La normativa di riferimento per i rischi sui
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La normativa di riferimento per i rischi sui luoghi di lavoro è la 81/08. In tale legge troviamo una prima parte piena di definizioni sui termini tecnici che riguardano il rischio biologico, chimico e fisico. Tutti i lavori hanno questi tre tipi di rischi, chi più e chi meno. Il lavoro del parrucchiere e dell’estetista non fanno eccezione,
Partiamo dalle definizioni date dal decreto legislativo n. 81/08 e successive modifiche e integrazioni: pericolo: proprietà o qualità intrinseca di un determinato fattore avente il potenziale di causare danni. Esempio: un coltello è pericoloso. rischio: probabilità di raggiungimento del livello potenziale di danno nelle condizioni di impiego o di esposizione ad un determinato fattore o agente oppure alla loro combinazione. Esempio: correre con una forchetta in mano.
l rischio biologico o anche biorischio: si riferisce a sostanze di origine biologica potenzialmente dannose per la salute di un qualsiasi essere vivente. Sono compresi tra i fattori di rischio microrganismi, virus e tossine. Il termine e il simbolo associato sono generalmente utilizzati come avvertimento per evitare l'esposizione senza le dovute precauzioni e per indicare la corretta procedura di smaltimento dei rifiuti connessi.
Gli agenti di rischio biologico classificati per il trasporto si dividono in due categorie e quattro numeri UN: • Categoria A, UN 2814 - sostanze infettive per uomini: le sostanze infettive possono causare malattie che compromettono lo svolgimento della vita. • Categoria A, UN 2900 - sostanze infettive solo per gli animali. • Categoria B, UN 3373 - sostanze biologiche trasportabili per scopi diagnostici o investigativi. • Categoria B, UN 3291 - rifiuti medici regolamentati, materiali di scarto • derivati da trattamenti medici per umani, animali o da ricerca biomedica.
Gli agenti patogenisono classificati in base al livello di biorischio: • Biorischio di livello 1 - batteri e virus. Le precauzioni da utilizzare per questo livello sono minime, riguardano più che altro guanti e protezioni facciali. Es virus influenza. • Biorischio di livello 2 - batteri e virus che provocano solo deboli malattie negli esseri umani, o sono difficili da contrarre tramite l'aerosol in un laboratorio, come l'epatite A, B e C
• Biorischio di livello 3 - batteri e virus che provocano malattie gravi o mortali, ma per i quali esistono vaccini o altri trattamenti. Esempio HIV. • Biorischio di livello 4 - batteri e virus che provocano malattie gravi o mortali, per i quali non esistono vaccini o trattamenti efficaci. Esempio ebola. Bisogna indossare tute protettive pressurizzate e dotate obbligatoriamente di bombole d'ossigeno. Nei P 4 l'entrata e l'uscita contengono docce multiple, una camera vuota, una camera a raggi UV, Sistema di Rilevamento Autonomo e altre misure protettive destinate all'eliminazione totale di ogni traccia di biorischio. Vengono impiegate camere d'equilibrio protette elettronicamente per impedire l'apertura delle porte nello stesso momento. L'aria e l'acqua nei P 4 vengono sottoposte a procedure di decontaminazione per ostacolare ogni possibile rilascio accidentale.
Rischio fisico: per agenti fisici s'intendono il rumore, gli ultrasuoni, gli infrasuoni, le vibrazioni meccaniche, i campi elettromagnetici, le radiazioni ottiche di origine artificiale, il microclima e le atmosfere iperbariche, che possono comportare rischi per la salute e la sicurezza dei lavoratori.
I principali agenti fisici sono: Rumore Ultrasuoni Vibrazioni meccaniche Campi elettromagnetici Radiazioni ottiche Microclima Atmosfere iperbariche
Il rumore è la sovrapposizione di un numero indefinito di suoni elementari, di solito indesiderati e spesso fastidiosi. Una elevata esposizione al rumore può causare danni al nostro apparato uditivo, perciò si devono adottare protezioni antirumore ed applicare le norme in vigore ed in particolare quanto previsto dal Decreto Legislativo n. 81/08. Le norme esistenti tutelano soprattutto i lavoratori, i quali sono spesso esposti a rumori di
Il rischio chimico E’ causato dal contatto del lavoratore con gli agenti chimici. Gli agenti chimici sono: tutti gli elementi o composti chimici, sia da soli sia nei loro miscugli, allo stato naturale o ottenuti, utilizzati o smaltiti, compreso lo smaltimento come rifiuti, mediante attivitàlavorativa, siano essi prodotti intenzionalmente o no e siano immessi o no sul mercato.
Attività che comporta la presenza di agenti chimici: ogni attività lavorativa in cui sono utilizzati agenti chimici, o se ne prevede l'utilizzo, in ogni tipo di procedimento, compresi la produzione, la manipolazione, l'immagazzinamento, il trasporto o l'eliminazione e il trattamento dei rifiuti, o che risultino da tale attività lavorativa; Valore limite di esposizione professionale: è il limite della concentrazione media ponderata nel tempo di un agente chimico nell'aria all'interno della zona di respirazione di un lavoratore in relazione ad un
In particolare occorre riferirsi a sostanze e preparati: a) b) c) d) e) f) g) h) i) j) k) l) m) n) esplosivi comburenti estremamente infiammabili facilmente infiammabili molto tossici nocivi corrosivi irritanti sensibilizzanti cancerogeni mutageni tossici per il ciclo riproduttivo
TOSSICO E ALTAMENTE TOSSICO
COMBURENTE ED INFIAMMABILE
CORROSIVO ED ESPLOSIVO
IRRITANTE/NOCIVO E INQUINANTE
Informazione e Formazione dei Lavoratori Tit. VIII, Capo I - Art. 184 Il datore di lavoro provvede affinchè i lavoratori e gli RLS siano informati sugli esiti della valutazione dei rischi. In particolare: • sui valori limite di esposizione dei valori di azione. • esiti della valutazione e misure adottate. • sorveglianza sanitaria e modalità per segnalare eventuali effetti negativi dell'esposizione. • procedure per ridurre al minimo i rischi e uso corretto dei DPI.
Con il termine dispositivi di protezione individuale (acronimo DPI) si intendono i prodotti che hanno la funzione di salvaguardare la persona che l'indossi o comunque li porti con sé, da rischi per la salute e la sicurezza, sia in ambito domestico, sia in ambito sportivo, sia in ambito ricreativo e, ovviamente, in campo lavorativo. D. Lgs. 475/92.
I DPI devono: • essere adeguati alle condizioni presenti sul luogo di lavoro • essere adeguati ai rischi da prevenire, senza comportare un rischio maggiore per il lavoratore • tener conto delle esigenze ergonomiche e della salute del lavoratore
I DPI sono divisi in tre categorie, in funzione del tipo di rischio: • I categoria: dispositivi di facile progettazione e destinati a salvaguardare gli utilizzatori da danni lievi • II categoria: rischio significativo che interessa occhi, mani, braccia, viso … • III categoria: dispositivi di progettazione complessa e destinati a proteggere gli utenti da rischi di morte o di lesioni gravi - comprende tutti i DPI per le vie respiratorie e protezione dagli agenti chimici aggressivi - prototipo certificato da un organismo di controllo autorizzato e notificato, e controllo della produzione.
Agenti Fisici - Sorveglianza sanitaria Tit. VIII, Capo I - Art. 185 La sorveglianza sanitaria deve essere effettuata nei casi previsti dai capi specifici, sulla base dei risultati della valutazione del rischio. • In caso di alterazione dello stato di salute, il medico competente informa il lavoratore e, nel rispetto del segreto professionale il datore di lavoro. • Il datore di lavoro procede alla revisione della valutazione dei rischi e delle misure predisposte. • Il medico competente riporta nella cartella sanitaria e di rischio i dati della
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