Introducendo il modello dellanalisi della domanda Il modello

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Introducendo il modello dell’analisi della domanda

Introducendo il modello dell’analisi della domanda

Il modello dell’analisi della domanda prende le distanze dall’assimilazione della funzione psicologico clinica a

Il modello dell’analisi della domanda prende le distanze dall’assimilazione della funzione psicologico clinica a quella medica. I modelli psicologici possono individuare eziologia e terapia del sintomo, non della “malattia”. Nel mimare la prassi medica, lo psicologo clinico finisce quindi per limitare la sua prassi a una terapia sintomatica

Anche a partire da queste considerazioni, Renzo Carli propone che in psicologia clinica il

Anche a partire da queste considerazioni, Renzo Carli propone che in psicologia clinica il “sintomo” al quale prestare attenzione (da interrogare e da interpretare) sia la stessa DOMANDA di consultazione (non i sintomi dichiarati o rilevabili, ma il testo simbolico proposto attraverso la decisione di rivolgersi allo psicologo per quel problema, in quel modo presentato). .

 • Uno studente all’ultimo anno di liceo si presenta al colloquio orientativo dicendo

• Uno studente all’ultimo anno di liceo si presenta al colloquio orientativo dicendo di essere stato inviato da un’insegnante; non era molto convinto di venire ma una volta qua si dice disponibile a vedere cosa succede. • Una giovane donna in crisi matrimoniale ci domanda al primo colloquio se debba o no restare con il marito.

 • Se ci facessimo guidare dalla RICHIESTA esplicita probabilmente cercheremmo di capire come

• Se ci facessimo guidare dalla RICHIESTA esplicita probabilmente cercheremmo di capire come sia quel marito, se ci siano o no gli estremi per lasciarlo. O ci affanneremmo, nel caso dello studente, a dimostragli che non è venuto a perdere tempo e che la sua insegnante ha fatto bene ad inviarcelo. • La proposta – clinica - è quella di esplorare la domanda sottesa al modo di presentarsi, di definire il problema, di formulare la richiesta di aiuto, terapia, sostegno …

Nell’accezione psicologica, domanda si intende: con il termine il modello simbolico-culturale che motiva, orienta

Nell’accezione psicologica, domanda si intende: con il termine il modello simbolico-culturale che motiva, orienta e configura la proposta che un attore sociale (il cliente) avanza ad un terzo (l’erogatore del servizio) di implicarsi nei propri scopi

 • L’ipotesi fondante il modello di analisi della domanda è che, nella relazione

• L’ipotesi fondante il modello di analisi della domanda è che, nella relazione con lo psicologo, il cliente riproponga i modelli e le proposte relazionali agite nel contesto di appartenenza; gli stessi che sono andati in crisi, motivando la decisione di richiedere una consulenza. • Sono dunque proprio le fantasie relative a ciò che lo psicologo potrà fare rispetto a quel problema in quel modo presentato, a consentire di giungere ad una vera diagnosi (etimologicamente = conoscere attraverso).

 • La relazione clinica funziona da strumento conoscitivo (oltre che, come si vedrà,

• La relazione clinica funziona da strumento conoscitivo (oltre che, come si vedrà, di intervento). • Nel modo stesso di raccontarsi e di raccontare il proprio problema o il proprio progetto di sviluppo (con la moglie, con i dipendenti della sua azienda, con l’azienda per cui lavora, ecc. ), il cliente segue percorsi discorsivi che rivelano le sue premesse e implicazioni identitarie e di valore. Tali premesse sostengono la ‘crisi di decisionalità’; non vanno dunque ‘rincorse’, ma analizzate e comprese; il setting clinico si configura come spazio-tempo per esplicitarle, pensarle, mobilitarle. Gabbard caso 1

Coordinate teoriche e concettuali • Natura locale e contestuale del significato • Natura bi-logica

Coordinate teoriche e concettuali • Natura locale e contestuale del significato • Natura bi-logica della mente

Sulla natura locale e contestuale del significato

Sulla natura locale e contestuale del significato

Distinguiamo due diversi approcci al significato: un approccio semantico (che ne presuppone il carattere

Distinguiamo due diversi approcci al significato: un approccio semantico (che ne presuppone il carattere statico) un approccio semiotico (che ne riconosce la natura contingente e contestuale).

Approccio semantico il dato raccolto non solleva domande • es. quale rappresentazione il cliente

Approccio semantico il dato raccolto non solleva domande • es. quale rappresentazione il cliente ha del colloquio e della sua inscrizione in esso? Con quale teoria dello scopo vi prende parte e quale connessione con i contenuti rappresentazionali che sceglie di descrivere? Il significato dei contenuti rappresentazionali è sufficientemente stabile da giustificare l’assunzione di uno spazio di omogeneità/accordo tra cliente e psicologo sul significato di ciò che viene detto e una mancata considerazione del contesto dell’interazione in cui i contenuti sono stati prodotti. .

 • Da questa prospettiva, il colloquio è uno spazio-tempo di trasmissione di significati

• Da questa prospettiva, il colloquio è uno spazio-tempo di trasmissione di significati precostituiti, che pre-esistono lo scambio: è dunque legittimo non porsi il problema di dare un senso al fatto che si dica quello che dice in quel contesto (che ore sono? Starà ad indicare la richiesta di sapere che ore sono)

Approccio semiotico • In anni relativamente recenti, un crescente numero di autori, in campo

Approccio semiotico • In anni relativamente recenti, un crescente numero di autori, in campo psicologico (inter alias, Gergen, 1999; Valsiner, & van der Veer, 2000; Edward, & Potter, 1992; Salvatore et al. , 2003), oltre che filosofico, semiotico, linguistico, ha espresso la propria disaffezione per un approccio semantico alla comprensione dei segni (comportamenti, discorsi, …).

Approccio semiotico • I segni non possiedono intrinsecamente un univoco significato; questo si definisce

Approccio semiotico • I segni non possiedono intrinsecamente un univoco significato; questo si definisce piuttosto in ragione del contesto intratestuale (l’insieme dei segni) ed extratestuale (sociale e di scopo) entro ed in funzione del quale sono prodotti.

Contesto intra-testuale • Possiamo comprendere il segno A, solo osservando il contesto degli altri

Contesto intra-testuale • Possiamo comprendere il segno A, solo osservando il contesto degli altri segni, B, C, D , ecc. che sono stati prodotti

Un esempio. Immaginiamo i seguenti due frammenti di flusso discorsivo, composti da tre sequenze

Un esempio. Immaginiamo i seguenti due frammenti di flusso discorsivo, composti da tre sequenze di parole: Flusso 1 Flusso 2: a) Sono un uomo politico e a) Sono un uomo politico b) desidero esprimere le mie e idee: b) amo il mio paese: c) amo il mio paese c) desidero esprimere le mie idee il dichiarare di amare il paese si presta ad essere letto come un modo per dare valore al fatto di esprimere le proprie idee il dichiarare di amare il paese come modo di giustificare il fatto di desiderare di esprimerle.

 • I due testi sono composti delle stesse parole e dalle stesse sequenze

• I due testi sono composti delle stesse parole e dalle stesse sequenze di parole (se si vuole, anche da uno stesso “dove”: es. uno stesso programma televisivo, stessi interlocutori). In quest’ottica, dal punto di vista del contenuto semantico, esse sono identiche. Appare tuttavia evidente che è l’ordine delle tre sequenze di parole (a, b, c) a qualificare il senso dei due testi, differenziando l’uno dall’altro.

Altro esempio • Padre • Poliziotto • Datore di lavoro • Padre • Prete

Altro esempio • Padre • Poliziotto • Datore di lavoro • Padre • Prete • Amico caro

Altro esempio In alcune interviste a operatori della salute mentale, la parola «gioco d’azzardo»

Altro esempio In alcune interviste a operatori della salute mentale, la parola «gioco d’azzardo» , cooccorre con parole come: • dipendenza, compulsione, disturbo …. In altre, co-occorre con parole come: • Famiglia, separazione, licenziamento ….

Gioco d’azzardo come malattia dipendenza, compulsione, disturbo …. Gioco d’azzardo come disagio/disadattamento relazionale e

Gioco d’azzardo come malattia dipendenza, compulsione, disturbo …. Gioco d’azzardo come disagio/disadattamento relazionale e sociale Famiglia, separazione, licenziamento

Altro esempio • Cliente: temo che il comportamento del mio bambino non sia normale

Altro esempio • Cliente: temo che il comportamento del mio bambino non sia normale • Psicologo: il comportamento ribelle del bambino rientra nella normalità In questo caso, lo psicologo contesta sul piano del contenuto la “diagnosi” della cliente, ma ne accoglie la premessa che sia condiviso che cosa dobbiamo intendere per normalità, e che il criterio che deve orientare la decisione o meno di intervenire è che il comportamento sia normale o patologico. …. Se la cliente prosegue dicendo: “allora non c’è nulla di cui preoccuparmi”, tale affermazione può essere compresa all’interno degli altri segni che l’hanno proceduta. . . Dunque come un ulteriore modo di ribadire che il criterio di valutazione (e di preoccupazione) è se ci sia o no “oggettivamente” un problema di cui preoccuparsi

 • L’esempio “ci avverte” di come le cose che il cliente ci dice

• L’esempio “ci avverte” di come le cose che il cliente ci dice (i segni che produce) siano funzione anche delle cose che noi gli proponiamo, delle premesse che con i nostri interventi discorsivi (altri segni) suggeriamo o avalliamo.

Contesto extra-testuale (sociale e di scopo) • “Sono preoccupato” • Contesto A: chi parla

Contesto extra-testuale (sociale e di scopo) • “Sono preoccupato” • Contesto A: chi parla sta aspettando la diagnosi del medico rispetto ad una brutta tosse resistente anche alle medicine prescritte • Contesto B: chi parla sta commentando con alcuni amici il fatto che il compito di scegliere quale film vedere in video cassetta sia stato affidato a “Giovanni” (che di solito sceglie film non graditi a chi parla) Collocata in 2 contesti diversi, la stessa affermazione acquista un diverso valore.

 • “Ho sognato di cadere da un palazzo” • “Ho sognato di vincere”

• “Ho sognato di cadere da un palazzo” • “Ho sognato di vincere” • “Ho sognato che mio marito mi tradiva” Contesto A: studio dello psicologo Contesto B: ricevitoria del lotto

Altro esempio • Scena 1. Una persona sta guardando un film al cinema in

Altro esempio • Scena 1. Una persona sta guardando un film al cinema in compagnia di un amico. Sbadigliando, si rivolge a quest’ultimo e gli chiede: “Quanti minuti mancano? ” • Scena 2. Un uomo politico, ospite di una trasmissione televisiva, sta aspettando il suo turno per parlare. Rivolgendosi al conduttore, domanda: Quanti minuti mancano? ” • Scena 3. Un uomo politico, ospite di una trasmissione televisiva, sta esponendo il proprio punto di vista su una questione proposta dal conduttore. Ad un certo punto si interrompe e domanda: “Quanti minuti mancano? ” • Scena 4. Un paziente vede il suo terapeuta guardare l’orologio e gli domanda: «Quanti minuti mancano? »

 • Il contenuto della comunicazione non varia tra le tre scene: la richiesta

• Il contenuto della comunicazione non varia tra le tre scene: la richiesta all’interlocutore di indicare “quanti minuti mancano”. Se gli interlocutori condividono lo stesso codice culturale (in primis: la lingua italiana) possiamo con ragionevole certezza ritenere che abbiano chiaro il significato della frase, e cioè il suo essere una richiesta volta a verificare la porzione di tempo a disposizione dell’evento a cui ci si riferisce (la visione del film, l’argomentazione di un opinione). E’ evidente, tuttavia, che il prodotto della comunicazione (in altri termini ciò che si comunica all’interlocutore tramite la richiesta di indicare quanti minuti mancano) è alquanto diverso tra i tre casi. Nella prima scena con l’atto di chiedere “quanti minuti mancano”, il locutore segnala all’altro presumibilmente il proprio disappunto per il film. Nel secondo caso, lo stesso contenuto semantico proposto dall’uomo politico che attende di parlare ha il senso presumibilmente di una sollecitazione al conduttore perché gli permetta di intervenire. Nel terzo caso, lo stesso contenuto espresso dall’uomo politico che sta già esponendo il proprio punto di vista sull’oggetto del dibattito, potrebbe segnalare l’intenzione di non parlare più del tempo previsto.

Gli esempi evidenziano la necessità di operare una distinzione tra il contenuto semantico dei

Gli esempi evidenziano la necessità di operare una distinzione tra il contenuto semantico dei segni mobilitati dallo scambio comunicativo – e il contenuto simbolico, dove la corrispondenza istituita tra segno e significato rimanda ad un ulteriore significato, di “secondo livello”.

 • La distinzione rimanda anche alla articolazione tra il significato di una affermazione

• La distinzione rimanda anche alla articolazione tra il significato di una affermazione e il suo valore psicologico in quanto atto comunicativo; o tra significato e senso (Salvatore, Tebaldi, Potì, 2006; Salvatore, Venuleo, 2013).

L’analisi della domanda implica un approccio semiotico al significato: è la dimensione simbolica (o

L’analisi della domanda implica un approccio semiotico al significato: è la dimensione simbolica (o di senso) a regolare il valore comunicativo di quanto dice il cliente; tale dimensione simbolica non va rintracciata nel significato del contenuto |A|, |B|, |C|, ma nel rapporto che viene stabilito tra di essi.

Porre attenzione alla domanda significa anche porre attenzione all’universo simbolico-culturale che la domanda porta

Porre attenzione alla domanda significa anche porre attenzione all’universo simbolico-culturale che la domanda porta con sé.

Istanze del socio-costruttivismo (paradigma su cui convergono più prospettive teoriche) le persone costruiscono la

Istanze del socio-costruttivismo (paradigma su cui convergono più prospettive teoriche) le persone costruiscono la loro realtà per mezzo di significati sovra-ordinati (es. nella vita, non si può fare affidamento su nessuno); tali significati non sono entità incapsulate dentro la mente individuale ma costruzioni che si sviluppano entro specifici sistemi relazionali Per dirla con Mitchell, riconosciamo nel dolore il corretto modo di vivere perché questo è il mito famigliare cui abbiamo preso parte

Gli individui possono accedere a specifiche produzioni cognitive e determinati modelli di azione in

Gli individui possono accedere a specifiche produzioni cognitive e determinati modelli di azione in ragione delle caratteristiche di rapporto in cui sono inscritti. Si narrano utilizzando le risorse di senso (categorie cognitive ed affettive) e i registri narrativi che trovano disponibili entro il contesto e che si abilitano ad utilizzare in ragione del proprio essere parte di un sistema di appartenenza, di un gruppo sociale (dunque di una cultura) (Mc. Namee & Gergen, 1992).

La cornice di senso, il contesto semiotico in cui gli individui sono iscritti, funziona

La cornice di senso, il contesto semiotico in cui gli individui sono iscritti, funziona da vincolo psicologico alle opportunità di pensare; le potenzialità trasformative del cliente non sono illimitate, ma orientate dalle caratteristiche della relazione. L’anamnesi famigliare di chi presenta un disturbi di personalità lo conferma

Diverse prospettive teoriche si sviluppano su premesse ascrivibili ad un paradigma socio-costruttivista. Esamineremo l’apporto

Diverse prospettive teoriche si sviluppano su premesse ascrivibili ad un paradigma socio-costruttivista. Esamineremo l’apporto della psicologia culturale, della psicologia discorsiva e della psicologia dinamica, nella sua declinazione semiotica e inter-soggettiva

La prospettiva culturale (Bruner 1990; Mantovani; 1998; Mecacci, 1999; Salvatore & Zittoun, 2012) Definisce

La prospettiva culturale (Bruner 1990; Mantovani; 1998; Mecacci, 1999; Salvatore & Zittoun, 2012) Definisce il concetto di cultura come patrimonio dei significati condivisi che permettono agli attori sociali di dare senso al proprio mondo.

La cultura appare invisibile al soggetto che vi è immerso ed è riconoscibile solo

La cultura appare invisibile al soggetto che vi è immerso ed è riconoscibile solo attraverso le “tracce” che lascia (codici, artefatti, ecc)

 • Non è concepibile una condizione umana “indipendente” dalla cultura di cui è

• Non è concepibile una condizione umana “indipendente” dalla cultura di cui è espressione, per quanto questo non sancisca la totale dipendenza del soggetto dai condizionamenti ambientali …. la nostra costruzione di senso dipende da una posizione attiva e interattiva nei confronti della stessa cultura, a sua volta ”ricostruita” insieme ad altri soggetti.

 • Secondo Bruner, il soggetto attribuisce un senso alla realtà e a se

• Secondo Bruner, il soggetto attribuisce un senso alla realtà e a se stesso attraverso una costante messa in racconto della propria storia, degli eventi e degli scambi interpersonali, secondo modi e registri offerti dalla cultura di riferimento (Bruner, 1990)[1] Bruner J. S. (1990), Actual of meaning, trad. it. La ricerca del significato, Bollati Boringhieri, Torino 1992

 • Le ‘violazioni di canonicità’ sono il motore della narrazione che prova a

• Le ‘violazioni di canonicità’ sono il motore della narrazione che prova a dare senso all’inatteso, al non famigliare, al nuovo (basti pensare alle narrazioni mediatiche si sviluppano attorno ad eventi che violano le nostre attese su come ‘funziona il mondo’)

Da questo punto di vista, potremmo dire che come clinici siamo chiamati a sostenere

Da questo punto di vista, potremmo dire che come clinici siamo chiamati a sostenere i nostri clienti nella costruzione di una narrazione capace di dare un senso a ciò che pare non averlo, in quanto non canonico all’interno del mondo di significati che orienta la sua interpretazione del mondo.

La domanda porta con sé questo mondo culturale

La domanda porta con sé questo mondo culturale

La prospettiva discorsiva • Gli uomini fanno delle cose con le loro parole (Austin,

La prospettiva discorsiva • Gli uomini fanno delle cose con le loro parole (Austin, 1961). Parlando non ci limitiamo a riferire cose o interpretazioni delle cose; sollecitiamo azioni e reazioni. • «Ho freddo» ……. (chiudi la porta? ) • «mio figlio è strano» …(lo prendi in carico? )

 • Ogni versione della mente (Harrè, Gillet, 1994) corrisponde al posizionamento scelto dal

• Ogni versione della mente (Harrè, Gillet, 1994) corrisponde al posizionamento scelto dal soggetto entro un ambito discorsivo (posso presentarmi come docente, padre, figlio, ‘depresso’, ‘malato’ …). • Parlando, rendiamo rilevanti alcune versioni della mente e ne marginalizziamo (e proponiamo di marginalizzarne) altre.

 • Ogni attività umana è rappresentabile come produzione di testi, il cui significato

• Ogni attività umana è rappresentabile come produzione di testi, il cui significato viene dialogicamente co-costruito nello scambio sociale. Un testo è nelle mani di chi lo produce ma anche di chi lo ascolta e interpreta.

Se io dico a Giovanni “Buongiorno” e “Giovanni” mi risponde “Sarà un buon giorno

Se io dico a Giovanni “Buongiorno” e “Giovanni” mi risponde “Sarà un buon giorno per te”, è probabile che l’interazione prenderà una piega diversa da quella che avrebbe preso se Giovanni si fosse limitato a rispondere “Buon giorno a te” …. In ogni caso questa interazione di segni è preceduta da altri segni e ne attiva a sua volta dei successivi. Possiamo pensare alla cultura come sistema di significati consolidatosi nel corso del tempo grazie a interazioni discorsive. Una volta che una cornice di senso si attiva (come precipitato di una storia o di una catena di segni), essa opera come cornice che regola l’interpretazione di oggetti discreti dell’esperienza.

La cultura da questo punto di vista è l’emergenza di un processo dialogico di

La cultura da questo punto di vista è l’emergenza di un processo dialogico di negoziazione di significati; non è un entità sovra-ordinata che ci condiziona dall’alto, ma un processo cui prendiamo parte in modo attivo (reagendo a dei segni con altri segni).

La cultura è al contempo una cornice regolatrice dei nostri discorsi e un oggetto

La cultura è al contempo una cornice regolatrice dei nostri discorsi e un oggetto regolato dalle implicazioni pragmatiche dei nostri discorsi Entro questo quadro è possibile comprendere l’affermazione che non esistono processi mentali collocati nella testa dell’individuo (il processo di costruzione dei significati avviene tra – più che dentro – le persone)

 • • In un setting gruppale di supervisione, semi-aperto, nel primo incontro dopo

• • In un setting gruppale di supervisione, semi-aperto, nel primo incontro dopo l’interruzione estiva, Carla racconta dei suoi incontri con la paziente S. , del forte investimento che sente da parte di S. da un lato e del vissuto di non sapere quale significato attribuire alle sue ripetute assenze dall’altro. Fabrizio osserva come nelle relazioni amorose a volte si decide di assentarsi con l’idea che l’altro possa rendersi conto del proprio valore. Nell’esempio, la produzione discorsiva di Fabrizio, se da un lato mantiene sintonia semantica con quella di Carla (si continua a parlare di assenze), dall’altro ridefinisce in termini emozionali l’assenza, suggerendo che essa possa essere trattata come una modalità per essere visti (e dunque come indizio di investimento). • Barbara interviene chiedendosi se il gruppo di supervisione si sia accorto che con l’anno nuovo è arrivato un nuovo componente. Come mai non lo si interroga? Come mai non si esplicitano fantasie nei suoi confronti? L’intervento di Barbara attribuisce nuova cornice al discorso, suggerendo che il tema possa essere riferito ai rapporti tra i partecipanti all’incontro. Anche nel qui ed ora c’è qualcuno che sembra assente, che non parla. Ci si può chiedere allora come si esprima nel qui ed ora l’investimento o il disinvestimento. • ecc

 • L’esempio intende evidenziare che il senso dell’interazione non è dato a priori,

• L’esempio intende evidenziare che il senso dell’interazione non è dato a priori, né è negoziato esplicitamente (gli attori non contrattano di cosa parlare, come e perché). Il senso è un prodotto che emerge in uno spazio specifico (situato) di intersoggettività, dove discorsivamente le persone costruiscono e rielaborano rappresentazioni e versioni dell’esperienza. • Ogni atto/segno lavora come ambiente del segno successivo, che “incorporando” la precedente storia di segni (Salvatore, Laura-Grotto, Gennaro, Gelo, 2009; Salvatore & Venuleo, 2013) contribuisce a definire di che cosa parlare, quale è la natura dei rapporti di chi parla, perché si parla.

 • Nelle prossime lezioni, proveremo a chiarire quale contributo la psicologia dinamica, nella

• Nelle prossime lezioni, proveremo a chiarire quale contributo la psicologia dinamica, nella sua declinazione semiotica e inter-soggettiva, può offrire alla comprensione dei processi di costruzione del significato (di cui la domanda è espressione)