IL CAMBIAMENTO pag 155 166 Listanza ecologica Dal
IL CAMBIAMENTO (pag. 155 -166) L’istanza ecologica: Dal consumo a ciclo aperto al concetto di ciclo chiuso; da sistemi ad alta entropia a sistemi a bassa entropia. Dal consumo illimitato al consumo intelligente. La pianificazione comunicativa: movimento degli anni 60, 70 e 80 che parte dal basso per pianificare in alto. Dall’ istanza sociale si desumono i gradi e le modalità di intervento. La modellistica: Dalla sfiducia per la pianificazione tradizionale alla fiducia tecnicistica e assoluta nella scienza e nella matematica. Il sistema complesso viene trasformato in un insieme di funzioni che simulano il comportamento reale. Il Progetto urbano: Dalla pianificazione a cascata alla pianificazione assemblata. Il piano non più come ordito per sviluppare progetti ma come sintesi di progetti urbani. La pianificazione ambientale: dalle idee di sviluppo sostenibile all’idea di una pianificazione non più territoriale ma ambientale. La pianificazione urbanistica volgeva la propria attenzione al costruito trascurando il resto del sistema; la pianificazione ambientale svolge un ruolo che avvolge l’insieme complessivo dell’ecosfera. Un insieme vasto di competenze analizzano e coordinano gli interventi valutando gli effetti prodotti su tutti i diversi ambienti e sistemi. (ciclo aria-acqua etc). UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI NAPOLI “FEDERICO II” CORSO DI FONDAMENTI DI URBANISTICA DOCENTE: PROF. ING. G. DEL CONTE
LE NUOVE FORME DEL PIANO (pag. 214 -227) Perché innovare: Le diverse istanze emerse negli ultimi decenni (sociale, ecologica, ambientalistica etc) hanno spesso prodotto un proliferarsi smisurato di nuovi piani e spesso di mutazioni di uno stesso piano in forme diversificate. Tutto ciò, anziché produrre un miglioramento della pianificazione urbanistica e territoriale, ha portato ad una diminuzione dell’efficacia globale del sistema di pianificazione. Spesso i piani si sovrappongono e si inseguono o susseguono per efficacia. A piani generale si affiancano piani di settore. I Piani di settore spesso sconfinano in campi di non stretta competenza ingenerando conflittualità e generando confusione normativa. Le insufficienze rilevate nel tempo riguardano sia i piani di primo livello che quelli locali: Nei primi si riscontrano spesso -scarse capacità operative dirette con il rinvio delle scelte al livello locale anche per la programmazione di opere di interesse regionale; -la non compatibilità o non sovrapponibilità dei diversi piani di settore per la mancanza di un coordinamento generale. Ai piani locali si imputano invece: -uno scostamento tra le analisi (spesso ponderose) e le scelte programmatorie; -l’eccesso normativo che conferisce rigidezza al piano e alla sua attuazione; -la compresenza di norme e di scelte che investono scelte di fondo con interventi di carattere specifico; -l’eccessiva lungaggine delle procedure di approvazione dei piani che hanno spesso portato all’approvazione di piani già vecchi. UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI NAPOLI “FEDERICO II” CORSO DI FONDAMENTI DI URBANISTICA DOCENTE: PROF. ING. G. DEL CONTE
LE NUOVE FORME DEL PIANO (pag. 214 -227) Come innovare: Oggi sembra consolidata l’idea di distinguere la pianificazione strategica (strutturale) da quella operativa-normativa. La pianificazione strategico-strutturale: formula ipotesi di sviluppo attraverso interventi strutturanti. Di fatto gli interventi previsti sono quegli interventi strategici non negoziabili. Hanno il compito di fissare e programmare prospettive di ampio respiro da attuarsi in tempi lunghi. La pianificazione operativa-normativa: individua gli interventi da realizzarsi in tempi certi (e brevi) e le norme che sottendono la loro realizzazione. UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI NAPOLI “FEDERICO II” CORSO DI FONDAMENTI DI URBANISTICA DOCENTE: PROF. ING. G. DEL CONTE
LE NUOVE FORME DEL PIANO (pag. 214 -227) Ancora oggi il panorama non è del tutto definito: a livello nazionale non esiste una nuova legge urbanistica ma solo diverse bozze frutto di un ampio dibattito che si protrae ormai da un decennio. A livello regionale siamo dinanzi ad una molteplicità di situazioni: vi sono Regioni, come la Campania, che non hanno prodotto alcun mutamento allo schema tradizionale. Altre invece si sono dotate di una nuova normativa che in qualche modo ricalca lo schema descritto innanzi ma con diverse sfumature. Altre ancora che hanno già prodotto due nuove leggi urbanistiche migliorando, in tempi recenti, una già avanzata riforma normativa prodotta agli inizi degli anni ’ 90. L’attuale dibattito, che come abbiamo visto si articola tra chi non ha ancora osato innovare e chi invece modifica sperimentando, dibatte se legare il momento della pianificazione strutturale alla sola pianificazione di area vasta lasciando alla pianificazione locale il solo ruolo operativonormativo, oppure prevedere lo strumento strutturale e lo strumento operativo sia per il livello territoriale che per quello locale. UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI NAPOLI “FEDERICO II” CORSO DI FONDAMENTI DI URBANISTICA DOCENTE: PROF. ING. G. DEL CONTE
PIANO DI AREA VASTA UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI NAPOLI “FEDERICO II” CORSO DI FONDAMENTI DI URBANISTICA DOCENTE: PROF. ING. G. DEL CONTE
PIANO DI AREA VASTA UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI NAPOLI “FEDERICO II” CORSO DI FONDAMENTI DI URBANISTICA DOCENTE: PROF. ING. G. DEL CONTE
PIANO DI AREA VASTA UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI NAPOLI “FEDERICO II” CORSO DI FONDAMENTI DI URBANISTICA DOCENTE: PROF. ING. G. DEL CONTE
PIANO LOCALE UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI NAPOLI “FEDERICO II” CORSO DI FONDAMENTI DI URBANISTICA DOCENTE: PROF. ING. G. DEL CONTE
PIANO LOCALE UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI NAPOLI “FEDERICO II” CORSO DI FONDAMENTI DI URBANISTICA DOCENTE: PROF. ING. G. DEL CONTE
PIANO LOCALE UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI NAPOLI “FEDERICO II” CORSO DI FONDAMENTI DI URBANISTICA DOCENTE: PROF. ING. G. DEL CONTE
UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI NAPOLI “FEDERICO II” CORSO DI FONDAMENTI DI URBANISTICA DOCENTE: PROF. ING. G. DEL CONTE
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