La peste del XIV secolo Clusone BG Danza
La peste del XIV secolo Clusone (BG) - Danza Macabra sulla facciata della Chiesa dei Disciplini (1485)
La peste nera • Zona d’incubazione: Oriente, probabilmente Cina • Fu diffusa in Europa nel 1347 da marinai genovesi di ritorno dall’assedio di Caffa, sul Mar Nero • Facilitato dall’impoverimento alimentare e dalle carenze igieniche, il bacillo della peste attraversa l’Europa tra 1346 e 1349; tutta l’Europa ne venne investita in pochi anni • La popolazione europea (già ridotta a causa delle carestie) scende dagli 80 ai 50 milioni • Veicoli di trasmissione: il contagio diretto con ammalati o i morsi di pulci che precedentemente avevano morso uomini o topi infetti • Dal 1356 assumerà ritmi decennali e scomparirà, come malattia endemica, nel XVIII secolo; il ritorno periodico delle infezioni (endemia) frena la ripresa demografica Morti per la peste nera in una miniatura dell’epoca
La peste del 1347 • Anche questa pestilenza venne da Oriente • In Cina era stata segnalata già da alcuni anni, in Europa vi arrivò nel 1347 portata dalle navi commerciali genovesi provenienti dalla Crimea (assedio di Caffa) • Si diffuse rapidamente e durò diversi anni Si calcola che morirono 20 milioni di persone (1 su 4)
La peste nera nell’Asia centrale si diffonde il bacillo della peste nel 1352 il bacillo raggiunge addirittura la Russia mercanti genovesi percorrono le vie carovaniere di Samarcanda e del Mar Caspio il bacillo raggiunge l’Occidente si moltiplicano le manifestazioni di fervore religioso si verifica un improvviso calo demografico il bacillo si ripresenta ciclicamente ogni 10 -15 anni di fronte all’impotenza dei medici si ricorre a stregoni e maghi si cercano capri espiatori si aggravano fortemente le condizioni economiche e sociali gli ebrei vengono accusati di praticare culti satanici e perseguitati
Caratteristiche • Malattia mortale per l’uomo provocata dal bacillo di Yersin, (Yersinia pestis) molto resistente • Esiste in due versioni: Polmonare Bubbonica Trasmessa dalle pulci dei topi MORTE Trasmessa mediante il fiato
La peste nell’antichità • Pestilenze si erano verificate nell’antichità • Tucidide narra di una paurosa pestilenza ad Atene dopo le guerre del Peloponneso • Altre se ne verificarono a Roma, ma dal 700 in poi non ce ne furono più in Europa Perché?
Una concausa della peste • All’inizio del XIII sec. Gengis Khan aveva unificato tutta l’Asia sotto il suo impero • Ciò permise la ripresa dei commerci lungo la via della seta, e l’Europa non fu più isolata • Ma le carovane portarono in Europa anche i topi e con essi le pulci • La diffusione delle epidemie fu rapidissima perché mancavano gli anticorpi (l’ultima epidemia risaliva probabilmente al VII secolo d. C.
L’Impero di Gengis Khan
L’antica Via della Seta
La diffusione della peste • La peste si sviluppava in primavera/estate e dava un po’ di tregua solo in inverno. • Poi l’estate successiva ricompariva e poteva durare per anni • Da questo momento in poi si verificarono epidemie di peste in Europa mediamente ogni 15 anni
Come ci si difendeva • I governanti presero, o cercarono di prendere, provvedimenti per arginare la “morte nera”. • Molte città vietarono agli abitanti di uscire dal paese e per chi infrangeva la legge c’erano multe • Si stabilì inoltre che i morti dovevano essere portati fuori le mura in casse inchiodate. • A Firenze alcuni ufficiali furono incaricati di sorvegliare i mercanti e i mercati, per impedire la rivendita d’indumenti appartenenti ai morti di peste. • Nelle città portuali si decretò che le navi provenienti da Genova e Venezia stessero in quarantena. • A Venezia si crearono “lazzaretti” in zone isolate.
I medici • Le conoscenze scientifiche non permisero ai medici di trovare un rimedio per poterla curare fino al XIX secolo. • Nel 1350 il collegio dei medici di Parigi, pubblicò un testo che affermava che la peste non era una malattia contagiosa, ma era causata dalle condizioni ambientali (caldo e umido) • Si ricorse anche all’astrologia: quando i pianeti si allineavano avvenivano delle catastrofi sulla parte bassa della terra • Si pensava anche la peste provenisse dall’aria alterata • I medici usavano allora profumi ed erbe per non infettarsi, ma c’erano sempre meno persone che volevano fare il medico
Una testimonianza Il mercante e scrittore Giovanni Morelli così la descriveva: “Negli anni di Cristo 1348 fu nella città di Firenze una grande mortalità di persone umane le quali morivano di male pestilenziale (…) E venne la cosa a tanto, che molti ne morivano pella via e su pelle panche, come abbandonati, senza aiuto o conforto di persona (…). Ora, come voi avete in parte veduto e potuto comprendere, la moria fu inistimabile, e dicesi, e così fu di certo, che nella nostra città morirono i due terzi delle persone; ché era istimato che in Firenze avesse in quel tempo 120 mila anime, che ne morirono, cioè de’ corpi, ottantamila. Pensate se fu fracasso! ”. (In realtà ne morirono 45 mila)
I flagellanti • Erano gruppi di penitenti che giravano per le città autoflagellandosi con fruste aventi punte metalliche • Dicevano che per 33 giorni dovevano eseguire questa pratica, giorni che corrispondevano agli anni vissuti da Cristo • La Chiesa cattolica autorizzò talvolta la dispersione di queste manifestazioni con la forza, accusandoli di eresia
Altre reazioni • C’era invece chi, sentendo la morte vicina e vedendo che colpiva indistintamente ricchi e poveri, buoni e cattivi, si dava ad una vita sfrenata e viziosa • In alcune città invece si incolparono della peste gli ebrei, che in genere provenivano da altri luoghi e viaggiavano spesso come mercanti, e li si uccideva in pubbliche esecuzioni nelle piazze
La peste nell’arte e in letteratura • Un tale flagello ebbe per forza un grosso impatto sulle arti • Boccaccio costruisce la sua cornice al Decameron proprio sulla peste del 1348 • L’idea della morte terribile per peste ha colpito molti pittori che cominciarono a raffigurare la morte nei loro dipinti, con i simboli che più spesso la identificano • Teschi, scheletri, mostri alati ecc. , ma non mancano anche le realistiche rappresentazioni della sua sintomatologia: i bubboni
La letteratura La Laura di Petrarca muore nel 1348 di peste e il poeta scrisse i Psalmi penitentiales, che sono delle preghiere di penitenza Tucidide fu il primo a descrivere la peste nelle sue opere, parlando della epidemia sviluppatasi ad Atene Nell’ultimo libro del “De rerum natura”, il poeta latino Lucrezio parlò anche lui della peste di Atene Boccaccio, nel suo Decameron, dice che la peste cancella i freni morali e abbatte ogni ordine sociale e civile Virgilio narra della peste del Norico (Austria) e si sofferma sulle sofferenze degli uomini e sul mistero della morte ingiusta Nei “Promessi Sposi”, Manzoni parla dello spaventoso evento che ha sconvolto Milano e che ha colpito anche i protagonisti del suo romanzo
I santi protettori S. Sebastiano. Protettore dalla peste in quanto ferito da molte frecce non morì ma venne curato. Le ferite ricordavano i bubboni pestilenziali S. Rocco. Venne colpito dalla peste ma ne guarì, viene raffigurato sempre col suo bubbone in evidenza
Cosa succede ai sopravvissuti? • Grazie agli anticorpi risultavano immuni • Molti si arricchirono perché poterono occupare le terre migliori lasciate libere dai morti • Avevano più risorse a disposizione • Riuscirono a investire nel loro lavoro e a sperimentare nuove coltivazioni e nuove tecniche
La crisi del Trecento (XIV secolo)
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