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ISTRUTTORIA PEF (Pratica Elettronica di Fido) Valutazione del merito creditizio VALUTAZIONE DEL MERITO CREDITIZIO:

ISTRUTTORIA PEF (Pratica Elettronica di Fido) Valutazione del merito creditizio VALUTAZIONE DEL MERITO CREDITIZIO: ASPETTI QUALITATIVI E QUANTINTATIVI

ISTRUTTORIA PEF (Pratica Elettronica di Fido) Valutazione del merito creditizio Che cos’è il merito

ISTRUTTORIA PEF (Pratica Elettronica di Fido) Valutazione del merito creditizio Che cos’è il merito creditizio? Definizione Il merito creditizio rappresenta, per definizione, l’affidabilità economico-finanziaria di un soggetto tale da influire sul rischio finanziario connesso all’erogazione di credito a suo favore. Il merito creditizio di una persona che necessita di accedere alla richiesta di un prestito o di un finanziamento si pone in rapporto inverso al costo del finanziamento stesso che deve richiedere: cioè minore è il livello di merito creditizio e maggiore sarà il costo del finanziamento/prestito e viceversa. Significato A un minor merito creditizio corrisponde infatti generalmente un maggior costo del prestito/finanziamento di cui si ha bisogno, posto che il rendimento preteso dal finanziatore, rispetto a quello richiesto ad un cliente dotato di normale merito creditizio, verrà incrementato di un premio al rischio che compensi l’alea, cioè l’incertezza di rimborso nel caso di un soggetto con merito inferiore alla media, oppure verrà decrementato in ragione della maggiore affidabilità del soggetto che goda di un merito creditizio superiore. Ne consegue che un cliente che vanta un merito creditizio inferiore o superiore alla media avrà influenza diversa sulla probabilità che il finanziatore richieda garanzie per poter avere accesso al credito/finanziamento/prestito. Esempio pratico Un soggetto che dimostra di possedere un reddito costante abbastanza elevato otterrà dalla Banca o dal Finanziatore un maggior merito creditizio rispetto ad un disoccupato o a un lavoratore a tempo determinato o occasionale o precario; allo stesso modo chi possiede un reddito alternativo perché dispone di un discreto patrimonio acquisirà maggior merito creditizio rispetto a chi non possiede neppure l’abitazione.

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ISTRUTTORIA PEF (Pratica Elettronica di Fido) Valutazione del merito creditizio Come si valuta il merito creditizio di privati e aziende Per stimare e valutare il merito creditizio di un cliente che si rivolge a una banca per richiedere un finanziamento, non esistono regole univoche, ma in linea generale esistono delle linee e dei criteri di base che vengono comunemente usate e che si fondano sui seguenti parametri qui elencati: • sul livello di indebitamento del soggetto • sul rapporto tra i flussi reddituali e il livello di debito • sulla certezza o sulla probabilità di conservazione dei flussi di reddito • sull’inesistenza o sull’entità della frequenza di precedenti insoluti • sulla disponibilità di risorse finanziarie o patrimoniali alternative • sulla probabilità che la disponibilità di risorse finanziarie o patrimoniali alternative permanga per tutta la durata del finanziamento o prestito.

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ISTRUTTORIA PEF (Pratica Elettronica di Fido) Valutazione del merito creditizio Come si arriva al processo decisionale di affidamento? La valutazione del merito creditizio di un cliente verrà quindi fatta seguendo delle fasi specifiche, fondate sulle stime comunemente adottate dagli istituti di credito e finalizzate a concretizzare il merito creditizio analizzando severamente i seguenti dati inerenti al cliente in esame e che valutano la capacità di rimborso del/dei soggetto/i richiedente/i credito. Le compatibilità esistenti tra le singole richieste e le scelte riguardanti la dimensione e la composizione del portafoglio prestiti. L’affidamento di una unità economica comporta l’attuazione di un processo volto a: – conoscere il cliente (capacità morali e manageriali); – valutarne la situazione reddituale in funzione della validità attuale e prospettica; – definirne il fabbisogno finanziario; – conferire un pacchetto di opzioni creditizie adeguate al suo fabbisogno finanziario e determinarne i riskcost; – monitorare l’evoluzione economica del cliente e l’utilizzo della linea di affidamento.

ISTRUTTORIA PEF (Pratica Elettronica di Fido) Valutazione del merito creditizio Dalla valutazione alla concretizzazione

ISTRUTTORIA PEF (Pratica Elettronica di Fido) Valutazione del merito creditizio Dalla valutazione alla concretizzazione del merito creditizio attraverso l’attribuzione di una classe di rating Classificazione Rating Classificazione di rating per valutare il merito creditizio di un cliente da parte di una banca (da merito creditizio alto a scadente, rischioso). Classificazione di rating Sicurezza elevata AAA Sicurezza AA Ampia solvibilità A Solvibilità BBB Vulnerabilità elevata B Rischio CCC Rischio elevato CC Rischio molto elevato C Di norma gli Istituti di Credito erogano il finanziamento fino ad una classe di rating corrispondente a CCC , ovviamente aumentando sempre più (man mano che si passa dalla classe AAA alla classe CCC) il premio al rischio, ossia il costo del credito. Dalla classe corrispondente a CC di norma l’Istituto di credito non eroga e respinge la richiesta di affidamento avanzata dal soggetto.

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ISTRUTTORIA PEF (Pratica Elettronica di Fido) Valutazione del merito creditizio Le fasi del processo valutativo IL processo valutativo si compone delle seguenti fasi: • Riscontro informazioni interne/esterne; • Analisi qualitative: o Settore e Azienda; • Analisi quantative; o Analisi Bilancio; o Analisi Scoring Andamentale o Analisi Centrale Rischi Banca d’Italia (al quale dedicheremo apposito approfondimento)

Le fasi del processo valutativo 1/8 Riscontro informazioni interne/esterne La fase è diretta ad

Le fasi del processo valutativo 1/8 Riscontro informazioni interne/esterne La fase è diretta ad accertare la validità e l’esattezza dei dati rappresentati e delle dichiarazioni rilasciate dal cliente all’atto della presentazione della richiesta di fido nonché delle informazioni rivenienti da fonti esterne alla Banca riferite alle singole controparti (visure ipocatastali, protesti cambiari, posizione globale di rischio come da segnalazioni alla Centrale dei rischi, banche dati esterne, informazioni presso terzi, visite aziendali e sopralluoghi diretti) o all’andamento settoriale. Analisi qualitative Analisi prevalentemente qualitative che per le imprese riguardano la struttura e l’andamento del settore economico in cui operano nonché la fondatezza dei futuri programmi aziendali, avuto riguardo in particolare alle funzioni di sviluppo reddituale e finanziario; per le persone fisiche, invece, concernono la correttezza, la moralità e la capacità manageriale.

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ISTRUTTORIA PEF (Pratica Elettronica di Fido) Valutazione del merito creditizio Le fasi del processo valutativo 2/8 Settore e Azienda Il rischio creditizio che la Banca assume non può pertanto prescindere dall’andamento del particolare settore merceologico in cui opera il cliente e in questa logica occorre effettuare una analisi mirata volta a evidenziare i punti di forza e di debolezza dell’impresa tanto più approfondita quanto più intenso è il rischio. Le analisi riguardano in particolare: - la struttura organizzativa e la capacità dei componenti del Management; le politiche di approvvigionamento e le politiche di vendita; la posizione dell’impresa nel settore e nei confronti della concorrenza; la valutazione della fondatezza dei futuri programmi aziendali anche in funzione delle previsioni sull’andamento del settore; La capacità di una impresa di migliorare la posizione sul mercato è un fattore prioritario che deve esser adeguatamente valutato sia dall’imprenditore che dal finanziatore. A tale riguardo, è necessario evidenziare i punti di forza e di debolezza interni all’azienda come le opportunità e le minacce che provengono dal settore specifico. Gli elementi di forza e di debolezza sono interni all’impresa e si riferiscono all’organizzazione interna, alla adeguatezza del processo produttivo; le opportunità e minacce provengono dal mercato in cui già si opera e dallo sbocco in nuovi mercati. I punti di forza di una impresa si individuano in: - la sua competitività nel mercato di riferimento; le risorse finanziarie disponibili sia interne che esterne; competenza e capacità del personale; conoscenza del mercato e dei una struttura commerciale in grado di ampliare l’attività dell’impresa; il riconoscimento positivo della clientela e dei fornitori; redditività superiore o comunque allineata alla media di mercato; adeguato controllo interno di tutte le funzioni aziendali (produttiva – commerciale – finanziaria);

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ISTRUTTORIA PEF (Pratica Elettronica di Fido) Valutazione del merito creditizio Le fasi del processo valutativo 3/8 I punti di debolezza - stabilimento e impianti obsoleti; alti costi di produzione rispetto alla concorrenza; incapacità di innovare il prodotto; scarsa redditività in rapporto alla concorrenza, quando ascrivibile a costi troppo elevati o a qualità modesta del prodotto; mezzi finanziari interni ed esterni insufficienti per l’adeguamento tecnologico degli impianti; personale non sufficientemente formato e scarsamente motivato; carenza nei controlli; fornitori di materia prima non adeguati per la qualità della materia prima; alto tasso di morosità della clientela; struttura commerciale inadeguata. Le opportunità domanda in crescita; possibilità di espansione in nuovi mercati barriera di entrata nel settore molto alta che rende difficile l’entrata di nuovi competitors; possibilità di sviluppo di nuovi prodotti richiesti dal mercato; debole competitività. Minacce - concorrenza di prodotti a più basso costo; domanda in diminuzione; prezzi non remunerativi instabilità dei mercati di sbocco; cambio nella tecnologia.

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ISTRUTTORIA PEF (Pratica Elettronica di Fido) Valutazione del merito creditizio Le fasi del processo valutativo 4/8 Analisi quantitative: Bilancio, Scoring Andamentale e Centrale Rischi Analisi Bilancio Analisi che prevedono l’utilizzo dei dati di bilancio a seguito della relativa riclassificazione a sistema. Tali analisi forniscono indicazioni sintetiche e segnaletiche sulle condizioni economiche, finanziarie e patrimoniali dell’impresa e informazioni sulla gestione finanziaria con riferimento ai fabbisogni dei fondi (incremento di attività, decremento di passività, riduzione del patrimonio netto) ed alle fonti utilizzate per la copertura dei fabbisogni stessi (incremento di passività, decremento di attività, aumento del patrimonio netto). Particolare importanza è dedicata a questa analisi una volta verificato che non sussistono evidenti discordanze sulla veridicità delle poste di bilancio più significative. Lo stato patrimoniale ed il conto economico sono la base di partenza per una analisi mirata a fornire, attraverso la determinazione di una serie di indici, dei validi indicatori sull’andamento della gestione aziendale; l’analisi per indici consente di avere una visione immediata dell’andamento degli affari e comparare le performance delle imprese con quelle similari che operano nello stesso settore. Altrettanto significativa è la comparazione dell’andamento degli indici negli anni successivi nell’ambito della stessa impresa che consente di cogliere, sia al finanziatore che all’imprenditore, quei segnali negativi che possono indurre a opportune correzioni nella gestione del business. Si ritiene utile pertanto richiamare gli indici più comunemente adottati nella pratica il cui andamento costituisce un importante indicatore per poter esprime un parere sul merito creditizio del richiedente il fido.

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ISTRUTTORIA PEF (Pratica Elettronica di Fido) Valutazione del merito creditizio Le fasi del processo valutativo 5/8 L’Analisi del bilancio attraverso gli indici La diversa strutturazione degli indici consente di misurare una serie di variabili dell’andamento dell’azienda. In particolare: Indici di liquidità misurano la liquidità e la capacità dell’azienda di far fronte ai propri impegni secondo le attese programmate nonché il “leverage” ossia il grado di dipendenza dell’attività dai finanziamenti esterni. Questi indici, che indicano la capacità degli asset a trasformarsi in cash, comprendono l’indice di liquidità corrente, l’indice di liquidità assoluto e il capitale circolante (quest’ultimo non può definirsi propriamente indice essendo il risultato di una differenza di asset) Current Ratios (indice di liquidità corrente) L’indice di liquidità corrente consente di misurare la forza finanziaria dell’azienda: Indice di liquidità corrente (Current Ratio) = Totale Attività Correnti / Totale Passività Correnti Questo indice esprime la capacità dell’impresa di far fronte alle scadenze dei pagamenti a breve con la trasformazione in cash delle attività correnti (magazzino + attività a breve quali crediti commerciali etc). Va da se che più questo rapporto tende a 1 minore risulta la capacità dell’impresa di far fronte ai propri impegni. Indice di liquidità immediato (Quick Ratios) L’indice di liquidità immediate (acid-test ratio) è maggiormente significativo in quanto esclude fra le attività correnti il magazzino : Acid test = (Liquidità + Titoli + Crediti) / Totale Passività Correnti Un acid-test di 1/1 è considerato soddisfacente sempre che i crediti non abbiano scadenze più lunghe rispetto ai debiti correnti.

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ISTRUTTORIA PEF (Pratica Elettronica di Fido) Valutazione del merito creditizio Le fasi del processo valutativo 6/8 Capitale Circolante (Working Capital) Il capitale circolante è più una misura del cash flow che un indice. Il risultato di questo calcolo se positivo esprime la capacità dell’azienda di far fronte ai propri impegni a breve. Naturalmente il risultato numerico deve essere confortato dalla qualità dell’attivo circolante, in particolar modo dei crediti, e della liquidabilità del magazzino. Capitale circolante Netto = Totale Attività Correnti – Totale Passività Correnti L’andamento nel tempo di questa differenza misura la capacità dell’azienda di far fronte a crisi di liquidità. Va da sè in linea generale che quanto più alti sono questi indici finanziari migliore è lo stato di salute finanziario dell’azienda. Indice di indebitamento (Leverage Ratio) E’ il rapporto fra capitale di terzi e mezzi propri; più alto è il rapporto maggiore è il ricorso al credito di terzi (leva finanziaria) e più rischiosa è l’impresa: Indice di indebitamento = Debiti Totali / patrimonio Netto

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ISTRUTTORIA PEF (Pratica Elettronica di Fido) Valutazione del merito creditizio Le fasi del processo valutativo 7/8 Analisi della redditività (Income Statement Ratio Analysis) I seguenti indici forniscono un’indicazione circa il livello di redditività: Indice di redditività lordo (Gross Margin Ratio) E’ dato dal rapporto fra il margine lordo e fatturato netto. Rappresenta in sostanza la disponibilità in euro che può far fronte ai costi non riconducibili al costo del venduto. Si calcola come segue: Indice di redditività lordo (Gross Margin Ratio) = Margine Lordo/ Fatturato netto Dove il Margine Lordo = Vendite nette – Costo del venduto Indice di redditività netto (Net Profit Margin Ratio) E’ il rapporto fra il margine netto e il fatturato netto. Il margine netto è al lordo delle tasse ove si intenda comparare il dato quello l’analogo della concorrenza. Turnover del magazzino (Inventory Turnover Ratio) Questo rapporto rappresenta quante volte il magazzino ruota in un anno espresso in termini di giorni. E’ un indice importante in quanto più volte gira il magazzino maggiori sono i profitti: Turnover del magazzino = Fatturato netto / Giacenza media del magazzino (al costo) Velocità di rotazione dei crediti (Accounts Receivable Turnover Ratio) Indica in quanto tempo I crediti sono incassati. Una lenta rotazione dei crediti significa lunghi tempi di incasso che possano pregiudicare la salute finanziaria dell’impresa. Ritorno dell’investimento (Return on Investment (ROI) Ratio) Ritorno dell’investimento=Utile netto prima delle imposte/Netto patrimoniale Il ROI può considerarsi uno dei più importanti indici dal momento che fornisce l’indicazione in termini percentuali del rendimento del capitale investito dall’imprenditore. In altre parole dice se l’investimento effettuato possa ritenersi soddisfacente in funzione del rischio imprenditoriale e se ripaga adeguatamente i costi dell’indebitamento a breve. Si ribadisce il concetto che questi indici non hanno una validità in valore assoluto ma vanno comparati nel tempo con il loro andamento nell’ambito della stessa impresa e con gli andamenti medi di settore ottenibili da varie fonti (centrale dei bilanci, studi di settore etc).

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ISTRUTTORIA PEF (Pratica Elettronica di Fido) Valutazione del merito creditizio Le fasi del processo valutativo 8/8 Analisi Scoring Andamentale La procedura di scoring andamentale della clientela già affidata ha come obiettivo la valutazione della rischiosità dei rapporti intrattenuti dalla banca con i clienti, attraverso un insieme di indici e causali la cui analisi produce un duplice risultato: • evidenzia gli elementi anomali nei singoli rapporti in essere; • s assegna al singolo cliente dei giudizi sintetici di rischio, di immediata ed intuitiva interpretazione. Il primo risultato è raggiunto attraverso la comparazione dei dettagli del rapporto con indici di riferimento, per ciascuno dei quali è fissata una soglia di alert ex ante e personalizzata per tipologia di linea di credito/categoria, al cui superamento scatta la segnalazione dell’elemento anomalo. A seguito di questa elaborazione vengono prodotti tre indicatori: 1. RISCHIO ANOMALIE; 2. IMMOBILIZZO; 3. SCORING DI RISCHIO TOTALE (calcolato incrociando i precedenti due) I tre indicatori raccolgono e ponderano le anomalie risultanti dalla precedente analisi ed assegnano un giudizio sintetico di rischio al singolo cliente.