Genere e sociologia vulnerabilit o risorsa Risultati di
Genere e sociologia: vulnerabilità o risorsa? Risultati di ricerca Consuelo Diodati
La sociologia insegna a guardare oltre il pregiudizio sociale Ø Padre e figlio hanno un incidente in auto, il padre muore e il figlio rimane gravemente ferito. Questo viene portato d'urgenza al pronto soccorso dove si decide di operarlo per salvargli la vita. Il chirurgo entra, lo guarda e dice: Non posso operarlo, è mio figlio! Come è possibile? Consuelo Diodati – Genere in sociologia: vulnerabilità o risorsa?
Le radici della vulnerabilità femminile nel mondo del lavoro e sociale risalgono alle società primitive, le donne, per la loro minore forza fisica, erano protette o confinate nelle capanne, intorno al focolare domestico, anche in virtù dell'essere coloro che mettono al mondo i figli e li allattano. Dunque, nella divisione dei compiti le donne si sono occupate di attività stanziali, come la raccolta di frutti e gli uomini della caccia – andando a connotarsi come socialmente più esposti. Il contesto sociale era pericoloso, ma in seguito, quelle mura familiari sono diventate anche una prigione, con un eccesso di controllo e privazione da parte degli uomini di riferimento. Consuelo Diodati – Genere in sociologia: vulnerabilità o risorsa?
Sociologia e processi di rinforzo sociale della marginalità I tratti delle rispettive personalità –- vengono rafforzati dal processo di socializzazione che spinge le donne sin da bambine ad adattarsi – con sanzioni positive o negative, ricompense o punizioni – a modelli più passivi. In televisione, nella storia, nei romanzi, nelle fiabe i personaggi maschili interpretano invariabilmente ruoli più attivi ed avventurosi, mentre quelli femminili sono quasi tutti più attendisti, passivi, confinati all'ambiente domestico, a pratiche di accudimento e di gioco (Raperonzolo chiusa nella torre, con la treccia che fuoriesce dalla finestra e nella lunga attesa, arriva sino al suolo divenendo fune affinché un cavaliere la salvi, ma anche Penelope, la cui analogia nel filare, può essere rinvenuta anche nella Bella Addormentata nel bosco e in tante altre narrazioni). Consuelo Diodati – Genere in sociologia: vulnerabilità o risorsa?
Analogamente nella propaganda fascista si inneggia all’azione militare dei ragazzi e alla preparazione all’arte del cucito per le ragazze. Con non troppa ironia nei fumetti la donna è nuovamente immobile / soprammobile, e gli uomini combattono per lei Consuelo Diodati – Genere in sociologia: vulnerabilità o risorsa?
Affinché ci fossero delle rappresentazioni femminili diverse da quelle tradizionali si è dovuto attendere a lungo, a partire da donne – in alcuni casi anche da uomini – che a fatica sono riuscite a costruire un immaginario diverso e ad ottenere diritti sulla base di un universo di riferimento rispondente a criteri di verosimiglianza, piuttosto che alla proiezione maschile dominante, di come dovrebbe essere l'universo femminile. La filosofa Ipazia e George Sand costretta ad usare un nome maschile per fare la scrittrice
Le suffragette hanno subito vessazioni di ogni tipo, fino all’arresto. Quel che noi attualmente consideriamo scontato, cioè le donne partecipi del contesto sociale, è in realtà il frutto di una serie di lotte e cambiamenti prevalentemente involontari. Consuelo Diodati – Genere in sociologia: vulnerabilità o risorsa?
Ad inizio Novecento, essendo la gran parte degli uomini partiti per la Guerra Mondiale, le donne si trovarono in una nuova condizione: - assenza di uomini; - bisogno di rispondere a necessità che prima venivano svolte dagli uomini; - assenza di controllo. Alcune strutture produttive cominciano ad assumere donne (spesso ancora una volta ai filatoi) per portare avanti le attività e dare risposta alle necessità dei contingenti impegnati al fronte. Emergono anche importanti capacità femminili di attitudine al lavoro che fino a quel momento non erano state mai prese in considerazione: considerate a lungo vulnerabili emergono come soggettività forti, flessibili e capaci protagoniste della scena sociale Consuelo Diodati – Genere in sociologia: vulnerabilità o risorsa?
Finita la Prima Guerra Mondiale, le donne ormai abituate a gestire il lavoro, la casa, l'educazione dei figli in via esclusiva, mal si adatteranno a tornare al vecchio assetto familiare, sociale e culturale. Dopo un certo tempo si arrivò ad una sorta di equilibrio, di mediazione per cui in alcuni casi si tornò anche con la forza all'assetto precedente, ma alcuni elementi divennero patrimonio acquisito delle donne. Il filo della tessitura che lega le donne nel tempo può diventare anche canale di emancipazione. Nell’immagine le operaie di Luisa Spagnoli (anche imprenditrice della Perugina) che accarezzano i conigli d’angora per ricavarne il filato. Consuelo Diodati – Genere in sociologia: vulnerabilità o risorsa?
Molti dei cambiamenti osservati nella condizione femminile sono anche legati al ruolo attivo esercitato dalla classe operaia nell'affrancamento dalla povertà, verso migliori condizioni di vita implicando il dover lavorare da parte delle donne e spesso, dei bambini, con regole sostenibili e sicure. L’emergere delle donne sulla scena sociale crea anche una serie di scompensi poiché l'ambito privato tende a non essere più delegato interamente alle donne, ma necessitante la partecipazione attiva maschile, nel ruolo di mariti e di padri ed una ridefinizione dei rispettivi ruoli orientata alla comprensione ed al rispetto gli uni degli altri, piuttosto che al riproporsi di schemi prestabili Consuelo Diodati – Genere in sociologia: vulnerabilità o risorsa?
Le ricerche nazionali ed internazionali evidenziano come il contesto domestico a lungo preservato dalle donne, è un ambito di grande valore, l'approdo dove tornare dopo la tempesta, il porto sicuro dal quale i figli partono verso la vita adulta, ma anche l'ambito protetto nel quale discutere dei problemi lavorativi, di salute, di relazione, ecc. Sempre più nella contemporaneità si sottolinea l'importanza della famiglia, come luogo 'sacro' del privato, ambito che non può essere tenuto in vita ad opera di una sola persona, dei suoi sacrifici e senza alcun riconoscimento, ma che necessità dell'impegno della coppia e del sostegno della società. La ricerca da me effettuata conferma questo andamento come il fatto che da sempre il processo di cura fa parte delle politiche sociali, pur essendo in gran parte delegata alla donna che resta un soggetto «invisibile» poiché le azioni previste nei suoi confronti rientrano (anche nei PSR) sempre nelle politiche di sostegno alla famiglia. Consuelo Diodati – Genere in sociologia: vulnerabilità o risorsa?
Si è deciso dunque, di condurre un approfondimento attraverso ricerca qualitativa con la tecnica dell'intervista libera. L'invito iniziale per sollecitare la persona è stata ampio: Vorrei che mi parlasse della sua esperienza con le donne e con coloro che si dedicano alla cura degli altri. Questo tipo di procedimento lascia il massimo della libertà possibile ai testimoni privilegiati. Va ricordato che l'intervista di qualunque tipo, ma ancor più quella libera è sempre una relazione dinamica in divenire, fondata sulla capacità di ascolto attivo da parte del ricercatore e sulla condivisione dei silenzi. Una delle interviste a testimoni privilegiati più interessante, è stata ad un medico, il quale ha, effettivamente evidenziato la centralità della presenza femminile nel processo di cura: la maggiore concentrazione e memoria delle condizioni di salute dei propri familiari, la capacità organizzativa, la predisposizione alla prevenzione. I pazienti di sesso maschile, invece, arrivano da lui solo dopo diverse pressioni da parte delle mogli e alla domanda sul come mai si trovassero nel suo studio, rispondevano: <<Perché questa – indicando la moglie – mi si è messa al cervello: quando ti fai un controllo? ti sei fatto il controllo? quando ci vai a farti le analisi? non ce la facevo più […] sono venuto perché non la voglio sentire più>> Consuelo Diodati – Genere in sociologia: vulnerabilità o risorsa?
L'insieme di queste tematiche sorge nell'ambito di un discorso più ampio ed attento all'ambiente e alla qualità della vita delle persone, nelle quali le donne hanno da sempre svolto un ruolo importante. Cambia la stessa concezione del tempo poiché più orientato al quotidiano ed alla cura, ad un ritmo più rispettoso delle istanze umane, altrove definito slow (termine mutuato dalla musica e dalla danza ad indicare un ballo di coppia/relazione) poiché c'è bisogno di un ritmo naturale dell'ambiente di vita, contrapposto al concetto di velocità e razionalizzazione come valori di efficienza. Consuelo Diodati – Genere in sociologia: vulnerabilità o risorsa?
Gli uomini sono quasi sempre accompagnati dalle mogli, quando queste sono decedute o per altri motivi non ci sono, sono altre donne, quali le figlie, le sorelle, le compagne, finanche le badanti ad accompagnarli. Analogamente, per quanto riguarda eventuali processi di cura e di assunzione di medicinali, essi delegano interamente alle donne, alle mogli la loro vita in forma di cure, cosa che in realtà, riguarderebbe loro in prima persona; a parziale giustificazione spesso asseriscono di essere impressionabili sull'argomento e, in qualche modo, il risultato è il non voler essere assolutamente coinvolti, emblematica a tal proposito è la seguente affermazione di un paziente: <<Dottò non lo dire a me, dillo a mia moglie perché tanto poi è lei che sa come si prendono le medicine>>. Consuelo Diodati – Genere in sociologia: vulnerabilità o risorsa?
Nell'opinione di questo medico, le donne hanno una maggiore sopravvivenza in parte perché sono geneticamente più forti, ma dall'altra parte, perché prendono più seriamente salute e prevenzione. Questa prevenzione è orientata sì alla cura di sé stesse, ma in parte rilevante, alla preoccupazione di poter essere vicine ai propri cari, in particolare ai figli. Ogni volta che il medico in questione si è trovato nella difficile situazione a dire ad una donna che stava male, infatti, la prima osservazione, il primo pensiero della stessa è stato per come avrebbero fatto i propri cari senza di lei e sulla possibilità di essere presenti in momenti importanti dei propri familiari, in particolare dei figli: <<Potrò aiutare mia figlia nel parto? E anche dopo? >>, <<Ci sarò quando mi figlio si laurea? >>. Consuelo Diodati – Genere in sociologia: vulnerabilità o risorsa?
Nelle interviste ad un paio di psicologi, una dei quali lavora per un consultorio, emerge, infatti, l'orientamento femminile alla cura degli altri fino allo sfinimento, l'andare in depressione e sentirsi svuotate quando c'è più nessuno da curare, ché fino a quel momento non si è mai elaborata o si accantonata la riflessione su sé stesse. <<Arrivano qui perché cercano aiuto per qualcuno della famiglia, i figli, il marito, poi un poco alla volta vengono fuori i problemi propri, il fatto di dover lavorare su sé stesse o la necessità di distaccarsi>>. Le donne, inoltre, credono di poter affrontare tutto da sole, così “costringendo” sé stesse a vivere (se vedove) una condizione di solitudine, pur molto pesante. La problematicità della situazione emerge anche nel fatto che la gran parte di queste donne pur essendo sole, continui a pensare di poter aiutare gli altri – in un continuo protrarsi della sindrome della crocerossina, anche facendo volontariato, ma abbiano molte difficoltà ad aiutare sé stesse e a rivolgersi agli altri per chiedere aiuto. Ne consegue una scarsa fiducia nel fatto di poter riceve aiuto, l'idea di poter contare solo su sé stesse, con l’implicita sottostima e non riconoscimento della propria vulnerabilità, dunque, non riuscire a trovare soluzioni per i momenti in cui tutti come esseri umani abbiamo bisogno di aiuto. Consuelo Diodati – Genere in sociologia: vulnerabilità o risorsa?
Le ultime interviste sono stata effettuate con persone che si occupano di associazioni del terzo settore con finalità ricreative e di aggregazione sul territorio regionale. Queste associazioni si occupano di intrattenimento e formazione alle persone della terza età - frequentata quasi esclusivamente da donne -, nonché di sostegno nell'espletamento di una serie di pratiche. Dell'associazione fanno parte anche ragazzi della nostra università che vi svolgono il tirocinio, anche per rendersi utili ed acquisire competenze. <<Gli uomini si perdono proprio un pezzo, perché non accudiscono. . . questo loro che ti dico, assentarsi, uscire di fronte ai problemi fa si che non sappiano dare risposta ai bisogni dei figli, ma poi anche dei nipoti, spesso anche ai propri. Non sono capaci di ascolto vero e di contatto con l'emotività>>. Consuelo Diodati – Genere in sociologia: vulnerabilità o risorsa?
<< Questo pezzo di attività per loro, le donne se la tengono perché sennò magari i figli le incastrano per teneri i nipotini – che gli piace pure – però possono dire: no, scusa il giorno X ho gli incontri con l'associazione>>. Laddove nell'universo maschile i momenti di aggregazione si svolgano orientandosi fuori da ambienti chiusi, come le piazze, i bar, sulla scena sociale: <<Mentre gli uomini che ne so, hanno un diverso modo di incontrarsi e fare aggregazione, al limite si incontrano a guardare i cantieri o in piazza, vanno a giocare a carte, a bocce, a guardare lo sport, che lo possono fare anche al bar perché per loro non è mal visto andare al bar, mentre per le donne insomma … che poi gli uomini si riuniscono per cose che emotivamente li prendono meno>>. Consuelo Diodati – Genere in sociologia: vulnerabilità o risorsa?
Le donne in quanto marginali e vulnerabili vivrebbero, dunque, una condizione di liminalità tale da portarle alla creazione di sistemi di senso e significato che hanno contribuito a formare rappresentazioni sociali della marginalità, non necessariamente connotati devianti, quanto di innovazione sociale di valore. Esse sono creatrici di mondi vitali, portatrici di istanze nelle quali la casa, la famiglia, il privato - proprio in una società liquida, globale che tende a disorientare i soggetti, a frammentarne ed appiattirne le identità possono disfarsi come vediamo avvenire in molti casi, o assurgere a nuovi ambiti di senso se i soggetti capiscono l'importanza della interdipendenza e della relazionalità. Consuelo Diodati – Genere in sociologia: vulnerabilità o risorsa?
Qualche riferimento Grazie per l’attenzione! cdiodati@unite. it 1. Battaglia L. , Un'etica per il mondo vivente – Questioni di bioetica medica, ambientale, animale, Roma, Carocci, 2011. 2. Giddens A. , Modernity and Self Identity, Stanford University Press, 1991. 3. Saraceno C. , Dalla parte della donna, Bari, De Donato, 1971. 4. Friedan B. , La mistica della femminilità, Milano, Edizioni di Comunità, 1976. Film 1. Silvio Soldini, Pane e tulipani, Italia, 2000. 2. Lodovico Gasparini (per RAI 1), Luisa Spagnoli, Italia, 2016. Consuelo Diodati – Genere e sociologia: vulnerabilità o risorsa?
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