Istituto comprensivo G B Rubini Romano di Lombardia
Istituto comprensivo G. B. Rubini Romano di Lombardia Anno scolastico 2012/2013 classe 3^B Gentili Alice, Marcuzzi Simona, Noto Marika
1. Localizzazione dell’impianto 2. Anno di costruzione 3. Che cos’è un termovalorizzatore 4. Come funziona un termovalorizzatore 5. Vantaggi & Svantaggi 6. Problemi sull’ambiente e sulla salute dell’uomo 7. Articoli relativi al termovalorizzatore di Brescia 8. Immagini relative al termovalorizzatore 9. Numero di termovalorizzatori presenti in Europa e in Italia 1. Rapporto tra i termovalorizzatori presenti nel nord d’Italia, nel centro Italia e nel sud d’Italia e nelle varie regioni italiane 1. Riepilogo
Il termovalorizzatore di Brescia si trova nell’omonina città nella parte sud-est, in periferia.
Il termovalorizzatore di Brescia è entrato in funzione alla fine del XX sec. , ovvero nel 1998. Inoltre dal Gennaio 2005, è in atto un progetto sperimentale per l'ulteriore separazione dei metalli e recupero della parte restante per la produzione di cemento o di calcestruzzo. Infine, nell'ottobre 2006 al termovalorizzatore di Brescia è stato attribuito il prestigioso riconoscimento"Industry Awards" dall'University di New York, che lo ha classificato al primo posto nel mondo.
Il termovalorizzatore è un impianto utilizzato per lo smaltimento dei rifiuti attraverso un processo di combustione ad alta temperatura che da come risultato del gas, delle ceneri e delle polveri. Esso è composto da un forno all’interno del quale vengono bruciati i rifiuti, a volte anche con l’ausilio del gas metano per innalzare la temperatura di combustione fino a 1000°C; durante questo processo, viene recuperato e utilizzato il calore prodotto porta a vaporizzazione l’acqua in circolazione nella caldaia posta a valle e il vapore generato, aziona una turbina che trasforma l’energia termica in energia elettrica. Il termovalorizzatore è quindi un impianto che utilizza come combustibile i rifiuti, con due obiettivi: eliminarli e produrre energia con il calore prodotto dalla loro combustione. Secondo le moderne teorie sulla gestione dei rifiuti, i modi corretti per “valorizzare” un rifiuto sono, innanzitutto, il riciclo e il riuso; mentre l’incenerimento costituisce un semplice smaltimento, è dunque da preferirsi alla semplice discarica dei rifiuti indifferenziata.
Immagine Il funzionamento di questo impianto può essere diviso in 6 fasi: 1. Arrivo dei rifiuti: provenienti dagli impianti di selezione e dalle raccolte indifferenziate dirette, i rifiuti vengono lasciati in un’area dotata di sistemi di aspirazione; mediante una gru, i rifiuti vengono depositati nei forni. 2. Combustione: Il forno è solitamente dotato di una o più griglie mobili permettere il continuo movimento dei rifiuti durante la combustione. Una corrente d'aria forzata viene inserita nel forno per apportare la necessaria quantità di ossigeno che permetta la migliore combustione, mantenendo così molto alta la temperatura (fino a 1000° C e più). Per mantenere tali temperature, qualora il potere calorifico del combustibile sia troppo basso, talvolta viene immesso del gas metano. 3. Produzione del vapore: La forte emissione di calore prodotta dalla combustione di metano e rifiuti porta a far evaporare l'acqua in circolazione nella caldaia posta a valle, per la produzione di vapore. 4. Produzione di energia elettrica: Il vapore generato mette in movimento una turbina che trasforma l'energia termica in energia elettrica. 5. Estrazione delle ceneri: Le componenti dei rifiuti non combustibili vengono raccolte in una vasca piena d'acqua posta a valle dell'ultima griglia. Le scorie, raffreddate in questo modo, sono quindi estratte e smaltite in discariche speciali, mentre le polveri fini intercettate dai sistemi di filtrazione sono normalmente classificate come rifiuti speciali pericolosi. Entrambe vengono smaltite in discariche per rifiuti speciali; esistono esperienze di riuso delle ceneri pesanti. 6. Trattamento dei fumi: Dopo la combustione i fumi caldi passano in un sistema multistadio di filtraggio, per l'abbattimento del contenuto di agenti inquinanti sia chimici che solidi. Dopo il trattamento e il raffreddamento i fumi vengono rilasciati in atmosfera a circa 140° C.
Vantaggi: • Riduzione di peso e volume dei rifiuti; • Possibilità di recupero di calore. Svantaggi: • Inquinamento atmosferico e del suolo; • Possibili danni alla salute per gli operatori; • Distruzione di prodotti utili e recuperabili; • Produzione di rifiuti altrui (ceneri, polveri).
Problemi sull'ambiente. . . : • Inquinamento dell’ aria e del suolo; • Avvelenamento delle falde acquifere; • Emissione di diossine. . e sulla salute dell'uomo: • Malattie respiratorie e di altro genere.
Da "Il Fatto Quotidiano" Morire Di Nocività. A Brescia di Giulio Cavalli 1 Maggio 2012 -Brescia. Da giorni a Brescia semplici cittadini si sono organizzati in un comitato spontaneo per alzare la voce sulla città più inquinata di Lombardia. Dalle conclusioni del loro intervento in Commissione Ambiente durante la loro audizione in Regione Lombardia si apprende che nelle zone di San Polo, San Polino e Buffalora della città di Brescia è diffuso un intenso inquinamento di aria, acqua e suolo tanto che recenti dati dell’Asl bresciana dimostrano una grave diffusione di patologie respiratorie pi ù alte rispetto al resto d’Italia. Solo nel quartiere di San Polo, inoltre, i bambini dai 6 ai 14 anni soffrono di malattie respiratorie per il 30% in più rispetto ai residenti nelle altre circoscrizioni della citt à. Tutto ciò è provocato da varie fonti di inquinamento: il termovalorizzatore di A 2 A; l ’acciaieria Alfa Acciai, che ha provocato inquinamento per diossina, scorie e fumi radioattivi; la piattaforma di trattamento di rifiuti industriali speciali e pericolosi della societ à Systema Ambiente s. r. l. (ex Ecoservizi), che tratta circa 250. 000 tonnellate all’anno e che, inoltre, ha richiesto un ampliamento per cui è in corso la VIA di Regione Lombardia; l’AEB, azienda chimica, che produce detergenti industriali nel centro di San Polo; Bonomi Metalli, un deposito di materiali ferrosi che in diverse occasioni ha suscitato perplessit à sulla gestione del deposito rifiuti; l’ex cava Piccinelli, una discarica abusiva di materiali contaminati (Cesio 137) e altamente inquinanti, che ad oggi non è ancora stata sottoposta ad un progetto di bonifica e vi è il rischio che il materiale radioattivo contamini la falda; una discarica di rifiuti speciali tossici nocivi situata in via Buffalora, nella quale sono presenti fango galvanico, fango da acidi, morchia oleosa, morchia di verniciatura, fango di depurazione, acque di verniciatura, rifiuti provenienti dall ’abbattimento fumi, dalle tintorie, terre di fonderia e che presenta gravi problemi di percolato; numerose cave di ghiaia che si stanno trasformando in discariche di ogni genere poiché non sono state rinaturalizzate. Continua
In questo contesto drammatico si inseriscono nuovi progetti. Nella zona classificata area critica per la qualità dell’aria e, quindi, non idonea alla realizzazione di nuovi impianti di trattamenti rifiuti a circa 350 metri dell’abitato di Buffalora, è stato concesso il permesso di costruire un nuovo impianto di produzione di conglomerato bituminoso contestuale recupero di fresato, un impianto di lavorazione e selezione di inerti naturali ed uno di messa in riserva e recupero di rifiuti non pericolosi da costruzione e demolizione. Il predetto progetto prevede la distruzione di un bosco e il ritombamento con rifiuti inerti di un laghetto di falda affiorante. La Profacta del gruppo Faustini sta realizzando una discarica di amianto, mentre nel Comune di Rezzato (BS), Località Cascina Castella, la ditta Castella s. r. l. è in attesa della V. I. A. di Regione Lombardia per una discarica di rifiuti putrescibili con impianto a biomasse. Il comitato spontaneo contro le nocività e il Co. Di. S. A. sono intervenuti con proprie osservazioni nella procedura. Nella zona già destinata dal P. R. G. al Parco delle Cave, infine, l’attuale giunta di Brescia vorrebbe destinare 1. 500. 000 metri quadrati alla realizzazione dello stadio e della cittadella dello sport e le strutture dovrebbero essere ubicate in una zona non servita dalla metropolitana leggera in corso di realizzazione. Il nuovo PGT di Brescia prevede la realizzazione di nuovi insediamenti residenziali, commerciali e produttivi in questa zona che sarebbe opportuno venisse bonificata e destinata a parco naturalistico, ovvero il Parco delle Cave. Bisogna evidenziare che nella zona delle cave, nonostante le molteplici criticità ambientali, coesistono con le zone degradate numerose zone a grande valenza naturalistica e zone umide, ricche di fauna e di flora, preziose per la biodiversità. Appare, quindi, indispensabile tutelare tutte le aree già spontaneamente rinaturalizzate o in corso di rinaturalizzazione. Il comitato spontaneo contro le nocività a fronte di questa situazione chiede la sospensione di tutte le richieste in corso per nuove escavazioni e discariche; la sospensione dell’autorizzazione alla Profacta; il divieto ad intervenire in aumento dei volumi di escavazione previsti nei piani provinciali cave e la verifica dell’effettiva necessità dei quantitativi da scavare; il recupero ambientale delle cave e la fissazione di un termine per la fine dell’attività di escavazione; la tutela delle zone umide e a valenza naturalistica; il blocco del rilascio di qualsiasi autorizzazione a nuovi impianti inquinanti; il recepimento delle osservazioni Cerani/Ruzzenenti presentate all’ “Atto di indirizzi” per il Consiglio Regionale ai sensi del c. 3 art. 19 l. r. 26/2003 in materia di programmazione della gestione dei rifiuti Delibera Giunta della Regione Lombardia n. IX/2072 del 28 luglio 2011; lo stanziamento di fondi regionali per la bonifica delle discariche e dei siti inquinati per i quali si renda necessario l’intervento della pubblica amministrazione a tutela della salute pubblica, a fronte dell’accertata inadempienza dei responsabili o dell’impossibilità di individuare una precisa responsabilità; il riconoscimento dello stato di emergenza ambientale per il territorio di Brescia e dintorni. A causa della mancanza di risposte e dell’imminente inizio dei lavori della discarica, i membri del comitato spontaneo contro le nocività hanno deciso di organizzarsi in uno sciopero della fame a staffetta per ottenere una risposta. Dopo venti giorni il Comune di Brescia ha deciso di discutere nella prossima seduta di Consiglio Comunale una mozione in cui si chiede di sospendere i lavori della nuova discarica in attesa della sentenza del Consiglio di Stato. Il 2 maggio dalle 18 alle 20 in Piazza della Loggia una manifestazione cercherà di tenere alta l’attenzione. E forse sarebbe il caso di esserci. Perché di ‘Brescia’ ne abbiamo tante, in giro.
San Polo, le criticità approdano al Pirellone 24 Maggio 2012 -Brescia. Il “caso” San Polo di nuovo sui banchi del Pirellone. Mercoledì si è tenuta in Regione l’audizione del direttore dell’Arpa di Brescia, Giulio Sesana, intervenuto, dati alla mano, per rispondere alle sollecitazioni del Comitato spontaneo contro le nocività sulle criticità ambientali nel quartiere Est di Brescia. Il Comitato ha chiesto che, su un territorio già compromesso dal punto di vista ambientale, la Regione non autorizzi altri insediamenti industriali potenzialmente inquinanti, né altre discariche o simili. La stessa Arpa ha evidenziato, nella sua relazione, “una serie di eventi sentinella” che vanno nella direzione di un “probabile inquinamento” della zona Est della città per monitorare il quale sono stati predisposti controlli sugli insediamenti industriali presenti (Alfa Acciai e Inceneritore). Anche i dati dell’Asl sull’incidenza di patologie respiratorie nei residenti fanno parte del quadro di criticità che il Comitato ha chiesto di valutare e di cui L’Agenzia regionale per l’ambiente ha tenuto conto avviando una serie di rilevazioni con stazioni che monitorano idrocarburi policiclici aromatici, aldeidi, metalli, Pm 10 e Pm 2, 5. A breve l’Arpa renderà noti anche i risultati sulle indagini svolte sul terreno (Ipa, diossine e Pcb). Sul fronte radioattività L’Agenzia regionale ha rilevato 400 sorgenti radioattive orfane a Brescia, ma, secondo i campionamenti del comune nell’ex cava Piccinelli, al centro di polemiche dopo un report di Radio Popolare, non presenterebbe contaminazione da Cesio. La stessa Arpa ha però sollecitato l’amministrazione ad ulteriori controlli. Sul bitumificio Gaburri, Sesana ha spiegato che dovrà attenersi alle Bat, Best available technologies, senza quindi emissione di fumo né di odori. Il consigliere dell’Idv Francesco Patitucci ha richiamato il Consiglio alla responsabilità nell’impedire che nella zona Est di Brescia vengano realizzati nuovi impianti ed autorizzazioni, a partire dalla discarica di amianto. Il bresciano Giambattista Ferrari (Pd) ha proposto un sopralluogo della Commissione regionale sul sito, a cui faccia seguito una risoluzione della Commissione Ambiente da portare in Consiglio regionale. Immagine
Immagine relativa all’articolo di giornale precedente
Queste due immagini mostrano il termovalorizzatore di Brescia esternamente, con scatti fatti di fronte (sopra) e dall’alto (sotto).
In Europa sono attivi attualmente (al 2002) 354 impianti di termovalorizzazione/incenerimento, in 18 nazioni. In alcune situazioni, impianti di questo genere sono da tempo inseriti in contesti urbani, ad esempio a Vienna, Parigi, Londra, Copenaghen. Paesi quali Svezia (circa il 45% del rifiuto viene incenerito), Svizzera (~100%), Danimarca (~50%) e Germania (~35%) ne fanno largo uso; in Olanda (in particolare ad Avr e Amsterdam) sorgono alcuni fra i più grandi inceneritori d'Europa, che permettono di smaltire fino a un milione e mezzo di tonnellate di rifiuti all'anno (~33% del totale). In Olanda comunque la politica, oltre a porsi l'obiettivo di ridurre il conferimento in discarica di rifiuti recuperabili, è quella di bruciare sempre meno rifiuti a favore di prevenzione, riciclo e riuso (ad esempio mediante incentivi, come cauzioni e riconsegna presso i centri commerciali sul riutilizzo delle bottiglie di vetro e di plastica). Di contro altri paesi europei ne fanno un uso molto limitato o nullo: Austria (~10%), Spagna e Inghilterra (~4 -7%), Finlandia, Irlanda e Grecia (0%) sono esempi in tal senso.
Impianti in Europa (2002) Le nazioni che non hanno impianti sono state omesse. Nazione Numero impianti Quantitativi trattati (t/anno) Media quantitativi/ impianto Austria 2 406 700 203 350 Belgio 18 2 652 000 147 333 Danimarca 32 3 136 000 98 000 Francia 112 11 965 800 106 837 Germania 60 16 787 400 279 790 Inghilterra 3 1 071 000 357 000 Italia 51 3 488 776 68 407 Norvegia 4 273 000 68 250 Olanda 11 4 412 000 401 090 Portogallo 2 933 800 466 900 Spagna 8 1 070 300 133 787 Svezia 19 2 344 000 123 368 Svizzera 31 3 150 700 101 635 Ungheria 1 420 000 Totale 354 52 111 476 147 207
In Italia l'incenerimento dei rifiuti è una modalità di smaltimento minoritaria, ma comunque nella media dei paesi europei (si vedano i quantitativi trattati indicati nella tabella nella pagina precedente), anche a causa dei dubbi che permangono sulla nocività delle emissioni nel lungo periodo e delle conseguenti resistenze della popolazione: la maggior parte dei circa 3, 5 milioni di tonnellate di combustibile da rifiuti italiani viene incenerita in impianti del Nord, e il totale nazionale ammonta a circa il 12% sul totale dei rifiuti solidi urbani. A Brescia, in prossimità della città, c'è uno dei termovalorizzatori più grandi d'Europa (ca. 750 000 tonnellate l'anno: il triplo di quello di Vienna) che soddisfa da solo circa un terzo del fabbisogno di calore dell'intera città (1100 GWh/anno). Recupera dai rifiuti circa 600 milioni di chilowattora elettrici e 750 milioni di chilowattora termici l'anno. Il termovalorizzatore di Brescia, nonostante sia stato coinvolto in due violazioni di direttive europee, delle quali una a livello nazionale riguardante il CIP 6, sfociate anche in una condanna da parte dell'Unione Europea, nell'ottobre 2006 è stato proclamato «migliore impianto del mondo» dal WTERT (Waste-to-Energy Research and Technology Council), una associazione formata da tecnici, scienziati ed industrie di tutto il mondo. Da notare che la produzione di RSU della provincia di Brescia è minore della capacità dell'impianto, per cui per far funzionare a pieno regime i forni devono essere reperite circa 200 000 tonnellate l'anno di rifiuti di altra provenienza e/o tipologia, costituiti da biomasse.
Zona Nord Centro Sud N. termovalorizzatori 30 14 8 Totale dei termovalorizzatori: 52 (dati del 2008)
Regione N. termovalorizzatori Piemonte 2 Lombardia 13 Trentino-Alto Adige 1 Veneto 4 Friuli-Venezia Giulia 1 Emilia-Romagna 9 Toscana 9 Marche 1 Umbria 1 Lazio 3 Campania 1 Puglia 2 Calabria 3 Sicilia 1 Sardegna 2 (dati del 2008)
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