INNOVARE IN AULA STORY TELLING Lo STORY TELLING

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INNOVARE … IN AULA : STORY TELLING

INNOVARE … IN AULA : STORY TELLING

Lo STORY TELLING ? Che cos’è ?

Lo STORY TELLING ? Che cos’è ?

 Lo storytelling è l’ arte del narrare. Un’ arte raffinata che affonda le

Lo storytelling è l’ arte del narrare. Un’ arte raffinata che affonda le sue radici nelle tradizioni più antiche. Lo storytelling si lega alle origini dell’uomo: amiamo ascoltare storie, e le raccontiamo dalla notte dei tempi.

PERCHE’ PARLARNE OGGI ?

PERCHE’ PARLARNE OGGI ?

Lo storytelling può essere considerato un’innovativa metodologia di insegnamento. Attraverso le storie, gli insegnanti

Lo storytelling può essere considerato un’innovativa metodologia di insegnamento. Attraverso le storie, gli insegnanti possono trasmettere delle conoscenze ai propri studenti in un modo coinvolgente, utilizzando narrazioni, metafore, specifiche parole adatte agli scopi, per coinvolgere studenti e stimolare le loro emozioni e l’immaginazione

In termini narrativi lo Storytelling è una metodologia che, usando i principi della retorica

In termini narrativi lo Storytelling è una metodologia che, usando i principi della retorica e della narratologia, crea racconti influenzanti in cui vari pubblici possono riconoscersi.

Lo storytelling è fondamentale in diversi contesti educativi e formativi con la prospettiva di

Lo storytelling è fondamentale in diversi contesti educativi e formativi con la prospettiva di life-long learning, sia in termini cognitivi che educativi. L'elemento autobiografico nello storytelling è fondamentale perché la realtà diventa una presupposizione, un indizio, una narrazione appunto che corrisponde ad un'interpretazione soggettiva. Utilizzando il metodo di raccontare storie, diventa possibile situare l'apprendimento nei contesti significativi e promuovere processi dialogici di interazione riflessiva attraverso lo sviluppo di contesti collaborativi.

Lo storytelling nella didattica Il fascino è il punto di forza dello storytelling in

Lo storytelling nella didattica Il fascino è il punto di forza dello storytelling in ambito didattico, sia che si propongano agli studenti contenuti in forma di storie digitali, sia che si proponga agli studenti di creare tali storie attraverso applicazioni web a tale scopo dedicate. Ciò deriva da diversi fattori: # il carattere fortemente gratificante proprio di un approccio narrativo; # il fatto che esso offra un accesso più semplice a concetti astratti e complessi, come già Platone, che faceva largo uso dei miti (racconti) nei suoi dialoghi, ben sapeva; # capacità propria del meccanismo narrativo, supportato da elementi multimediali, di generare processi ermeneutico – interpretativi e correlazioni concettuali significative; # la facilità di memorizzazione del racconto sul piano cognitivo

# il notevole grado di coinvolgimento e il conseguente rafforzamento delle variabili motivazionali e

# il notevole grado di coinvolgimento e il conseguente rafforzamento delle variabili motivazionali e dell’impegno che la narrazione offre; # la capacità di veicolare messaggi significativi e di forte impatto, strutturati secondo una logica di causa – effetto; # una storia genera altre storie, secondo il meccanismo della inter-testualità, favorendo lo scambio collaborativo delle conoscenze, il confronto dialogico, lo spirito critico e la ricerca di nuove interpretazioni e punti di vista su un problema e/o tema; # la capacità dell’approccio narrativo di favorire la networked knowledge (conoscenza connettiva) e la combinatorial creativity

Lo storytelling si sviluppa a partire dall’assunzione di due principi fondamentali: l’organizzazione delle esperienze

Lo storytelling si sviluppa a partire dall’assunzione di due principi fondamentali: l’organizzazione delle esperienze umane avviene grazie ai racconti e la narrazione è un processo che dota le persone di una sensibilità culturale che li mette in grado di attivare processi riflessivi e formativi, soprattutto nei gruppi. Il modo attraverso cui questi racconti vengono condivisi è il “discorso narrativo”, traduzione del “pensiero narrativo” di cui tutte le persone sono dotate.

Il discorso narrativo, per essere efficace, deve possedere alcune caratteristiche specifiche: §sequenzialità narrativa (l’ordine

Il discorso narrativo, per essere efficace, deve possedere alcune caratteristiche specifiche: §sequenzialità narrativa (l’ordine dato in un racconto può non riflettere lo svolgersi cronologico dei fatti reali, né la contingenza delle relazioni causa-effetto); § particolarità (evidenziare dettagli che nella realtà potrebbero apparire poco o non significativi); §intenzionalità; §verosimiglianza (percezione che l’ascoltatore deve avere riguardo alla storia); §componibilità (intreccio tra le varie parti della narrazione e il suo insieme); § referenzialità (si riferisce a quanto la storia possa essere plausibile); §appartenenza a un genere (devono essere ben identificabili sia la fabula che l’intreccio).

Lo storytelling non è inteso come un semplice “raccontare storie”. In realtà, come suggerisce

Lo storytelling non è inteso come un semplice “raccontare storie”. In realtà, come suggerisce anche Kurt Vonnegut, lo storytelling è una scienza.

Kurt Vonnegut ha dimostrato che ogni storia, a prescindere dal medium, può essere affrontata

Kurt Vonnegut ha dimostrato che ogni storia, a prescindere dal medium, può essere affrontata in modo scientifico. Come? Definendo una linea temporale, assenza o presenza di fortuna, dei plot che identificano dei momenti cruciali della storia. Tipo possesso o perdita di un bene o di una persona. O l’arrivo di un momento preciso. Prendi come esempio la storia di Cenerentola, lo schema : un’alternanza di eventi sfortunati, poi il ballo e l’arrivo della mezzanotte. Il lieto fine, però è assicurato dal punto di massima fortuna.

Tensione Trasformazione Azione Decisiva Scena di apertura Crisi Obiettivo/Piano/Azione Stato desiderato/ obiettivo Finale Time

Tensione Trasformazione Azione Decisiva Scena di apertura Crisi Obiettivo/Piano/Azione Stato desiderato/ obiettivo Finale Time SOLUZIONE AMBIENTAZIONE Tempo Spazio Personaggi Situazione generale/condizione Situazione specifica nella quale personaggi vengono coinvolti Tempo e spazio Complicazione Conflitti che rompono l’equilibrio Personaggi coinvolti (protagonista antagonista, et Dilemma da risolvere Stato desiderato/obiettivo) Tempo e spazio Piano Azione decisiva (o tentativo) Punto di svolta Verso la trasformazione Tempo e spazio Azione dei personaggi Nuova situazione dopo l’azione decisiva Stato desiderato /obiettivo raggiunto (stato B) Situazione specifica che coinvolge i personaggi SIGNIFICATO Lezione/insegnamento imparati dai personaggi Lezioni/insegnamenti imparati dall’audience

I consigli di Kurt Vonnegut per raccontare una grande storia. Prenditi cura di un

I consigli di Kurt Vonnegut per raccontare una grande storia. Prenditi cura di un personaggio – Ma prenditene cura con attenzioni reali, non deve essere un semplice artificio letterario. Innamorati di un nome, di un’attitudine e fa’ in modo che i lettori percepiscano le tue attenzioni nei confronti di quel personaggio. Non divagare – Non perdere tempo con inutili giri di parole, vai subito al punto. Questo non deve essere un invito alla mediocrità linguistica: il successo di una storia è dato anche dalla tua capacità di trasmettere emozioni forti attraverso semplici dettagli. Keep It Simple – semplicità linguistica. Le parole devono essere comprensibili da tutti, devono essere facili da leggere e da comprendere. Essere o non essere, to be or not to be. Tutti ricordano questo passaggio di William Shakespeare. Tutti ne comprendono la profondità. Ma la semplicità è innegabile. Taglia quando non serve –Taglia una frase quando non serve. Nell’ottica dello storytelling devi contestualizzare. Quando una frase, a prescindere da quanto sia bella e ben costruita, non illumina il soggetto in qualche modo utile e/o nuova la puoi eliminare.

Scrivi come sei – Lo stile di scrittura che è più naturale per te

Scrivi come sei – Lo stile di scrittura che è più naturale per te è destinato a riecheggiare il linguaggio del tuo essere bambino. Non mentire a te stesso, non mentire alle persone che ti ascoltano: le persone credono in te quando mostri quello che sei. Devi essere preciso – Non aspettarti che le persone comprendano il significato nascosto tra le righe, non celare la verità dietro l’ovvietà del tuo pensiero. No, forse quello che hai scritto era chiaro solo a te. Non a tutti, e soprattutto non al tuo lettore. Scrivi per una persona – Non per il mondo intero. Come sottolinea lo stesso Kurt: “If you open a window and make love to the world, so to speak, your story will get pneumonia”. Se apri una finestra per fare l’amore con il mondo intero prenderai la polmonite. Una regola su tutte: abbi pietà dei tuoi lettori. Ogni punto elencato in questa lista si muove verso una direzione ben precisa: la semplicità è alla base di una buona storia. Ma non la banalità, non la storia senza creatività. La capacità di dosare le parole giuste, di identificare gli elementi necessari per raggiungere lo scopo. Le persone si annoiano subito, devi puntare all’essenziale

Il web sta cambiando il mondo

Il web sta cambiando il mondo

DIVENTA

DIVENTA

Il termine “Digital Storytelling” si deve a Joe Lambert e Dana Atchley che negli

Il termine “Digital Storytelling” si deve a Joe Lambert e Dana Atchley che negli anni '90 realizzarono un sistema interattivo multimediale all’interno di una performance teatrale dove su di un largo schermo sullo sfondo mostrava immagini e filmati di storie di vita.

Che Cos’è un digital? Un digital è una breve narrazione (generalmente al massimo 5

Che Cos’è un digital? Un digital è una breve narrazione (generalmente al massimo 5 min. ) di un evento che integra diversi linguaggi: alcuni tipici della narrazione, altri della sceneggiatura. Leslie Rule lo definisce come l’espressione moderna dell’ antico mestiere di cantastorie.

La caratteristica e la forza delle storie digitali deriva dalla tessitura, dall’intreccio di immagini,

La caratteristica e la forza delle storie digitali deriva dalla tessitura, dall’intreccio di immagini, narrazione e voce insieme, musica, dando così profonda dimensione e colore psicologico intenso ai personaggi, alle situazioni, alle esperienze, agli stati d’animo, con effetti emozionali importanti sul lettore con il quale riesce a stabilire un rapporto empatico, un forte legame sul quale costruire il senso della comunità. Narrazioni efficaci, intuitive, che colpiscono i canali principali dell’apprendimento, quello visivo e quello uditivo, per ampliare le capacità comunicative, conoscitive, immaginative, riflessive, che uniscono i partecipanti, in una storia della comunità stessa, da leggere e ri-scrivere in continuazione (Paul Ricoeur 1989 in De Rossi-Petrucco 2006).

I digital storytelling possono essere un momento di apprendimento e di alfabetizzazione tecnologica, di

I digital storytelling possono essere un momento di apprendimento e di alfabetizzazione tecnologica, di sviluppo di capacità di sintesi, di ricerca e organizzative più stimolanti e creative delle metodologie tradizionali.

CONIUGARE DUE MONDI : STORIE, FIABE, RACCONTI, NARRAZIONI AUTOBIOGRAFICHE, STRUMENTI TECNOLOGICI INNOVATIVI, COMPUTER, MACCHINE

CONIUGARE DUE MONDI : STORIE, FIABE, RACCONTI, NARRAZIONI AUTOBIOGRAFICHE, STRUMENTI TECNOLOGICI INNOVATIVI, COMPUTER, MACCHINE FOTOGRAFICHE, TELECAMERE SOFTWARE COME PROGRAMMI DI EDITING, DI ELABORAZIONE DELLE IMMAGINI O DEI SUONI E COSÌ VIA.

Per la produzione del digital storytelling bisogna possedere e/o acquisire determinate competenze e conoscenze

Per la produzione del digital storytelling bisogna possedere e/o acquisire determinate competenze e conoscenze che riguardano le modalità tradizionali di scrittura e narrazione, capacità creative, competenze tecnologiche e di produzione mediale e capacità di sviluppo di progetti.

I 7 elementi consigliati da Joe Lambert e Dana Atchley, fondatori del Center of

I 7 elementi consigliati da Joe Lambert e Dana Atchley, fondatori del Center of Digital Storytelling (CDS) a Barkley, in California, sono: 1. Punto di vista. Le storie dovrebbero essere personali e autentiche. 2. Raccontare qualcosa di importante per il narratore 3. Un contenuto emozionalmente valido perché sia coinvolgente. 4. L’importanza del fatto che la narrazione arrivi direttamente dalla voce del narratore. 5. Il potere della musica, che accompagna e rinforza la dimensione emozionale. 6. Economia. Tutti gli ingredienti (la voce, la musica, le immagini) devono essere usati in modo da interagire tra loro. Le cose da dire possono essere dette anche con poche immagini, poco testo e poca musica, lasciando parlare l’implicito, le metafore. 7. Ritmo. Il ritmo è il segreto della narrazione insieme alla vitalità. Le buone storie respirano.

 La realizzazione di un digital storytelling consta di alcune fasi fondamentali: q Scelta

La realizzazione di un digital storytelling consta di alcune fasi fondamentali: q Scelta dell’argomento q Elaborazione scritta della storia q Storyboard q Raccolta e selezione di materiali utili: immagini, filmati, audio q Creazione q Condivisione

Costruire una digital story step by step 1. La storia

Costruire una digital story step by step 1. La storia

Costruire una digital story step by step 1. SCRIVI LO SCRIPT 2. CREA LO

Costruire una digital story step by step 1. SCRIVI LO SCRIPT 2. CREA LO STORYBOARD 3. REGISTRA, MODIFICA ED ORGANIZZA I FILE MEDIA

Come creare un digital storytelling Le fasi per la costruzione di digital storytelling: 1.

Come creare un digital storytelling Le fasi per la costruzione di digital storytelling: 1. Briefing 2. Scrivere 3. Cercare le immagini e creare lo storyboard 4. Registrare 5. Editing 6. Condividere

1. Briefing Riunione dove i potenziali storyteller sono introdotti ai concetti, ai processi e

1. Briefing Riunione dove i potenziali storyteller sono introdotti ai concetti, ai processi e ad alcuni esempi di DS. Questa è un’opportunità per gli storyteller per confrontarsi tra loro con i loro docenti. L’atmosfera dovrebbe essere collaborativa e informale, lo sforzo dovrebbe essere quello di placare i timori degli storyteller circa quello che ci si aspetta, e dovrebbero avere lo spazio di poter chiedere qualsiasi cosa. In questa sessione è importante demistificare ogni dubbio sul DS, come il timore che le loro storie non siano buone o che non hanno abbastanza skill o pratica. Aspetti importanti per il briefing: - esplorare gli elementi del DS - spiegare chiaramente il processo e il tempo necessario - informare dettagliatamente sulle cose necessarie per le sequenze successive (ad es. scrivere uno script, portare le foto…) - informare su questioni legali essenziali e sul copyright -introdurre il processo di chiusura -Mostrare esempi

Preparare l’ambiente 1. Per il briefing, è gradito uno spazio dove i docenti possono

Preparare l’ambiente 1. Per il briefing, è gradito uno spazio dove i docenti possono mostrare le storie con il loro vero potenziale. Verificare sempre che l’acustica sia buona e che le immagini possano essere viste bene da tutti. Evitare stanze soleggiate con riflessi di luce e spazi rumorosi, perché l’obiettivo di questa sessione è ispirare i nuovi storyteller.

ESEMPIO APPLE Misunderstood. Un ragazzo si ritrova con la famiglia per le vacanze di

ESEMPIO APPLE Misunderstood. Un ragazzo si ritrova con la famiglia per le vacanze di Natale. Non si integra, rimane in disparte, sembra che non ci sia piacere nel rimanere con fratelli e cugini. Rimane piegato sul telefonino .

Solo perché sta preparando un regalo speciale : un video L’i. Phone è servito

Solo perché sta preparando un regalo speciale : un video L’i. Phone è servito per creare un video delle vacanze. Il telefonino è in secondo piano, non c’è spiegazione della tecnica, della fotocamera, dello schermo. C’è una storia. Al centro ci sono le emozioni. La tecnologia è un contorno. Al tempo stesso è utile all’economia della storia. https: //youtu. be/nhwhn. Ee 7 Cj. E

2. Scrivere Di solito il processo di scrittura comincia con uno “storytelling circle”. Questa

2. Scrivere Di solito il processo di scrittura comincia con uno “storytelling circle”. Questa sessione è utile a unire gli storyteller come gruppo e a far tirare fuori il loro innato potere di narratori. Lo “storytelling circle” può essere personalizzato in blocchi di 2 o 4 ore. L’obiettivo è di produrre degli scritti pronti per la registrazione vocale. I tre principi dello “storytelling circle” sono: -Coinvolgere tutti (inclusi i docenti, i tecnici, gli osservatori…); -Nessuno si deve scusare se non capisce, non è in grado o non è abituato; - Cosa viene detto resta nella stanza.

3. Cercare le immagini e creare lo storyboard Alla fine dello “story circle”, ogni

3. Cercare le immagini e creare lo storyboard Alla fine dello “story circle”, ogni storyteller potrà conoscere il soggetto delle loro storie e idealmente una prima bozza potrebbe essere pronta per la lettura. Nel caso in cui ci fosse uno storyteller che ha difficoltà a leggere, ci sono opzioni alternative da considerare come la produzione di una narrazione guidata come intervista. L’aspetto finale di questa fase è la creazione dello storyboard. Lo storyteller lo organizza e mette in rilievo quei punti nello scritto dove mancano le immagini. Spesso gli storyteller sono convinti di avere tutte le immagini necessarie per una storia, ma lo storyboard mostra rapidamente che ne servono di più per coprire una frase e nessun altra per il resto del film!

ESEMPI di STORYBOARD

ESEMPI di STORYBOARD

Preparare l’ambiente L’ambiente dello “storytelling circle” deve essere uno spazio chiuso per lavorare meglio,

Preparare l’ambiente L’ambiente dello “storytelling circle” deve essere uno spazio chiuso per lavorare meglio, liberi da qualsiasi interruzione. I partecipanti dovrebbero sedersi in modo comodo intorno a un giusto numero di tavoli in base alle dimensioni del gruppo, in modo che ognuno possa vedere l’altro. Non è necessario che sia un circolo, un rettangolo o un quadrato vanno bene lo stesso. Evitare stanze con rumori esterni o distrazioni. Il docente conduce e partecipa ai giochi, aiuta a innescare la reciproca confidenza e chiede un riscontro alla fine della sessione. Ognuno dovrà sentirsi a proprio agio e l’atmosfera non dovrà essere sovraccaricata. Non ci deve essere tecnologia visibile sul tavolo, nessun pc, cellulari (spenti), registratori o altro.

Arnesi per lo Storytelling Circle: Il docente deve provvedere a: • penne e carta

Arnesi per lo Storytelling Circle: Il docente deve provvedere a: • penne e carta un blocco di fogli per lavagna (gioco 3) • una borsa che contiene oggetti portati da casa (gioco 4) • una scatola di cerini e un bicchiere d’acqua (gioco 9) Lo Storyteller dovrebbe provvedere a: un oggetto importante per loro dovrebbe essere la macchina fotografica, che potrebbe essere usata per raccontare una storia; una bozza di uno scritto per la loro storia, stampata.

 Attività dello “storytelling circle” Durante lo storytelling circle il conduttore propone “giochi” di

Attività dello “storytelling circle” Durante lo storytelling circle il conduttore propone “giochi” di narrazione, che hanno lo scopo di far emergere ricordi e narrazioni a cui attingere per scrivere la storia che verrà raccontata.

GIOCO 1: Intervista la persona che hai di fianco (per rompere il ghiaccio) Questo

GIOCO 1: Intervista la persona che hai di fianco (per rompere il ghiaccio) Questo è un modo utile per far conoscere le persone all’interno del gruppo e per aiutarle a dare maggiori informazioni rispetto a quelle . che si danno quando ci si presenta da soli. E’ più semplice per condividere informazioni su qualcun altro che parlare di se stessi. Questa intervista è un buon modo per far rilassare il gruppo e far prendere abbastanza confidenza per raccontare la propria storia

GIOCO 2 Ricordare i nomi (per rompere il ghiaccio) Un membro del gruppo introduce

GIOCO 2 Ricordare i nomi (per rompere il ghiaccio) Un membro del gruppo introduce se stesso e racconta una cosa interessante che vuole condividere, la persona seduta accanto poi ripete questa informazione e poi aggiunge una sua introduzione e condivide un’altra cosa. Alla fine l’ultima persona avrà tantissime cose da ricordare – il docente potrà scegliere questo ruolo.

GIOCO 3. Il gioco delle parole senza senso (per rompere il ghiaccio) Questo è

GIOCO 3. Il gioco delle parole senza senso (per rompere il ghiaccio) Questo è un gioco utile per insegnare l’arte di creare una storia con parole non connesse tra loro. Ogni membro del gruppo chiede di scrivere una parola su un pezzo di carta – sostantivi o nomi vanno molto bene. Per quelli che hanno difficoltà con le parole, si può anche ottenere lo stesso effetto con un disegno. Il docente raccoglie i fogli e riporta su una lavagna tutte le parole e i disegni. Ogni partecipante poi crea una storia usando tutte le parole sulla lavagna che essi leggeranno al gruppo. Raramente ce ne saranno due uguali. La qualità delle storie è irrilevante, infatti, la cosa migliore è la parete! Questo gioco è utile per invitare alla partecipazione e fare in modo che tutti si sentano in grado di dare un valido contributo.

Esempio: mela, occhiali, lungo, macchina, rosa, legno, scarpa. La signora Wood diede un’occhiata all’orologio

Esempio: mela, occhiali, lungo, macchina, rosa, legno, scarpa. La signora Wood diede un’occhiata all’orologio e si rese conto di avere altri dieci minuti prima del lungo suono della campanella a scuola. Era desiderosa di mangiare una mela “pink lady” che aveva trovato mentre cercava nella sua macchina la scarpa che aveva perso prima in settimana e nel suo portafogli sfortunatamente non aveva soldi. Guardò la mela e rimase meravigliata perché da tanto tempo non era stata più lì. Era affamata e senza soldi non aveva scelta se non mangiarla. “Forse è tempo che vada dall’ottico – disse tra sé e sé – forse ho bisogno di un paio di occhiali”.

GIOCO 4. Oggetti misteriosi Ad ogni membro del gruppo viene chiesto di scegliere a

GIOCO 4. Oggetti misteriosi Ad ogni membro del gruppo viene chiesto di scegliere a caso un oggetto dallo zaino della memoria preparata dal docente. Viene poi chiesto di condividere le memorie o le sensazioni che evoca quell’oggetto. Se un membro del gruppo pensa di non avere nulla da dire, gli si può facilitare il compito magari scegliendo qualcosa di diverso. Il docente dovrebbe aiutare e incoraggiare quando c’è bisogno in modo che tutti siano in grado di trovare uno spunto dall’oggetto.

ESEMPIO : lo storyteller sceglie dalla borsa il biglietto del treno. “Questo mi ricorda

ESEMPIO : lo storyteller sceglie dalla borsa il biglietto del treno. “Questo mi ricorda un viaggio che ho fatto da piccolo a Edimburgo. Ero felicissimo di andare perché non ero mai stato prima in Scozia. Abbiamo trascorso una giornata a visitare il castello e a guardare abiti scozzesi fatti a mano. Mio padre a pranzo ordinò “Haggis” perché era un piatto tipico scozzese ma non gli piacque”. Il docente chiede altre informazioni sulla visita e sul rientro a casa. Lo storyteller può aggiungere: “Prendemmo il treno per casa ma era in grande ritardo perché la persona seduta di fronte a me si sentì male e fu portata in ospedale. Mio padre e io siamo stati con lui perché stava viaggiando da solo. Il nostro viaggio in Scozia fu più lungo del previsto”.

GIOCO 5. Un giocattolo o un gioco d’infanzia Questo può rivelare molto su uno

GIOCO 5. Un giocattolo o un gioco d’infanzia Questo può rivelare molto su uno storyteller. Consentire loro di soffermarsi sull’infanzia aiuta a espandere i ricordi e le emozioni più importanti dei loro primi anni di vita. Può mostrare un carattere ribelle, una natura passiva, l’avventuriero, il leader del branco o anche mostrare alle generazioni più vecchie giocattoli che non si trovano più facilmente e sono diventati molto preziosi.

Esempio: “Il mio bene più prezioso da bambino era la bicicletta. Era il mio

Esempio: “Il mio bene più prezioso da bambino era la bicicletta. Era il mio mezzo di trasporto, la mia possibilità di scappare ed esplorare e per me rappresentava la libertà. Non era nuova, mamma e papà la comprarono all’asta ed era ben tenuta. Non aveva le marce e la catena era un po’ lenta ma non era un problema, io la amavo perché era mia. Passavo il tempo trafficando con essa, aggiustando i freni o gonfiando le ruote e la pulivo regolarmente. Ricordo di aver impiegato una giornata per verniciarla di blu scuro e mi sembrava fantastica. Avevo solo otto anni quando ho ricevuto quella bici ma abbiamo avuto tante splendide avventure insieme. Una bottiglia d’acqua e le patatine, io e il mio amico Clare percorrevamo abitualmente venti miglia per la città. Se mia madre l’avesse saputo le sarebbe preso un colpo. Ma come Clare la mia bici era un buon amico, non ha mai tradito il mio segreto”.

GIOCO 6 Fotografie personali Le fotografie sono oggetti molto personali per un individuo, ognuna

GIOCO 6 Fotografie personali Le fotografie sono oggetti molto personali per un individuo, ognuna di loro racconta una storia. E’ utile che gli storyteller portino con sé al workshop foto significative e le scambino con altre persone del gruppo in modo da avere un’immagine nuova degli altri. Il docente può incoraggiare ognuno a scrivere una storia a partire dalla foto che hanno in mano. Quando ognuno ha finito di narrare la propria storia immaginaria, il proprietario della foto allora racconta la propria. E’ un interessante esercizio che sottolinea la diversa percezione di certe immagini e aiuta gli storyteller a esplorare anche mondi che non sono familiari.

GIOCO 7. Deciditi Ai partecipanti viene chiesto di scrivere di quando nella loro vita

GIOCO 7. Deciditi Ai partecipanti viene chiesto di scrivere di quando nella loro vita hanno dovuto prendere una decisione importante. Sono liberi di descriverlo come vogliono, ma nel limite esatto di 50 parole. Questo gioco ha due obiettivi. In primo luogo guardarsi dentro nel momento di una importante decisione presa nella vita e verificarne gli effetti. In secondo luogo, tentare di instillare in loro il valore di un testo scritto in tempi stretti.

GIOCO 8. La prima volta Lo storyteller spende 10 minuti a scrivere di quando

GIOCO 8. La prima volta Lo storyteller spende 10 minuti a scrivere di quando ha avuto l’occasione di fare una cosa per la prima volta e come si è sentito e che genere di impatto ha avuto sugli altri. La storia è poi condivisa con il resto del gruppo.

GIOCO 9. Il gioco del fiammifero Questo gioco è utile per verificare la chiarezza

GIOCO 9. Il gioco del fiammifero Questo gioco è utile per verificare la chiarezza d’espressione e l’abilità di raccontare qualcosa in un periodo di tempo molto ristretto. Dare agli storyteller 10 minuti per preparare una storia su una loro passione. Questa potrà essere una persona, una questione, un luogo o qualsiasi cosa che ci appassiona. Ogni storyteller racconta a turno la propria storia ma hanno giusto il tempo che si brucia il fiammifero per concludere quello che hanno da raccontare. Il fiammifero che brucia aiuta a concentrarsi a non allontanarsi dal cuore della storia

GIOCO 10. Amore/Odio Ogni partecipante crea una lista di dieci cose che ama e

GIOCO 10. Amore/Odio Ogni partecipante crea una lista di dieci cose che ama e dieci che odia e la legge al resto del gruppo. Questo è utile perché la lista può creare un tema per una storia potenziale e consente al docente di esplorare pienamente i temi. Il docente poi li incoraggia a rileggere la lista con emozione e assecondare con il tono della voce e le inflessioni in modo che torni utile poi per registrare la loro storia.

GIOCO 11. Tre oggetti I docenti chiedono a ogni partecipante di elencare tre oggetti

GIOCO 11. Tre oggetti I docenti chiedono a ogni partecipante di elencare tre oggetti che riassumono cosa è importante per loro. Viene poi chiesto allo storyteller di scegliere l’oggetto più significativo e di scrivere una storia su questo tema

E poi Con l’assistenza del docente uno dei temi esplorati come risultato del gioco

E poi Con l’assistenza del docente uno dei temi esplorati come risultato del gioco nei tre giochi precedenti potrebbe essere analizzato per diventare la base della storia personale. Alla fine I partecipanti sono invitati a leggere la loro prima bozza al resto del gruppo. Il docente dà il suo giudizio e gli altri partecipanti intervengono con dei commenti. Lo “storytelling circle” può catapultare la qualità delle storie finali a un nuovo livello, enfatizzando il bisogno di incorporare alcuni semplici trucchi e tecniche per produrre uno scritto finale efficace.

3. Registrare Qui cominciano gli aspetti tecnici del DS.

3. Registrare Qui cominciano gli aspetti tecnici del DS.

Sono inclusi nella “registrazione” anche la cattura delle immagini e la scelta di tracce

Sono inclusi nella “registrazione” anche la cattura delle immagini e la scelta di tracce musicali ed effetti sonori. La maggior parte delle immagini usate nel DS sono foto che devono quindi essere scansionate o foto digitali. Sta diventando una consuetudine scaricare foto da internet e social network. A questo proposito ci sono due importanti considerazioni: 1: misure e risoluzione delle immagini 2: copyright

Buona risoluzione

Buona risoluzione

BASSA RISOLUZIONE

BASSA RISOLUZIONE

GIMP è un programma open source di fotoritocco che permette di creare e manipolare

GIMP è un programma open source di fotoritocco che permette di creare e manipolare le proprie immagini, di creare grafici e loghi, unire o sovrapporre molte immagini in una sola, creare animazioni GIF. Picasa è un'applicazione inclusa nel pacchetto Google Pack che permette di organizzare e modificare fotografie digitali.

SCELTA DI TRACCE MUSICALI ed EFFETTI SONORI

SCELTA DI TRACCE MUSICALI ed EFFETTI SONORI

4. Registrare La qualità della voce è essenziale per la buona riuscita di una

4. Registrare La qualità della voce è essenziale per la buona riuscita di una DS. Alcuni requisiti sono necessari per il docente affinché si scelga la stanza giusta e per portare gli storyteller ad essere pronti per registrare. Per molti storyteller registrare la voce fuori campo è l’esperienza più stressante di tutte. Per superare questo, il docente deve ispirare fiducia nello storyteller e fare in modo che creda tanto in se stesso da produrre una “performance naturale”. La pratica la rende perfetta e gli storyteller devono essere incoraggiati a rileggere i propri scritti più volte a casa prima della sessione di registrazione. Semplici guide, come testo grande e un doppia linea di spazio sono utili per rendere lo scritto facile da leggere. Prova a evitare errori comuni, come parlare troppo velocemente (o troppo lentamente), in modo monotono o come se qualcuno stesse “leggendo una storia”.

Vocaroo permette di registrare la voce online servendosi semplicemente di un microfono. Il file

Vocaroo permette di registrare la voce online servendosi semplicemente di un microfono. Il file registrato può essere scaricato, inserito in un altro sito web o inviato per email. Audacity è un programma freeway e multi-piattaforma di editing audio digitale che consente di registrare, editare e mixare musica e narrazione.

5. Editing. Ci sono varie attività di editing richieste per produrre una DS: -

5. Editing. Ci sono varie attività di editing richieste per produrre una DS: - La traccia di voce registrata non deve avere rumori di sottofondo; - Le foto devono essere ritoccate soprattutto se sono scansionate; - I suoni di sottofondo, le foto e i titoli combinati insieme compongono l’editing della DS. E’ semplice sottostimare il tempo necessario per il lavoro di editing. E’ fondamentalmente un processo tecnico ma con aspetti creativi che sono cruciali per la produzione di una DS di successo. Una volta finito l’editing, la DS è esportata come un unico file per essere condivisa

Video Editing Windows Movie Maker, con un interfaccia semplice ed intuitiva, incluso di default

Video Editing Windows Movie Maker, con un interfaccia semplice ed intuitiva, incluso di default nei sistemi operativi Windows XP, permette di importare video, foto e musica per poi tagliarli e combinarli su una timeline grafica, di aggiungere effetti speciali, transizioni e titoli e infine esportare il progetto nel formato video preferito. Microsoft Photo Story 3, è un programma gratuito e facile da utilizzare della Microsoft che permette di creare slideshow con effetti di transizione, movimenti dello zoom, titoli e accompagnamenti audio.

CREAZIONE di DIGITAL STORY TELLING con software Open Source Puoi creare molti tipi di

CREAZIONE di DIGITAL STORY TELLING con software Open Source Puoi creare molti tipi di progetti diversi con Scratch.

Editing L’obiettivo con il DS è di produrre una storia usando un software, piuttosto

Editing L’obiettivo con il DS è di produrre una storia usando un software, piuttosto che imparare a usare un software. Alcune volte, gli storyteller non conoscono le funzioni base di un computer, quindi conoscere le conoscenze di base degli storyteller è vitale per calibrare il livello di supporto necessario. E’ sempre utile avere un aiuto extra per l’editing: un docente per dieci storyteller può essere troppo faticoso per il docente e troppo frustrante per lo storyteller che deve aspettare d’essere aiutato. Il bello del DS è che è relativamente facile fare l’editing, se si seguono i giusti passi e lo storyteller ha un approccio organizzato. Lo storyteller deve sempre usare uno storyboard e fare un taglio grezzo prima di inserire titoli, musica o effetti speciali

6. Condividere. Lo Storytelling è un processo che si muove in più direzioni e

6. Condividere. Lo Storytelling è un processo che si muove in più direzioni e ogni storia dovrebbe essere condivisa. Ci sono tre modi per condividerle: - masterizzare un DVD e mostrarlo in famiglia e agli amici; -pubblicarle su un sito web come De. Tales, Vimeo o You. Tube; -organizzare un evento per una visione di gruppo e invitare ospiti e meravigliarli con il vostro lavoro.

Condividere Questo è il giusto premio per il duro lavoro fatto, per tutti! Per

Condividere Questo è il giusto premio per il duro lavoro fatto, per tutti! Per dare il dovuto riconoscimento agli storyteller, vale la pena organizzare un evento. Tutti dovrebbero poter chiaramente vedere lo schermo e ascoltare le storie senza distrarsi. La sala proiezione dovrebbe essere attrezzata in modo da creare un’atmosfera particolare. Alcune volte sono invitati anche familiari e amici per condividere lo spettacolo con le loro persone care. Si dovrebbe dare agli storyteller la possibilità di poter dire qualcosa sul proprio film prima della proiezione, questo potrebbe essere discusso prima dell’evento o annunciato durante la proiezione. I docenti possono ora tirare un sospiro di sollievo, il lavoro è fatto!

RIEPILOGHIAMO

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4. PRODUCI LA TUA DIGITAL STORY

4. PRODUCI LA TUA DIGITAL STORY

Usare le nuove tecnologie in modo creativo permette all’alunno e al docente di costruire

Usare le nuove tecnologie in modo creativo permette all’alunno e al docente di costruire il materiale didattico insieme. .

Elaborazione di una lezione su un argomento a scelta del corsista che utilizzi la

Elaborazione di una lezione su un argomento a scelta del corsista che utilizzi la metodologia didattica innovativa presentata corredata da un compito di prestazione e relativa rubrica di valutazione. CONSEGNA : 7 maggio

SCHEMA GENERALE UNITA’ DI APPRENDIMENTO/ Classe plesso TITOLO UNITA’ Evidenze osservabili COMPETENZE TRASVERSALI COMPETENZE

SCHEMA GENERALE UNITA’ DI APPRENDIMENTO/ Classe plesso TITOLO UNITA’ Evidenze osservabili COMPETENZE TRASVERSALI COMPETENZE DISCIPLINARI COMPITO / PRODOTTO finale Compito: Prodotto : RISULTATI DI APPRENDIMENTO Abilità DISCIPLINE COINVOLTE PERIODO DURATA IN ORE METODI E STRUMENTI VALUTAZIONE Conoscenze H Gruppi di lavoro Ricerca azione Lezione partecipata Di processo Di prodotto

PIANO DI LAVORO UDA SPECIFICAZIONE DELLE FASI Fasi Attività Strumenti Tempi Valutazione 1 2

PIANO DI LAVORO UDA SPECIFICAZIONE DELLE FASI Fasi Attività Strumenti Tempi Valutazione 1 2 3 DIAGRAMMA DI GANTT Fasi 1 2 3 4 5 6 7 8 Periodo Tempi Periodo

LA CONSEGNA AGLI STUDENTI Questa attività si chiamerà: Cosa dovrete fare: Come lo farete:

LA CONSEGNA AGLI STUDENTI Questa attività si chiamerà: Cosa dovrete fare: Come lo farete: Cosa realizzerete alla fine: A cosa serve questo lavoro: Tempi: Cosa userete: Cosa valuteremo noi insegnanti: Perché facciamo questo lavoro? : In quali discipline e obiettivi sarete valutati:

SCHEDE DI AUTOVALUTAZIONE

SCHEDE DI AUTOVALUTAZIONE

Alunno/a……………………. classe………………. data……… AUTOVALUTAZIONE- COMPITO AUTENTICO • QUESTA PROVA MI E’ SEMBRATA NEL COMPLESSO:

Alunno/a……………………. classe………………. data……… AUTOVALUTAZIONE- COMPITO AUTENTICO • QUESTA PROVA MI E’ SEMBRATA NEL COMPLESSO: • Facile • Abbastanza facile • Abbastanza difficile • Molto difficile • IN QUESTA PROVA PENSO DI AVER DIMOSTRATO CHE SEMPRE Ho prestato attenzione per tutta la durata della comunicazione Ho riconosciuto i punti essenziali del messaggio Sono stato in grado di specificare le notizie dal messaggio (personaggi, luoghi, tempi, cause e conseguenze) Ho individuato l’ordine logico e cronologico del testo ascoltato Ho selezionato le informazioni in base a criteri dati Ho individuato l’intenzione comunicativa dell’emittente Ho preso appunti finalizzati allo scopo, riuscendo a riordinarli CON DIFFICOLTA’

RELAZIONE INDIVIDUALE Descrivi il percorso generale dell’attività Indica come avete svolto il compito e

RELAZIONE INDIVIDUALE Descrivi il percorso generale dell’attività Indica come avete svolto il compito e cosa hai fatto tu Indica quali crisi hai dovuto affrontare e come le hai risolte Che cosa hai imparato da questa unità di apprendimento Cosa devi ancora imparare Come valuti il lavoro da te svolto

RUBRICHE per la VALUTAZIONE del PRODOTTO FINALE

RUBRICHE per la VALUTAZIONE del PRODOTTO FINALE

RUBRICA PER LA VALUTAZIONE DEL PRODOTTO FINALE DIMENSIONI AVANZATO INTERMEDIO ESSENZIALE COMPRENSIONE DELLA CONSEGNA

RUBRICA PER LA VALUTAZIONE DEL PRODOTTO FINALE DIMENSIONI AVANZATO INTERMEDIO ESSENZIALE COMPRENSIONE DELLA CONSEGNA Ascolta e comprende le istruzioni orali in Ascolta e comprende le istruzioni orali ma modo autonomo e consapevole modo abbastanza autonomo necessita di una guida Consulta autonomamente siti internet. Consulta siti internet. Acquisisce e seleziona Consulta siti internet con la guida Acquisisce e seleziona le informazioni gran parte delle informazioni dell’insegnante. ACQUISIZIONE DELLE INFORMAZIONI Acquisisce e seleziona informazioni inadeguate o parzialmente adeguate ORGANIZZAZIONE DEI CONTENUTI Organizza i contenuti secondo una logica e Organizza i contenuti secondo una logica rielabora le conoscenze in modo originale Organizza i contenuti in modo approssimativo integrando i diversi saperi ESPOSIZIONE AUTOREGOLAZIONE DEI TEMPI Espone i contenuti con chiarezza e proprietà Espone i contenuti con chiarezza Espone i contenuti in modo non sempre di linguaggio, sottolineando con il tono della voce e la chiaro e con tono generalmente monotono; voce e la gestualità i passaggi più importanti gestualità alcuni passaggi ha bisogno spesso di guardare gli appunti Rispetta i tempi di esposizione assegnati. Rispetta abbastanza i tempi di esposizione Fatica a rispettare i tempi di esposizione Riassume le informazioni principali assegnati. Riassume la maggior parte delle assegnati informazioni principali Riassume solo alcune delle informazioni principali, si disperde in informazioni secondarie ADATTAMENTO DELL’ESPOSIZIONE ALLE Durante l’esposizione osserva attentamente Durante l’esposizione osserva i compagni Pensa più all’esposizione che alle reazioni ESIGENZE DEGLI UDITORI i compagni e segue le loro reazioni. Se nota cogliendone le reazioni e riesce dell’uditorio. Regola a fatica voce e gesti e segnali di distrazione torna ad attirare complessivamente a recuperarne riesce a recuperare l’audience a stento. Ha l’attenzione con voce e gesti. Se nota segnali l’attenzione con voce e gesti difficoltà a regolare i tempi in base di noia accorcia i tempi CONTROLLO DELL’EMOTIVITA’ all’atteggiamento degli uditori Parla in modo sciolto e disinvolto. Adotta Parla in modo sciolto. Adotta stili Parla in modo impacciato. stili comunicativi funzionali all’esposizione comunicativi complessivamente funzionali Va supportato dall’insegnante durante all’esposizione e va indirizzato all’utilizzo di stili comunicativi funziionali all’esposizione

Nel nostro primo anno di vita possiamo interpretare suoni e lingue diverse anche senza

Nel nostro primo anno di vita possiamo interpretare suoni e lingue diverse anche senza conoscere una parola. Questo momento viene chiamato apertura celestiale ed è quel periodo in cui ognuno di noi ha più connessioni con il mondo di quante ne avrà mai da adulto. Quando questa magia finisce tutti i nostri pensieri viaggiano su binari prestabiliti, per sempre. Ma le nuove tecnologie ci aiutano a superare questo limite. Pensateci: già oggi ci esprimiamo, comunichiamo, e impariamo in modi che mai avremmo immaginato. E chissà cosa potremmo fare domani. Qualunque sia il nostro presente il futuro ci sorprenderà. https: //youtu. be/e. Tz 4 o 7 NMGXg