IMMAGINI DAL SUD INGEBORG BACHMANN E CARLO LEVI
IMMAGINI DAL SUD: INGEBORG BACHMANN E CARLO LEVI A CONFRONTO Benedetta Cirone Alice Rossi A. A. 2018/2019
«Questo racconto apparirà al lettore straniero, che lo leggerà per primo, in stridente contrasto con la immagine pittoresca che dell’Italia meridionale egli trova frequentemente nella letteratura per turisti. In certi libri, com’è noto l’Italia meridionale è una terra bellissima, in cui i contadini vanno a lavoro cantando cori di gioia, in cui risplendono cori di villanelle abbigliate nei tradizionali costumi, mentre nel bosco vicino gorgheggiano gli usignoli. » Da Fontamara di Ignazio Silone
VIAGGIO VERSO SUD v. Ingeborg Bachmann (19261973) è alla ricerca di un mondo autentico e fuori dalla lingua tedesca. v. Carlo Levi (1902 -1975) arriva ad Aliano (MT) nel 1935 come confinato politico in opposizione al regime fascista. vÈ già una poetessa e scrittrice affermata quando si reca ad Ischia con Hans Werner Henze nel 1953. v. Pubblica Cristo si è fermato a Eboli nel 1945. v. In base all’esperienza scrive la raccolta Canti di un’isola, pubblicata un anno dopo. v. La prospettiva di Levi si colloca in un contesto di opposizione fra un Nord industrializzato e un Sud agrario.
RICERCA DELLA VERITÀ v. La ricerca di Bachmann è sempre volta verso l’autenticità. v. Levi confinato al Sud riscopre un mondo lontano dall’idealizzazione letteraria del passato risorgimentale. v Ciò viene fatto fuori dal mondo di lingua tedesca che è stata danneggiata dalla retorica nazista. v. Questo fenomeno di Bachmann percepisce che il falsificazione della realtà si tedesco continua ad essere perpetua nel periodo a lui danneggiato nel dopoguerra. contemporaneo tramite la retorica fascista. v L’immagine che ne deriva è v. Al tempo e alla Storia delle quella di un Sud distante dalla classi dominanti Levi contrappone tradizione idealizzante. il tempo, altrettanto reale, delle
Nichts mehr gefällt mir. Niente mi piace più. Soll ich eine Metapher ausstaffieren mit einer Mandelblüte? Dovrei munirmi di una metafora con fiori di mandorlo? Die Syntax kreuzigen auf einen Lichteffekt? Wer wird sich den Schädel zerbrechen über so überflüssige Dinge - Crocifiggere la sintassi ad un effetto-luce? chi si romperà il cranio su cose così inutili – Ich habe ein Einsehen gelernt mit den Worten, die da sind (für die unterste Klasse) Hunger Schande Tränen und Finsternis La comprensione l’ho appresa con le parole che ci sono (per le infime classi) Fame Infamia Lacrime e Tenebre. (Traduzione di Davide Racca) KEINE DELIKATE SSEN
DA CRISTO SI È FERMATO A EBOLI «ogni momento, allora, poteva essere l’ultimo, era in sé l’ultimo e il solo: non v’era posto per ornamenti, esperimenti, letteratura: ma soltanto per la verità reale, nelle cose aldilà delle cose» «fino a quando sarò capace di vivere la contemporaneità e la coesistenza e l’unità di tutto il reale e di intendere, fuori della letteratura, il senso di un gesto, di un volto, e della parola, come semplice, poetica libertà. » Dalla lettera a Giulio Einaudi scritta per l’edizione del 1963
LE PROSPETTIVE DELL’IO v. La questione dell’ io viene v. Seppure coerente con la poetica affrontata da Bachmann in tutta la del neorealismo, il punto di vista sua produzione letteraria. di Levi è sempre interno. v. Dall’Io che scrive sempre in costante rapporto ad un Tu (intertestualità con Celan). v. Non c’è mai un narratore onnisciente che descrive la realtà dall’alto. v. L’Io senza garanzie che teorizza v. La realtà è filtrata e descritta nelle lezioni di Francoforte è un Io attraverso vari punti di vista. pervasivo. Es. La sorella di Levi che narra la v. L’Io di Malina: tra sua visita a Matera. autobiografismo e finzione letteraria.
DA L’IO CHE SCRIVE III LEZIONE DI FRANCOFORTE «vorrei parlare dell’Io, della sua presenza nella letteratura e quindi delle faccende dell’uomo nella letteratura, nella misura in cui l’uomo si rivela tramite un Io, o tramite il proprio Io, oppure si cela dietro l’Io. » «chi di non ha incontrato a 16 anni in un libro, in una poesia, un Io, presumibilmente l’autore che parla in prima persona, e chi non lo ha sentito quasi come un altro sé stesso, perché quell’Io era un Tu e quel Tu un Io, tanto confuso era ogni confine in quella prima fiducia e in quel primo incantamento. » (traduzione di Vanda Perretta)
DA CRISTO SI È FERMATO A EBOLI «Sono arrivato a Gagliano un pomeriggio di agosto (…). » « tutto mi era sgradevole: il paese, a prima vista, non sembra un paese, ma un piccolo insieme di casette sparse. » «mi pareva che quell’aria di campagna con cui appariva Gagliano, suonasse falsa in questa terra che non è, mai, una campagna. E poi, forse è vanità, ma mi pareva stonato che il luogo dove ero costretto a vivere non avesse in sé un’ aria di costrizione, ma fosse sparso e quasi accogliente. »
IL MERIDIONE: POVERTÀ E MAGIA v. Bachmann riprende l’immagine v Per Levi il Sud è un luogo di letteraria del Sud Italia, miseria, in cui i contadini sono modificandola tuttavia rispetto alla l’immagine di un paese tradizione tedesca: è un ambiente abbandonato e dimenticato dalle che produce spaesamento e istituzioni: c’è una denuncia disorientamento. sociale. v. Il suo percorso si avvicina alle ricerche antropologiche degli anni ’ 50. Viene descritta un’Italia ctonia, sotterranea, spesso mortifera. v. Nel contatto con questo mondo infero si riscontra una dimensione magica e quasi sovrannaturale. v. La Lucania è descritta come un luogo fuori dal tempo e dunque sospesa fra la vita e la morte. v. L’irrazionale e la vita sotterranea acquistano qui un significato. La magia è il mezzo tramite il quale i contadini, fuori dalla Storia, rielaborano il mondo fuori da sé.
IN APULIEN Unter den Olivenbäumen schüttet Licht die Samen aus, Mohn erscheint und flackert wieder, fängt das Öl und brennt es nieder, und das Licht geht nie mehr aus. Sotto gli olivi la luce sgronda semi, Il papavero riappare ondeggiando Cogliendo l’olio e poi lento bruciando, E mai si consuma la luce. Trommeln in den Höhlenstädten trommeln ohne Unterlaß, weisses Brot und schwarze Lippen, Kinder in den Futterkrippen Will der Fliegenschwarm zum Fraß. In città cave e stambura il tamburo, Bambini stanno nei trogoli Prede di mosche a mugoli, Pane chiaro, labbro scuro. Käm die Helle von den Feldern in den Troglodytentag, könnt der Mohn aus Lampen rauchen, Schmerz im Schlaf ihn ganz verbrauchen, bis er nicht mehr brennen mag. S’aprisse dai campi, chiaro, il giorno al troglodita Dalle lampade il papavero sfumerebbe, Tutta la pena nel sonno sfollerebbe, Fino a sfarsi del tutto, esaurita.
Esel stünden auf trügen Wasserschläuchen übers Land, Schnüre stickten alle Hände, Glas und Perlen für die Wände – Tür im klingenden Gewand. Trascinerebbe tubi d’ acqua l’asino, Il vetro e le perle alle pareti. Le porte rivestite di suoni, Legacci intreccerebbe ogni mano. Die Madonnen stillten Kinder und der Büffel ging vorbei, Rauch im Horn, zur grünen Tränke, endlich reichten die Geschenke: Lammblut, Fisch und Schlangenei. Madonne allatterebbero e all’acqua verde Andrebbe il bufalo dal corno fumante, Sufficiente ogni dono finalmente: Sangue d’agnello, pesce e uovo di serpe. Endlich malmen Steine Früchte, und die Krüge sind gebrannt. Öl rinnt offnen Augs herunter, und der Mohn geht trunken unter, von Taranteln überrannt. Finalmente i frutti ruminano pietre, e arse le giare, L’occhio lacrima olio, spalancato, E il papavero s’accascia inebriato, Sotto le tarantole è tutto un tramestare. (traduzione Camilla Miglio da La terra del morso)
DA CRISTO SI È FERMATO A EBOLI «Cristo si è davvero fermato a Eboli, dove la strada e il treno abbandonano la costa di Salerno e il mare, e si addentrano nelle desolate terre di Lucania. Cristo non è mai arrivato qui, né vi è arrivato il tempo, né l’ anima individuale, né la speranza, né legame fra le cause e gli effetti, la ragione e la Storia. » «Tutto, per i contadini, ha un doppio senso. La donnavacca, l’uomo-lupo, il Barone-leone, la capra-diavolo non sono che immagini particolarmente fissate e rilevanti: ma ogni persona, ogni albero, ogni animale, ogni oggetto, ogni parola partecipa di questa ambiguità. »
«la madonna dal viso nero, tra il grano e gli animali, gli spari e le trombe, non era la pietosa Madre di Dio, ma una divinità sotterranea, nera nelle ombre del grembo della terra una Persefone contadina, una dea infernale delle messi. » «(…) arrivai a una strada, che da un solo lato era fiancheggiata da vecchie case, e dall’ altro costeggiava un precipizio. In quel precipizio è Matera (…) Questi coni rovesciati, questi imbuti si chiamano Sassi: Sasso Caveoso e Sasso Barisano. Hanno la forma con cui, a scuola, immaginavamo l’inferno di Dante. »
BIBLIOGRAFIA v. Bachmann Ingeborg, Anrufung des Grossen Bären, Piper Verlag Gmb. H, München, 1956. v. Bachmann Ingeborg, Letteratura come Utopia. Lezioni di Francoforte, Adelfi edizioni, Milano, 1993 (trad. it. Vanda Perretta). v. Bachmann Ingeborg, Letzte, unveröffentlichte Gedichte, Entwürfe und Fassungen, Suhrkamp Verlag, Berlin, 1998. v. De Martino Ernesto, Sud e magia, Feltrinelli, Roma, 1959. v. Levi Carlo, Cristo si è fermato a Eboli, Einaudi Editore, Torino, 1945. v. Miglio Camilla, La terra del morso, Quodlibet, Roma, 2012. v. Silone Ignazio, Fontamara, Mondadori Editore, Milano, 1945.
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