Infezioni virali dellinfanzia e delladolescenza Morbillo rosolia varicella
Infezioni virali dell’infanzia e dell’adolescenza Morbillo, rosolia, varicella, esantema, enterovirus, mononucleosi infettiva
MORBILLO
Eziologia del morbillo 4 L’agente causale è un paramyxovirus (virus ad RNA) 4 Il virus è rapidamente inattivato dal calore e dalla luce e dai comuni disinfettanti 4 Cresce su colture di cellule (rene umano o rene di scimmia)
Patogenesi del morbillo 4 Trasmissione per via aerea 4 Replicazione nel nasofaringe e linfonodi regionali 4 Viremia primaria 2 -3 giorni dopo l’esposizione 4 Moltiplicazione nelle cellule reticolendoteliali 4 Viremia secondaria 5 -7 giorni dopo l’esposizione con diffusione nei tessuti, che termina con l’apparizione dell’esantema 4 L’immunità cellulo-mediata è fondamentale per la guarigione 4 L’infezione determina immunitàchepersistetuttala vita
Caratteristiche cliniche del morbillo 4 Periodo di incubazione: in genere 10 -12 giorni 4 Sintomi prodromici: • Febbre elevata (38, 5°C o oltre) • Tosse, rinite, congiuntivite • Macchie di Koplik 4 Esantema (rash): • esordio 2 -3 giorni in media dopo il periodo prodromico • elementi maculosi sul palato molle • inizio al volto ed alla testa • diffusione al tronco, braccia e gambe • • durata 5 – 6 giorni scomparsa secondo l’ordine di apparizione
Epidemiologia del morbillo 4 L’uomo è l’unico ospite e il malato è l’unica fonte di infezione 4 Alta trasmissibilità (casi secondari in ambito familiare o comunità chiuse: 90 -99% dei recettivi) 4 Contagiosità da 4 giorni prima a 4 giorni dopo l’esordio dell’esantema 4 Massima incidenza tra fine inverno e inizio primavera 4 In assenza di vaccinazione, il 95 -99% dei soggetti di una comunità contrae l’infezione entro i 20 anni, soprattutto entro i 10 anni
Diagnosi L’isolamento virale può essere tentato con un tampone faringeo in cellule di rene di scimmia per valutare l’effetto citopatico. Indagine sierologica mediante sieroconversione delle Ig. M in Ig. G
Test di inibizione dell'emoagglutinazione • Il test di inibizione dell'emoagglutinazione (in inglese hemagglutination assay) è una prova sierologica utilizzata in campo medico per identificare alcuni virus in grado di provocare il fenomeno dell'agglutinazione del sangue. • Questi virus hanno sulla superficie le cosiddette emoagglutinine, recettori in grado di legarsi alla superficie dei globuli rossi (i quali sono cellule sensibili ma non permissive). La prova si basa sull'uso di anticorpi in grado di legarsi alle emoagglutinine del virus e impedire al virus di legarsi ai globuli rossi. • Se il virus si lega agli anticorpi specifici, non potrà legarsi ai globuli rossi e non ci sarà emogglutinazione. Nella provetta si avrà quindi presenza di un "bottone rosso" sul fondo della provetta. • Se virus e anticorpo non si legano si avrà invece emoagglutinazione, quindi sedimento di globuli rossi
Rosolia
Eziologia della rosolia 4 L’agente causale è un Togavirus (virus ad RNA) 4 Il virus è rapidamente inattivato dal calore e dalla luce e dai comuni disinfettanti 4 L’uomo è l’unico ospite
Patogenesi della rosolia 4 Trasmissione per via respiratoria 4 Replicazione nel naso-faringe e nei linfonodi regionali 4 Viremia nei 5 -7 giorni seguenti l'esposizione 4 Contagiosità: da 7 giorni prima a 5 -7 giorni dopo l’esordio dell’esantema 4 Il 25 -50% delle infezioni è asintomatico 4 All’infezione fa seguito la comparsa di anticorpi con immunità che dura tutta la vita. Le reinfezioni non comportano rischi per le donne in gravidanza 4 E’ una malattia endemica con epidemie ogni 5 -10 anni, con picchi in primavera 4 Sono colpiti soprattutto i bambini di 5 -10 anni di età
Caratteristiche cliniche della rosolia 4 Incubazione: 14 -23 giorni 4 Linfoadenopatia durante la seconda settimana 4 Esantema maculopapulare dopo 14 -17 giorni dall'esposizione 4 Esantema inizia a testa e collo, e dura 3 -5 giorni
Struttura e replicazione del virus B 19 • Capside icosaedrico nudo resistente all’inattivazione • Genoma a DNA a singolo filamento a polarità + o • Per replicarsi necessitano di cellule in attiva crescita o di un virus helper • Codifica 3 proteine strutturali ed una non strutturale, più altre minori • Le proteine virali sintetizzate nel citoplasma tornano nel nucleo dove avviene l’assemblaggio del virione
Meccanismi patogenetici dei parvovirus • Il virus (B 19) diffonde attraverso le secrezioni orali e respiratorie • Infetta cellule precursori della linea eritroide mitoticamente attive nel midollo ed instaura infezione litica • Il virus stabilisce una consistente viremia e può attraversare la placenta • La risposta anticorpale è importante per la risoluzione e la profilassi
Disseminazione parvovirus Eritema infettivo o quinta malattia: lieve malattia di tipo influenzale seguita da una caratteristica eruzione sulle guance con diffusione alle braccia e alle gambe. Scomparsa in 1 o 2 settimane
Epidemiologia • Possono contrarre questo virus sopratutto i bambini in età scolare • I genitori di bambini con infezione da B 19 • Le gestanti: infezione del feto e malattia • Le persone con anemia cronica • Il virus è ubiquitario • La malattia è più frequente nel tardo inverno ed in primavera • Non esistono modalità di controllo
Diagnosi solo sierologica
VARICELLA Malattia infettiva esantematica espressione dell’infezione primaria da virus varicella-zoster. Una volta decorsa l’infezione primaria il virus permane in forma latente nei gangli sensitivi dell’individuo ospite. L’eventuale riattivazione si manifesta sotto forma di herpes zoster.
Virus VARICELLA-ZOSTER • FAMIGLIA: herpes virus • STRUTTURA: icosaedrica, 162 capsomeri, membrana di rivestimento esterna lipidica, diametro 200 nm, DNA a doppia elica • Sopravvive poco nell’ambiente esterno e perde la capacità infettante a T sup a 50°C
Microscopia elettronica
SINTOMI • PERIODO d’INCUBAZIONE: 14 -20 giorni • FEBBRE non elevata (max 38°C) • RASH maculo-papuloso: papule che evolvono in vescicole, poi in pustole e infine a croste destinate a cadere • PRURITO • LINFOADENOMEGALIA GENERALIZZATA (spt in sede retronucale)
MODALITA’ di TRASMISSIONE • Via aerea: goccioline di Flugge (bollicine di Vapor acqueo in sospensione nell'aria) • Contatto diretto: il virus è presente nelle vescicole • Possibile trasmissione verticale (rischio 5 -10% nel primo trimestre) • Contagiosità: da 1 o 2 giorni prima della comparsa dell’eruzione fino alla comparsa delle croste
Diagnosi • È essenzialmente clinica con caratteristico esantema vescicolare. • Il liquido delle vescicole può essere messo in coltura su fibroblasti
Diagnosi • Fissazione del complemento • Titolo anticorpale • Test di immunofluorescenza
Esantema subitum • Conosciuto anche come VI malattia ha un decorso veloce con un esantema che compare subito dopo la febbre, di color rosa • Oltre all’esantema, tosse, adenopatia cervicale, diarrea • Agente eziologico herpes virus 6 (HHV-6)
Enterovirus coxsackievirus • Malattia mano-piedi-bocca • Esantema maculopapulare colpisce i bambini fino a 4 anni • Periodo di incubazione 3 -5 giorni con guarigione in una settimana • Esantema inizia al volto per estendersi • Associate febbre , malessere
• I Coxsackie sono virus citolitici della famiglia dei Picornaviridae, degli Enterovirus. Ci sono 61 enterovirus non poliomielitici che possono causare malattie umane, di questi 23 sono Coxsackie A e 6 sono Coxsackie B. Gli Enterovirus sono il secondo più comune agente infettante virale nella specie umana (dopo i Rhinovirus). • La classificazione moderna non prevede che il genere Enterovirus abbia come uno dei suoi gruppi i Coxsackievirus (prima del 1960, assieme ai Poliovirus e Echovirus), ma sia diviso, più rigorosamente, nelle specie Poliovirus, Enterovirus umani A (con vari Coxsackie A) e Enterovirus umani B (con i Coxsackie B), Enterovirus umani C (con altri Coxsackie A), Enterovirus umani D.
Diagnosi Isolamento su tampone faringeo o su feci
PAROTITE
Eziologia della parotite 4 L’agente causale è un paramyxovirus (virus ad RNA) 4 Il virus è rapidamente inattivato dal calore e comuni dai edalla luce disinfettanti 4 Cresce su embrione di pollo e sulle colture di cellule (rene umano o rene di scimmia)
Patogenesi della parotite 4 Trasmissione per via aerea (il virus è presente nella saliva) 4 Replicazione nella mucosa delle prime vie aeree 4 Viremia 2 -3 giorni dopo l’esposizione con diffusione alle ghiandole parotidi e ad altri organi 4 L’infezione induce produzione di anticorpi neutralizzanti e l’immunità cellulo-mediata è fondamentale per la guarigione 4 L’infezione determina immunità che persiste tutta la vita
Epidemiologia della parotite 4 L’uomo è l’unico ospite e il malato è l’unica fonte di infezione 4 Alta trasmissibilità (casi secondari in ambito familiare o comunità chiuse: 90 -99% dei recettivi) 4 Contagiosità da 6 giorni prima a 9 giorni dopo l’esordio dell’interessamento delle parotidi 4 Massima incidenza durante l’inverno e la primavera 4 La maggior parte dei casi, spesso asintomatici, si verificano nei bambini di 5 -10 anni di età, ma sono anche colpiti numerosi adolescenti e i giovani, con epidemie in collegi e caserme.
Diagnosi Isolamento del virus da tampone faringeo, dalla saliva, urine
EBV AGENTE EZIOLOGICO MONONUCLEOSI INFETTIVA, CAUSA ANCHE LINFOMI A CELLULE B AGENTE: g-HERPESVIRUS (HHV 4), INFEZIONE LITICA IN CELLULE EPITELIALI OROFARINGE, LATENZA IN LINFOCITI B GENOMA: ds. DNA LINEARE (172 kbp) (PERICAPSIDE) TRASMISSIONE: INALATORIA, CONTATTO DIRETTO MUCOSE
Virus di Epstein-Barr • EBV si lega alla proteina CD 21 che è il recettore per la componente CR 2 del sistema del complemento presente sulle cellule epiteliali e sulle cellule B. • E’ espresso sulle cellule B dell’uomo e dei primati e sulle cellule epiteliali dell’orofaringe e del nasofaringe • Utilizza le molecole del complesso MHCII come co-recettore
Infezione da EBV potenziali decorsi 1. Il virus può replicare nelle cellule B o nelle cellule epiteliali permissive (infezione replicativa con espressione immediata di geni precoci) 2. Il virus può determinare una infezione latente delle cellule B con immortalizzazione, continua proliferazione ed espressione di un numero limitato di geni virali e proteine di membrana LMP(infezione latente)
Progressione dell’infezione Proteina ZEBRA = attiva geni precoci del virus ed il ciclo litico EBNA = antigene nucleari di Epstein-Barr proteina latente EBER = 2 piccoli RNA
Meccanismi patogenetici di EBV • Il virus nella saliva inizia l’infezione dell’epitelio orale e diffonde alle cellule B nel tessuto linfatico • Infezione produttiva delle cellule epiteliali e delle cellule B • Il virus promuove la crescita delle cellule B (immortalizzazione) • Le cellule T limitano la crescita delle cellule B e promuovono la latenza nelle cellule B. • Il ruolo degli anticorpi è limitato • La risposta T-cellulare (linfocitosi) contribuisce ai sintomi della mononucleosi infettiva
Patogenesi dell’infezione da EBV
Manifestazioni cliniche • Mononucleosi infettiva Malessere generale, astenia rialzo febbrile, faringite con linfoadenopatia cervicale ed epatosplenomegalia • Sindrome linfoproliferativa legata al cromosoma X Rara sindrome ereditaria con decorso acuto grave generalmente fatale in seguito a necrosi epatica. • Linfoma endemico di Burkitt È un tumore tipico nei bambini africani, linfoma monoclonale a sede extralinfonodale.
Virioni maturi che possono essere riconosciuti attraverso il riconoscimento degli antigeni capsidici
Alcuni ceppi virali non producono virioni maturi, ma presentano antigeni nucleari specifici.
Riconoscimento attraverso gli antigeni precoci
Diagnosi Striscio di sangue con linfociti atipici
Anticorpi Eterofili • Anticorpi in grado di agglutinare il sangue di varie specie animali (si evidenziano con Monotest) • Ig. M che non reagiscono specificamente con l’antigene ed il titolo non è correlato alla malattia • Reagiscono con globuli rossi di cavallo o montone • Nell’infanzia non sono prodotti questi anticorpi
Anticorpi specifici • Sono quelli anti VCA, EBNA, ed EA sono espressi sulle linee fibroblastoidi umane sono in grado di determinare: • La suscettibilità, o l’immunità, il ruolo eziologico di EB, per confermare la presenza di anticorpi eterofili.
Malattie Metaboliche Ereditarie • Le Malattie Metaboliche Ereditarie sono causate dall'assenza o dalla carenza di uno degli enzimi intracellulari deputati alla produzione di energia nell'organismo. • Le proteine, i grassi e gli zuccheri contenuti negli alimenti vengono modificati nell'intestino in aminoacidi, acidi grassi e glucosio. Questi composti più elementari sono poi ulteriormente ridotti ad acqua ed anidride carbonica all'interno delle cellule attraverso la rottura enzimatica dei loro legami chimici. • Quest'ultimo processo libera l'energia necessaria alle cellule per tutte le funzioni biologiche: crescita, contrazione muscolare cardiaca e scheletrica, sintesi di mielina per il sistema nervoso centrale, detossicazione dell'organismo, secrezione ed assorbimento, ecc.
• Un enzima per essere presente all'interno della cellula in "quantità" e "qualità" sufficiente a svolgere la sua funzione, deve essere "previsto" dal nostro patrimonio genetico grazie alla presenza del DNA del gene corrispondente. • Un'alterazione del gene causa l'assenza dell'enzima, conseguente riduzione della produzione di energia. Per alcune malattie metaboliche il danno è dovuto principalmente alla carenza di un prodotto importante che non viene più sintetizzato. Per altre invece all’accumulo di metaboliti che risultano tossici, oppure per entrambi i meccanismi.
Diagnosi e cura • Si conoscono ad oggi più di 500 tipi di Malattie Metaboliche Ereditarie, parte importante di quelle malattie definite “rare” per la loro frequenza. In Italia nasce un bambino affetto da una Malattia Metabolica Ereditaria ogni 500 nati. • Molti non vengono riconosciuti e muoiono prima di venire diagnosticati. Hanno nomi difficili, quali: fenilchetonuria, omocistinuria, glicogenosi, galattosemia, leucinosi, aciduria metilmalonica, mucopolisaccaridosi, leucodistrofia, deficit del piruvato, etc. • La fenilchetonuria è l'unica malattia metabolica ereditaria riconosciuta per legge dalla nascita. È sufficiente una goccia di sangue per identificare i soggetti positivi.
• Le Malattie Metaboliche Ereditarie possono essere diagnosticate ricercando metaboliti anomali o abnormi concentrazioni di metaboliti normali nei fluidi biologici. • Spesso sono necessari iter diagnostici lunghi e complessi per una prima definizione del difetto metabolico. • Molte di queste patologie sono curabili attraverso l'eliminazione dalla dieta delle fonti alimentari che causano i metaboliti interessati dal blocco enzimatico e con l'utilizzazione di farmaci e cofattori enzimatici in grado di facilitare la depurazione dell'organismo dai prodotti tossici. • Molte spesso comportano l'uso di farmaci orfani, prodotti farmaceutici non presenti sul mercato per il loro scarso rendimento economico che non produce nessuno perché poco remunerativi.
MALATTIA EMOLITICA FETO-NEONATALE • La malattia emolitica feto-neonatale è una situazione patologica a carico del feto o del neonato dovuta ad una reazione immunologica a carico dei globuli rossi. • In alcune situazioni il sangue del feto possiede degli antigeni, ovvero delle proteine cellulari riconosciute dai sistemi di difesa come "estranei", che la madre non possiede. • A seguito di un passaggio di sangue fetale nel circolo materno vengono sviluppati, dalla madre, degli anticorpi contro gli antigeni del feto.
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