Il poeta M Chagall Il poeta Omero Aedo

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Il poeta M. Chagall, Il poeta

Il poeta M. Chagall, Il poeta

Omero: Aedo ispirato Per tutti gli uomini al mondo gli aedi sono degni di

Omero: Aedo ispirato Per tutti gli uomini al mondo gli aedi sono degni di rispetto e onore, perché ad essi insegnò la via dei canti la Musa che ama i cantori. Od. VIII, 479 -sgg. Più di ogni altro uomo io ti lodo Demodoco. La Musa, figlia di Zeus, ti fu maestra oppure Apollo, perché con arte perfetta tu canti la sorte dei Danai … come se fossi stato presente o lo avessi udito narrare. Od. VIII, 487 -sgg. G. Isola, Sogno di Omero.

Archiloco: Esperto conoscitore Io sono scudiero del signore Enialio e conosco l’amabile dono delle

Archiloco: Esperto conoscitore Io sono scudiero del signore Enialio e conosco l’amabile dono delle Muse. Fr. 1 So intonare il bel canto di Dioniso signore, il ditirambo, folgorato dal vino nel cuore. fr, . 120

Aristofane: Il maestro Il poeta deve nascondere il male e non rappresentarlo e insegnarlo.

Aristofane: Il maestro Il poeta deve nascondere il male e non rappresentarlo e insegnarlo. Infatti per i ragazzi c’è il maestro che parla, per gli adulti invece il poeta. Bisogna dunque che noi parliamo del bene. Rane, vv. 1052 - sgg. P. Picasso, Poeta

Platone: La calamita Questo dono, che è presso di te, di parlare egregiamente di

Platone: La calamita Questo dono, che è presso di te, di parlare egregiamente di Omero, non è un’arte, ma un potere divino che si muove come nella pietra che Euripide chiamò magnete… Perché questa pietra non solo attrae direttamente gli anelli di ferro, ma trasmette il proprio potere agli anelli stessi che fanno quel che fa la pietra: attraggono cioè altri anelli, sicché si forma a volte una lunghissima catena di pezzi di ferro e di anelli pendenti l’uno dall’altro. … Così anche la Musa è soltanto essa che crea degli ispirati e attraverso questi si forma una catena di entusiasti. Ione, 533

Platone: Essere leggero, alato, sacro. Il poeta è un essere leggero, alato e sacro

Platone: Essere leggero, alato, sacro. Il poeta è un essere leggero, alato e sacro e non è in grado di poetare prima di esser posseduto dal dio e fuori di senno e non più padrone della sua mente. … Essi non parlano per arte, ma per un dono divino… e il dio li priva del senno e come di suoi ministri si serve di loro e dei vati e dei profeti affinché noi sappiamo che è il dio in persona che parla a noi per bocca loro. … Ione, 534

Plauto: Bugiardo sive poeta … Come il poeta, quando prende le sue tavolette, cerca

Plauto: Bugiardo sive poeta … Come il poeta, quando prende le sue tavolette, cerca quel che non esiste in nessun luogo al mondo e tuttavia lui lo trova, e trasforma la finzione in verità, così io mi farò poeta e le venti monete, che ora non esistono in nessun luogo al mondo, io le farò balzar fuori … Pseudolus, vv. 401 - sgg.

Cicerone: Dono divino Il poeta è spinto a comporre dalle forti capacità della sua

Cicerone: Dono divino Il poeta è spinto a comporre dalle forti capacità della sua mente, come animato da una sorta di ispirazione divina. Perciò a ragione Ennio definisce sacri i poeti, in quanto sembrano esserci stati concessi quasi come prezioso dono degli dei. Sia sacro presso di voi, giudici, persone così colte, il nome di poeta, che nessun popolo, pur barbaro, ha mai profanato. Le rupi e i deserti fanno eco alla sua voce, le bestie feroci spesso sono ammansite dal suo canto e si placano; noi, istruiti nelle arti migliori, non dovremmo essere smossi dalla voce del poeta? Pro Archia, 18 -19

Orazio: Il funambolo Mi sembra un funambolo sulla corda tesa il poeta, che con

Orazio: Il funambolo Mi sembra un funambolo sulla corda tesa il poeta, che con i suoi fantasmi sconvolge il mio cuore, lo eccita, lo placa, lo riempie di vano terrore, come un mago, e mi trasporta ora a Tebe ora ad Atene. Epistole, II, 210 -213 Picasso, Acrobata e giovane arlecchino, 1905

Baudelaire: L’albatro Spesso, per divertirsi, gli uomini d’equipaggio, Catturano degli albatri, grandi uccelli dei

Baudelaire: L’albatro Spesso, per divertirsi, gli uomini d’equipaggio, Catturano degli albatri, grandi uccelli dei mari, Che seguono, indolenti compagni di viaggio, Il vascello in volo sugli abissi amari. Li hanno appena deposti sulla tolda che questi Re dell’azzurro, maldestri e stanchi, Le grandi ali bianche lasciano mesti Pendere come remi lungo i fianchi. Il viaggiatore alato com’è sgraziato e lento, Quant’è ridicolo e brutto, lui prima così bello: Uno con la pipa al becco dà il tormento, L’altro zoppicando mima l’impacciato uccello. Al principe delle nuvole il poeta somiglia, Che sfida la tempesta e se la ride d’ogni dardo; Esule sulla terra al centro del parapiglia, Le ali da gigante al suo passo fan ritardo.

Dickinson: Rivelatore d’immagini Fu questo un poeta–colui che distilla Un senso sorprendente da ordinari

Dickinson: Rivelatore d’immagini Fu questo un poeta–colui che distilla Un senso sorprendente da ordinari Significati, essenze così immense Da specie familiari Morte alla nostra porta Che stupore ci assale Perché non fummo noi A fermarle per primi. Rivelatore di immagini, È lui, il Poeta, A condannarci per contrasto Ad una illimitata povertà. Della sua parte ignaro, Tanto che il furto non lo turberebbe, È per se stesso un tesoro Inviolabile al tempo.

Carducci: Grande artiere Il poeta è un grande artiere, che al mestiere fece i

Carducci: Grande artiere Il poeta è un grande artiere, che al mestiere fece i muscoli d’acciaio: capo ha fier, collo robusto, nudo il busto, duro il braccio, e l’occhio gaio… Picchia. Ed ecco istoriati a i penati tabernacoli ed al rito: ecco tripodi ed altari, ecco rari fregi e vasi pe’l convito. Picchia. E per la libertade ecco spade, ecco scudi di fortezza: ecco serti di vittoria per la gloria, e diademi a la bellezza. Per sé il pover manuale fa uno strale d’oro, e lancia contro ‘l sole: guarda come in alto ascenda e risplenda, guarda e gode, e più non vuole.

Pascoli: Il mago “Rose al verziere, rondini al verone!” Dice, e l’aria alle sue

Pascoli: Il mago “Rose al verziere, rondini al verone!” Dice, e l’aria alle sue dolci parole sibila d’ali, e l’irta siepe fiora. Altro il savio potrebbe: altro non vuole; pago se il ciel gli canta e il suol gli odora; suoi nunzi manda alla nativa aurora, a biondi capi intreccia sue corone. Matisse, Lilla

Pascoli: Poeta Il poeta, se e quando è veramente poeta, cioè tale che significhi

Pascoli: Poeta Il poeta, se e quando è veramente poeta, cioè tale che significhi solo ciò che il fanciullo detta dentro, riesce ispiratore di buoni e civili costumi, d’amor patrio familiare e umano… Il poeta è poeta, non oratore o predicatore, non filosofo, non istorico… e nemmeno è, sia con buona pace del maestro, un artiere che foggi spade e scudi e vomeri; e nemmeno, con pace di tanti altri, un artista che nieli e ceselli l’oro che altri gli porga. A costituire il poeta vale infinitamente più il suo sentimento e la sua visione, che il modo col quale agli altri trasmette l’uno e l’altra. Il poeta è colui che esprime la parola che tutti avevano sulle labbra e che nessuno avrebbe detta… si trova esso tra la folla; e vede passare le bandiere e sonar le trombe. Getta la sua parola, la quale tutti gli altri, appena esso l’ha pronunziata, sentono che è quella che avrebbero pronunziata loro… ma non è lui che sale su una sedia o su un tavolo ad arringare. Egli non trascina, ma è trascinato; non persuade, ma è persuaso.

Moretti: Non son come gli altri Io non son come gli altri e mi

Moretti: Non son come gli altri Io non son come gli altri e mi dispiace. Io non son come gli altri, è un mio sconforto. Io non son come gli altri, io so chi piace. Io non son come gli altri, io vedo storto. Io non son come gli altri, amo chi giace. Io non son come gli altri, io penso all'orto. Io non son come gli altri e non ho pace. Io non son come gli altri e son già morto. Sergiy Shkanov, Muse.

Palazzeschi: Il saltimbanco Sono forse un poeta? No, certo. Non scrive che una parola

Palazzeschi: Il saltimbanco Sono forse un poeta? No, certo. Non scrive che una parola ben strana la penna dell’anima mia: “follia”. Son dunque un pittore? Neanche. Non ha che un colore la tavolozza dell’anima mia: “malinconia”. Un musico allora? Non c’è che una nota nella tastiera dell’anima mia: “nostalgia”. Son dunque … che cosa? Io metto una lente davanti al mio cuore per farlo vedere alla gente. Chi sono? Il saltimbanco dell’anima mia. Picasso, Acrobata e giovane arlecchino, 1905

Corazzini: Non sono un poeta Perché tu mi dici: poeta? Io non sono un

Corazzini: Non sono un poeta Perché tu mi dici: poeta? Io non sono un poeta. Io non sono che un piccolo fanciullo che piange. Vedi: non ho che lagrime da offrire al Silenzio. Perché tu mi dici: poeta? …. Io amo la vita semplice delle cose. …. Oh, io sono, veramente malato! E muoio, un poco, ogni giorno. Vedi: come le cose. Non sono, dunque, un poeta: Io so che per essere detto: poeta, conviene Viver ben altra vita! Io non so, Dio mio, che morire. Amen. De Chirico, Le Muse inquietanti.

Turoldo: Scriba del mistero Anche le cose sono parole, scrigni di sillabe divine: parole

Turoldo: Scriba del mistero Anche le cose sono parole, scrigni di sillabe divine: parole “dimora dell’Essere”, e voi gli scribi del mistero, o poeti. Un sol verso – perla rara che le cose in recessi impervi racchiude geloso -, un solo verso, fessura sull’infinito come il costato aperto di Cristo -, anche un solo verso può fare “più grande l’universo”.

Il poeta… …secondo Picasso

Il poeta… …secondo Picasso

Poesia è… Klimt, La poesia

Poesia è… Klimt, La poesia

Teocrito: Antidoto contro l’amore Non c’è altro antidoto contro l’amore, O Nicia, né pomata,

Teocrito: Antidoto contro l’amore Non c’è altro antidoto contro l’amore, O Nicia, né pomata, a me pare, né polvere, Fuor che le Pieridi: antidoto leggero e soave è questo Per i mortali, ma trovarlo non è semplice. Penso che lo sappia perfettamente tu medico E caro oltremodo alle nove Muse. Così al meglio viveva il nostro Ciclope L’antico Polifemo, quando spasimava per Galatea… Il Ciclope , vv. 1 -8.

 Cicerone: E’ sempre con noi … le altre occupazioni dell’animo non sono proprie

Cicerone: E’ sempre con noi … le altre occupazioni dell’animo non sono proprie né di tutti i momenti né di tutte le età né di tutti i luoghi. Questi studi invece sono nutrimento dell’adolescenza, addolciscono la vecchiaia, rendono più belle le situazioni fortunate, portano aiuto e sollievo a quelle avverse, sono un diletto in casa, non ostacolano la vita fuori, ci tengono compagnia durante la notte, viaggiano con noi, ci seguono in campagna. Pro Archia, 16

Catullo: Nugae e ineptiae …Tu solo solevi attribuire qualche valore a queste mie bazzecole…

Catullo: Nugae e ineptiae …Tu solo solevi attribuire qualche valore a queste mie bazzecole… I, vv. 3 -4 Se per caso sarete lettori di queste mie inezie, né avrete vergogna di accostare a me le vostre mani …. 14 b

Lucrezio: Il dolce miele delle Muse Godo ad appressarmi alle fonti intatte non oltre

Lucrezio: Il dolce miele delle Muse Godo ad appressarmi alle fonti intatte non oltre le labbra, e intanto bevano interament l'amara ed attingervi, e godo a cogliere fiori nuovi e intrecciare per il mio capo una corona bevanda dell'assenzio e dall'inganno non riceva gloriosa, danno, di cui prima a nessuno le Muse abbiano ma al contrario in tal modo risanati riacquistino velato le tempie; vigore; anzitutto perché grandi cose io insegno, e così io ora, poiché questa dottrina per lo più pa cerco di sciogliere l'animo dagli stretti nodi della troppo ostica a coloro che non l'hanno coltivata superstizione; e il volgo rifugge lontano da essa, ho voluto esp poi perché su oscura materia compongo la nostra dottrina col canto delle Pieridi che suo versi tanto soave, luminosi, tutto cospargendo col fascino delle Muse. e quasi cospargerla col dolce miele delle Muse, Infatti anche questo appare non privo di per provare se per caso potessi in tal modo ten ragione; ma, come i medici, quando cercano di dare aiavvinto il tuo animo ai miei versi, finché penetri fanciulli la natura, in quale forma sia disposta e ornata. l’amaro assenzio, prima gli orli, intorno al

Pascoli: Poesia di piccole cose Poesia è trovare nelle cose, come ho da dire?

Pascoli: Poesia di piccole cose Poesia è trovare nelle cose, come ho da dire? il loro sorriso e la loro lacrima; e ciò si fa da due occhi infantili che guardano semplicemente e serenamente di tra l’oscuro tumulto della nostra anima … La poesia in quanto è poesia, la poesia senza aggettivi, ha una suprema utilità morale e sociale. È quella che migliora e rigenera l’umanità, escludendone, non di proposito il male, ma naturalmente l’impoetico. Impoetico è ciò che la morale riconosce cattivo e ciò che l’estetica proclama brutto.

D’Annunzio: Il verso è tutto O poeta, divina è la Parola; ne la pura

D’Annunzio: Il verso è tutto O poeta, divina è la Parola; ne la pura bellezza il ciel ripose ogni nostra letizia; e il Verso è tutto.

Croce: L’incanto della poesia Questo è l’incanto della poesia: l’unione del tumulto e della

Croce: L’incanto della poesia Questo è l’incanto della poesia: l’unione del tumulto e della calma, dell’impulso passionale e della mente che lo contiene in quanto lo contempla. La vittoria è della contemplazione, ma è una vittoria che freme tutta della battaglia sostenuta e che ha sotto di sé l’avversario domato e vivente. Il genio poetico coglie e ferma questa linea sottile, in cui la commozione è serena e la serenità commossa.

Ungaretti: Parola scavata Gentile Ettore Serra poesia è il mondo l’umanità la propria vita

Ungaretti: Parola scavata Gentile Ettore Serra poesia è il mondo l’umanità la propria vita fioriti dalla parola la limpida meraviglia di un delirante fermento Quando trovo in questo mio silenzio una parola scavata è nella mia vita come un abisso.

Montale: I limoni Ascoltami, i poeti laureati si muovono soltanto fra le piante dai

Montale: I limoni Ascoltami, i poeti laureati si muovono soltanto fra le piante dai nomi poco usati: bossi ligustri o acanti. Io, per me, amo le strade che riescono agli erbosi fossi dove in pozzanghere mezzo seccate agguantano i ragazzi qualche sparuta anguilla: le viuzze che seguono i ciglioni, discendono tra i ciuffi delle canne e mettono negli orti, tra gli alberi dei limoni. Meglio se le gazzarre degli uccelli si spengono inghiottite dall' azzurro: piú chiaro si ascolta il susurro dei rami amici nell' aria che quasi non si muove, e i sensi di quest' odore che non sa staccarsi da terra e piove in petto una dolcezza inquieta. Qui delle divertite passioni per miracolo tace la guerra, qui tocca anche a noi poveri la nostra parte di ricchezza ed é l' odore dei limoni. Vedi, in questi silenzi in cui le cose s' abbandonano e sembrano vicine a tradire il loro ultimo segreto, talora ci si aspetta di scoprire uno sbaglio di Natura, il punto morto del mondo, l' anello che non tiene, il filo da disbrogliare che finalmente ci metta nel mezzo di una verità Lo sguardo fruga d' intorno, la mente indaga accorda disunisce nel profumo che dilaga quando il giorno piú languisce. Sono i silenzi in cui si vede in ogni ombra umana che si allontana qualche disturbata Divinità Ma l' illusione manca e ci riporta il tempo nelle città rumorose dove l' azzurro si mostra soltanto a pezzi, in alto, tra le cimase. La pioggia stanca la terra, di poi; s' affolta il tedio dell' inverno sulle case, la luce si fa avara - amara l' anima. Quando un giorno da un malchiuso portone tra gli alberi di una corte ci si mostrano i gialli dei limoni; e il gelo del cuore si sfa, e in petto ci scrosciano le loro canzoni le trombe d' oro della solarità.

Turoldo: Creazione Poesia è rifare il mondo, dopo il discorso devastatore del mercadante. D.

Turoldo: Creazione Poesia è rifare il mondo, dopo il discorso devastatore del mercadante. D. Ventrone, La creazione del mondo

Borges: Il sur Da uno dei tuoi cortili aver guardato le antiche stelle, dalla

Borges: Il sur Da uno dei tuoi cortili aver guardato le antiche stelle, dalla panchina dell’ombra aver guardato quelle luci disperse che la mia ignoranza non ha imparato a nominare né a ordinare in costellazioni, aver sentito il cerchio dell’acqua nella segreta cisterna, l’odore del gelsomino e della madresilva, il silenzio dell’uccello addormentato, l’arco dell’androne, l’umidità -queste cose, forse, sono la poesia.

Borges: Arte poetica Guardare il fiume fatto di tempo e acqua e ricordare che

Borges: Arte poetica Guardare il fiume fatto di tempo e acqua e ricordare che il tempo è un altro fiume, sapere che ci perdiamo come il fiume e che i volti passano come l’acqua. Sentire che la veglia è un altro sogno che sogna di non sognare e che la morte che la nostra carne teme è quella morte di ogni notte, che si chiama sogno. Vedere nel giorno o nell’anno un simbolo dei giorni dell’uomo e dei suoi anni, convertire l’oltraggio degli anni in una musica, un rumore, un simbolo. Vedere nella morte il sogno, nel tramonto un triste oro, tale è la poesia che è immortale e povera. La poesia ritorna come l’aurora e il tramonto. Talora nelle sere un volto ci guarda dal fondo di uno specchio; l’arte deve essere come quello specchio che ci rivela il nostro proprio volto. Narrano che Ulisse, sazio di prodigi, pianse d’amore scorgendo la sua Itaca verde e umile. L’arte è quell’Itaca di verde eternità, non di prodigi. Ed è pure come il fiume senza fine che scorre e resta, cristallo di uno stesso Eraclito incostante che è lo stesso ed è altro, come il fiume senza fine.

Luzi: Alta parola Vola alta, parola, cresci in profondità, tocca nadir e zenit della

Luzi: Alta parola Vola alta, parola, cresci in profondità, tocca nadir e zenit della tua significazione, giacché talvolta lo puoi – sogno che la cosa esclami nel buio della mente – però non separarti da me, non arrivare, ti prego, a quel celestiale appuntamento da sola, senza il caldo di me o almeno il mio ricordo, sii luce, non disabitata trasparenza… La cosa e la sua anima? o la mia e la tua sofferenza?

Hierro: Vento, fuoco, mare … C. Brancusi, La Musa La poesia è come il

Hierro: Vento, fuoco, mare … C. Brancusi, La Musa La poesia è come il vento, o come il fuoco, o come il mare. Fa fremere alberi, vesti, brucia spighe, foglie secche, culla sulla cresta dell’onda le cose che dormon sulla spiaggia. La poesia è come il vento, o come il fuoco, o come il mare: dona parvenza di vita a ciò che è immobile, paralizzato. E la legna che arde, le conchiglie che l’ onda rapisce e lascia, la carta che il vento invola, brillano di momentanea vita tra due immobilità.

Poesia … Klimt, Le arti. …tesoro inviolabile al tempo.

Poesia … Klimt, Le arti. …tesoro inviolabile al tempo.

Omero: Cantati per sempre La tristezza è il destino che Zeus ci ha dato:

Omero: Cantati per sempre La tristezza è il destino che Zeus ci ha dato: ma è per questo che le nostre vite saranno cantate anche in futuro, da tutti gli uomini che verranno. Il. VI, 357 -358. G. Isola, Sogno di Omero.

Teognide: Dà le ali Io t’ho dato le ali. Volteggerai, librato, Agevolmente sulla terra

Teognide: Dà le ali Io t’ho dato le ali. Volteggerai, librato, Agevolmente sulla terra e il mare. Sarai presente nelle feste, nei banchetti, Col tuo nome su mille bocche, vivo. Ti canteranno ragazzi d’amore, acute voci Serene, al suono di clarini acuti. Poi calerai negli antri della terra buia, Laggiù, nell’Ade stridulo di pianti. Ma con la morte non morrà la fama: gli uomini T’ameranno col tuo nome perenne, Cirno. Andrai per la Grecia e le sue isole, varcando Mari pescosi , sterili distese, Senza cavalli: ti faranno scorta i doni fulgidi Delle Muse dai serti di viole. Canto sarai nei secoli, per chi del canto è vago, Finché la terra duri e duri il sole. E io? Tu non ti curi di me: tu non mi dai Che parole. M’illudi, come un bimbo.

Saffo: Memoria futura Morta tu giacerai e più nessuna memoria futura ci sarà di

Saffo: Memoria futura Morta tu giacerai e più nessuna memoria futura ci sarà di te giammai: perché delle rose non hai parte di Pieria, ma anche nella casa di Ade oscura ti aggirerai svolazzando tra le ombre morte.

Callimaco: Usignoli eterni Mi ha riferito qualcuno, o Eraclito, della tua morte e mi

Callimaco: Usignoli eterni Mi ha riferito qualcuno, o Eraclito, della tua morte e mi ha fatto piangere: ho ricordato quante volte insieme chiacchierando abbiamo messo a dormire il sole, ma tu, amico di Alicarnasso, da un pezzo sei cenere. Ma vivono i tuoi usignoli. Su di loro Ade, il grande predone, non allungherà la mano.

Teocrito: Poesia celebratrice Sempre questo sta a cuore alle figlie di Zeus, sempre ai

Teocrito: Poesia celebratrice Sempre questo sta a cuore alle figlie di Zeus, sempre ai poeti, Celebrare gli dei immortali, celebrare le glorie degli eroi. Le Muse sono dee e cantano gli dei; Noi qui siamo mortali e dunque cantiamo i mortali. … …Obliati sarebbero rimasti tra miseri mortali Per lunghe generazioni … se il valente poeta di Chio I suoi accenti modulando sulla lira policorde Tra gli uomini futuri non li avesse resi rinomati …. Dalle Muse viene la buona fama per i mortali, Le ricchezze dei morti le distruggono i vivi. Le Grazie o Ierone, vv. 1 -4; 42 -45; 58 -59.

Catullo: Augurio di eternità Perciò eccoti questo libretto, quale che sia il suo valore,

Catullo: Augurio di eternità Perciò eccoti questo libretto, quale che sia il suo valore, e mi auguro, o vergine patrona, che duri attraverso gli anni per più di una generazione. I, vv. 7 -10

Orazio: Immortale il poeta Monumento ho innalzato più duraturo del bronzo, più alto della

Orazio: Immortale il poeta Monumento ho innalzato più duraturo del bronzo, più alto della regale mole delle piramidi, che né pioggia edace né Aquilone sfrenato possa distruggere o la serie innumerevole degli anni e la fuga del tempo. No, non tutto morrò, molta parte di me sfuggirà Libitina: sempre di postera lode io crescerò, finché … Odi, III, 30

Orazio: …e le gesta cantate Non fu la sola Elena Spartana che s’infiammò ammirata

Orazio: …e le gesta cantate Non fu la sola Elena Spartana che s’infiammò ammirata per i riccioli curati di un adultero, per l’oro ricamato delle vesti e la corte regale… Vissero prima di Agamennone molti eroi ma tutti languono oscuri e illacrimati in una notte senza fine perché non hanno un sacro vate…. Odi, IV, 9.

 … Foscolo: Poesia eternatrice Siedon custodi de' sepolcri, e quando il tempo con

… Foscolo: Poesia eternatrice Siedon custodi de' sepolcri, e quando il tempo con sue fredde ale vi spazza fin le rovine, le Pimplèe fan lieti di lor canto i deserti, e l'armonia vince di mille secoli il silenzio. … Il sacro vate, placando quelle afflitte alme col canto, i prenci argivi eternerà per quante abbraccia terre il gran padre Oceàno. E tu onore di pianti, Ettore, avrai, ove fia santo e lagrimato il sangue per la patria versato, e finché il Sole risplenderà su le sciagure umane.

Dickinson: Scintille eterne Accendere una lampada e sparire – questo fanno i poeti –

Dickinson: Scintille eterne Accendere una lampada e sparire – questo fanno i poeti – ma le scintille che hanno ravvivato – se vivida è la luce S’imprimono come fanno i soli – ogni età una lente che dissemina la loro circonferenza –

Hesse: Oltre la critica I libri dei poeti non hanno bisogno di spiegazione né

Hesse: Oltre la critica I libri dei poeti non hanno bisogno di spiegazione né di difesa: sono estremamente pazienti e possono aspettare, e se valgono qualcosa, allora essi vivono di solito più a lungo di tutti quelli che li discutono.

Sino a quando esisterà la poesia? Constantin Brancusi, The kiss“, Romania 1876 -1957

Sino a quando esisterà la poesia? Constantin Brancusi, The kiss“, Romania 1876 -1957

Bécquer: Per sempre Non dite che, esaurito il suo tesoro, priva d’argomenti, tacque la

Bécquer: Per sempre Non dite che, esaurito il suo tesoro, priva d’argomenti, tacque la musa; Potran sparire i poeti, ma sempre ci sarà poesia. Finché le onde della luce al bacio palpitino accese, finché il sol le sfilacciate nubi di fuoco e oro vesta, fin tanto che l’aer nel suo grembo rechi profumi e armonie, finché ci sia nel mondo primavera, ci sarà poesia. Finché la scienza a scoprir non riesca le fonti della vita, e nel cielo o in mar sia un abisso che ai calcoli resista,

finché l’umanità sempre avanzando non sappia dove cammina, finché ci sia un mistero per

finché l’umanità sempre avanzando non sappia dove cammina, finché ci sia un mistero per l’uomo, ci sarà poesia. Finché si senta che ride l’anima senza che il labbro rida, finché si pianga, ma il pianto non scenda a velar la pupilla, fin tanto che fra il cuore e la testa la lotta continui, finché ci siano speranze e ricordi, ci sarà poesia. Finché ci siano occhi che riflettono di altri occhi lo sguardo, finché risponda il labbro con un sospiro al labbro che sospira, finché possano sentirsi in un bacio due anime confuse, finché esista una bella donna, ci sarà poesia.

FINE

FINE