John Bowlby Strange situation Adult Attachment Interview John
John Bowlby Strange situation Adult Attachment Interview
John Bowlby (1907 -1986) Psichiatra inglese. Formatosi a Cambridge, entrò negli anni trenta nella Società Psicoanalitica, che non riconobbe mai, finché lui fu in vita, il valore delle sue ricerche.
Partendo dalla teoria evoluzionistica di Darwin e dagli studi etologici sull’imprinting, Bowlby ha elaborato il concetto di attaccamento per definire l’insieme delle modalità di comportamento che il bambino presenta dalla nascita ai due anni circa, attraverso lo stabilirsi di un legame con una figura adulta specifica, generalmente individuata nella madre
La deprivazione materna ed il suo corollario: “che le cure materne nella prima infanzia e nella fanciullezza siano essenziali per la salute mentale” (Bowlby 1952). Oggi ci può sembrare che questa affermazione si giustifichi da sola, però questo è in gran parte il risultato del lavoro di Bowlby.
Il comportamento di attaccamento Ogni forma di comportamento che appare in una persona che riesce ad ottenere o a mantenere la vicinanza a qualche altro individuo differenziato e preferito. Il comportamento d’ attaccamento è innescato dalla separazione o dalla minaccia di separazione dalla figura d' attaccamento. Viene eliminato o mitigato per mezzo della vicinanza che può variare dal semplice essere in vista, alla vicinanza fisica accompagnata da parole di conforto, ma priva di contatto, all’essere tenuti stretti e coccolati.
Come sanno bene i genitori dei bambini in grado di camminare, i bambini piccoli sono inclini a seguire le loro figure d’attaccamento ovunque esse vadano. La distanza alla quale il bambino si sente a suo agio dipende da fattori come l’età, il temperamento, la storia dello sviluppo, e se il bambino si sente affaticato, spaventato o malato, tutti casi che aumenteranno il comportamento d’attaccamento. Separazioni recenti indurranno una maggiore ricerca di vicinanza,
Il grado di vicinanza necessaria dipenderà anche dalle circostanze. Un bambino di tre anni alla fine del suo primo giorno di asilo può correre verso un genitore e sprofondare la testa nel suo grembo e volere essere tenuto stretto per un lungo periodo di tempo. Un mese più tardi, può accontentarsi di stringere la sua mano a quella del genitore che è andato a prenderlo continuando a interagire con i suoi amici mentre cammina per la strada.
Di importanza centrale per la Teoria dell’Attaccamento è la nozione che l’attaccamento è riferito ad una figura discriminata (o ad un piccolo gruppo di figure). Probabilmente è a causa di questa marcata tendenza a scegliere una persona in particolare che siamo capaci di emozioni profonde.
Bowlby spiegò in origine questo fenomeno con un’analogia col fenomeno del’ imprinting nel quale dei giovani uccelli si attaccano ad ogni figura mobile alla quale vengono esposti nel “periodo sensibile” durante il loro sviluppo. Studi sui primati suggeriscono che l’imprinting non avviene nello stesso modo che negli uccelli e che l’attaccamento, invece di essere un fenomeno di tutto o nulla, si sviluppa come risultato di un processo graduale di sviluppo programmato geneticamente e di apprendimento sociale.
Gli attaccamenti di un bambino piccolo possono esser meglio pensati come una gerarchia: solitamente con la madre al vertice, seguita da vicino dal padre, nonni, fratellini, educatrici e così via. Gli oggetti inanimati come ad esempio gli oggetti transizionali sono anch’essi importanti.
Per Bowlby il dilemma umano verte sull’ importanza centrale di un attaccamento che non può essere completamente affidabile, deve forzatamente esser condiviso e che col passar del tempo (e spesso prematuramente) verrà perduto. La capacità di separarsi dalle figure d’attaccamento e di formare nuovi attaccamenti rappresenta la sfida evolutiva dell’adolescenza e dei primi anni dell’età adulta.
Mary Ainsworth (1982) per prima ha usato l’espressione “base sicura” per descrivere l’atmosfera creata dalla figura d’attaccamento per la persona che le si attacca. L’essenza della base sicura è che essa crea un trampolino per la curiosità e l’esplorazione. Quando il pericolo incombe ci si aggrappa alle nostre figure d’attaccamento. Una volta passato il pericolo la loro presenza ci rende possibile lavorare, rilassarsi e giocare; ma solo se siamo ben sicuri che le figure d’attaccamento saranno a nostra disposizione se ne avremo ancora bisogno.
Studi naturalistici sulle madri ed i loro bambini piccoli mostrano che la “cinghia elastica” che costituisce il legame d’attaccamento è allentata ed impercettibile in presenza di una base sicura. Se la base sicura diventa inaffidabile o vengono raggiunti i limiti dell’esplorazione, il bisogno di legame comincia a farsi sentire sul piano affettivo.
L’esempio della madre che lascia la sua bambina con qualcuno che se ne occupa e poi si preoccupa e sente terribilmente la sua mancanza suggerisce che il comportamento d’attaccamento non è confinato ai bambini e si riferisce tanto a chi fornisce accudimento quanto a chi lo richiede. L’attaccamento coinvolge sempre due persone. È a doppia via.
La prova migliore della presenza di un legame d’attaccamento è l’osservazione della reazione alla separazione. Bowlby identificò la protesta come la risposta primaria provocata nei bambini dalla separazione dai genitori. Pianto, grida, urla, morsi, calci: questi “cattivi” comportamenti sono la reazione normale alla minaccia d’un legame d’attaccamento, e presumibilmente hanno la funzione di cercare di ripararlo, e, “punendo” chi si cura del bambino, di evitare ulteriori separazioni.
Una caratteristica notevole dei legami d’attaccamento è la loro resistenza. La persistenza dell’attaccamento pur davanti a maltrattamenti e punizioni severe ha implicazioni enormi per la psicopatologia infantile ed adulta. Lo stress porta ad un rafforzamento del comportamento d’attaccamento anche quando la fonte di quello stress è la stessa figura d’attaccamento.
Lo sviluppo del sistema di attaccamento Il sistema di attaccamento umano impiega diversi mesi per svilupparsi, soltanto dopo sei mesi il bambino comincia ad esibire pienamente la triade di • • • ricerca di vicinanza, effetto base sicura, protesta per la separazione
0 -6 mesi: orientamento e pattern di riconoscimento L’attivazione della risposta del sorriso segna l’inizio dei cicli di interazione che caratterizzano la relazione tra il bambino e chi si occupa di lui. Il sorriso del bambino evoca un sorriso di rispecchiamento nella madre; quanto più lei risponde al sorriso tanto più il bambino continua a sorridere e così via. La sensibilità materna è un elemento chiave determinante della qualità dell’attaccamento via che lo sviluppo procede.
L’invariabilità del viso della madre dà al bambino un senso primitivo di storia, di continuità attraverso il tempo che è fondamentale per lo sviluppo del senso del sè. Nella seconda metà dei primi sei mesi gli inizi di una relazione d’attaccamento cominciano a diventare evidenti. Il bambino diventa molto più discriminante nel suo guardare.
Il bambino ascolta e reagisce differentemente alla voce di sua madre; piange differentemente quando lei se ne va rispetto a quando se ne vanno altre persone e comincia ad alzare le braccia verso di lei con la richiesta di essere preso in braccio. La madre a sua volta reagisce ai segnali fisiologici e sociali del suo bambino in un modo che porta allo stabilirsi di un sistema reciproco di feedback. Si stabilisce una matrice interattiva sentita come un “conoscersi” reciproco l’un l’altro che è il perno centrale di una relazione madrebambino sicura.
6 mesi - 3 anni: attaccamento Verso i sette mesi il bambino comincerà a mostrare l’ “ansia per l’estraneo”, facendosi silenzioso ed aggrappandosi alla madre in presenza di una persona sconosciuta. Questi cambiamenti nel bambino coincidono con l’attivazione della locomozione che comporta un sistema di comunicazione molto più complesso se il bambino deve rimanere in un contatto sicuro con la madre. La madre del bambino mobile deve sapere che il bambino si muoverà verso di lei nei momenti di pericolo e il bambino ha bisogno di poter mandare segnali di protesta o di angoscia alla madre se necessario.
modello operativo interno Il bambino in fase di sviluppo costruisce una certa quantità di modelli di se stesso e degli altri basati su pattern ripetuti di esperienze interattive. Questi pattern formano modelli relativamente fissi che il bambino usa per predire il mondo e mettersi in relazione con esso.
Mary Ainsworth : gli Stili di attaccamento • Sicuro • Insicuro-evitante • Insicuro-ambivalente • Insicuro-disorganizzato/disorientato (quest’ultimo, definito da Ainsworth CC (Cannot Classify) in quanto il comportamento mostrato non rientrava in nessuno dei tre gruppi precedenti, è stato successivamente così definito da Main e Salomon
Attaccamento sicuro Il bambino con un attaccamento sicuro ha un modello operativo interno di una persona che si prende cura di lui, sensibile, amorosa, affidabile e di un sè che è meritevole di amore e di attenzione, e porterà questi assunti ad influire su tutte le altre relazioni.
Attaccamento insicuro Un bambino dall’ attaccamento insicuro può vedere il mondo come un posto pericoloso nel quale le altre persone devono essere trattate con grande precauzione e si considererà come incapace e non meritevole di amore.
Questi assunti sono relativamente stabili e duraturi: quelli che si costruiscono nei primi anni di vita sono particolarmente persistenti e non hanno molte probabilità di essere modificati dall’esperienza successiva.
Attaccamento insicuro-evitante il bambino cerca di minimizzare i suoi bisogni d’attaccamento allo scopo di prevenire il rifiuto, rimanendo allo stesso tempo in un contatto distante con l’agente delle cure materne il cui rifiuto, come i propri bisogni stessi, viene rimosso dalla coscienza.
Attaccamento insicuro-ambivalente La strategia ambivalente comporta l’aggrapparsi all’agente delle cure materne spesso con una sottomissione eccessiva, o l’adozione di un’ inversione di ruolo nella quale ci si cura dell’agente delle cure materne invece che viceversa. Qui i sentimenti di rabbia per il rifiuto sono soggetti in massimo grado all’esclusione difensiva.
Attaccamento insicuro disorganizzato/disorientato Presenta le caratteristiche più problematiche. Si presenta quando la figura di attaccamento viene sperimentata come minacciosa. Il bambino ha comportamenti contraddittori, in quanto presenta comportamenti che possono essere classificati, di volta in volta, nei gruppi precedenti. È disorientato, può compiere azioni stereotipate. Comportamenti di questo gruppo sono stati osservati in bambini ad alto rischio di abusi e maltrattamenti.
Sebbene le strategie proprie dell’attaccamento insicuro abbiano la funzione di mantenere l’attaccamento davanti alle difficoltà, un prezzo va pagato. I pattern di attaccamento insicuro sono chiaramente restrittivi e, qualora vengano ripetuti in tutte le relazioni, spingono verso un cattivo adattamento. Inoltre l’esclusione difensiva degli affetti negativi implica che i modelli non possano essere aggiornati alla luce di nuove esperienze.
Sebbene le strategie proprie dell’attaccamento insicuro abbiano la funzione di mantenere l’attaccamento davanti alle difficoltà, un prezzo va pagato. I pattern di attaccamento insicuro sono chiaramente restrittivi e, qualora vengano ripetuti in tutte le relazioni, spingono verso un cattivo adattamento. Inoltre l’esclusione difensiva degli affetti negativi implica che i modelli non possano essere aggiornati alla luce di nuove esperienze.
Trasmissione transgenerazionale Attraverso i modelli operativi interni i pattern di attaccamento dell’infanzia sono trasposti nella vita adulta e vengono trasmessi alla nuova generazione.
Mary Ainsworth e la Strange Situation Mary Ainsworth ideò la Strange Situation nei tardi anni sessanta come parte dei suoi studi sull’interazione madre-bambino nel primo anno di vita. Consiste in una seduta di venti minuti nella quale la madre ed il suo bambino di un anno vengono introdotti in una stanza da gioco con uno sperimentatore.
Alla madre viene richiesto di lasciare la stanza per tre minuti e di tornare, lasciando il bambino con lo sperimentatore. Dopo il ritorno della madre e la riunione con il bambino, sia la madre che lo sperimentatore lasciano la stanza per tre minuti, lasciando il bambino da solo. La madre ed il bambino si riuniscono poi ancora una volta. L’intera procedura è videoregistrata e classificata in base alle reazioni del bambino riguardo alla separazione e alla riunione con la madre.
Attaccamento sicuro Questi bambini sono in genere (ma non invariabilmente) angosciati dalla separazione. Al momento della riunione salutano il loro genitore, ricevono conforto se ce ne è bisogno, e poi tornano a giocare felici e soddisfatti.
Insicuro-evitante Questi bambini mostrano pochi segni aperti di angoscia per la separazione ed ignorano la madre al momento della riunione, specialmente nella seconda occasione quando presumibilmente lo stress è maggiore. Rimangono guardinghi nei confronti della madre ed inibiti nel gioco.
Insicuro-ambivalente (insicuro-resistente) Sono fortemente angosciati dalla separazione e non possono essere facilmente pacificati al momento della riunione. Cercano fortemente il contatto, ma resistono scalciando, andando via, strapazzando e buttando via i giocattoli che gli vengono offerti. Continuano ad alternare stati di rabbia e momenti in cui si stringono violentemente alla madre, mentre il loro gioco esplorativo è inibito.
Insicuro-disorganizzato Essi mostrano una gamma diversificata di comportamenti confusi, che includono il restare “paralizzati”, o movimenti stereotipati quando vengono riuniti ai loro genitori. È correlato alla presenza di psicopatologia
L’idea che i pattern di attaccamento ansioso rappresentino un adattamento o un compromesso ad un ambiente non ottimale è nata da studi di follow-up su bambini classificati ad un anno di età e successivamente esaminati in età prescolare, al momento dell’entrata a scuola, e poi ancora a dieci anni.
A due anni i bambini con un attaccamento sicuro hanno un periodo d’attenzione più lungo, mostrano più affetti positivi nel gioco libero, mostrano più fiducia nell’usare utensili ed hanno più probabilità di suscitare nella madre il desiderio di aiutarli in compiti difficili rispetto ai bambini con un’attaccamento ansioso. Le maestre dei bambini con attaccamento sicuro (totalmente inconsapevoli dello stato di attaccamento) li classificano come più empatici e compiacenti e con un livello più alto di affetti positivi.
Nell’interazione con i coetanei gli “evitanti” sono ostili o distanti, mentre gli “ambivalenti” tendono ad essere “inetti” ed a mostrare una dipendenza cronica e di basso livello dall’insegnante ed anche ad essere meno capaci di impegnarsi liberamente nel gioco da soli o con i loro coetanei.
Le prove che i pattern di comportamento definiti nel comportamento della Strange Situation si protraggono nello sviluppo successivo, vengono dai Grossmann (1991) che hanno mostrato come i pattern di comportamento al momento della riunione erano predicibili all’ 87 per cento tra uno e sei anni. Hanno anche mostrato che i bambini di sei anni che erano stati classificati ad un anno come “sicuri” giocavano in modo concentrato per un tempo più lungo. erano più abili socialmente nell’affrontare i conflitti con i loro coetanei, avevano più percezioni sociali positive in confronto con i bambini che ad un anno erano stati classificati come “insicuri”.
La Adult Attachment Interview (AAI) È stata messa a punto dalla Main e collaboratori (1985) per valutare i modelli operativi del mondo interno del genitore in relazione all’attaccamento. Al soggetto si chiede di scegliere cinque aggettivi che descrivano nel modo migliore la sua relazione con ognuno dei genitori durante l’infanzia, e di illustrarli con ricordi specifici; viene chiesto inoltre al soggetto di dire quello che faceva durante l’infanzia quando era turbato;
La Adult Attachment Interview (AAI) È stata messa a punto dalla Main e collaboratori (1985) per valutare i modelli operativi del mondo interno del genitore in relazione all’attaccamento. Al soggetto si chiede di scegliere cinque aggettivi che descrivano nel modo migliore la sua relazione con ognuno dei genitori durante l’infanzia, e di illustrarli con ricordi specifici; viene chiesto inoltre al soggetto di dire quello che faceva durante l’infanzia quando era turbato;
a quale genitore si sentisse più vicino e perché; se il soggetto si sentisse rifiutato o minacciato dai propri genitori; perché pensa che i suoi genitori si siano comportati proprio così; come è cambiata, con il passare del tempo, la relazione con i propri genitori; e quanto le sue esperienze primitive possano aver influenzato il suo modo di funzionare attuale.
Le interviste vengono registrate e classificate secondo otto parametri: relazione d’amore con la madre; relazione d’amore con il padre; inversione di ruolo con il genitore; qualità del ricordare; rabbia verso i genitori; idealizzazione delle relazioni; svalutazione delle relazioni; e coerenza della narrazione.
• • Lo “stato della mente nei riguardi dell’attaccamento” degli intervistati a questo punto può essere assegnato, in maniera affidabile, ad una di queste quattro categorie: Autonomo-sicuro, Abbandonante-distaccato, Preoccupato-intrappolato Irrisolto-disorganizzato.
Parecchi studi indipendenti tra di loro hanno mostrato correlazioni notevolmente costanti tra lo stato di attaccamento di bambini nella Strange Situation e quello delle loro madri nella AAI. Un certo numero di studi retrospettivi hanno mostrato una corrispondenza del 70 -80 per cento.
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