Il Fantastico viaggio di Dante NEI TRE REGNI

Il Fantastico viaggio di Dante. NEI TRE REGNI DELL'ALDILA'

• Dante Alighieri, è uno dei più grandi scrittori italiani padre della nostra lingua, nato a Firenze nel 1265. LA VITA All’ età di soli nove anni incontrò per la prima volta Beatrice, se ne innamorò e la scelse come musa per tutta la sua vita. Dante iniziò a viaggiare per l’Italia e proprio lì iniziò l’opera più famosa: la Commedia intitolata Divina da Giovanni Boccaccio per la sua bellezza. Il viaggio si divide in Inferno, Purgatorio, Paradiso. Ogni cantica è costituita da 33 canti per un totale di 99 più quello introduttivo. Dante utilizza i versi raggruppati in terzine, strofe di tre versi legati da rima incatenata.

INTERVISTA A DANTE ALIGHIERI Come ti chiami? Durante Alighieri. Durante cosa? No, Durante è il mio nome, ma tutti i miei amici mi chiamano Dante. Perché hai scritto la Commedia? Per far capire alle persone il viaggio immaginario che si compie per la purificazione dell’ anima. Chi è il tuo motore di ricerca? Il mio motore di ricerca è Virgilio che mi ha aiutato ad affrontare l’ Inferno e il Purgatorio. Bella guida è Virgilio che non ti ha accompagnato al Paradiso!!? ? Perché lui sta nel limbo, cioè è nato prima di Gesù Cristo e non è stato battezzato. Chi è stato/a ad accompagnarti in Paradiso? Mi ha accompagnato Beatrice: la mia musa sin da quando ero ragazzo. È così tragico andare all’ Inferno? Sì, era peggio di stare in un film horror: sentire tutte quelle urla delle anime dannate trasmetteva paura e timore.

• Perché hai scritto la Commedia in una lingua così strana? • Ho scritto la Commedia nella lingua parlata ai miei tempi a Firenze cioè il volgare fiorentino, trasformandolo in una lingua letteraria di alto livello. • Perché Paolo e Francesca erano così legati? • Perché erano legati da un forte amore , però a causa del tradimento si trovano qui tra le anime dannate.

• In questo periodo pochissimi sapevano leggere e scrivere e questa lingua favoriva a tutti di accedere al mio capolavoro. Il mio intento era quello di creare un volgare ideale per tutta l’Italia e non per un singolo regno. La parola volgare non va dunque intesa come dispregiativa ma semplicemente come riferimento alla lingua vernacolare quella cioè impiegata nella vita quotidiana, rispetto a quella della tradizione letteraria latina.