ISTITUTO COMPRENSIVO STATALE S Giovanni 1 di ROCCARAINOLA

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ISTITUTO COMPRENSIVO STATALE “S. Giovanni 1” di ROCCARAINOLA - TUFINO Scuola dell’Infanzia, Primaria e

ISTITUTO COMPRENSIVO STATALE “S. Giovanni 1” di ROCCARAINOLA - TUFINO Scuola dell’Infanzia, Primaria e Secondaria di I grado Distretto 30 - Cod. mecc. NAIC 8 FX 00 B - C. F. : 92044680632 Via S. Nicola-80030 - Roccarainola (Na) Tel/ Fax 081/5118585 -0818294108 e-mail naic 8 fx 00 b@istruzione. it p. e. c. naic 8 fx 00 b@pec. istruzione. it sito web : www. istitutocomprensivoroccarainola. gov. it PROGETTO “SCUOLE A RISCHIO” GRUPPO DI LAVORO: CLASSE 2^ A REFERENTE: PROF. ANIELLO S. ERCOLINO a. s. 2016/2017

RESOCONTO MODULO STORICO AMBIENTALISTA (ANALISI SPERIMENTALE SU TERRITORIO E AMBIENTE) ROCCARAINOLA: TERRITORIO, TRADIZIONI, SAPORI.

RESOCONTO MODULO STORICO AMBIENTALISTA (ANALISI SPERIMENTALE SU TERRITORIO E AMBIENTE) ROCCARAINOLA: TERRITORIO, TRADIZIONI, SAPORI. .

ROCCARAINOLA: IL TERRITORIO LEZIONE N° 1 Nel nostro primo incontro del 24/10/2016, abbiamo scoperto

ROCCARAINOLA: IL TERRITORIO LEZIONE N° 1 Nel nostro primo incontro del 24/10/2016, abbiamo scoperto nuove ed interessanti cose, riguardanti il nostro territorio. Prima di tutto, abbiamo detto che Roccarainola ha un'estensione di 28 kmq ed è il quarto nella provincia, dopo Napoli, Acerra e Nola. Ci siamo poi diretti verso la località Boscariello, da dove abbiamo notato in lontananza la catena dei monti Avella che arrivano fino a Montevergine, con terminale il monte Partenio. Oggi queste montagne vengono meglio identificate come GRUPPO DEL PARTENIO e gran parte di esse fanno parte del parco omonimo. Ci siamo poi accorti che tra queste montagne c'è una grande conca: l'altopiano di Summonte. Qui, ci sono sorgenti d'acqua che alimentano l'acquedotto di Avella. Tali sorgenti, sono anche quelle che davano luogo al fiume Clanio, oggi, poco più di un torrente. Procedendo siamo arrivati nel confine interprovinciale tra Napoli e Avellino cioè tra Rocca e Avella segnalato da un terminale in pietra lavica. Ci siamo poi imbattuti in un podere con al centro una masseria che apparteneva ai conti Piscicelli, in località Seminario. I conti Piscicelli, proprietari del castello di Schiava di Tufino, erano una nobile famiglia molto vicino a quella Reale dei Borbone. Benefattori della chiesa (come tutti i nobili di un tempo), per le loro opere di beneficenza, ebbero come riconoscimento la seconda cappella, entrando a sinistra nella chiesa di Santa Chiara a Napoli. Ci siamo soffermati sulla masseria , che era abitata un tempo dalla famiglia fiduciaria dei Piscicelli, notando, i servizi aperti a tutti i coloni come il pozzo, la vasca e l'aia. L'aia serviva praticamente per la battitura dei legumi, del grano e l’essiccazione della frutta. La masseria per cinque generazioni è stata utilizzata dalla famiglia del prof Ercolino che ancora oggi detiene un oliveto di proprietà. Approfittando del periodo della raccolta delle olive, il professore ha provato simbolicamente a farci partecipare alla battitura.

Abbiamo messo le reti (con l'aiuto del professore, naturalmente) e con lo scuotino alcuni

Abbiamo messo le reti (con l'aiuto del professore, naturalmente) e con lo scuotino alcuni di noi hanno provato questa entusiasmante esperienza. Le piante d'ulivo che si trovano sul nostro territorio sono del tipo "olivastro incentilito". L’olivastro, è una pianta selvatica, o meglio, lo era perchè nel corso del tempo ha avuto un miglioramento genetico naturale. La pianta di ulivo ha le radici a pochi centimetri dal suolo (25 cm) e siccome il nostro territorio è molto ventoso, si presume che i nostri antenati abbiano scelto l'olivastro perchè ha un apparato radicale molto sviluppato e quindi resistente al vento. Abbiamo notato inoltre la differenza nell'aspetto tra la nostra oliva e alcune importate come la corradina pugliese, la pendolina e la corona che si lasciano sicuramente preferire nell'aspetto. Queste di importazione però si presume fossero la causa di malattie particolari a cui il nostro olivastro è poco resistente. Sulla via del ritorno sempre nel podere Piscicelli, ci siamo imbattuti in un traliccio che il professore ha chiamato "la strada della corrente" in quanto attraverso i conduttori che sostiene la corrente che vi circola serve gran parte dell'Italia Meridionale. Alzando gli occhi abbiamo notato che tutti i conduttori erano di colore chiaro, quindi di alluminio, a conferma di quanto abbiamo studiato in classe a proposito dei metalli. Strada facendo (nel confine sud-est tra Rocca e Tufino) abbiamo notato un tratto di strada sollevata, conseguenza di un’ alluvione recente, dimostrazione pratica della natura sabbiosa del nostro terreno, pronto a farsi attraversare dall'acqua.

IL CLANIO LEZIONE N° 2 L’acqua è un bene di prima necessità e il

IL CLANIO LEZIONE N° 2 L’acqua è un bene di prima necessità e il luogo dove si trova ha visto l’uomo fermarsi e formare le società. Oggi 7 -11 -2016 attraverso la visione di un filmato che mostrava l’alto corso del Clanio abbiamo potuto constatare quali fossero le acque che attraversando il nostro territorio hanno contribuito alla sua fertilità e gli insediamenti umani. Il Clanio , dai nostri concittadini nel secolo scorso chiamato “il fiume di Avella” per la provenienza, nasce attraverso circa 20 sorgenti intorno all’altopiano di Summonte. Poco o per niente considerato più come fiume , nel passato ha avuto citazioni nelle GEORGICHE dal poeta latino Virgilio che lo definisce per i suoi straripamenti “SOVRUMANO”. Non avendo uno sbocco sul mare si “appantanava” nella pianura di Acerra facendo disastri. Carlo e Ferdinando II di Borbone nel 1700 nell’opera di Bonifica della piana Campana , costruendo un grande Canale portarono il corso del Clanio a sfociare nel Mar tirreno nei pressi di Castelvolturno. Il Caporale , storico di Acerra, nelle sue opere ricorda che 20 famiglie vivevano col fiume di pesca. Una parte delle acque del Clanio alimentano l’acquedotto di Avella da cui fino al secolo scorso Roccarainola ha attinto l’acqua di bisogno. Oggi il corso del fiume si è ridotto ad un modesto torrente a causa di terremoti che hanno deviato gran parte delle sorgenti. Ciò non toglie però che le acque possano ritornare rigogliose come in questi giorni è avvenuto col terremoto in Umbria dove a Norcia dopo 40 anni si è ripristinato il fiume Torbidone.

L’ACQUEDOTTO STORICO DI ROCCARAINOLA: LE FONTANELLE LEZIONE N° 3 Il 16 -11 -2016 siamo

L’ACQUEDOTTO STORICO DI ROCCARAINOLA: LE FONTANELLE LEZIONE N° 3 Il 16 -11 -2016 siamo stati in visita guidata all’acquedotto delle fontanelle oltre la collina di S. Lucia, località Cannella. Qui, abbiamo visto, l’unico ingresso che dopo alcuni metri, si biforca in due gallerie raggiungendo i Valloni del Monte Maio e delle Costarelle. L’acquedotto, dall’ingresso alla fine dei due cunicoli, presenta pozzi verticali che permettono l’entrata dell’aria e della luce per l’eventuale pulizia che non avviene da anni. La sua struttura del tipo “Qanat”, si diceva d’epoca medioevale, oggi però, si è più propensi ad avvicinarla a quella romana. L’acquedotto delle fontanelle, aveva collegamenti con il castello prima e con il Palazzo Baronale poi. Tra le due case feudali, fu costruito un grande serbatoio per avere una riserva d’acqua in caso di secca. In seguito, l’acqua delle fontanelle fu portata anche in paese attraverso la bocca di due fontane, di cui una in piazza. L’acquedotto delle fontanelle aveva una piccola portata d’acqua e non riusciva a coprire il bisogno del paese che nel XVIII e l XIX secolo, fu in gran parte soddisfatto dall’acquedotto di Avella. Secondo testimonianze raccolte dal prof Ercolino, i Rocchesi, tra le due acque, preferivano quella delle fontanelle, in quanto attraverso le risposte dell’apparato digerente, la consideravano “lggier” (leggera). Con questo termine si voleva intendere che aveva una presenza di sali di calcio e di magnesio ridotta e quindi con caratteristiche terapeutiche. Un po’ come si fa oggi quando si comprano acque come “Sangemini, Fiuggi, Telese ecc. ”

LA COSTRUZIONE A CORTE LEZIONE N° 4 Il giorno 23 -11 -2016 abbiamo visitato

LA COSTRUZIONE A CORTE LEZIONE N° 4 Il giorno 23 -11 -2016 abbiamo visitato il Palazzo Baronale, già un tempo sede della amministrazione feudale. In parte restaurato, oggi accoglie la biblioteca comunale. Siamo andati poi a visitare uno dei due rioni storici di Rocca: IL TRIVIO. Abbiamo scoperto la costruzione a corte cioè i portoni, “E CURTIN”. Il riferimento “CORTE” deriva dal fatto che ogni portone come struttura ricalcava un po' quella del castello. La grandezza del giardino retrostante, i materiali utilizzati, la bellezza degli affreschi, erano un riferimento all'importanza della famiglia che lo aveva abitato. Sì, perché tanti anni fa, in ogni portone abitava una famiglia ricca, signorile, un vassallo del feudatario. Infatti, nei bassi abitava la servitù; c'era la stalla, gli attrezzi per il lavoro dei campi, il magazzino per il raccolto, il forno e la cisterna. C'era poi la scala, a volte due, per accedere alle camere dove alloggiava il Signore con la famiglia. Il palazzo DE RINALDI rappresenta a Rocca la costruzione a corte meglio conservata. Siamo rimasti stupefatti nel vedere una scala del 1700, i ricami delle finestre, il pozzo, la cantina, il gancio per legare gli animali, i due piloni di pietra e lo stemma della famiglia all'ingresso del portone. In contrasto con tutto ciò, su un lato abbiamo notato due ringhiere di acciaio, la plastica, l'intonaco di due-tre colori: UNO SCEMPIO. La politica nel nostro paese da anni non ha salvaguardato le tracce del passato, dei nostri antenati, della storia. Soprattutto dopo il terremoto del 1980 gran parte di questa ricchezza è andata perduta. Anche quelli che pensano di rappresentare “la cultura” a Rocca, sono stati ciechi, sordi e poco o nulla hanno fatto. Se pensiamo come un paese vicino, S. Agata dei Goti, ha salvaguardato il suo patrimonio, possiamo ben immaginare come oggi Roccarainola poteva essere inserita in un circuito turistico di una certa importanza.

LE CISTERNE - LA GROTTA DI ROCCARAINOLA LEZIONE N° 5 Il 28/11/2016 abbiamo visitato

LE CISTERNE - LA GROTTA DI ROCCARAINOLA LEZIONE N° 5 Il 28/11/2016 abbiamo visitato il luogo dove venivano conservate le principali riserve d'acqua a Roccarainola: le cisterne. Le principali cisterne pubbliche, si trovavano a Corso Vittorio Emanuele 2°. Tutte le quattro cisterne erano comunicanti tra loro attraverso un cunicolo in profondità e si riempivano per il principio dei vasi comunicanti. Esse, avevano un bordo di pietra calcarea, chiuse in acciaio, una carrucola, una catena. Di tutto questo a Rocca non si nota più niente. Le cisterne, venivano riempite per scorrimento, con acqua proveniente dall'acquedotto di Avella che, attraversava la collina di Santa Lucia passando davanti all'attuale casa comunale. L'acqua, anticamente era potabile fino ad un certo punto, perchè si interveniva solo batteriologicamente con l’ossido di calcio senza curare la durezza. L'ignoranza dell'uomo, ha portato alla distruzione di questi veri e propri monumenti, unitamente a quello delle fontanelle che si trovava di fronte ad esse, di fianco alla chiesa parrocchiale. Di questo non è rimasto che qualche tombino in pietra lavica o acciaio. Siamo andati poi a visitare la grotta paleolitica che è stata utilizzata dall'uomo già 20. 000 anni fa. Come in altri ripari che si trovano a Rocca l'uomo vi ha abitato fino al neolitico (8000 anni fa) perchè come abbiamo già visto il territorio era ricco d’acqua, fertile e c’era di che nutrirsi. Davanti alla grotta abbiamo notato lo spettacolo di un piccolo boschetto di leccio: un altro patrimonio scomparso. Sulla strada del ritorno, sulla collina di Santa Lucia in contrasto col boschetto naturale, ne abbiamo notato un altro con piante che poco hanno a che fare col nostro ambiente: un altro scempio.

Abbiamo poi appreso che Il nostro professore Sirignano, esperto di ambiente e per noi

Abbiamo poi appreso che Il nostro professore Sirignano, esperto di ambiente e per noi un vero scienziato, nel passato si è opposto a tutto questo, ma la politica non lo ha ascoltato creando le premesse per il disastro che si sta consumando sulle colline con l’autodistruzione della pineta. Enorme sorpresa c’è stata poi quando abbiamo conosciuto la storia degli angeli della comunicazione. In tempi in cui non esisteva il televisore, il telefono e il cellulare, i contadini riuscivano comunque a trasmettere notizie da Rocca a Sasso e viceversa. Per esempio durante la raccolta delle olive a partire dalla collina di Santa Lucia si comunicava da valle sfruttando l'eco. Attraverso allegre canzonette si trasmettevano notizie delle più disparate, dal prezzo del grano, dell’olio, della mano d’opera, agli imminenti matrimoni. Gli autori, erano buontemponi con carattere schietto, talvolta presi in giro da quelli che pensavano d'essere acculturati. Noi questi simpaticoni ormai scomparsi li vogliamo ricordare così come venivano identificati con il soprannome e allora citiamo: "o onchecco"a Santa Lucia, "o paccione"a Scala Santa, "o scienziat"a San Martino, "o minctotr" a Matierno.

L' ORO GIALLO – VERDE DI ROCCARAINOLA LEZIONE N° 6 Oggi 05 -12 -2016,

L' ORO GIALLO – VERDE DI ROCCARAINOLA LEZIONE N° 6 Oggi 05 -12 -2016, dopo aver visitato il castello e accennato alla sua storia, abbiamo posto al centro della nostra attenzione un prodotto tipico di Roccarainola: L' OLIO. Il nostro paese ha un terreno che si sviluppa per buona parte in collina e quindi di natura calcarea che si presta bene alla coltivazione dell' ulivo. Del resto basta che l' occhio dell' osservatore si pone rispetto al territorio da Sud verso Nord per rimanere meravigliato del tappeto verde-olivo che prende tutto l' asse collinare da Rocca alla fazione di Sasso per arrivare fino a Polvica. Nel campo alimentare le più grandi frodi secondo dati della guardia di finanza avvengono nella vendita dell' olio, quello di oliva. In pratica ci vendono un olio per un altro e bisogna stare attenti. Il migliore é quello extravergine con un tasso di acidità inferiore all' 1%, seguono in ordine alla qualità vergine di oliva, di sansa e di oliva, rettificato. Poi, ci sono quelli di semi che presi singolarmente sono buoni. Ogni olio ha il suo prezzo e qui nasce tutto l' inghippo. Con il calore l' olio si altera e può diventare tossico, quello extravergine è più sicuro perchè si decompone a temperature altissime. A Roccarainola per la natura calcarea del suolo si può produrre benissimo l' olio extravergine basta tener conto di alcuni fattori: 1. Terreno alcalino; 2. Raccolta effettuata sulla pianta con olive per metà mature e metà verdi; 3. Lavorazione, in frantoio tradizionale a freddo, entro, 48 ore dalla raccolta. Il nostro gruppo di lavoro ha vissuto con entusiasmo uno di questi passaggi e ciò ha contribuito a farci apprezzare di più questo prodotto che alla nostra considerazione è diventato un bene prezioso.

UNA FIGURA DEL PASSATO: L'ACQUAIOLA LEZIONE N° 7 Nel settecento a Napoli, con la

UNA FIGURA DEL PASSATO: L'ACQUAIOLA LEZIONE N° 7 Nel settecento a Napoli, con la rivoluzione industriale si faceva largo la ricca borghesia e con essa anche una popolana figura femminile: L'ACQUAIOLA. In questo periodo molti palazzi della nobiltà a partire da quello reale erano idricamente soddisfatti dall' acquedotto del Serino, avevano cioè l'acqua in casa. Non accadeva la stessa cosa, però, nei palazzi dei borghesi che avevano bisogno dell' Acquaiola per portare loro l' acqua in casa. La donna in questione, in abiti un pò succinti, girava per i vicoletti di Napoli con il carretto, a gridare la sua presenza. Questo compito divenne un vero e proprio mestiere e col tempo fu assunto dall'uomo: L' ACQUAIUOLO. Il mestiere dell'Acquaiuolo, a Napoli, resiste ancora oggi ed è rappresentato dal gestore dei chioschetti situati negli angoli dei vicoletti dove si vendono limonate, aranciate e bibite di vario genere. Secondo il professore Ercolino, la figura dell' Acquaiola , a qualche secolo di distanza comparve anche a Roccarainola. Dai racconti fatti da persone anziane, vissute a cavallo del XVIII e del XIX secolo, c'erano a Rocca donne che andavano alle fontanelle a riempire anfore di acqua per portarle nei signorili portoni del centro storico. Ciò, è rafforzato dai versi di una canzonetta , che mezzo secolo fa donne di cultura contadina cantavano durante il raccolto, quasi sempre al calare della giornata e il professore adolescente ascoltava. A lontano ricordo la canzonetta più o meno recitava così:

Tutt e matin e llot nu bellu giuvinott s mett appriess a me s

Tutt e matin e llot nu bellu giuvinott s mett appriess a me s mmor e set. . . . ma nu ppe me vantà pe me qualificà ie o port l' acqua re funtanelle é etteng e centinaie e mummarelle apparteng all' ottcient e ie vac comme o vient RIT. Ué però. . . . Tutte e femmene e na' vot si putessn turnà! uocchi, cor è cor ie sto ienne a piglia' l'acqua. . . a piglia' l' acqua e funtanelle RIT. Ué però. . . Tutte e femmene e na' vot si putessn turnà! Vui sapit e cuncettin Tira o filo a Pellerin Addò s' va a' nzuccarà. . . e funtanelle! Cà l' acqua é fresca e l' aria é semp bell. . ! Apparten all' ottcient, chella va comm o vient. . . RIT. Ué però. . . Tutte e femmene e na' vot si putessn turnà! Comm o vas l' schiuccatt o curuogliel spustatt mummarell l' spaccatt é Cuncetta n ' zuccaratt RIT. Ué però. . . Tutte e femmene e na' vot si putessn turnà! uocchi, cor e cor ie sto ienne a piglia' l'acqua. . . a piglia' l' acqua e funtanelle RIT. Ué però. . . Tutte e femmene e na' vot si putessn turnà! Vui sapit e cuncettin Tira o filo a Pellerin Addò s' va a' nzuccarà. . . e funtanelle! Cà l' acqua é fresca e l' aria é semp bell. . ! Apparten all' ottcient, chella va comm o vient. . . RIT. Ué però. . . Tutte e femmene e na' vot si putessn turnà!