In morte del fratello Giovanni Un d sio

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In morte del fratello Giovanni Un dì, s’io non andrò sempre fuggendo di gente

In morte del fratello Giovanni Un dì, s’io non andrò sempre fuggendo di gente in gente, me vedrai seduto su la tua pietra, o fratel mio, gemendo il fior de’ tuoi gentili anni caduto. La madre or sol, suo dì tardo traendo, parla di me col tuo cenere muto: ma io deluse a voi le palme tendo; e se da lunge i miei tetti saluto, sento gli avversi Numi, e le secrete cure che al viver tuo furon tempesta, e prego anch’io nel tuo porto quiete. Questo di tanta speme oggi mi resta! Straniere genti, l’ossa mia rendete allora al petto della madre mesta. Un giorno, se io non andrò sempre spostandomi in esilio, mi vedrai seduto sulla tua tomba, o mio fratello, a piangere la tua giovane vita, stroncata nel suo fiorire. Ora solo nostra madre, trascinando la propria vecchiaia, parla di me alle tue spoglie mute. Ma io non posso che tendere a voi inutilmente le mani e salutare solo da lontano la mia casa, avverto gli dei ostili e gli affanni interiori che sconvolsero la tua vita, come una tempesta, e invoco anche io la pace della morte. Fra tante speranze questa sola mi resta! Gente straniera, restituite le mie spoglie alle braccia dell’ addolorata madre quando morirò.

Sonetto formato da due quartine e due terzine. I versi sono tutti endecasillabi (formati

Sonetto formato da due quartine e due terzine. I versi sono tutti endecasillabi (formati da 11 sillabe), rimati ABAB CDC DCD. Vi sono numerose figure retoriche ed enjambement Stilisticamente vi sono molte reminiscenze di autori classici, in particolare la prima strofa si richiama al tema analogo di un carme del poeta latino Catullo.

Questo sonetto fu scritto tra il 1802 e il 1803, per ricordare il fratello

Questo sonetto fu scritto tra il 1802 e il 1803, per ricordare il fratello Giovanni Dionigi, morto suicida a Venezia l’ 8 dicembre 1801. Volontario nell’esercito della Repubblica Cisalpina, vicino alle idee libertarie del fratello maggiore, Giovanni si avvelenò, sembra, dopo aver pagato dei debiti di gioco con denaro sottratto alla cassa dell’esercito. In una lettera ad Antonietta Fagnani, il poeta ricorda la lenta agonia del giovane e la sua morte tra le braccia della madre.

Nel sonetto appaiono diversi temi tipicamente foscoliani: a) il tema dell’esilio, b) il tema

Nel sonetto appaiono diversi temi tipicamente foscoliani: a) il tema dell’esilio, b) il tema della morte come luogo di quiete e di pace, c) Il tema della tomba illacrimata (con la speranza che le proprie ossa vengano poi confortate da un pianto familiare). Foscolo esprime l’amore verso la famiglia, il dolore che prova per la morte giovane del fratello, la delusione nei confronti del destino e spera solo nella quiete della morte, che per lui rappresenta la pace eterna. Nelle opere foscoliane ricorre spesso il ricordo della famiglia, il sentirsi solo e l’aver bisogno, come in questo caso, dell’affetto materno almeno dopo la morte.

La prima strofa è dominata dall’immagine della pietra sotto cui riposa il fratello (il

La prima strofa è dominata dall’immagine della pietra sotto cui riposa il fratello (il poeta desidera giungere un giorno su quella pietra per un momento di mesto cordoglio) Nella seconda strofa il poeta ricorda la famiglia dispersa e la madre lontana Nella terza strofa contempla il perenne esilio che è la sua vita Nella quarta strofa ritonra l’immagine della madre lontana, afflitta per la morte di un figlio e presto di due. Il poeta chiede alle “straniere genti”, presso cui dimora, che le proprie spoglie siano riportate a casa dopo la morte