GIOVAN BATTISTA BASILE La vita di Giovan Battista
GIOVAN BATTISTA BASILE La vita di Giovan Battista Basile (Giuliano in campania 1566 -1632), diversamente da quella di Straparola, si svolse alle corti dove assistette come poeta alle lotte per il guadagno dei più audaci, bugiardi e doppiogiochisti e come governatore feudale alle estorsioni esercitate da baroni e ministri sui propri vassalli.
GIOVAN BATTISTA BASILE Il suo ruolo nella società lo rese un moralista in grado di prorompere nell'invettiva, abbozzare ritratti satirici, ammonire e mettere in guardia. Ma fu anche un raccoglitore di fiabe popolari. Infatti dedicò la sua vita alla stesura de Lo cunto de li cunti overo lo trattenimento de' peccerìlle che fu pubblicato incompleto e postumo. Adriana Basile dopo la morte del fratello ne organizzò una povera edizione.
GIOVAN BATTISTA BASILE Nel 1634 Salvatore Scarano, libraio napoletano appassionato di testi dialettali, pubblicò la prima giornata del Pentamerone, nonostante il testo presentasse difetti di forma, incoerenze tra titoli e racconti, errori nei nomi ed altro. L'imprevisto successo dell'opera, con due pubblicazioni circa dieci anni dopo la prima, convinsero Antonio Bulifon ad approvare una riedizione dell'opera corretta dall'abate Pompeo Sarnelli.
GIOVAN BATTISTA BASILE L'opera corretta dall'abate Pompeo Sarnelli sarà più fedele all'originale, ha meno aggiunte o censure sostanziali, ma comunque presenta un certo numero di modifiche arbitrarie. Questa sarà la versione più diffusa dell'opera di Basile. I fratelli Grimm nel 1822, in una rassegna retrospettiva sui libri di fiabe inclusa nel loro Kinder und Hausmarchen, ne tradussero alcuni brani.
GIOVAN BATTISTA BASILE Le edizioni • Prima edizione: Napoli in cinque volumi tra il 1634 e il 1636. A Milano, Torino e Palermo vengono conservati tre esemplari completi. Ve ne sono poi altri 4 non completi a Berlino, Firenze, Napoli e Parigi; • Seconda edizione: 1637 presso Beltrano, Napoli, vi fu una nuova edizione delle prime due giornate;
GIOVAN BATTISTA BASILE • Terza edizione: 1645 per Camillo Cavallo, Napoli, a cura di Farina; • Quarta edizione: 1654, Napoli. La terza e la quarta sono piene di errori; • Quinta edizione: 1674 per Antonio Bulifon, a cura di Pompeo Sarnelli, è la prima ad avere sul frontespizio il titolo di Pentamerone; • Edizioni di Roma 1679, 1697, 1714, 1722, 1728, 1749 si basano sulla prima;
GIOVAN BATTISTA BASILE • Edizione curata da Giuseppe Maria Porcelli, 1788, Napoli inclusa nella collezione di Tutti i poemi in lingua napoletana. Le traduzioni • 1891 Benedetto Croce la traduce; • 1976 Mario Petrini cura l’edizione critica; • 1986 Michele Rak cura un’edizione, con traduzione italiana a fronte;
GIOVAN BATTISTA BASILE La cornice narrativa tiene conto del precedente boccacciano, ma in modo più originale di quanto non abbia fatto Straparola. Il primo racconto include gli altri quarantanove. Il Cunto, è composto da 49 racconti fiabeschi, articolati in cinque giornate ed inseriti in una cornice, che costituisce il cinquantesimo racconto. È un libro di fiabe a lieto fine tranne per Lo viso (III. 3)
GIOVAN BATTISTA BASILE Ogni giornata si apre con un’introduzione e quella della prima è costituita dal cunto principale, detto anche fiaba di cornice, al cui interno sono collocati gli altri cunti raccontati da dieci anziane appartenenti al popolo, scelte per essere delle brave narratrici e invitate alla corte del principe Tadeo. Nelle Introduzioni delle altre quattro giornate sono contenute le descrizioni dei balli e dei canti di intrattenimento delle prime ore del mattino. Le prime quattro giornate si chiudono con un egloga, recitata da due persone di corte, che consistono in vere e proprie satire morali dialogate.
GIOVAN BATTISTA BASILE Primo racconto - cornice - sunto La principessa Zoza non sa ridere, e nonostante gli sforzi del padre chiama a corte saltimbanchi, buffoni, uomini di spettacolo, nessuno sembra poterla strappare dallo stato di malinconia in cui si trova. Un giorno, casualmente, Zoza vede una vecchia scivolare, e infuriata alzare la sottana con un gesto osceno in direzione del giovanotto che ha causato il suo incidente: a tale spettacolo la principessa scoppia in una risata, ma l'anziana donna la maledice facendo in modo che la ragazza possa sposare solo il principe che giace addormentato a causa di un incantesimo. L’incantesimo potrà essere spezzato da chi, sul suo sepolcro, riempirà di lacrime un'anfora in tre giorni.
GIOVAN BATTISTA BASILE La principessa decide di spezzare l’incantesimo ed è quasi sul punto di riuscire quando, stremata dalla fatica, si addormenta: in quel momento una serva ne prende il posto, versa le poche lacrime necessarie ad assolvere il compito ed ottiene la mano del principe. Zoza, così imbrogliata dalla serva, si trasferisce in una casetta di fronte al castello, e convince la rivale che per il suo bene deve ascoltare ininterrottamente delle fiabe. La serva-principessa convince il principe a convocare a corte cinque sgradevoli anziane che devono raccontare per cinque giorni dieci fiabe ciascuna. Zoza riesce a sostituirsi all'ultima narratrice, e in conclusione alla quinta giornata narra la sua stessa vicenda, smascherando la serva che viene condannata a morte per il suo crimine, e sposa il consorte predestinato.
GIOVAN BATTISTA BASILE Come ne Le piacevoli notti, anche ne Lo cunto de li cunti la struttura segue una formula ripetitiva molto rigida: • il titolo TRATTENIMENTO PRIMO (ecc. ), accompagnato in alcune edizioni da DE LA JORNATA (ecc. ); • il TITOLO della fiaba; • un BREVE RIASSUNTO della fiaba;
GIOVAN BATTISTA BASILE • una RIFLESSIONE dedicata o al clima creatosi tra gli astanti o al contenuto della fiaba precedente; • un CONSIGLIO moraleggiante desunto dalla storia che si sta per narrare; • la VICENDA vera e propria • un PROVERBIO in distico che riassume la lezione appresa dai protagonisti.
GIOVAN BATTISTA BASILE Ogni giornata per di più inizia con un’introduzione che vede principi e narratrici radunarsi e dilettarsi prima di dare avvio alle narrazioni, e si conclude con una lunga egloga.
Fiabe d’arte Lettura di La gatta cennerentola, da Lo cunto de li cunti, giornata prima, trattenimento sesto. Versione originale, traduzione di Benedetto Croce, traduzione di Michele Rak.
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