Il mito Il mito Il mito in Platone

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Il mito in Platone Il mythos è un racconto, una favola, una leggenda che

Il mito in Platone Il mythos è un racconto, una favola, una leggenda che spiega in forma simbolica, poetica, un fenomeno naturale o sociale. Per altri versi rappresenta una vera concezione del mondo all'interno della quale si risponde alle grandi domande esistenziali, senza pretendere una qualche forma di dimostrazione. Il Logos è esattamente l'opposto del mythos giacchè esso è discorso vero che ricorread una dimostrazione razionale.

Le funzioni del mito in Platone 25 è il numero dei miti, se prensiamo

Le funzioni del mito in Platone 25 è il numero dei miti, se prensiamo in considerazione la definizione di mito sulla scorta dello studio di F. Ferrari, I miti platonici, che adotta una definizione non rigida di mito: dal mare magnum dell'opera platonica, sono emersi numerosi raccontigui al mito che rientrano, tuttavia, in una forma di discorsività che rimanda a ciò che possiamo definire dimensione mitologica. Dall'analisi dei 25 miti è possibile rintracciare le seguenti funzioni: 1) educativa; 2)persuasiva; 3) didattica; 4) emozionale; 5) sussidiaria.

Il mito in Platone La funzione educativa si connette all'idea che Platone ha della

Il mito in Platone La funzione educativa si connette all'idea che Platone ha della formazione dell'individuo nella Kallipolis – la Città ideale. Il mito ritorna utile se controllato dai governanti, pensato come edificante per la formazione delle anime verso il bene: “Convinceremo sia le balie sia le madri a raccontare ai bambini i miti ammessi, mettendo più impegno nel formare le loro anime con i miti che i corpi con le mani” Repubblica II, 377 C Il Mito di Atlantide ad esempio, è un racconto che deve essere ammesso nella Kallipolis proprio perché edificante. Il Mito dell'androgino di Aristofane, Platone non lo farebbe circolare in città perché diseducativo, sia rispetto agli dei, sia perché rozzo, volgare, materiale

Il mito in Platone La funzione persuasiva dei miti si espleta in quel range

Il mito in Platone La funzione persuasiva dei miti si espleta in quel range che va dall'acquisizione subdola di una benevolenza verso una tesi, alla proposta di far passare una falsità come una verità ancorché a fin di bene. Il mito sarebbe una sorta di “utile medicina”. La funzione didattica è correlata a tutti quei miti che si strutturano per semplificare o per dare maggior forza, con l'immagine, alla dimostrazione filosofico-razionale. Il Mito della caverna più che un mito, tecnicamente, è un'allegoria spiegata punto per punto. Il Mito dell'anello di Gige, del resto, è un vero e proprio racconto favoloso che semplifica, con grande forza, un vero e proprio “esperimento mentale” un proficuo esercizio per apprendisti filosofi.

Il mito in Platone La funzione emozionale la si rintraccia in quelle storie dove

Il mito in Platone La funzione emozionale la si rintraccia in quelle storie dove ai personaggi dei dialoghi viene proposto di alleviare la fatica dell‟argomentare filosofico. Il mito diventa una storia bella, gradevole, piacevole. Nel Mito di Prometeo e Epimeteo, Protagora chiede se si preferisce che “lo dimostri raccontando un mito o analizzandolo col ragionamento? […] a me pare che sarebbe più gradito se io vi raccontassi un mito”(Protagora, 320 B). Passerà poi al ragionamento, al logos;

Il mito in Platone La funzione sussidiaria sta ad indicare quel particolare uso del

Il mito in Platone La funzione sussidiaria sta ad indicare quel particolare uso del mito che „scalza‟ il logos. Il Logos abdica, cioè, al suo ruolo e cede al mythos perche non riesce a cogliere la verità „storica‟; non ha elementi per inanellare una dimostrazione razionale, scientifica. Il mito è, dunque, utilizzato come surroga della dimostrazione logica. I miti escatologici così come quelli cosmologici ne sono una prova. Anche in questi casi però il mito non ha più una sua autonomia: è una finzione, ma ricalcata il più possibile sulla verità logico-scientifica. Il Mito del Demiurgo, ad esempio, è certamente una finzione, ma espone, le verità ontologiche della filosofia platonica, per quanto possibile, in termini di cose, di mondo „sensibile‟. E‟ “come se”! Insomma, il mito non surroga il logos, né scopre spazi dove esso non arriva quanto dà forma „sensibile‟, verosimile, alle capacità esplorative del logos. Il mito è una finzione ricalcata il più possibile sulla verità.

Il mito in Platone- Il mito dell’androgino Il Mito dell’androgino è raccontato dal commediografo

Il mito in Platone- Il mito dell’androgino Il Mito dell’androgino è raccontato dal commediografo greco Aristofane, autore, tra l’altro, delle Nuvole dove il grande Socrate viene deriso, sbeffeggiato alla stregua di un sofista lestofante che con la sua vuota retorica funambolica ingarbuglia la gioventù. Aristofane, nel Simposio, argomenta su Eros e la sua aspirazione all’Uno, all’Intero. Il mito racconta della potenza di Eros che può essere afferrata solo se si comprende la nostra primitiva natura di un tempo originario. Un tempo la natura umana aveva tre generi: maschio, femmina, androgino cioè maschio e femmina insieme.

Il mito in Platone- Il mito dell’androgino Avevamo due facce su un unico collo,

Il mito in Platone- Il mito dell’androgino Avevamo due facce su un unico collo, quattro braccia e quattro gambe; una forma sferica e ci si muoveva rotolando. Avevamo una forza terribile ed eravamo orgogliosi assai. Ma questa hybris, questa tracotanza che ci fece tentare “la scalata al cielo per imporci agli dei” fu „saldata‟ fisicamente. Per annichilire questa alterigia Zeus, dopo aver lungamente meditato, decise di tagliarci in due - come le sorbe, come le uova, come le sogliole - per indebolirci. Un pericolo - avverte Aristofane - che sempre incombe per chi si copre di empietà: gli dei possono di nuovo segarci in due come bassorilievi. Si spiegano così gli orientamenti sessuali: omosessuale è chi deriva dal taglio di un maschio; lesbica chi proviene dal taglio di una femmina e eterosessuale quelli che erano androgini. Il simile cerca naturalmente il simile. L’omosessualità non è affatto una perversione, degenerazione, anzi, per il fatto che è sganciato, indipendente dalla sfera della riproduzione è finanche più puro, una superiore forma d’amore.

Il mito in Platone- Il mito dell’androgino Da allora ogni metà è alla ricerca

Il mito in Platone- Il mito dell’androgino Da allora ogni metà è alla ricerca della antica, originaria perfezione. Gli individui non sono che „lacerati‟, „scissi‟ „tagliati‟ che vivono questa ferita inflitta dagli dei - come ci ricorda l‟ombelico: “Ciascuno di noi dunque è come un simbolo d'uomo”. L’uomo ha nostalgia di quella perfetta armonia dei contrari, di quella unità o totalità originaria. Tendiamo all’abbraccio con l’Altro sull’onda del ricordo, della nostalgia, del desiderio di quell’indistinto originario!

Il mito in Platone- Il mito dell’androgino Le creature originarie non generavano tra loro,

Il mito in Platone- Il mito dell’androgino Le creature originarie non generavano tra loro, ma con la terra. Zeus visto che ogni metà cercava assolutamente l’altra e se una moriva l’altra la seguiva si vide costretto a intervenire di nuovo: spostò i genitali sul davanti e così rese possibile la generazione tra di essi e l’appagamento, seppur momentaneo della ritrovata unità. Il desiderio dell’unità trovava questo „ripiego‟ attraverso la sessualità che negli etero diventa generazione e negli omosessuali mero appagamento dell’unità originaria.

Il mito in Platone- Il mito dell’androgino Eros, nella sua figurazione meramente sessuale, era

Il mito in Platone- Il mito dell’androgino Eros, nella sua figurazione meramente sessuale, era stato dunque mandato affinchè la specie umana non si estinguesse, di fame e di inedia, per il dolore della scissione della originaria unità. Ogni abbraccio, ogni amplesso è memoria e ricerca di questa unità originaria. Il mito non ci racconta tanto la visione platonica di Eros quanto proprio quella di Aristofane ancora impigliata secondo la concezione platonica nella fisicità cioè in visione di Eros ancora volgare e rozza che non riesce a liberarsi, o a „salire‟ verso livelli più spirituali. « Dunque al desiderio e alla ricerca dell'intero si dà nome amore » (Platone, Simposio, 192 e-193 a, trad. it. Franco Ferrari)

Il mito in Platone- Il mito dell’androgino

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Il mito in Platone- Il mito di Er Il celeberrimo Mito di Er traccia

Il mito in Platone- Il mito di Er Il celeberrimo Mito di Er traccia il destino escatologico del buono e del cattivo e che Platone farebbe certamente circolare nella kallipolis per il suo valore educativo. Mito assai articolato che dà spunto ad una serie di riflessioni filosofiche. Il Mito di Er si apre con una pira che sta per essere accesa e mandare in „fumo‟ il corpo di un guerriero. Ma… il valoroso guerriero Er, morto in battaglia, al dodicesimo giorno, prima che il fuoco divampi, ritorna in vita e racconta tutto ciò che ha visto nel regno dei morti. Insomma, un morto che resuscita!

Il mito in Platone- Il mito dell’androgino

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