GLI ATTORI DEL PROCESSO DI INTERMEDIAZIONE Lezione 2

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GLI ATTORI DEL PROCESSO DI INTERMEDIAZIONE Lezione 2 Gestione Finanziaria delle Imprese Lezione 2

GLI ATTORI DEL PROCESSO DI INTERMEDIAZIONE Lezione 2 Gestione Finanziaria delle Imprese Lezione 2

I soggetti del mercato finanziario 4 BANCHE 4 SOCIETA’ DI GESTIONE DEL RISPARMIO 4

I soggetti del mercato finanziario 4 BANCHE 4 SOCIETA’ DI GESTIONE DEL RISPARMIO 4 Fondi aperti 4 Fondi chiusi (mobiliari ed immobiliari) 4 Fondi speculativi 4 FONDI PENSIONE 4 SICAV 4 IMPRESE DI INVESTIMENTO (SIM) 4 SOCIETA’ FINANZIARIE 4 SOCIETA’ FIDUCIARIE 4 SOCIETA’ ASSICURATIVE Gestione Finanziaria delle Imprese Lezione 2 2

I soggetti e l’offerta di attività Gestione Finanziaria delle Imprese Lezione 2 3

I soggetti e l’offerta di attività Gestione Finanziaria delle Imprese Lezione 2 3

La Società di Gestione del Risparmio La società di gestione del risparmio (SGR) è

La Società di Gestione del Risparmio La società di gestione del risparmio (SGR) è una figura di intermediario introdotta nel 1998 dal Testo Unico in materia di intermediazione finanziaria (TUIF), disegnata sulla struttura della preesistente società di gestione di fondi di investimento, e costituisce il principale attore nell’ambito del risparmio gestito. Gestione Finanziaria delle Imprese Lezione 2 4

Le attività riconducibili ad una SGR 1. GESTIONE FONDI DI INVESTIMENTO (retail o riservati

Le attività riconducibili ad una SGR 1. GESTIONE FONDI DI INVESTIMENTO (retail o riservati ad investitori qualificati) 4 Fondi mobiliari aperti 4 Fondi chiusi mobiliari ed immobiliari 4 Fondi speculativi 2. GESTIONE DI FONDI PENSIONE 3. GESTIONE DI PATRIMONI INDIVIDUALI 4. ATTIVITA’ CONNESSE E STRUMENTALI Gestione Finanziaria delle Imprese Lezione 2 5

La SGR ed i Fondi Comuni di Investimento Banca Depositaria Società di Gestione del

La SGR ed i Fondi Comuni di Investimento Banca Depositaria Società di Gestione del Risparmio Fondo A Sottoscrittori Fondo B Sottoscrittori IMPRESE Gestione Finanziaria delle Imprese Lezione 2 6

I Fondi Aperti I fondi aperti, introdotti con la Legge n. 77 del 1983,

I Fondi Aperti I fondi aperti, introdotti con la Legge n. 77 del 1983, sono intermediari finanziari attivi che investono in strumenti finanziari quotati su un mercato regolamentato. Nell’ottica dei risparmiatori, essi consentono di beneficiare di una gestione diversificata (“effetto portafoglio”) e professionale e costituiscono una forma di investimento con un elevato grado di liquidità. Gestione Finanziaria delle Imprese Lezione 2 7

I Fondi Aperti: le diverse tipologie 4 FONDI AZIONARI 4 FONDI OBBLIGAZIONARI 4 FONDI

I Fondi Aperti: le diverse tipologie 4 FONDI AZIONARI 4 FONDI OBBLIGAZIONARI 4 FONDI BILANCIATI, BILANCIATI AZIONARI E BILANCIATI OBBLIGAZIONARI 4 FONDI DI LIQUIDITA’ 4 FONDI FLESSIBILI Gestione Finanziaria delle Imprese Lezione 2 8

9 I Fondi Aperti: l’evoluzione • L’evoluzione del patrimonio netto dei fondi aperti (valori

9 I Fondi Aperti: l’evoluzione • L’evoluzione del patrimonio netto dei fondi aperti (valori in Euro mln) (Fonte: Assogestioni, anni vari) Gestione Finanziaria delle Imprese Lezione 2

I Fondi Mobiliari Chiusi 10 I fondi mobiliari chiusi, introdotti nel nostro ordinamento solo

I Fondi Mobiliari Chiusi 10 I fondi mobiliari chiusi, introdotti nel nostro ordinamento solo con la Legge n. 344 del 1993, sono investitori istituzionali che investono professionalmente le risorse finanziarie a loro affidate. La principale e più significativa differenza rispetto ai fondi di tipo aperto risiede nel fatto che è prevista la possibilità di sottoscrizione e di riscossione delle quote unicamente a scadenze predefinite, aventi orizzonte temporale di medio/lungo termine. Gestione Finanziaria delle Imprese Lezione 2

I Fondi Mobiliari Chiusi v CARATTERISTICHE: 1. Liquidità non elevata (in relazione a tipologia

I Fondi Mobiliari Chiusi v CARATTERISTICHE: 1. Liquidità non elevata (in relazione a tipologia di investimento) 2. Orizzonte temporale dell’investimento medio/lungo 3. Necessità per il gestore di disporre di capitale stabile, non soggetto a continue richieste di liquidazione (da qui la natura chiusa dei fondi) 4. Investimento prevalente in imprese non quotate caratterizzate da un elevato potenziale di sviluppo 5. Rendimento atteso elevato Gestione Finanziaria delle Imprese Lezione 2 11

Fondi Mobiliari Chiusi vs Fondi Aperti Fondi aperti: Titoli quotati Diverse caratteristiche strutturali dei

Fondi Mobiliari Chiusi vs Fondi Aperti Fondi aperti: Titoli quotati Diverse caratteristiche strutturali dei fondi chiusi Fondi chiusi: Titoli non quotati Diversa natura delle attività finanziarie in portafoglio (in particolare: differente grado di liquidità) Diverso ruolo dei fondi chiusi nel finanziamento d’impresa Gestione Finanziaria delle Imprese Lezione 2 12

I Fondi Immobiliari Chiusi I fondi immobiliari chiusi, introdotti con la Legge n. 86

I Fondi Immobiliari Chiusi I fondi immobiliari chiusi, introdotti con la Legge n. 86 del 1994, rappresentano anch'essi, pur non essendo riferiti, come i precedenti, ad attività finanziarie, una forma di gestione collettiva del risparmio la cui organizzazione e finalità non differiscono in misura sensibile dalle altre forme di gestione in monte delle risorse finanziarie già esaminate. Essi investono in beni immobili, diritti reali immobiliari e partecipazioni in società immobiliari e rappresentano, dunque, una forma di “mobiliarizzazione” della ricchezza immobiliare, attuata attraverso il frazionamento di investimenti, per loro stessa natura di elevato ammontare unitario, in quote di partecipazione al fondo. Gestione Finanziaria delle Imprese Lezione 2 13

I Fondi Speculativi I fondi speculativi, introdotti nel nostro ordinamento con il Decreto n.

I Fondi Speculativi I fondi speculativi, introdotti nel nostro ordinamento con il Decreto n. 228 del 1999, sono, sotto il profilo della struttura, dei fondi comuni di investimento che possono essere costituiti sia in forma aperta, sia in forma chiusa. La caratteristica distintiva è la totale assenza di vincoli o limiti alla politica di investimento; in altre parole, le risorse finanziarie raccolte possono essere investite in qualsiasi tipo di attività finanziaria o non finanziaria. Gestione Finanziaria delle Imprese Lezione 2 14

15 Una sintesi FONDI APERTI Titoli azionari e obbligazionari Società QUOTATE FONDI CHIUSI Titoli

15 Una sintesi FONDI APERTI Titoli azionari e obbligazionari Società QUOTATE FONDI CHIUSI Titoli azionari e obbligazionari Società NON QUOTATE FONDI IMMOBILIARI Progetti Immobiliari FONDI SPECULATIVI Mix di attività finanziarie Gestione Finanziaria delle Imprese Lezione 2

I Fondi Pensione I fondi pensione, istituiti con il Decreto Legislativo n. 124 del

I Fondi Pensione I fondi pensione, istituiti con il Decreto Legislativo n. 124 del 1993, sono, così come le altre figure di investitori istituzionali, degli intermediari finanziari attivi specializzati nella gestione in monte di risorse finanziarie. La caratteristica distintiva è costituita dal fatto che, diversamente dagli altri, i fondi pensione integrano o sostituiscono le forme di previdenza pubblica obbligatoria, rivestendo così un'importante ruolo in ambito sociale che ne caratterizza profondamente la fisionomia di investitori istituzionali. Essi potranno assumere un ruolo più definito all’interno del contesto nazionale a fronte della recente riforma. Gestione Finanziaria delle Imprese Lezione 2 16

17 I Fondi Pensione (continua) Fondi Aperti Fondi Chiusi Fondo Risparmio Titoli Quotati Pensione

17 I Fondi Pensione (continua) Fondi Aperti Fondi Chiusi Fondo Risparmio Titoli Quotati Pensione Titoli di Stato Real Estate IMPRESE Gestione Finanziaria delle Imprese Lezione 2

18 I Fondi Pensione: tipologie I fondi pensione possono essere classificati con i seguenti

18 I Fondi Pensione: tipologie I fondi pensione possono essere classificati con i seguenti criteri: 1. Fondi a CONTRIBUZIONE DEFINITA o a PRESTAZIONE DEFINITA: classificazione sulla base dei modelli contributivi e/o distributivi. A contribuzione definita: vengono accantonati i contributi versati dal lavoratore, che può poi optare per la liquidazione dell’importo complessivo o per una rendita vitalizia; il rischio è in capo al lavoratore, in quanto non vi è un livello minimo di erogazione garantito. A prestazione definita: l’impresa assicura al lavoratore una erogazione prestabilita; il rischio è in capo all’impresa, che però può godere di eventuali surplus gestionali. Gestione Finanziaria delle Imprese Lezione 2

I Fondi Pensione: tipologie (continua) 2. Fondi ESONERATIVI, INTEGRATIVI o AGGIUNTIVI: classificazione sulla base

I Fondi Pensione: tipologie (continua) 2. Fondi ESONERATIVI, INTEGRATIVI o AGGIUNTIVI: classificazione sulla base del rapporto tra fondo e sistema previdenziale pubblico. Esonerativi: completamente alternativi al sistema previdenziale pubblico. Integrativi: coesistono e si coordinano con il sistema previdenziale pubblico. Aggiuntivi: indipendenti rispetto alla previdenza pubblica. 3. Fondi APERTI o CHIUSI: classificazione in funzione della natura degli aderenti. Chiusi: istituiti sulla base di specifici accordi tra impresa e lavoratori, destinati solo ad alcune categorie di aderenti. Aperti: privi di struttura chiusa a cui riferirsi, accolgono diverse categorie. Gestione Finanziaria delle Imprese Lezione 2 19

Le Società Finanziarie: le diverse attività ad esse riconducibili Le società finanziarie, istituite con

Le Società Finanziarie: le diverse attività ad esse riconducibili Le società finanziarie, istituite con la Legge n. 197 del 1991 e successivamente ridisciplinate dal Testo Unico Bancario, sono intermediari finanziari che possono esercitare le seguenti attività: Ø Assunzione di partecipazioni Ø Concessione di finanziamenti Ø Società di leasing Ø Società di factoring Ø Società di credito al consumo Ø Emissione e gestione di carte di credito Ø Intermediazione in cambi Gestione Finanziaria delle Imprese Lezione 2 20

Le Società Assicurative La società assicurativa è quel soggetto che assume e gestisce, mediante

Le Società Assicurative La società assicurativa è quel soggetto che assume e gestisce, mediante contratti dai caratteri omogenei, istituzionalmente e sistematicamente, i rischi ad essa trasferiti dagli assicurati. Si identificano due rami fondamentali nel settore in esame: assicurazioni vita e assicurazioni danni. La natura di intermediario di questo soggetto risiede nella necessità, per tale impresa, di investire i contributi raccolti anticipatamente, ossia i premi. Gestione Finanziaria delle Imprese Lezione 2 21

22 La Banca L’impresa bancaria svolge istituzionalmente ed in modo congiunto un’attività di raccolta

22 La Banca L’impresa bancaria svolge istituzionalmente ed in modo congiunto un’attività di raccolta di risparmio tra il pubblico e un’attività di concessione del credito. A partire dal 1994, inoltre, con l’entrata in vigore del nuovo Testo Unico delle leggi in materia bancaria e creditizia, e successivamente con il Decreto Eurosim (1996) ed in ultimo con il Testo Unico in materia di intermediazione finanziaria (1998), è stata riconosciuta alla banca una operatività quasi a tutto campo. Gestione Finanziaria delle Imprese Lezione 2

L’attività bancaria La banca è abilitata a svolgere le seguenti tipologie di attività: 1.

L’attività bancaria La banca è abilitata a svolgere le seguenti tipologie di attività: 1. ATTIVITA’ CREDITIZIA BANCARIA (raccolta risparmio / erogazione credito) 2. ATTIVITA’ FINANZIARIA NON BANCARIA (leasing / factoring) 3. ATTIVITA’ DI GESTIONE DEL RISPARMIO 4. ATTIVITA’ DI INTERMEDIAZIONE FINANZIARIA Gestione Finanziaria delle Imprese Lezione 2 23

L’evoluzione del sistema bancario 24 Nel processo di intermediazione del risparmio la figura principale

L’evoluzione del sistema bancario 24 Nel processo di intermediazione del risparmio la figura principale è rappresentata dalle Banche Svolge le funzioni associate a depositi, investimenti, Banca Commerciale prestiti e servizi finanziari in genere nei confronti della propria clientela. Svolge prevalentemente attività di intermediazione nel collocamento dei titoli tra gli emittenti e gli investitori. Banca di investimento La banca di investimento può, inoltre, sottoscrivere essa stessa i titoli, collocandoli e trattandoli sul mercato. Svolge, inoltre, attività di consulenza finanziaria verso i propri clienti. Gestione Finanziaria delle Imprese Lezione 2

La normativa Disciplina ante Testo Unico Bancario (Legge del 1936) ü le banche non

La normativa Disciplina ante Testo Unico Bancario (Legge del 1936) ü le banche non possono effettuare operazioni attive di medio e lungo periodo; ü distinzione tra Istituto di Credito Ordinario e Istituto di Credito Speciale; ü disciplina per gli Investimenti in rapporto alla Liquidità; ü preventiva autorizzazione per determinate forme d’impiego; ü le banche vogliono acquisire partecipazioni nelle imprese devono essere autorizzate dalla Banca d’Italia. Gestione Finanziaria delle Imprese Lezione 2 25

La normativa (continua) Il Testo Unico Bancario Emanato con d. lgs. 1° Settembre 1993,

La normativa (continua) Il Testo Unico Bancario Emanato con d. lgs. 1° Settembre 1993, n° 385, è stato concepito come “Legge di Principi e di Allocazione di Poteri”. Art. 1: 1. La raccolta di risparmio tra il pubblico e l'esercizio del credito costituiscono l'attività bancaria. Essa ha carattere d'impresa. 2. L'esercizio dell'attività bancaria è riservato alle banche. 3. Le banche esercitano ogni altra attività finanziaria connessa o strumentali. Art. 4: 2. La raccolta del risparmio tra il pubblico è vietata ai soggetti diversi dalle banche. Art. 12: 1. Le banche possono emettere obbligazioni, anche convertibili, nominative o al portatore. Art. 13: 1. La Banca d'Italia iscrive in un apposito albo le banche autorizzate. Gestione Finanziaria delle Imprese Lezione 2 26

La normativa (continua) 27 Il T. U. permette agli Istituti di Credito di scegliere

La normativa (continua) 27 Il T. U. permette agli Istituti di Credito di scegliere tra Banca Universale e Gruppo Bancario Banca Universale Gruppo Bancario Svolge in maniera diretta tutte le attività La Capogruppo affida le attività alle controllate Non ci sono ridondanze di costi Costi elevati per marketing, personale, I. T. Unicità del comando Difficoltà nella gestione delle unità Necessita di maggiori competenze Elevata competenza per ogni attività Gestione Finanziaria delle Imprese Lezione 2

Le privatizzazioni Il Processo di Privatizzazione Ha portato il mercato bancario verso assetti più

Le privatizzazioni Il Processo di Privatizzazione Ha portato il mercato bancario verso assetti più efficienti e adeguati al confronto competitivo. (Nell’ultimo ventennio la quota di attivo gestito da banche pubbliche è passata dal 70% all’ 8%). Il processo di privatizzazione è stato scandito da due passaggi fondamentali: Assunzione della forma societaria da parte delle banche pubbliche Collocamento del Capitale presso i risparmiatori Gli obiettivi: oltre la competizione… üRidurre il debito pubblico. üFavorire gli ideali di libero mercato. üEliminare le inefficienze della gestione statale. Gestione Finanziaria delle Imprese Lezione 2 28

Il fenomeno della concentrazione Negli anni ’ 90 inizia il processo di aggregazione e

Il fenomeno della concentrazione Negli anni ’ 90 inizia il processo di aggregazione e privatizzazione delle banche Iri che ha condotto alla formazione di grandi gruppi nazionali (privatizzazione del Credito Italiano e della Banca Commerciale Italiana). Negli ultimi dieci anni sono state realizzate oltre 300 operazioni di concentrazione, che hanno portato il sistema bancario italiano a configurarsi come il secondo – dopo la Francia - tra i principali sistemi bancari europei più concentrati. ALCUNE OPERAZIONI: • Inizio 2007: integrazione San Paolo IMI – Banca Intesa. • Fine 2007: Banca di Roma acquisisce Unicredit. • Inizio 2008: MPS acquisisce Antonveneta e l’integrazione tra i gruppi Banco Popolare di Verona e Novara e Banca Popolare Italiana comporta la riorganizzazione della rete territoriale. • Inizio 2009: Banca Popolare dell’Emilia Romagna acquisisce Meliorbanca. Gestione Finanziaria delle Imprese Lezione 2 29

Effetti della Crisi sul Sistema Bancario 30 Estate 2007 inizio della crisi: una forte

Effetti della Crisi sul Sistema Bancario 30 Estate 2007 inizio della crisi: una forte turbolenza dei mercati finanziari Americani viene trasmessa al mercato Europeo, dove molti intermediari detenevano in portafoglio titoli connessi al mercato dei subprime statunitensi. L’incremento dei tassi di interesse sul dollaro e la forte diminuzione del prezzo delle case hanno fatto aumentare le insolvenze dei prenditori più deboli, non più in grado di far fronte a rate crescenti sui mutui. Le insolvenze nel segmento subprime si sono diffuse ad altri comparti dei mutui. Il contagio si è trasmesso soprattutto attraverso la caduta dei prezzi dei Prodotti Strutturati aventi come sottostante i mutui subprime I rating di questi prodotti sono crollati e gli investitori con un indebitamento elevato hanno dovuto fronteggiare crescenti richieste di copertura. La crisi di fiducia si è estesa all’insieme della finanza strutturata. Il deprezzamento dei prodotti strutturati, insieme con l’incertezza sulle effettive esposizione delle banche, ha sollevato dubbi sulla solidità degli intermediari. Il risultato è un aumento del costo di funding delle banche, con riflesso sugli spread credit default swap. Gestione Finanziaria delle Imprese Lezione 2

Implicazioni per le imprese Minore disponibilità di credito Maggior costo del credito Effetti più

Implicazioni per le imprese Minore disponibilità di credito Maggior costo del credito Effetti più gravi per mutuatari deboli In Italia le banche sono meglio patrimonializzate Importante la posizione sull’interbancario della banca di riferimento Gestione Finanziaria delle Imprese Lezione 2 31

32 Il sistema bancario italiano • DATI DI STRUTTURA (consistenze al 31. 12. 2008)

32 Il sistema bancario italiano • DATI DI STRUTTURA (consistenze al 31. 12. 2008) Banche 799 Gruppi bancari 81 Banche capogruppo 77 Banche S. p. A 247 Banche popolari 38 BCC 432 Dipendenti bancari medi 341. 944 Quota di attività dei primi 5 gruppi 52, 1% Fonte: Relazione Annuale Banca d’Italia, 2008 Gestione Finanziaria delle Imprese Lezione 2

Il sistema bancario italiano 33 • EVOLUZIONE DEL GRADO DI CONCENTRAZIONE 52, 1 %

Il sistema bancario italiano 33 • EVOLUZIONE DEL GRADO DI CONCENTRAZIONE 52, 1 % • La prima categoria è composta da 2 gruppi di grande dimensione (Unicredit e Intesa San Paolo) cui fa capo il 34, 8% delle attività totali del sistema. • Nella seconda categoria (gruppi medio-grandi) rientrano 3 gruppi con operatività prevalentemente nazionale e una quota dell’attivo pari al 17, 3%. • La terza categoria è composta da 58 gruppi e banche individuali di dimensioni mediopiccole, cui fa capo il 36, 3% del totale attivo. • La quarta classe include 594 piccoli intermediari con operatività prevalentemente locale. Fonte: Relazione Annuale Banca d’Italia, 2008 Gestione Finanziaria delle Imprese Lezione 2

Il sistema bancario italiano 34 • IL CONTESTO FINANZIARIO GENERALE L’inasprimento nell’erogazione del credito

Il sistema bancario italiano 34 • IL CONTESTO FINANZIARIO GENERALE L’inasprimento nell’erogazione del credito alle imprese varia a seconda dell’area geografica di appartenenza, dell’attività economica svolta e delle dimensioni. Fonte: Osservatorio sulla crisi finanziaria LUISS Gestione Finanziaria delle Imprese Lezione 2

Il sistema bancario italiano 35 • IL CONTESTO FINANZIARIO GENERALE Il differenziale di crescita

Il sistema bancario italiano 35 • IL CONTESTO FINANZIARIO GENERALE Il differenziale di crescita ha interessato tutte le imprese ma è stato particolarmente ampio per quelle di dimensioni minori. Fonte: Osservatorio sulla crisi finanziaria LUISS Gestione Finanziaria delle Imprese Lezione 2

Il sistema bancario italiano • 36 CRITERI PER LA CONCESSIONE DEL CREDITO ALLE PMI

Il sistema bancario italiano • 36 CRITERI PER LA CONCESSIONE DEL CREDITO ALLE PMI La maggior parte delle Banche intervistate ha dichiarato di erogare il credito alle PMI principalmente sulla base di: 1. RATING (criterio oggettivo); 2. CONOSCENZA DELL’IMPRENDITORE (criterio soggettivo). (Le garanzie rappresentano ancora un fattore importante). Fonte: Osservatorio sulla crisi finanziaria LUISS Gestione Finanziaria delle Imprese Lezione 2

Il sistema bancario italiano • LIMITI DI INVESTIMENTO Le nuove disposizioni di vigilanza sulle

Il sistema bancario italiano • LIMITI DI INVESTIMENTO Le nuove disposizioni di vigilanza sulle partecipazioni detenibili da banche e gruppi bancari imporranno da fine marzo 2010 i seguenti limiti prudenziali: - Limite di “concentrazione”: 15% del patrimonio di vigilanza; - Limite “complessivo”: 60% del patrimonio di vigilanza. Rispetto alla disciplina vigente verrà eliminata la segmentazione tra banche ordinarie – abilitate – specializzate. Gestione Finanziaria delle Imprese Lezione 2 37