La scuola di Francoforte CARATTERI GENERALI Latto di

  • Slides: 17
Download presentation
La scuola di Francoforte

La scuola di Francoforte

CARATTERI GENERALI • L’atto di nascita della Scuola di Francoforte (così denominata perché in

CARATTERI GENERALI • L’atto di nascita della Scuola di Francoforte (così denominata perché in quella città venne fondato l’Istituto per la Ricerca Sociale nel 1923, prima sede dell’attività della Scuola che, in seguito all’affermarsi del nazismo, si spostò in altri luoghi europei e infine negli Stati Uniti) è l’uscita del primo numero della «Rivista per la ricerca sociale» diretta da Max Horkheimer (1895 -1973). Esponenti della scuola di Francoforte furono studiosi di grande livello: oltre allo stesso Horkheimer, Theodor Adorno (1903 -1969), profondo musicologo, Herbert Marcuse (1898 -1979), che raggiunse una fama mondiale, specie con il saggio L’uomo a una dimensione, anche per il successo ottenuto presso i vari movimenti di protesta degli anni Sessanta del Novecento; Erich Fromm (1900 -1980), Walter Benjamin (1892 -1940) e altri.

Contesto storico • Ancora negli anni Venti del Novecento la transizione dal capitalismo al

Contesto storico • Ancora negli anni Venti del Novecento la transizione dal capitalismo al socialismo prevista da Marx come una necessità storica era ritenuta “assolutamente scientifica”. L’unione Sovietica rappresenta una delusione degli ideali marxisti. Il crollo imminente del regime capitalista si pose al centro delle riflessioni dei teorici di Francoforte. Soltanto con la presa del potere di Hitler in Germania nel 1933 e con il suo consolidarsi negli anni successivi (insieme ai regimi italiano e spagnolo) quella fiducia iniziò a vacillare. I membri dell’Istituto dovettero nel 1933 lasciare la Germania (quasi tutti erano ebrei) e trasferirsi a Ginevra e infine a New York, presso la Columbia University, d ove la sede dell’Istituto rimase per tutta la durata della guerra. Anche dopo la fine della guerra e il ritorno in Germania non rinacquero le speranze rivoluzionarie per il sempre più netto affermarsi del nuovo capitalismo spronato dal “miracolo economico”: la rivoluzione proletaria aveva subito quindi un doppio smacco, prima a causa degli spietati regimi fascisti e nazisti, poi a causa del consolidamento del capitalismo, che segnò l’abbandono definitivo del progetto rivoluzionario

Influenze culturali • Il pensiero marxista = Il pensiero critico • Il pensiero di

Influenze culturali • Il pensiero marxista = Il pensiero critico • Il pensiero di Freud = lo studio sull’autorità

L’autorità • I membri della Scuola di Francoforte erano tutti di origine borghese: il

L’autorità • I membri della Scuola di Francoforte erano tutti di origine borghese: il padre di Walter Benjamin era un mercante d’arte; il padre di Max Horkheimer un industriale, quello di Adorno un commerciante di vino: l’origine sociale spiega il loro interesse per la figura dell’imprenditore padre di famiglia, la fonte dell’autorità e della morale borghese secondo il modello che si afferma in Europa nell’Ottocento. La crisi di questo modello, determinata dall’avvento del capitalismo, e poi dei fascismi, porta, secondo lo stesso Horkheimer, a una crisi morale e a un indebolimento dell’autonomia individuale, il cui fondamento era infatti l’autorità paterna.

Punto di svolta • Crisi del modello borghese e s crisi della figura del

Punto di svolta • Crisi del modello borghese e s crisi della figura del padre…… discontinuità della linea famigliare per il lavoro (fuori della famiglia) di tipo capitalistico Padre= Padrone • Poi…….

Autorità 2 • Erich Fromm in un suo celebre libro, Fuga dalla libertà, sostiene

Autorità 2 • Erich Fromm in un suo celebre libro, Fuga dalla libertà, sostiene che la crisi dell’autonomia dell’individuo (che traeva le sue fondamenta da un solido rapporto etico padre-figlio) provochi una fuga verso il modello dell’autorità collettiva incarnato dal dittatore e verso una forma di “subordinazione masochistica” (la sottomissione al capo propria dell’ideologia fascista). Scrive Fromm che in questo modo l’individuo: «(. . . ) conquista una certa sicurezza trovandosi unito a milioni di altri che condividono questi sentimenti» .

Freud • Sicurezza al posto della realizzazione di sé……. è il prezzo che paghiamo

Freud • Sicurezza al posto della realizzazione di sé……. è il prezzo che paghiamo per essere sociali

Horkheimer e Adorno, La Dialettica dell’Illuminismo (1947) • Molto Weberiano…. • L’illuminismo di cui

Horkheimer e Adorno, La Dialettica dell’Illuminismo (1947) • Molto Weberiano…. • L’illuminismo di cui parlano i francofortesi si identifica con la LOGICA DEL DOMINIO che sta alla base della prassi dell’Occidente, ossia con quel complesso di atteggiamenti che, dalla realizzazione dei primi strumenti alla creazione della centrale atomica, ha perseguito l’ideale di una RAZIONALIZZAZIONE DEL MONDO tesa a renderlo plasmabile e soggiogabile dall’uomo. In questo senso l’apice dell’Illuminismo è rappresentato dalla moderna società industriale.

Horkheimer e Adorno, La Dialettica dell’Illuminismo (1947) • Simbolicamente IL DOMINIO sta nel racconto

Horkheimer e Adorno, La Dialettica dell’Illuminismo (1947) • Simbolicamente IL DOMINIO sta nel racconto delle sirene di Omero.

Il concetto di industria culturale • La nascita dell’industria culturale non è un evento

Il concetto di industria culturale • La nascita dell’industria culturale non è un evento preciso né una categoria. È una serie di procedimenti che legano la cultura di massa all’avvento dei media. Questo sistema, legato a processi di standardizzazione e razionalizzazione distributiva per rispondere alle esigenze di un mercato di massa, è definito industriale perché assimilato alle forme organizzative dell’industria. Infatti, per i due autori il potere della tecnica era il potere dei ricchi e quindi la tecnologia era vista come legittimazione del potere. Adorno e Horkheimer collegano l’industria culturale alla struttura americana, alla cultura di massa e al capitalismo. La cultura diventa merce di scambio. La radio e la televisione portano l’utente ad atrofizzare l’immaginazione mentre il cinema porta all’annullamento della personalità. Il divertimento esisteva già da tempo prima di essa: ora viene ripreso e manovrato dall’alto.

Industria culturale • il tempo del divertimento, che dovrebbe essere il momento della libera

Industria culturale • il tempo del divertimento, che dovrebbe essere il momento della libera creatività individuale, è divenuto qualcosa di programmato (nelle modalità e negli orari in cui deve avvenire) e diventa una sorta di «prolungamento del lavoro nell’epoca del tardo capitalismo» (Dialettica dell’Illuminismo) L’industria culturale è il mezzo attraverso cui il sistema impone valori e modelli di vita funzionali al dominio di classe delle minoranze, creando vaste zone di consenso. Il NEOCAPITALISMO sfrutta, ai fini della propria conservazione, l’idea della «bontà» del sistema e della «felicità» degli individui eterodiretti che lo costituiscono.

Conclusione 1 • Walter Benjamin nel suo capolavoro “L’opera d’arte nell’epoca della riproducibilità tecnica”

Conclusione 1 • Walter Benjamin nel suo capolavoro “L’opera d’arte nell’epoca della riproducibilità tecnica” si basa sul concetto che il prodotto artistico, rispetto al passato, ha perso la sua “aura”, ovvero la sua “sacralità”. Con l’avvento della tecnologia, le opere diventano “riproducili”. • In fondo un concerto di Mozart si compra al supermercato (musica on line……. . )

Conclusione 2 • I bisogni e i desideri sono diretti dall’ industria • L’uomo

Conclusione 2 • I bisogni e i desideri sono diretti dall’ industria • L’uomo è ridotto a consumatore • Confronta essere o avere di Erich Fromm

Marcuse L’UOMO A UNA DIMENSIONE (1964) • «Una confortevole, levigata, ragionevole, democratica non libertà

Marcuse L’UOMO A UNA DIMENSIONE (1964) • «Una confortevole, levigata, ragionevole, democratica non libertà prevale nella civiltà industriale avanzata, segno di progresso tecnico» • Nella società tecnologica avanzata «l’apparato produttivo tende a diventare totalitario nella misura in cui determina non solo le occupazioni , le abilità e gli atteggiamenti socialmente richiesti, ma anche i bisogni e le aspirazioni individuali» .

Che ne sarà della lotta? • Adorno parla della necessità di resistere. Marcuse teorizza

Che ne sarà della lotta? • Adorno parla della necessità di resistere. Marcuse teorizza un allargamento della base, dal proletariato in senso marxista (ormai integrato) a tutti i “reietti”, gli “stranieri”, gli “sfruttati”, i “perseguitati”, i “disabili”, ritenendo di trovare in costoro una nuova base rivoluzionaria. Risultato… • LA RIVOLTA……. resistere……