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La complessità degli obiettivi educativi • Le contraddizioni della nostra epoca si presentano sotto forma di antinomie, antinomie coppie di verità ampie che si contraddicono l’un l’altra • Anche le verità educative sono afflitte da antinomie, che non hanno una soluzione logica, ma solo pragmatica Donatella Cesareni 1
Prima antinomia: realizzazione individuale/conservazione della cultura • Da un lato la funzione dell’educazione è quella di consentire alle persone la loro realizzazione, Dall’altra parte la funzione dell’educazione è quella di riprodurre la cultura che le sta dietro • E’ difficile che un sistema scolastico possa raggiungere entrambi gli scopi ed è difficile trovare una soluzione di compromesso • Rischi di eccessiva disgregazione o di stagnazione della cultura Donatella Cesareni 2
Seconda antinomia: centralità del talento/centralità degli strumenti • Primo lato: l’apprendimento avviene soprattutto all’interno della testa; l’educazione ci fornisce i mezzi per potenziare le nostre capacità innate. • Secondo lato: qualsiasi attività mentale è situata in un ambiente culturale che la supporta. Il successo o meno di uno studente dipenderà dall’efficacia degli strumenti, degli “attrezzi culturali” che l’insegnante gli fornisce • Come sfruttare al meglio le capacità dei più Donatella Cesareni 3 dotati e nello stesso tempo dare a tutti buone
Terza antinomia: particolarismo/universalismo • Da una parte si ritiene che l’esperienza umana, la conoscenza locale è legittima di per sé. I tentativi di imporre verità universali sono soltanto tentativi di predominio di altre esperienze • Dall’altra parte si afferma che ogni condizione umana pur essendo situata localmente, è espressione di una storia universale Donatella Cesareni 4
• Le antinomie contribuiscono a mantenere l’equilibrio in queste differenti questioni. Bruner afferma • Dobbiamo puntare alla realizzazione delle potenzialità individuali ma anche mantenere l’integrità e stabilità di una cultura • Dobbiamo riconoscere le differenze dei talenti individuali ma fornire a tutti gli strumenti della cultura • Dobbiamo rispettare le identità locali ma difendere la nostra coesione come popolo
• Questi problemi possono essere realmente affrontati solo nel concreto • Bruner parte quindi da un caso concreto; il programma educativo “Head Start”, che significa “vantaggio in partenza” Alcune scoperte scientifiche precedenti al programma • Ricerche su animali: ipotesi della deprivazione, per crescere è necessario un ambiente che offra opportunità • Ricerche su neonati e su bambini provenienti da un retroterra disagiato: ipotesi che la mancanza di una buona partenza fosse la causa del fallimento
Si comincia a parlare di deprivazione culturale • Ma in relazione a quale “standard culturale”? • In relazione all’attività educativa messa in atto dalle madri americane della media borghesia • Si dava la colpa alle vittime stesse, affermando che non erano in grado di educare i propri figli • Si attuava perciò un programma educativo volto a fornire ai bambini
• Head Start rappresentò un grande passo avanti, un’opportunità per i bambini delle classi disagiate • Non risolveva però i punti dolenti della terza antinomia: il contrasto fra culture egemoni e cultura locale • Scatenò una serie di reazioni al programma: • Costi eccessivi, da cui scaturivano considerazioni di tipo razzista
Risultati dopo più di 20 anni • I bambini che avevano usufruito del programma avevano maggiori probabilità di frequentare più a lungo e con migliori risultati la scuola, ottenere e mantenere più a lungo un lavoro, non andare in prigione e così via • Il programma aveva ripagato abbondantemente il suo costo, era buono per la società anche se non funzionava per tutti i bambini. • Si era raggiunto un compromesso sulla prima Donatella Cesareniantinomia ma non sulle altre due 9
Come andare avanti • Head Start non è stato sufficiente perché non poteva da solo contrastare l’alienazione dei bambini e delle loro famiglie. • Le cause politiche e sociali sono troppo pesanti • Secondo Bruner abbiano imparato da alcune esperienze scolastiche (fra cui H. S. ) che è possibile dare ad alcuni bambini il senso delle loro possibilità dando loro fiducia ed attuando attività collaborative in un ambiente stimolante • Esempio della scuola di Oakland, una “controcultura scolastica” basata sull’idea che “se le persone sono trattate come membri responsabili di un gruppo diventeranno Donatella Cesareni 10 responsabili”.
Tornando alle antinomie • • • L’educazione deve riprodurre la cultura o deve arricchire e coltivare il patrimonio umano? Deve proporsi di coltivare in modo diverso il talento di chi ha migliori doti innate o deve porsi innanzitutto il compito di fornire a tutti gli strumenti culturali? Dobbiamo dare priorità ai valori e alle usanze della cultura nel suo complesso o dare la precedenza alle identità delle sottoculture? Come risolvere le antinomie? Donatella Cesareni 11
• La storia di Head Start fornisce qualche suggerimento: • Il cercare di compensare la deprivazione con una buona educazione prescolare era legato al voler far emergere il meglio di ciascuno, ma non teneva conto della capacità delle culture di autoriprodursi • Era inoltre basata su un’immagine troppo passiva della prima infanzia: bambino come tabula rasa • Vi era un’idea etnocentrica di “deprivazione culturale”. Idea basata su una educazione infantile idealizzata che non lasciava spazio alle identità e alle specificità culturali delle famiglie di etnie diverse e della necessità di esse di conservare il senso della propria cultura e
E’ solo nella pratica di vita scolastica che possono essere risolte le antinomie • Nel gruppo classe è possibile trovare un equilibrio fra individualità ed efficacia del gruppo • Nel lavoro di classe è possibile salvaguardare sia le identità etniche e razziali sia il senso della comunità più vasta di cui i bambini fanno parte • Nel lavoro collaborativo si riesce a trovare un equilibrio fra l’esigenza di coltivare i particolari talenti e quella di offrire a tutti l’opportunità di crescere Donatella Cesareni 13
• Nelle scuole basate sul rispetto reciproco e sull’apprendimento collaborativo si ottengono risultati migliori non solo dal punto di vista sociale ma anche dal punto di vista “intellettivo” • Questo perché l'apprendimento è migliore quando è partecipativo, attivo, comune e dedito alla costruzione di significati piuttosto che alla semplice ricezione
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