Imprese e intervento pubblico i controlli amministrativi dei
Imprese e intervento pubblico: i controlli amministrativi dei prezzi nell’esperienza italiana La regolazione corporativa negli anni Venti e Trenta Alberto Bianchi | Università di Pisa SAPIENZA UNIVERSITÀ DI ROMA 25 -26 NOVEMBRE 2016 CONVEGNO SCIENTIFICO LA SOCIETÀ ITALIANA E LE GRANDI CRISI ECONOMICHE 1929 -2016
25 -26 NOVEMBRE 2016 | SAPIENZA UNIVERSITÀ DI ROMA Imprese e intervento pubblico: i controlli amministrativi dei prezzi nell’esperienza italiana La regolazione corporativa negli anni Venta e Trenta • • La depressione degli anni Trenta accelera il processo di corporativizzazione dell’economia, già delineato con la Carta del lavoro nel ’ 27 Attorno a questo cambiamento si confrontano due tesi: – quella (minoritaria) rifacentesi al pensiero di Luigi Einaudi, sostiene il modello di «corporazione aperta» : un organo consultivo e di vigilanza con la funzione di intervenire «a posteriori» per correggere i fallimenti del mercato lasciando inalterati i meccanismi di autoregolazione del sistema economico in assenza di situazioni di disequilibrio – quella dirigista (maggioritaria): il sistema corporativo, sostituendo completamente i meccanismi del mercato, controlla organicamente la domanda e l’offerta del paese attraverso la disciplina dei prezzi poggiando sulla collaborazione di tutte le categorie produttive, sotto l’egida e la mediazione dei gerarchi fascisti Mancano, tuttavia, contributi dedicati all’elaborazione degli strumenti tecnici per porre concretamente in atto l’intervento corporativo Controllo corporativo dell’economia • 2
25 -26 NOVEMBRE 2016 | SAPIENZA UNIVERSITÀ DI ROMA Imprese e intervento pubblico: i controlli amministrativi dei prezzi nell’esperienza italiana La regolazione corporativa negli anni Venta e Trenta Fasi della regolazione corporativa dei prezzi • CONTROLLO PUBBLICO DECENTRATO (192630): è affidato ad organismi locali, prima ai comuni (‘ 26) per controllare l’inflazione scoppiata dal ’ 24; poi ai comitati intersindacali provinciali (Cip) del Partito nazionale fascista (Pnf) (‘ 27) e, infine, ai Consigli provinciali dell’economia (Cpe) (‘ 28) per adeguare i prezzi finali al processo deflazionistico avviatosi da «quota novanta» • CONTROLLO SINDACALE (1930 -35): è direttamente esercitato dalla Confederazione nazionale fascista dei commercianti per proseguire l’opera di aggiustamento dei prezzi al ribasso • CONTROLLO PUBBLICO CENTRALIZZATO (1935 -40): è assegnato ad organi centrali, prima del Pnf e poi del governo per controllare la ripresa dell’inflazione dalla metà degli anni Trenta 3
25 -26 NOVEMBRE 2016 | SAPIENZA UNIVERSITÀ DI ROMA Imprese e intervento pubblico: i controlli amministrativi dei prezzi nell’esperienza italiana La regolazione corporativa negli anni Venta e Trenta • • Controllo pubblico decentrato • dei prezzi (1926 -1930) • Ragioni: – ripresa dell’inflazione dal ‘ 24 a cui è associata l’equazione “più negozi = maggiore inflazione” provoca l’emanazione della disciplina del commercio (licenze commerciali) del ‘ 26 Oggetto: – prezzi finali dei più importanti beni di consumo (soprattutto generi alimentari) esclusi i prezzi alla produzione e all’ingrosso: la regolazione riguarda solo le piccole imprese commerciali (minutanti) Organi di regolazione: – commissione speciale comunale, incaricata di rilasciare le licenze commerciali, nella quale è prevista la collaborazione tecnica dei rappresentanti sindacali (commercianti e lavoratori) e degli ex enti camerali (Cpe) Metodo: – anticipazione del metodo «corporativo» perché, per la prima volta, si vogliono «costruire» i prezzi attraverso «pacifici accordi» tra le parti partendo dai costi presentati direttamente dal sindacato dei commercianti (i prezzi non sono più «atti d’imperio» come nei precedenti calmieri 4 comunali)
25 -26 NOVEMBRE 2016 | SAPIENZA UNIVERSITÀ DI ROMA Imprese e intervento pubblico: i controlli amministrativi dei prezzi nell’esperienza italiana La regolazione corporativa negli anni Venta e Trenta • Problemi di funzionamento del controllo decentrato dei prezzi (1926 -1930) • Primo problema: contrattazioni tra podestà e parti sindacali non sono così «pacifiche» come auspicato dagli organi di governo – cause: • la vaghezza con cui le stesse circolari ministeriali definiscono le componenti di costo (ad es. «giuste spese generali» , «equo profitto» ) alimenta un acceso contenzioso tra le parti a cui le autorità di governo cercano di rimediare, peraltro con scarso successo, con note e raccomandazioni ministeriali • i podestà, di fronte ad un’opinione pubblica che considera il piccolo commercio il maggiore responsabile dell’inflazione, sono più vicini alle istanze dei consumatori che a quelle del commercio Secondo problema: sovrapposizione e reciproca interferenza istituzionale, tra commissioni speciali comunali, Cip e Cpe – effetti: le autorità di governo, pur prevedendo alcune forme di raccordo tra gli organi locali, non riescono 5 ad evitare duplicazioni di prezzi ufficiali per alcune
25 -26 NOVEMBRE 2016 | SAPIENZA UNIVERSITÀ DI ROMA Imprese e intervento pubblico: i controlli amministrativi dei prezzi nell’esperienza italiana La regolazione corporativa negli anni Venta e Trenta • Controllo pubblico centralizzato dei prezzi (1935 -1940) • • Ragioni: – controllare più efficacemente rispetto ai Cip l’inflazione a metà degli anni Trenta (provocata da guerra etiopica del ‘ 35 e svalutazione della lira del ‘ 36) – realizzare una maggiore integrazione del mercato nazionale riducendo i differenziali provinciali di prezzo (in particolare prevenire manovre speculative tra province) Oggetto: – i prezzi di tutti i beni e servizi in ogni successivo passaggio dal produttore al consumatore: per la prima volta sono regolamentati anche i prezzi delle grandi imprese industriali e dei grossisti Organi di regolazione: – centrali: «Comitato permanente/centrale per la vigilanza» del Pnf (1935) e al «Comitato corporativo centrale» (1937) (organo interno del Consiglio nazionale delle Corporazioni) – periferici: Cip del Pnf (1935) e Consigli provinciali dell’economia corporativa (1937), aventi un potere 6 deliberativo più limitato rispetto alla fase precedente
25 -26 NOVEMBRE 2016 | SAPIENZA UNIVERSITÀ DI ROMA Imprese e intervento pubblico: i controlli amministrativi dei prezzi nell’esperienza italiana La regolazione corporativa negli anni Venta e Trenta • Controllo pubblico centralizzato dei prezzi (1935 -1940) • Funzioni degli organi di regolazione: – centrali, composti dal segretario del Pnf, da tutti i rappresentanti delle confederazioni sindacali nonché da ministri e sottosegretari (industria, agricoltura, corporazioni, ecc. ): hanno la funzione di determinare i prezzi alla produzione e all’ingrosso – periferici: fissano i prezzi finali aggiungendo ai prezzi alla produzione e all’ingrosso le spese di vendita accertate a livello provinciale, ma le loro deliberazioni devono essere approvate dagli organi centrali Metodo: – «blocco flessibile» (il livello dei prezzi è modificabile se vi sono stati inevitabili aumenti di costo): si applica sempre la formula della «costruzione» dei prezzi per tutti i beni primari e industriali (intermedi e finali) – «blocco rigido» (il livello dei prezzi non si può cambiare): tariffe dei servizi di pubblica utilità e affitti 7
25 -26 NOVEMBRE 2016 | SAPIENZA UNIVERSITÀ DI ROMA Imprese e intervento pubblico: i controlli amministrativi dei prezzi nell’esperienza italiana La regolazione corporativa negli anni Venta e Trenta • • Problemi di funzionamento del controllo centralizzato (1935 -1940) • Primo problema: organi provinciali fissano di fatto i prezzi al dettaglio e stabiliscono le revisioni – causa: scarsa dotazione di risorse umane e materiali che neutralizza il potere di direzione e coordinamento degli organi centrali Secondo problema: tecniche di «costruzione» dei prezzi rozze e approssimate (manca, ad es. , un’unificazione nazionale nei metodi di rilevazione dei costi) – cause: • burocrazia centrale manca di una formazione tecnico-economica specifica che viene facilmente “catturata” • burocrazia centrale ratifica di fatto i prezzi di oligopolio proposti dai consorzi agrari o provenienti da accordi industriali (ad es. cartelli nella produzione di laminati e profilati di ferro e acciaio) Terzo problema: persistenza dei «protezionismi provinciali» cause: • rapporto sempre più stretto e condizionante tra organi provinciali di regolazione e categorie 8 controllate
25 -26 NOVEMBRE 2016 | SAPIENZA UNIVERSITÀ DI ROMA Imprese e intervento pubblico: i controlli amministrativi dei prezzi nell’esperienza italiana La regolazione corporativa negli anni Venta e Trenta Incrementi medi mensili registrati dagli indici dei prezzi durante l’inflazione Organi della disciplina Costo della vita Prezzi al consumo Cip del Pnf (gen. – ott. 1935 – > fase 2) 0. 56 % 0. 93 % Comitato permanente (nov. 1935 – sett. 1936 –> fase 3) 0. 34 % 0. 19 % Comitato centrale (ott. 1936 – sett. 1938 –> fase 4) 0. 65 % 0. 60 % Fonte: ISTAT, Bollettino dei prezzi, vari anni 9
25 -26 NOVEMBRE 2016 | SAPIENZA UNIVERSITÀ DI ROMA Imprese e intervento pubblico: i controlli amministrativi dei prezzi nell’esperienza italiana La regolazione corporativa negli anni Venta e Trenta • Punti critici della regolazione La regolazione corporativa dei prezzi, pur riuscendo a mettere un freno all’inflazione nella seconda metà degli anni Trenta, presenta numerosi punti critici di ordine: – istituzionale: reciproche interferenze tra i diversi organi di controllo locale – organizzativo: scarse competenze economiche e debole struttura degli enti di regolazione centrale – sociale: fattiva esclusione dei rappresentanti sindacali del lavoro dalle procedure di determinazione dei prezzi – economico: tecniche di determinazione molto rozze che finiscono alla fine per coprire anche i costi medi delle imprese marginali prescindendo da ogni considerazione di efficienza economica come suggerito da Luigi Einaudi, Filippo Carli e il giovane Franco 10 Modigliani. Probabilmente ciò deriva
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