LA COOPERAZIONE TOSCANA Capitalizzare e Innovare per Crescere

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LA COOPERAZIONE TOSCANA Capitalizzare e Innovare per Crescere 1 Dicembre 2015 - Sala Monumentale

LA COOPERAZIONE TOSCANA Capitalizzare e Innovare per Crescere 1 Dicembre 2015 - Sala Monumentale di Villa Fabbricotti “SOSTEGNO ALLE COMUNITÀ E VALORIZZAZIONE DEI LUOGHI E DELLE LORO IDENTITÀ” Valorizzazione delle conoscenze tradizionali e dei saperi locali nelle attività di ricerca e di cooperazione allo sviluppo Patrizio Vignaroli Ricercatore IBIMET- CNR

Istituto di Biometeorologia - CNR MISSIONE Ø Promuovere e svolgere attività di ricerca, trasferimento

Istituto di Biometeorologia - CNR MISSIONE Ø Promuovere e svolgere attività di ricerca, trasferimento tecnologico e formazione nel settore della - meteorologia e climatologia applicata - salvaguardia e sviluppo del territorio - valutazione dell’impatto dei cambiamenti globali sugli ecosistemi e sull’uomo Ø Contribuire alla realizzazione di programmi e progetti nei Paesi del Sud del mondo sui temi della - prevenzione e gestione del rischio climatico - valutazione e monitoraggio delle risorse naturali - recupero e valorizzazione ambientale

Globalizzazione e sviluppo • La globalizzazione ha portato ad una integrazione sistematica e progressiva

Globalizzazione e sviluppo • La globalizzazione ha portato ad una integrazione sistematica e progressiva delle culture; • il concetto di sviluppo si pone all’interno di un rapporto interculturale in cui i beneficiari di un intervento sono sia coloro che lo ricevono sia coloro che lo mettono in atto: • tematica dello sviluppo focalizzata sulla valorizzazione delle identità culturali dei luoghi, in quanto spazi antropizzati, e sulla partecipazione attiva delle relative comunità locali nelle fasi di concezione, implementazione e valutazione degli interventi.

La percezione dello spazio «Insongui y yama qui ya legdi mi mam yé carti

La percezione dello spazio «Insongui y yama qui ya legdi mi mam yé carti yéni po, kelma li tié ti dogou ya yé poyo» “Non affrettatevi a dare risposte da inserire nella carta poiché ciò è troppo importante per l’onore del nostro villaggio”

La cartografia partecipativa • A partire dagli anni ‘ 90 si sviluppa una nuova

La cartografia partecipativa • A partire dagli anni ‘ 90 si sviluppa una nuova consapevolezza della cooperazione internazionale, secondo la quale non si può ambire alla realizzazione di uno sviluppo sostenibile di una regione, senza il consenso e il coinvolgimento delle popolazioni che in essa vivono. • La cartografia partecipativa si afferma come uno degli strumenti base della metodologia MARP (Metodo Accelerato di Ricerca Partecipativa) • Al contrario della cartografia ufficiale - basata su un sistema di codificazione imposto dalla cultura occidentale – la cartografia partecipativa tiene conto degli aspetti simbolici sui quali si fonda l’organizzazione delle società rurali dei Paesi del Sud del mondo.

Identità e territorio La carta partecipativa esprime l’identità di un gruppo rispetto al territorio

Identità e territorio La carta partecipativa esprime l’identità di un gruppo rispetto al territorio di sua competenza, condensando nelle icone cartografiche, i valori su cui essa si basa. Identità/Legittimità Essa permette di riconoscervi i caratteri fondanti l’organizzazione territoriale di un gruppo sociale che, proprio attraverso la carta, si racconta comunicando le proprie radici, la propria storia e i propri modelli comportamentali.

Scopi della cartografia partecipativa • Analisi del contesto di intervento - rappresentazione del territorio

Scopi della cartografia partecipativa • Analisi del contesto di intervento - rappresentazione del territorio e delle sue valenze funzionali - identificazione dei cambiamenti intervenuti nel tempo • Diagnostica dei problemi - Ricostruzione di eventi accaduti nel passato e loro impatto - Azioni o interventi messi in atto per la gestione del rischio • Analisi identitaria, definizione dei criteri di legittimità - affermazione di diritti di utilizzo delle risorse del territorio - identificazione e gestione dei conflitti

Cartografia Partecipativa: le fasi di realizzazione Sessioni di lavoro per gruppi: - Traduzione delle

Cartografia Partecipativa: le fasi di realizzazione Sessioni di lavoro per gruppi: - Traduzione delle narrazioni in informazioni cartografiche. - Verifica del lavoro per gruppi e integrazione delle informazioni - Restituzione risultati a livello comunitario - Ricerca sul terreno dei PRODUZIONE CARTE ELABORAZIONE Implementazione su GIS delle carte CONDIVISIONE -Sensibilizzazione della Comunità e condivisione degli obiettivi. - Costruzione del percorso di lavoro con i differenti gruppi. luoghi indicati nelle carte e loro georeferenziazione. - Definizione della tabella degli attributi semantici dei vari temi - Definizione degli obiettivi PREPARAZIONE - Scelta dei gruppi di testimoni - Raccolta dati complementari: transetti, interviste a focus group … - Realizzazione cartografia di base - Formazione dei facilitatori

Vantaggi e Limiti delle carte partecipative • La realizzazione delle carte partecipative costituisce solitamente

Vantaggi e Limiti delle carte partecipative • La realizzazione delle carte partecipative costituisce solitamente l’ultimo aspetto delle indagini di terreno, per questo può essere abbinata ad altre metodologie di indagine (SWOT- Strength, Weaknesses, Opportunities, Threats, la Stakeholder Analysys , i. Diagrammi di Venn, ecc, ) • La carta partecipativa non è solo uno strumento per raccogliere informazioni, quanto piuttosto un mezzo per farne emergere le valenze sociali della comunità analizzata mediante il confronto tra i membri della stessa, creando una base comune su cui costruire il dialogo per la risoluzione di situazioni conflittuali • La realizzazione e all’analisi delle carte partecipative richiede una consapevolezza preliminare dei caratteri fondanti l’organizzazione territoriale delle comunità che le hanno realizzate. Nel momento in si vogliono fare emergere gli aspetti identitari del territorio, è necessario riferirsi a quest’ultimo non alla sua forma visiva attuale, ma in quanto risultato e nello stesso tempo condizione di un processo.

Esempi di cartografia partecipativa Valutazione d’impatto del Parco Nazionale dello Zinawe (Mozambico) Carta base

Esempi di cartografia partecipativa Valutazione d’impatto del Parco Nazionale dello Zinawe (Mozambico) Carta base del villaggio di Muchandzuane Foto di Antonio Maini ONG LVIA

Cartografia Partecipativa per la Gestione del rischio di inondazione Carte de l'Occupation des sols

Cartografia Partecipativa per la Gestione del rischio di inondazione Carte de l'Occupation des sols de Berkewa Progetto ANADIA – Niger IBIMET – Politecnico di Torino

Cartografia Partecipativa per la Gestione del rischio di inondazione Carta della zona inondabile de

Cartografia Partecipativa per la Gestione del rischio di inondazione Carta della zona inondabile de Barkewa Progetto ANADIA – Niger IBIMET – Politecnico di Torino

Cartografia Partecipativa per la Gestione del rischio di inondazione Carte du terroir villageois de

Cartografia Partecipativa per la Gestione del rischio di inondazione Carte du terroir villageois de Diollay Progetto ANADIA – Niger IBIMET – Politecnico di Torino

Legittimità e Risoluzione dei conflitti Carta del villaggio al momento della fondazione, realizzata dall’associazione

Legittimità e Risoluzione dei conflitti Carta del villaggio al momento della fondazione, realizzata dall’associazione femminile di Fiafoun Da Federica Burini Le carte partecipative: strumento di recupero dell’identità africana Carta della situazione attuale del villaggio, realizzata dal gruppo di agricoltori di Fiafoun (Benin)

Legittimità e Risoluzione dei conflitti Carta della situazione attuale del villaggio di Fiafoun con

Legittimità e Risoluzione dei conflitti Carta della situazione attuale del villaggio di Fiafoun con l’accampamento dei pastori Peul

La percezione del clima La capacità di interpretare i segnali climatici attraverso il complesso

La percezione del clima La capacità di interpretare i segnali climatici attraverso il complesso di conoscenze e saperi tradizionali, rappresenta per gli agricoltori saheliani uno strumento essenziale di gestione del rischio, al fine di assicurare una disponibilità alimentare sufficiente alle proprie famiglie.

Clima e sicurezza alimentare Divisione dell’anno in due grandi periodi: – Stagione secca de

Clima e sicurezza alimentare Divisione dell’anno in due grandi periodi: – Stagione secca de 8 -9 mesi (240 - 270 giorni), con un periodo secco e freddo, seguito da uno secco e caldo – une stagione delle piogge (hivernage) di 3 - 4 mesi composta di tre parti: precoce, principale, di maturazione e raccolta delle colture. Data di semina – Influenza il livello dei rendimenti delle colture (Sultan et Al, 2005) – Garantisce la sussistenza alimentare delle famiglie – Determina le strategie individuali e collettive di sopravvivenza (riduzione dello stock di capitali, riduzione del numero dei pasti, modifica della dieta alimentare, migrazioni) suolo

Strategie di adattamento degli agricoltori • In generale, una buona stagione delle piogge inizia

Strategie di adattamento degli agricoltori • In generale, una buona stagione delle piogge inizia presto, cioè prima della fine di maggio, con il fronte delle precipitazioni che avanza da sud verso nord. • Gli agricoltori non seminano alle prime piogge, ma attendono il ripetersi dell’evento per evitare il fallimento delle colture e la necessità di procedere ad ulteriori risemine (perdita di tempo e di sementi) • Un inizio precoce permette di seminare varietà a ciclo lungo, più produttive (es. sorgo da 120 -150 giorni). • Gli agricoltori effettuano più cicli di semine con varietà a ciclo scalare (via più breve) e considerano la prima settimana di agosto, come la fine normale delle operazioni di semina. Piante seminate dopo questo periodo rischiano di non completare il ciclo di crescita con una conseguente riduzione dei rendimenti. suolo

Le conoscenze tradizionali • Conoscenza condivisa : Osservazione dei fenomeni ambientali – Temperature durante

Le conoscenze tradizionali • Conoscenza condivisa : Osservazione dei fenomeni ambientali – Temperature durante la stagione secca – Intensità e direzione dei venti dominanti – produzione di frutti da parte di alcuni alberi all’inizio della stagione piovosa – Comportamento di uccelli e insetti • Conoscenza specializzata: Divinazioni e pratiche spirituali – Comportamento degli animali durante il rituale sacrificale – Eventi climatici particolari (forti piogge, tempeste di vento, ecc. ) durante e dopo i riti sacrificali. – Interpretazione dei messaggi inviati degli spiriti degli antenati suolo

Interpretazione dei segnali climatici • Venti forti durante la stagione secca indicano una interruzione

Interpretazione dei segnali climatici • Venti forti durante la stagione secca indicano una interruzione delle piogge. • Per contro, all’inizio della stagione delle piogge, venti forti ma non distruttivi dai quadranti occidentali associati ad alte temperature sono indice di piogge regolari e abbondanti. • Durante la stagione delle piogge, il vento di ponente porta di norma precipitazioni. • All'inizio della stagione delle piogge, le grandinate sono presagio di una buona produzione per le colture leguminose. suolo

Interpretazione dei segnali climatici Stagione fredda (Novembre – Febbraio) – L'arrivo anticipato del freddo

Interpretazione dei segnali climatici Stagione fredda (Novembre – Febbraio) – L'arrivo anticipato del freddo (temperature notturne <15 ° C) indica un esordio precoce della stagione delle piogge– Una durata regolare della stagione fredda fa presagire una durata media della stagione delle piogge. – freddo intenso significa piogge abbondanti. – Periodi di alte temperature nel mese di gennaio o febbraio corrispondono a eventi siccitosi durante la stagione delle piogge Stagione calda (Marzo – Maggio) – Temperature diurne elevate annunciano un inizio della stagione delle piogge caratterizzata da precipitazioni abbondanti, mentre la persistenza di basse temperature durante il giorno è indice di siccità. – La nebbia nelle prime ore della mattina e brevi piogge in Aprile identificano un inizio ritardato della stagione delle piogge

Dinamica delle conoscenze tradizionali • Abituati ad operare scelte in contesti di conoscenze multiple,

Dinamica delle conoscenze tradizionali • Abituati ad operare scelte in contesti di conoscenze multiple, gli agricoltori saheliani mescolano le loro pratiche culturali tradizionali con quelle suggerite dai Servizi di Assistenza Tecnica , allo stesso modo con cui uniscono medicina tradizionale e moderna. • Nelle loro previsioni, usano sia i fenomeni naturali che le pratiche spirituali • A differenza degli scienziati, gli agricoltori non tornano indietro rispetto alle loro ipotesi iniziali e non cercano di conciliare le contraddizioni tra i diversi metodi. • Queste contraddizioni sono viste come riflesso della diversità del loro ambiente fisico e culturale e rappresentano una strategia di adeguamento alla modernizzazione. suolo

Sapere scientifico e conoscenze tradizionali • Qual è la validità scientifica delle previsioni basate

Sapere scientifico e conoscenze tradizionali • Qual è la validità scientifica delle previsioni basate sule conoscenze tradizionali? • Numerosi test empirici hanno mostrato che le percezioni degli agricoltori basate sull’osservazione dei fenomeni naturali colgono nel segno. • Orlove (2000) ha riscontrato che scarse precipitazioni associate al fenomeno di El Nino sono correlate alla scarsa visibilità delle Pleiadi, un indicatore utilizzato dagli agricoltori peruviani per decidere le azioni da intraprendere nel corso della campagna agricola • Roncoli (2002) ha effettuato una indagine nel territorio di Bonam (BF) intervistando gruppi di agricoltori circa le strategie di adattamento messe in atto sulla base di osservazioni di fenomeni naturali, riscontrando la loro capacità di discriminare preventivamente ed in maniera corretta le annate favorevoli da quelle negative.

Erosione dei saperi locali Fattori di ordine climatico • • Aumento della variabilità del

Erosione dei saperi locali Fattori di ordine climatico • • Aumento della variabilità del clima (cambiamento climatico) diminuzione delle precipitazioni Aumento della frequenza di casi di inizio ritardato e di fine precoce della stagione delle piogge Incremento dei periodi secchi all’interno della stagione umida in particolare dopo le semine Fattori di socio-economici e culturali • • La perdita di autorità del capo famiglia Bassa produttività dei sistemi agricoli Declino del potere d'acquisto a seguito delle politiche di aggiustamento strutturale maggiore influenza dell’istruzione formale, servizi di divulgazione agricola nelle zone rurali, religioni monoteistiche, propaganda politica, ecc. suolo

Un approccio scientifico consapevole La convergenza tra sapere scientifico e sapere locale deve rappresentare

Un approccio scientifico consapevole La convergenza tra sapere scientifico e sapere locale deve rappresentare per il ricercatore una sfida per altro non scevra da significati morali, sia in termini di metodo che di contenuti: - - Fornire prodotti più rilevanti e rispondenti alle esigenze d’informazione degli agricoltori al fine di supportare il processo di presa di decisione nel rispetto dell’autonomia culturale e delle tradizioni delle popolazioni locali che ne beneficiano Incrementare il proprio grado di consapevolezza circa gli impatti (intenzionali e non) generati dai prodotti della scienza. Contribuire, nello specifico, a migliorare la gestione del rischio climatico nel pieno rispetto del principio di sovranità alimentare delle popolazioni locali

ZAR: un modello agrometeorologico basato sulle conoscenze ed i saperi tradizionali degli agricoltori Il

ZAR: un modello agrometeorologico basato sulle conoscenze ed i saperi tradizionali degli agricoltori Il modello è stato sviluppato per il monitoraggio della campagna agricola nella regione saheliana ed è finalizzato alla prevenzione e gestione delle crisi alimentari - - Approccio concettuale basato sulla modellizzazione de comportamenti dell’agricoltore piuttosto che sulla simulazione delle colture Parametrizzazione del modello in modo da tener conto delle caratteristiche delle colture praticate (varietà ed ecotipi locali) e delle conoscenze e pratiche tradizionali utilizzate dagli agricoltori per la gestione del rischio (es. nella definizione dell’inizio del periodo di semina) Utilizzazione di scenari a breve e medio termine basati sull’utilizzo di modelli previsionali di pioggia per supportare la presa di decisione in regime di incertezza climatica. Validazione del modello sulla base di dati di terreno per appurare il grado di attendibilità dei risultati Formazione dei tecnici dei servizi di Allerta Precoce e di Divulgazione Agricola dei paesi del CILSS per assicurare la sostenibilità del progetto e favorire la diffusione di informazioni appropriate sia a livello di decisori politici che di operatori agricoli meteo

FINE DELLA PRESENTAZIONE GRAZIE PER LA VOSTRA ATTENZIONE

FINE DELLA PRESENTAZIONE GRAZIE PER LA VOSTRA ATTENZIONE