La musica leggera e la canzone italiana Unit

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La musica leggera e la canzone italiana Unità didattica di Musica classe seconda

La musica leggera e la canzone italiana Unità didattica di Musica classe seconda

SCHEMA DIAPOSITIVE Obiettivi del nostro lavoro l Scoprire le origini della musica leggera e

SCHEMA DIAPOSITIVE Obiettivi del nostro lavoro l Scoprire le origini della musica leggera e i suoi precursori l Conoscere l’evoluzione dei mezzi di diffusione della musica l Seguire lo sviluppo della canzone italiana dalle origini fino ai giorni nostri l Conoscere alcuni artisti che hanno maggiormente contribuito allo sviluppo del genere musicale della canzone l Imparare ad analizzare i contenuti testuali e musicali di alcuni brani particolarmente significativi nella storia della canzone italiana l Imparare a cantare e suonare alcune delle canzoni conosciute in questa unità di apprendimento

SCHEMA DIAPOSITIVE Che cos’è la musica leggera l Per musica leggera si intende un

SCHEMA DIAPOSITIVE Che cos’è la musica leggera l Per musica leggera si intende un insieme di tendenze musicali che hanno avuto origine verso la fine del XIX secolo l Essa è caratterizzata da un linguaggio relativamente semplice e in alcuni casi schematico l La musica leggera è strettamente inserita nel circuito commerciale mondiale e viene diffusa attraverso tutti i mezzi di comunicazione: l l l incisioni discografiche video festival concerti-spettacolo trasmissioni televisive Internet

SCHEMA DIAPOSITIVE I precursori della musica leggera l In pressoché tutte le culture è

SCHEMA DIAPOSITIVE I precursori della musica leggera l In pressoché tutte le culture è stata attestata la presenza di una forma musicale con elementi popolari destinata all'intrattenimento l In questa categoria rientrano: le composizioni dei menestrelli medievali francesi e tedeschi l la chanson in Francia (XIV-XVI secolo) l il madrigale in Italia (XV secolo) l l Con l'introduzione della stampa musicale, attorno al 1500, ebbe inizio la vendita e la circolazione degli spartiti

SCHEMA DIAPOSITIVE I precursori della musica leggera l Le nuove possibilità di consumo legate

SCHEMA DIAPOSITIVE I precursori della musica leggera l Le nuove possibilità di consumo legate all'avvento della rivoluzione industriale nel Settecento consentirono a un maggior numero di famiglie di acquistare strumenti musicali l I fabbricanti iniziarono a produrne in serie e presto il pianoforte e la chitarra divennero prodotti commerciali standard l Si cominciarono a vendere trascrizioni di brani orchestrali e operistici per l'esecuzione domestica

SCHEMA DIAPOSITIVE Le origini della musica leggera l La musica leggera come la conosciamo

SCHEMA DIAPOSITIVE Le origini della musica leggera l La musica leggera come la conosciamo oggi, nasce in Europa e negli Stati Uniti verso la fine dell’Ottocento l Essa trae origine da due generi musicali molto diffusi in questo periodo: l l I canti e le danze popolari Il melodramma l Durante il romanticismo i musicisti rivalutarono tutte le forme di canto e di danza popolare l Danze come il valzer, la polka e la mazurka si diffusero presso la nobiltà e la borghesia di tutta Europa

SCHEMA DIAPOSITIVE Le origini della musica leggera l Nella seconda metà del secolo la

SCHEMA DIAPOSITIVE Le origini della musica leggera l Nella seconda metà del secolo la nascita delle scuole nazionali favorì la creazione di composizioni musicali basate su temi popolari l Alla fine dell’Ottocento il melodramma era il genere di spettacolo musicale più diffuso in tutta Europa l Le arie d’opera più famose erano conosciute da tutti e nei salotti della borghesia venivano spesso eseguite con l’accompagnamento del pianoforte, come vere e proprie canzoni

SCHEMA DIAPOSITIVE La nascita di un’industria l L'invenzione del fonografo di Thomas Edison (1877)

SCHEMA DIAPOSITIVE La nascita di un’industria l L'invenzione del fonografo di Thomas Edison (1877) rese ancora più accessibile il consumo domestico della musica l Prima del 1900 comparvero i primi fonografi a gettone (precursori del jukebox) e già allo scoppio della prima guerra mondiale molti musicisti incidevano dischi l La radio negli anni Venti e la televisione negli anni Quaranta introdussero nelle abitazioni private musica dal vivo e registrata l Il cinema sonoro diede popolarità a molti cantanti Fonografo per cilindri da tre pollici fabbricato dalla ditta Musica G. D. di Parigi, risalente al 1906

SCHEMA DIAPOSITIVE La nascita di un’industria l L'industria della musica leggera si espandeva, interessando

SCHEMA DIAPOSITIVE La nascita di un’industria l L'industria della musica leggera si espandeva, interessando un numero sempre maggiore di figure professionali a essa legate l Compositori ed editori iniziarono a tutelare i loro diritti commerciali: nacquero così le leggi sul diritto d'autore e nel mondo dello spettacolo si formarono sindacati per difendere i salari e regolamentare le condizioni di lavoro l La diffusione della musica leggera cambiò il ruolo della musica nella vita quotidiana l Un tempo prerogativa delle classi più facoltose, la musica in ambito domestico divenne un elemento consueto all'interno delle famiglie borghesi L’evoluzione dei mezzi di diffusione sonora 1925 – Pubblicità delle “macchine parlanti”

SCHEMA DIAPOSITIVE La canzone l Il genere musicale della “canzone” inizia diffondersi dalla fine

SCHEMA DIAPOSITIVE La canzone l Il genere musicale della “canzone” inizia diffondersi dalla fine dell’Ottocento l Le principali caratteristiche della canzone sono: l Una linea melodica semplice e orecchiabile, spesso ispirata a temi e danze di origine popolare l Una struttura formale di tipo monopartita (strofica) o bipartita (strofa e ritornello) l Un accompagnamento eseguibile anche da un solo strumento (pianoforte, chitarra…) l Un testo facile da capire, di argomento spesso sentimentale o amoroso

SCHEMA DIAPOSITIVE La canzone l La canzone è senza dubbio il genere di musica

SCHEMA DIAPOSITIVE La canzone l La canzone è senza dubbio il genere di musica leggera più diffuso in Italia l Essa trae origine dal melodramma e dalla canzone napoletana l Le arie d’opera e la canzone napoletana avevano in comune: Melodie molto orecchiabili da cantare a voce spiegata l Testi spesso di argomento amoroso o sentimentale l l Questi elementi andranno a costituire la base della canzone melodica, “all’italiana”

SCHEMA DIAPOSITIVE La canzone napoletana: “‘O sole mio” Fra i tanti poeti napoletani che

SCHEMA DIAPOSITIVE La canzone napoletana: “‘O sole mio” Fra i tanti poeti napoletani che hanno "cantato" il sole, questa canzone di Giovanni Capurro e Edoardo Di Capua rimane il simbolo di una città. Nella Napoli della povera gente, ricca solo di sogni e di illusioni, Giovanni Capurro è redattore del quotidiano Roma e insegue ideali poetici. Propone una sua elegia al sole a Edoardo Di Capua, un maestro di musica la cui unica risorsa è il gioco del lotto. La struttura del brano è tipica della forma canzone e si basa sull’alternanza di strofe (A) e ritornello (B). Ne nasce una canzone che l'editore Bideri acquista per 25 lire e ne affida la diffusione ai posteggiatori. Le parole cambiano ad ogni strofa mentre rimangono uguali nel ritornello. È il 1898. In breve tutto il mondo canta 'O sole mio. 14 agosto 1920. Il re Alberto del Belgio inaugura ad Anversa le Olimpiadi. Sfilano le rappresentative nazionali mentre la banda esegue gli inni ufficiali. Un momento di smarrimento quando escono gli italiani perché le autorità non hanno lo spartito della "Marcia Reale". Il maestro passa voce ai suonatori e attacca 'O sole mio, che la folla dello stadio canta a gran voce. A B Capurro – Di Capua: “O sole mio” Che bella cosa è na jurnata ‘e sole, l’aria serena doppo na tempesta! Pe’ ll’aria fresca pare già na festa… Che bella cosa na jurnata ‘e sole. (ritornello) Ma n’atu sole cchiù bello, io ne’, ‘o sole mio sta’n fronte a te! Quanno fa notte e ‘o sole se ne scenne, me vene quasi ‘na malincunia; sotto ‘a fenestra toia restarria quanno fa notte e ‘o sole se ne scenne. (ritornello) Ma n’atu sole cchiù bello, io ne’, ‘o sole mio sta’n fronte a te!

SCHEMA DIAPOSITIVE La canzone italiana negli anni Venti l Negli anni Venti la radio

SCHEMA DIAPOSITIVE La canzone italiana negli anni Venti l Negli anni Venti la radio e del grammofono si diffondono anche in Italia offrendo la possibilità di ascoltare le canzoni straniere l Anche il cinema sonoro favorisce la conoscenza di stili musicali molto diversi da quelli tradizionali italiani l Il fascismo conduceva però una politica di tipo nazionalistico anche in campo musicale, ostacolando il più possibile la diffusione delle canzoni straniere

SCHEMA DIAPOSITIVE La canzone italiana negli anni Venti l Il regime incoraggiava invece la

SCHEMA DIAPOSITIVE La canzone italiana negli anni Venti l Il regime incoraggiava invece la creazione e la diffusione di canzoni di stile e contenuti molto tradizionali: Melodie dal carattere allegro e spensierato l Testi di contenuto piuttosto banale e insignificante o di tipo propagandistico l l Queste canzoni dovevano trasmettere l’idea di un’Italia senza problemi, dove la gente viveva senza preoccupazioni, paure e incertezze per il futuro l Nonostante l’opposizione del regime, verso la fine degli anni Trenta anche in Italia incominciarono a diffondersi le orchestrine ritmiche proponevano versioni italiane di grandi successi stranieri Pippo Barzizza e l’orchestra Cetra

SCHEMA DIAPOSITIVE La canzone italiana negli anni Venti: “La leggenda del Piave” La leggenda

SCHEMA DIAPOSITIVE La canzone italiana negli anni Venti: “La leggenda del Piave” La leggenda del Piave fu composta nel 1919 da E. A. Mario, pseudonimo di Giovanni Gaeta, compositore napoletano di musica leggera. In questa canzone l’autore riassume in poche strofe la prima guerra mondiale, mettendo in luce solo gli aspetti propagandistici legati alle vittorie dell’Italia sull’Austria. Nata per esse cantata negli spettacoli di cabaret, la leggenda del Piave fu in seguito “trasformata” in un canto patriottico: ancora oggi viene spesso eseguita dalle bande in occasione delle feste nazionali e cantata in forma corale. E. A. Mario “La leggenda del Piave” Questa canzone presenta una forma di tipo narrativo. E’ formata da quattro strofe nelle quali la melodia si ripete sempre uguale ma con parole diverse. Il Piave mormorava calmo e placido al passaggio dei primi fanti il ventiquattro Maggio. L’esercito marciava per raggiunger la frontiera, per far contro il nemico una barriera! Muti passaron quella notte i fanti, Tacere bisognava e andare avanti. S’udiva intanto dalle amate sponde sommesso e lieve il trepidar dell’onde; era un presagio dolce e lusinghiero. Il Piave mormorò: “Non passa lo straniero!” Ma in una notte trista si parlò di tradimento e il Piave udiva l’ira e lo sgomento… Ahi quanta gente ha vista venir giù, lasciare il tetto, poi che il nemico irruppe a Caporetto! Profughi ovunque! Dai lontani monti, venivano a gremir tutti i suoi ponti. S’udiva allor dalle violate sponde sommesso e triste il mormorio de l’onde: come un singhiozzo in quell’autunno nero. Il Piave mormorò: “Ritorna lo straniero!” E ritornò il nemico per l’orgoglio e per la fame: volea sfogare tutte le sue brame… vedeva il piano aprico, di lassù: voleva ancora sfamarsi e tripudiare come allora… “No!” disse il Piave. “No!” Dissero i fanti, “Mai più il nemico faccia un passo avanti!” Si vide il Piave rigonfiar le sponde! E come i fanti combattevan l’onde… Rosso del sangue del nemico altero, il Piave comandò: “Indietro va’ straniero!” E indietreggiò il nemico fino a Trieste, fino a Trento, e la Vittoria sciolse l’ali al vento. Fu sacro il patto antico: fra le schiere furon visti risorgere Oberdan, Sauro, Battisti… Infranse infin l’italico valore le forche e l’armi dell’impiccatore. Sicure l’Alpi… libere le sponde… E tacque il Piave, si placaron le onde. Sul patrio suolo, vinti i torvi imperi la pace non trovò né oppressi né stranieri.

SCHEMA DIAPOSITIVE La canzone italiana negli anni Venti: “Balocchi e profumi” Balocchi e profumi

SCHEMA DIAPOSITIVE La canzone italiana negli anni Venti: “Balocchi e profumi” Balocchi e profumi fu scritta nel 1928 da E. A. Mario, In questa canzone egli ci racconta la drammatica storia di una bambina che viene trascurata dalla mamma un po’ frivola, pronta a pentirsi del suo comportamento solo quando è ormai troppo tardi. La morale di questa canzone è molto tradizionalista: le donne non devono truccarsi, divertirsi, pensare a se stesse ma dedicarsi esclusivamente alla famiglia e ai figli. Anche questa canzone ha una struttura basata sull’alternanza di strofe (A) e ritornello (B). Le strofe sono in modo minore mentre il ritornello è in modo maggiore. A Tutta sfolgorante è la vetrina piena di balocchi e profumi. Entra con la mamma la bambina tra lo sfolgorio di quei lumi: “Comanda, Signora? ” “Cipria e colonia Coty. ” B “Mamma”, mormora la bambina mentre pieni di pianto ha gli occhi, (ritornello)“per la tua piccolina non compri mai balocchi, mamma tu compri soltanto profumi per te!” A B (ritornello) A B Ella nel salotto profumato ricco di cuscini di seta porge il labbro tumido al peccato, mentre la bambina indiscreta dischiude quel nido pieno d’odor di Coty. “Mamma”, mormora la bambina … Esile agonizza la bambina or la mamma non è più ingrata. Corre a vuotar tutta la vetrina per la sua figliola malata. “Amore, mio bello, ecco i balocchi per te!” “Grazie”, mormora la bambina, vuole toccare quei balocchi. (ritornello) Ma il capo già reclina ecco socchiude gli occhi… Piange la mamma pentita stringendola al cuor. E. A. Mario “Balocchi e profumi “

SCHEMA DIAPOSITIVE Le orchestrine ritmiche degli anni Trenta: “Maramao perché sei morto” Maramao perché

SCHEMA DIAPOSITIVE Le orchestrine ritmiche degli anni Trenta: “Maramao perché sei morto” Maramao perché sei morto è una filastrocca sulla morte di un gatto cantata alla vigilia della seconda guerra mondiale dal Trio Lescano. Questo gruppo, formato da tre sorelle olandesi, fu negli anni Trenta uno dei più popolari interpreti della canzone leggera. Il testo della canzone è decisamente banale mentre la vera protagonista è la musica, caratterizzata da un ritmo vivace e accentuato, che si rifà allo stile americano dello swing. Introduzione strumentale (Tema del ritornello) Ritornello Maramao, perché sei morto? Pane e vin non ti mancava, l’insalata era nell’orto e una casa avevi tu. Le micine innamorate fanno ancor per te le fusa, ma la porta è sempre chiusa e tu non rispondi più. Maramao… fanno i mici in coro. Maramao… Maramao-mao. Maramao perché sei morto? Pane e vin non ti mancava, l’insalata era nell’orto e una casa avevi tu. Strofa Nonostante l’ostilità del regime fascista a tutto ciò che proveniva da oltreoceano, le orchestre ritmiche di Pippo Barzizza e di Cinico Angelini contribuirono in quegli anni alla diffusione in Italia di tecniche di arrangiamento tipiche dello swing americano Trio Lescano “Maramao perché sei morto” Quando tutto tace e su nel ciel la luna appar, col mio più dolce e caro miao, chiamo Maramao. Vedo tutti i mici sopra ai tetti passeggiar, ma pure loro senza te sono tristi, come me. Ritornello variato Finale strumentale (Tema del ritornello variato) Sandra, Giuditta e Caterinetta Lescano

SCHEMA DIAPOSITIVE La canzone italiana negli anni Quaranta: “Ba… baciami piccina” Nel 1940 il

SCHEMA DIAPOSITIVE La canzone italiana negli anni Quaranta: “Ba… baciami piccina” Nel 1940 il divo per eccellenza della canzone italiana è Alberto Rabagliati. Nato a Milano nel 1909, dopo una sfortunata esperienza cinematografica negli Usa, viene lanciato dall'orchestra di Pippo Barzizza e diventa il primo autentico divo della canzone italiana negli anni della guerra. Il suo stile interpretativo porta una ventata di aria frizzante nel panorama musicale italiano: il suo swing e il suo modo di cantare vengono addirittura celebrati in una canzone, intitolata appunto 'Quando canta Rabagliati'. L'Eiar gli concede una trasmissione settimanale, in onda il lunedì sera, nel corso della quale interpreta le sue canzoni - le più fortunate delle quali sono "Ba ba baciami piccina" e 'Silenzioso slow' (1940). Spesso bastano poche sillabe per esprimersi quello che dice il cuor. E nell’estasi blu una musica io ti mormorò trepido senti il cuor, quello che ti dice: Treman le mie labbra allor, parlano d’amor. Ba… ba… Baciami, piccina, con la bo… bocca piccolina; dammi tan tanti baci in quantità Tarataratatà. Tu… tu sei birichina, Ma sei ta… tanto deliziosa, ciò che ti’n… t’interessa che cos’è tereteretete. E vi-a va-a vi-o vu e sillaba con me vi-a ve-e vi-a bo dimmi tu cosa sono queste sillabe d’amor. Ba… ba… Baciami, piccina, con la bo… bocca piccolina; dammi tan tanti baci in quantità Tarataratatà. E vi-a va-a vi-o vu e sillaba con me vi-a ve vi-vo bo trallalla tara lila lela lila lera Ba… ba… Baciami, piccina, con la bo… bocca piccolina; dammi tan tanti baci in quantità Tarataratatà. Alberto Rabagliati “Ba… baciami piccina”

SCHEMA DIAPOSITIVE La canzone italiana negli anni Cinquanta l Subito dopo la fine della

SCHEMA DIAPOSITIVE La canzone italiana negli anni Cinquanta l Subito dopo la fine della seconda guerra mondiale in Italia si diffusero rapidamente tutte le mode musicali di origine straniera che erano state ostacolate negli anni precedenti dal regime fascista: l l l Le canzoni americane di Cole Porter e Frank Sinatra Il jazz di Louis Armstrong e Benny Goodman Le colonne sonore dei film di Hollywood I ritmi sudamericani della samba e della rumba Per contrastare questa tendenza e favorire il ritorno alla canzone melodica all’italiana nasce nel 1951 il Festival di Sanremo

SCHEMA DIAPOSITIVE La canzone italiana negli anni Cinquanta: Il Festival di Sanremo l La

SCHEMA DIAPOSITIVE La canzone italiana negli anni Cinquanta: Il Festival di Sanremo l La prima edizione del Festival di Sanremo, ideato negli anni del dopoguerra come iniziativa per risollevare l’economia e l’immagine turistica della cittadina ligure, ebbe luogo nel 1951 l La manifestazione si svolse nel Salone delle Feste del Casinò e venne trasmessa dalla radio l Il pubblico del primo festival di Sanremo Fu proprio la trasmissione radiofonica delle prime quattro edizioni del festival a rendere popolari l’inconfondibile voce di Nunzio Filogamo e l’orchestra diretta dal maestro Cinico Angelini Nunzio Filogamo Cinico Angelini

SCHEMA DIAPOSITIVE La canzone italiana negli anni Cinquanta: Il Festival di Sanremo l I

SCHEMA DIAPOSITIVE La canzone italiana negli anni Cinquanta: Il Festival di Sanremo l I veri protagonisti dell’evento, i cantanti, appartenevano alla solida tradizione del genere melodico italiano: Achille Togliani l Carla Boni l Teddy Reno l Gino Latilla l l Fu tuttavia Nilla Pizzi, interprete apprezzatissima dal pubblico, a vincere la prima edizione con “Grazie dei fior” l Nel 1955, con la trasmissione della diretta televisiva, il Festival si trasformò in un evento di importanza nazionale Achille Togliani “Canzone da due soldi” Carla Boni “Viale d’autunno” Gino Latilla “Tutte le mamme”

SCHEMA DIAPOSITIVE La canzone italiana negli anni Sessanta: melodici e urlatori l Nel 1958

SCHEMA DIAPOSITIVE La canzone italiana negli anni Sessanta: melodici e urlatori l Nel 1958 Domenico Modugno trionfa a Sanremo con “Nel blu dipinto di blu”, una canzone che porta una decisa ventata di novità nel panorama della canzone italiana l Sul finire degli anni Cinquanta si affermano in Italia alcuni cantanti che prendono a modello i “rockers” americani come Elvis Presley, Paul Anka e i Platters l Nel 1958 Tony Dallara lancia la prima canzone rock italiana: “Come prima” l Si crea così una spaccatura tra due categorie di cantanti: l l l I “melodici” che restano legati alla tradizione Gli “urlatori” che accolgono nelle loro canzoni gli elementi tipici del rock and roll Fra gli “urlatori” vengono inseriti in un primo tempo personaggi emergenti quali: l l Tony Dallara “Come prima” Mina Adriano Celentano Gianni Morandi Questi artisti nel corso degli anni daranno però prova della loro bravura fino ad essere ancora oggi considerati fra i migliori cantati italiani

SCHEMA DIAPOSITIVE La canzone italiana negli anni Sessanta: I complessi beat l l Una

SCHEMA DIAPOSITIVE La canzone italiana negli anni Sessanta: I complessi beat l l Una seconda svolta nel panorama della canzone italiana avviene nella seconda metà degli anni Sessanta In questo periodo alle influenze del rock americano cominciano a sommarsi quelle del movimento beat inglese Così anche in Italia nascono i primi complessi che prendono a modello principalmente i gruppi inglesi dei Beatles e dei Rolling Stones I nomi storici di questi complessi italiani sono: l l l l I Giganti L’Equipe 84 I Dik I New Troll I Nomadi I Pooh I Nomadi: “Io vagabondo” Questi gruppi inizialmente si limitano ad imitare lo stile dei gruppi stranieri, ma ben presto svilupparono uno stile originale, legato alla tradizione melodica italiana Alcuni complessi, come la PFM (Premiata Forneria Marconi) e le Orme accolsero invece le tendenze più sperimentali del rock, senza ottenere però un grande successo di pubblico

SCHEMA DIAPOSITIVE La canzone italiana negli anni Sessanta: I cantautori l Il vero elemento

SCHEMA DIAPOSITIVE La canzone italiana negli anni Sessanta: I cantautori l Il vero elemento di novità nella musica italiana degli anni Sessanta fu l’avvento di un gruppo di musicisti che prendevano a modello gli “chansonniers” francesi come Jacques Brel, Juliette Gréco, Gilber Bécaud, George Brassens, Charles Aznavour e altri l In Italia questi musicisti furono chiamati “cantautori” perché, come i loro colleghi francesi, scrivevano i testi e componevano la musica delle proprie canzoni CANTAUTORE = CANTANTE + AUTORE l Le principali caratteristiche delle canzoni dei cantautori erano: Melodie semplici, ma non banali l Accompagnamento spesso affidato ad un solo strumento (chitarra o pianoforte) suonato dal cantante stesso l Massima importanza data al testo che affrontava a volte temi di argomento sociale ma soprattutto rinnovava il repertorio di temi tradizionali (come l’amore e la famiglia) evitando i luoghi comuni e le banalità l

SCHEMA DIAPOSITIVE La canzone italiana negli anni Sessanta: I cantautori l I cantautori più

SCHEMA DIAPOSITIVE La canzone italiana negli anni Sessanta: I cantautori l I cantautori più importanti degli anni Sessanta furono quelli appartenenti alla cosiddetta “scuola genovese”: l l l l Umberto Bindi Gino Paoli Luigi Tenco Bruno Lauzi Fabrizio De André In quegli anni si affermarono però anche i milanesi Giorgio Gaber ed Enzo Jannacci, l’astigiano Paolo Conte e l’istriano Sergio Endrigo Nello stesso decennio emersero figure femminili come Milva, Ornella Vanoni e Mina che avrebbero dominato a lungo il panorama musicale italiano spaziando anche al di fuori della musica leggera Enzo Jannacci: “Vengo anch’io” Giorgio Gaber: “Torpedo blu”

SCHEMA DIAPOSITIVE La canzone italiana negli anni Settanta l Negli anni Settanta i complessi

SCHEMA DIAPOSITIVE La canzone italiana negli anni Settanta l Negli anni Settanta i complessi beat e rock che si erano affermati nel decennio precedente perdono progressivamente la loro carica innovativa l Il fenomeno dei cantautori continua invece a diffondersi coinvolgendo nuove generazioni di musicisti l Durante gli anni Settanta si afferma un nuovo gruppo di cantautori: l a Roma l Lucio Battisti l Francesco De Gregori l Antonello Venditti l Riccardo Cocciante l Claudio Baglioni l Renato Zero l a Milano Eugenio Finardi: “Musica ribelle” l Eugenio Finardi l Angelo Branduardi l Roberto Vecchioni Angelo Branduardi: “Ballo in Fa# minore”

SCHEMA DIAPOSITIVE La canzone italiana negli anni Settanta l a Genova l a Bologna

SCHEMA DIAPOSITIVE La canzone italiana negli anni Settanta l a Genova l a Bologna l a Napoli l l Ivano Fossati l Lucio Dalla l Francesco Guccini l Edoardo Bennato l Pino Daniele in Sicilia Francesco Guccini: “Il vecchio e il bambino” Pino Daniele: “Napul’è” l Franco Battiato l Ciascuno di loro sviluppa uno stile personale traendo ispirazione dai più diversi generi musicali: dal jazz al folk, dalla musica medioevale a quella etnica l Questa generazione di cantautori si distingue da quella precedente per la maggior importanza attribuita all’aspetto “musicale” delle propri canzoni: l l Utilizza un maggior numero di strumenti musicali Arricchisce le proprie melodie con raffinati arrangiamenti

SCHEMA DIAPOSITIVE La canzone italiana dagli anni Ottanta ad oggi l A partire dagli

SCHEMA DIAPOSITIVE La canzone italiana dagli anni Ottanta ad oggi l A partire dagli anni Ottanta i cantautori italiani tentano di imporsi all’attenzione del pubblico europeo adottando uno stile musicale più “internazionale” l Ricchissima e variegata è la galleria di autori e interpreti che, tra gli anni Ottanta e gli anni Novanta, hanno scalato le classifiche discografiche contribuendo talvolta a diffondere la canzone italiana nel mondo: l Il rock melodico di Gianna Nannini e Ligabue, l I successi internazionali di Eros Ramazzotti, Vasco Rossi, Laura Pausini e Zucchero, l Il riuscito abbinamento tra rap e pop di Jovanotti. Gianna Nannini: “Uomini a metà” Luciano Ligabue: “L’amore conta” Vasco Rossi: “Albachiara” Jovanotti: “Morirò d’amore”

SCHEMA DIAPOSITIVE La canzone italiana dagli anni Ottanta ad oggi l Negli anni Novanta

SCHEMA DIAPOSITIVE La canzone italiana dagli anni Ottanta ad oggi l Negli anni Novanta si impongono grandi interpreti come Giorgia e Andrea Bocelli che rilanciano il gusto per l’aspetto più propriamente canoro della musica leggera l Anche alcuni gruppi musicali emersi in questi ultimi anni esplorano nuove strade rielaborando generi musicali diversi come il rock, il folk e il rap Bocelli e Giorgia cantano “Vivo per lei” Articolo 31: “Domani smetto” Eiffel 65: “Quelli che non hanno età”

SCHEMA DIAPOSITIVE Schema diapositive l l l Obiettivi del nostro lavoro Che cos’è la

SCHEMA DIAPOSITIVE Schema diapositive l l l Obiettivi del nostro lavoro Che cos’è la musica leggera I precursori della musica leggera Le origini della musica leggera La nascita di un’industria l l Trio Lescano - Maramao perché sei morto La canzone italiana negli anni Quaranta l Alberto Rabagliati - Ba. . . Baciami piccina La canzone italiana negli anni Cinquanta l Il festival di Sanremo l l Giovinezza, Faccetta nera La leggenda del Piave Profumi e balocchi Nilla Pizzi - Grazie dei fior La canzone italiana negli anni Sessanta l l Domenico Modugno - Nel blu dipinto di blu Adriano Celentano - Il ragazzo della via Gluck Mina - Il cielo in una stanza Gianni Morandi - In ginocchio da te l Umberto Bindi – Arrivederci Gino Paoli – Sapore di sale Luigi Tenco – Mi sono innamorato di te Bruno Lauzi – Ritornerai Fabrizio de André – La guerra di Piero Paolo Conte – Azzurro Sergio Endrigo – Io che amo solo te La canzone italiana negli anni Settanta l l l La canzone italiana negli anni Trenta l l l Le canzoni di propaganda l l Claudio Villa - O sole mio I Pooh - Piccola Katy Equipe 84 – 29 Settembre I cantautori l l l l La canzone napoletana La canzone italiana negli anni Venti l l l L’evoluzione dei mezzi di diffusione sonora l I complessi beat l l La canzone l l l Lucio Battisti – Mi ritorni in mente Francesco de Gregori – Buonanotte fiorellino Antonello Venditti – Ci vorrebbe un amico Riccardo Cocciante – Margherita Claudio Baglioni – Questo piccolo grande amore Renato Zero – il cielo Ivano Fossati – La mia banda suona il rock Lucio Dalla – 4 Marzo 1943 Roberto Vecchioni – Samarcanda Franco Battiato – Centro di gravità permanente Edoardo Bennato – L’isola che non c’è La canzone italiana dagli anni Ottanta ad oggi l l Bocelli e Giorgia – Vivo per lei Eros Ramazzotti – Terra promessa Laura Pausini – La solitudine Zucchero – Così celeste