La grafologia non una scienza di Roberto Travaglini
La grafologia (non) è una scienza di Roberto Travaglini
Domande critiche (I) l. Il grafologo si chiede a sufficienza se, quando agisce professionalmente, si trova o meno a operare in condizioni “scientificamente corrette”? 2
Domande critiche (II) l. Quando agisce in modo pratico con un intento applicativo, sta utilizzando uno strumento conoscitivo sorretto adeguatamente da ciò che i filosofi della scienza chiamano “fondatezza epistemologica”? 3
Fondatezza scientifica l. Bisognerebbe verificare se esistono effettivamente i presupposti epistemologici per una fondatezza scientifica della grafologia. 4
L’azione dello scienziato l Ogni scienziato, operando all’interno di un recinto disciplinare ben definito, agisce sempre in virtù di CHIARI PRESUPPOSTI SCIENTIFICI che abilitano e validano, sul piano innanzi tutto collettivo (= oggettivo), il suo operato, rendendolo credibile e apprezzabile, oltre che condivisibile sul piano strategico-decisionale. 5
Domande fondamentali della scienza 1. Quali sono gli elementi fondanti una disciplina scientifica, in particolare una scienza umana? 2. Quali sono i confini tra empirismo e sperimentalismo? 6
Per una riflessione grafologica l Bisognerebbe analizzare i PUNTI CRITICI DELLA GRAFOLOGIA sulla base di precisi presupposti epistemologi. l In questa sede più che formulare delle risposte, forse sarebbe meglio proporre dei QUESITI, QUESITI dal carattere intenzionalmente critico e dialettico. 7
I 5 quesiti vitali del grafologo 1 Il grafologo non è forse troppo impegnato a “fare” e troppo poco, invece, a riflettere in generale su quanto fa? 8
I 5 quesiti vitali del grafologo 2 Egli riflette sulla validità oggettivante dei dettati assunti a leggi metodologiche e operative, così come ci sono state insegnate? 9
I 5 quesiti vitali del grafologo 3 Le leggi che applica sono effettivamente riferibili a un piano di realtà? 10
I 5 quesiti vitali del grafologo 4 Non sono piuttosto leggi solo presunte e ipotetiche, abbozzate a suo tempo dai capiscuola in modo forse anche arbitrario? 11
I 5 quesiti vitali del grafologo 5 Fossero pure state leggi valide, non potrebbero essere oggi anacronistiche, venendo applicate in modo automatizzato, senza verificarne la fondatezza fattuale né seguire criteri di validazione sperimentalmente accettabili? 12
Considerazione apocalittica l Se un giorno ci rendessimo conto, per puro caso (anche se sarà difficile che sarà mai per opera del fato), che alcuni segni grafologici, di cui finora è stato considerato sacrosanto e inviolabile il significato, non avessero più i riferimenti interpretativi usuali, una riconsiderazione non potrebbe certo indurci ad auspicare a una qualche magica proprietà retroattiva tale da risanare i “guai” commessi. 13
I rischi del grafologo l Si gioca forte (e forti sono le responsabilità umane e professionali) quando si “giudica” e si interagisce con l’altro, tanto in campo psicodiagnostico quanto in quello giudiziario. Rischio di commettere danni umani e professionali 14
L’azione non riflessiva del grafologo (I) l Mettiamo pure il caso che le leggi vadano bene e che quanto applichiamo concretamente ci porti sulla retta via. l A volte però, guardando il grafologo operare, sembra di vederlo senza una testa che lo guida e lo orienta, animato da un corpo che lo induce ad agire, a prendere i dovuti contatti con i clienti, a fare consulenze etc. 15
L’azione non riflessiva del grafologo (II) l MA: se si chiede al grafologo a quale teoria o a quali teorie aderisce, difficilmente risponderà o più facilmente potrà rispondere riferendosi a Moretti o a Klages ovvero alla scuola francese o ad altre realtà scolastiche ancora, riferimenti che di fatto non hanno nulla a che vedere con il mondo delle teorie (né Moretti né Crépieux-Jamin risulta che abbiano mai formulato argomentati quadri teorici di riferimento); questi riferimenti hanno a che fare, piuttosto, con un impianto metodologico di tipo eminentemente operativo – le leggi da applicare. eminentemente operativo 16
Dov’è la teoria? Si può quindi parlare di una teoretica grafologica? · Esistono orientamenti teoretici solidi che consentano di guidare il grafologo nelle sue scelte operative? · La grafologia non potrebbe essere, invece, uno strumento (e nulla di più) al servizio di altre teorie scientifiche, come spesso capita di intendere da quei pochi grafologi che fanno ricerca e che si appellano alla teorie psicologiche, pedagogiche o sociologiche (o ad altre ancora, e talvolta pure in modo inconsapevole)? · 17
Tecnica o scienza? l Si tratta quindi di sapere se la grafologica è solo uno strumento osservazionale che qualcun altro (come, per esempio, lo psicologo clinico) potrebbe usare per proprio conto (per aiutarsi nelle diagnosi) oppure se, al contrario, la grafologia è più che una tecnica, in quanto dotata di un supporto teorico che la fonda scientificamente, rendendola autonoma come scienza. 18
Se non fosse vera nessuna delle due ipotesi? Se non fosse vera nessuna delle due ipotesi grafologia come tecnica grafologia come scienza arriveremmo alla scoperta, alquanto imbarazzante e, se vogliamo, in qualche modo allarmante, che si agisce erroneamente, e che pertanto sarebbe meglio – per motivi deontologici – non agire, per non perseverare nell’errore. 19
Conseguenze professionali l Se davvero scoprissimo di non avere un fondamento scientifico, con quale coscienza potremmo pensare di portare avanti addirittura l’idea di una professione non accreditabile sul piano delle discipline scientificoumanistiche? 20
Come agire? DOVREMMO FORSE COMINCIARE AD ADDENTRARCI PRAGMATICAMENTE NEL CONCETTO DI RICERCA SCIENTIFICA E COGLIERNE IL PROFONDO SENSO TEORICO E OPERATIVO. 21
Cosa si intende per ricerca scientifica? Oggi si tende a sostenere l’importanza di un incontro flessibile, soprattutto nelle scienze umane, tra metodi quantitativi e metodi qualitativi. 22
Una dialettica permanente l Gaston Bachelard sostiene la permanenza di una dialettica tra la dimensione soggettiva della conoscenza e la dimensione oggettiva DIALETTICA tra il razionalismo formale (= idealismo) e l’empirismo/realismo teoria QUALITÀ QUANTITÀ pratica 23
Dialettica tra teoria e pratica l Per essere considerato valido il MODELLO TEORICO dovrebbe essere costantemente in rapporto dialettico (e quindi in diretta relazione critica) con il PIANO DELLA REALTÀ EMPIRICOSPERIMENTALE. l Bisogna pertanto appellarsi a specifici modelli di ricerca per la costruzione di un metodo osservativo in grado di sostenere la fondatezza della teoria. 24
La ricerca può essere: EMPIRICA = dominanza degli elementi qualitativi (es. ricerca storica) è Rischio di empirismo: arbitrio e superficialità 25
La ricerca può essere: SPERIMENTALE = dominanza degli elementi quantitativi è Rischio di irrigidimento positivistico: predeterminazione del contesto sperimentale e generalizzazione dei risultati 26
La ricerca può essere: QUASI-SPERIMENTALE = elementi sia qualitativi sia quantitativi è Rischio di soggettività 27
Fasi processuali della ricerca sperimentale 28
Dominanza dell’elemento qualitativo l In certi contesti disciplinari (come quello clinico-psicologico), oggi più di un tempo, si tende a ritenere fondato scientificamente anche l’ambito in cui è dominante l’elemento qualitativo, benché non possa comunque negarsi un’adeguata interazione con l’elemento quantitativo. 29
La costruzione di un modello teoretico l Per costruire una teoria valida sul piano scientifico bisogna seguire uno o più di questi modelli di ricerca, tenendo conto del paradigma della complessità, molto importante oggi nelle scienze umane. 30
Orientamento interdisciplinare l Nelle scienze umane quando le variabili in gioco sono molteplici e il contesto umano-sociale di riflessione è complesso, si tende a costruire modelli teorici interdisciplinari (come per es. avviene per la pedagogia, per la quale il modello teorico attuale più accreditato è quello circolare delle “scienze dell’educazione”). 31
Quel è la situazione grafologica attuale? l In campo grafologico esiste la possibilità concreta di costruire una teoria valida? l Ne esiste, forse, già qualcuna? l È stata mai usata una qualche forma di ricerca scientifica per validare ipotesi teoretiche a fondamento di un qualche possibile paradigma grafologico? 32
La grafologia possiede gli elementi di una scienza umana? l Non esiste un MODELLO GRAFOLOGICO per riflettere sulla propria eventuale identità scientifica l Non esiste uno STATUTO GRAFOLOGICO con leggi proprie Assenza di un orientamento nella pratica Assenza di un paradigma grazie al quale intendersi in modo intersoggettivo con il restante mondo grafologico e scientifico 33
Origini storiche delle attuali problematiche epistemologiche l Solitamente i capiscuola si rifacevano al segno grafico che veniva ricondotto a certi tratti di personalità (riferendosi indirettamente o direttamente a una qualche teoria psicologica). l Ciò farebbe supporre, pertanto, che la grafologia è uno strumento (e niente più) al servizio di una qualche teoria psicologica. 34
Finalità storiche della grafologia l Il primo tentativo grafologico degno di nota storica è quello di Camillo Baldi (1551 -1637) 1622: Trattato come da una lettera missiva si conoscano la natura e qualità dello scrittore l Contesto storico-letterario di epoca positivistica Attività fervente dal XVII all’inizio del XIX secolo È un’attività di lombrosiana memoria, di cui una rispettabile eco è data dalle voci dei vari Della Porta o dei Lavater Si cercavano empiriche conferme di possibili quanto meccanicistiche coincidenze tra segno esplicito e significato nascosto, tra apparenza fenomenica e realtà nascosta 35
Segno = significato Della Porta Lavater Lombroso 36
Base di questa coincidenza l La base di questa coincidenza è meramente esperienziale = EMPIRISMO Osservazione diretta Il metodo o i metodi di decodificazione del segno, per quanto siano andati nel tempo perfezionandosi, nascono unicamente da questa base L’attuale grafologia ha questa origine 37
L’attuale grafologia l Ciò che il grafologo attuale tenta, a differenza di Baldi, è di spiegare in termini ora induttivi ora deduttivi simili legami, sempre più complessi e articolati, unicamente con l’avvallo delle scienze (umane e sociali in particolare) Tentativi dei vari Crépieux-Jamin, Klages, Moretti o Marchesan, e poi dei loro prosecutori 38
Evoluzione della grafologia l La grafologia sembra essersi evoluta per una strada tutta propria, per certi aspetti molto solitaria rispetto alle altre scienze umane, la stessa strada, tanto per intenderci, intrapresa dal Baldi e proseguita al di fuori del panorama canonico delle scienze riconosciute – Ancora oggi lo scambio tra queste e la grafologia è impari e unidirezionale Grafologia Scienze umane Ma non: Scienze umane Grafologia 39
Dialogo unidirezionale l Il dialogo è tentato solo dal grafologo, oltre tutto neanche sempre. l È molto improbabile, invece, il verificarsi di tentativi dialogici da parte di scienziati che provino, se non altro per curiosità, incursioni nel mondo grafologico Quantomeno nel tentativo di cogliere nel grafologico gli strumenti di una TECNICA PROIETTIVA utile al proprio lavoro diagnostico 40
Conseguenze o cause? l Ostracismo non voluto, almeno coscientemente l Il rischio assume la duplice caratteristica dell’AUTOREFERENZIALITÀ e dell’EGOCENTRATURA EPISTEMOLOGICA – Sono due modi di essere e di agire in netta antitesi con qualsiasi prassi dialogica autenticamente scientifica ed epistemologicamente funzionale. 41
Cos’è il segno grafico? l Il segno (grafico) è un insieme unitario di elementi scrittori, che in virtù di regole date viene individuato e riconosciuto oggettivamente: – gli viene assegnato lo stesso significato da tutti coloro che afferiscono allo stesso metodo grafologico. 42
La fondatezza del metodo l Ma: – le regole di un metodo sono state testate? – Soprattutto, è sempre valida la ratio che dà unità ermeneutica al metodo e al significato del segno? – Sono state fatte adeguate e sufficienti indagini sulla fondatezza (sul legame colla realtà) dei sistemi strutturali che rendono congruente un metodo? 43
La teoria del metodo l Un metodo di osservazione dipende strettamente dal punto di vista orientativo da cui ci si pone, e quindi le operazioni di validazione di un metodo dovrebbero avere chiara la teoria di riferimento da cui si prendono le mosse. 44
La particolarità dello strumento scrittura l Va però aggiunto che la SCRITTURA è una realtà particolare rispetto agli ortodossi sistemi di osservazione scientifica (e questo è forse l’origine di molte difficoltà e ambiguità di ruolo della grafologia tra le scienze riconosciute): – la scrittura non è solo una forma di comunicazione cosciente dell’individuo, come neppure solo una manifestazione comunicativa inconscia del singolo individuo, – è anche la manifestazione cosciente e inconscia di un contesto umano e sociale molto complesso. 45
La scrittura l La produzione scrittoria del bambino prima e dell’adulto dopo può essere vista come l’incontro dialettico di due forze: l’una culturale e l’altra individuale 46
La scrittura “socioculturale” l Iniziale spinta determinata della cultura di appartenenza l Interazione della cultura con lo studente che è sollecitato ad apprendere un preciso MODELLO CALLIGRAFICO NAZIONALE, con cui la cultura stessa si identifica SCRITTURA NAZIONALE = modello culturale istituzionalizzato di scrittura 47
La scrittura individuale l Le determinanti psicobiologiche del soggetto consentono: – di apprendere il modello proposto – di automatizzarlo mediante precisi sistemi acquisitivi, preposti a livello neurofisiologico, che consentono a una mente sana la progressiva evoluzione/personalizzazione dei gesti scrittori elementari 48
La scrittura “metacomunicativa” l La scrittura non coincide con il contenuto manifesto della comunicazione apparente, con l’azione comunicativa del linguaggio verbale intenzionalmente scritto oggetto di studio della linguistica e delle sue diramazioni disciplinari l È una REALTÀ METACOMUNICATIVA = è un linguaggio grafico “non verbale”, dato dai sottili movimenti dei tratti e dei tracciati scrittori che i diversi metodi grafologici nel tempo hanno tentato di codificare in sistemi segnici convenzionali in virtù di una loro 49 facile e sintetica interpretazione
Componenti della scrittura Il grafologo si trova a che fare con: individuale l Il contesto socioculturale ma: oggetto di studio della sociologia e dell’antropologia l L’apparato neurofisiologico dello scrivente ma: oggetto di studio di certi settori delle scienze medicobiologiche l L’apprendimento cognitivo ma: oggetto di studio della psicologia (dello sviluppo) e la pedagogia l Il modo specifico e differenziale di apprendere ma: oggetto di studio di certe branche della psicologia (come la psicologia della personalità e la psicometria) 50
Dipendenza della grafologia l La scrittura si pone pertanto trasversalmente a un’infinità di “altre” realtà scientifiche, da cui dipende sul piano teoreticointerpretativo: – psicologia; sociologia; antropologia; pedagogia; neurofisiologia; linguistica; semiologia etc. 51
Il valore intrinseco della grafologia l Qualora si voglia considerare della scrittura il suo contenuto non cosciente (i suoi gesti caratterizzanti), si parla allora di grafologia. l Ma: non potrebbe essere limitativo considerare i soli aspetti psicologici dei segni, dovendosi quindi rifare necessariamente a una teoretica psicologica? 52
Estensione della grafologia Non sarebbe, innanzi tutto, più opportuno riferirsi al più allargato significato etimologico del termine “grafologia”? l Il lemma starebbe per “studio del gesto grafico”, riguardando anche lo scarabocchio, lo spartito musicale, la tela d’artista e tutto ciò che è espressione grafica umana e sociale. l Molte leggi interpretative sarebbero destinare a essere modificate, perché dipenderebbero da ulteriori considerazioni teoriche. 53
Lo studio del gesto grafico l Il patrimonio esclusivo della grafologia potrebbe unicamente essere il gesto grafico nella sua componente metacomunicativa, quale linguaggio grafico non verbale l Alcune precisazioni: – la semiotica o una certa ibridazione tra psicologia e linguistica (la psicolinguistica) hanno costruito autonomi modelli paradigmatici per interpretare il segno (nella sua intrinseca implicazione di significante) o per ricercare il senso implicito di un testo letterario, anche se l’orientamento di queste discipline sembra prendere tutt’altra direzione rispetto alle esplicite finalità del grafologo 54
Complessità del gesto grafico l Pertanto, il gesto grafico (scrittura e non) nasce e dipende: dall’individuo, dalla società, dalla cultura, dal cervello, dall’epoca storica, dall’età del soggetto, dal motivo specifico o generale per cui è prodotto. 55
Il gesto come scrittura l In quanto scrittura, il gesto grafico si specializza in un elemento notazionale quale segno di una cultura avanzata: – porta con sé un codice simbolico molto sofisticato, che deve essere appreso e padroneggiato dallo scrivente e che è continuamente costruito e ricostruito dall’individuo/società. 56
Il gesto grafico l Si potrebbe concentrare l’attenzione generale della grafologia e le sue eventuali proprietà metariflessive sulla natura espressiva del GESTO GRAFICO – Gesto grafico quale DIRETTA MANIFESTAZIONE METALINGUISTICA DELL’UOMO l È una manifestazione prioritaria e imprescindibile sin dai primordi ontogenetici e filogenetici dell’esistenza stessa Dallo scarabocchio e dalla pittografia alla scrittura o a un’opera pittorica condivisa dalla restante collettività 57
La complessità della scrittura l Questa articolata particolarità del gesto grafico/scrittura rende complesso un simile potenziale strumento di osservazione dell’uomo/società che lo ha prodotto. 58
Il senso della scrittura l Per capire il senso del gesto grafico/scrittura e attribuirgli un significato diverso da quello apparente bisogno ricostruire il codice latente, che trova un fondamento nelle teorie di riferimento che di volta in volta vengono considerate. 59
Nuovi orizzonti grafologici La grafologia è quindi uno strumento molto duttile e anche molto sofisticato. l Ma: per un metodo interpretativo attendibile bisognerebbe rivedere i vecchi e costruirne di nuovi: – più aggiornati e, soprattutto, più attendibili (grazie a verifiche empirico-sperimentali). 60
Ipotetico schema del processo grafologico Interazione epistemologica Filosofia grafologica Grafologia teorico-pratica SCIENZE UMANE Grafologia sperimentale 61
Cos’è allora la grafologia? l È piuttosto improbabile che la GRAFOLOGIA possa essere una scienza, l ma potrebbe essere uno strumento complesso, utilizzabile in modo flessibile da una pluralità di scienze, l con leggi proprie, comunque da riformulare. 62
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