Il welfare ed il welfare del Comune Barbara
Il welfare ed il welfare del Comune Barbara Graglia
Che cosa è il welfare • • sistema di norme e azioni incorporate nella nozione di cittadinanza sociale i diritti sociali conferiscono spettanze ossia titoli a partecipare alla spartizione del bilancio pubblico che a sua volta dipende dal gettito fiscale ed al funzionamento del sistema economico I diritti sociali non possono quindi essere considerati come delle garanzie immutabili nel tempo Quali sono i livelli essenziali minimi che lo stato il sistema pubblico deve garantire? Legge 328 del 2000 ”legge quadro per la realizzazione del sistema integrato di interventi e servizi sociali riforma del titolo V della Costituzione. Se l’art 117 della costituzione affida allo stato la esclusiva competenza nella determinazione dei “livelli essenziali delle prestazioni concernenti i diritti civili e sociali che devono essere garantiti su tutto il territorio nazionale “ad oggi non si è ancora giunti ad alcuna forma di definizione dei livelli essenziali in materia di assistenza sociali
Responsabilità, competenze e risorse • Riduzione delle risorse pubbliche disponibili, in particolare degli Enti Locali, in un contesto in cui il modello di welfare fondato sulla stabilità dell’impiego e le grandi assicurazioni sociali è andato in crisi • Oscillazioni tra minimalismo dei conti e massimalismo ideologico • Criticità strutturali , acuirsi della crisi, fanno emergere la necessità di politiche integrate (da welfare centralizzato dei trasferimenti ad un welfare locale dei servizi ) •
Il welfare del Comune il sistema cittadino dei servizi sociali offre prestazioni aventi molto spesso caratteristiche di assoluta necessità a : • • Anziani Disabili Adulti in difficoltà Minori Stranieri e nomadi Salute Edilizia Sociale • • • Gestione diretta Convenzione/Accreditamento con Privato Sociale Appalti di servizio La gestione del patrimonio di ERP è affidata all’ATC altri Enti Pubblici, Parrocchie, Associazioni di Volontariato, Privato Sociale, Fondazioni, Famiglie, Cittadini
Il welfare del Comune Servizi educativi • Nidi e scuole di infanzia comunali micronidi, ristorazione, trasporti, contributi acquisto libri, attività estive, prevenzione dispersione e orientamento scolastico, inclusione stranieri e disabili Erp e politiche per la casa • Incremento/utilizzo/gestione edilizia residenziale pubblica – Sostegno alla locazione (Lo. C. A. Re) – Fondo salvasfratti – Sistemazioni temporanee – Progetti speciali • Servizi per il lavoro…. .
Welfare e vincoli di bilancio (dallo Stato ai Comuni -16 miliardi in 8 anni) • Il Bilancio della Città: combinato disposto patto di stabilità/ristrutturazione del debito e tagli dei trasferimenti • 100 milioni di euro di tagli (nazionali e regionali) di trasferimenti nel 2012 • +tagli al trasporto pubblico locale meno 25 milioni di euro nel 2012 + -9% nel 2013 • +41 milioni di tagli nazionali nel 2013+ • +20 milioni in meno sull’IMU • +rigidità di spesa corrente non comprimibili allo stato dell’arte (il costo del personale è circa pari al 35% del bilancio comunale ) • +difficoltà ad aumentare ulteriormente le entrate sul piano di rette e contribuzioni per i servizi locali, a causa delle difficoltà economiche di gran parte della popolazione residente. . il volume complessivo degli interventi per il welfare locale assorbe circa il 35% della spesa diretta Comunale: 150 milioni circa tra servizi sociali e politiche abitative, 76 milioni per i servizi educativi • il resto va a finanziare tutte le altre attività compresi i tassi di interesse per i mutui.
Welfare e vincoli di bilancio In questi anni abbiamo cercato di trovare soluzioni e strumenti alternativi che permettessero di mantenere inalterato il livello degli investimenti e dei servizi offerti ci siamo impegnati a adottare tutti quegli strumenti offerti dal mercato e dalla legislazione che ci permettessero di compensare le risorse che progressivamente ci venivano tagliate Oggi tutto ciò sta diventando impossibile. Ci misuriamo a livello locale con dinamiche economiche (ma anche sociali: si pensi in primo luogo alla demografia) che hanno carattere nazionale ed europeo ed è evidente che la risposta a queste problematiche non può dipendere esclusivamente dalle potenzialità endogene di una società locale un dato è certo: nonostante l’utilizzo di tutta la strumentazione possibile, avremo comunque a livello cittadino meno risorse a disposizione, .
CRITICITA’ 1. Cronicità In particolare per quanto riguarda gli anziani non autosufficienti. Ad oggi sono circa 10. 000 le persone in lista di attesa per un ricovero in struttura o per un intervento domiciliare. Inoltre si stima che nel 2050 la popolazione over 65 anni sarà il 34% della popolazione italiana 2. Nuove povertà Fasce grigie di bisogni che presentano esigenze difficilmente aggredibili dal tradizionale sistema di sostegno. Una esperienza di impoverimento e di povertà che coinvolge trasversalmente più fasce della popolazione, a volte solo in forma episodica e temporanea, e che spesso è legata a life events cui non si riesce a far fronte 3. Emergenza abitativa Negli ultimi due anni si è assistito ad un forte incremento di sfratti per morosità di nuclei che perdono il bene prioritario “abitazione” senza disporre di reali alternative di nuova collocazione abitativa o di ospitalità. Diventano sempre più significative le situazioni composte da interi nuclei familiari (genitori e figli) rispetto alle quali le misure di accoglienza tradizionali risultano inappropriate o eccessivamente costose. La prima causa di sfratto è la perdita del lavoro
Responsabilità, competenze e risorse: che cosa si propone • Riorganizzazione dei servizi in chiave sussidiaria • Passaggio dalla logica dell’”offerta “ alla logica della “domanda”. Il ruolo del sistema pubblico locale diventa centrale: le funzioni di assecondamento pubblico attivo sono ben più delicate e impegnative
Responsabilità, competenze e risorse: che cosa si propone Una ridiscussione degli assetti della governance • diverso rapporto tra Enti territoriali e competenze e risorse a loro attribuite • compresenza attiva di una molteplicità di attori pubblici e privati posti a distinti livelli di governo • ripensamento del welfare in un rapporto diverso pubblico privato attraverso il meccanismo dell’accreditamento, degli standard di servizio, dei costi standard, dei voucher • “agenzia” di governance locale, network comunitario in grado di cogestire risorse pubbliche e di integrare risorse provenienti da più fonti
Buono Servizio(voucher): i “quasi mercati” • Consente di: • Finalizzare risorse pubbliche rispettando la libertà di scelta individuale • Attivare forme di competizione di mercato che se regolate migliorano l’efficienza complessiva del processo di produzione dei servizi • Integrare politiche e servizi tra sociale e lavoro
Buono Servizio(voucher): i “quasi mercati” Consente di : • Attivare risorse private favorendo accordi tra soggetti privati che concorrano a realizzare interessi collettivi • Aprire spazi diversi alla negoziazione sindacale (modalità retributiva incentivata fiscalmente come nell’esperienza francese dei CESU) • Creare un circolo virtuoso tra occupazione ( - disoccupati – lavoro nero) e finanza pubblica (- prestazioni assistenziali + tasse e contributi ) L’attivazione di risorse private se sostenute da un quadro normativo nazionale (Politiche di defiscalizzazione e decontribuzione ) è possibile soprattutto a livello locale
Welfare plurale e ruolo del sistema pubblico • • • L’intervento pubblico: porre in essere una “cornice” che fissa le “regole del gioco” per gli attori privati e mette a disposizione incentivi per comportamenti che vengono riconosciuti socialmente positivi. incentivazioni fiscali che possono costituire una modalità retributiva il cui utilizzo viene deciso nell’ambito della negoziazione tra lavoratori e datori di lavoro. opzione di politica economica per finanziare la domanda privata di alcuni servizi a condizione che i privati sostengano una parte predeterminata della spesa e che tale spesa avvenga nell’ambito di una data cornice istituzionale (per esempio erogatori accreditati). in Francia (CESU) a fronte dell’erogazione da parte dell’impresa al proprio dipendente di un buono del valore di € 100 si ha un costo netto per l’impresa pari a € 42. In Italia. nel caso del salario, l’azienda spende 100 e il lavoratore incassa netti meno di 50 (bisogna togliere il 30% di costi per la contribuzione e poi le tasse del lavoratore). Su alcuni capitoli, invece, il lavoratore incassa tutto. le spese per gli asili, gli asili nido e le borse di studio, sono tutte decontribuite e detassate per cui l’azienda spende 100 e il lavoratore incassa 100. Anche le convenzioni sui trasporti e le spese per previdenza e sanità integrativa hanno trattamenti fiscali di favore.
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