JOHN LOCKE 1632 1704 1660 1685 regno di

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JOHN LOCKE (1632 -1704) 1660 -1685: regno di Carlo II Stuart (restaurazione monarchica seguita

JOHN LOCKE (1632 -1704) 1660 -1685: regno di Carlo II Stuart (restaurazione monarchica seguita alla guerra civile del 1642 -1651 e alla repubblica di Cromwell, 1653 -1658) 1672: Locke diventa consigliere del conte di Shaftesbury, uomo politico di orientamento liberale 1683 -1689: esilio olandese di Locke John Locke 1685 -1688: regno di Giacomo II Stuart, ultimo sovrano inglese cattolico 1688: “Glorious Revolution” (fine dell'assolutismo monarchico; il Parlamento nomina sovrani Guglielmo III d'Orange e Maria Stuart) Anthony Ashley Cooper conte di Shaftesbury

JOHN LOCKE Il Bill of Rights (1689) Dopo il ritorno in Inghilterra, nel 1689,

JOHN LOCKE Il Bill of Rights (1689) Dopo il ritorno in Inghilterra, nel 1689, l'autorità di Locke, considerato il filosofo di riferimento del nuovo regime costituzionale, diventa grandissima. Ricopre diversi incarichi, fra cui quello di consigliere per il commercio nelle colonie. È inoltre considerato ispiratore del: Bill of Rights (Dichiarazione dei diritti, 1989) stabilisce i limiti cui è soggetto il potere del re stabilisce i diritti del Parlamento, che deve: - essere creato tramite libere elezioni; - essere convocato regolarmente; - essere caratterizzato al suo interno dalla libertà di espressione; - approvare le tasse che la corona intende imporre ai cittadini; Bill of Rights l'originale del 1689 stabilisce alcuni diritti dei singoli cittadini, ad esempio quello di non essere sottoposti a pene crudeli

JOHN LOCKE Liberalismo politico e laicità dello Stato Locke è il principale teorico del

JOHN LOCKE Liberalismo politico e laicità dello Stato Locke è il principale teorico del liberalismo politico e del principio di laicità dello Stato Lettera sulla tolleranza (1689) Due trattati sul governo (1690) Definizione di liberalismo politico: L'idea, contrapposta a quella assolutista difesa da Hobbes, per cui il potere dello Stato non è “ab solutus”, sciolto da qualsiasi vincolo, ma limitato dal rispetto delle libertà fondamentali dei cittadini, e in primo luogo del loro diritto alla vita, alla libertà e alla proprietà. Lo Stato nasce esattamente per garantire il rispetto di tali diritti. La filosofia politica di Locke è l'ideologia della classe borghese in ascesa nell'Inghilterra del Sei-Settecento

JOHN LOCKE Due trattati sul governo (1690) Primo trattato: Confutazione dell'assolutismo, in particolare delle

JOHN LOCKE Due trattati sul governo (1690) Primo trattato: Confutazione dell'assolutismo, in particolare delle tesi sostenute da Robert Filmer nel libro Il patriarca o il potere naturale dei re Secondo trattato: Parte propositiva della dottrina politica di Locke. Vi vengono delineati i tratti fondamentali della concezione liberale In Locke si ritrovano i due concetti di stato di natura e di contratto da cui nasce lo Stato, ma hanno un significato molto diverso da quello che hanno in Hobbes

JOHN LOCKE Due trattati sul governo (1690) Lo stato di natura, secondo Locke, è

JOHN LOCKE Due trattati sul governo (1690) Lo stato di natura, secondo Locke, è quella condizione in cui l'uomo è perfettamente libero, ovvero non sottoposto ad alcun potere Nello stato di natura, l'uomo è guidato dalla ragione, ovvero dalla legge di natura che rivela a tutti gli uomini alcuni limiti invalicabili: bisogna rispettare il diritto di ciascuno alla vita, alla libertà e alla proprietà “Lo stato di natura è governato dalla legge di natura, che collega tutti; e la ragione, la quale è questa legge, insegna a tutti gli uomini, purché vogliano consultarla, che, essendo tutti uguali e indipendenti, nessuno deve danneggiare l'altro nella vita, nella salute, nella libertà e nella proprietà” (Due trattati sul governo, II, 2, 6)

JOHN LOCKE Due trattati sul governo (1690) La legge di natura stabilisce anche il

JOHN LOCKE Due trattati sul governo (1690) La legge di natura stabilisce anche il diritto di ciascuno di applicare la giustizia naturale, ovvero di essere giudice ed esecutore della legge di natura stessa Ciò significa che, di fronte ad una violazione della legge naturale, nello stato di natura ciascuno può e deve reagire in maniera proporzionata alle offese subite In pratica Locke teorizza, laddove non c'è ancora lo Stato, il diritto di ciascuno a farsi giustizia da sé, non però facendo uso di una forza sproporzionata e assoluta ma adottando una reazione che la ragione indica come proporzionata alla trasgressione

JOHN LOCKE Due trattati sul governo (1690) Per Locke lo stato di natura non

JOHN LOCKE Due trattati sul governo (1690) Per Locke lo stato di natura non è uno stato di guerra di tutti contro tutti ma una condizione di coesistenza pacifica fra gli uomini tuttavia: Lo stato di natura può diventare uno stato di guerra Ciò si verifica quando una o più persone ricorrono alla forza per ottenere ciò che la legge naturale vieterebbe di ottenere, ovvero un controllo sulla vita, sulla libertà e sulla proprietà altrui Nello stato di natura l'uomo conosce la legge naturale ed è portato a rispettarla, ma è anche libero di trasgredirla Proprio per evitare questa possibilità gli uomini danno vita allo Stato

JOHN LOCKE Due trattati sul governo (1690) Lo Stato serve a garantire che tutti

JOHN LOCKE Due trattati sul governo (1690) Lo Stato serve a garantire che tutti rispettino la legge naturale La creazione dello Stato non toglie agli uomini i diritti di cui godevano nello stato di natura, tranne quello di farsi giustizia da sé. Al contrario, essa avviene proprio per rendere effettivo per tutti il godimento di questi diritti di conseguenza: Il potere dello Stato non è assoluto, cioè sciolto da qualsiasi vincolo, ma è limitato. Limitato precisamente dal fatto che lo Stato è costituito per garantire a tutti il diritto alla vita, alla libertà e alla proprietà, ed è quindi tenuto a rispettare esso stesso tale diritto

JOHN LOCKE Due trattati sul governo (1690) Quest'idea del potere statale come limitato e

JOHN LOCKE Due trattati sul governo (1690) Quest'idea del potere statale come limitato e obbligato nei confronti dei sudditi rimanda ad un'altra differenza con Hobbes, riguardante il modo di intendere il contratto che dà vita allo Stato Il contratto che è all'origine dello Stato è un patto fra i sudditi, ma anche fra i sudditi e il sovrano Anche il sovrano è tenuto a rispettare il patto Anche il sovrano è soggetto alla legge positiva dello Stato (che trae ispirazione dalla legge naturale) Il popolo ha il diritto/dovere di ribellarsi ai propri governanti nel caso in cui questi mettano a rischio i diritti naturali dei cittadini (diritto di insurrezione contro il dispotismo)

JOHN LOCKE Lettera sulla tolleranza (1689) Locke è anche il teorico della libertà di

JOHN LOCKE Lettera sulla tolleranza (1689) Locke è anche il teorico della libertà di coscienza e del principio di laicità dello Stato Nella Lettera sulla tolleranza (1689) analizza separatamente la natura e i compiti dello Stato e quelli della Chiesa (o meglio, delle chiese) LO STATO: “Una società di uomini costituita per conservare e promuovere soltanto i beni civili” I “beni civili” sono: sono la vita, la libertà, l'integrità del corpo, il possesso delle cose esterne La salvezza dell'anima, quindi, non rientra negli obiettivi dello Stato

JOHN LOCKE Lettera sulla tolleranza (1689) L'unico strumento di cui lo Stato dispone per

JOHN LOCKE Lettera sulla tolleranza (1689) L'unico strumento di cui lo Stato dispone per far rispettare la legge è la costrizione Ma la costrizione è incapace di condurre alla salvezza, perché la salvezza dipende dalla fede, e la fede non può essere imposta negli animi con la forza Lo Stato, in sintesi, non si interessa alla questione della salvezza dell'anima né può imporre una particolare fede con la forza

JOHN LOCKE Lettera sulla tolleranza (1689) LA CHIESA: “una libera società di uomini che

JOHN LOCKE Lettera sulla tolleranza (1689) LA CHIESA: “una libera società di uomini che si riuniscono spontaneamente per onorare pubblicamente Dio nel modo che credono sarà accetto alla divinità, per ottenere la salvezza dell'anima” La Chiesa, quindi, come società libera e volontaria, non può far ricorso alla forza per nessun motivo, dal momento che la forza è riservata allo Stato La forza, d'altronde, è inutile e dannosa allo scopo di promuovere la salvezza

JOHN LOCKE Lettera sulla tolleranza (1689) In sintesi: Lo Stato non si occupa delle

JOHN LOCKE Lettera sulla tolleranza (1689) In sintesi: Lo Stato non si occupa delle questioni di fede e lascia le diverse confessioni religiose libere di professare il proprio credo La Chiesa rinuncia a chiedere l'intervento coercitivo dello Stato in materia religiosa, visto che la coercizione non ha senso ai fini della salvezza dell'anima Tolleranza religiosa (che deriva dalla libertà di coscienza e dalla laicità dello Stato) Dalla tolleranza religiosa restano esclusi: - i cattolici (il cattolicesimo, nell'Inghilterra del tempo di Locke, è associato all'assolutismo monarchico) - gli atei (Locke è laico, ma è credente, e anzi crede che, nel suo nucleo essenziale, il cristianesimo sia una religione razionale)

JOHN LOCKE Locke nella Dichiarazione di indipendenza americana (1776) La Dichiarazione di indipendenza delle

JOHN LOCKE Locke nella Dichiarazione di indipendenza americana (1776) La Dichiarazione di indipendenza delle 13 colonie britanniche andranno a costituire poi gli Stati Uniti d'America, approvata il 4 luglio del 1776, contiene numerosi riferimenti al pensiero di Locke (inseriti nel testo dal suo autore principale, Thomas Jefferson) In Congresso, 4 luglio 1776 Quando nel corso di eventi umani, sorge la necessità che un popolo sciolga i legami politici che lo hanno stretto a un altro popolo e assuma tra le potenze della terra lo stato di potenza separata e uguale a cui le Leggi della Natura e del Dio della Natura gli danno diritto, un conveniente riguardo alle opinioni dell'umanità richiede che quel popolo dichiari le ragioni per cui è costretto alla secessione. Noi riteniamo che sono per se stesse evidenti queste verità: che tutti gli uomini sono creati eguali; che essi sono dal Creatore dotati di certi inalienabili diritti, che tra questi diritti sono la Vita, la Libertà, e il perseguimento della Felicità; che per garantire questi diritti sono istituiti tra gli uomini governi che derivano i loro giusti poteri dal consenso dei governati; che ogni qualvolta una qualsiasi forma di governo tende a negare questi fini, il popolo ha diritto di mutarla o abolirla e di istituire un nuovo governo fondato su tali principi e di organizzarne i poteri nella forma che sembri al popolo meglio atta a procurare la sua Sicurezza e la sua Felicità.

JOHN LOCKE Locke nella Dichiarazione di indipendenza americana (1776) Certamente, prudenza vorrà che i

JOHN LOCKE Locke nella Dichiarazione di indipendenza americana (1776) Certamente, prudenza vorrà che i governi di antica data non siano cambiati per ragioni futili e peregrine; e in conseguenza l'esperienza di sempre ha dimostrato che gli uomini sono disposti a sopportare gli effetti d'un malgoverno finché siano sopportabili, piuttosto che farsi giustizia abolendo le forme cui sono abituati. Ma quando una lunga serie di abusi e di malversazioni, volti invariabilmente a perseguire lo stesso obiettivo, rivela il disegno di ridurre gli uomini all'assolutismo, allora è loro diritto, è loro dovere rovesciare un siffatto governo e provvedere nuove garanzie alla loro sicurezza per l'avvenire. Tale è stata la paziente sopportazione delle Colonie e tale è ora la necessità che le costringe a mutare quello che è stato finora il loro ordinamento di governo. Quella dell'attuale re di Gran Bretagna è storia di ripetuti torti e usurpazioni, tutti diretti a fondare un'assoluta tirannia su questi Stati. Per dimostrarlo ecco i fatti che si sottopongono all'esame di tutti gli uomini imparziali e in buona fede. (. . . )