FRATRICIDIO Caino e Abele Romolo e Remo Eteocle
FRATRICIDIO - Caino e Abele - Romolo e Remo - Eteocle e Polinice Le celebri coppie di fratelli appena indicate raccontano tutte il dramma di un rapporto irrisolto che sfocia nel desiderio di dominare l’altro: oggettivare il proprio potere sull’altro che diviene oggetto su cui scagliare la pulsione distruttiva. - Si parla di pulsione di «impossessamento» attraverso cui si ottiene il pieno dominio dell’oggetto mediante la forza.
FRATRICIDIO Il fratricidio tecnicamente è l’omicidio del fratello. Chiarimenti sul concetto di «scusabilità» (usato in senso atecnico) evocato a pag. 69 del testo «Famiglie di sangue» - Omicidio preterintenzionale - Omicidio colposo - Omicidio operato per legittima difesa (unico caso tra quelli indicati nel testo che potrebbe rientrare nel concetto atecnico di «scusabilità» ) - Omicidio operato da parte di un soggetto verso altro soggetto intento a commettere altro reato - Sentenza di condanna a pena capitale
FRATRICIDIO L’omicidio del fratello presenta la peculiarità dell’essere commesso da una persona che ha vissuto da sempre nella stessa famiglia della sua vittima e si presumerebbe essere stata educata agli stessi valori e agli stessi principi di chi muore per quella mano. Vittima e carnefice vengono dallo stesso ambiente. Allora cos’è che non ha funzionato? - In linea di principio la famiglia che genera fratricidi è quella nella quale i genitori non riescono a costruire una relazione autentica con i loro figli e a creare un rapporto di affetto reciproco tra fratelli. - I figli, in questa condizione, non riescono a volersi bene, non riescono a sentire quella solidarietà e quella coesione necessarie per costruire rapporti funzionali in famiglia. - La cattiva gestione della relazione tra i figli della coppia genera sentimenti negativi quali: rancore, gelosia, invidia, desiderio di prevalere.
FRATRICIDIO Analisi dell’arrivo del secondo figlio in famiglia. La nascita del secondo bambino rappresenta la forma di gelosia più comune che possa manifestarsi in una famiglia. Essa è inevitabile, non si può pensare di poterla prevenire del tutto. Tuttavia, è di fondamentale importanza cercare di comprenderne le caratteristiche distintive ed evitare le situazioni che potrebbero peggiorarla. Gestire in maniera non corretta la gelosia del primogenito può tradursi nell’accumulazione di frustrazioni che nel tempo possono diventare forme di conflittualità radicate.
FRATRICIDIO Sintomi della gelosia del primogenito verso il fratello in arrivo: mettere il broncio, regredire in abilità precedentemente acquisite, espressioni di ostilità e risentimento, rancore, eccessiva dipendenza. La gelosia si palesa perché compaiono fisiologiche paure e insicurezze. Il bambino può temere di essere meno amato e meno considerato rispetto all’altro. Può sentirsi insicuro del suo rapporto con i genitori, in modo particolare con la mamma. Il bambino pensa “Se mi vuole così tanto bene, perché mai dovrebbe volere un altro bambino? ”. Quando il bambino è geloso, non riesce a controllare razionalmente il suo comportamento è, infatti, ancora troppo piccolo ed immaturo per gestire emozioni forti in maniera autonoma, ha bisogno dell’aiuto di un adulto.
FRATRICIDIO Ciò che rileva ai fini della corretta gestione del rapporto tra fratelli è la consapevolezza degli adulti che il sentimento che lega i propri figli non è una funzione innata. Innata può essere la maternità, ma non l’affetto tra fratelli, che è destinato, come tutte le relazioni umane ad essere costruito nel tempo. I genitori, tra i vari compiti a cui sono chiamati, devono inserire quello dell’insegnare ai figli a volersi bene. Compito difficile e mai scontato. Insegnare ai figli ad amarsi vuol dire anzitutto aiutarli ad elaborare l’invidia e la gelosia che naturalmente provano in modo reciproco.
FRATRICIDIO Lo stile educativo più appropriato è quello che tiene conto anzitutto delle differenze caratteriali e temperamentali dei figli, valorizzandole e utilizzandole come indicatore principale per la strutturazione della relazione col figlio. I figli spesso ci richiedono di essere trattati in modo diverso. Questa affermazione, apparentemente forte ed evocativa di sperequazioni, è in realtà la via per costruire relazioni autentiche e capaci di funzionare anche in rapporto al legame che deve strutturarsi tra fratelli.
FRATRICIDIO Un genitore competente sa che i figli sono diversi, hanno esigenze diverse, provano stati d’animo diversi e attraversano fasi diverse. Per costruire solidarietà tra tutti i membri della famiglia, specie tra i fratelli, bisogna partire da questa consapevolezza, perché i tentativi di allineamento su un unico modello di riferimento generano frustrazione e difficoltà di relazione tra i pari. Sono i genitori che devono insegnare ai figli a condividere affetti, spazi, oggetti, nonché a sperimentare il sentimento della solidarietà, che è tutt’altro che innato. Il fratricida è un soggetto che ha vissuto in una famiglia in cui non ha mai sperimentato il conforto dei genitori, il riconoscimento della sua individualità, la sensazione di essere accolto per ciò che è realmente. Questo genera un senso profondo di esclusione e di fallimento che, nelle ipotesi estreme, viene risolto attraverso la lotta dell’uomo sull’uomo, attraverso il desiderio di far prevalere il bisogno di prevaricazione sull’altro.
FRATRICIDIO Il fratricida è un soggetto che prova sentimenti di avversione verso il fratello, sentimenti quali ostilità, rancore, gelosia perché gli è stato spesso presentato ed è stato percepito come colui che possiede qualità che egli sente o teme di non avere o di aver perduto per sempre a causa di un soggetto sempre più avvertito come «intruso» . Non è infrequente che i fratricidi siano primogeniti che non hanno mai elaborato del tutto la presenza del fratello minore in famiglia. Il fratricida sente forte la rivalità verso il fratello, sino a maturare sentimenti di non accettazione e negazione dello stesso. Egli deve, perciò, uccidere il fratello per risolvere il conflitto paranoide che lo oppone a questa figura che minaccia il suo spazio vitale e si presenta come «il nemico» .
FRATRICIDIO Che il rifiuto del fratello sia un fenomeno fisiologico e assai frequente nei primogeniti è dimostrato dalla comparsa di talune forme di disagio nei bambini che in molti casi si presentano all’arrivo del nuovo nato: - Enuresi - Encopresi - Disturbi alimentari Tali manifestazioni rientrano nei disturbi psicosomatici che hanno la finalità di recuperare l’attenzione dei genitori che il bimbo teme di aver perso. Se i genitori non comprendono l’alterazione emotiva del figlio, ovvero la enfatizzano senza riuscire a ricondurre ad equilibrio la situazione, questo sentimento originario di rifiuto si radicalizza generando frustrazioni che possono diventare incontrollabili.
IL FRARICIDIO NEL TESTO «FAMIGLIE DI SANGUE» ØAnalisi del rapporto tra i due fratelli ØAnalisi della reiezione del primogenito da parte dei genitori ØAnalisi dell’acting out
FRATRICIDIO IN SENSO SOCIALE «Gli italiani non sono parricidi; sono fratricidi […]. Gli italiani vogliono darsi al padre, ed avere da lui, in cambio, il permesso di uccidere gli altri fratelli» Umberto Saba
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