IL MONDO DELLE POLEIS TRA DEMOS E TIRANNIDE

  • Slides: 14
Download presentation
IL MONDO DELLE POLEIS: TRA DEMOS E TIRANNIDE Classe I D G. Coscia Anno

IL MONDO DELLE POLEIS: TRA DEMOS E TIRANNIDE Classe I D G. Coscia Anno Scolastico 2009/2010 M. Di Massa E. Iarrobino P. Lavorgna

IL MONDO DELLE POLEIS: TRA DEMOS E TIRANNIDE n n n Nel 1050 a.

IL MONDO DELLE POLEIS: TRA DEMOS E TIRANNIDE n n n Nel 1050 a. C. in Grecia si conobbe un aumento dell'uso del ferro, che ne conseguì un miglioramento della sua lavorazione e permise un aumento demografico. Quindi i popoli non potevano più vivere in villaggi di difficile accesso, sperduti e in mezzo alle montagne, ma dovevano organizzarsi per difendersi dagli attacchi esterni e bisognava accumulare provviste per le carestie. Nacque così il bisogno di una nuova struttura urbana.

DIFFERENZE TRA POLIS E CITTA’- STATO: il kòsmos ¡ ¡ La polis fu un

DIFFERENZE TRA POLIS E CITTA’- STATO: il kòsmos ¡ ¡ La polis fu un modello di struttura tipicamente e solamente greca che prevedeva l'attiva partecipazione degli abitanti liberi alla vita politica. In contrapposizione alle altre città-stato, la peculiarità della polis non era tanto la forma di governo democratica o oligarchica, quanto l'isonomia: il fatto che tutti i cittadini liberi soggiacessero alle stesse norme di diritto, secondo una concezione che identificava l'ordine naturale dell'universo (kòsmos) con le leggi della città. . L'armonia esistente fra la polis e gli individui che la componevano era assimilata così a quella esistente in natura fra il tutto e le sue singole parti. Ognuno trovava la propria realizzazione nella partecipazione alla vita collettiva e nella costruzione del bene comune.

IL MEDIOEVO ELLENICO… Nel corso dei secoli che vanno dalla fine dell’epoca micenea alle

IL MEDIOEVO ELLENICO… Nel corso dei secoli che vanno dalla fine dell’epoca micenea alle prime manifestazioni della nuova civiltà greca (1200 -800 a. C. ), il livello culturale e civile dei popoli greci si semplificò notevolmente. Venne meno la scrittura. Essa riapparve solo dopo l’ 800 a. C. , quando i greci adottarono l’alfabeto fenicio. Per tali ragioni quest’epoca venne definita «Medioevo» ellenico o «età oscura della Grecia» . Ma la definizione è inesatta: infatti i poemi omerici (l’Iliade e l’Odissea) dimostrano che il livello di vita dell’epoca era assai più avanzato di quanto si pensasse in passato, e i ritrovamenti archeologici più recenti hanno confermato questa tesi. Nel corso dei cosiddetti secoli oscuri, all’interno delle comunità di villaggio, acquistarono crescente importanza le casate aristocratiche. Ogni casata aveva un capo, il basileus , al quale spettava il comando militare e il potere di risolvere le controversie interne al gruppo. Accanto ai basileís sedeva la gherusía, vale a dire il Consiglio degli anziani, ai cui componenti veniva anche riconosciuto il potere di regolare la vendetta privata. Infine, esisteva un’assemblea popolare in cui il popolo discuteva le questioni di interesse pubblico, ma le sue deliberazioni non vincolavano né il basileus né la gherusia.

…IL MEDIOEVO ELLENICO ¡ ¡ ¡ L’organizzazione politica dei greci di quel tempo ,

…IL MEDIOEVO ELLENICO ¡ ¡ ¡ L’organizzazione politica dei greci di quel tempo , conosceva già le istituzioni che saranno gli assi portanti della città greca successiva. Nei cosiddetti «secoli bui» l’agricoltura e l’allevamento costituivano la fonte di sostentamento principale. A quanto sembra, esisteva già una classe di persone in condizioni servili alle dipendenze degli aristocratici. Vi erano anche lavoratori liberi senza terra (i teti), che costituivano il più basso grado della scala sociale ed erano costretti a lavorare in cambio di un compenso a giornata. La produzione artigianale rispondeva alle necessità di vestiario, armi e suppellettili; in linea di massima, ciascuna comunità era autarchica, in quanto sopperiva alle proprie esigenze in maniera autonoma. Nonostante l’autosufficienza economica, alcuni prodotti, come i metalli, dovevano essere importati. Occorreva quindi ricorrere ad attività come la guerra e il commercio. In un’economia che ancora non conosceva la moneta, il commercio era basato non sulla compravendita, bensì sul baratto. Altri beni venivano procurati con la pirateria. Come si vede, dunque, gli stranieri potevano essere considerati nemici da combattere e da depredare, ma anche amici con cui intrattenere buoni rapporti, rispettando delle regole che potremmo definire «internazionali» .

LA NASCITA DELLA POLEIS (VIII SECOLO a. C. ) &… Verso la fine del

LA NASCITA DELLA POLEIS (VIII SECOLO a. C. ) &… Verso la fine del «Medioevo» ellenico, il mondo greco fu investito da una decisiva rivoluzione agraria. Lo sviluppo economico conseguente permetteva il mantenimento di un maggior numero di figli aumentando le nascite. Progressivamente la terra finì per concentrarsi nelle mani di poche famiglie, anche a causa delle dure leggi sui debiti e della prepotenza degli aristocratici. Per questo motivo, città come Corinto, Megara, Calcide, Eretria e Mileto inviarono gruppi di cittadini a fondare nuove città oltremare in zone lontane. Altre città avviarono invece processi di espansione territoriale come Sparta, che nel secolo VII a. C. si estese verso la Laconia meridionale e la Messenia. Confronti storici mostrano che le comunità rurali disponevano di un potenziale considerevole nella regolamentazione della vita collettiva.

IL DEMOS … ¡ ¡ Le norme, orientate sul sostegno reciproco in situazioni di

IL DEMOS … ¡ ¡ Le norme, orientate sul sostegno reciproco in situazioni di emergenza – nel senso di aiuto da parte dei vicini -, non erano definite sul piano giuridico, ma inserite nel sistema di valori della società; venivano tramandate oralmente sotto forma di facili proverbi e la comunità rispondeva alla loro trasgressione con un’offesa dimostrativa di varia gravità, che andava dallo scherno, alla distruzione della casa delinquente, fino alla cosiddetta “divorazione”, vale a dire la distruzione delle derrate alimentari di una casa. Lo spazio in cui si muoveva il rapporto fra individui e società era quello della tensione tra l’ambizione competitiva dei personaggi influenti, che non conosceva limiti nella ricerca di potere e lusso, e l’orientamento cooperativo dei villaggi. Il pensiero e il comportamento competitivo dominavano nel ceto nobiliare, mentre l’orientamento solidale era presente tra i medi e piccoli contadini; tuttavia, coloro tra questi ultimi che avessero raggiunto il benessere, cercavano di sottrarsi ai vincoli della comunità.

… IL DEMOS … ¡ Con il forte sviluppo dell’agricoltura che caratterizza la nuova

… IL DEMOS … ¡ Con il forte sviluppo dell’agricoltura che caratterizza la nuova fase era invece necessario controllare sempre più vaste del territorio con uno sforzo difensivo che poteva essere affrontato solo collettivamente. La guerra per bande e imboscate, tipica dell’economia pastorale, venne quindi sostituita da una nuova tattica di combattimento, alla quale partecipavano tutti coloro che avevano interesse a difendere i raccolti e la terra: si sviluppò così una comunità di contadini-soldati (detti «opliti» da opla, «armi» )che combattevano fianco a fianco. Questo determinò una spinta verso una costituzione egualitaria: ovviamente, chi contribuiva, a rischio della vita, alla difesa comune pretendeva di avere voce in capitolo nella gestione del potere politico. Alla rivoluzione agraria e allo sviluppo di nuove tecniche di combattimento si collega così la nascita di un nuovo tipo di entità politica e di nuove forme di organizzazione del potere.

… IL DEMOS ¡ Nacque il demos, costituito da coloro che non appartenevano alle

… IL DEMOS ¡ Nacque il demos, costituito da coloro che non appartenevano alle casate nobiliari e che, pertanto, erano esclusi dalle cariche di governo. Si trattava di una classe di “nuovi ricchi”. I motivi di tensione sociale tra le famiglie aristocratiche, la minoranza che controllava il potere e la maggior parte delle terre, e il demos, che costituiva il resto della popolazione, erano numerosi. Innanzi tutto l’ineguale distribuzione delle terre e le severe leggi sui prestiti, oltre a contribuire a un’ulteriore concentrazione delle terre nelle mani dell’aristocrazia, riducevano spesso i contadini più poveri a una condizione servile. In altre parole, era necessario stabilire alcune regole che cominciassero a offrire ai più deboli un minimo di garanzia contro il rischio di eccessive ingiustizie. La nuova struttura sociale, che nacque per rispondere a queste necessità fu la polis, forma politica nuova e radicalmente diversa dalle precedenti. La polis infatti era uno stato del tutto indipendente e, al suo interno, la sovranità non spettava a un individuo solo o a un ristretto gruppo, ma a tutti i membri della polis stessa, vale a dire i cittadini.

L’Uomo «L’uomo – scrive Aristotele – è un animale politico» In altre parole solo

L’Uomo «L’uomo – scrive Aristotele – è un animale politico» In altre parole solo il cittadino (e quindi, nella prospettiva di Aristotele, l’uomo libero, greco e civilizzato) è degno di essere definito uomo.

IL PERIODO DEI TIRANNI. • • Con la nascita del demos il popolo non

IL PERIODO DEI TIRANNI. • • Con la nascita del demos il popolo non era più soltanto un pubblico ma era coinvolto e direttamente interessato. Ciò riguardò l’intera comunità: i contadini più abbienti che si orientavano verso i valori aristocratici, dovettero ineluttabilmente mirare alla partecipazione politica; i contadini più poveri vivevano nella continua minaccia sia della loro stessa esistenza che della libertà personale. I ricchi e i nobili lottavano come prima per le posizioni di comando. Questa mescolanza di interessi portò in molte comunità greche a violenti conflitti diffusi con diversa intensità. Per i conflitti con carattere di guerra civile venne adottato il concetto di stasis, che nella moderna scienza della politica viene denominato “internal war”. Le regole comunemente accettate del conflitto politico furono travolte dall’uso della violenza e le conseguenze che ne risultarono furono di ampia portata per l’ordine politico e sociale. All’inizio i conflitti erano limitati ai nobili, in seguito acquisirono rapidamente una base più ampia. Di questa situazione, vale a dire della stasis è peculiare il fenomeno della tirannide che trovava i suoi fondamenti nei conflitti nobiliari e nella mentalità competitiva: essere il migliore, superare gli altri comportava che non si volesse stare solo davanti agli altri, ma al di sopra e dominarli.

IL PERIODO DEI TIRANNI. . ¡ ¡ E’ interessante notare che proprio gli appartenenti

IL PERIODO DEI TIRANNI. . ¡ ¡ E’ interessante notare che proprio gli appartenenti allo stesso ceto rimasero i principali avversari e che per questo non potè svilupparsi nessuna solidarietà corporativa. A questo si aggiunsero altri fattori: un numero sempre maggiore di Greci si era fatto assoldare durante gli anni critici come mercenari e furono quindi ingaggiati come soldati, in parte perfino insediati con funzioni di comando. Molti fecero ritorno in patria ricchi di esperienze militari e potevano sfruttare le loro esperienze per acquistare potere personale. Costoro che avevano fatto esperienza, soprattutto in Asia Minore, di una vera forma di assolutismo, erano entrati in contatto con la tradizione della monarchia orientale. Il regno di Lidia ne forniva l’esempio migliore, in particolare a partire dall’usurpazione di Gige che si impossessò del regno uccidendo il re Candaule e sposandone la moglie e, una volta al potere, eliminò l'influenza delle dinastie locali e trasformò la Lidia in una monarchia di carattere accentrato e dispotico. Significativamente la parola tiranno proviene dall’Asia Minore. La tirannide ha così due volti: da una parte gli sforzi dei nobili di conquistare il potere. Dall’altra parte la tirannide andò oltre i limiti della contesa nobiliare, il potere ne risultò concentrato, anzi monopolizzato.

IL PERIODO DEI TIRANNI … ¡ ¡ Questo modello non riuscì ad imporsi, i

IL PERIODO DEI TIRANNI … ¡ ¡ Questo modello non riuscì ad imporsi, i tiranni non riuscirono ad acquisire un consenso di lunga durata, quindi a fondare un dominio legittimo. Decisiva fu la resistenza proveniente dalla comunità tutta, il fatto che si guardasse alla tirannide come a una minaccia per tutti o per molti. Molto forte era la tendenza a percepire il pericolo della tirannide, dal momento che a dispetto di ogni pacificazione sociale, aumentò in misura crescente anche presso i non nobili, presso il popolo, la richiesta di partecipazione politica e di coinvolgimento nelle decisioni. Il percorso tramite il quale questo principio poteva affermarsi concretamente nell’ordine politico era la legislazione, cioè la fissazione per iscritto e la sanzione giuridica di regole e procedure essenziali dell’interazione politica sociale. Questi ordinamenti furono impressi su legno o su pietra e furono collocati presso i templi e sulla piazza centrale. Le regole dovevano essere vincolanti per tutti gli interessati, quindi per l’intera comunità.

IL PERIODO DEI TIRANNI ¡ ¡ ¡ Alle trasgressioni furono assegnate pene corrispondenti e

IL PERIODO DEI TIRANNI ¡ ¡ ¡ Alle trasgressioni furono assegnate pene corrispondenti e furono istituiti organismi di controllo. Proprio perché le regole dovevano essere valide per tutti e sancite sul piano giuridico, a dominare erano ormai le leggi. Si sviluppò così una forma semplice di statalismo. I Greci vedevano nel dominio delle leggi la garanzia della libertà, che era poi libertà dalla tirannide. Alcune poleis, specialmente in situazioni di crisi, incaricarono individui particolarmente capaci della stesura delle leggi. L’ateniese Solone emanò una serie di leggi tra le quali alcune di estrema importanza per l’organizzazione politica, le competenze e la composizione delle diverse cariche e organismi. Solone eliminò i più gravi soprusi sociali, attraverso l’annullamento dei debiti e il riscatto degli Ateniesi caduti in schiavitù: la sete di potere da parte degli aristocratici di spicco rimase incontenibile. Non era possibile creare così rapidamente una coscienza cittadina. Le tensioni permasero e furono contrassegnate dalla lotta per il potere condotta da tre aristocratici di rilievo: Licurgo, Megacle e Pisistrato.