John Dewey 1859 1952 Pensiero filosofico strumentalismo CONOSCENZA

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John Dewey (1859 -1952)

John Dewey (1859 -1952)

Pensiero filosofico: strumentalismo • CONOSCENZA. Secondo il pragmatismo la conoscenza è un processo attivo:

Pensiero filosofico: strumentalismo • CONOSCENZA. Secondo il pragmatismo la conoscenza è un processo attivo: conoscere significa modificare la realtà, l’oggetto, con il pensiero. L’oggetto della conoscenza non è indipendente dal soggetto che conosce. • Ricerca scientifica: stimolata dalla situazione problematica: Suggestione, problematizzazione, ipotesi, ragionamento, verifica (esempio dell’imbattersi in un ostacolo in una passeggiata) • Scopo della scuola è educare i ragazzi all’approccio razionale ai problemi. Da ciò deriva il “learning by doing”. La scuola sperimentale di Chicago si caratterizza come laboratorio permanente • Iniziatore dell’ ATTIVISMO PEDAGOGICO Donatella Cesareni 2

EDUCAZIONE • L’educazione è un fatto sociale. Anche l’educazione scolastica ha un carattere sociale,

EDUCAZIONE • L’educazione è un fatto sociale. Anche l’educazione scolastica ha un carattere sociale, e tale carattere sociale investe tutti gli aspetti del processo educativo: – Fini: favorire la socializzazione – Contenuti: ciò che è utile per la società – Organizzazione: scuola come comunità democratica • Democrazia ed educazione (1916) : tra i principali fini dell’educazione difesa e diffusione della democrazia Donatella Cesareni 3

Esperienza ed educazione (1938) Sintesi matura del pensiero dell’autore sul tema generale dell’educazione e

Esperienza ed educazione (1938) Sintesi matura del pensiero dell’autore sul tema generale dell’educazione e delle scuole “nuove” Tema principale Le idee ispiratrici delle scuole nuove sono corrette, ma sono necessarie modifiche nella realizzazione di tali idee Scritto filosofico che nasce dall’esigenza di rispondere alle severi critiche rivolte alle scuole nuove dopo la crisi del ‘ 29 Donatella Cesareni

Prefazione • Anche il tema dell’educazione, così come altri argomenti di interesse sociale, è

Prefazione • Anche il tema dell’educazione, così come altri argomenti di interesse sociale, è oggetto di scontri teorico-pratici fra diverse teorie. • Compito di una filosofia dell’educazione non è trovare un compromesso fra diverse teorie ma introdurre nuovi ordini di idee che avviino nuovi modi di fare pratica. • Per fare questo bisogna abbandonare ogni “ismo” (es. progressismo) perché i movimenti che operano in base ad un ismo si limitano a combattere altri “ismi” (tradizionalismo) invece di muovere dai bisogni, dai problemi e dalle possibilità Donatella Cesareni

Educazione tradizionale ed educazione progressiva • Spesso pensiamo per contrasto, e così pure fa

Educazione tradizionale ed educazione progressiva • Spesso pensiamo per contrasto, e così pure fa la filosofia dell’educazione: (formazione dal di dentro / dal di fuori; doti naturali / acquisizione di abitudini ) • Nel periodo in cui Dewy scrive il contrasto si poneva fra educazione tradizionale e progressiva. • Per l’educazione tradizionale materia dell’educazione sono – Nozioni e abilità accumulatesi nel passato da trasferire agli alunni – Norme e regole di condotte da trasmettere attraverso una rigida organizzazione (aule, orari, sistemi di esame e promozione, regole disciplinari ecc. . ) Donatella Cesareni

Educazione tradizionale ed educazione progressiva • Gli insegnanti sono il tramite per comunicare abilità

Educazione tradizionale ed educazione progressiva • Gli insegnanti sono il tramite per comunicare abilità e conoscenze e rafforzare regole di condotta • Attitudine di chi impara: docilità, ricettività, obbedienza • Critica a questa impostazione: tutto è imposto dall’alto e dal di fuori; ai ragazzi sono imposte norme, programmi e metodi da adulti, che vanno aldilà della loro esperienza • Questo anche se gli insegnanti sanno farlo in modo “non brutale”, non vi è partecipazione attiva • Modo di educare adatto a società statiche Donatella Cesareni 7

Educazione tradizionale ed educazione progressiva • Per capire quale è la filosofia dell’educazione implicita

Educazione tradizionale ed educazione progressiva • Per capire quale è la filosofia dell’educazione implicita nell’educazione nuova Dewey parte da alcuni principi che sono comuni alle diverse scuole attive: – Espressione e cultura dell’individualità (versus imposizione dall’alto) – Libera attività (versus disciplina esterna) – Apprendere attraverso l’esperienza (versus imparare dai libri e dai maestri – Conseguimento di tecniche come mezzi per ottenere altri fini (versus acquisizione di tecniche isolate e abilità tramite l’esercizio) – Familiarizzazione con un mondo in movimento (versus fini e materiali statici) Donatella Cesareni 8

Educazione tradizionale ed educazione progressiva • Si tratta di principi astratti, e tutto dipende

Educazione tradizionale ed educazione progressiva • Si tratta di principi astratti, e tutto dipende dal modo in cui si applicano • Pericolo della teoria dell’opposizione: respingere in toto i fini e i metodi di ciò che si vuole soppiantare; sviluppare i propri principi in forma negativa (ad esempio rigettare ogni forma di organizzazione della materia di studio per rifiutare la rigida organizzazione del passato, senza chiedersi come sia possibile arrivare ad una forma di organizzazione dei contenuti di una materia partendo dall’esperienza, rifiutare in toto l’idea che l’adulto debba essere una guida) • Se non si esce dalla teoria dell’opposizione si rischia di fare scuola in modo non accettabile; rigettare ogni forma legata al passato significa cadere nel dogmatismo • Conoscenza del passato non come puro fine, ma come mezzo Donatella Cesareni 9

La necessità di una teoria dell’esperienza • Non serve quindi soltanto svincolarsi dal passato.

La necessità di una teoria dell’esperienza • Non serve quindi soltanto svincolarsi dal passato. • Dewey vuole elencare alcuni dei problemi cui deve far fronte la nuova educazione e suggerire soluzioni • PUNTO FERMO DA CUI PARTIRE: L’EDUCAZIONE DEVE PARTIRE DALL’ESPERIENZA • Non tutte le esperienze sono di per sé educative: – Alcune favoriscono l’acquisizione di nuove esperienze in futuro – Atre limitano la possibilità di acquisire nuove esperienze Donatella Cesareni 10

La necessità di una teoria dell’esperienza • Nelle aule tradizionali erano certamente presenti esperienze,

La necessità di una teoria dell’esperienza • Nelle aule tradizionali erano certamente presenti esperienze, ma spesso di tipo negativo : portavano a perdere la voglia di apprendere, ad acquisire capacità automatiche poi non si era in grado di utilizzare in nuove situazioni, ad associare l’imparare alla noia e alla stanchezza • L’aspetto negativo della scuola tradizionale non è l’assenza di esperienza, ma la mancata relazione di tali esperienze con le esperienza successive Donatella Cesareni 11

La necessità di una teoria dell’esperienza • Fondamentale è la qualità dell’esperienza. Non esperienze

La necessità di una teoria dell’esperienza • Fondamentale è la qualità dell’esperienza. Non esperienze “gradevoli”, ma esperienze “durature”, che siano in grado di influenzare le esperienze future • “Scegliere esperienze presenti che vivranno fecondamente e creativamente nelle esperienze che seguiranno” • L’educazione progressiva ha bisogno di una filosofia dell’educazione (basata sulla filosofia dell’esperienza) che la aiuti a scegliere le esperienze utili per costituire un piano educativo (cosa si insegna, metodi di istruzione e disciplina, arredamenti, materiale, organizzazione sociale della scuola Donatella Cesareni 12

La necessità di una teoria dell’esperienza • Se l’educazione tradizionale era ridotta a semplice

La necessità di una teoria dell’esperienza • Se l’educazione tradizionale era ridotta a semplice routine, ciò non vuol dire che l’educazione progressiva debba ridursi a improvvisazione. E’ necessario darsi un’organizzazione anche nelle scuole nuove per costituire il piano educativo • Si pensa che la nuova educazione debba essere più facile dell’antica. Ma ragionare in questi termini significa riproporre la teoria dell’opposizione. • La nuova educazione può essere più “semplice”, perché in armonia con i principi della crescita, (l’educazione tradizionale era artificiosa e quindi complessa) ma non più facile. • E’ un compito arduo distinguere ciò che è realmente semplice (Tolomeo-Copernico) Donatella Cesareni 13

Criteri dell’esperienza • Necessità di una teoria dell’educazione perché si possa agire intelligentemente. •

Criteri dell’esperienza • Necessità di una teoria dell’educazione perché si possa agire intelligentemente. • Quali i principi significativi di tale teoria? • Movimento progressivo viene prediletto perché più conforme all’ideale democratico. Ma perché preferiamo i metodi democratici? • Perché siamo convinti che promuovono un’esperienza umana migliore in un maggior numero di persone • Obiettivo dell’educazione è fornire esperienze di qualità superiore, perché la vita dell’uomo può avere livelli qualitativi diversi in relazione a forme diverse di esperienza Donatella Cesareni 14

Criteri dell’esperienza • Come discriminiamo un’esperienza qualitativamente migliore? • Ci serviamo di due criteri:

Criteri dell’esperienza • Come discriminiamo un’esperienza qualitativamente migliore? • Ci serviamo di due criteri: – Principio di continuità : “ogni esperienza fatta e subita modifica chi agisce e subisce e al tempo stessi questa modificazione influenza la qualità delle esperienze seguenti” – Principio di interazione: “due fattori dell’esperienza: le condizioni obbiettive e le interne. Qualsiasi esperienza normale è un gioco reciproco di queste due serie di condizioni Donatella Cesareni 15

Criteri dell’esperienza • Principio di continuità • L’uomo attraverso l’esperienza crea abitudini, cioè comportamenti

Criteri dell’esperienza • Principio di continuità • L’uomo attraverso l’esperienza crea abitudini, cioè comportamenti che stabilmente gli consentono di interagire con il mondo • Ogni esperienza riceve qualcosa da quelle che l’hanno preceduta e modifica in qualche modo la qualità di quelle che seguiranno • Ma quali esperienze sono educative? • Quando l’influenza sulle esperienze successive è positiva, cioè favorisce l’acquisizione di nuove esperienze qualitativamente di grado più elevato Donatella Cesareni 16

Criteri dell’esperienza, principio di continuità • In educazione parliamo di crescita, ma vi può

Criteri dell’esperienza, principio di continuità • In educazione parliamo di crescita, ma vi può essere crescita anche in ambito negativo , che toglie la possibilità di crescere in altre direzioni • L’educazione è ben riuscita quando la continuità dell’esperienza consente una crescita effettiva delle capacità di interagire con il mondo (imparare a parlare, imparare a leggere) • La continuità può anche creare abitudini che bloccano la crescita (es. l’indulgenza eccessiva può creare abitudine a non impegno e ricerca di soddisfazione immediata dei bisogni, creando incapacità di sfruttare esperienze ulteriori). Donatella Cesareni 17

Criteri dell’esperienza, principio di continuità • L’esperienza non è solo interna, ma ha condizioni

Criteri dell’esperienza, principio di continuità • L’esperienza non è solo interna, ma ha condizioni esterne, non si compie nel vuoto. Viviamo in un mondo di persone e cose che è stato “costruito” dall’attività degli uomini che ci hanno preceduto • L’ambiente influenza l’esperienza, e l’educatore può così dirigere l’esperienza dell’alunno senza ricorrere all’imposizione “estraendo dalla situazione circostante gli elementi che contribuiscono a promuovere esperienze di valore” Donatella Cesareni 18

Criteri dell’esperienza, principio di interazione • Tutte le esperienze hanno condizioni esterne, che chi

Criteri dell’esperienza, principio di interazione • Tutte le esperienze hanno condizioni esterne, che chi educa può controllare, ed interne, più difficili da controllare e conoscere. • Compito dell’educatore è trovare un’interazione fra condizioni interne e condizioni obiettive. (come la mamma con il neonato) • L’educazione tradizionale non teneva conto delle condizioni interne, ma ciò non vuol dire che l’educazione progressiva non debba tener conto delle condizioni obiettive • La continua interazione fra condizioni oggettive ed interne viene a comporre ciò che Dewey chiama Situazione Donatella Cesareni 19

Criteri dell’esperienza • I due principi di continuità e interazione sono strettamente legati: ciò

Criteri dell’esperienza • I due principi di continuità e interazione sono strettamente legati: ciò che un individuo ha acquistato in conoscenza e abilità in una situazione diventa strumento di comprensione (condizione interna) nella situazione successiva. • L’educatore deve occuparsi di creare situazioni educative, tenendo conto sia dell’individuo, delle sue capacità e dei suoi bisogni, sia delle condizioni oggettive (es. importanza di una conoscenza o di una disciplina ) • L’educazione tradizionale non si poneva il problema di adeguare le condizioni esterne agli individui in crescita: “il mancato adattamento dei materiali ai bisogni e alle attitudini degli individui può provocare un’esperienza non educativa quanto il mancato adattamento di un individuo al materiale” Donatella Cesareni 20

Criteri dell’esperienza • Applicare il principio di continuità significa tener presente il futuro •

Criteri dell’esperienza • Applicare il principio di continuità significa tener presente il futuro • Non come “preparazione” al futuro nel senso di acquisizione meccanica ed esercitazione di abilità, con l’idea che potranno poi essere utili. Nell’educazione tradizionale abbiamo appreso e anche dimenticato, perché ogni cosa era appresa isolatamente, staccata dall’esperienza, utile solo per preparare l’esame. Spesso poi la scuola formava abitudini negative e repulsioni. • L’attitudine più importante da formare è il desiderio di apprendere Donatella Cesareni 21

 • L’idea di adoperare il presente unicamente come preparazione al futuro è contraddittoria.

• L’idea di adoperare il presente unicamente come preparazione al futuro è contraddittoria. • Noi viviamo sempre nel nostro tempo, e solo estraendo il pieno significato nel presente ci prepariamo a fare altrettanto nel futuro • Agli educatori spetta la responsabilità di creare le condizioni per un’esperienza che sia significativa nel presente e che abbia un effetto favorevole sul futuro, considerando e coniugando nell’esperienza il soggetto e l’oggetto Donatella Cesareni 22