IL CRUSCOTTO DEGLI INDICATORI ECONOMICI DELLA PROVINCIA DI

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IL CRUSCOTTO DEGLI INDICATORI ECONOMICI DELLA PROVINCIA DI FIRENZE Introduzione < INDICE GENERALE > Glossario IL CRUSCOTTO DEGLI INDICATORI ECONOMICI DELLA PROVINCIA DI FIRENZE (Aggiornamento: giugno 2011) A cura del Servizio Statistica, Studi e Proprietà intellettuale della Camera di Commercio di Firenze

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IL CRUSCOTTO DEGLI INDICATORI ECONOMICI DELLA PROVINCIA DI FIRENZE Copertina < INDICE GENERALE > Glossario INTRODUZIONE Il cruscotto dell’economia fiorentina è una raccolta di indicatori economici, sia strutturali che congiunturali, presentati tramite grafici atti a fornire un quadro completo e allo stesso tempo nitido e sintetico dell’andamento del sistema economico provinciale, con una particolare attenzione alle variabili cardine che lo caratterizzano. Intento della Camera di Commercio di Firenze è implementare e sviluppare gradualmente un sistema di informazioni economico-statistiche che, aggiornate periodicamente, siano in grado di rappresentare una base dati di rapida e facile consultazione per operatori pubblici e privati sull’andamento dell’economia locale. In altre parole, si è cercato di costruire un “insieme organizzato” di informazioni tale da semplificare la comprensione dei fenomeni economici su scala locale. Il cruscotto si articola in cinque sezioni, a loro volta ripartite in sottogruppi: 1. Quadro macroeconomico 2. Commercio estero 3. Mercato del lavoro 4. Struttura e demografia delle imprese 5. Quadro congiunturale Diverse sono le fonti dei dati alle quali si è fatto ricorso (tra le più utilizzate Istat, Prometeia, Unioncamere Toscana e Infocamere) che, di volta in volta, sono state riportate in calce a ciascun grafico. Inoltre, è stato predisposto un glossario dei principali termini utilizzati, per chiarire il significato e il metodo di costruzione degli indicatori utilizzati.

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IL CRUSCOTTO DEGLI INDICATORI ECONOMICI DELLA PROVINCIA DI FIRENZE Copertina Introduzione Glossario QUADRO DI RIEPILOGO 1. QUADRO MACROECONOMICO DI RIFERIMENTO 3. MERCATO DEL LAVORO 2. COMMERCIO ESTERO 4. DEMOGRAFIA IMPRENDITORIALE 5. QUADRO CONGIUNTURALE

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IL CRUSCOTTO DEGLI INDICATORI ECONOMICI DELLA PROVINCIA DI FIRENZE Copertina Glossario < INDICE GENERALE > Quadro di riepilogo Variabile Fonte e periodo di riferimento 0 Valori Assoluti Variazione % su anno precedente Quote % Valore aggiunto Prometeia 2010 28. 600 (ML di €) Valori correnti +1, 4% Italia: 2, 0 Toscana: 30, 1 Export (valore) Istat 4° trim. 2010 7. 369(ML di €) Valori correnti +6, 7 Italia: 2, 2 Toscana: 27, 8 Istat 2010 428. 351 -0, 4 Italia: 1, 8 Toscana: 27, 5 Infocamere 2° trimestre 2011 108. 849 imprese, di cui 93. 922 attive (86, 4%) +0, 9 Italia: 1, 8 Toscana: 26, 0 - +3, 4 Occupazione Tasso di sviluppo imprenditoriale Produzione industriale UCT 4° trim. 2010 (imprese registrate) -

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IL CRUSCOTTO DEGLI INDICATORI ECONOMICI DELLA PROVINCIA DI FIRENZE << Introduzione < INDICE GENERALE > 1 < GLOSSARIO > Sez. successiva Quadro macroeconomico di riferimento Presentazione della sezione Grafici -> >>

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IL CRUSCOTTO DEGLI INDICATORI ECONOMICI DELLA PROVINCIA DI FIRENZE 1. Quadro macroeconomico di riferimento << Introduzione < INDICE GENERALE > < GLOSSARIO > Sez. successiva Introduzione ai contenuti della sezione In questa sezione viene presentata una rassegna di indicatori che consentono di apprezzare e di valutare l’andamento di un aggregato di riferimento fondamentale, rappresentato dal valore aggiunto realizzato dal sistema economico provinciale. I grafici presentati permettono di avere un’ampia panoramica dell’andamento del prodotto a livello locale, passando per la stima e la dinamica tendenziale del valore aggiunto e presentando anche i dati per alcune variabili analitiche di interesse come le unità di lavoro, la produttività del lavoro e i consumi. Il valore aggiunto viene calcolato come differenza tra il valore della produzione di beni e servizi realizzata dalle singole branche produttive ed il valore dei beni e servizi intermedi consumati dalle stesse branche (materie prime e ausiliarie impiegate e servizi forniti da altre unità produttive); a livello locale il valore aggiunto non deve essere inteso come “approssimazione” del livello del tenore di vita, ma esclusivamente come “valore” creato nel corso del processo di produzione. La variabile è stata anche articolata dal punto di vista macrosettoriale. L’unità di lavoro rappresenta un indicatore della quantità standard di lavoro effettuata da un lavoratore occupato a tempo pieno; il concetto di unità di lavoro è svincolato dalla singola persona fisica, ma viene livellato rispetto al numero di ore annue corrispondenti ad un’occupazione esercitata a tempo pieno; quindi tale indicatore misura il volume di lavoro impiegato nella produzione di beni e servizi rientranti nelle stime del prodotto. La produttività del lavoro è semplicemente il rapporto tra quantità prodotta e lavoro erogato. Ad un livello più preciso si tratta di un indicatore che fornisce la misura del valore aggiunto per ora lavorata. Nei dati che presenteremo abbiamo considerato come indicatore una proxy della produttività del lavoro, corrispondente al rapporto tra valore aggiunto ed unità di lavoro. L’incremento di tale variabile è funzione della qualità del capitale fisico, del miglioramento delle competenze e della manodopera, dei progressi tecnologici e delle nuove forme di organizzazione. In termini prettamente macroeconomici dobbiamo considerare che di solito la produttività del lavoro muta nel tempo, è tendenzialmente crescente nel corso degli anni, in funzione dell’aumento della specializzazione dei lavoratori e dell’aumento dello stock di capitale utilizzato da ciascun lavoratore. Tende a variare nelle varie fasi del ciclo economico, diminuendo prima che inizi una recessione e riprendendo a crescere o all’inizio della ripresa, anticipandola, o poco prima del termine della fase di recessione. <- Inizio sezione 1 -> >>

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IL CRUSCOTTO DEGLI INDICATORI ECONOMICI DELLA PROVINCIA DI FIRENZE 1. Quadro macroeconomico di riferimento << Introduzione < INDICE GENERALE > < GLOSSARIO > Introduzione ai contenuti della sezione Sez. successiva >> Lo scenario internazionale post crisi si è incanalato verso un lento e graduale rientro dalle dinamiche negative del ciclo economico dai primi mesi del 2010, moderando maggiormente i ritmi nella seconda metà dell’anno nei paesi avanzati, parallelamente al venir meno di fattori temporanei di sostegno come gli incentivi governativi e il ciclo delle scorte. Nell’ultimo trimestre dello scorso anno, tuttavia, la fase di recupero si è rinvigorita nelle due principali economie avanzate, migliorando negli Stati Uniti e consolidandosi in Germania, portando a consuntivi favorevoli in questi due paesi (rispettivamente +2, 8% e +3, 5%); nei paesi emergenti e in via di sviluppo la crescita è risultata piuttosto robusta nel 2010 (+7, 3%) correlandosi a un’espansione della domanda interna e a un ritorno dei flussi di capitale in entrata. Le economie emergenti hanno apportato un contributo decisivo al prodotto mondiale per l’anno appena concluso, il quale è aumentato del 5% in base alle ultime stime FMI di aprile. L’attività industriale e l’interscambio commerciale su scala globale hanno raggiunto i livelli di attività pre-crisi intorno alla metà del 2010: il ciclo di crescita della produzione industriale è stato altamente sincronizzato come tempistiche fra i paesi avanzati e quelli in via di sviluppo, anche se è in questi ultimi che ha mostrato una forte progressione La ripresa della crescita si sta orientando sulla via del consolidamento. Vi sono tuttavia alcuni fattori che generano ancora qualche incertezza, come i problemi di debito dei paesi periferici dell’Area Euro e le politiche restrittive per il riequilibrio dei conti pubblici; la persistenza di criticità sui mercati del lavoro; una certa difficoltà nel formulare misure di consolidamento fiscale di medio termine; l’aumento dei prezzi delle materie prime e in particolare quello dei beni alimentari ed energetici; la crescente instabilità geopolitica dei paesi nordafricani e di alcuni mediorientali e il disastro in Giappone. Tuttavia, secondo i più importanti organismi internazionali, gli effetti degli shock recenti non destano, al momento, forti preoccupazioni, in quanto dovrebbero impattare su una eventuale decelerazione del tasso di crescita stimato del PIL mondiale, ma non determinare una vera e propria recessione. La crescita delle economie emergenti continuerebbe ad andare avanti su ritmi robusti, con il proseguimento dello spostamento del baricentro degli scambi. Per l’Italia, il 2010 si è chiuso con un aumento del prodotto dell’ 1, 3%, rappresentando sicuramente un buon rimbalzo, ma limitato se confrontato con la media dell’Area euro (+1, 7%) e con i principali paesi europei. La Germania è il paese che è cresciuto di più (+3, 6%) e con le migliori aspettative; la Francia, ha mostrato un buon tasso di crescita post crisi (+1, 6%), manifestando, come nel caso della Germania, una certa rapidità di recupero, così come analogamente risulta per gli Stati Uniti (+2, 8%); la Spagna ha perso meno dell’Italia durante la crisi, (-3, 7% rispetto a -5, 2%), ma sembra evidenziare maggiori difficoltà nel ripartire (-0, 1%). <- Inizio sezione 1 ->

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IL CRUSCOTTO DEGLI INDICATORI ECONOMICI DELLA PROVINCIA DI FIRENZE 1. Quadro macroeconomico di riferimento << Introduzione < INDICE GENERALE > < GLOSSARIO > Sez. successiva Grafici della sezione Variazione % del valore aggiunto. Valori concatenati, anno di riferimento 2000 Stima del valore aggiunto potenziale in Provincia di Firenze e confronto con quello effettivo (1995=100) Variazioni e contributi alla crescita del valore aggiunto per macrosettore Evoluzione delle quote % del valore aggiunto per macrosettore in Provincia di Firenze Variazione % del valore aggiunto per macrosettore in Provincia di Firenze. Valori concatenati, anno di riferimento 2000 Variazione % delle unità di lavoro Evoluzione delle quote % delle unità di lavoro per macrosettore in Provincia di Firenze Contributi % alla crescita delle unità di lavoro e del valore aggiunto in Provincia di Firenze (prezzi 2000) Variazione % della produttività del lavoro Contributi alla crescita del valore aggiunto: produttività del lavoro e unità di lavoro in Provincia di Firenze PIL pro-capite a valori correnti nelle province toscane nel periodo 2009 -2010 Dinamica dei consumi e del reddito disponibile in provincia Stime previsive 2011 -2012 per la Provincia di Firenze, variazioni %. Valori concatenati, 2000 <- Inizio sezione 1 Grafici -> >>

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IL CRUSCOTTO DEGLI INDICATORI ECONOMICI DELLA PROVINCIA DI FIRENZE 1. Quadro macroeconomico di riferimento << Introduzione < INDICE GENERALE > < INDICE DELLA SEZIONE > Sez. successiva Glossario L’economia fiorentina ha fatto registrare nel 2010 un tasso di sviluppo del valore aggiunto, in termini reali, pari al +1, 4% cominciando a risollevarsi dopo la battuta d’arresto generata dalla crisi, che aveva portato a perdere, in base alle stime definitive, 4, 6 punti percentuali di prodotto nel 2009, risentendo del ridimensionamento dell’attività d’investimento, della caduta dei consumi delle famiglie e del deterioramento della domanda estera. <- Inizio sezione 1 Grafico successivo -> >>

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IL CRUSCOTTO DEGLI INDICATORI ECONOMICI DELLA PROVINCIA DI FIRENZE 1. Quadro macroeconomico di riferimento << Introduzione < INDICE GENERALE > < INDICE DELLA SEZIONE > Sez. successiva Glossario Nonostante il buon andamento del prodotto rilevato per il 2010 e i migliori margini di recupero caratterizzanti il ciclo globale, il percorso che porterà al pieno recupero dei livelli di prodotto pre-crisi non è ancora ben definito e l’orizzonte temporale per la piena uscita e la chiusura del “crepaccio” aperto dalla recessione potrebbe allungarsi. Questo è maggiormente vero se consideriamo che a fronte di un calo cumulato di valore aggiunto del 5, 4%, nel biennio 2008 -2009, la relativa perdita da recuperare, espressa in termini assoluti, sarebbe pari a circa 1, 4 miliardi di euro e che con i dati in nostro possesso possiamo ipotizzare una crescita inferiore al potenziale almeno fino al 2012, considerando anche quest’ultimo si è spostato verso il basso per effetto della crisi. Tuttavia in assenza di crisi e ipotizzando un tasso di crescita corrispondente a quello medio del periodo 2001 -2007 (circa +1%) il potenziale sarebbe stato ben più elevato evidenziando così uno scarto rilevante tra “potenziale ipotetico” pre-crisi e crescita effettiva; ciò indicherebbe che probabilmente siamo sulla via del recupero ma con delle difficoltà ad agganciare la traiettoria di crescita pre-crisi. Grafico successivo -> Inizio sezione 1 <- Grafico precedente >>

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IL CRUSCOTTO DEGLI INDICATORI ECONOMICI DELLA PROVINCIA DI FIRENZE 1. Quadro macroeconomico di riferimento << Introduzione < INDICE GENERALE > < INDICE DELLA SEZIONE > Sez. successiva Glossario Per quanto riguarda i macrosettori di attività il valore aggiunto è ritornato su valori positivi nell’industria in senso stretto (da -13, 5% a +5, 1%) generando il maggior contributo alla crescita totale (+0, 9%) insieme ad un recupero, seppur più rallentato, nei servizi (da -2, 1% a +0, 6%) che apportano l’altra quota di contributo rilevante all’aumento totale del prodotto (+0, 5%). Anche per l’agricoltura la dinamica risulterebbe positiva (da -0, 2% a +0, 6%). Nel comparto edilizio la variazione del valore aggiunto sembrerebbe ancora negativa, seppur in decelerazione (da -4, 6% a -0, 4%). <- Grafico precedente Inizio sezione 1 Grafico successivo -> >>

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IL CRUSCOTTO DEGLI INDICATORI ECONOMICI DELLA PROVINCIA DI FIRENZE 1. Quadro macroeconomico di riferimento << Introduzione < INDICE GENERALE > < INDICE DELLA SEZIONE > Sez. successiva Glossario La perdita di peso del comparto industriale, nel medio periodo, con riferimento al complesso dell’economia locale risulta dipendere da fattori di tipo strutturale legati a processi fisiologici di lungo termine, ad una dinamica contenuta dei processi infrastrutturali di accumulazione e ad una maggiore rilevanza delle attività immateriali nei processi di produzione di beni materiali. <- Grafico precedente Inizio sezione 1 Grafico successivo -> >>

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IL CRUSCOTTO DEGLI INDICATORI ECONOMICI DELLA PROVINCIA DI FIRENZE 1. Quadro macroeconomico di riferimento << Introduzione < INDICE GENERALE > < INDICE DELLA SEZIONE > Sez. successiva Glossario La domanda di lavoro continua a ridimensionarsi, anche se ad un tasso più moderato rispetto all’anno scorso (da -1, 5% a -0, 9%). La dinamica negativa delle unità di lavoro tende a rientrare nel manifatturiero, dove rimane tuttavia ancora su valori negativi non proprio trascurabili (da 11, 5% a -7%), apportando quindi un contributo negativo (-1, 3%). La contrazione rientra, tornando su valori positivi nelle costruzioni (da -1% a +0, 7%) mentre nelle attività terziarie si rileva una dinamica decelerata (da +1, 4% a +0, 5%), andando ad attenuare l’entità del contributo apportato alla variazione complessiva (+0, 3%). Nell’agricoltura le unità di lavoro tendono a ristagnare (da +2, 3% a -0, 04%). <- Grafico precedente Inizio sezione 1 Grafico successivo -> >>

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IL CRUSCOTTO DEGLI INDICATORI ECONOMICI DELLA PROVINCIA DI FIRENZE 1. Quadro macroeconomico di riferimento << Introduzione < INDICE GENERALE > < INDICE DELLA SEZIONE > Sez. successiva >> Glossario L’evoluzione temporale della ripartizione delle unità di lavoro in termini di quote percentuali settoriali non fa che confermare la tendenza rilevata per il valore aggiunto, ovvero un aumento dell’incidenza delle attività terziarie, che raggiungono quota 73, 1% nel 2010, guadagnando circa 2, 9 punti rispetto al 2005; la quota dell’industria in senso stretto è scesa dal 21, 3% al 17, 5% <- Grafico precedente Inizio sezione 1 Grafico successivo ->

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IL CRUSCOTTO DEGLI INDICATORI ECONOMICI DELLA PROVINCIA DI FIRENZE 1. Quadro macroeconomico di riferimento << Introduzione < INDICE GENERALE > < INDICE DELLA SEZIONE > Sez. successiva >> Glossario Il valore aggiunto del settore industriale ha un comportamento sostanzialmente ciclico e nei periodi recessivi, come quello attuale, tende ad apportare un contributo alla variazione del prodotto fondamentalmente negativo. Nel 2010 si è verificata una jobless recovery in cui ad un graduale recupero di prodotto corrisponderebbe un proseguimento delle criticità sui mercati del lavoro, anche se in graduale rientro. Nel 2011 la domanda di lavoro tornerebbe positiva nell’industria (da -7% a +1, 7%), mentre nel terziario si manterrebbe su un ritmo d’incremento accettabile (da +0, 5% a +1%); la variazione complessiva delle unità di lavoro rimarrebbe moderata con un +1%. <- Grafico precedente Inizio sezione 1 Grafico successivo ->

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IL CRUSCOTTO DEGLI INDICATORI ECONOMICI DELLA PROVINCIA DI FIRENZE 1. Quadro macroeconomico di riferimento << Introduzione < INDICE GENERALE > < INDICE DELLA SEZIONE > Sez. successiva Glossario L’andamento della produttività a livello provinciale, nell’arco dell’ultimo decennio, ha risentito di una maggiore variabilità ed erraticità rispetto al dato regionale e nazionale, questo sia per motivi statistici (minore è l’area territoriale maggiore è il grado di variabilità) e sia per ragioni legate a ristrutturazioni e riorganizzazioni settoriali, con riferimento alle attività manifatturiere e all’avanzamento del processo di terziarizzazione. Dal 2003 si è verificato un brusco calo della produttività del lavoro, generando un andamento negativo, che fino al 2006/2007 ha collocato la linea evolutiva provinciale al di sotto della media regionale e nazionale, influendo anche sul rallentamento della dinamica evolutiva tendenziale. La ripresa di produttività stimata per il 2010 è esclusivamente legata a processi di ristrutturazione/riorganizzazione infrasettoriali, determinati dal ciclo economico avverso, che difficilmente si potrebbero tuttavia ripercuotere su incrementi salariali. <- Grafico precedente Inizio sezione 1 Grafico successivo -> >>

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IL CRUSCOTTO DEGLI INDICATORI ECONOMICI DELLA PROVINCIA DI FIRENZE 1. Quadro macroeconomico di riferimento << Introduzione < INDICE GENERALE > < INDICE DELLA SEZIONE > Sez. successiva >> Glossario L’andamento della domanda di lavoro nel 2010 rappresenta la sintesi di processi di ristrutturazione interni, tali da garantire alle imprese sia recuperi di produttività che di competitività. Proprio la produttività del lavoro ha fornito un buon impulso alla crescita del prodotto locale (+2, 3%), con particolare riferimento a quella industriale (+12, 1%), prevalentemente correlata a processi riorganizzativi di ristrutturazione interni alle imprese finalizzati ad alleggerire le risorse umane piuttosto che ad una vera e propria intensificazione dei processi innovativi, che tuttavia dovrebbe esaurirsi nel breve termine, lasciando spazio ad un maggior contributo della domanda di lavoro. Probabilmente con l’auspicabile ripresa delle unità di lavoro e la stabilizzazione della crescita la dinamica della produttività dovrebbe tendere a ridimensionarsi <- Grafico precedente Inizio sezione 1 Grafico successivo ->

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IL CRUSCOTTO DEGLI INDICATORI ECONOMICI DELLA PROVINCIA DI FIRENZE 1. Quadro macroeconomico di riferimento << Introduzione < INDICE GENERALE > < INDICE DELLA SEZIONE > Sez. successiva Glossario 1 >> Glossario 2 La dinamica degli investimenti fissi lordi è tornata positiva (+3, 7%) facendo seguito al forte ridimensionamento del 2009 (-11, 1%). Su ciò vi ha influito l’aumento dei tassi di utilizzo della capacità produttiva (da 67, 4% a 73, 9%) e la ripresa degli investimenti in macchinari e attrezzature in connessione al recupero dell’attività operativa delle imprese, al miglioramento del clima di fiducia delle imprese, ai bassi livelli dei tassi di interesse e, almeno fino a giugno, agli incentivi della Tremonti-ter. I consumi delle famiglie, misurati a prezzi costanti, dopo il risultato negativo maturato l’anno precedente (-3, 2%) nel 2010 hanno mostrato una dinamica piuttosto cautelata (+0, 7%), di poco inferiore al dato nazionale (+1%), in connessione ad un reddito disponibile che, in base a fattori ciclici, si è ripreso con una certa moderazione attestandosi su valori debolmente negativi (-0, 5%). Un fattore che, tuttavia, ha influito positivamente sulla tenuta dei consumi è rappresentato dalla ripresa della spesa dei turisti stranieri (+4, 8% a valori correnti) dopo che in termini cumulati aveva perso circa 15 punti percentuali nel biennio 2008 -2009 <- Grafico precedente Inizio sezione 1 Grafico successivo ->

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IL CRUSCOTTO DEGLI INDICATORI ECONOMICI DELLA PROVINCIA DI FIRENZE 1. Quadro macroeconomico di riferimento << Introduzione < INDICE GENERALE > < INDICE DELLA SEZIONE > Sez. successiva >> Stime previsive 2011 -2012 per la Provincia di Firenze, variazioni % Valori concatenati, anno di riferimento 2000 L’economia fiorentina nel 2011 mostrerebbe una lieve decelerazione del tasso di crescita del valore aggiunto (+1, 2%), risentendo principalmente delle misure fiscali restrittive varate dal governo per il riequilibrio dei conti pubblici e della debolezza della domanda interna. La tenuta del ritmo di incremento sarebbe prevalentemente sostenuta dal contributo della domanda estera (+3, 5%), più incisivo che nel 2010; le importazioni aumenterebbero a un tasso di poco superiore a quello dei flussi di merci in uscita (+4%), con un effetto sull’attività produttiva moderatamente positivo, esercitato dall’interscambio netto con l’estero (+0, 3%). La domanda interna risulterebbe maggiormente “vacillante” con la dinamica dei consumi inferiore a quella del prodotto, collocandosi su un valore analogo a quello dell’anno precedente (+0, 7%). Riguardo al 2012 il prodotto riprenderà moderatamente a crescere sui ritmi del 2010 (+1, 4%) ricevendo i maggiori impulsi dall’intensificarsi dei ritmi di sviluppo delle esportazioni (+5, 3%); anche le importazioni crescerebbero su ritmi più pronunciati (+8, 2%), determinando tuttavia un apporto dell’interscambio netto poco significativo (+0, 1%). Gli investimenti evidenzierebbero un certo miglioramento (+3, 5%) in connessione al consolidamento dello sviluppo del ciclo e anche al probabile maggior recupero del grado di utilizzo della capacità produttiva. I consumi dovrebbero tenere anche in connessione al miglior recupero del reddito disponibile (+1, 2%) e instradarsi sulla via del consolidamento (+1%). <- Grafico precedente Inizio sezione 1 ->

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IL CRUSCOTTO DEGLI INDICATORI ECONOMICI DELLA PROVINCIA DI FIRENZE << Sez. precedente 2 < INDICE GENERALE > < GLOSSARIO > Sez. successiva Commercio estero Presentazione della sezione Grafici -> >>

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IL CRUSCOTTO DEGLI INDICATORI ECONOMICI DELLA PROVINCIA DI FIRENZE 2. Commercio estero << Introduzione < INDICE GENERALE > < GLOSSARIO > Sez. successiva >> Introduzione ai contenuti della sezione I dati sull’interscambio commerciale della provincia di Firenze si collocano sullo sfondo rappresentato dall’andamento dell’economia mondiale, la quale deve essere intesa come una complessa ed articolata rete di interdipendenze in cui operano forze equilibratici che di norma dovrebbero consentire ad un paese (o area locale) di poter commerciare una certa varietà dei propri beni sui mercati mondiali e di poter equilibrare la bilancia commerciale nel lungo periodo, anche se la produttività è di livello inferiore rispetto a quella dei principali concorrenti. Tale processo di aggiustamento non è certo automatico ed è alquanto complesso, dal momento che entrano in gioco i tassi di cambio, i salari e i prezzi interni (che assumono particolare rilievo in una situazione di cambi fissi, come è il caso dell’area euro). È ormai un “classico” luogo comune il fatto che nell’ultimo ventennio i vantaggi comparati dell’Italia nei settori manifatturieri, abbiano “spostato” l’orientamento del modello verso i comparti più tradizionali come sistema moda, mobilio, prodotti di metallo, ceramica e materiali da costruzione, gomma e plastica e meccanica strumentale. Tuttavia sono stati accumulati anche persistenti svantaggi nei settori a prevalenti economie di scala e ad alta tecnologia, come alimentari, elettromeccanica, chimica-farmaceutica, informatica, telecomunicazioni, autoveicoli, aerei. Nel breve-medio periodo la crescita delle quote di mercato dei paesi esportatori risente dell’effetto dei costi di produzione e del tasso di cambio reale favorevole (ovvero di prezzi interni maggiormente concorrenziali). Tuttavia nel medio-lungo periodo diviene assai rilevante, per un paese come l’Italia, la capacità del sistema industriale di spostarsi sulle fasce di maggior prezzo e puntare sull’aumento del contenuto dei servizi nei prodotti. Intendiamo quindi riferirci a: miglioramenti qualitativi, compresa l’importanza del marchio e della reputazione; contenuto tecnologico; controllo della rete distributiva; assistenza post-vendita; vicinanza al mercato, in connessione ad investimenti diretti sui mercati di interesse. Questo vale per tutti i settori a partire da quelli che producono beni intermedi e macchinari fino ad arrivare ai settori che producono beni di consumo finali e che contribuiscono maggiormente alla bilancia commerciale dell’Italia. Uno dei fattori di rilievo che svolge un ruolo trainante, soprattutto per il consolidamento e il buon andamento dell’export, è rappresentato dall’aumento della specializzazione in produzioni di nicchia che intercettano i bisogni di potenziali clienti finali esigenti e disposti a spendere, i quali rappresentano un numero cospicuo a livello mondiale (si pensi al caso della pelletteria di fascia alta e al segmento del lusso in generale, ma anche alla meccanica fine e strumentale). <- Inizio sezione 2 ->

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IL CRUSCOTTO DEGLI INDICATORI ECONOMICI DELLA PROVINCIA DI FIRENZE 2. Commercio estero << Introduzione < INDICE GENERALE > < GLOSSARIO > Sez. successiva >> Introduzione ai contenuti della sezione Negli ultimi anni si è assistito ad un riposizionamento di un’ampia quota di imprese operanti nei settori tipici del made in Italy con una progressiva “emarginazione” ed “espulsione” di quelle di fascia bassa e una crescita di quelle di fascia alta, le quali tendono a non caratterizzarsi per un alto grado di ricorso alla delocalizzazione in paesi a basso costo del lavoro. In tal senso recenti analisi, condotte a livello internazionale, mostrano come non vi sia un’unica via per affrontare le nuove basi della concorrenza determinate dal processo di globalizzazione (rappresentata sostanzialmente da quella proveniente dai paesi in via di sviluppo), ma che vi sono molteplici approcci strategici, che spesso trovano fondamento in una solida base produttiva locale. A partire dal biennio 1995/96 gli esportatori nazionali hanno peggiorato la loro capacità di risposta al mutare dei vantaggi comparati tramite il rinnovamento dei prodotti e la riallocazione delle risorse. La quota dell’Italia sulle esportazioni mondiali si è gradualmente ridimensionata, risentendo sia dell’effetto “sovrapposizione” con i modelli di specializzazione dei paesi in via di sviluppo e sia dell’aumento del prezzo delle materie prime. A ciò si correla anche il differenziale sfavorevole riguardante la crescita della produttività totale dei fattori, rispetto agli altri paesi industrializzati, la quale è divenuta sempre più importante nel determinare le difficoltà ad esportare dell’Italia, in connessione alle determinanti settoriali. L’Italia ha accumulato vantaggi comparati proprio in quei settori e in quei mercati che si caratterizzano per una domanda mondiale piuttosto lenta e sono meno abili nell’incorporare tecnologie ICT. In provincia di Firenze il dato cumulato 2010 riguardante l’ammontare scambiato con l’estero è sicuramente in ripresa dopo la caduta dell’anno precedente: in valori correnti l’interscambio risale da 10, 9 miliardi di euro a circa 11, 9 miliardi di euro, rappresentando comunque un valore inferiore del 9, 5% rispetto al livello del 2007 e del 5, 6% nei confronti del 2008. Le esportazioni sono aumentate del 6, 7% migliorando dopo la caduta dell’anno precedente (-11, 6%), attestandosi ad un livello di circa 7, 4 miliardi di euro; le importazioni sono aumentate del 12, 4%, valore in netta ripresa dopo la forte diminuzione del 2009 (-15, 9%), caratterizzandosi per un ammontare di circa 4, 5 miliardi di euro. La performance esportativa della provincia di Firenze esprime un differenziale non positivo rispetto al dato di confronto regionale e nazionale, visto che le esportazioni hanno fatto segnare rispettivamente incrementi del +15, 4% e del +15, 8%. Tale andamento risente di dinamiche settore/paese che sono ripartite bene ma non alla velocità “giusta”, come vedremo poco più avanti, con un recupero inferiore alle aspettative soprattutto rispetto al dato regionale: dal punto di vista settoriale non vi è stato un apporto omogeneo e coerente del comparto meccanico, che pesando notevolmente sui flussi commerciali provinciali (con una quota del 24, 7%) ha esercitato un contributo negativo (-14, 7%); riguardo alle aree/paese si è verificata una ulteriore perdita di terreno su quei mercati che se opportunamente “agganciati” potrebbero promettere abbastanza bene (paesi emergenti e in particolare il gruppo dei paesi BRIC). <- Inizio sezione 2 ->

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IL CRUSCOTTO DEGLI INDICATORI ECONOMICI DELLA PROVINCIA DI FIRENZE 2. Commercio estero << Introduzione < INDICE GENERALE > < GLOSSARIO > Introduzione ai contenuti della sezione Sez. successiva >> L’analisi della specializzazione, facendo riferimento all’indice di Lafay evidenzia la caratterizzazione di alcuni settori provinciali rispetto all’ambito nazionale. In particolare se confrontiamo le medie dell’ultimo biennio disponibile con il 1998 -1999 emerge un certo rafforzamento della specializzazione nel comparto meccanico (con un valor medio dell’indice che passa da 4, 1 a 9) e un mantenimento di quella nell’ambito della pelletteria (indice medio da 4, 2 a 3, 3); mentre risulta un evidente peggioramento nell’abbigliamento (indice medio da 2, 4 a 1, 6). L’indice mostra valori negativi e quindi una certa tendenza alla despecializzazione per i prodotti alimentari, chimici e farmaceutici, nonché per metallurgia ed elettronica, nonostante tutti questi settori incidano nel complesso per circa il 18% sul valore esportato totale (di cui elettronica 4, 4%, alimentare 5, 5% e farmaceutico 3, 6%). I grafici successivi presentano una analisi di medio periodo della competitività dell’economia fiorentina in base ai dati sull’interscambio commerciale con l’estero disponibili. La fonte dei dati da cui abbiamo attinto è il sistema informativo Coeweb approntato on-line dall’Istat; si tratta di un archivio gratuito, interamente dedicato alle statistiche del commercio con l'estero che fornisce un ampio patrimonio informativo sui flussi commerciali dell'Italia con il resto del mondo. Per l’Italia e le regioni sono disponibili sia dati in valore che in quantità; per il dettaglio provinciale sono disponibili solo dati in valore. <- Inizio sezione 2 ->

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IL CRUSCOTTO DEGLI INDICATORI ECONOMICI DELLA PROVINCIA DI FIRENZE 2. Commercio estero << Introduzione < INDICE GENERALE > < GLOSSARIO > Sez. successiva Grafici della sezione Andamento dell'ammontare esportato nel periodo 2000 - 2010; Italia, Firenze e Toscana (numeri indice - base 2000=100) Importazioni, esportazioni e saldi commerciali normalizzati per la provincia di Firenze Andamento delle esportazioni nelle province toscane; confronto fra il 1997 -2002 e il 2003 -2010. Variazioni medie annue Variazione % delle esportazioni manifatturiere provinciali per settore ATECO nel 2010 Variazione % delle importazioni manifatturiere provinciali per settore ATECO nel 2010 Esportazioni e importazioni commerciali per contenuto tecnologico in provincia di Firenze. Variazioni % Indice di specializzazione (di Lafay) per raggruppamento tecnologico Dinamica dell’export fiorentino rispetto alle importazioni mondiali per serttore Dinamica dell’export fiorentino rispetto alle importazioni mondiali (2010) per paese Dati trimestrali Andamento dell’export trimestrale; tassi di variazione tendenziali Andamento trimestrale dei saldi commerciali Variazione % delle esportazioni manifatturiere provinciali per gruppi di prodotti nel IV trim. 2010 Variazione % delle importazioni manifatturiere provinciali per gruppi di prodotti nel IV trim. 2010 Dinamica interscambio commerciale e quote % esportazioni al IV trim. 2010 <- Inizio sezione 2 Grafici -> >>

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IL CRUSCOTTO DEGLI INDICATORI ECONOMICI DELLA PROVINCIA DI FIRENZE 2. Commercio estero << Sez. precedente < INDICE GENERALE > < INDICE DELLA SEZIONE > Sez. successiva >> Glossario In provincia di Firenze il dato cumulato 2010 riguardante l’ammontare scambiato con l’estero è sicuramente in ripresa dopo la caduta dell’anno precedente: in valori correnti l’interscambio risale da 10, 9 miliardi di euro a circa 11, 9 miliardi di euro, rappresentando comunque un valore inferiore del 9, 5% rispetto al livello del 2007 e del 5, 6% nei confronti del 2008. Le esportazioni sono aumentate del 6, 7% migliorando dopo la caduta dell’anno precedente (-11, 6%), attestandosi ad un livello di circa 7, 4 miliardi di euro; le importazioni sono aumentate del 12, 4%, valore in netta ripresa dopo la forte diminuzione del 2009 (-15, 9%), caratterizzandosi per un ammontare di circa 4, 5 miliardi di euro. Inizio sezione 2 Grafico successivo -> <-

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IL CRUSCOTTO DEGLI INDICATORI ECONOMICI DELLA PROVINCIA DI FIRENZE 2. Commercio estero << Sez. precedente < INDICE GENERALE > < INDICE DELLA SEZIONE > Sez. successiva Glossario L’avanzo della bilancia commerciale è quasi analogo a quello del 2009, corrispondendo a circa 2, 9 miliardi di euro. Il saldo normalizzato è pari al 24, 1%, paradossalmente, inferiore al valore dell’anno scorso (26, 5%). Nonostante il dato cumulato, sia per le esportazioni che per le importazioni, rilevato a fine anno evidenzi una buona variazione tendenziale, il valore assoluto è ancora inferiore ai livelli pre-crisi: i flussi commerciali in uscita sono ancora inferiori del 7, 7% rispetto al valore del 2007 e del 5, 7% nei confronti del 2008; le importazioni a loro volta sono il 12, 2% in meno del livello di tre anni fa e il 5, 4% al di sotto del valore del 2008. <- Inizio sezione 2 Grafico successivo -> >>

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IL CRUSCOTTO DEGLI INDICATORI ECONOMICI DELLA PROVINCIA DI FIRENZE 2. Commercio estero << Sez. precedente < INDICE GENERALE > < INDICE DELLA SEZIONE > Sez. successiva >> Glossario Sebbene la nostra provincia rientri fra le prime quindici province esportatrici in ambito nazionale, in un arco quinquennale ha perso quote sull’export regionale (da 30% a 27, 8%) rispetto ad una provincia come Arezzo che invece ha guadagnato progressivamente peso sui flussi regionali verso l’estero (da 12, 1% a 20, 2%). La crescita maggiormente sostenuta delle importazioni (+12, 4%), inferiore al dato regionale (+26%) e a quello nazionale (+23, 4%), dovrebbe comunque essere correlata al recupero del ciclo produttivo e alla riorganizzazione delle capacità di investimento delle imprese, considerando che riguarda quasi esclusivamente beni strumentali e prodotti intermedi. <- Inizio sezione 2 Grafico successivo ->

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IL CRUSCOTTO DEGLI INDICATORI ECONOMICI DELLA PROVINCIA DI FIRENZE 2. Commercio estero << Sez. precedente < INDICE GENERALE > < INDICE DELLA SEZIONE > Sez. successiva >> Glossario L’articolazione per settore di attività, riguardo alle esportazioni, mostra come i maggiori incrementi delle esportazioni fiorentine, in grado di apportare un contributo rilevante ai flussi commerciali esteri hanno riguardato prevalentemente il settore farmaceutico (+37%), la chimica (+36, 9%), l’elettronica e automazione (+22, 8%), la metallurgia (+36, 8%), gli autoveicoli (+40, 6%) e il sistema moda (+13%). Tuttavia se esaminiamo i contributi alla crescita, fra tutti i comparti menzionati quello che ha fornito il maggior apporto è stato il sistema moda (con un contributo alla variazione totale del 4, 8%) e al suo interno in particolare il sistema pelle (con un contributo del +4, 1%). Gli altri settori hanno fornito apporti alla variazione complessiva di entità minore. Diminuiscono le esportazioni di meccanica (14, 7%), apparecchi elettrici (-17, 9%) e dei prodotti della lavorazione di minerali non metalliferi (-4, 3%) <- Grafico precedente Inizio sezione 2 Grafico successivo ->

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IL CRUSCOTTO DEGLI INDICATORI ECONOMICI DELLA PROVINCIA DI FIRENZE 2. Commercio estero << Sez. precedente < INDICE GENERALE > < INDICE DELLA SEZIONE > Sez. successiva Glossario Per quanto riguarda gli acquisti all’estero i flussi in ingresso risultano migliorare soprattutto per le filiere legate ai beni intermedi (da -23, 5% +43%) e a quelli strumentali (da -25, 7% +19, 5%), osservando un notevole incremento dei prodotti metallurgici (+113%), di gomma e materie plastiche (+54, 9%), di macchinari e apparecchi (+26, 3%) ed elettronica (31, 5%). Continuano a diminuire gli acquisti di beni di consumo durevoli (da -5, 6% a -18, 9%) e non durevoli (da -5, 5% a -8, 5%), con riferimento a: prodotti farmaceutici (-52, 2%), mobili (-18, 4%) e apparecchi elettrici (-5, 1%); bene tuttavia gli acquisti di prodotti afferenti al sistema moda (+11, 8%), in particolare quelli relativi al sistema pelle (+19, 9%). <- Grafico precedente Grafico successivo -> Inizio sezione 2 >>

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IL CRUSCOTTO DEGLI INDICATORI ECONOMICI DELLA PROVINCIA DI FIRENZE 2. Commercio estero << Sez. precedente < INDICE GENERALE > < INDICE DELLA SEZIONE > Glossario Sez. successiva Livelli tecnologici Relativamente ai raggruppamenti tecnologici diminuisce l’ingresso dall’estero di beni ad alta tecnologia (da +2, 1% a -19, 3%) mentre aumentano notevolmente gli acquisti di prodotti a medio-bassa tecnologia (da -35, 9% a +80, 4%). Probabilmente l’aumento degli acquisti di beni strumentali e di input di processo intermedi a basso contenuto tecnologico potrebbero indicare “indirettamente” la volontà dell’apparato industriale locale nel riattivare i processi produttivi e nel prepararsi ad approntare programmi di investimento. <- Grafico precedente Inizio sezione 2 Grafico successivo -> >>

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IL CRUSCOTTO DEGLI INDICATORI ECONOMICI DELLA PROVINCIA DI FIRENZE 2. Commercio estero << Sez. precedente < INDICE GENERALE > < INDICE DELLA SEZIONE > Indice di specializzazione di Lafay per livello tecnologico manifatturiero Sez. successiva Glossario Aggregando i settori in base al livello tecnologico emerge, per la nostra provincia, la netta despecializzazione nel raggruppamento dell’alta tecnologia (indice di Lafay -cfr glossario- pari a -4, 8) sia rispetto al dato regionale (-2, 2) che a quello nazionale (-3, 4) e nonostante i lievi miglioramenti osservati nelle dinamiche. Piuttosto elevata è risultata la dinamica dell’indice nell’ambito dell’aggregato settoriale a medio-alta tecnologia (passato da 0, 7 a 4, 8). Il grado di specializzazione è tradizionalmente elevato anche nella bassa tecnologia risultando strettamente correlato al peso del sistema moda (pelletteria in particolare). <- Grafico precedente Inizio sezione 2 Grafico successivo -> >>

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IL CRUSCOTTO DEGLI INDICATORI ECONOMICI DELLA PROVINCIA DI FIRENZE 2. Commercio estero << Sez. precedente < INDICE GENERALE > < INDICE DELLA SEZIONE > Sez. successiva Il grafico riportato in alto permette di confrontare le esportazioni fiorentine nell’ultimo anno con la media delle importazioni mondiali negli ultimi cinque anni (media 2005 -2009), per poter valutare quanto siano riuscite effettivamente ad intercettare i settori maggiormente dinamici verso cui si è convogliata la domanda mondiale. Sembrerebbe che l’unico “svantaggio”, anche se il termine potrebbe essere “improprio”, riguardi le attività relative alla meccanica (che si collocano in basso nel grafico) caratterizzate da una domanda mondiale in netta ascesa (macchinari +4, 7%; macchine generatrici +8%). <- Grafico precedente Inizio sezione 2 Grafico successivo -> >>

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IL CRUSCOTTO DEGLI INDICATORI ECONOMICI DELLA PROVINCIA DI FIRENZE 2. Commercio estero << Sez. precedente < INDICE GENERALE > < INDICE DELLA SEZIONE > Sez. successiva >> Glossario La struttura geografica degli scambi provinciali evidenzia una dinamica delle esportazioni piuttosto sostenuta, nel 2010, verso il mercato interno comunitario (+18, 3%), mentre è apparsa debole verso l’aggregato degli altri paesi non UE (-0, 6%) anche se migliore rispetto all’anno precedente (-10, 2%). Le importazioni al contrario crescono maggiormente sui mercati extra UE (+25, 3%); gli acquisti sul mercato interno comunitario aumentano ma in misura piuttosto ridotta (+1, 1%). All’interno dell’Unione Europea i flussi di prodotti esportati si dirigono in prevalenza verso Francia (+16, 9%), Germania (+31, 6%), Regno Unito (+24, 8%) e Spagna (+17, 8%). Bene anche l’export verso gli altri paesi europei non UE (+12, 2%) come Svizzera (+20, 9%) e Romania (+35, 2%); calano invece, come anche l’anno scorso, le esportazioni verso la Russia (-10, 3%). Per quanto riguarda i mercati extra UE riprendono a crescere, intensificandosi, le esportazioni dirette negli Stati Uniti (+15, 1%) così come vanno abbastanza bene quelle verso i mercati africani (+9, 1%) e mediorientali (+10%). Tuttavia considerando i flussi di export diretti nei paesi extra UE si rilevano forti diminuzioni verso l’Asia centrale (-54, 1%), in particolare verso l’India (-11, 1%) e verso l’Oceania (-27%). <- Grafico precedente Inizio sezione 2 ->

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IL CRUSCOTTO DEGLI INDICATORI ECONOMICI DELLA PROVINCIA DI FIRENZE 2. Commercio estero << Sez. precedente < INDICE GENERALE > < INDICE DELLA SEZIONE > Sez. successiva >> La dinamica trimestrale nel corso del 2010 ha seguito un percorso di ripresa non proprio lineare: l’anno è iniziato abbastanza bene con un primo trimestre che ha mostrato un buon recupero delle esportazioni (+6, 1%), sebbene sottotono se paragonato al dato regionale (+14, 1%) e a quello nazionale (+7, 6%); le importazioni nei primi tre mesi del 2010 hanno evidenziato una dinamica negativa (-0, 7%). Nel secondo trimestre l’intensità del recupero degli scambi ha subito un rallentamento sul fronte esportazioni (+3, 8%), soprattutto per gli effetti settore/paese prima richiamati. Nel terzo trimestre la variazione cumulata dei flussi commerciali verso l’estero è decelerata ulteriormente divenendo debolmente positiva (+0, 8%), mentre le importazioni hanno ripreso vigore (+9, 1%), mantenendo tuttavia un ampio divario rispetto ai dati di confronto regionale (export +13, 9%) e nazionale (export +14, 6%). <- Grafico precedente Inizio sezione 2 ->

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IL CRUSCOTTO DEGLI INDICATORI ECONOMICI DELLA PROVINCIA DI FIRENZE 2. Commercio estero << Sez. precedente < INDICE GENERALE > < INDICE DELLA SEZIONE > Sez. successiva I dati trimestrali sembrerebbero dar conto di come il sistema locale appaia carente, o quantomeno rallentato, nell’acquisire una certa capacità nel riorganizzarsi adeguatamente per rispondere in modo efficace e nel riuscire a sostenere un adeguato livello di internazionalizzazione che sia strutturalmente pervasiva nella competizione internazionale attuale. Il processo di transizione verso il rinnovato assetto dell’economia internazionale, implica per le imprese locali cercare sia di portare avanti strategie di penetrazione nei mercati emergenti, che di mantenere e consolidare la posizione competitiva nei mercati già presidiati. <- Grafico precedente Inizio sezione 2 -> >>

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IL CRUSCOTTO DEGLI INDICATORI ECONOMICI DELLA PROVINCIA DI FIRENZE 2. Commercio estero << Sez. precedente < INDICE GENERALE > < INDICE DELLA SEZIONE > Sez. successiva >> Al quarto trimestre aumentano principalmente le esportazioni di beni intermedi (+17, 7%) e quelle di beni di consumo non durevoli (+14, 7%); ancora negativi ma in fase di rientro i beni strumentali (da -17, 8% a -6, 7%), mentre tornano in positivo le esportazioni di beni di consumo durevoli (da -4, 6% a +6, 1%). Considerando le importazioni L’aumento tendenziale dei flussi di merci in entrata (+11, 7%) è spiegato in prevalenza dal forte aumento dei beni intermedi (+42, 8%) e di quelli strumentali (+19, 8%), mentre continuano a calare gli acquisti di beni di consumo durevoli (-19, 5%) e non durevoli (-8, 5%). <- Grafico precedente Inizio sezione 2 ->

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IL CRUSCOTTO DEGLI INDICATORI ECONOMICI DELLA PROVINCIA DI FIRENZE 2. Commercio estero << Sez. precedente < INDICE GENERALE > < INDICE DELLA SEZIONE > Dinamica interscambio al IV trimestre per area Sez. successiva Quote esportazioni al IV trimestre Da segnalare che tra i vari mercati di destinazione riprendono vigore le quote verso i principali partner come: Germania (8, 4%), attestandosi ad un livello superiore al 2008 (7%); Francia (da 10, 2% a 10, 7%); Svizzera (da 8, 9 a 10, 1%); Stati Uniti (da 7, 2% a 7, 8%), anche se inferiore al peso del 2008 (9, 2%). In netto calo la quota di export verso il gruppo dei paesi BRIC (da 8, 9% a 5, 9%). <- Grafico precedente Inizio sezione 2 -> >>

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IL CRUSCOTTO DEGLI INDICATORI ECONOMICI DELLA PROVINCIA DI FIRENZE << Sez. precedente 3 < INDICE GENERALE > < GLOSSARIO > Sez. successiva Mercato del lavoro Presentazione della sezione Grafici -> >>

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IL CRUSCOTTO DEGLI INDICATORI ECONOMICI DELLA PROVINCIA DI FIRENZE 3. Mercato del lavoro << Introduzione < INDICE GENERALE > < GLOSSARIO > Sez. successiva Introduzione ai contenuti della sezione Il mercato del lavoro può essere inteso come “luogo virtuale” in cui dovrebbero incontrarsi la domanda (espressa dalle imprese) e l’offerta (relativa ai lavoratori) di quella “non merce”, nell’accezione dell’economista Robert Solow (1994), che è il lavoro. Il mercato del lavoro provinciale può essere assimilato ad un mercato locale del lavoro, in un senso maggiormente ampio, in cui il sistema locale costituisce un importante elemento di regolazione, laddove quest’ultima è da intendersi come una sorta di processo di aggiustamento tra domanda e offerta di lavoro. In un’accezione maggiormente precisa di mercato locale del lavoro occorrerebbe comunque riferirsi ad aree o entità territoriali subprovinciali come i sistemi locali del lavoro (identificati da Istat) o i distretti industriali. La fonte principale dei dati che abbiamo utilizzato è rappresentata dall’Istat, con le medie annuali sulle forze di lavoro basate sulla rilevazione continua delle forze di lavoro (RCFL) il cui principale obiettivo è quello di produrre stime ufficiali degli occupati e di coloro che sono in cerca di occupazione. Si tratta di una metodologia che consente di costruire un quadro del mercato del lavoro italiano che sia maggiormente aderente alla realtà e che permette di seguire più da vicino le sue evoluzioni, migliorando il livello di informazione generale, finalizzandolo ad una maggiore comprensione delle condizioni di domanda e offerta e delle dinamiche di fondo. L’attuale rilevazione sulle forze di lavoro è denominata continua in quanto le informazioni sono raccolte in tutte le settimane dell’anno e non più in una singola settimana per trimestre, come avveniva con la precedente modalità di rilevazione (RTFL). Occorre aggiungere che in questa nuova modalità di rilevazione dei dati sul mercato del lavoro cambia anche la definizione di occupato e di disoccupato. Nella precedente metodologia d’indagine (RTFL) la condizione di occupato era basata sulla autopercezione del soggetto; nella RCFL è occupato chi dichiara di aver svolto almeno un’ora di lavoro nella settimana precedente l’intervista, applicando così un criterio di classificazione oggettivo e del tutto svincolato dall’opinione che l’intervistato ha del proprio status lavorativo. Comunque non viene posta nessuna domanda volta ad accertare il livello retributivo e la regolarità del rapporto di lavoro; quindi in linea generale un soggetto che lavora nel sommerso dovrebbe rispondere sì alla domanda fondamentale. Riguardo alla condizione di disoccupato, per essere classificato come tale un soggetto deve essere non-occupato, essere disponibile a lavorare entro le due settimane seguenti l’intervista ed aver svolto almeno un’azione di ricerca di lavoro Le stime sulle forze di lavoro vengono rilasciate dall’Istituto Nazionale di Statistica con cadenza trimestrale, anche se a livello provinciale Istat non produce stime trimestrali sulle forze di lavoro, come per gli ambiti nazionale e regionale, ma solo annuali e pertanto il dato più recente si ferma al 2010. <- Inizio sezione 3 -> >>

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IL CRUSCOTTO DEGLI INDICATORI ECONOMICI DELLA PROVINCIA DI FIRENZE 3. Mercato del lavoro << Introduzione < INDICE GENERALE > < GLOSSARIO > Sez. successiva >> Introduzione ai contenuti della sezione Le stime provinciali sulle forze di lavoro Istat certificano per Firenze una moderata contrazione dell’occupazione residente corrispondente ad un -0, 4% per l’anno 2010; dal lato offerta di lavoro sembrerebbe quindi che gli effetti negativi sul mercato del lavoro tendano a ridimensionarsi, considerato il rilevante calo degli occupati rilevato l’anno precedente (-1, 9%). Il forte ridimensionamento dell’attività economica che si è verificato nel biennio 2008 -2009 ha continuato comunque a riflettersi negativamente sull’occupazione, anche se la flessione è stata di modesta entità e qualche segnale di stabilizzazione comincia ad affiorare. Il fattore che sembra gravare maggiormente sul dispiegamento della crescita nel breve termine per l’economia locale, è rappresentato proprio dal mercato del lavoro, il quale stenta a ripartire o perlomeno a ritrovare la sua configurazione originaria: la questione sta tutta nella creazione di posti di lavoro stabili e duraturi, considerando che a livello provinciale è molto alta la quota delle assunzioni contratti di lavoro differenti dal tempo indeterminato (pari al 93, 4%% al quarto trimestre 2010). Il mercato del lavoro locale nel dopo-crisi appare come “appiattito”, mostrando una certa difficoltà nel ridefinire la propria conformazione, con un’influenza non indifferente sulla domanda interna, come si è già avuto modo di precisare. Considerando che si sta gradualmente esaurendo l’orizzonte temporale di erogazione della cassa integrazione diventerà rilevante per l’operatore pubblico promuovere politiche attive del lavoro atte ad agevolare il reintegro dei disoccupati nel mercato del lavoro, limitando i rischi di deterioramento del capitale umano determinato da un lungo periodo di disoccupazione <- Inizio sezione 3 ->

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IL CRUSCOTTO DEGLI INDICATORI ECONOMICI DELLA PROVINCIA DI FIRENZE 3. Mercato del lavoro << Introduzione < INDICE GENERALE > < GLOSSARIO > Sez. successiva Introduzione ai contenuti della sezione Abbiamo anche riportato dati tratti dalle stime ricavate dal sistema informativo Excelsior, sviluppato da Unioncamere e dal Ministero del lavoro il quale è giunto al decimo anno consecutivo. Costruito in base alle indagini condotte annualmente da Unioncamere su un campione di circa 100. 000 imprese in ambito nazionale e con almeno un dipendente in tutti i settori economici, tale sistema è finalizzato al monitoraggio e alla valutazione del fabbisogno occupazionale per il comparto privato, ricavandone previsioni di assunzione e di dismissione del personale per l’anno in corso. Si tratta di dati espressi in termini di flussi (assunzioni e dismissioni di personale), ovvero sono dati relativi a valori progressivi espressi in termini di quantità per unità di tempo tali da consentire di effettuare un’analisi del mercato del lavoro spostando l’attenzione sulla sua evoluzione dinamica (i dati Istat costituiscono dati di stock, i quali esprimono la variabile in termini di quantità in un dato istante di tempo). Il grafico con i dati provinciali sulle retribuzioni è stato elaborato con riferimento alla dalla banca dati INAIL relativa alle aziende assicurate per la gestione industria, commercio e servizi; si tratta delle retribuzioni che il datore di lavoro dichiara di aver corrisposto complessivamente ai propri dipendenti ai fini della determinazione del premio assicurativo. Si tratta tuttavia di una rilevazione sommaria, in quanto sono escluse le retribuzioni dei lavoratori autonomi (titolari, familiari e soci di aziende artigiane), degli apprendisti e quelle riguardanti altre categorie particolari (per esempio cooperative di facchini, pescatori) il cui premio non è legato alla retribuzione. <- Inizio sezione 3 -> >>

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IL CRUSCOTTO DEGLI INDICATORI ECONOMICI DELLA PROVINCIA DI FIRENZE 3. Mercato del lavoro << Introduzione < INDICE GENERALE > < GLOSSARIO > Sez. successiva Grafici della sezione Livello degli occupati e delle persone in cerca di occupazione in provincia di Firenze. Valori in migliaia La dinamica occupazionale negli ultimi anni; tassi di variazione annuali Andamento del tasso di disoccupazione Le determinanti dell’offerta di lavoro provinciale La variazione % dell’occupazione nelle province toscane Misure dell'occupazione per la provincia di Firenze. Valori in migliaia Principali indicatori di riferimento per il mercato del lavoro Andamento delle entrate e delle uscite e tasso di variazione dell'occupazione dipendente atteso nelle imprese con almeno un dipendente in provincia di Firenze Dinamica delle assunzioni per grado di professionalità richiesto in provincia di Firenze; numeri indici (anno base 2001=100) Graduatoria delle principali assunzioni non stagionali previste dalle imprese per gruppo professionale Le ore autorizzate di cassa integrazione (aggiornamento a ottobre 2010) Variazione delle retribuzioni per unità di lavoro dipendente in provincia di Firenze <- Inizio sezione 3 Grafici -> >>

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IL CRUSCOTTO DEGLI INDICATORI ECONOMICI DELLA PROVINCIA DI FIRENZE 3. Mercato del lavoro << Sez. precedente < INDICE GENERALE > < INDICE DELLA SEZIONE > Sez. successiva Glossario Al 2010 il numero di occupati totali si colloca ad un valore di poco superiore alle 428 mila unità, con una perdita di poco meno di 2 mila posti di lavoro rispetto al 2009; rispetto al 2008, nel biennio 2009 -2010, la riduzione cumulata complessiva del numero di occupati ammonta a 10 mila e 200 posti di lavoro persi per l’economia fiorentina. Sulla diminuzione dell’occupazione rilevata per il 2010 si riflettono il calo di circa 4 mila unità dei lavoratori autonomi (-3, 4% e un contributo del -0, 9%) contestualmente ad una ripresa dell’occupazione dipendente con circa 2 mila e 200 lavoratori in più (+0, 7% e un contributo del +0, 5%). <- Inizio sezione 3 Grafico successivo -> >>

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IL CRUSCOTTO DEGLI INDICATORI ECONOMICI DELLA PROVINCIA DI FIRENZE 3. Mercato del lavoro << Sez. precedente < INDICE GENERALE > < INDICE DELLA SEZIONE > Sez. successiva Glossario I dati della rilevazione Istat sulle forze di lavoro mostrano per l’ambito nazionale nel 2010 una dinamica meno negativa rispetto alla marcata contrazione rilevata nel 2009 (-1, 6%), con un ridimensionamento dell’occupazione dello 0, 7%, pari ad una perdita di 153 mila posti di lavoro; in due anni, in termini cumulati, si sono persi nel complesso poco più di 530 mila occupati. La diminuzione degli occupati risulta “calmierata” dall’apporto positivo dei lavoratori stranieri che aumentano del 9, 7% (pari 183 mila unità in più e un contributo positivo del +0, 8%). <- Grafico precedente Inizio sezione 3 Grafico successivo -> >>

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IL CRUSCOTTO DEGLI INDICATORI ECONOMICI DELLA PROVINCIA DI FIRENZE 3. Mercato del lavoro << Sez. precedente < INDICE GENERALE > < INDICE DELLA SEZIONE > Sez. successiva Glossario Probabilmente sulla lieve riduzione del tasso di disoccupazione nel 2010 vi ha influito anche la forte progressione della CIG, che ha esercitato una sorta di effetto contenimento sui posti di lavoro. Possiamo inoltre rilevare, riguardo alla disoccupazione, che se andassimo a considerare l’impatto dei lavoratori in CIG, censiti fra gli occupati , sul tasso di disoccupazione ufficiale nel 2009 il livello salirebbe di circa 9 decimi di punto passando dal 5% al 5, 9%; nel 2010 l’aumento sarebbe di 1, 7 punti passando dal 4, 8% al 6, 5%. Occorre aggiungere come la componente giovanile del tasso di disoccupazione provinciale (fascia 15 -24 anni) sia aumentata di circa 7 punti percentuali rispetto al 2009 passando dal 14, 2% al 20, 8%. <- Grafico precedente Inizio sezione 3 Grafico successivo -> >>

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IL CRUSCOTTO DEGLI INDICATORI ECONOMICI DELLA PROVINCIA DI FIRENZE 3. Mercato del lavoro << Sez. precedente < INDICE GENERALE > < INDICE DELLA SEZIONE > Sez. successiva >> Glossario Le forze di lavoro diminuiscono dello 0, 6% per effetto del contributo negativo proveniente dal tasso di partecipazione che perde quasi un punto percentuale scendendo al 70, 6%; a tale andamento si correla una diminuzione delle persone in cerca di occupazione del 4, 3%, portando i disoccupati totali a circa 22 mila unità e determinando un lieve calo del tasso di disoccupazione che passa dal 5% al 4, 8%. La diminuzione dei disoccupati risente interamente del calo del tasso di disoccupazione femminile (dal 6, 3% al 5, 8%), mentre per la componente maschile si registra un incremento delle persone in cerca di occupazione (+0, 8%) e una lievissima salita del tasso di disoccupazione (dal 3, 9% al 4%). La discesa del tasso di disoccupazione si correla al calo della partecipazione al lavoro, riflettendo l’aumento degli inattivi in età da lavoro, ad indicare comunque un certo deterioramento del mercato del lavoro che sfocia nell’emersione di un effetto scoraggiamento, il quale tende a persistere e a rafforzarsi in ambito locale. L’aumento delle persone che rinunciano o diradano le azioni di ricerca dell’occupazione, in quanto ritengono di non avere più opportunità, soprattutto dopo aver perso il lavoro, è confermato dalla crescita della popolazione inattiva, tra i 15 e i 64 anni, ad un ritmo superiore rispetto a quanto rilevato l’anno scorso (da +3, 3% a +3, 6%). <- Grafico precedente Inizio sezione 3 Grafico successivo ->

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IL CRUSCOTTO DEGLI INDICATORI ECONOMICI DELLA PROVINCIA DI FIRENZE 3. Mercato del lavoro << Sez. precedente < INDICE GENERALE > < INDICE DELLA SEZIONE > Sez. successiva >> Glossario L’andamento dell’occupazione a Firenze è risultato migliore della media regionale (-1%), differentemente da quanto è avvenuto l’anno scorso (-1, 9%) e colloca la provincia tra le prime quattro in ambito regionale per variazione dell’occupazione dopo Pistoia (+2, 9%), Grosseto (+1, 5%) e Siena (+1, 4%). Considerando gli indicatori il tasso di occupazione è il più elevato (67, 1%) insieme a quello di Siena (66%), così come si caratterizza per il più basso tasso di disoccupazione (4, 8%) seguita sempre dalla provincia di Siena (4, 9%). <- Grafico precedente Inizio sezione 3 Grafico successivo ->

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IL CRUSCOTTO DEGLI INDICATORI ECONOMICI DELLA PROVINCIA DI FIRENZE 3. Mercato del lavoro << Sez. precedente < INDICE GENERALE > (Glossario) < INDICE DELLA SEZIONE > (Glossario) Sez. successiva (Glossario) Sono presentate tre differenti misure dell’occupazione: gli occupati interni, rilevati dai conti nazionali, che comprendono gli irregolari e i non residenti; gli occupati equivalenti a tempo pieno (o unità di lavoro) i quali misurano l’input di lavoro complessivo; gli occupati residenti, rilevati dalla Rilevazione Continua sulle Forze di Lavoro dell’Istat. <- Grafico precedente Inizio sezione 3 Grafico successivo -> >>

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IL CRUSCOTTO DEGLI INDICATORI ECONOMICI DELLA PROVINCIA DI FIRENZE 3. Mercato del lavoro << Sez. precedente < INDICE GENERALE > < INDICE DELLA SEZIONE > Sez. successiva Principali indicatori di riferimento del mercato del lavoro Glossario Il tasso di occupazione dopo avere perso 1, 2 punti nel 2009 diminuisce ulteriormente anche nel 2010 passando dal 67, 8% al 67, 1%, apportando quindi un contributo negativo alla variazione dell’occupazione: il calo è maggiormente avvertito dalla componente femminile che perde 8 decimi di punto (da 59, 7% a 58, 9%), mentre quella maschile scende di 5 decimi. Tale divergenza di genere rispetto alla dinamica dell’occupazione è spiegata dal fatto che per le femmine il denominatore del rapporto (cioè la popolazione in età da lavoro) aumenta ad un tasso maggiormente sostenuto (+1%) che per gli uomini (+0, 3%). <- Grafico precedente Inizio sezione 3 Grafico successivo -> >>

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IL CRUSCOTTO DEGLI INDICATORI ECONOMICI DELLA PROVINCIA DI FIRENZE 3. Mercato del lavoro << Sez. precedente < INDICE GENERALE > < INDICE DELLA SEZIONE > Sez. successiva Glossario In base al Sistema Informativo Excelsior per il 2010 prosegue, ma con una certa attenuazione rispetto all’anno precedente, la flessione della domanda di lavoro del comparto privato extra-agrixolo; tecnicamente la crisi è ormai alle spalle ma tendono a persistere i suoi effetti sul mercato del lavoro, sul quale, peraltro, il ritorno negativo si è manifestato con fisiologico ritardo: il bilancio occupazionale rimane negativo, ma attenuandosi rispetto all’anno scorso con un saldo negativo che passa da 6. 400 a circa 2. 900 lavoratori dipendenti in meno. Il saldo negativo migliora, in valori percentuali, oassando dal -2, 7% al -1, 2%; è stato previsto un ammontare di 14. 960 assunzioni di personale alle dipendenze, parallelamente a 17. 800 uscite. <- Grafico precedente Inizio sezione 3 Grafico successivo -> >>

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IL CRUSCOTTO DEGLI INDICATORI ECONOMICI DELLA PROVINCIA DI FIRENZE 3. Mercato del lavoro << Sez. precedente < INDICE GENERALE > < INDICE DELLA SEZIONE > Sez. successiva Glossario Quest’anno la quota delle professioni high-skill è pari al 20, 8%, la stessa del 2008; i movimenti più sostenuti riguardano medium e low skills che si scambiano circa il 7% di entrate, con le prime che calano dal 43, 3 al 35, 9% e le seconde che, specularmente, salgono di più di 8 punti percentuali (dal 35, 1 al 43, 4%, il valore più elevato delle ultime tre annualità). nei programmi di assunzione delle imprese per il 2010 risultano prevalere profili medio bassi, caratterizzati da figure operative che saranno direttamente impiegate nella riorganizzazione dell’attività produttiva, parallelamente alla riconfigurazione e all’adeguamento degli organici aziendali in base alle aspettative di ripresa della produzione. <- Grafico precedente Inizio sezione 3 Grafico successivo -> >>

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IL CRUSCOTTO DEGLI INDICATORI ECONOMICI DELLA PROVINCIA DI FIRENZE 3. Mercato del lavoro << Sez. precedente < INDICE GENERALE > < INDICE DELLA SEZIONE > Sez. successiva Graduatoria delle principali assunzioni non stagionali previste dalle imprese per gruppo professionale Glossario <- Grafico precedente Inizio sezione 3 Grafico successivo -> >>

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IL CRUSCOTTO DEGLI INDICATORI ECONOMICI DELLA PROVINCIA DI FIRENZE 3. Mercato del lavoro << Sez. precedente < INDICE GENERALE > < INDICE DELLA SEZIONE > Sez. successiva >> Le ore autorizzate di cassa integrazione (aggiornamento a marzo 2011) Le ore cumulate complessivamente autorizzate di CIG a Firenzea fine 2010 corrispondono a circa 8 mila e 200 occupati equivalenti a tempo pieno con un peso sulle unità di lavoro dipendenti totali del 2, 4% (nel 2009 era dell’ 1, 2%); nell’industria in senso stretto le posizioni di lavoro equivalenti sono pari a circa 5 mila e 400 con una quota sulle unità di lavoro dipendenti del comparto che sale al 7, 9% (nel 2009 era del 4, 6%). Il calo delle ore di CIG ordinaria risente in prevalenza del raggiungimento del limite temporale per l’utilizzo di questa tipologia di gestione; l’aumento delle ore richieste per il trattamento straordinario (compreso la deroga) non è quindi tanto di conforto se consideriamo che principalmente riguarda le imprese fino a 15 dipendenti e quelle che hanno usufruito del periodo massimo consentito. A marzo 2011 le ore cumulate di CIG in provincia di Firenze sono arrivate ad un livello superiore del 51, 8% rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso (circa 2, 8 milioni in termini assoluti); l’incremento nel primo trimestre 2011 risente sempre del forte apporto della componente in deroga, la cui quota sul totale è salita al 43, 9% mentre la componente ordinaria continua a diminuire. Per il ramo di attività industriale la variazione cumulata a marzo 2011 è negativa (-81, 9%) anche se le ore concesse totali rimangono sempre elevate (circa 1, 7 milioni). <- Grafico precedente Inizio sezione 3 Grafico successivo ->

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IL CRUSCOTTO DEGLI INDICATORI ECONOMICI DELLA PROVINCIA DI FIRENZE 3. Mercato del lavoro << Sez. precedente < INDICE GENERALE > < INDICE DELLA SEZIONE > Sez. successiva >> In base ai dati INAIL nel corso del periodo 2002 – 2009 le retribuzioni per unità di lavoro dipendente espresse in termini reali (ovvero in termini di beni che possono essere acquistati), derivanti dal deflazionamento di quelle nominali con l’indice dei prezzi al consumo per le famiglie di operai e impiegati (FOI), sono cresciute ad un tasso medio annuo dello 0, 9% in provincia di Firenze (+1% in Italia). Ciò non fa nient’altro che esprimere l’effetto della politica salariale italiana (questione assai complessa e dibattuta), la quale nel medio-lungo periodo ha portato ad aggiustare la dinamica salariale al rallentamento della produttività, a discapito della quota del lavoro sul PIL (quota di prodotto di pertinenza del lavoratore, il cui andamento riflette quello della produttività del lavoro) che risulta in flessione (almeno fino al 2008). In generale i salari italiani si collocano su un livello inferiore, rispetto agli altri paesi europei, a seguito di differenziali di produttività nettamente sfavorevoli. Tuttavia per il 2009 la dinamica reale sembrerebbe sostenuta, ma si tratta tuttavia di un effetto legato alla decelerazione dell’indice dei prezzi al consumo (da +3, 2% a +0, 7%). Per cui si è avuto un moderato aumento della dinamica salariale, tra l’latro sostenuta anche da effetti composizione, considerando che sono stati espulsi dal mercato del lavoro soprattutto i segmenti afferenti alle fasce salariali medio – basse come giovani, lavoratori a termine e immigrati, con un conseguente aumento della retribuzione media pro-capite. <- Grafico precedente Inizio sezione 3 Grafico successivo ->

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IL CRUSCOTTO DEGLI INDICATORI ECONOMICI DELLA PROVINCIA DI FIRENZE << Sez. precedente 4 < INDICE GENERALE > < GLOSSARIO > Sez. successiva Demografia imprenditoriale Presentazione della sezione Grafici -> ->

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IL CRUSCOTTO DEGLI INDICATORI ECONOMICI DELLA PROVINCIA DI FIRENZE 4. Demografia imprenditoriale << Sez. precedente < INDICE GENERALE > Glossario < GLOSSARIO > In questa sezione sono presentati i dati – di fonte Infocamere-Stock View – aggiornati all’ultimo trimestre disponibile. I dati sono l’esito di un processo di analisi delle informazioni presenti all’interno dell’archivio amministrativo del Registro delle Imprese. Le elaborazioni statistiche permettono di estrarre dati sintetici (di stock e di flusso) relativi alle imprese registrate in provincia, alla loro movimentazione (saldi tra iscrizioni e cessazioni, variazioni di attività, ecc. ), alla loro composizione rispetto alla natura giuridica, all’attività svolta e alla distribuzione sul territorio. A partire da Aprile 2009 sono disponibili anche i dati elementari mensili riferiti alle imprese con sede legale in provincia. Svariati sono i profili per i quali è possibile eseguire analisi più in dettaglio: • Il quadro di riferimento dell’organizzazione e presenza sul territorio del fenomeno imprenditoriale attraverso sia l’analisi delle caratteristiche strutturali delle imprese (ad esempio la loro distribuzione rispetto a parametri tipo il valore di produzione, il capitale sociale, la diffusione sul territorio), che la rilevazione del numero e del tipo di secondarie e unità locali diverse dalla sede principale; • la dinamica delle imprese artigiane, ovvero delle imprese che ottengono l’iscrizione nell’Albo artigiani provinciale a seguito di un riconoscimento legato prevalentemente alla dimensione, all’organizzazione dei fattori umani e materiali (incidenza del lavoro manuale sul processo produttivo, numero dei dipendenti, ecc. ), alla forma giuridica e al tipo di attività principale svolta; • attraverso l’interrogazione dei data-base relativi alle cariche d’impresa si possono ottenere indicazioni circa la presenza di imprenditoria femminile, cioè imprese a prevalente partecipazione femminile e il peso della componente femminile nella copertura dei ruoli all’interno delle imprese in generale; • l’evoluzione, sempre attraverso le basi dati sulle cariche d’impresa, delle altre caratteristiche connesse ai ruoli d’impresa quali l’imprenditoria straniera in provincia, extracomunitaria e non e l’imprenditoria giovanile. <- Inizio sezione 4 ->

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IL CRUSCOTTO DEGLI INDICATORI ECONOMICI DELLA PROVINCIA DI FIRENZE 4. Demografia imprenditoriale << Sez. precedente < INDICE GENERALE > Glossario < GLOSSARIO > Grafici della sezione Serie sedi di imprese registrate, attive e localizzazioni dal 2008; distribuzione per natura giuridica Andamento del tasso di sviluppo imprenditoriale e delle iscrizioni. Dati mensili da Aprile 2009 Sedi d’imprese registrate e attive per settore di attività – Tabella Sedi d’imprese registrate per settore di attività (Italia, Toscana e Firenze) – Grafici riferiti al 1° trimestre 2011 Sedi d’imprese attive in provincia di Firenze – Composizione per sistema locale al 1° trimestre 2011 Sedi d’imprese registrate per natura giuridica al 1° trimestre 2011 – trend dal 2007 Sedi d’imprese artigiane: tasso di sviluppo imprenditoriale e delle iscrizioni – trend dal 2001 Sedi d’imprese artigiane per settore di attività – periodo: 1° trimestre 2011 Sedi d’imprese artigiane per specializzazione merceologica e livello tecnologico – periodo: 1° trimestre 2011 Sedi d’imprese artigiane in provincia di Firenze – Composizione per sistema locale al 1° trimestre 2011 Sedi d’imprese artigiane per natura giuridica al 1° trimestre 2011 – quadro dal 2009 Sedi d’imprese artigiane per gruppi di attività al 1° trimestre 2011 Persone con cariche in imprese attive per settore di attività e per nazionalità al 1° trimestre 2011 Imprenditoria straniera: cariche, natura giuridica e nazionalità più diffuse al 1° trimestre 2011 Imprenditoria femminile al 1° semestre 2011 Persone di età 18/29 anni con cariche in imprese attive. Composizione per sistema locale al 1° trimestre 2011 Persone con cariche in imprese attive per settore di attività e classe di età al 1° trimestre 2011 <<- Inizio sezione 4 Grafici ->

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IL CRUSCOTTO DEGLI INDICATORI ECONOMICI DELLA PROVINCIA DI FIRENZE 4. Demografia imprenditoriale << Sez. precedente < INDICE GENERALE > < INDICE DELLA SEZIONE > Sez. successiva -> Alla fine del secondo trimestre si ravvisa una effettiva stazionarietà dei livelli di imprenditorialità in provincia: le sedi legali registrate passano da 108. 949 a 108. 849; ugualmente le sedi attive (86, 4% delle registrate) e le localizzazioni (sedi e unità locali) da 118. 559 a 118. 547. La distribuzione per forma giuridica vede ancora in crescita le società di capitale (231 unità); tengono quelle di persone e le altre forme, mentre calano sotto la soglia delle 54. 000 posizioni le imprese individuali, che si mantengono comunque oltre il 49%. All’interno delle società di capitale, le società a responsabilità limitata sono il 96%, mentre all’interno delle altre forme i due gruppi più numerosi sono le cooperative (circa 1. 900 per un peso del 64%) e i consorzi (560, per un peso di quasi il 19%). Se si confrontano i dati di Giugno 2011 con quelli di Giugno 2006 emergono alcune tendenze interessanti: la crescita delle srl e il calo delle società in nome collettivo tra gli aggregati più importanti numericamente; tra le altre forme, componente tuttora esigua nel panorama imprenditoriale fiorentino, si segnala la forte crescita delle associazioni iscritte agli archivi, dei consorzi (+17%) e delle cooperative (+10, 5%). <- Inizio sezione 4 Grafico successivo ->

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IL CRUSCOTTO DEGLI INDICATORI ECONOMICI DELLA PROVINCIA DI FIRENZE 4. Demografia imprenditoriale << Sez. precedente < INDICE GENERALE > < INDICE DELLA SEZIONE > Sez. successiva -> in aumento di circa 500 posizioni rispetto a Giugno dell’anno scorso. Il tasso di sviluppo trimestrale (ovvero il rapporto tra saldo di natimortalità e stock di riferimento a inizio periodo, cioè al 31 Marzo u. s. ) fotografa una certa somiglianza coi dati dell’anno passato (0, 7%), in linea anche con lo 0, 6% nazionale e lo 0, 66% regionale. Il tasso di sviluppo su base annuale, calcolato prendendo a riferimento gli ultimi quattro trimestri, evidenzia un valore più elevato, all’ 1, 7%, dato non tra più alti tra le province toscane ma, comunque, lievemente superiore a quello medio regionale e italiano. <- Inizio sezione 4 Glossario Grafico successivo ->

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IL CRUSCOTTO DEGLI INDICATORI ECONOMICI DELLA PROVINCIA DI FIRENZE 4. Demografia imprenditoriale << Sez. precedente < INDICE GENERALE > < INDICE DELLA SEZIONE > Sez. successiva L’assenza di crescita di questo trimestre non ha influito sulle dinamiche dei settori economici componenti la demografia economica locale; quindi, l’agricoltura continua a lasciare sul terreno l’ 1, 5% della propria consistenza numerica consolidata al primo semestre 2010. Altri comparti, sebbene manifestino segnali evolutivi, lamentano comunque una certa decrescita rispetto al trimestre passato: attività professionali, scientifiche e tecniche: +4, 3%, servizi di alloggio e ristorazione, +3%, gruppo dei servizi alle persone +1%; si esaurisce in questo trimestre la ripresa dell’edilizia (0, 2%), mentre il manifatturiero cede 3 decimi di punto. Simile ai periodi precedenti la composizione percentuale delle per gruppi merceologici: servizi alle persone e alle imprese, assieme, coprono rispettivamente il 6, 1 e il 21, 9% delle imprese attive, seguite da commercio (26, 2%), edilizia (17, 5%) e industria manifatturiera (15, 4%). Stazionario anche il peso del settore agricolo (6, 7%) e dei servizi di alloggio e ristorazione (5, 8%). <- Grafico precedente Inizio sezione 4 Glossario Grafico successivo -> ->

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IL CRUSCOTTO DEGLI INDICATORI ECONOMICI DELLA PROVINCIA DI FIRENZE 4. Demografia imprenditoriale << Sez. precedente < INDICE GENERALE > < GLOSSARIO > Sez. successiva Distribuzione % delle sedi di imprese attive all’interno delle aree sub-provinciali per gruppo di attività al 2° trim. 2011 <- Inizio sezione 4 Grafico successivo -> ->

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IL CRUSCOTTO DEGLI INDICATORI ECONOMICI DELLA PROVINCIA DI FIRENZE 4. Demografia imprenditoriale << Sez. precedente < INDICE GENERALE > < INDICE DELLA SEZIONE > Sez. successiva A metà anno si registra un consolidamento della consistenza delle società di capitali (27. 231 unità, equivalenti al 25% delle imprese registrate), con un incremento (rispetto al primo semestre 2010) di 746 posizioni, miglior valore (riferito a questo periodo) degli ultimi quattro anni. Soprattutto è importante sottolineare la continuità con la quale questa forma giuridica sta crescendo; le imprese individuali, tuttora la classe più diffusa con oltre 53. 000 unità, viene invece da un periodo più travagliato in cui ha visto anche decrementi su base annuale. Stazionarie le società di persone (24. 916, 22, 9%) e le altre forme (2. 995, 2, 8%). <- Grafico precedente Inizio sezione 4 Glossario Grafico successivo -> ->

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IL CRUSCOTTO DEGLI INDICATORI ECONOMICI DELLA PROVINCIA DI FIRENZE 4. Demografia imprenditoriale << Sez. precedente < INDICE GENERALE > < GLOSSARIO > Sez. successiva Sedi di imprese artigiane per settore di attività <- Grafico precedente Inizio sezione 4 Glossario Grafico successivo -> ->

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IL CRUSCOTTO DEGLI INDICATORI ECONOMICI DELLA PROVINCIA DI FIRENZE 4. Demografia imprenditoriale << Sez. precedente < INDICE GENERALE > < GLOSSARIO > Sez. successiva -> Le imprese artigiane si concentrano prevalentemente nel manifatturiero (9. 028, pari al 28, 8%) e nell’edilizia (41, 6%, 13. 000 posizioni). Le restanti attività si distribuiscono tra i servizi, tra i quali spiccano quelli collegati alla logistica (6, 6%) e ai servizi a imprese e persone (rispettivamente 12 e 11, 3%). Non a caso i settori in cui il peso dell’imprenditoria artigiana sul totale delle attività sono proprio costruzioni (79, 1%), trasporti e magazzinaggio (70, 1%), servizi alle persone (62, 3%) e manifatturiero (62, 5%). Interessante poi vedere come si ripartiscono le attività manifatturiere sulla base della classificazione Oecd per livello tecnologico. Il nostro artigianato di produzione appare fortemente schiacciato sulle lavorazioni a basso (74, 1%) e medio-basso (20, 4%) contenuto di tecnologia; tra queste spiccano le attività del sistema moda, della lavorazione dei metalli e dei minerali non metalliferi. Rispetto a Italia e Toscana, il settore artigiano fiorentino detiene una quota minore di imprese operanti in rami ad alta o medio-alta tecnologia (complessivamente il 5, 5% contro il 5, 8% toscano e il 9, 1% italiano). <- Grafico precedente Inizio sezione 4 Glossario Grafico successivo ->

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IL CRUSCOTTO DEGLI INDICATORI ECONOMICI DELLA PROVINCIA DI FIRENZE 4. Demografia imprenditoriale << Sez. precedente < INDICE GENERALE > < GLOSSARIO > Sez. successiva -> Il trend crescente che vede protagoniste le società di capitale già da alcuni anni, ha avuto un impatto anche sulla composizione per classe di natura giuridica delle imprese artigiane fiorentine. A inizio 2007 le società a responsabilità limitata (unica forma giuridica di capitale prevista per la normativa attuale a poter ottenere il requisito di artigianalità) erano 894 e pesavano per il 2, 8%; al 30 Giugno sono 1. 324 e rappresentano il 4, 2% dell’intera popolazione imprenditoriale artigiana; si tratta di un segnale che va in direzione di un rafforzamento delle compagini societarie, processo che, però, appare tuttora insufficiente a contrastare le dinamiche recessive che caratterizzano oramai da anni questo comparto. Sul fronte più strettamente demografico, negli ultimi dodici mesi la consistenza delle imprese artigiane ha tenuto le proprie posizioni, rappresentando circa il 30% delle imprese attive in provincia, scontando però il calo accusato a inizio 2010 e che ancora non è stato del tutto recuperato. Rispetto alle altre forme giuridiche, mantiene la propria preminenza l’impresa individuale, mentre le società di persone (forse anche per un processo di trasformazione in srl) evidenziano un calo in termini assoluti che si traduce in una perdita di peso (dal 19, 9% di Giugno 2010 al 19, 2% di Giugno 2011). <- Grafico precedente Inizio sezione 4 Glossario Grafico successivo ->

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IL CRUSCOTTO DEGLI INDICATORI ECONOMICI DELLA PROVINCIA DI FIRENZE 4. Demografia imprenditoriale << Sez. precedente < INDICE GENERALE > < INDICE DELLA SEZIONE > Sez. successiva Imprenditoria femminile – dati al 1° trimestre 2011 <- Grafico precedente Inizio sezione 4 Glossario Grafico successivo -> ->

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IL CRUSCOTTO DEGLI INDICATORI ECONOMICI DELLA PROVINCIA DI FIRENZE 4. Demografia imprenditoriale << Sez. precedente < INDICE GENERALE > < INDICE DELLA SEZIONE > Sez. successiva Imprenditoria giovanile <- Grafico precedente Inizio sezione 4 Glossario Grafico successivo -> ->

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IL CRUSCOTTO DEGLI INDICATORI ECONOMICI DELLA PROVINCIA DI FIRENZE 4. Demografia imprenditoriale << Sez. precedente < INDICE GENERALE > < INDICE DELLA SEZIONE > Sez. successiva -> L’imprenditoria giovanile scende in un anno dell’ 1, 3%, attestandosi a quota 6. 292; si segnala, però, come in un trimestre, dall’ultimo a quello odierno l’arretramento sia stato addirittura del 13, 2%, in linea comunque sia con quanto accade anche in ambito regionale e nazionale, sia con una certa ciclicità che vede le cariche giovanili crescere nel corso dell’anno e poi decrescere bruscamente a consuntivo del primo, indicatore comunque di una volatilità e fragilità dell’impresa giovanile e a fronte di una sostanziale tenuta del numero di persone con cariche. Questa pesante caduta annulla del tutto la crescita registrata nel corso del 2010 e abbassa complessivamente il livello di partecipazione dei giovani alle attività d’impresa. Nel 2011 troveranno posto gli incentivi previsti a livello regionale per l’’imprenditoria giovanile; sarà interessante monitorare l’andamento della natalità imprenditoriale per capirne gli effetti e le ricadute in termini di outcome. <- Grafico precedente Inizio sezione 4

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IL CRUSCOTTO DEGLI INDICATORI ECONOMICI DELLA PROVINCIA DI FIRENZE << Sez. precedente 5 < INDICE GENERALE > Glossario < GLOSSARIO > Quadro congiunturale Presentazione della sezione Grafici ->

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IL CRUSCOTTO DEGLI INDICATORI ECONOMICI DELLA PROVINCIA DI FIRENZE 5. Quadro congiunturale << Sez. precedente < INDICE GENERALE > Glossario < GLOSSARIO > In questa sezione sono presentati i risultati provenienti dalle indagini periodiche condotte dal sistema camerale toscano sui principali settori di attività economico produttiva. Difatti Unioncamere Toscana, in collaborazione con altri centri studi e in sintonia con gli uffici studi camerali, ha predisposto una serie di rilevazioni periodiche, al fine di monitorare le dinamiche congiunturali e individuare i più importanti fattori evolutivi e/o di sviluppo. Più, in dettaglio l’indagine sulla congiuntura manifatturiera provinciale è parte della più ampia indagine sulla congiuntura manifatturiera regionale toscana. Essa è svolta a cadenza trimestrale su un campione di unità locali manifatturiere con almeno 10 addetti. Le tematiche affrontate sono quelle tipiche inerenti produzione, fatturato, ordinativi, prezzi alla produzione, occupazione e aspettative a breve-medio termine. L’indagine sul commercio al dettaglio prende in esame gli indici del valore delle vendite negli esercizi commerciali, appartenenti a tutti i tipi di distribuzione: piccola, media e grande. Articolata per settori (alimentari e non, questi ultimi suddivisi in prodotti per la casa, abbigliamento e accessori e altri prodotti), i dati vengono rilasciati a cadenza trimestrale mentre, a livello semestrale, viene operato un approfondimento mirato, in collaborazione con l’istituto REF su volumi di vendita e costo della spesa negli esercizi della grande distribuzione organizzata. I dati congiunturali relativi alle imprese artigiane provengono dagli approfondimenti provinciali e settoriali presenti all’interno dell’indagine semestrale programmata nel quadro delle attività dell’Osservatorio Regionale sull’Artigianato coordinato da Unioncamere Toscana in collaborazione con IRPET. Le informazioni permettono tra l’altro, di approfondire le dinamiche presenti all’interno delle specializzazioni distrettuali di Empoli e Castelfiorentino. <- Inizio sezione 5 ->

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IL CRUSCOTTO DEGLI INDICATORI ECONOMICI DELLA PROVINCIA DI FIRENZE 5. Quadro congiunturale << Sez. precedente < INDICE GENERALE > Glossario < GLOSSARIO > Grafici della sezione Congiuntura manifatturiera. Variazione dei principali indicatori Congiuntura manifatturiera. Andamento medio ultimi cinque anni e degli investimenti Produzione industriale. Variazioni tendenziali per settori (IV trimestre 2010) Congiuntura manifatturiera. Variazioni tendenziali delle principali variabili per classe dimensionale e aspettative per il I trimestre 2011 Indice del fatturato del commercio fisso al dettaglio in provincia di Firenze. Variazioni tendenziali dal 2005 al 1° trimestre 2011 Indice del fatturato del commercio fisso al dettaglio in provincia di Firenze per gruppo di prodotti e tipologia d’impresa Distribuzione della attività commerciali al dettaglio al 1° trimestre 2011. Localizzazioni attive Previsioni espresse dai commercianti al dettaglio circa l’andamento del fatturato sul breve e lungo termine Congiuntura artigiana. Variazioni tendenziali del fatturato e dell’occupazione Congiuntura artigiana. Indicatori previsivi per il 2° semestre 2010 relativi a fatturato e addetti <- Inizio sezione 5 Grafici ->

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IL CRUSCOTTO DEGLI INDICATORI ECONOMICI DELLA PROVINCIA DI FIRENZE 5. Quadro congiunturale << Sez. precedente < INDICE GENERALE > Glossario <- Grafico precedente Inizio sezione 5 < INDICE DELLA SEZIONE > Il quarto trimestre archivia l’anno con un recupero che procede con una certa cautela, visto il lieve rallentamento che ha caratterizzato, su base annua, sia la produzione (da +5% a +3, 4%) che il fatturato (da +6, 6% a 4, 7%), scontando l’effetto del netto affievolimento del ciclo delle scorte (-1, 8%), di una decelerazione della domanda interna (da +17, 5% a +4, 1) e di un recupero degli ordini esteri inferiore alle aspettative (+5, 9%). L’andamento della produzione è comunque migliore dell’omologo dato regionale (+2, 7%), mentre il fatturato sembra aumentare ad un ritmo inferiore rispetto a quanto si è verificato in Toscana (+5, 6%). Sulla decelerazione della dinamica tendenziale vi ha influito anche il ciclo internazionale con una ripresa dell’economia mondiale che ha mostrato un ritmo di sviluppo che nello scorcio d’anno è proceduto con una certa cautela rispetto al primo semestre 2010 in connessione alla persistente debolezza dei mercati del lavoro, ad una certa restrizione nelle condizioni creditizie, all’aumento dei prezzi del petrolio e delle materie prime e a rinnovate tensioni in alcuni segmenti dei mercati finanziari; si tratta di fattori che non hanno influito positivamente sul recupero delle economie avanzate. Grafico successivo ->

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IL CRUSCOTTO DEGLI INDICATORI ECONOMICI DELLA PROVINCIA DI FIRENZE 5. Quadro congiunturale << Sez. precedente < INDICE GENERALE > < INDICE DELLA SEZIONE > Come di consueto a fine anno occorre dare conto Glossario brevemente di come sono andati gli indicatori rilevati nell’indagine in termini medi annui: la produzione evidenzia un buon rimbalzo facendo registrare un +4, 4% in media d’anno; ciò rappresenta un risultato da non disprezzare dopo che l’anno scorso era stato raggiunto il minimo storico da quando viene svolta questa rilevazione (-20, 1%); anche per il fatturato la dinamica media annua è stata abbastanza positiva (+3, 7%), partendo comunque da condizioni di partenza “disastrate” come per la produzione (-20, 1%). Riguardo alla variazione nominale della spesa per investimenti, rilevata nell’ultimo trimestre dell’anno, si Glossario sarebbe verificato un forte recupero, con un aumento del +7, 6% (+6, 8% se deflazionata con il deflatore nazionale degli investimenti) parallelamente al recupero della capacità produttiva utilizzata, che rimane comunque inferiore ai valori medi di riferimento. Il campione tuttavia sembrerebbe avvertire l’effetto di una grande impresa fiorentina operante all’interno di un settore chiave come la meccanica: se escludiamo il peso di quest’impresa gli investimenti crollerebbero ad un tasso inferiore anche a quello dell’anno scorso e corrispondente al – 9, 9%. <- Grafico precedente Inizio sezione 5 Grafico successivo ->

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IL CRUSCOTTO DEGLI INDICATORI ECONOMICI DELLA PROVINCIA DI FIRENZE 5. Quadro congiunturale << Sez. precedente < INDICE GENERALE > < INDICE DELLA SEZIONE > Glossario In quest’ultimo trimestre proseguono la fase di ripresa andando abbastanza bene, in ragione d’anno, il comparto alimentare (da -3, 6% a +7, 3%), il tessile abbigliamento (da +1, 8% a +7, 3%), la meccanica (da +3, 1% a +5, 4%), legno e mobilio (da +11% a +12, 5%) e minerali non metalliferi (da -3, 3% a +4, 3%). Il sistema pelle si caratterizza per una netta contrazione (da +4, 8% a -4, 3%), avvertendo il traino negativo della pelletteria (9, 1%) mentre il calzaturiero aumenta la produzione (+6, 6%); battuta d’arresto anche per chimica-farmaceutica (da +5, 5% a -0, 5%), aggregato che risente dell’effetto negativo del comparto chimico (-1, 7%); il comparto dei metalli evidenzia un pesante rallentamento (da +18, 4% a +0, 1%). Rispetto al precedente trimestre aumentano fortemente l’alimentare (+37, 3%), legno e mobilio (+14, 4%), metalli (+10, 4%) e meccanica (+32, 9%). <- Grafico precedente Inizio sezione 5 Grafico successivo ->

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IL CRUSCOTTO DEGLI INDICATORI ECONOMICI DELLA PROVINCIA DI FIRENZE 5. Quadro congiunturale << Sez. precedente < INDICE GENERALE > Glossario < Glossario > < INDICE DELLA SEZIONE > Glossario Per quello che riguarda i profili dimensionali si sono rilevate dinamiche differenti: Il saldo dei giudizi tra gli operatori del settore manifatturiero che si aspettano un la fase di recupero del ritmo di crescita tiene nelle imprese più piccole (da +2% a aumento (28, 6%) e i pessimisti che prefigurano un calo (12, 9%) della produzione +1, 9%), decelera ma rimane su valori piuttosto sostenuti per le imprese di fascia industriale nel primo trimestre 2011 tende a decelerare, passando da 25 p. p. a 15, 7 media (da +16, 6% a +12, 5%), mentre rallenta nettamente nelle grandi imprese (da p. p. Questo offuscamento nelle aspettative, che rimangono sempre positive, è +6, 7% a +0, 6%). Da rilevare che se in queste ultime si toglie il peso dell’impresa imputabile a quanto avvenuto negli ultimi due mesi del 2010 con riferimento ad una cui si è fatto cenno in precedenza, la produzione industriale diminuirebbe del 3, 4%. domanda interna che non è ripresa in misura adeguata e ad uno scenario Le unità imprenditoriali di minori dimensioni stanno comunque comportandosi internazionale, che pur in fase di recupero e con una intensità degli scambi abbastanza bene se osserviamo rapidamente i principali indicatori: migliorano crescente, rimane sempre lievemente velato essendo ancora presenti tensioni in fatturato (da +3, 4% a +4, 2%), domanda estera (da +1, 2% a +3, 2%) e relativa alcuni segmenti dei mercati finanziari parallelamente alle tendenze rialziste dei quota di fatturato (da 22, 8% a 24, 1%); inoltre prosegue il recupero corsi petroliferi e delle altre materie prime (alimentari in particolare). dell’occupazione su ritmi abbastanza sostenuti (da +5, 6% a +7%). Inizio sezione 5 <- Grafico precedente Grafico successivo ->

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IL CRUSCOTTO DEGLI INDICATORI ECONOMICI DELLA PROVINCIA DI FIRENZE 5. Quadro congiunturale << Sez. precedente < INDICE GENERALE > < Glossario > < INDICE DELLA SEZIONE > Si riacutizza la crisi del comparto commerciale, dopo che per alcuni periodi il trend generale sembrava indirizzato a un lento, ma progressivo, rientro dalle acute difficoltà patite dal settore negli ultimi periodi. Invece, col primo trimestre, la perdita in termini tendenziali patita dal fatturato ritorna ad avvicinarsi pericolosamente al 2%, dato coincidente con quello medio toscano e solo di due decimi di punto inferiore al corrispondente valore nazionale. A questo quadro si affiancano poi le rinnovate tensioni sul fronte prezzi, dove oramai da svariati mesi il tasso di crescita dei prezzi al consumo si è collocato stabilmente al di sopra dei due punti percentuali (+2, 6% il dato nazionale riferito all’indice dei prezzi al consumo per l’intera collettività). <- Inizio sezione 5 Grafico successivo ->

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IL CRUSCOTTO DEGLI INDICATORI ECONOMICI DELLA PROVINCIA DI FIRENZE 5. Quadro congiunturale << Sez. precedente < INDICE GENERALE > < Glossario > < INDICE DELLA SEZIONE > Complessivamente tanto il settore alimentare, quanto quello non alimentare fanno registrare perdite su base tendenziale più accentuate di quelle dello scorso trimestre; in particolare colpisce la battuta d’arresto subita dal comparto alimentare ( -2, 2%, la più cospicua dal primo trimestre 2009), percentuale di un decimo di punto superiore a quella toscana (-2, 1%), mentre per l’Italia il comparto è dato addirittura stazionario. Sensibile anche il decremento del comparto non alimentare (-2%), soprattutto se messo a confronto col dato nazionale (+0, 2%), mentre in ambito regionale si registra un calo lievemente più pronunciato (-2, 2%). <- Inizio sezione 5 Nel primo trimestre sono soprattutto la piccola (-4, 3%) e la media impresa di distribuzione (-1, 2%) ad accusare perdite tendenziali, mentre la grande rimane tutto sommato stazionaria (-0, 1%). Diversa l’interpretazione dei dati se si guarda alla serie delle variazioni; difatti la piccola dopo quattro trimestri in cui sembrava essere in grado di recuperare il terreno in direzione di una crescita, torna a perdere in misura più ampia. La grande distribuzione, poi, si arena su livelli di non-crescita, dopo un quarto trimestre ottimo, lasciando così emergere come oramai le frenate sui consumi tendano a diffondersi in tutte le direzioni. La media impresa di distribuzione è l’unica forma d’impresa che ottenga un risultato migliore del trimestre precedente anche se, spesso, essa ci ha abituati ad andamenti altalenanti e non sempre univoci per forza e direzione. Grafico successivo ->

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IL CRUSCOTTO DEGLI INDICATORI ECONOMICI DELLA PROVINCIA DI FIRENZE 5. Quadro congiunturale << Sez. precedente < INDICE GENERALE > < Glossario > < INDICE DELLA SEZIONE > Localizzazioni operative di imprese attive – Provincia di Firenze – 1° trimestre 2011 In modesto (+0, 4%) incremento rispetto al primo trimestre del 2010, le localizzazioni attive nella distribuzione commerciale (settori motoristico, dell’ingrosso e del dettaglio) accusano però un decremento rispetto allo stock di Dicembre 2010 (33. 145 rispetto a 33. 307); invariati sia i rapporti nei confronti del totale imprenditoria (28% sul corrispondente totale provinciale, rispetto al 27, 2% toscano e 28, 3% italiano), che il contributo che Firenze dà al settore in Toscana (27, 2%, percentuale di poco superiore al corrispondente valore calcolato sull’intera demografia (26, 4%), mentre nei confronti dell’Italia si registra lo stesso valore (1, 9%). Rispetto allo scorso anno tra le attività nel commercio in sede fissa (+0, 3%) si discostano sensibilmente da questo valore medio gli esercizi alimentari (+2, 5%), le attrezzature informatiche (+4, 2%) e gli altri prodotti per uso domestico (+1, 2%). <- Grafico precedente Inizio sezione 5 Grafico successivo ->

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IL CRUSCOTTO DEGLI INDICATORI ECONOMICI DELLA PROVINCIA DI FIRENZE 5. Quadro congiunturale << Sez. precedente < INDICE GENERALE > < Glossario > < INDICE DELLA SEZIONE > Orientamento espresso dalle imprese relativamente all’andamento delle vendite nei dodici mesi successivi al periodo di riferimento Sul lato previsivo, si riscontra un saldo positivo (23%) tra coloro che prevedono un aumento (33, 3%) e una diminuzione (10, 3%) nel valore delle vendite per il breve periodo. Si tratta di una differenza più ampia, sia di quella maturata nel primo trimestre del 2010, che di quella dello scorso trimestre; da notare come queste indicazioni diano delle buone indicazioni circa il movimento a breve termine degli andamenti, così come percepiti e rilevati dagli operatori; difatti, se si affiancano le linee dei saldi relative da una parte alle aspettative a breve termine e, dall’altra, all’andamento a consuntivo di tipo congiunturale, si nota (pur nella marcata diversità dei valori) una comunanza nel trend. <- Grafico precedente Inizio sezione 5 Grafico successivo ->

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IL CRUSCOTTO DEGLI INDICATORI ECONOMICI DELLA PROVINCIA DI FIRENZE 5. Quadro congiunturale << Sez. precedente < INDICE GENERALE > < Glossario > < INDICE DELLA SEZIONE > In base ai risultati dell’indagine congiunturale dell’Osservatorio Regionale Toscano sull’Artigianato, il primo semestre 2010 si chiude con un arretramento del fatturato in provincia di Firenze del -8, 9% (lievemente inferiore al corrispondente dato regionale: -9, 8%); particolarmente toccato da questo calo il settore edile (-13, 5), seguito da servizi (7, 2%) e manifatturiero (-6, 8%). La dinamica recessiva dell’edilizia propaga, poi, i suoi effetti anche sul versante occupazionale, contribuendo così alla variazione negativa (-1, 4%) del numero di addetti. La flessione ha interessato anche la produzione (-28, 1% saldo aumenti/diminuzione percentuali). <- Grafico precedente Inizio sezione 5 Grafico successivo ->

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IL CRUSCOTTO DEGLI INDICATORI ECONOMICI DELLA PROVINCIA DI FIRENZE 5. Quadro congiunturale << Sez. precedente < INDICE GENERALE > < Glossario > < INDICE DELLA SEZIONE > Indicatori previsivi per il settore artigiano riferiti al primo semestre 2011 rispetto al secondo semestre 2010 (Saldi aumenti/diminuzioni percentuali) Fonte: Osservatorio Regionale Toscano sull’Artigianato, Dicembre 2010 In generale, si intravedono alcuni timidi segnali che possono indurre a sperare in una seconda parte dell’anno più dinamica, soprattutto se le imprese artigiane riusciranno a trarre beneficio tanto da un eventuale consolidamento della crescita delle esportazioni (+5, 7% l’incremento in provincia nel primo trimestre 2010). Incoraggiante in questa direzione il dato sulla percentuale di imprese che dichiara di avere investimenti in corso (12, 5%, in linea col dato regionale attestato al 12, 4%), il doppio rispetto a quello rilevato per lo stesso periodo del 2009. Le aspettative per il secondo semestre lasciano così intravedere una timida maggioranza di ottimisti (+1, 7% il saldo tra aumenti e diminuzioni circa l’andamento previsto sul fatturato, -0, 6% il dato toscano), che denota così un atteggiamento sensibilmente diverso da quello dello scorso anno quando, per lo stesso indicatore, era addirittura sceso al -19%. L’andamento complessivo della seconda parte dell’anno, però, potrebbe essere depresso o frenato dal pessimo risultato degli ordinativi nel primo semestre Inizio sezione 5 <- Grafico precedente Grafico successivo ->

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IL CRUSCOTTO DEGLI INDICATORI ECONOMICI DELLA PROVINCIA DI FIRENZE Glossario < INDICE GENERALE > Classificazione internazionale delle professioni ISCO A fini di analisi e di esposizione dei dati, le figure professionali richieste dalle imprese sono aggregate in un sistema classificatorio gerarchico. La classificazione ISCO (International Standard Occupational Classification), elaborata nel 1988 dall’”International Labour Office” (www. ilo. org), si articola in: 9 grandi gruppi (major groups); 24 gruppi (sub-major groups); 96 classi (minor groups); 290 categorie (unit groups) Classificazione macro-gruppi professionali Le categorie professionali individuate in base al Sistema Informativo Excelsior vengono riaggregate nei seguenti macroraggruppamenti professionali (escludendo il personale non qualificato): 1) figure professionali high - skill che comprendono dirigenti e direttori; professioni intellettuali e professioni tecniche; 2) figure professionali medium - skill che comprendono professioni amministrativo-gestionali e commerciali e dei servizi; 3) figure professionali low - skill che comprendono operai specializzati e conduttori d’impianti, operai e operatori di macchinari Consumi Finali Rappresentano il valore dei beni e servizi impiegati per soddisfare direttamente i bisogni umani, siano essi individuali o collettivi. In particolare per Consumi Finali delle Famiglie si intendono i beni e i servizi acquistati o autoconsumati per il soddisfacimento dei propri bisogni Deflatore Fornisce la variazione dei prezzi tra l'anno corrente e l'anno base. Si tratta di uno strumento che consente di "depurare" la crescita di una variabile (per esempio il PIL o il valore aggiunto) dall'aumento dei prezzi. Per esempio il deflatore del PIL risulta dal rapporto tra il PIL nominale (quantità espressa per i prezzi correnti) e il PIL reale (quantità per i prezzi costanti). Viene usato per trasformare il valore di un insieme di beni e servizi a prezzi correnti in valore a prezzi costanti Deflazione L'insieme di procedimenti di calcolo con i quali si elimina dai valori espressi in termini correnti l'influenza dovuta alle modificazioni dei prezzi. Tale processo si applica solitamente ad aggregati economici che riflettono operazioni su beni e servizi (produzione, consumi, investimenti, importazioni ed esportazioni, variazione delle scorte). Viene usato per trasformare il valore di un insieme di beni e servizi a prezzi correnti in valore a prezzi costanti Esportazioni I trasferimenti di beni (merci) e di servizi da operatori residenti a operatori non residenti (Resto del mondo). Le esportazioni di beni includono tutti i beni (nazionali o nazionalizzati, nuovi o usati) che, a titolo oneroso o gratuito, escono dal territorio economico del paese per essere destinati al Resto del mondo. Esse sono valutate al valore Fob (free on board) che corrisponde al prezzo di mercato alla frontiera del Paese esportatore. Questo prezzo comprende: il prezzo ex fabrica, i margini commerciali, le spese di trasporto internazionale, gli eventuali diritti all'esportazione. Le esportazioni di servizi comprendono tutti i servizi (trasporto, assicurazione, altri) prestati da unità residenti a unità non residenti Forze di lavoro Le persone occupate e le persone in cerca di occupazione Ultima pagina visitata Glossario, pag. successiva ->

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IL CRUSCOTTO DEGLI INDICATORI ECONOMICI DELLA PROVINCIA DI FIRENZE Glossario < INDICE GENERALE > Importazioni Sono costituite dagli acquisti all'estero (Resto del mondo) di beni (merci) e di servizi, introdotti nel territorio nazionale. Le importazioni di beni comprendono tutti i beni (nuovi o usati) che, a titolo oneroso o gratuito, entrano nel territorio economico del Paese in provenienza dal Resto del mondo. Esse possono essere valutate al valore Fob, o al valore Cif (costo, assicurazione, nolo) che comprende: il valore Fob dei beni, le spese di trasporto e le attività assicurative tra la frontiera del Paese esportatore e la frontiera del Paese importatore. Le importazioni di servizi includono tutti i servizi (trasporto, assicurazione, altri) prestati da unità non residenti a unità residenti Imprenditori extracomunitari Persone di nazionalità extracomunitaria che detengono cariche sociali all’interno delle imprese registrate presso il Registro delle Imprese. Ad esempio, il titolare di un’impresa individuale o il socio di capitale di una Spa o di una Società a Responsabilità Limitata Impresa artigiana Impresa alla quale sono state riconosciute, da parte della Commissione Provinciale dell’Artigianato, le caratteristiche artigiane, così come stabilite dalla Legge 443/85 e successive modifiche. Tra gli aspetti salienti dell’impresa artigiana: la prevalenza del lavoro manuale e personale del titolare o dei soci sugli altri fattori della produzione; lo svolgimento di un’attività tipica artigiana; la dimensione medio-piccola Impresa attiva Soggetto che, iscritto al Registro delle Imprese, ha comunicato l’effettivo inizio della propria attività Impresa femminile Soggetto d’impresa in cui la componente femminile può ricoprire una quota maggioritaria (più del 50%), forte (+ di 2/3) o esclusiva (totalitaria) delle cariche societarie o delle quote di capitale (per le società di capitale). La norma principale di riferimento è costituita dalla Legge 215 del 1992. Il sistema camerale si è attivato per la promozione della cultura d’impresa al femminile attraverso la massiccia costituzione, a livello provinciale, dei Comitati per l’Imprenditoria Femminile Impresa registrata Soggetto iscritto al Registro delle imprese che può essere classificato, rispetto allo svolgimento di un’attività operativa, come attivo o inattivo; l’impresa può assumere poi lo status di sospesa (quando l’attività viene interrotta per un periodo limitato di tempo, di solito 6 -12 mesi); inoltre può essere sottoposta a procedura concorsuale, volontaria o giudiziaria <- Glossario, pag. precedente Ultima pagina visitata Glossario, pag. successiva ->

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IL CRUSCOTTO DEGLI INDICATORI ECONOMICI DELLA PROVINCIA DI FIRENZE Glossario < INDICE GENERALE > Indice di specializzazione di Balassa Costituisce il rapporto tra la quota di esportazioni di un settore effettuate da un paese (regione o provincia) e la quota di esportazioni del medesimo settore di un’area o di un paese di riferimento; se l’indice è superiore ad 1 la quota che il paese (regione o provincia) detiene nelle esportazioni del bene a è superiore alla quota delle sue esportazioni complessive rispetto all’area di riferimento (vantaggio comparato nelle esportazioni del bene a). L'indice esprime le esportazioni settoriali nazionali (o locali) in termini relativi rispetto al flusso commerciale mondiale (o di una determinata area di riferimento) Indice di specializzazione di Lafay Si calcola nel seguente modo: xij+mij/∑j (xij+mij)*[xij-mij / xij+mij - ∑jxij-∑jmij/∑j (xij+mij)] dove xij e mij indicano rispettivamente le esportazioni e le importazioni del paese i nel settore j. Si tratta di un indice che misura il contributo settoriale (ponderato) al saldo commerciale totale; rappresenta la differenza tra il saldo normalizzato di un settore e quello complessivo, ponderata con il peso dell’interscambio del settore sull’interscambio totale. Questo indicatore presenta alcune proprietà di rilievo: in primo luogo rispetto al “classico” indicatore di specializzazione tiene conto non solo dei flussi di esportazione ma anche di quelli relativi alle importazioni, in modo da poter risultare direttamente raccordabile con il rapporto tra produzione e domanda interna di un determinato bene e tener conto del commercio intra-industriale; in secondo luogo riduce le “distorsioni” connesse all’andamento delle variabili macroeconomiche (per esempio tasso di cambio e ciclo economico); in terzo luogo tiene conto della distribuzione settoriale interna ad un paese. Valori positivi (negativi) dell’indice per un determinato settore indicano che l’area di riferimento (nazione, regione o provincia) è specializzata (despecializzata) in quel ramo produttivo. Per costruzione la somma degli indici di Lafay per una stessa area di riferimento (o macrosettore, per esempio il manifatturiero) è pari a zero Occupati interni Gli occupati che partecipano al processo di produzione svolto sul territorio economico di un paese o di un sistema locale. La definizione di occupazione interna differisce dal concetto di occupazione nazionale. Nella prima sono esclusi i residenti che lavorano presso unità di produzione non residenti sul territorio economico e sono, invece, inclusi i non residenti che lavorano presso unità di produzione residenti. Il concetto di occupazione nazionale, al contrario, comprende tutte le persone residenti occupate in unità produttive sia residenti sia non residenti, escludendo le persone non residenti. L’insieme degli “occupati interni” è composto dai seguenti segmenti: “occupati regolari”, “occupati irregolari” (residenti in Italia), “occupati non dichiaratisi” (residenti in Italia), “stranieri irregolari”. Aggiungendo ad essi anche le posizioni di doppio lavoro si ottengono le posizioni lavorative totali. <- Glossario, pag. precedente Ultima pagina visitata Glossario, pag. successiva ->

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IL CRUSCOTTO DEGLI INDICATORI ECONOMICI DELLA PROVINCIA DI FIRENZE Glossario < INDICE GENERALE > Occupati ufficiali secondo la rilevazione sulle forze di lavoro Le persone di 15 anni e più che all'indagine sulle forze di lavoro dichiarano: di possedere un'occupazione (hanno almeno un’ora di lavoro nella settimana di riferimento), anche se nel periodo di riferimento non hanno svolto attività lavorativa (occupato dichiarato); di essere in una condizione diversa da occupato, ma di aver effettuato ore di lavoro nel periodo di riferimento (altra persona con attività lavorativa) Persona in cerca di occupazione La persona di 15 anni e più che all'indagine sulle forze di lavoro dichiara: una condizione professionale diversa da quella di occupato; di non aver effettuato ore di lavoro nel periodo di riferimento; di essere alla ricerca di un lavoro; di aver effettuato almeno un'azione di ricerca di lavoro nei trenta giorni che precedono il periodo di riferimento; di essere immediatamente disponibile (entro due settimane) ad accettare un lavoro, qualora gli venga offerto Prodotto interno lordo È il valore complessivo dei beni e servizi finali prodotti all'interno di un Paese in un certo intervallo di tempo (solitamente l'anno) con i fattori produttivi impiegati all’interno del paese stesso. Se calcolato con i prezzi correnti si chiama PIL nominale, se calcolato con i prezzi costanti (quelli dell'anno base) è detto PIL reale Produttività del lavoro Il rapporto tra l'intero valore della produzione realizzata e il volume o la quantità del lavoro (unità di lavoro e/o ore lavorate) impiegato nella produzione. Il miglior indicatore sarebbe rappresentato dal PIL per ora lavorata, tuttavia viene impiegato (in particolare per le misurazioni in ambito locale) il rapporto tra valore aggiunto e unità di lavoro totali Produttività totale dei fattori Può essere definita come rapporto tra la misura di volume del valore aggiunto e una misura di volume dell’impiego complessivo dei servizi del capitale e del lavoro. Essa esprime la misura dell’effetto sulla produzione dei miglioramenti tecnologici e della qualità dell’input di lavoro; costituisce una componente strutturale della crescita della produttività del lavoro e della crescita del prodotto Produz. industriale (indice della) La variazione nel tempo del volume fisico della produzione dell'industria in senso stretto, escluso il settore delle costruzioni <- Glossario, pag. precedente Ultima pagina visitata Glossario, pag. successiva ->

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IL CRUSCOTTO DEGLI INDICATORI ECONOMICI DELLA PROVINCIA DI FIRENZE Glossario < INDICE GENERALE > Reddito Disponibile Il reddito che rimane dopo che i consumatori hanno pagato le imposte e ricevuto i trasferimenti (ad es. sussidi, indennità. . . ) dal Governo. Costituisce quindi il reddito di cui dispone il paese per i consumi finali ed il risparmio Saldo commerciale normalizzato Il saldo commerciale normalizzato è dato dal rapporto percentuale tra il saldo corrente e la somma di importazioni ed esportazioni. Il suo valore varia tra -100, nel caso in cui l'area di riferimento sia unicamente importatrice, e +100, nel caso in cui , invece, sia unicamente esportatrice. Se la bilancia risulta in pareggio, il saldo normalizzato è pari a 0; si tratta di un indicatore atto a facilitare il confronto tra periodi, paesi e settori diversi Sistema Informativo Excelsior Sistema informativo per l’occupazione e la formazione realizzato dall’Unione Italiana della Camere di Commercio, in stretta collaborazione e col finanziamento del Ministero del Lavoro e della Previdenza Sociale e dell’Unione Europea. Attraverso un campione di oltre 100. 000 imprese, il sistema indaga i fabbisogni professionali richiesti dal mercato del lavoro, fornendo un quadro delle diverse variabili che collegano domanda e offerta di lavoro: livelli di istruzione, qualità e adeguatezza del sistema formativo rispetto alle richieste delle imprese, spendibilità dei titoli di studio e dei percorsi formativi, difficoltà di reperimento, canali di ricerca, forme contrattuali e di impiego, situazioni di criticità nella domanda di lavoro, ricorso a manodopera e professionalità di personale immigrato Tasso di attività Rapporto tra le persone appartenenti alle forze di lavoro (occupati e persone in cerca di occupazione) e la popolazione di 15 anni e più Tasso di disoccupaz. Rapporto tra le persone in cerca di occupazione e le forze di lavoro (occupati e persone in cerca di occupazione) Tasso di occupazione Rapporto tra gli occupati e la popolazione di 15 anni e più Unità di lavoro (o Equivalente tempo pieno) L’unità di lavoro è un indicatore atto a quantificare il volume di lavoro “generato” da chi partecipa al processo di produzione, con riferimento ad un determinato territorio economico (sistema locale, provincia o paese per esempio), indipendentemente dalla residenza. In altre parole indica la quantità standard di lavoro prestato nel corso dell’anno da un occupato a tempo pieno. Il concetto di unità di lavoro è svincolato dalla singola persona fisica, ma viene livellato rispetto al numero di ore annue corrispondenti ad un’occupazione esercitata a tempo pieno <- Glossario, pag. precedente Ultima pagina visitata Glossario, pag. successiva ->

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IL CRUSCOTTO DEGLI INDICATORI ECONOMICI DELLA PROVINCIA DI FIRENZE Glossario < INDICE GENERALE > Valore aggiunto È la differenza tra il valore della produzione di beni e servizi conseguita dalle singole branche produttive ed il valore dei beni e servizi intermedi dalle stesse consumati (materie prime e ausiliarie impiegate e servizi forniti da altre unità produttive). Corrisponde alla somma delle retribuzioni dei fattori produttivi e degli ammortamenti. Permette di apprezzare la crescita del sistema economico in termini di nuovi beni e servizi messi a disposizione della comunità per impieghi finali. Si differenzia dal PIL in quanto non comprende l'IVA e le imposte indirette sulle importazioni. Il valore aggiunto può essere calcolato ai prezzi base o ai prezzi di mercato Valore aggiunto ai prezzi base È il saldo tra la produzione e i consumi intermedi, in cui la produzione è valutata ai prezzi di base, cioè al netto delle imposte sui prodotti e al lordo dei contributi ai prodotti. La produzione valutata ai prezzi di base si differenzia da quella valutata al costo dei fattori: quest'ultima, è infatti al netto di tutte le imposte (sia quelle sui prodotti, sia le altre imposte sulla produzione), ed al lordo di tutti i contributi (sia i contributi commisurati al valore dei beni prodotti, sia gli altri contributi alla produzione) Valore aggiunto ai prezzi di mercato È il valore aggiunto ai prezzi di base aumentato delle imposte sui prodotti, Iva esclusa, e al netto dei contributi ai prodotti Valori concatenati (per stime di aggregati economici) Dati riguardanti le valutazioni “reali” effettuate con il metodo del concatenamento, il quale consiste nel prodotto degli indici riferiti a ciascun sub-intervallo in cui il periodo viene scomposto; nel concatenamento annuale vengono moltiplicate le variazioni calcolate su ciascun anno. Tali stime vengono presentate attraverso le serie in livello concatenate rispetto all’anno 2000, il quale viene fissato come quello di riferimento. Queste serie sono ottenute moltiplicando l’indice a catena con di riferimento 2000 (2000=1) per i valori correnti dell’anno 2000 di ogni singola serie. Le stime a valori concatenati sostituiscono quelle a prezzi costanti a base fissa usati nella “vecchia” serie di contabilità nazionale (Istat) e vengono prese come riferimento per il calcolo dei tassi di variazione annuali. L’anno base di riferimento per la concatenazione è il 2000 (nella vecchia serie a prezzi costanti era il 1995). Si tratta di una metodologia che dovrebbe fornire una stima della crescita economica maggiormente aderente ai cambiamenti di struttura produttiva e ai modelli di consumo di un sistema economico (locale o nazionale); inoltre i tassi di crescita dovrebbero essere comunque indipendenti dalla scelta dell’anno di riferimento. <- Glossario, pag. precedente Ultima pagina visitata Glossario, pag. successiva ->

IL CRUSCOTTO DEGLI INDICATORI ECONOMICI DELLA PROVINCIA DI FIRENZE Appendice al glossario: i livelli

IL CRUSCOTTO DEGLI INDICATORI ECONOMICI DELLA PROVINCIA DI FIRENZE Appendice al glossario: i livelli tecnologici manifatturieri secondo la classificazione OECD 2003 e raccordo con la classificazione ATECO 2007 < INDICE GENERALE > <- Glossario, pag. precedente