto urbano residuo (RUR) conferito, attraverso il conteggio degli svuotamenti di un bidone carrellato esposto presso l’utenza produttrice del rifiuto. Addebito importo in aumento su quota minima Elaborazione dati 9
2) Scelte e opzioni possibili per implementare un sistema di tariffazione puntuale Due esempi (tra i più diffusi): 2. Ecopunti al centro di raccolta: tariffa premiale. Mediante misurazione, tramite bilancia, del peso delle frazioni riciclabili (tipicamente imballaggi) conferite presso il Centro di raccolta comunale (Cd. R). Conferimento imballaggi Registrazione peso Elaborazione Dati e rimodulazione TARI 10
2) Scelte e opzioni possibili per implementare un sistema di tariffazione puntuale Tecnica di misurazione: acquisizione del dato, scelta dei contenitori e identificazione. Luogo di misurazione: utenza singola o aggregata (sistemi domiciliari) 11
2) Scelte e opzioni possibili per implementare un sistema di tariffazione puntuale Tecnica di misurazione: acquisizione del dato, scelta dei contenitori e identificazione Luogo di misurazione: struttura multiutenza (cassonetti con limitatore volumetrico, press container, Centri di Raccolta comunali ) Sistemi di acquisizione Strutture aggiuntivi Bilance 12 Press Container Cassonetti con limitatore volumetrico Centri di Raccolta
2) Scelte e opzioni possibili per implementare un sistema di tariffazione puntuale Introduzione alla progettazione del sistema di tariffazione puntuale L’amministrazione deve definire gli specifici obiettivi territoriali che vuole raggiungere con l’introduzione della tariffazione puntuale. Ad esempio: ü Maggiore equità nella tassazione delle famiglie, in particolare di quelle virtuose (per quali utenze in particolare? . . ); ü Aumento della RD% (quali sono le frazioni meno intercettate? ) ; ü Ridurre il contenzioso con le aziende (per quali categorie? , …. ). NB: v E’ importante anche coordinare ogni iniziativa sulla tariffazione con quelle relative alla organizzazione del servizio ( occorre analizzare e riverificare l’adeguatezza del servizio messo in atto). v La fase di progettazione del servizio e di predisposizione del capitolato d’appalto è fondamentale per implementare un buon sistema di TP 13
2) Scelte e opzioni possibili per implementare un sistema di tariffazione puntuale Introduzione alla progettazione del sistema di tariffazione puntuale 14
2) Scelte e opzioni possibili per implementare un sistema di tariffazione puntuale Introduzione alla progettazione del sistema di tariffazione puntuale Le esperienze analizzate dimostrano che la corretta progettazione del sistema di TP può far conseguire sia notevoli opportunità che scongiurare le potenziali criticità della introduzione della tariffazione puntuale. Elementi di attenzione: 15 ü L’approccio deve essere complessivo: il sistema di tariffazione puntuale non è solo il modo per garantire la copertura dei costi, ma anche e soprattutto una delle leve più significative per ottimizzare il sistema di gestione integrato dei rifiuti. ü I migliori risultati si raggiungono progettando il sistema di gestione dei rifiuti (inteso come organizzazione della raccolta, attrezzature fornite, sistemi di rilevazione, calcolo della tariffe) con una logica unitaria. ü Il team di progetto deve essere multidisciplinare e coordinato: coinvolge area tecnica, area tributi, area economica e finanza; sono inoltre necessarie - anche acquisendole esternamente - competenze informatiche, sulle tecnologie di rilevazione dei dati e sulla comunicazione ai cittadini, .
3) MISURARE LE QUANTITÀ: IL DM 20 APRILE 2017 LA DELEGA Pubblicato in G. U. il 22/05/2017, il Decreto attua la delega contenuta nel comma 667 della L. 147/2013. «Al fine di dare attuazione al principio "chi inquina paga", sancito dall'articolo 14 della direttiva 2008/98/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 19 novembre 2008, entro un anno dalla data di entrata in vigore della presente disposizione, con decreto del Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, di concerto con il Ministro dell'economia e delle finanze, sentita la Conferenza Stato-città ed autonomie locali, sono stabiliti criteri per la realizzazione da parte dei comuni di sistemi di misurazione puntuale della quantità di rifiuti conferiti al servizio pubblico o di sistemi di gestione caratterizzati dall'utilizzo di correttivi ai criteri di ripartizione del costo del servizio, finalizzati ad attuare un effettivo modello di tariffa commisurata al servizio reso a copertura integrale dei costi relativi al servizio di gestione dei rifiuti urbani e dei rifiuti assimilati, svolto nelle forme ammesse dal diritto dell'Unione europea» . 16
3) IL DM 20/04/2017 - Oggetto e finalità (art. 1) Il testo del provvedimento consta di soli 10 articoli Finalità: § Attuare il principio “chi inquina paga” (art. 14 della Direttiva 2008/98/CE del Parlamento europeo e del Consiglio del 19/11/2008, poi modificato dall’Art. 1, no. 15 della Direttiva (UE) 2018/851 del Parlamento Europeo e del Consiglio del 30/05/2018). § Attuare un effettivo modello di tariffa commisurata al servizio reso a copertura integrale dei costi relativi al servizio di gestione dei rifiuti urbani e assimilati, svolto nelle forme ammesse dal diritto dell'Unione europea Oggetto: § Si forniscono ai Comuni criteri tecnici omogenei per a) effettuare la misurazione puntuale dei rifiuti conferiti dalle utenze al servizio pubblico; b) realizzare sistemi di gestione che utilizzino criteri integrativi (denominati “correttivi”) della misurazione. Ambito di applicazione: § Circoscritto ai Comuni che vogliono applicare una tariffa di natura corrispettiva (TARIP) in luogo della TARI (art. 1, comma 668 della legge 147/2013). 17
3) IL DM 20 APRILE 2017 - Nota bene… Il "limite" del DM 20 aprile 2017: il regolamento non definisce le regole da seguire per l’applicazione della tariffa puntuale il DM cioè non definisce il "metodo tariffario". Il provvedimento fornisce esclusivamente i criteri tecnici per la realizzazione dei sistemi di misurazione puntuale della quantità di rifiuti conferiti al servizio pubblico o di sistemi di gestione caratterizzati dall'utilizzo di correttivi ai criteri di ripartizione del costo del servizio. Nelle premesse del decreto si afferma che «la tariffa commisurata al servizio reso (TARIP) è tra gli strumenti economici più efficaci per l'attuazione della gerarchia gestionale dei rifiuti urbani (prevenzione, riutilizzo, riciclaggio recupero e smaltimento) e permette di rafforzare il principio "chi inquina paga"» . 18
3) IL DM 20 APRILE 2017 - Definizioni (art. 2) a) "Utente": persona fisica o giuridica che possiede o detiene, a qualsiasi titolo, una o più utenze; b) "Utenza": unità immobiliari, locali o aree scoperte operative, a qualsiasi uso adibiti, suscettibili di produrre rifiuti urbani e/o assimilati e riferibili, a qualsiasi titolo, ad una persona fisica o giuridica ovvero ad un "utente"; c) "Utenza aggregata": punto di conferimento riservato a due o più utenze per le quali non sia possibile la misurazione diretta della quantità conferita da ciascuna utenza. d) "Rifiuto urbano residuo – RUR": il rifiuto residuale dalla raccolta differenziata dei rifiuti domestici e assimilati (CER 20 0301) Il RUR assume uno status particolare tra le diverse tipologie di rifiuto, in quanto rappresenta il driver principale su cui deve essere fondato il sistema di misurazione puntuale. I motivi sono due: ü è la frazione di rifiuto che determina i maggiori costi di trattamento; ü la sua riduzione determina il raggiungimento degli obiettivi di riciclo e di raccolta differenziata previsti dalla norma. 19 NB: a memoria è la prima volta che il CER 20 0301 residuale della RD viene denominato "rifiuto urbano residuo", recependo una prassi terminologica largamente diffusa in Italia. Si sostituiscono così i termini "rifiuto Indifferenziato", "misto", "rifiuto non riciclabile", "rifiuto secco non riciclabile", … spesso utilizzati per descrivere tale rifiuto, in un ottica di armonizzazione dei termini finalizzata a facilitare la comprensione reciproca.
3) Il DM 20/04/2017 - Identificazione delle utenze (art. 3) "L'identificazione delle utenze avviene mediante l'assegnazione di un codice personale ed univoco a ciascuna utenza". Misurazione puntuale = misurazione del conferimento di ciascuna utenza (singola o aggregata). La condizione preliminare e imprescindibile per realizzare la misurazione puntuale dei rifiuti conferiti è l’identificazione di ciascuna utenza 20
3) IL DM 20/04/2017 - Sicurezza e Privacy dei dati (art. 3) 21 § Il trattamento, la gestione e la conservazione dei dati personali devono avvenire nel rispetto di quanto previsto dal decreto legislativo 30 aprile 2003, n. 196, recante "Codice in materia di protezione dei dati personali"; § Le infrastrutture informatiche di rilevazione, misurazione, elaborazione, gestione, aggiornamento e conservazione dei dati devono essere strutturate per garantire l’esattezza, la disponibilità, l’accessibilità, l’integrità, l’inalterabilità e la riservatezza dei dati dei sistemi e delle infrastrutture stesse, nel pieno rispetto di quanto previsto dal decreto legislativo 7 marzo 2005, n. 82 (Codice dell'amministrazione digitale); § La gestione dei dati e delle informazioni deve permetterne l’utilizzo facilitato, il riutilizzo e la ridistribuzione, come definito dal decreto legge 18 ottobre 2012, n. 179, (Ulteriori misure urgenti per la crescita del Paese) per un congruo periodo di conservazione e devono essere soggette a standard di sicurezza certificati.
3) IL DM 20/04/2017 - Requisiti minimi dei sistemi di identificazione e misurazione puntuale della quantità di rifiuto (art. 5) L'identificazione dell'utenza deve essere effettuata: ü in modalità diretta e univoca; ü attraverso idonei dispositivi elettronici di controllo integrati nel contenitore o nel sacco con cui il rifiuto è conferito; ü ovvero mediante idonee attrezzature installate in appositi punti di conferimento, quali ad esempio i contenitori con limitatore volumetrico. Il riconoscimento avviene mediante il codice utenza, ovvero attraverso altre modalità di univoca identificazione che permettano di risalire al codice utenza anche attraverso - ad esempio - il codice fiscale dell'utente titolare dell'utenza e dei suoi familiari conviventi. 22
3) IL DM 20/04/2017 - Requisiti minimi dei sistemi di identificazione e misurazione puntuale della quantità di rifiuto (art. 5) I sistemi di misurazione puntuale devono consentire di 23 a) identificare l’utenza che conferisce mediante un codice univoco oppure mediante riconoscimento dell’utente; b) registrare il numero dei conferimenti attraverso la rilevazione delle esposizioni dei contenitori o dei sacchi, oppure del conferimento diretto nei contenitori con apertura controllata o degli accessi ai centri comunali di raccolta; c) misurare la quantità di rifiuti conferiti, attraverso la pesatura diretta o indiretta.
3) IL DM 20/04/2017 - La misurazione puntuale della quantità di rifiuti (art. 4) Misurazione minima: i sistemi di misurazione devono essere in grado di rilevare il peso (= pesatura diretta) o il volume (= pesatura indiretta) della quantità di RUR conferito da ciascuna utenza al servizio pubblico di gestione dei rifiuti (richiesta conformità all’art. 6). Misurazioni e/o rilevazioni integrative: misurare il peso o il volume, anche con sistemi semplificati, delle quantità di una o più delle altre frazioni (non RUR) o flussi di rifiuto oggetto di raccolta differenziata, compresi i conferimenti effettuati dagli utenti presso i centri di raccolta comunali; + Rilevazione della qualità del servizio (art. 9) 24
3) IL DM 20/04/2017 - Come e dove deve essere effettuata la misurazione (art. 6) La misurazione della quantità di rifiuto conferito può avvenire mediante: § PESATURA DIRETTA = con rilevazione del peso; oppure § PESATURA INDIRETTA = mediante la rilevazione del volume dei rifiuti conferiti da ciascuna utenza e può essere effettuata: ü a bordo dell'automezzo che svolge la raccolta, attraverso l'identificazione del contenitore o del sacco; ü da un dispositivo in dotazione all'operatore addetto alla raccolta, attraverso l'identificazione del contenitore o del sacco; ü integrata nel contenitore adibito alla raccolta; ü presso un centro di raccolta. 25
Domanda: e il sacchetto "prepagato"? È un sistema di misurazione previsto dal DM 20/04/2017? Art. 4 c. 1 - La misurazione puntuale si ottiene determinando, come requisito minimo, il peso o il volume della quantità di RUR conferito. Art. 6 c. 1 - (…) mediante la rilevazione del volume dei rifiuti conferiti da ciascuna utenza e può essere (…) effettuata da un dispositivo in dotazione all’operatore addetto alla raccolta attraverso l’identificazione del sacco. Art. 6 c. 3 - Nei casi di pesatura indiretta il volume dei rifiuti conferito è determinato dalle dimensioni del contenitore esposto dall’utente o dalla capacità del sacco conferito ovvero ritirato dall’utente oppure dalla dimensione dell’apertura di conferimento dei contenitori con limitatore volumetrico. Il sacchetto prepagato non sembra conforme all’art. 4 c. 1 e all’art. 6 c. 1, mentre appare conforme all’art. 6 c. 3 26
3) IL DM 20/04/2017 - Misurazione della quantità di rifiuto conferito (art. 6) 27
3) IL DM 20/04/2017 - Misurazione della quantità di rifiuto conferito (art. 6): calcolo del Kpeso Prima applicazione: § il coefficiente di peso specifico può essere ricavato da idonei rapporti di prova eseguiti su campioni di rifiuti di volume predefinito. NB: il legislatore NON prevede il ricorso a dati di bibliografia o ad altre esperienze, ma il calcolo diretto del Kpeso sul territorio. Il Kpeso va calcolato su un numero di campioni di prova statisticamente significativo A regime: 28 § utilizzo per il calcolo del Kpeso dei dati storici (volumi contabilizzati e quantità raccolte) opportunamente correlati e mediati. § I dati di Kpeso vanno aggiornati periodicamente (annualmente) ed utilizzati per il calcolo delle tariffe da applicare all’utente.
3) IL DM 20/04/2017 - I criteri correttivi (art. 9, co. 1) In fase di definizione della parte variabile della tariffa per il servizio di gestione dei rifiuti urbani, il Comune può adottare criteri di ripartizione dei costi commisurati alla qualità del servizio reso alla singola utenza, nonché al numero dei servizi messi a disposizione della medesima, anche quando questa non li utilizzi. La misurazione puntuale della quantità di rifiuto conferito può essere accompagnata dalla rilevazione della qualità del servizio reso alla singola utenza: ü Misurazione puntuale quantità di rifiuto conferito ü Correttivi alla ripartizione dei costi qualità del servizio reso NB: la relazione illustrativa del MATTM, in accompagnamento al Decreto, chiarisce che i criteri di gestione caratterizzati dall'utilizzo di correttivi ai criteri di ripartizione del costo del servizio sono integrativi rispetto ai criteri per la misurazione puntuale della quantità di rifiuti conferiti al servizio pubblico. 29
3) IL DM 20/04/2017 - I criteri correttivi (art. 9, co. 2) Le frazioni avviate a riciclaggio devono dare luogo a correttivi ai criteri di ripartizione dei costi. In tali casi, l’utenza per la quale è stato svolto il servizio di ritiro è identificata, ovvero è registrato il numero dei conferimenti ai centri comunali di raccolta, effettuato dalla singola utenza, di frazioni di rifiuto avviate a riciclaggio. La qualità del servizio, relativamente alla frazioni (differenziate) avviate a riciclaggio, diventa un criterio per correggere la redistribuzione dei costi: a parità di rifiuto conferito, le utenze potrebbero avere una tariffa diversa in ragione della maggiore o minore qualità del servizio utilizzato (es. frequenza del ritiro, utilizzo servizio ingombranti, maggiore spazzamento, servizi a richiesta individuale, …) 30
3) IL DM 20/04/2017 - Le regole per le utenze aggregate domestiche (art. 7) Utenza aggregata = punto di conferimento riservato a due o più utenze singole per le quali non sia possibile il conferimento individuale (es. condomini). All’interno di un’utenza aggregata la ripartizione tra le singole utenze conferenti delle quantità (in peso o volume) del rifiuto complessivamente conferito può avvenire (alternativamente): 31 1) secondo il criterio pro capite, ossia in funzione del numero di componenti del nucleo familiare riferito all'utenza; 2) utilizzando i coefficienti indicati nella tabella 2, "Coefficienti per l'attribuzione della parte variabile della tariffa alle utenze domestiche", del DPR 158/99, ossia i Kb (NB l’utilizzo è proquota).
3) IL DM 20/04/2017 - Le regole per le utenze aggregate non domestiche (art. 8) Il RUR proveniente dalle utenze non domestiche presenti in utenze aggregate deve essere conferito e misurato in maniera separata rispetto a quello conferito dalle utenze domestiche. oppure La ripartizione tra le singole utenze non domestiche conferenti delle quantità (in peso o volume) del rifiuto complessivamente conferito può avvenire alternativamente: 1) utilizzando i coefficienti di produttività per ciascuna tipologia di utenza non domestica indicati nelle tabelle 4 a e 4 b del DPR 158/1999 (Kd) (NB: l’utilizzo è proquota); 2) utilizzando coefficienti di distribuzione ottenuti mediante appositi studi effettuati a livello locale, ovvero coefficienti ottenuti dalla rilevazione della distribuzione dei conferimenti e delle quantità tipici del territorio di riferimento. 32
3) IL DM 20/04/2017 - Periodo transitorio (art. 10) I Comuni che, nelle more dell'emanazione dei termini per l’istituzione del decreto, hanno applicato una misurazione puntuale della parte variabile della tariffa, adeguano le proprie disposizioni regolamentari alle prescrizioni del presente decreto entro 24 mesi dalla sua entrata in vigore (ossia, decorsi 15 giorni dal 22. 05. 2017, giorno della pubblicazione del DM in G. U. ) entrata in vigore DM 20 aprile 2017: 6 giugno 2017; termine per adeguamento regolamenti: 6 giugno 2019 33
4) Dalla misurazione delle quantità alla commisurazione del prelievo: introduzione agli elementi per progettare la tariffa I sette vantaggi della TP: 1) Maggiore equità del prelievo. 2) Consenso tra i cittadini (a condizione che sia messa in atto una comunicazione capillare, chiara ed efficace). 3) Riduzione della conflittualità con le aziende relativamente all’ammontare del prelievo attribuito rispetto ai reali conferimenti. 4) Aumento delle performance quantitative del sistema: + RD%; ― secco residuo; ― costi di smaltimento e + ricavi cessione riciclabili. 5) Recupero evasione (grazie alla mappatura delle utenze necessaria per attuare la TP). 6) Maggior conoscenza e controllo del servizio di asporto rifiuti (sia dal punto di vista operativo che economico), grazie al continuo monitoraggio che la TP offre. 7) Maggiore consapevolezza e trasparenza dei costi comunicati e percepiti dagli utenti. 34
4) Dalla misurazione delle quantità alla commisurazione del prelievo: introduzione agli elementi per progettare la tariffa Le sette criticità potenziali della TP: a) Aumento dei costi, a causa dei sistemi di rilevazione ed elaborazione dati necessari per implementare la TP. b) Incertezza di misura dei sistemi di pesatura e rilevazione. c) Difficoltà di implementazione nei contesti ad elevata urbanizzazione e a sviluppo verticale. d) Aumento dell’abbandono dei rifiuti nel territorio. e) Emigrazione dei rifiuti nei Comuni limitrofi. f) La qualità delle frazioni differenziate potrebbe peggiorare se il sistema è progettato e implementato in modo inadeguato. g) Incertezza sul gettito tariffario, in particolare quello legato alle misurazioni. 35
Le sette criticità potenziali della TP a) Aumento dei costi, a causa dei sistemi di rilevazione ed elaborazione dati necessari per implementare la TP Occorre effettuare una analisi costi benefici con valutazioni di tipo prospettico Costi: ü Costi di investimento per adottare le attrezzature per la misurazione (RFID, mastelli, bidoni, calotte, bilance, antenne sui mezzi, …). ü Costi di investimento per il software necessario per la gestione della TP (simulazioni, gestione della tariffa). ü Costi di investimento iniziali per la creazione della banca dati (associazione attrezzatura/utenza) ü Maggiori costi di gestione (tempo uomo per la rilevazione dei dati, tempi necessari per la gestione dei dati e per la loro elaborazione). 36 Benefici: ü Maggiore RD%, minori costi di smaltimento RUR. ü Maggiori contributi CONAI/mercato derivanti dalla cessione del rifiuto riciclabile. ü Possibilità di recupero evasione grazie all’incrocio dei dati (risultati anche
Le sette criticità potenziali della TP b) Incertezza delle misure dei sistemi di rilevazione I sistemi di rilevazione usualmente adottati per conteggiare gli svuotamenti (RFID UHF) sono ormai maturi, affidabili, sicuri e a basso costo. Una maggior attenzione (taratura periodica) deve essere prevista nel caso di utilizzo dei sistemi a peso (bilance, etc. ) quando il peso sia utilizzato direttamente per il calcolo della tariffa. c) Difficoltà di implementazione della TP nei contesti ad elevata urbanizzazione e a sviluppo verticale. La progettazione di sistemi di tariffazione puntuale in questi contesti deve essere fatta in modo particolarmente accurato, non solo per la definizione dei sistemi di rilevazione e misurazione, ma anche per tutte le azioni sul piano della comunicazione, del monitoraggio e del controllo, che devono costituire parte integrante del sistema applicato. Sia in regime di TARIP che di Tributo puntuale si possono utilizzare i concetti e gli approcci previsti per "l’utenza aggregata" contenuti nel DM 20/04/2017 37
Le sette criticità potenziali della TP d) Aumento dell’abbandono dei rifiuti nel territorio Esempi di sistemi di tariffazione puntuale progressiva sul RUR Dati 2014 -15 Adeguate ed equilibrate progettazioni della TP, introduzione di servizi di controllo e l’utilizzo dei minimi, comunque applicati, scongiurano l’abbandono dei rifiuti nel territorio 38 Fonte: Giorgio Ghiringhelli: Rete Rera www. reterera. eu - ARS Ambiente www. arsambiente. it
Le sette criticità potenziali della TP 39 e) Emigrazione dei rifiuti nei Comuni limitrofi Possono verificarsi comportamenti che determinano l’"emigrazione" abusiva di rifiuti al di fuori del territorio Comunale, ma le esperienze dimostrano che essi riguardano una percentuale minoritaria della popolazione. Tali comportamenti devono essere combattuti e scoraggiati con misure specifiche (es. verifica con invio di specifiche missive o convocazione presso uffici comunali di chi non ha conferito nulla, o ha conferito al di sotto di una soglia minima). La definizione della soglia minima dei conferimenti nella TV misurata riduce moltissimo il fenomeno, che comunque dipende anche dal sistema di raccolta in uso nei territori g) Incertezza sul gettito tariffario, in particolare quello legato alle confinanti. misurazioni. È un problema che può essere scongiurato attraverso un’attenta analisi delle esperienze di chi ha adottato sistemi simili e può essere risolto senza determinare particolare problematiche. Le misure adottate sono quelle della gradualità delle misure (approccio graduale alla tariffa puntuale, attraverso la definizione di tariffe variabili misurate via crescenti e l’introduzione di minimi che possono essere progressivamente ridotti). Anche in questo caso l’accurata progettazione del sistema integrato di applicazione della tariffazione puntuale è condizione necessaria per non
Le sette criticità potenziali della TP f) La qualità delle frazioni differenziate potrebbe peggiorare… In caso di tariffe puntuali commisurate alla quantità di rifiuto residuo (sia con sistema premiale che progressivo) si possono verificare comportamenti scorretti degli utenti, con l’introduzione di frazioni merceologiche estranee non riciclabili nelle frazioni differenziate; il rischio è proporzionale alla tariffa unitaria associata al conferimento del RUR (€/kg o €/litro), ma soprattutto è moltiplicato quando le frazioni riciclabili sono raccolte attraverso attrezzature Le esperienze dimostrano multiutenza non presidiate a conferimento incontrollato che a causa dell’effetto (es. cassonetti o campane stradali). deterrente esercitato su chi conferisce da parte del gestore/comune, che può controllare i conferimenti, la qualità delle frazioni riciclabili non viene compromessa nel caso delle raccolte domiciliari, 40
Le sette criticità potenziali della TP f) La qualità delle frazioni differenziate potrebbe peggiorare… DATI MEDI relativi ad Etra spa (circa 500. 000 ab) 41
Le sette criticità potenziali della TP f) La qualità delle frazioni differenziate potrebbe peggiorare… Diverso è invece il discorso quando si applicano tariffazioni puntuali sul RUR con sistemi stradali e viene controllato solo il flusso del RUR, lasciando non presidiati i conferimenti delle frazioni riciclabili. Ciò avviene con il sistema caratterizzato da contenitori multiutenza dotati di limitatore volumetrico (cassonetti stradali con "cupolina") contemporanea presenza di cassonetti stradali o campane ad accesso non. Cassonetti presidiato con Cassonetti ad accesso limitatore Sistemi di raccolta non presidiato. volumetrico stradali: 42 la presenza contestuale di contenitori a libero accesso (per le RD) e contenitori destinati al RUR con limitatore, ad accesso controllato tramite scheda identificativa, può comportare criticità nella qualità merceologica delle frazioni differenziate
4) Dalla misurazione delle quantità alla commisurazione del prelievo: introduzione agli elementi per progettare la tariffa Domande preliminari alla costruzione della Tariffa Puntuale Il rispetto del DM 20 aprile 2017 è obbligatorio ? Il rispetto del DPR 158/99 è obbligatorio? E’ possibile costruire quote variabili miste ovvero parte presuntive e parte misurate ? Tariffa corrispettiva o tributo puntuale? Possiamo prevedere tariffe specifiche per coprire la totalità o parte dei costi di specifici servizi? Inoltre…. Quanto e quando l’attività dell’ARERA influirà nei metodi di costruzione della Tariffa Puntuale? 43
4) Dalla misurazione delle quantità alla commisurazione del prelievo Quadro di sintesi (il Piano Finanziario) TVUND 19. 3% Gettito/Costi TFD 29. 3% TFUND 15. 8% 44 Esempio "classico" TVD 35. 8% Quali criteri per la ripartizione dei costi del servizio tra le varie categorie di utenza?
4) Dalla misurazione delle quantità alla commisurazione del prelievo Quadro di sintesi (il Piano Finanziario) Criteri di suddivisione dei costi 45 § Allocazione dei costi secondo DPR 158/99 per attribuzione TF e TV § Utilizzo di "criteri razionali" per la suddivisione dei costi tra UD E UND (in assenza di misurazioni attraverso l’utilizzo dei kd x S altrimenti…. )
4) Dalla misurazione delle quantità alla commisurazione del prelievo Quadro di sintesi TARI (presuntiva): § nessuna misurazione; § la commisurazione tiene conto del DPR 158/99 o, in alternativa, del metodo Kx. S (tariffa monomia). TARIP: § la misurazione deve essere effettuata secondo quanto previsto dal DM 20/04/2017; § la commisurazione può tenere conto del DPR 158/99; § la commisurazione deve applicare, in una logica di scambio tra servizio e suo corrispettivo, il principio di corrispondenza tra somma richiesta e servizio reso, secondo i principi "chi inquina paga" e - almeno per quanto riguarda la frazione del secco residuo - “pay as you throw” chi conferisce di più (e chi inquina di più) paga di più. 46 TRIBUTO PUNTUALE: § la misurazione può essere effettuata secondo il DM 20/04/2017; § la commisurazione tiene conto del DPR 158/99, mentre è esclusa la possibilità della tariffa monomia Kx. S (c. 652 art. 1, L. 147/13); quindi: ü TF è obbligatoriamente calcolata in base agli artt. 4 e 5 del DPR 158/99
4) Dalla misurazione delle quantità alla commisurazione del prelievo Esempio: composizione tipica di una tariffa puntuale PROGRESSIVA Dalla tariffa binomia alla tariffa almeno trinomia TF Quota Fissa (mq, ab. ) TVc Quota Variabile calcolata compresa di minimi (coeff. , flat, …) TVm Quota Variabile misurata su RUR (peso, volume, …) TVm Servizi a richiesta individuale (flat, peso, volume, ) 47 La tariffa variabile è di norma suddivisa in una parte cd. calcolata, ossia predefinita ma dovuta in una misura prefissata in ragione di una o più caratteristiche dell’utenza, ed una parte misurata, che dipende esclusivamente dal comportamento concreto dell’utente.
4) Dalla misurazione delle quantità alla commisurazione del prelievo Esempio: composizione tipica di una tariffa puntuale con approccio PREMIALE TF Quota Fissa (mq, ab. ) TVc Quota Variabile calcolata compresa del servizio massimo (coeff. , flat, …) TVm Quota Variabile misurata sul RUR (peso, volume, …) - TVm Riduzioni e commisurazioni per comportamenti "virtuosi" es. conferimenti al Cd. R 48 La tariffa variabile è di norma suddivisa in una parte cd. calcolata, ossia predefinita ma dovuta in una misura prefissata in ragione di una o più caratteristiche dell’utenza, ed una parte misurata, che dipende esclusivamente dal comportamento concreto dell’utente.
Nodi critici A fronte della molteplicità degli approcci e delle opzioni tecniche possibili, è necessario evidenziare almeno due nodi critici della TP, determinati da un quadro normativo ancora carente e non ben coordinato: • l’effettività delle misurazioni (anche se il DM 20 aprile 2018 ha introdotto diversi elementi di garanzia) • la corretta costruzione della tariffa (ribaltamento costi) che diventa particolarmente cogente in regime di prestazione patrimoniale imposta Questione svuotamenti obbligatori della frazione residua (l’unica la cui misurazione è obbligatoria ex DM 20 aprile 2017): garantiscono un’entrata certa, ma…: 49 § se e il loro numero è troppo alto, si induce un meccanismo disincentivante, perché l’utente potrebbe essere poco stimolato a differenziare bene e tanto e si perde la "corrispettività"; § se il loro numero è troppo basso, si rischia di "stimolare" comportamenti indesiderati degli utenti: "turismo" e abbandono dei rifiuti, conferimenti non corretti (riduzione qualità RD)
Una best practice siciliana Misure premiali adottate (anno Comune di Isola delle Femmine (PA) 2017): Abitanti serviti : ~ 7. 300 • sconto di € 200 a coloro che Comune con elevati flussi turistici nel hanno raggiunto un quantitativo periodo estivo di rifiuti differenziati superiore a RD%: ~ 50% (2016) 500 kg; Attivazione della RD con sistema domiciliare • sconto di € 150 a coloro che nel 2016 hanno raggiunto un quantitativo di rifiuti differenziati compreso tra 251 e 499 kg; • sconto di € 50 a coloro che hanno raggiunto un quantitativo di rifiuti differenziati compreso tra 1 e 250 kg. NB: il bonus è riconosciuto solo a chi è in regola con i pagamenti della TARI
5) Alcune best practice italiane Toscana - Provincia di Firenze Abitanti serviti : 14. 247 Utenze: 5. 866 UD, 881 UND RD%: ~ 80% (2016) Raccolta domiciliare secco e umido Frazioni riciclabili e verde conferite presso Cd. R COMUNE DI MONTELUPO FIORENTINO (FI) Natura del prelievo Frazione misurata Commisurazione Oggetto e tecnica della misurazione Attrezzatura utilizzata Luogo della misurazione Note Tributo puntuale Secco residuo Organico Premiale Volume (svuotamenti preassegnati) Bidoni carrellati, con tag; sacchetti senza tag Bidoni carrellati, con tag Presso l’utenza singola • fino a 80 lt*ab. /anno: riduzione 30%; Il sistema premiale sarà • da 81 a 120*lt ab. /anno: riduzione max 15% avviato prossimamente
5) Alcune best practice italiane Veneto Province Padova e Vicenza Abitanti serviti in tariffa previsti per il 2019: ~ 500. 000 RD%: ~ 70% (metodo ARPAV) Modello di raccolta prevalente: domiciliare Attivata la TIA dal 1999 e la misurazione puntuale dal 2005
5) Alcune best practice italiane Focus sul Comune di Bassano del Grappa (VI) Tariffa corrispettiva puntuale dal 2017. Abitanti 43. 300. RD ~ 75%. Coesistenza di tre diverse modalità di rilevazione del secco residuo, per tenere conto delle specifiche caratteristiche dei quartieri esistenti nel territorio Presenza di tariffazione puntuale anche sulla frazione verde, sull’organico e sui rifiuti di provenienza non domestica assimilati agli urbani
5) Alcune best practice italiane Veneto Provincia di Treviso Abitanti serviti in tariffa: ~ 550. 000 RD%: ~ 85% Costo €/ab. : ~ 100 € oltre ad IVA Raccolta porta e misuraz. puntuale attivati dal 2001
5) Alcune best practice italiane Emilia-Romagna. Capoluogo di Provincia Abitanti serviti : ~ 195. 000 RD%: ~ 77, 6% (2016) Quota variabile Modello di raccolta domiciliare (sacchi e contenitori misurata carrellati)
5) Alcune best practice italiane Altre significative esperienze che utilizzano la misurazione del secco residuo con modello progressivo (bidone o sacco dotati di tag), tutte accomunate dall’adozione della raccolta domiciliare, molto spesso consolidata da anni: ü AIMAG Sp. A : Emilia-Romagna (MO) 160. 000 abitanti. Bidoni 120 lt RFID – Tariffa corrispettiva, in via di estensione ü Consorzio Comuni dei Navigli: Lombardia (MI) 120. 000 abitanti (inizio anni 2000!) Mastello (prevalentemente da 40 lt. ) con RFID – Tariffa Corrispettiva 41% / Tributo 59% ü Soraris Sp. A: Veneto (VI) 110. 000 abitanti. Bidoni 120 lt RFID – Tariffa Corrispettiva ü Consorzio Chierese: Piemonte (TO) 125. 000 abitanti. Bidoni 120 lt RFID – Tributo puntuale ü Mantova Ambiente Sp. A: Lombardia (MN) 318. 000 abitanti. Bidoni 120 lt e sacchi RFID – prevalenza Tariffa Corrispettiva – alcuni Comuni Tributo Puntuale. Segnaliamo tra i vari anche il Comune di Seveso (MB), 22. 000 abitanti, che ha implementato un sistema di tariffa puntuale (sacchi con RFID - Tributo puntuale), anche grazie ad un finanziamento concesso dalla Comm. Europea
Per contatti: Davide Donadio davide. donadio. 09@gmail. com Ringraziamenti: Walter Giacetti, ETRA S. p. A. – SINTESI srl w. giacetti@etraspa. it Rete Rera http: //www. reterera. eu/ 59
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