La restaurazione Allindomani della sconfitta di Napoleone le

  • Slides: 36
Download presentation
La restaurazione • All’indomani della sconfitta di Napoleone le potenze vincitrici (Russia, Prussia, Inghilterra,

La restaurazione • All’indomani della sconfitta di Napoleone le potenze vincitrici (Russia, Prussia, Inghilterra, Austria) si riuniscono nel Congresso di Vienna (18141815)stabilendo di: Riportare gli stati ai loro confini precedenti le guerre napoleoniche, cercando di non creare squilibri nelle dimensioni dei vari stati (principio dell’equilibrio) Rimettere i sovrani sui propri troni (principio di legittimità) Creare uno strumento militare difensivo per reprimere qualsiasi ribellione: la Santa Alleanza ( Austria. Russia-Prussia)

La situazione dell’Italia dopo il Congresso di Vienna L’Italia viene divisa in una decina

La situazione dell’Italia dopo il Congresso di Vienna L’Italia viene divisa in una decina di piccoli stati: • Regno di Sardegna sotto Vittorio Emanuele I di Savoia (formato dagli antichi possedimenti sabaudi ed ingrandito con il territorio della soppressa Repubblica di Genova - Savoia, Piemonte, Nizza, Liguria e Sardegna) • Regno Lombardo Veneto, sotto l’Imperatore d’Austria costituito dagli antichi Ducati di Milano e di Mantova e dalle province venete (Lombardia e Veneto) con Trento, l’Istria, Trieste e il litorale dalmata • Ducato di Parma e Piacenza sotto Maria Luisa d’Austria • Ducato di Modena e Reggio sotto Francesco IV di Ausburgo-Este, cugino dell’Imperatore dell’Austria; • Granducato di Toscana, sotto Ferdinando III di Asburgo-Lorena • Ducato di Massa e Carrara, affidato a Maria Beatrice d’Este, madre di Francesco IV, con il patto che alla sua morte, doveva essere riunito ai domini del figlio • Stato Pontificio sotto il Papa Pio VII (Lazio, Marche, Umbria e parte dell’Emilia, ma con il presidio austriaco su Ferrara e Comacchio); • Regno delle Due Sicilie, sotto Ferdinando IV di Borbone (Campania, Abruzzo, Puglia, Basilicata, Calabria e Sicilia)

Alla restaurazione i popoli reagiscono con la ribellione • All’indomani del Congresso di Vienna

Alla restaurazione i popoli reagiscono con la ribellione • All’indomani del Congresso di Vienna nasce un forte malcontento che si traduce in azioni eversive (moti rivoluzionari) organizzate da patrioti ribelli affiliati alla Carboneria • I primi moti furono dunque progettati e messi in atto da esponenti della Carboneria • L’obiettivo era la concessione di una costituzione • I moti si rivelarono fallimentari e furono repressi dalla Santa Alleanza

La Carboneria • • • La carboneria è un’associazione segreta di tipo settario che

La Carboneria • • • La carboneria è un’associazione segreta di tipo settario che si diffuse nel regno di Napoli intorno al 1810, e che si estese rapidamente nel resto d'Italia, in Francia e in Spagna Fu la principale causa di inquietudine dei governi fino al 1830 e la più importante fra le varie organizzazioni dello stesso tipo che nacquero allora Il nome "Carboneria" derivava dal fatto che i settari dell’organizzazione avevano tratto il loro simbolismo ed i loro rituali dal mestiere dei carbonai, ovvero coloro che preparavano il carbone e lo vendevano al minuto Come in ogni società segreta, chi si iscriveva alla Carboneria non ne doveva conoscere tutte le finalità fin dal momento della sua adesione: gli adepti erano infatti inizialmente chiamati "apprendisti" e solo in seguito diventavano "maestri" e dovevano impegnarsi a mantenere il più assoluto riserbo, pena la morte Fu proprio all’interno di queste sette che furono progettate le insurrezioni del 182021 e altre insurrezioni degli anni ‘ 30

Mazzini • • • Giuseppe Mazzini nacque a Genova il 22 giugno del 1805

Mazzini • • • Giuseppe Mazzini nacque a Genova il 22 giugno del 1805 da Giacomo, professore universitario ex giacobino e da Maria Drago. A soli quindici anni fu ammesso all'Università (legge), ma sin dall'adolescenza si mostrò più interessato agli studi politici e letterari. Nel 1827 si laureò in legge, e nello stesso periodo entrò a far parte della Carboneria. Nel 1830 Mazzini iniziò a viaggiare in tutta Italia per trovare nuovi adepti per la carboneria. Tradito e denunciato alla polizia quale carbonaro venne arrestato e rinchiuso nella fortezza di Savona. L'anno seguente, prosciolto per mancanza di prove e quindi liberato, scelse l’esilio volontario a Ginevra dove incontrò altri esuli. Nel 1831, a Marsiglia, fondò la Giovine Italia, società con cui propugnò l'unità nazionale in senso repubblicano e democratico. Nel 1834 Mazzini finanziò l’invasione della Savoia ma l’impresa fallì e Garibaldi, che vi aveva preso parte, fu costretto a fuggire. Mazzini attraversò una fase di ripensamento, nota come “tempesta del dubbio” Scelse poi di proseguire il suo impegni politico, ampliando i suoi obiettivi con la fondazione della Giovine Europa, nell'intento di coinvolgere nel programma di liberazione nazionale tutti i popoli oppressi, non solo l’Italia Nel 1843 l’uccisione dei fratelli Bandiera, sbarcati in Calabria per rovesciare i Borboni, tolse credibilità alle idee mazziniane Con i moti del 1848, parve giunto il momento tanto atteso: mentre falliva l'intervento regio, la crescente partecipazione popolare determinava l'instaurazione di governi democratici a Firenze e a Roma. Qui, proclamata la repubblica, Mazzini assunse la carica di triumviro e si adoperò con abilità ed energia nella difesa della città contro la volontà di repressione delle potenze europee. All’indomani della proclamazione del Regno d’Italia il sogno di Mazzini poteva dirsi concluso e visse gli ultimi anni di vita in profonda polemica con il governo italiano; morì a Pisa nel 1872

Il superamento della Carboneria Mazzini maturò la convinzione della necessità di superare ideologicamente e

Il superamento della Carboneria Mazzini maturò la convinzione della necessità di superare ideologicamente e organizzativamente l'esperienza carbonara. La Carboneria aveva mostrato gravi limiti, principalmente tre: • l'eccessiva segretezza non solo dell'organizzazione, ma anche del programma, così da rendere impossibile il coinvolgimento popolare necessario per il successo rivoluzionario. Diceva Mazzini: "Le rivoluzioni hanno da essere fatte pei popolo e dal popolo". Era fondamentale per Mazzini coinvolgere il popolo, la cui coscienza politica doveva essere formata. • la mancanza di un'efficiente direzione unitaria in grado di coordinare sul piano nazionale i diversi e singoli interventi insurrezionali. • la Carboneria non aveva come scopo la creazione di una repubblica, ma si accontentava di ottenere una costituzione mantenendo la monarchia Di fronte a tali limiti strutturali, non rimaneva per Mazzini che proporre una nuova e radicale alternativa: la Giovine Italia, società fondata appunto nel 1831 e significativamente segnata dai motti Dio e popolo e Pensiero e Azione. L'obiettivo era costituito dalla volontà di formare uno Stato italiano indipendente, libero e repubblicano.

Dio e popolo Pensiero ed azione • • Dio e popolo: per comprendere il

Dio e popolo Pensiero ed azione • • Dio e popolo: per comprendere il senso del programma di Mazzini, bisogna far riferimento alla sua concezione della storia. La storia per Mazzini è l’spressione dell'inesauribile attività creatrice di Dio. All'interno della storia gli individui e i popoli sono chiamati, secondo Mazzini, dal comando divino a contribuire al bene dell'umanità: gli individui nell'attuazione dei propri personali doveri - l'Apostolato dei doveri - i popoli nella realizzazione della loro Missione storica. In quest’ottica la realizzazione dell’unità e la proclamazione della Repubblica non sono altro che l’attuazione della volontà di Dio Pensiero ed azione: è la formula che riassumeva il pensiero politico di Giuseppe Mazzini e che divenne il titolo del periodico, da lui diretto, che apparve tra il 1858 e il 1860 e che costituì l'organo di diffusione delle sue idee. Questa formula indica che prima ancora dell’azione (l’insurrezione) è necessario il pensiero, ossia un’ideologia chiara che va divulgata al popolo per coinvolgerlo e portarlo all’azione

Italia una, indipendente, repubblicana • Il pensiero di Mazzini può essere riassunto nello slogan:

Italia una, indipendente, repubblicana • Il pensiero di Mazzini può essere riassunto nello slogan: Italia una, indipendente, repubblicana • una: no al federalismo • indipendente: libera dal dominio austriaco • repubblicana: no a soluzioni monarchiche

 Le ideologie politiche moderate • A causa del fallimento dei moti di ispirazione

Le ideologie politiche moderate • A causa del fallimento dei moti di ispirazione mazziniana, nel corso degli anni '30 - ’ 40, presero vita alcuni orientamenti politici moderati che si distaccano dal radicalismo repubblicano di Mazzini • il neoguelfismo, ideato dall'abate Gioberti, che auspicava la realizzazione dell'unità italiana attraverso una confederazione di Stati sotto la presidenza del papa. • il liberalismo moderato, cui massimi esponenti furono: Balbo e D'Azeglio: confederazione di Stati sotto la guida della monarchia sabauda Cattaneo: confederazione di Stati repubblicana che lasciasse ampia autonomia alle regioni

L’Italia alla vigilia del 1848 In Italia il periodo precedente il ’ 48 era

L’Italia alla vigilia del 1848 In Italia il periodo precedente il ’ 48 era caratterizzato dall’insoddisfazione per l’ordine esistente (i moti rivoluzionari non avevano portato i risultati sperati) e dalle difficoltà economiche. In questo periodo i liberali consolidarono le loro posizioni, grazie alla guida di Gioberti, Cesare Balbo, d’Azeglio, riuscendo ad ottenere riforme amministrative, unificazione di diverse dogane e ferrovie, maggiori relazioni tra i vari Stati italiani. Un elemento che accomunava i diversi gruppi liberali era senza dubbio la rivendicazione di una Carta Costituzionale. Nel biennio 1846 -1848 i sovrani italiani furono costretti a concedere diverse riforme, spinti dalle continue pressioni dei liberali: - in Piemonte il re Carlo Alberto concesse la libertà di stampa; - in Toscana venne abolita la censura - tra i governi di Milano, Torino e Firenze si iniziarono a creare le basi per creare una lega doganale.

Il 1848 in Italia: i moti in Sicilia e la concessione delle costituzioni Alla

Il 1848 in Italia: i moti in Sicilia e la concessione delle costituzioni Alla vigilia del 1848 un fermento generale attraversava tutti i regni italiani. REGNO DELLE 2 SICILIE La prima ribellione si svolse a Palermo il 12 gennaio 1848, quando un gruppo di giovani democratici insorse. La rivolta divampò anche a Napoli e Ferdinando II fu costretto a concedere la Costituzione (29 gennaio 1848) LE COSTITUZIONI DEL 1848 In seguito a questa sommossa altri regnanti furono costretti a concedere la Costituzione per evitare ribellioni: Carlo Alberto di Savoia, Leopoldo II di Toscana e il papa Pio IX. Queste Carte Costituzionali, erano di carattere moderato ed erano ispirate alla Costituzione francese del 1830. Tra queste Costituzioni è famosa quella concessa da Carlo Alberto, lo Statuto Albertino, che prevedeva una Camera dei Deputati, eletti dai cittadini maggiormente facoltosi, e un Senato di nomina regia e strettamente dipendente dal governo del sovrano stesso

 • • Il 1848 in Francia Le insurrezioni di Palermo e Napoli, per

• • Il 1848 in Francia Le insurrezioni di Palermo e Napoli, per la loro posizione periferica rispetto al resto d’Europa, non furono tuttavia la vera e propria miccia che fece esplodere le rivoluzioni del 1848 in Europa Fu la rivoluzione di Parigi a rappresentare la prima importante ribellione del 1848 La Francia del 1848 era diversa da quella del 1830: la rivoluzione industriale aveva procurato gravi problemi sociali come quello della disoccupazione e della crisi economica. I cittadini francesi avevano organizzato una campagna di banchetti per chiedere l’allargamento del diritto di voto Il re LUIGI FILIPPO ordinò la chiusura di un banchetto e il 22 febbraio 1848 si ebbe lo scontro armato. Il re dovette abdicare e fuggire. Sotto la pressione della folla fu proclamato un governo provvisorio repubblicano-socialista: la Seconda Repubblica. Questo governo era composto, tra gli altri, da alcuni socialisti: Louis Blanc e l'operaio Albert. Tra le riforme più importanti varate dal nuovo governo ci fu il suffragio universale maschile, il primo in Europa

Disordini interni in Francia… …gli Ateliers Nationaux • • • Intanto il governo, sulla

Disordini interni in Francia… …gli Ateliers Nationaux • • • Intanto il governo, sulla spinta dei socialisti, istituì gli Ateliers Nationaux (fabbriche statali) che avrebbero permesso agli operai di essere impegnati in lavori pubblici sovvenzionati dallo stato. Alle nuove elezioni ebbero la maggioranza le forze liberali, che ordinarono la chiusura degli ateliers, preoccupati per le troppe concessioni date agli operai. Agli operai rimasti senza lavoro fu offerto di arruolarsi nell'esercito o di andare in provincia Lo scioglimento degli ateliers nel giugno del 1848, portò a gravi disordini (24 -25 -26 giugno), che vennero repressi con la forza, in un vero e proprio bagno di sangue. Nei quattro giorni di combattimento, secondo le cifre ufficiali, i morti furono 5. 500, tra caduti nelle barricate e fucilati sul posto, 11. 000 sono gli arrestati, 4. 000 sono i deportati, senza aver subito alcun processo, in Algeria.

Dalla Seconda Repubblica al Secondo Impero • • • Nel dicembre del 1848 si

Dalla Seconda Repubblica al Secondo Impero • • • Nel dicembre del 1848 si tennero le elezioni per scegliere il presidente della repubblica. Fu eletto Carlo Luigi Napoleone Bonaparte, nipote del grande Napoleone. La sua fu una politica di oppressione delle libertà (nel 1850 soppresse il suffragio universale) Nel 1851 attuò un colpo di Stato: con l’aiuto dell’esercito fece arrestare tutti i suoi oppositori e aumentò da 4 a 10 anni il suo mandato Nel 1852 si fece proclamare imperatore con il nome di Napoleone III: era nato il Secondo impero

I moti si propagano in Austria… • Appena si diffuse la notizia degli avvenimenti

I moti si propagano in Austria… • Appena si diffuse la notizia degli avvenimenti di Parigi le agitazioni iniziarono a Vienna (13 marzo) • una manifestazione studentesca coinvolse l’intera popolazione, costringendo Metternich a lasciare il governo.

… e in Italia VENEZIA: quando giunse la notizia dell’allontanamento di Metternich, la città

… e in Italia VENEZIA: quando giunse la notizia dell’allontanamento di Metternich, la città esplose. Il 17 marzo fu organizzata una grande manifestazione popolare per liberare i detenuti politici, fra cui il capo dei democratici Daniele Manin. Uscito in libertà questi si pose subito a capo del movimento per cacciare gli Austriaci a cui si unì una folla di operai, ufficiali e marinai che fece dividere i reparti austriaci. Il 23 Manin formò un governo provvisorio a cui diede il titolo di Repubblica Veneta, scacciando gli austriaci. MILANO: Il 18 marzo insorse anche Milano con un assalto al palazzo del governo che durò continuamente per cinque giorni, ricordati come le cinque giornate milanesi. Borghesi e popolani combatterono insieme sulle barricate (ne furono costruite 1. 700) per difendersi dal contingente austriaco, sotto il comando del generale Radentzky. Fu costituito un governo provvisorio che chiese l’intervento delle forze armate di Carlo Alberto contro gli austriaci. Il 23 marzo Carlo Alberto, appoggiato dal re di Napoli Ferdinando II, Leopoldo II granduca di Toscana e il papa Pio IX, dichiarò guerra all’Austria. Il generale Radentzky si ritirò nel cosiddetto quadrilatero, delimitato dalle fortezze di Mantova, Peschiera, Verona e Legnago.

1° guerra di indipendenza La guerra tra il Piemonte sabaudo e l’Austria nel 1848

1° guerra di indipendenza La guerra tra il Piemonte sabaudo e l’Austria nel 1848 passò alla storia come prima guerra d’indipendenza. L’esercito piemontese conseguì diverse vittorie: a Pastrengo, Peschiera, e a Goito. Pio IX, il granduca di Toscana e il re di Napoli, ritirarono le loro truppe in maggio, preoccupati dell’intervento austriaco Nel mese di luglio l’esercito piemontese fu sconfitto a Custoza Nel 1849, dopo una tregua, i piemontesi furono ancora sconfitti a Novara Carlo Alberto abdicò in favore del figlio Vittorio Emanuele II, che firmò l’armistizio Battaglia di Custoza

Le repubbliche di Firenze, Roma e Venezia • L’insuccesso di Carlo Alberto mise in

Le repubbliche di Firenze, Roma e Venezia • L’insuccesso di Carlo Alberto mise in crisi le strategie dei moderati • Nel 1849 i democratici mazziniani ne approfittarono per prendere l’iniziativa A Firenze nasce la Repubblica toscana A Roma il papa fugge e viene fondata la Repubblica romana, capeggiata dal triumvirato (Mazzini, Saffi, Armellini) A Venezia viene creata la Repubblica veneta, con a capo Manin

Quali le cause del fallimento del 1848? • Carlo Alberto non voleva l’Unità d’Italia,

Quali le cause del fallimento del 1848? • Carlo Alberto non voleva l’Unità d’Italia, ma l’annessione del Lombardo Veneto al regno di Sardegna • Le forze che avevano promosso le rivoluzioni si erano divise: da una parte i monarchici liberali, dall’altra i democratici repubblicani

Camillo Benso Conte di Cavour • La scena politica Italiana all’indomani della prima guerra

Camillo Benso Conte di Cavour • La scena politica Italiana all’indomani della prima guerra d’indipendenza fu dominata dalla figura dello statista piemontese Camillo Benso Conte di Cavour. Nato a Torino nel 1810, fu chiamato al governo piemontese da Massimo D’Azeglio, primo ministro del Regno di Piemonte, che nel 1850 gli affidò il Ministero dell’agricoltura e del commercio e successivamente quello delle finanze Lo statista poté mettere alla prova le sue capacità di modernizzazione dell’apparato amministrativo dello stato piemontese, attraverso importanti riforme.

Politica interna Ø Politica liberale moderata, cioè contro i democratici repubblicani Ø Modernizzazione delle

Politica interna Ø Politica liberale moderata, cioè contro i democratici repubblicani Ø Modernizzazione delle strutture amministrative (riforma fiscale), agricole e industriali (forti investimenti ferroviari) Ø Abolizione dei dazi sul grano nel Regno di Sardegna e delle barriere doganali con l’estero Ø Libera Chiesa in libero Stato: riconferma le Leggi Siccardi del 1850 che sopprimevano i privilegi ecclesiastici in Piemonte, ed auspica un’autonomia dello Stato dalle ingerenze della Chiesa

Politica estera • Cercò l’alleanza con la Francia per sconfiggere l’Austria, attraverso due azioni:

Politica estera • Cercò l’alleanza con la Francia per sconfiggere l’Austria, attraverso due azioni: • Fece intervenire il Piemonte nella Guerra di Crimea del 1855, che vedeva opporsi Turchia, Inghilterra e Francia contro la Russia, inviando 15 mila bersaglieri, per poter partecipare alla pace (Congresso di Parigi del 1856) e sensibilizzare le potenze vincitrici alla causa italiana • Stipulò i Patti di Plombieres nel 1858 con Napoleone III (intervento della Francia in Italia contro l’Austria, in cambio di Nizza e Savoia, a condizione che il primo atto di guerra partisse dall’Austria)

1859: la 2° guerra di indipendenza • Per provocare il conflitto Cavour inviò truppe

1859: la 2° guerra di indipendenza • Per provocare il conflitto Cavour inviò truppe al confine con il Lombardo- Veneto • L’Austria chiese di interrompere le manovre ma il governo piemontese rifiutò • Nel 1859 scoppiò il conflitto • Garibaldi con un corpo di volontari (cacciatori delle Alpi)liberò alcune città della Lombardia: Brescia, Bergamo, Como e Varese • I Piemontesi, con l’aiuto della Francia, vinsero a Magenta, Solferino e a San Martino • In Toscana, Emilia, e nelle legazioni pontificie si verificarono sollevazioni che costrinsero i regnanti alla fuga • Nel 1859 Napoleone III firmò l’armistizio di Villafranca con l’Austria, preoccupato per i risvolti che stava assumendo il conflitto. L’armistizio prevedeva la cessione della Lombardia al Piemonte, e che il Veneto restasse all’Austria • Cavour si dimise

I plebisciti • Nel 1860 Cavour tornò al suo incarico e mise in atto

I plebisciti • Nel 1860 Cavour tornò al suo incarico e mise in atto un piano strategico Spronò le regioni insorte (Emilia e Toscana) ad indire plebisciti per approvare l’annessione al Piemonte. Nel marzo del 1860 i plebisciti sancirono l’annessione di Toscana ed Emilia al regno del Piemonte Offrì a Napoleone Nizza e Savoia per non opporsi alle annessioni • Quasi metà del territorio italiano era entrato a far parte del regno sabaudo: Piemonte, Liguria, Sardegna, Toscana, Emilia e Romagna

La spedizione dei Mille • • I democratici decidono di liberare il sud dai

La spedizione dei Mille • • I democratici decidono di liberare il sud dai Borboni Crispi convince Garibaldi ad effettuare la spedizione dei Mille per far insorgere i contadini siciliani • Partita da Genova, la spedizione raggiunse per mare la Sicilia occidentale e sbarcò a Marsala. Garibaldi, assunta la dittatura in nome di Vittorio Emanuele, marciò verso l’interno con i suoi Mille, che rivestivano l’ormai leggendaria camicia rossa, rinforzati da "picciotti" cioè dai giovani contadini e braccianti che speravano in una riforma agraria In seguito l’entusiasmo dei contadini che miravano a impossessarsi delle terre demaniali, fu deluso perché Garibaldi cominciò a stringere rapporti con i grandi proprietari terrieri. I contadini cominciarono a guardare con diffidenza alla politica di Garibaldi, soprattutto dopo che i garibaldini repressero i moti rurali a Bronte Battuti i borbonici nella difficile battaglia di Calatafimi, Garibaldi occupò Palermo e nel luglio battè ancora le truppe regie a Milazzo. Garibaldi, superato lo stretto di Messina, risalì liberamente la Calabria mentre l’esercito borbonico si disfaceva ed entrò a Napoli; Francesco II si rifugiò allora a Gaeta Praticamente l’Italia meridionale era libera. • •

L’unita’ d’Italia • Cavour teme che il sud diventi una repubblica democratica autonoma e

L’unita’ d’Italia • Cavour teme che il sud diventi una repubblica democratica autonoma e che Garibaldi entri a Roma scatenando la reazione francese • Vittorio Emanue II invade lo Stato pontificio senza toccare il Lazio e Roma • Uno scontro tra i due eserciti, garibaldino e piemontese, avrebbe significato una vera e propria guerra civile • Il re incontra a Teano Garibaldi che gli consegna il Regno delle Due Sicilie • Il 17 marzo 1861 si riunisce a Torino il primo Parlamento nazionale e Vittorio Emanuele II viene proclamato re d’Italia • Torino è la prima capitale del Regno unito

Lo Statuto albertino • I democratici volevano una nuova Costituzione, ma il parlamento estese

Lo Statuto albertino • I democratici volevano una nuova Costituzione, ma il parlamento estese a tutta l’Italia lo Statuto e la sua legge elettorale molto ristretta, infatti potevano votare solo i maschi maggiorenni che: Ø sapevano leggere e scrivere Ø possedevano un certo patrimonio Ø versavano una cerata quota di tasse • Rimasero quindi esclusi i contadini analfabeti e gran parte della popolazione povera delle città: votavano solo 450. 000 persone, il 7% della popolazione • Il governo fu quindi formato dalla Destra storica

Il fenomeno del brigantaggio • • • Nel sud Italia, liberato dai garibaldini, ed

Il fenomeno del brigantaggio • • • Nel sud Italia, liberato dai garibaldini, ed entrato a far parte del regno d’Italia, esplose il fenomeno del brigantaggio Le bande erano formate da veri briganti, ex soldati borbonici, piccoli proprietari terrieri che volevano il ritorno del re, da contadini in rivolta contro la distruzione del loro mondo, contro la leva obbligatoria, contro le tasse più pesanti I briganti erano protetti dalla popolazione, dal clero, dai sindaci, dagli stessi funzionari di polizia spesso sobillati dallo Stato pontificio e dal re e la regina in esilio

Come reagì lo Stato? • Lo stato reagì con altrettanta ferocia tramite l’esercito. •

Come reagì lo Stato? • Lo stato reagì con altrettanta ferocia tramite l’esercito. • Si parla di circa 20. 000 persone uccise, tra cui donne e bambini • Nonostante ciò il brigantaggio non venne sconfitto

Problemi dell’Italia unita • Questione meridionale • Esclusione masse popolari dalla vita politica •

Problemi dell’Italia unita • Questione meridionale • Esclusione masse popolari dalla vita politica • Unità non compiuta, mancava il Lazio con Roma e il Veneto • Il papa giudicava il re un usurpatore e rifiutava ogni dialogo • La Francia continuava a sostenere il papa • Cavour morì nel 1861

La Destra Storica (1861 -1876) • I primi anni di governo del nuovo Regno

La Destra Storica (1861 -1876) • I primi anni di governo del nuovo Regno d’Italia (1861 -1876)furono retti dalla Destra storica (raggruppamento politico erede della politica liberale di Cavour), che dovette affrontare numerose problematiche: - Analfabetismo dilagante Economia debole Mancanza di un sistema centralizzato Brigantaggio Unificazione italiana incompleta • Nel 1864 la capitale fu spostata a Firenze • Le principali iniziative della Destra storica furono: - Imposizione del sistema centralizzato piemontese a tutto il regno (invio di prefetti nelle varie province) Creazione di un mercato unico (moneta unica, eliminazione dazi doganali, unità di peso e misura uniche) Creazione di infrastrutture in grado di collegare le varie regioni del regno Severa politica fiscale (tasse molto pesanti, come quella sul macinato e quella sul pane volute dal ministro Quintino Sella) -

La Destra storica: sintesi degli eventi principali • • 1864: Convenzione di settembre; l’Italia

La Destra storica: sintesi degli eventi principali • • 1864: Convenzione di settembre; l’Italia si impegnava a non attaccare lo Stato pontificio. 1866: terza guerra d’indipendenza: l’Italia, con l’appoggio della Prussia, ottiene il Veneto 1870: Breccia di Porta Pia, le truppe italiane entrarono a Roma (e la capitale fu trasferita a Roma nel 1871). 1871: Legge delle guarentigie (ossia le garanzie assicurate dalla legge), per regolare i rapporti tra lo stato e la chiesa; il papa diviene capo politico solo dello Stato del Vaticano. 1874: Pio IX invitò tutti i cattolici a non votare alle elezioni (Non expedit). 1876: la Destra storica riuscì a ottenere il pareggio del bilancio, costruendo inoltre una solida struttura amministrativa, in modo accentratore, sul modello piemontese. 1876: il governo Minghetti fu messo in minoranza e costretto e dimettersi; Vittorio Emanuele II affidò il governo ad Agostino Depretis, rappresentante della Sinistra parlamentare, che restò al governo fino al 1896, alternandosi con Francesco Crispi.

La III guerra d’indipendenza • Nel 1866 scoppiò la guerra tra Austria e Prussia,

La III guerra d’indipendenza • Nel 1866 scoppiò la guerra tra Austria e Prussia, alla quale partecipò anche l’Italia, in cambio del Veneto • Fu detta “guerra lampo” per la sua breve durata (poche settimane) • Prussia ed Austria erano in contrasto perché entrambe volevano mettersi a capo della Confederazione germanica • La Prussia vinse a Sadowa • L’Austria uscì dalla Confederazione germanica, a capo della quale si pose la Prussia • l’Italia fu ripetutamente sconfitta (Custoza e Lissa), ma nonostante ciò ottenne il Veneto, mentre il Trentino e la Venezia Giulia rimasero all’Austria

Bilancio deludente • Le sconfitte militari diedero l’impressione che il nuovo stato non riuscisse

Bilancio deludente • Le sconfitte militari diedero l’impressione che il nuovo stato non riuscisse ad inserirsi alla pari tra le potenze europee • La mancata restituzione di Trento e Trieste creò il movimento irredentista, ovvero movimento per le terre irredente, cioè non liberate

1870: la guerra franco prussiana • La potenza della nuova Germania preoccupò la Francia

1870: la guerra franco prussiana • La potenza della nuova Germania preoccupò la Francia che le dichiarò guerra • Nel 1870 Napoleone III fu sconfitto a Sedan e fatto prigioniero • Guglielmo I di Prussia fu nominato Kaiser (Cesare) del Secondo Reich e i francesi dovettero cedere alla Prussia l’Alsazia e la Lorena • I socialisti e gli operai parigini insorsero formando la Comune (primo modello di società socialista fondata sull’autogoverno) • Il governo conservatore scatenò una forte repressione e riconquistò la città

La presa di Roma • Scomparso di scena Napoleone III, il difensore del papa,

La presa di Roma • Scomparso di scena Napoleone III, il difensore del papa, nel 1870 i bersaglieri entrarono a Roma che fu annessa all’Italia • Nel 1871 con la legge delle Guarentigie, il Regno d’Italia riconosceva lo Stato del Vaticano, ma Pio IX, con la bolla detta Non expedit, si dichiarò prigioniero dello stato italiano e proibì ai cattolici e al clero la partecipazione alla vita politica e al voto • Nel luglio 1871 Roma diventò capitale e si concluse il Risorgimento