FRANCESCO PETRARCA ERANO I CAPEI DORO A LAURA

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FRANCESCO PETRARCA • ERANO I CAPEI D’ORO A L’AURA SPARSI

FRANCESCO PETRARCA • ERANO I CAPEI D’ORO A L’AURA SPARSI

Erano i capei d’oro a l’aura sparsi che ‘n mille dolci nodi gli avolgea,

Erano i capei d’oro a l’aura sparsi che ‘n mille dolci nodi gli avolgea, e ‘l vago lume oltra misura ardea di quei bei occhi ch’or ne son sí scarsi; e’ l viso di pietosi di color ‘ farsi, non so se vero o falso , mi parea: i’ che l’ésca amorosa al petto avea, qual meraviglia se di súbito arsi? Non era l’andar suo cosa mortale, ma d’angelica forma, e le parole sonavan altro che pur voce umana: uno spirto celeste, un vivo sole fu quel ch’i vidi; e se non fosse or tale, piaga per allentar d’arco non sana.

Intorno alla composizione di questo sonetto, si narra che Petrarca lo abbia scritto in

Intorno alla composizione di questo sonetto, si narra che Petrarca lo abbia scritto in risposta alla delusione di alcuni conoscenti, venuti apposta ad Avignone per vedere la bellissima donna amata dal poeta ma trovatisi di fronte ad una bellezza sfiorita per l’età. Quasi tutto il sonetto è dedicato alla rievocazione dell’immagine incantevole della giovane Laura: la bellezza dei suoi capelli, del suo sguardo, del suo portamento avevano qualcosa di divino e l’innamoramento era fatale. Solo gli ultimi due versi correggono in parte questasiata lode: il passare del tempo può aver velato questo fascino, ma non il sentimento d’amore che ella ha ispirato. L’immagine giovanile della bellezza di Laura evoca la nascita dell’amore. La giovinezza passa, la bellezza sfiorisce, ma l’amore resta intatto.

Struttura del componimento Questo componimento è un sonetto di Francesco Petrarca, probabilmente composto tra

Struttura del componimento Questo componimento è un sonetto di Francesco Petrarca, probabilmente composto tra il 1338 e il 1347 ed è la XC poesia del Canzoniere. Essendo un sonetto, presenta 14 versi suddivisi in 4 strofe, due quartine e due terzine. Lo schema delle rime non è quello del sonetto classico ma è: ABBA, CDE, DCE.

I temi trattati in questa poesia sono: • Rievocazione dell’amore per Laura da parte

I temi trattati in questa poesia sono: • Rievocazione dell’amore per Laura da parte del poeta. • Invecchiamento della donna amata. • Richiamo alla tradizione stilnovistica. • Apparizione sovrannaturale della donna amata.

I temi La sua visione d’amore: Petrarca riconduce il discorso d’amore ad una dimensione

I temi La sua visione d’amore: Petrarca riconduce il discorso d’amore ad una dimensione intima. Ritiene infatti che solo chi ha condiviso con lui lo stesso tipo di esperienza può essere in grado di capire il suo stato d’animo. Egli parte da un principio ben preciso: l’impossibilità di appagare il desiderio; e la condizione affinché una storia sentimentale si possa sviluppare è proprio il desiderio inappagato ma, soprattuto, che sorga contrasto tra l’amante e l’amata. L’amore inappagato non rappresenta più un semplice ingrediente del codice amoroso, ma penetra nella coscienza, causando drammatiche tensioni. Possiamo quindi concludere affermando che il desiderio d’ amore è proprio ciò che spinge il poeta a fare poesia, ma è vissuto da quest’ultimo come un peccato, come passione che lo allontana da Dio. Così facendo, l’amore diventa motivo di sofferenza, che coinvolge anche il senso stesso dell’esistenza.

Parafras Il suo portamento non era quello di i una donna mortale, ma era

Parafras Il suo portamento non era quello di i una donna mortale, ma era quello Erano i suoi capelli biondi come l’oro mossi dal vento, che li avvolgeva in mille dolci riccioli; e la luce ammaliante dei suoi occhi belli, che ora è sfuocata, splendeva in modo straordinario. e il suo viso mi pareva assumesse i colori di pietà, non so se realtà o illusione: perché meravigliarsi se io, che avevo già il cuore predisposto all’amore, immediatamente me ne innamorai? di un angelo; e le sue parole risuonavano ben diversamente da quelle di una voce umana: quel che io vidi fu uno spirito celeste, un sole splendente; e anche se ora non fosse più splendente con me allora, la ferita non si rimargina solo per il fatto che la corda dell’arco si è allentata.

Analisi: I e II quartina Erano i capei d’oro a l’aura sparsi. che ‘n

Analisi: I e II quartina Erano i capei d’oro a l’aura sparsi. che ‘n mille dolci nodi gli avolgea, e ‘l vago lume oltra misura ardea di quei bei occhi ch’or ne son sí scarsi; e’ l viso di pietosi di color ‘ farsi, non so se vero o falso, mi parea: i’ che l’ésca amorosa al petto avea, qual meraviglia se di súbito arsi? • Nelle quartine, il poeta descrive l’aspetto di Laura, soffermandosi su tre elementi (i capelli, gli occhi e il volto) e riferendo l’effetto che tanta bellezza ha avuto si di lui, che si è subito acceso d’amore. • La rievocazione di Laura è imperniata sul tempo imperfetto, dominante in tutto il sonetto: erano, avolgea, ardea, parea ecc. L’imperfetto è il tempo che il poeta usa per rappresentare il suo ricordo interiore, trasfigurato dalla memoria.

Analisi: III e IV terzina Non era l’andar suo cosa mortale, ma d’angelica forma,

Analisi: III e IV terzina Non era l’andar suo cosa mortale, ma d’angelica forma, e le parole sonavano altro che pur voce umana: uno spirto celeste, un vivo sole fu quel ch’i vidi; e se non fosse or tale, piaga per allentar d’arco non sana. • nelle terzine, si passa dalla descrizione alla trasfigurazione della donna: Laura diventa una «angelica forma… uno spirto celeste, un vivo sole» • Il passato remoto viene usato per rappresentare il momento puntuale dell’innamoramento, la reazione del poeta alla visione della donna amata: «fu» , «vidi» .

Chi è Laura? Laura de Noves (1310 – 6 aprile 1348) è stata una

Chi è Laura? Laura de Noves (1310 – 6 aprile 1348) è stata una nobildonna francese, sposa del marchese Ugo di Sade. Sembra essere proprio lei la donna amata dal poeta. Non sappiamo molto di Laura de Noves. Nata nel 1310 da Audiberto ed Ermessenda di Noves in borgo d'Avignone, Laura si unì in matrimonio il 16 gennaio 1325 con il marchese Ugo di Sade, col quale generò undici figli. Francesco Petrarca la conobbe due anni dopo il suo matrimonio, il 6 aprile del 1327: è in questo giorno (Venerdì Santo di quell'anno) che il poeta laureato la vide nella chiesa di Santa Chiara durante il suo soggiorno ad Avignone e se ne innamorò all'istante, tanto che continuò a celebrarla in ogni sua poesia.

Laura: l’aura, l’auro, laurea poetica Laura è considerata dal poeta non più come una

Laura: l’aura, l’auro, laurea poetica Laura è considerata dal poeta non più come una figura dai contorni indefiniti e priva di spessore psicologico, ma come una creatura che il lettore avverte fisicamente presente nella concretezza dei suoi tratti umani. L’origine del nome Laura trae spunto dall’associazione tra il lauro, l’aura e la laurea poetica e deriva dal poeta latino Ovidio, da cui ha origine la simbologia dell’ alloro. L’associazione Laura/laurea poetica riconduce infatti ai due cardini della vicenda umana e intellettuale di Petrarca : l’amore e l’ispirazione alla gloria letteraria.

Laura: l’aura, l’auro, laurea poetica Il nome Laura è messo in relazione anche con

Laura: l’aura, l’auro, laurea poetica Il nome Laura è messo in relazione anche con l’aura (la brezza: il tema della brezza che spira dal paese dell’amata, per portarne il ricordo al poeta, è diffuso nella poesia provenzale) e l’auro (l’oro), associato alla bionda capigliatura di Laura e allo splendore del Sole a cui la donna è assimilata. L’amore per Laura è fonte di drammatici ripensamenti, motivi presenti in tutte le opere di Petrarca: • Per un verso, la consapevolezza che «quanto piace al mondo è breve sogno» • Per altro verso, il sentimento della fugacità del tempo e della morte.

Laura petrarchesca e Beatrice la Beatrice dantesca, Laura è dantesca. Come dotata della virtù

Laura petrarchesca e Beatrice la Beatrice dantesca, Laura è dantesca. Come dotata della virtù salvifica che le viene dal suo essere beata. Dal cielo torna spesso in sogno accanto al poeta, per confortarlo e aiutarlo nel cammino che lo ricondurrà a lei dopo la morte. Però, all’immagine stilnovista della donna-angelo, si è sostituita quella di una creatura bella e desiderabile, per la quale il poeta prova un amore tutto terreno, anche se inappagato. La staticità della donna stilnovista, fissata per sempre in un’eterna giovinezza, viene capovolta nella mutevolezza e vitalità della Laura petrarchesca. La sua rappresentazione risulta più viva e terrena, rispetto alle descrizioni del Dolce Stil Novo, dove i ritratti femminili rimangono inalterati.

Petrarca e Un altro paragone che puòDante essere effettuato, oltre quello tra le due

Petrarca e Un altro paragone che puòDante essere effettuato, oltre quello tra le due figure femminili di Beatrice e Laura, è quello tra Dante e Petrarca, evidenziandone, però, questa volta, i tratti differenzianti. PETRARCA DANTE • UNILINGUISMO: Petrarca preferisce utilizzare una sola lingua per sottolineare il carattere assoluto dell’esperienza lirica, mirando ad un modello esemplato sui classici antichi. • PLURILINGUISMO: Dante è solito utilizzare lingue diverse (il latino, l’italiano, il provenzale) per evidenziare la ricchezza multiforme della realtà che descrive. • DISINTERESSE PER LE QUESTIONI: le posizioni teoriche di Petrarca devono essere ricavate indirettamente (ad esempio attraverso le lodi di un amico). • INTERESSE PER LE QUESTIONI TEORICHE: la produzione di Dante è accompagnata da una costante riflessione teorica sulla lingua e sulla poesia. • CLASSICISMO: le opere di Petrarca • appartengono a generi letterari impostati già (il poema, il dialogo, le lettere. . ). Petrarca mira alla perfezione assoluta; non abbandona mai, infatti, i suoi lavori, ma continua a rifinirli per tutta la vita. SPERIMENTALISMO: Dante è un grande sperimentatore; i suoi progetti sono sempre innovativi. Infatti, ogni opera è molto diversa da quelle precedenti; non tende quindi ad omologare le sue composizioni.

Lavoro svolto dagli alunni della III E: Angelone Giorgia Credendino Maria Moccia Antonio Russo

Lavoro svolto dagli alunni della III E: Angelone Giorgia Credendino Maria Moccia Antonio Russo Francesco Salzano Martina Stingo Pasquale