La preghiera di Ignatij Briananinov 1 La preghiera
La preghiera di Ignatij Briančaninov 1
La preghiera è il rivolgersi a Dio dell’uomo caduto e penitente, è il pianto dell’uomo caduto e penitente davanti a Dio. La preghiera è l’espressione dei desideri del cuore, delle richieste, dei sospiri dell’uomo caduto, ferito dal peccato, davanti a Dio. Il primo movimento della penitenza è il pianto del cuore. È la voce orante del cuore che precede la preghiera mentale, in cui l’intelletto, trascinato dalla preghiera del cuore, comincia a generare pensieri di 2 preghiera.
La preghiera Perché la preghiera sia retta, occorre elevarla da un cuore pieno di povertà di spirito; da un cuore contrito e umile. Fino a quando non sei rinnovato dallo Spirito Santo, considera tutti gli altri stati del cuore tali quali sono: inadatti al peccatore penitente che implora Dio di perdonargli i suoi peccati e di liberarlo dalla schiavitù delle passioni e dalle catene, come da una prigione. 3
La preghiera Continua a stare per mezzo della preghiera presso il Signore, il quale ci ha comandato di pregare sempre, senza stancarsi, cioè di non cadere nello scoraggiamento se troviamo difficoltà a concentrarci nella preghiera; tale concentrazione è, specialmente all’inizio, difficoltosa, insopportabile per una mente abituata a vagare dappertutto. 4
La preghiera, in quanto colloquio con Dio, è un bene altissimo, spesso molto più grande di quello che l’uomo chiede, e il Dio misericordioso, non adempiendo la richiesta, lascia il richiedente con la sua preghiera, perché egli non la perda, non abbandoni questo bene superiore dopo aver ricevuto un bene richiesto, anche se molto inferiore. 5
La preghiera Quando ti appresti a presentare a Dio la preghiera, rigetta tutti i pensieri e tutte le preoccupazioni terrene. Non occuparti con i pensieri che ti vengono in quel momento, per quanto possano sembrare importanti, brillanti, necessari. Da’ a Dio ciò che è di Dio; il necessario per la vita terrena lo avrai a tempo debito. È impossibile dedicarsi a Dio nella preghiera e, nel contempo, occupare la mente con gli altri pensieri e preoccupazioni. 6
La preghiera Una misurata, ragionata, costante rinuncia al cibo e alle bevande rende il corpo leggero, purifica la mente, le dà freschezza e serve, perciò, anche come preparazione alla preghiera. L’intemperanza del ventre rende il corpo pesante, obsoleto, indurisce il cuore, oscura la mente. Tanto è dannosa l’intemperanza, quanto, o ancora di più, è dannoso un digiuno smisurato. La debolezza del corpo, causata dal poco nutrimento, non permette di 7 compiere le preghiere.
La preghiera La quantità di preghiera adatta a ognuno si determina dal contesto di vita e dalle forze fisiche e psichiche possedute. Fissane la quantità in relazione alle tue forze, memore dell’insegnamento del grande maestro degli asceti: Isacco il Siro: «Se sforzi il debole corpo oltre le sue forze, causi nella tua anima oscurità, tristezza e confusione, e non quello che le giova» . 8
La preghiera Se sei occupato da tanti impegni sociali o, essendo monaco, dalle obbedienze monastiche, e non hai la possibilità di pregare tanto tempo quanto vorresti, non rattristarti: il servizio svolto secondo la legge e la coscienza preparano l’uomo alla preghiera fervida e sostituiscono la quantità con la qualità. Niente aiuta tanto al progresso nella preghiera quanto una coscienza che è in pace a causa di opere che piacciono a Dio. 9
La preghiera L’adempimento dei comandamenti evangelici indirizza la mente e il cuore alla preghiera pura e piena di un umile intenerimento e la vera preghiera, dal canto suo, induce a pensare, sentire, agire secondo i comandamenti del Vangelo. 10
La preghiera La misericordia verso il prossimo e l’umiltà nei suoi confronti, espresse con opere esteriori e nutrite nell’anima, assieme alla purezza di un cuore libero da pensieri e sentimenti sensuali, costituiscono il fondamento e la forza della preghiera. Senza di esse la preghiera non riesce ad elevarsi da terra, ovvero ad emergere dai ragionamenti carnali che la trattengono come in una rete. 11
La preghiera L’anima della preghiera è l’attenzione. Come il corpo senza l’anima è morto, così la preghiera senza l’attenzione è morta. Una preghiera recitata senza attenzione si trasforma in un parlare vuoto e l’orante viene annoverato tra quelli che invocano il nome di Dio invano. 12
La preghiera Pronuncia le parole della preghiera senza fretta; non permettere alla mente di vagare dappertutto, ma rinchiudila dentro le parole della preghiera. È una via stretta e dolorosa per la mente abituata a vagare liberamente nell’universo, ma è una via che conduce all’attenzione. A chi avrà assaggiato il gran bene dell’attenzione, piacerà forzare la mente sulla via che porta ad essa. 13
La preghiera L’attenzione è il dono primario della grazia divina, mandato a colui che fatica e, pazientemente, vigila nell’opera della preghiera. All’attenzione donata per grazia deve precedere lo sforzo di una testimonianza concreta del desiderio sincero di ottenerla. La propria attenzione viene attaccata da pensieri e immagini che la agitano; l’attenzione donata invece è piena di fermezza. 14
La preghiera L’intelletto che prega deve trovarsi completamente immerso nella verità. L’immaginazione, per quanto allettante e piacevole, essendo un’attività propria ma arbitraria della mente, la svia dalla verità divina, inducendola nell’inganno e nell’accecamento e, perciò, deve essere esclusa dalla preghiera. 15
La preghiera Se durante la preghiera ti si presenta in modo sensibile oppure ti appare alla mente un’immagine di Cristo, di un angelo, di qualche santo, o qualsiasi altra immagine, non darle alcuna fiducia, non rivolgere ad essa la tua attenzione, non entrare in colloquio con essa. Altrimenti soccomberai all’inganno e subirai un fortissimo danno psichico. 16
La preghiera Le parole della preghiera, animate dall’attenzione, penetrano nel profondo dell’anima, trafiggono il cuore e vi generano un umile intenerimento. Le parole di quella preghiera che viene compiuta nella distrazione è come se toccassero solo la superficie dell’anima, non facendole alcuna impressione. 17
La preghiera Chi nella preghiera mantiene una costante attenzione e un umile intenerimento del cuore, ha raggiunto le beatitudini che, nel Vangelo, vengono chiamate povertà di spirito e pianto. Costui ha già spezzato le catene delle passioni, ha già odorato la fragranza della libertà spirituale, porta già nel suo petto la caparra della salvezza. 18
La preghiera Non abbandonare la via stretta della preghiera e raggiungerai la pace santa, il sabato santo: durante il sabato non si compie alcuna opera terrena, si tralasciano la lotta e lo sforzo; nella beata impassibilità, fuori da ogni dissipazione, l’anima si presenta con una preghiera pura davanti a Dio e trova in lui la pace per mezzo della fede nella sua infinita bontà, abbandonandosi alla sua santissima volontà. 19
La preghiera Non cercare godimento nella preghiera; questo non si addice in alcun modo al peccatore. Il desiderio del peccatore di godere è già un inganno in se stesso. Cerca di vivificare il tuo cuore morto e impietrito, perché possa sentire la sua peccaminosità, la sua caduta, la sua futilità; la vede e se ne renda conto con umiltà. E allora potrà apparire dentro di te il frutto vero della preghiera: la vera penitenza. 20
La preghiera Sospirerai davanti a Dio e lo invocherai con la preghiera da quello stato miserevole dell’anima che, all’improvviso, si manifesterà in te; lo invocherai quasi dalla prigione, dalla tomba, dall’inferno. 21
La preghiera I sentimenti generati dalla preghiera e dalla penitenza consistono nel sollievo della coscienza, nella pace dell’anima, nella riconciliazione con il prossimo e con le condizioni di vita, nella misericordia e compassione per l’umanità, nel trattenersi dalle passioni, nella freddezza verso il mondo, nell’umiltà davanti a Dio e nella forza della lotta contro i pensieri e le tendenze peccaminose. 22
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