IL BULLISMO IL BULLISMO Il tema sul bullismo
IL BULLISMO
IL BULLISMO Il tema sul bullismo ogni anno viene affrontato. Innanzitutto il bullismo purtroppo è una pratica che viene sempre maggiormente utilizzata, ad ogni età, ad ogni ceto sociale e in ogni paese. Il bullismo non è solo qualcosa di fisico ma forse anche qualcosa di psicologico. Partendo dalle età più basse si pensi a quando i bambini magari più bassi, più magri o più grassi, magari quelli con qualche particolarità fisica “diversa” viene preso di mira. Non c’è peggior cosa di esser preso in giro da piccolo, ma anche da grande , da altri bambini, da un gruppo se non la totalità stessa di tutta la classe o scuola
EPISODI DI BULLISMO
LA STORIA DI THIVYA NAYAGI Spesso gli episodi di violenza e prepotenze di cui veniamo a conoscenza attraverso giornali e media, parlano di casi riguardanti adolescenti e ragazzi, facendo sembrare il fenomeno del bullismo e del cyber bullismo confinato solo all’età adolescenziale. La storia di Thivya Nayagi, però, insegna il contrario. Thyvia è una ragazza ventenne che lavora nella nota catena di minimarket Seven Eleven e vive tranquillamente a Penang, in Malaysia Occidentale, suo paese natale. Un evento, però, che a posteriori si rivelerà tragico, distrugge la sua tranquillità: un suo collega infatti, posta un suo video privato su Tik. Tok e Facebook, a seguito del quale riceve diverse minacce. La ragazza sente di aver disonorato e di aver infangato l’immagine della sua famiglia. Il triste epilogo viene scoperto il 19 Maggio 2020: suo fratello, unico parente rimastole dopo la morte della madre, la trova impiccata nella sua casa. Lui si era recato lì a causa di molte chiamate a cui la sorella non aveva risposto. Nell’appartamento ha anche trovato una lettera in cui Thyvia si scusava per la vergogna che aveva causato alla sua famiglia. Una foto della giovane Thyvia, che a Luglio avrebbe compiuto 21 anni e si sarebbe sposata con il suo fidanzato a Dicembre
IL BULLO NELLA STORIA DI THYVIA La storia di Thyvia è un esempio di cyberbullismo: il cyberbullismo è una forma di bullismo particolarmente pericolosa, condotta attraverso strumenti telematici. In questo caso quindi il bullo non è una persona, ma il web: Thyvia si è sentita probabilmente offesa, intimidita e insultata da persone che non la conoscevano, ma che la giudicavano attraverso Internet. Episodi del genere ci portano ad una riflessione molto importante: il web è un ottimo strumento per diffondere informazioni e contenuti, ma non bisogna sottovalutare il suo enorme potere: non sappiamo chi si trova «dall’ altra parte dello schermo» , e non sappiamo l’effetto che possano avere su quella persona le nostre parole. Un’altra importante riflessione che va fatta su questo episodio è che la persona che abbia subito tutto ciò sia un’adulta (seppur molto giovane): il cyberbullismo non colpisce solo gli adolescenti o i più piccoli quindi, ed anzi, può portare ad epiloghi ancora più tragici come visto nel caso di Thyvia. Il cyberbullismo è considerato da molti una vera piaga del web: il 22, 2% dei ragazzi italiani, secondo diversi sondaggi, ne è vittima
LA STORIA DI ENZO Il bullismo è sempre stato un problema legato soprattutto ai giovani e al giorno d'oggi è presente anche un altro tipo di bullismo che non avviene direttamente ma attraverso internet, detto cyberbullismo. Ci sono molto storie di persone bullizzate che raccontano la loro esperienza; uno di queste è Enzo, un ragazzo di ormai 28 anni che ha voluto raccontare la sua esperienza attraverso una lettera. Oggi Enzo fa il maestro di tennis e gestisce un progetto per aiutare i ragazzi a crescere in un ambiente sano. Nella sua lettera ci racconta di come, tra l'età di 14 e 19 anni , veniva bullizzato a causa dell'acne cicatriziale. Si trattava di bullismo sottoforma di vessazioni, prese in giro, insulti e ridicolizazzioni in pubblico. Lui non raccontò niente ma, all'età di 23 anni, decise di parlare perchè non riusciva più a trattenere la rabbia e il dolore che provava internamente e quindi possiamo solo immaginare come si è sentito tutti quegli anni. Lui ci racconta la sua esperienza per farci capire la pesantezza di questo problema e ci ricorda di non sottovalutarlo, come succedeva in passato.
LA STORIA DI LUCA DI PASQUALE Luca Di Pasquale è un ragazzo abruzzese di 18 anni. Per anni è stato vittima di bullismo che l’ha portato a sviluppare una grande depressione. Luca ha anche scritto una lettera dove spiega cosa ha passato e cosa sta passando tuttora. Il tutto inizia ai suoi 9 anni, era un ragazzo molto timido e introverso, non aveva neanche un amico maschio, ne aveva una femmina, e per questo motivo hanno iniziato a chiamarlo frocio di m***a, sembri una femminuccia. Questa storia di bullismo psicologico, lo accompagna fino alle scuole superiori. Insultare Luca era addirittura diventata una moda nel suo paese. Nel 2015 Luca si chiude ancora di più in se stesso e i bulli della situazione gli mandano messaggi come” se ti vedo ti picchio”, solo per divertimento e per escluderlo. Questa situazione continuò a peggiorare, fino a far diventare Luca del tutto chiuso in se, tanto che perse interesse su tutto ciò che gli piaceva, addirittura sblocca una forma di anoressia, infatti non vuole mangiare più niente di sua spontanea volontà, e quando veniva costretto gli veniva da vomitare. Dopo 2 mesi perse addirittura 10 chili. Anche seguire le lezioni divenne difficile, infatti passava tutto il tempo in bagno a piangere e vomitare. Inoltre una delle sue insegnanti lo etichettò come “Problema della classe”, e non lo faceva uscire e divenne molto severa con lui nonostante i suoi problemi di panico. A 18 anni Luca tocca il fondo, ha tentato 2 volte il suicidio, la prima volta si salva miracolosamente, la seconda la sorella lo fermò giusto in tempo. Dopo quell’evento Luca sta iniziando ad uscire dal tunnel della disperazione grazie anche al supporto continuo della famiglia. Luca con la sua lettera infine incita tutti i ragazzi colpiti da questa forma di bullismo a non fare come lui, non dare retta a quelle persone che dicono che sono brutti o strani, e incita le persone a non fare pregiudizi. Infine ricorda alle persone che soffrono di depressione, che la medicina a questa specie di malattia è l’amore della propria famiglia e la compagnia di un cucciolo di cane
LA STORIA DI MARCO Ieri nella nostra scuola abbiamo assistito ad un episodio davvero sgradevole. Durante la ricreazione Marco, il “bullo” della scuola, così chiamato dai ragazzi dell’istituto per il suo modo di fare, ha aspettato insieme ai suoi amici che suonasse la campanella e che un ragazzo innocuo, Aldo, rimanesse da solo. Marco e i suoi amici si sono avvicinati e hanno iniziato a insultarlo verbalmente ma alla fine la situazione si è trasformata di male in peggio. Quello che abbiamo visto e che purtroppo è successo davanti a pochissimi testimoni, dato che era suonata la campanella e tutti stavano tornando in classe, è che il gruppo di ragazzi si è avventato sul ragazzo che era da solo ed hanno cominciato a spintonarlo e a gridargli parole non proprio gentili che però non siamo riuscito a sentire essendo troppo lontani.
La vittima di Marco e dei suoi amici dopo essersi rialzata, ha consegnato il telefono ai suoi bulli per non essere picchiato e così l'hanno lasciato in pace e solamente dopo ciò, al suono della campanella tornammo tutti in classe. Io e i miei amici dopo aver assistito a questa scena, sapendo che al giorno d'oggi ci sono molti episodi di bullismo, volevamo sapere se quello che era successo era un episodio isolato o se questi ragazzi lo fanno da più tempo e con più persone. Usciti da scuola vediamo che Marco si riavvicina ad Aldo che pensava che gli volesse restituire il cellulare ma con l'aria da bullo di Marco non sembrava così. Oltre a dirgli che non gli avrebbe restituito il cellulare gli chiede dei soldi per il pranzo e dice che se non glieli avesse dati l'avrebbe picchiato. Allora mentre Aldo prende i soldi dalla tasca Marco gli tira un pugno, prende i soldi e scappa.
L'indomani una professoressa, che aveva assistito alla scena, richiama sia Aldo che Marco e li invita ad andare in presidenza perchè il preside li aveva chiamati. Uscito per primo dalla presidenza, io e i miei amici vediamo Aldo e gli chiediamo cosa fosse successo, lui ci sorride e ci dice che il preside oltre ad aver dato una sospensione a Marco gli ha fatto restituire il cellulare, i soldi e gli ha anche chiesto scusa. Marco e i suoi amici dopo l'accaduto capiscono i loro errori e promettono di non commetterli più, chiedendo scusa ad Aldo per la seconda volta e anche a tutte le vittime che avevano bullizzato in precedenza. Si pentono di essere stati bulli e si mettono sulla buona strada, facendo amicizia proprio con i ragazzi che avevano maltrattato.
Il bullismo purtroppo è un fenomeno tutt’oggi molto sviluppato in vari contesti, partendo da quello scolastico… Le azioni di questo fenomeno non coinvolgono soltanto il bullo ma soprattutto chi guarda in silenzio, i cosiddetti «spettatori» , senza denunciare gli accaduti; anzi il più delle volte sono proprio loro ad inoltrare video o foto della vittima mentre viene derisa e presa in giro. Spesso assumono questi comportamenti per essere accettati o per emulare. La vittima essendo di solito una persona debole ed insicura non denuncia gli accaduti per paura di eventuali conseguenze o per la difficoltà nell’esternare l’accaduto. Oggi con l’invenzione dei social questo fenomeno viene addirittura amplificato dato che dietro ad uno schermo, i cosiddetti «leoni da tastiera» , si sentono forti.
ELEFANTE MARIA VITTORIA ESTERO ANIELLO FERRARA MASSIMILIANO FERRENTINO RENATO LUONGO ANTONIO INSERRA DIEGO MACERA LIDIA MATRONE NICCOLO’ FONTANA DAVIDE PIO
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