IL MODELLO DI PRESA IN CARICO GRUPPALE cinziasacchellilibero
IL MODELLO DI PRESA IN CARICO GRUPPALE cinziasacchelli@libero. it
LE RADICI 1800: Il Modello morale ( «Deficit della Volontà» ) e della Temperanza 1900 dopoguerra: Modello medico di cura della astinenza: tranquillanti, elettroshock, lobotomia. . . 1930 (proibizionismo): AA ed il metodo dei 12 passi; ALANON; ALATEEN 1964 Modello ecologico, approccio psico-medico-sociale (V. Hudolin) Anni 60: G. Baetson; Scuola di Palo Alto; Teoria Sistemica Legge n. 180/78 (Legge Basaglia) Anni 70: primi gruppi AA e CAT in Italia
Alcuni Principi del Modello Biopsicosociale: 1) la causalità è multidirezionale, multicausale, probabilistica; 2) cambiamenti in un aspetto dei sistemi persona-persona o persona-ambiente possono riverberarsi in tutto il sistema; 3) tra la persona e l’ambiente avvengono transazioni reciproche; 4) la persona è influenzata dagli eventi futuri ed è orientata ad uno scopo; 5) le persone non si muovono sempre verso uno stato ideale ma in questo possono essere anche distruttive; 6) per capire una persona è necessario osservarla in relazione con il suo contesto particolare, includendo i fattori storici, correnti e futuri; 7) i tentativi di misurare il sistema persona-ambiente modificano il sistema. (Kumpfer et al. , 1990).
LA FORMAZIONE Le Equipe multidisciplinari dei Servizi di Alcologia al completo (psicologi, medici, AS, educatori, infermieri) si sono formate : - congiuntamente alle Tecniche di conduzione dei Gruppi - alla pratica di Conduzione di Gruppo con Metodi Attivi (con altri Servizi della ASL Milano e Provincia di Milano). In seguito: - alcuni operatori hanno proseguito la formazione su Psicodramma e Metodi Attivi; - supervisione su temi specifici correlati alla pratica della conduzione.
IL PROCESSO MULTIFASICO DI PRESA IN CARICO Viene definita la procedura di presa in carico dell’utente e della famiglia, uniforme in ogni servizio di alcologia (NOA). Sono previste diverse fasi del processo di presa in carico che, di norma, ha una durata predefinita di 18 mesi: - Valutazione multidisciplinare dell’utente e della famiglia (contesto) - Disassuefazione / Raggiungimento della astensione dagli alcolici - Sostegno alla astinenza e prevenzione (recupero precoce) delle recidive contestuale trattamento finalizzato ad una maggiore consapevolezza di sé; sviluppo di una maggiore competenza nell’affrontare problematiche personali e relazionali e nella ricerca di modalità più sane per garantirsi gratificazione e benessere. - Consolidamento e follow up, Dimissione.
LO STRUMENTO GRUPPALE NELLA CURA Nella metodologia di presa in carico (definita nella Procedura Specifica di Processo) viene prevista, di norma, la frequenza dei gruppi. I gruppi inizialmente inseriti nella Psp sono quelli sperimentati e validati sul campo (GIA e GPP), ed i Gruppi di Auto-Aiuto (CAT, AA e ALANON). Tutti gli operatori della Equipe conducono gruppi e tutti concorrono al reclutamento dei pazienti che incontrano per i gruppi programmati dal servizio. All’utente e alla famiglia vengono spiegati fin dal primo colloquio i motivi della scelta del gruppo quale strumento elettivo e vengono previsti interventi propedeutici al setting gruppale per sciogliere le resistenze (gradualità, informazione, accompagnamento…).
LA COMPETENZA GENERATIVA Gli operatori formati, grazie alla esperienza sul campo acquisiscono dimestichezza con lo strumento gruppale e sicurezza nel suo utilizzo. L’interesse per lo strumento e la gratificazione derivante dalla sua efficacia stimola gli operatori ad attivare anche altri gruppi in risposta a bisogni della utenza, del servizio, attitudini dell’operatore stesso. Alcuni esempi: Gruppo di Accoglienza e Motivazione; Gruppo Educativo Riabilitativo; Gruppo di Risocializzazione; Gruppo Consolidamento; Gruppo Patenti e Gruppo Icaro; Gruppo Genitorialità; Gruppo Film; Protocollo MBRP.
START UP L’idea di un nuovo gruppo nasce alla Equipe o al singolo operatore che la condivide in Equipe. Viene stesa una bozza di progetto che viene condivisa in Equipe. Ogni nuovo gruppo viene co-condotto da due operatori (che definiscono i ruoli di conduttore e osservatore) e prevedono un periodo di sperimentazione e verifica. ATTENZIONI: Reclutamento e numerosità; inquadramento chiaro e armonico nella cornice della Psp e del modello multifasico; sostenibilità della frequenza (orari, intensità di cura); omogeneità e disomogeneità della utenza; ruoli familiari.
LA COLLABORAZIONE CON ALTRI GRUPPI Protocolli di collaborazione con i Gruppi di Auto-Aiuto, Reparti Ospedalieri e Progetti con Enti Accreditati che prevedono: - modalità di invio reciproco - chi fa cosa; dove, come, quanto a lungo, esito al termine - modalità di comunicazione sul caso (in accordo con l’utente) - attività di prevenzione, informazione, sensibilizzazione congiunte. E’ molto importante che l’utente avverta unitarietà di intenti e coordinamento tra gli operatori del servizio e i conduttori del gruppo di auto-aiuto : a tale scopo sono utili incontri congiunti (presentazione del caso; verifica dell’andamento) o il ritrovarli insieme in iniziative condivise (per es. Interclub).
E ORA ARRIVA IL BELLO… cinziasacchelli@libero. it
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