Gestione dei residui di lavorazione in ambito di
Gestione dei residui di lavorazione in ambito di impianto e relativi flussi. PGA 17 procedura di gestione dei rifiuti. Enel GEM-FS Luciano Pippo 27/06/2013
Gestione dei residui di lavorazione in ambito di impianto e relativi flussi. PRODUZIONE DEI RESIDUI DI LAVORAZIONE E PROCEDURE INTERNE Scopo della procedura PGA. 17 1. Definire le linee guida per la corretta gestione industriale dei residui di lavorazione/rifiuto, suddivisione, separazione classificazione, etichettatura, deposito e l’invio a recupero o smaltimento dei rifiuti nel rispetto e con le modalità previste dalle leggi, regolamenti e normative vigenti siano essi in ambito Nazionale, Regionale; Provinciale e Comunale. 2. Individuare i compiti e le responsabilità delle varie fasi della gestione dei rifiuti (dalla produzione allo smaltimento o recupero definitivo). 3. Precisare le modalità per la verifica e il controllo e la gestione della documentazione. 4. Organizzare i flussi informativi, finalizzando tali azioni, ad una sempre più vasta ed approfondita conoscenza dei comportamenti per la prevenzione dell’inquinamento. 2
Cenni sulla normativa (gestione rifiuti) Direttive Europee Allineamento e Recepimento da parte degli stati membri mediante emanazione di Leggi, decreti e normative tecniche nonché circolari Nazionali Stiamo parlando di un testo unico ambientale 3
Cenni sulla normativa (gestione rifiuti) La parte quarta del presente decreto disciplina: v. Titolo I – gestione dei rifiuti v. CAPO I - DISPOSIZIONI GENERALI v Art. 177 - campo di applicazione v Art. 186 - Terre e rocce da scavo. . più volte rivisto…. v Art. 178 – finalità v Art. 187 - divieto di miscelazione di rifiuti pericolosi v Art. 179 - criteri di priorità nella gestione dei v rifiuti v v Art. 180 - prevenzione della produzione di v rifiuti v v Art. 181 - Recupero dei rifiuti v Art. 181 -bis -Materie, sostanze e prodotti secondari v Art. 182 - smaltimento dei rifiuti v Art. 183 - Definizioni Art. 188 - oneri dei produttori e dei detentori Art. 189 - catasto dei rifiuti Art. 190 - registri di carico e scarico Art. 191 - ordinanze contingibili e urgenti e poteri sostitutivi v Art. 192 - divieto di abbandono v Art. 193 - trasporto dei rifiuti v Art. 194 - spedizioni transfrontaliere v Art. 184 - classificazione v Art. 185 - Limiti al campo di applicazione v Art. 186 - Terre e rocce da scavo 4 4
Cenni sulla normativa (gestione rifiuti) v D. Lgs. Governo n° 152 del 03/04/2006: Norme in materia ambientale. E le Ulteriori disposizioni correttive ed integrative del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152, recante norme in materia ambientale introdotte dal D. Lgs. Governo n° 4 del 16/01/2008. v Il decreto è composto di “parti”; “Titoli” e “Capi” in 318 articoli più vari allegati (Testo Unico), distribuiti in: v. PARTE I - DISPOSIZIONI COMUNI E PRINCIPI GENERALI v. PARTE II - PROCEDURE PER LA VALUTAZIONE AMBIENTALE STRATEGICA (VAS), PER LA VALUTAZIONE DELL'IMPATTO AMBIENTALE (VIA) E PER L'AUTORIZZAZIONE INTEGRATA AMBIENTALE (IPPC) v. PARTE III - NORME IN MATERIA DI DIFESA DEL SUOLO E LOTTA ALLA DESERTIFICAZIONE, DI TUTELA DELLE ACQUE DALL'INQUINAMENTO E DI GESTIONE DELLE RISORSE IDRICHE v. PARTE IV (QUARTA) - NORME IN MATERIA DI GESTIONE DEI RIFIUTI E DI BONIFICA DEI SITI INQUINATI v. TITOLO I - GESTIONE DEI RIFIUTI v. PARTE V (QUINTA) - NORME IN MATERIA DI TUTELA DELL'ARIA E DI RIDUZIONE DELLE v. EMISSIONI IN ATMOSFERA v. PARTE SESTA - NORME IN MATERIA DI TUTELA RISARCITORIA CONTRO I DANNI ALL'AMBIENTE 5 5
Cenni sulla normativa (gestione rifiuti) v Norme abrogate e sostituite: v. D. Lgs. 22/97 (famosissimo decreto Ronchi), ma non abroga alcuni decreti attuativi del vecchio decreto, infatti vengono bocciati il 02/05/2006 dalla corte dei conti 17 decreti attuativi relativi al nuovo testo unico quindi alcuni decreti relativi al decreto del 1997 sono ancora vigenti (vedi per esempio i DM 145 e 148 del 1998 compilazione e tenuta dei registri e formulari; v Norme non abrogate: v. D. lgs. 95/92 sugli oli usati (tranne alcuni articoli); v. D. Lgs. 99/92 sull’utilizzo del fanghi in agricoltura; v. D. Lgs. 209/99 sui PCB e PCT; v. D. Lgs. 36/2003 sulle discariche; v. D. Lgs. 182/2003 sui rifiuti prodotti a bordo delle navi; v. D. Lgs. 209/2003 sui veicoli a motore fuori uso; v. D. Lgs. 194/2003 sulle pile ed accumulatori; v. D. P. R. 254/2005 sui rifiuti sanitari; v. D. Lgs. 133/2005 sull’incenerimento e coincenerimento dei rifiuti; v. D. Lgs. 151/2005 sui rifiuti di apparecchiature elettriche ed elettroniche. 6 6
Uso: inserire classificazione Cenni sulla normativa (gestione rifiuti) Art. 183 - Definizioni a) rifiuto: qualsiasi sostanza od oggetto che rientra nelle categorie riportate nell'allegato A alla parte quarta del presente decreto e di cui il detentore si disfi o abbia deciso o abbia l'obbligo di disfarsi; Data Titolo presentazione 7
Uso: inserire classificazione Cenni sulla normativa (gestione rifiuti) ALLEGATO A 1 - Categorie di rifiuti Q 1 Residui di produzione o di consumo in appresso non specificati; Q 2 Prodotti fuori norma; Q 3 Prodotti scaduti; Q 4 Sostanze accidentalmente riversate, perdute o aventi subito qualunque altro incidente, compresi tutti i materiali, le attrezzature, ecc. . contaminati in seguito all'incidente in questione; Q 5 Sostanze contaminate o insudiciate in seguito ad attività volontarie (a esempio residui di operazioni di pulizia, materiali da imballaggio, contenitori, ecc. ); Q 6 Elementi inutilizzabili (a esempio batterie fuori uso, catalizzatori esausti, ecc. ); Q 7 Sostanze divenute inadatte all'impiego (a esempio acidi contaminati, solventi contaminati, sali da rinverdimento esauriti, ecc. ); Q 8 Residui di processi industriali (a esempio scorie, residui di distillazione, ecc. ); Q 9 Residui di procedimenti antinquinamento (a esempio fanghi di lavaggio di gas, polveri di filtri dell'aria, filtri usati, ecc. ); Q 10 Residui di lavorazione/sagomatura (a esempio trucioli di tornitura o di fresatura, ecc. ); Q 11 Residui provenienti dall'estrazione e dalla preparazione delle materie prime (a esempio residui provenienti da attività minerarie o petrolifere, ecc. ); Q 12 Sostanze contaminate (a esempio olio contaminato da PCB, ecc. ); Q 13 Qualunque materia, sostanza o prodotto la cui utilizzazione è giuridicamente vietata; Q 14 Prodotti di cui il detentore non si serve più (a esempio articoli messi fra gli scarti dell'agricoltura, dalle famiglie, dagli uffici, dai negozi, dalle officine, ecc. ); Q 15 Materie, sostanze o prodotti contaminati provenienti da attività di riattamento di terreni Q 16 Qualunque sostanza, materia o prodotta che non rientri nelle categorie sopra elencate. Data Titolo presentazione 8
Uso: inserire classificazione Cenni sulla normativa (gestione rifiuti) Art. 183 - Definizioni a) “si disfi”: qualsiasi comportamento attraverso il quale in modo diretto o indiretto una sostanza, un materiale o un bene sono avviati o sottoposti ad attività di smaltimento o di recupero, secondo gli allegati B e C del decreto legislativo b) “abbia deciso”: la volontà di destinare ad operazioni di smaltimento e di recupero, secondo gli allegati B e C del decreto legislativo c) c) “abbia l’obbligo di disfarsi”: l’obbligo di avviare un materiale, una sostanza o un bene ad operazioni di recupero o di smaltimento, stabilito da una disposizione di legge o da un provvedimento delle pubbliche autorità o imposto dalla natura stessa del materiale, della sostanza e del bene o dal fatto che i medesimi siano compresi nell'elenco dei rifiuti pericolosi di cui all'allegato D del decreto legislativo Data Titolo presentazione 9
Uso: inserire classificazione Cenni sulla normativa (gestione rifiuti) Art. 183 - Definizioni b) produttore: la persona la cui attività ha prodotto rifiuti cioè il produttore iniziale e la persona che ha effettuato operazioni di pretrattamento, di miscuglio o altre operazioni che hanno mutato la natura o la composizione di detti rifiuti; c) detentore: il produttore dei rifiuti produttore: o il soggetto che li detiene; Data Titolo presentazione 10
Uso: inserire classificazione Cenni sulla normativa (gestione rifiuti) Art. 183 - Definizioni d) gestione: la raccolta, il trasporto, il recupero e lo smaltimento dei rifiuti, compreso il controllo di queste operazioni, nonché il controllo delle discariche dopo la chiusura; Data Titolo presentazione 11
Cenni sulla normativa (gestione rifiuti) In ambito Enel UB Fusina Nei tempi e nei modi consentiti dalla legge • Procedure di gestione; • Gestione dei depositi; • Tipologie e separazione dei rifiuti; • Soggetti e ruolo dell’assistente della manutenzione ruoli; • Ma soprattutto cos’è un rifiuto e chi è il produttore Pianificando prima delle attività manutentive anche la previsione delle tipologie possibili derivanti dalla mia attività di lavoro predisponendo quindi , oltre ai flussi di gestione , anche quelli per il conferimento Come devo raccogliere o separare i rifiuti? 12
Cenni sulla normativa (gestione rifiuti) In ambito Enel UB Fusina RIFIUTI SPECIALI PERICOLOSI RIFIUTI SPECIALI NON PERICOLOSI - RIFIUTI URBANI NON PERICOLOSI RIFIUTI URBANI PER ASSIMILAZIONE (PROVVENIENTI DA UN SITO INDUSTRIALE) 1. 2. 3. 4. Carta Tubi al neon Erba e ramaglie Rifiuti alimentari da mense 13
Cenni sulla normativa (gestione rifiuti) In ambito Enel UB Fusina RIFIUTI SPECIALI PERICOLOSI LA PERICOLOSITA’ VIENE DETERMINATA DA MOLTI FATTORI: • MATERIA; • PROCESSO; • INQUINANTI O CONTAMINAMTI; 1. È POSSIBILE CLASSIFICARE PER DEFINIZIONE A TITOLO CAUTELATIVO UN RIFIUTO PERICOLOSO ANCHE SENZA OPPORTUNE ANALISI? DI NORMA NO! 2. CHE COSA E’ UN CODICE A SPECCHIO? 15 02 02* assorbenti, materiali filtranti (inclusi filtri dell'olio non specificati altrimenti), stracci e Indumenti protettivi, contaminati da sostanze pericolose 15 02 03 assorbenti, materiali filtranti, stracci e indumenti protettivi, diversi da quelli di cui alla voce 15 02 02 14
Cenni sulla normativa (gestione rifiuti) In ambito Enel UB Fusina ANALISI DI CLASSIFICAZIONE DEL RIFIUTO Dove posso stoccare dei filtri aria, stracci e che codice devo attribuire, e poi dove andranno a finire, su che impianto? Dipende da molti fattori, non ultimo il tipo di contaminazione della materia “rifiuto” 15
Cenni sulla normativa (gestione rifiuti) In ambito Enel UB Fusina Stracci e materiale filtrante … maniche filtranti. . Filtri aria CER 15 02 03 rifiuto NON pericoloso Non necessariamente il contaminante è o sarà una sostanza pericolosa Oli e grassi contaminante Polveri e/o fibre Campionamento ed analisi Superamento dei limiti relativi alle sostanze pericolosi diviene un rifiuto pericoloso con il CER 15 02 02* NON supera i limiti relativi alle sostanze pericolosi rimane un rifiuto NON pericoloso con il CER 15 02 03 Diverse Destinazioni possibili: Diluenti vernici Diverse Destinazioni possibili: Qualsiasi combinazione dei contaminanti pericoloso o no può condizionare tutte le operazioni successive dalla produzione fino al tipo di destinazione finale del rifiuto stesso 16
Cenni sulla normativa (gestione rifiuti) Art. 178 – finalità …. v 1. La gestione dei rifiuti costituisce attività di pubblico interesse ed è disciplinata dalla parte quarta del presente decreto al fine di assicurare un'elevata protezione dell'ambiente e controlli efficaci, tenendo conto della specificità dei rifiuti pericolosi nonché al fine di preservare le risorse naturali. v 2. I rifiuti devono essere recuperati o smaltiti senza pericolo per la salute dell'uomo e senza usare procedimenti o metodi che potrebbero recare pregiudizio all'ambiente e, in particolare: va) senza determinare rischi per l'acqua, l'aria, il suolo, nonché per la fauna e la flora vb) senza causare inconvenienti da rumori o odori vc) senza danneggiare il paesaggio e i siti di particolare interesse, tutelati in base alla normativa vigente. 17 17
Cenni sulla normativa (gestione rifiuti) v CER 2002 – Regolamento di attuazione della Decisione della Commissione 2000/532/CE v. La corretta identificazione del codice CER che meglio descrive il rifiuto riveste fondamentale importanza v. Solo a seguito dell’attribuzione del codice è possibile: v. Determinare se il rifiuto è pericolosi; v. Ottemperare agli obblighi amministrativi (formulario, registro, mud); v. Individuare idonei trasportatori, recuperatori o smaltitori. 18 18
Cenni sulla normativa (gestione rifiuti) v. Struttura del CER v. Il catalogo contiene tutte le tipologie di rifiuti, siano essi urbani, speciali o pericolosi, ed è strutturato secondo tre livelli: v. XX - I livello - categoria (20 categorie) v. XX XX - II livello - sottocategoria/processo (111 sottocategorie) v. XX XX XX - III livello – tipologia (839 di cui pericolosi 405 e non pericolosi 434) 19 19
Uso: GESTIONE RIFIUTI v. Struttura del catalogo europeo rifiuti v. I codici del catalogo sono composti da sei cifre aggregate tra loro a coppie: 10 01 02 v. La prima coppia 10 – macroarea di attività v. RIFIUTI PRODOTTI DA PROCESSI TERMICI Maggio 2009 Formazione addetti gestione rifiuti 20 AZIENDALE
Uso: AZIENDALE GESTIONE RIFIUTI v. Struttura del catalogo europeo rifiuti v. I codici del catalogo sono composti da sei cifre aggregate tra loro a coppie: 10 01 02 v. La seconda coppia 01 – specifica che il rifiuto è stato prodotto da un determinato processo produttivo: vrifiuti prodotti da centrali termiche ed altri impianti termici (tranne 19) Maggio 2009 Formazione addetti gestione rifiuti 21
Uso: AZIENDALE GESTIONE RIFIUTI v. Struttura del catalogo europeo rifiuti v. I codici del catalogo sono composti da sei cifre aggregate tra loro a coppie: 10 01 02 v. La terza coppia 02 – specifica la tipologia del rifiuto: v. Ceneri leggere da carbone Maggio 2009 Formazione addetti gestione rifiuti 22
Uso: AZIENDALE GESTIONE RIFIUTI Struttura del catalogo europeo rifiuti v. Il catalogo comprende inoltre alcune categorie generali di rifiuti alle quali, a causa della loro ubiquità, è stata riservata una classificazione indipendente dalla macroarea in cui rientra l’attività che ha generato il rifiuto v 13 – oli esausti v 14 – rifiuti di sostanze organiche utilizzate come solventi v 15 – imballaggi, assorbenti, stracci, materiali filtranti e indumenti protettivi v 16 – rifiuti non specificati altrimenti Maggio 2009 Formazione addetti gestione rifiuti 23
Uso: AZIENDALE GESTIONE RIFIUTI Riassumendo Il processo di attribuzione del codice: 1° - identificare la fonte che ha generato il rifiuto consultando i titolo dei capitoli (CATEGORIE) dal 01 AL 12 O DA 17 AL 20 Maggio 2009 Formazione addetti gestione rifiuti 24
Uso: AZIENDALE GESTIONE RIFIUTI Il processo di attribuzione del codice: 2° - se nessuno dei codici dei capitoli da 01 al 12 o da 17 a 20 si presta per la classificazione di un determinato rifiuto, Occorre esaminare i capitoli 13, 14 e 15 Maggio 2009 Formazione addetti gestione rifiuti 25
Uso: AZIENDALE GESTIONE RIFIUTI Il processo di attribuzione del codice: 3° - se nessuno di questi codici risulta adeguato Occorre definire il rifiuto utilizzando i codici di cui al capitolo 16 Maggio 2009 Formazione addetti gestione rifiuti 26
Uso: AZIENDALE GESTIONE RIFIUTI Il processo di attribuzione del codice: 4° - se un rifiuto non è classificabile neppure mediante i codici del capitolo 16, Occorre utilizzare il codice 99 Rifiuti non altrimenti specificati Preceduto dalle cifre del capitolo che corrisponde all’attività Maggio 2009 Formazione addetti gestione rifiuti 27
Uso: AZIENDALE GESTIONE RIFIUTI Rifiuto da catalogare Appartiene ad una delle famiglie da 01 a 12 No o Appartiene ad una delle famiglie dei capitoli No 13, 14, 15 ? da 17 a 20 ? Si Si 000099 Si codice 00 00 00 Maggio 2009 Ricominciare considerando i codici 99 Formazione addetti gestione rifiuti Può essergli attribuito un codice appropriato del capitolo 16? No 28
GESTIONE RIFIUTI PROCEDURA pga 17 SCHEDA RUOLO DELLA MANUTENZIONE ATTIVITA’ PROGRAMMATA O N I ZZ A AG PROGRAMMAZIONE E PIANIFICAZIONE DELLE ATIVITA’ DI INTERVENTO STESURA DEI DOCUMENTI DI GARA (ST) (*) Pianificazione dei residui e/sfridi e/o rifiuti derivanti dalle attività A D VALUTAZIONE DEI MATERIALI NECCESSARI, ITER DI ACQUISIZIONE O PRELIEVO M IS U CQ R TE ES Gestione rifiuti a carico DITTA (responsabilità sempre in capo a Enel) rifiuti a carico Enel responsabilità anche in carico alla ditta NA A Esecuzione dell’attività Gestione nei depositi e stoccaggi rifiuti autorizzati e/o temporanei A Carico Enel (*) la ST deve essere redfatta tenendo conto degli oneri specifici tenendo conto anche delle valutazioni riferite alla produzione di rifiuti e gestione dei flussi 29
GESTIONE RIFIUTI PROCEDURA pga 17 SCHEDA flusso gestione rifiuti Pianificazi one produzione rifiuti Verifica dei flussi di classificazione gestione e conferimento Gestione depositi Conferimenti 30
GESTIONE RIFIUTI PROCEDURA pga 17 SCHEDA flusso gestione rifiuti ……. Cinque minuti sulla gestione e sulle tempistiche di gestione dei residui di lavorazione …. . 31
GESTIONE RIFIUTI PROCEDURA pga 17 SCHEDA flusso gestione rifiuti ……. Cinque minuti sulla gestione e sulle specifiche autorizzazioni che devono possedere le varie ditte che operano a vario titolo nella gestione dei rifiuti 32
GESTIONE RIFIUTI PROCEDURA pga 17 SCHEDA flusso gestione rifiuti Tempistiche e gestione deposito temporaneo Riscontro oggettivo della produzione del rifiuto 10 giorni Produzione del rifiuto Registro alla posizione di carico Campionamento ed analisi o classificazione se conforme ad omologhe già presenti Imballaggio etichettatura Presa in carico nel registro di carico e scarico 33
GESTIONE RIFIUTI PROCEDURA pga 17 SCHEDA flusso gestione rifiuti Tempistiche e gestione deposito temporaneo 10 giorni 90 giorni Produzione del rifiuto Presa in carico nel registro di carico e scarico 1. Corretta classificazione campionamento ed analisi 2. Imballaggio 3. Gestione e conferimento 34
GESTIONE RIFIUTI PROCEDURA pga 17 SCHEDA RUOLO DELLA MANUTENZIONE E DELL’ASSISTENTE DI MANUTENZIONE • • L’ASSISTENTE DI MANUTENZIONE E’ SEMPRE RESPONSABILE DELLE ATTIVITA’ AFFIDATE ALLE DITTE IN RELAZIONE ALLA: GESTIONE DEI RIFIUTI PRODOTTI PULIZIA DELLE AREE DI LAVORO PULIZIA DELLE AREE DI CANTIERE RISPETTO DELLE DISPOSIZIONI, PROCEDURE E DI QUANTO DEFINITO NEL CONTRATTO DI APPALTO RISPETTO DELLE TEMPISTICHE LA DITTA NON DEVE ECCEDERE AL DEPOSITO AUTORIZZATO ENEL SENZA IL BENESTARE DEL RTG NON DEVE ESSERE CONSEGNATO NULLA A DEPOSITO SENZA COMUNICAZIONE AL RTG. 35
GESTIONE RIFIUTI PROCEDURA pga 17 SCHEDA RUOLO DELLA MANUTENZIONE E PRESENTAZIONE DEL PROGRAMMA DIRETTAMENTE ON LINE Guida alla compilazione scheda PGA 17. 1 La scheda di compilazione PGA 17. 1 deve essere compilata per ogni residuo di lavorazione che deve essere consegnato a deposito, inutile dire che deve essere compilata con informazioni complete e precise, ricordando che ogni attività accidentale o programmata, deve terminare con la pulizia dell’area di lavoro e la consegna di tutti i residui al deposito (RTG). Il compilatore deve prestare attenzione inoltre agli oneri fissati in specifica (rifiuti a carico Enel o ditta), i rifiuti conferibili sono solo ed esclusivamente quelli in carico a Enel. Sezione 1: impianto (Marghera o Fusina) reparto e data di compilazione; Sezione 2: descrivere con la spunta il residuo che si vuole conferire nel caso di oli e/o grassi indicare la tipologia lubrificante, isolante, sintetico, o il tipo (EP 2 -ITE-360…); Altro; nel caso non contenuto nelle descrizioni standard Breve descrizione del residuo (dettagliare il più possibile) Lo stato fisico … 36
GESTIONE RIFIUTI PROCEDURA pga 17 SCHEDA RUOLO DELLA MANUTENZIONE E PRESENTAZIONE DEL PROGRAMMA DIRETTAMENTE ON LINE Guida alla compilazione scheda PGA 17. 1 Sezione 3: area di ritiro da inserire abbreviando il più possibile “ZONA ESTER. TORRI RAF LATO VE”- “ GR 1 PIANO 5”“PIANO TERRA …” (il campo auto alimenta il database che riproporrà successivamente le scelte); Imballo /confezionamento scelta da match code Numero colli e peso presunto Sezione 4: ODM e compilatore, deve essere compilato indicando un ODM reale e in corso di validità da cui provengono i residui di lavorazione e il nome dell’assistente; Sezione 5: indicare(laddove fosse) la sostanza che inquina la materia indicata in sezione 2), non necessariamente deve essere pericolosa per essere indicata, es: residuo “materiale filtrante” sostanza che inquina “ cenere”; Sezione 6: “Processo”, indicare il processo di produzione del residuo se non presente tra le scelte indicare “altro” dettagliando in modo specifico; Sezione 7: se il materiale da conferire è codificato indicare anche i relativi riferimenti e informazioni per le operazioni di alienazione e storno Nell’ultima sezione indicare in ogni caso con maggior dettaglio la provenienza del rifiuto in relazione all’oggetto contabile e/o processo L’ultima parte CER e area sono a carico del RTG, una volta compilata la scheda premere il tasto aggiorna e stampare 2 copie una da mettere sul residuo/rifiuto e una da consegnare manualmente al RTG. 37
GESTIONE RIFIUTI PROCEDURA pga 17 SCHEDA Gestione dei rifiuti nel cantiere IMBALLAGGI VASI BARATTOLI CONTAMINATI DA PITTURE E VERNICI MISCELARE RIFIUTI CON CLASSI DI PERICOLO (H) DIVERSE IMBALLAGGI VASI BARATTOLI CONTAMINATI DA OLI E GRASSI GUANTI, TUTE, STRACCI CONTAMINATE DA OLI E GRASSI CER 15 01 10* 38
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Cenni sulla normativa (gestione rifiuti) BREVE CENNO SU CONFEZIONAMENTO IMBALLAGGIO ED ETICHETTATURA E ADR. 40
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ADR: omologazione per il trasporto terrestre delle merci pericolose; Sull’imballaggio viene stampata in modo durevole la marcatura, Per esempio: u n 4 G/ Y 10/S/09 I/SSCCP 00266 -09/QW 123 • un: il simbolo ONU • 4 G: codice imballaggio • Y: gruppo di imballaggio (II°) • 10: Peso lordo massimo dell’imballaggio omologato • S: indica che l’imballaggio è destinato a contenere materie solide oppure imballaggi interni • 09: indica l’anno di costruzione dell’imballaggio 42
ADR: omologazione per il trasporto terrestre delle merci pericolose; u n 4 G/ Y 10/S/09 I/SSCCP 00266 -09/QW 123 • I: sigla dello stato dove è stata concessa l’omologazione • SSCCP: la sigla dell’Organismo autorizzato al rilascio dell’omologazione • 00266 -09: il numero e l’anno di omologazione • QW: una sigla che identifica il titolare dell’omologazione • 123: il codice di identificazione aziendale dell’imballaggio La durata dell’omologazione è di cinque anni ed è rinnovabile. L’omologazione è valida anche all’estero, per la precisione in tutte le nazioni che riconoscono ed hanno sottoscritto il codice IMDG-CODE, ADR, etc. 43
sanzioni formulario (art. 258, 4) GESTIONE RIFIUTI • • Trasporto senza formulario o con dati incompleti o inesatti Sanzione amministrativa pecuniaria da € 1. 600 a € 9. 300 è PENALE reclusione fino a 2 anni Se rifiuti pericolosi (la stessa pena anche a chi falsifica il certificato di analisi eventualmente allegato) è Sanzione amministrativa pecuniaria Infrazioni solo formalmente incomplete o inesatte con dati ricostruibili è da € 260 a € 1. 550 44 44
sanzioni registro di carico e scarico (art. 258, c. 2, 3 e 5) • • Mancata tenuta o tenuta in modo incompleto Sanzione amministrativa pecuniaria è da € 2. 600 a € 15. 500 da € 15. 500 a € 93. 000 Se rifiuti pericolosi è più pena accessoria di 1 mese di sospensione dalla carica per il responsabile e l’amministratore Se < 15 dipendenti RS non P da € 1. 040 a € 6. 200 RP da € 2. 070 a € 12. 400 Indicazioni solo formalmente incomplete o inesatte con dati ricostruibili in base al MUD, ai registri di carico e scarico, ai formulari di identificazione dei rifiuti trasportati e alle altre scritture contabili tenute per legge è da € 260 a € 1. 550 45 45
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