Forum Amico Corso di Informazione Formazione I Disturbi
Forum Amico Corso di Informazione - Formazione “I Disturbi Psichici dell’uomo” Asti - Gennaio 2019 I DISTURBI PSICOSOMATICI Dott. Ernesto Viarengo ernesto. viarengo@tin. it www. centrokandel. it
Midollo spinale Ghiandole salivari Stomaco Il sistema nervoso vegetativo ed i suoi rapporti col S. N. C.
DISTURBI PSICOSOMATICI • Apparato gastroenterico (vomito, anoressia e bulimia, ulcera, colite, diarrea, disturbi della deglutizione) • Otorinolaringologia (vertigini, riniti, faringiti) • Apparato cardiocircolatorio (cardiopatia ischemica, ipertensione, extrasistolia, tachicardie) • Disturbi metabolici ed endocrini (diabete, ipertiroidismo) • Apparato respiratorio (asma, polipnea, dispnea) • Apparato locomotore (lombalgie, cervicalgie) • Apparato urogenitale (turbe sessuali, pollachiuria, turbe mestruali) • Dermatologia (psoriasi, orticaria, eczema, vitiligine, alopecia, prurito, tricotillomania, iperidrosi) • Disturbi alimentari (anoressia, bulimia, obesità) • Malattie allergiche ed autoimmuni (psoriasi, artrite reumatoide, lupus, rettocolite ulcerosa ecc. ) • Neoplasie?
DEPRESSIONE E MALATTIE FISICHE
LA DEPRESSIONE NELLE MALATTIE FISICHE • Amplifica i sintomi somatici, specie il dolore • Riduce la motivazione a curarsi • Peggiora la prognosi • Incrementa la mortalità • Incrementa il carico per i familiari • Incrementa i ricoveri ospedalieri
DEPRESSIONE: UNA MALATTIA DELLA MENTE, DEL CERVELLO E DEL CORPO La depressione è uno dei più diffusi disturbi nel mondo odierno. Il 10% della popolazione adulta soffre della malattia, molti ricevono trattamenti inadeguati o nessun trattamento. È una malattia che colpisce la mente e l’umore dell’individuo, alterando profondamente la percezione degli altri e del mondo; ma ora ricerche convincenti dimostrano che una significativa maggior morbilità e mortalità sono associate alla malattia, oltre a quelle determinate direttamente dal disturbo dell’umore; i pazienti con depressione maggiore hanno il doppio di mortalità ad ogni età, indipendentemente da quella determinata dal suicidio, dal fumo o da altri fattori di rischio. Sta emergendo la dimostrazione che i pazienti depressi hanno una significativa perdita di cellule nella corteccia prefrontale.
DEPRESSIONE: UNA MALATTIA DELLA MENTE, DEL CERVELLO E DEL CORPO (2) Un aumento del cortisolo e della noradrenalina rappresenta una condizione biochimica pericolosa, che può condurre a diversi problemi, come aumento del grasso viscerale, resistenza all’insulina, aumento delle infiammazioni, aumento della coagulabilità sanguigna, deficit della fibrinolisi, riduzione della formazione dell’osso ed aumento del suo riassorbimento. Questi cambiamenti sostengono l’idea della depressione come una malattia sistemica che può dare manifestazioni internistiche primarie. In più la depressione comporta effetti dannosi su malattie internistiche coesistenti, come disturbi coronarici, diabete ed osteoporosi. In effetti dati recenti dimostrano che il trattamento della depressione in pazienti post-infartuati aumenta le possibilità di un decorso favorevole e la sopravvivenza. Pertanto la diagnosi della depressione in un individuo malato è di importanza fondamentale.
Mortalità per cause naturali nei pazienti con disturbi depressivi p<0, 001 160 144 Numero di decessi 140 120 100 Osservata Attesa 100 p<0, 01 ns 80 60 50 46 40 52 40 20 0 Disturbi Cardiovascolari Cancro Altre cause
CARDIOPATIE E DEPRESSIONE • La depressione aumenta il rischio di malattie cardiovascolari e morte in soggetti altrimenti sani e con fattori di rischio controllati (fattore indipendente di rischio) • La depressione è presente nel 65% dei postinfartuati • In tali pazienti la mortalità nel corso del primo anno è di 3, 5 volte maggiore; se la depressione viene curata la prognosi rientra nella norma
Stress e depressione peggiorano cancro seno prognosi La conferma arriva da uno studio italiano condotto su 145 pazienti operate di tumore al seno, età media 55 anni, reclutate nel servizio ambulatoriale e al day-hospital di oncologia clinica dell'azienda ospedaliero - universitaria S. Anna di Ferrara. Appare con evidenza che eventi di vita stressanti, possono modificare l'evoluzione della malattia, non solo in termini di aumentata crescita neoplastica, ma anche di maggiore diffusione delle metastasi, e soprattutto di minore risposta al trattamento chemioterapico, la cui efficacia può essere addirittura abolita dallo stress e dalla depressione.
Depressione ed ictus Nel nostro campione (ricerca in aperto sulla popolazione generale), in maschi o femmine al di sotto dei 65 anni, la presenza di sintomi depressivi induceva un aumento di 4 volte della probabilità di essere colpiti da ictus o TIA. (Stroke 2007; 38: 16 -21) Isolamento femminile ed ictus L'isolamento sociale è un forte fattore predittivo di ictus nelle donne. Non è ancora noto il modo in cui uno stile di vita più isolato si traduca in un aumento del rischio di ictus nelle donne: potrebbero essere presenti maggiori fattori di rischio quali elevati livelli di ormoni da stress o ampie fluttuazioni della pressione (è stato dimostrato che il supporto sociale diminuisce la risposta pressoria allo stress), oppure l'isolamento potrebbe influenzare il comportamento in modi che incrementano il rischio, come ad esempio peggiorando l'aderenza alle terapie o diminuendo l'esercizio fisico. (Psychosomatic Med 2008; 70: 282 -7)
Le persone pessimiste sono più esposte al rischio di ictus Secondo la teoria psicologica dei tratti, la personalità di ognuno è la risultante di cinque caratteri fondamentali: estroversione-introversione, gradevolezza-sgradevolezza, coscienziosità-negligenza, nevroticismostabilità emotiva, apertura mentale-chiusura mentale. Secondo uno studio presentato in occasione del meeting dell'American Stroke Association a New Orleans, le persone che presentano un alto tratto di chiusura mentale e di introversione (e quindi comportamenti come eccessiva preoccupazione, pessimismo, paura e fatica) hanno una maggiore probabilità di incorrere in un ictus. Lo studio ha incluso 1. 082 adulti privi di demenza, classificati su una scala in grado di misurare il loro livello di introversione, preoccupazione ed eccessivo pessimismo. Le persone che hanno segnato un livello elevato di questo tratto della personalità hanno avuto un aumento del rischio di ictus, circa il doppio rispetto alla media. Il legame tra alti livelli di questo tratto della personalità e un aumento del rischio di ictus è rimasto anche dopo che alcuni ricercatori hanno preso in considerazione la funzione cerebrale e motoria, i fattori di rischio cardiovascolari e condizioni particolari come le nevrosi.
OSSA DEBOLI QUANDO L'UMORE È NERO Alle già numerose evidenze di legame tra depressione e ridotta densità ossea (BMD-bone mineral density), si aggiungono i risultati di una metanalisi che ha permesso di considerare un campione di 2. 327 soggetti depressi confrontati con 21. 141 controlli. Gli autori hanno rilevato l'associazione tra la depressione e BMD, che si manteneva in tutti i punti di misurazione (vertebre, anca e avambraccio) ed era più marcata tra le donne. Proprio tra queste il legame era più evidente nelle fasce più giovani non ancora in menopausa. I 23 studi selezionati nella metanalisi rappresentano una base sufficientemente ampia per giustificare un controllo periodico dei valori di BMD e una profilassi antiosteoporotica nelle pazienti con
Avere un gatto e/o un cane fa bene al cuore Avere un gatto fa bene al cuore. Abbatte l'ansia e lo stress, e riduce del 40% il rischio di infarto (studio americano presentato all'International Stroke Conference 2008). I ricercatori hanno evidenziato che tra i proprietari di un gatto solo il 3, 4% era morto di attacco cardiaco, rispetto al 5, 8% dei partecipanti senza micio in casa. Il gatto vanta proprietà rilassanti e dunque salvacuore. Un antistress che nello studio Usa ha dimostrato di funzionare anche correggendo i dati osservati tenendo conto di classici fattori di rischio cardiovascolare quali pressione arteriosa, diabete, fumo e colesterolo alto. Lo studio americano non ha approfondito eventuali effetti benefici del possedere un cane, anche se da indagini precedenti è emerso che portare a spasso fido e giocare con lui rende i padroni più attivi e salva la salute. Sono in aumento le ricerche evidenziano come il contatto con un animale produca reali vantaggi fisiologici e psicologici: riduzione dello stress, 'scudo' a malattie e allergie, diminuzione della pressione, maggiore attività fisica e convalescenze più brevi.
RISATE E TERAPIA 29 Ago, 2011 (Parigi, Francia) - Una serie di studi presentati alla Società Europea di Cardiologia evidenziano il ruolo della risata, del pensiero positivo, della rabbia e dello stress sullo sviluppo di eventi
La felicità allunga la vita Chi si sente felice vive non solo meglio, ma anche più a lungo. Bruno S. Frey, dell’Università di Zurigo, ha raccolto in “Science” i risultati di diverse ricerche condotte in più paesi del mondo che dimostrano questo legame. Secondo uno studio cinese, ad esempio, le persone felici vivono in media il 14% in più rispetto a chi è meno sereno, mentre altre ricerche condotte nei paesi industrializzati calcolano in un periodo compreso tra 7, 5 e 10 anni il tempo guadagnato in chi è soddisfatto della propria esistenza. (“NOVA” 10 febbraio 2011)
ANSIA E DISTURBI ORGANICI
IMPATTO DEI DISTURBI PSICHIATRICI SU MORBOSITA’ E MORTALITA’ ANSIA Ø aumenta l’incidenza di morti improvvise tra i pazienti con disturbi cardiovascolari Ø aumenta l’incidenza delle psicosomatosi
ATTACCHI DI PANICO E RISCHIO CARDIOVASCOLARE Le donne in postmenopausa, che presentano almeno un attacco di panico sono a più alto rischio di malattia cardiaca, ictus e morte. La ricerca ha riguardato 3. 369 donne, di età compresa tra 51 ed 83 anni, che hanno riferito, mediante un questionario, del presentarsi di attacchi di panico nei 6 mesi precedenti. E’ stato osservato che gli attacchi di panico veri erano associati ad un rischio 4 volte maggiore di malattia cardiaca, 2 volte maggiore di ictus, e ad un aumento del 75% di rischio di morte per ogni causa, rispetto alle donne che non avevano sofferto di attacchi di panico.
MACULOPATIA DA STRESS La Corioretinopatia Sierosa Centrale (CSC) è una malattia caratterizzata da un distacco sieroso idiopatico del neuroepitelio al polo posteriore prodotto dal passaggio di fluido dalla coroide nello spazio sottoretinico attraverso un difetto dell'epitelio pigmentato. La CSC è classicamente considerata una malattia che predilige il sesso maschile (85%), con età di insorgenza fra i 30 e i 50 anni. Una personalità caratterizzata da atteggiamento competitivo ed iperattività sembra poter favorire l'insorgenza di tale disturbo. Costituiscono anche fattore di rischio condizioni che comportino un aumento del cortisolo ematico come gravidanza, sindrome di Cushing, lupus eritematoso sistemico, emodialisi, trapianto di organi e naturalmente l’assunzione di corticosteroidi. Il meccanismo di formazione del trasudato e del relativo distacco può essere ricondotto a disregolazione della motilità vascolare retroretinica da stress, avvicinabile al rossore dei timidi.
INSONNIA E CARDIOPATIE Monaco, 28 agosto, Congresso 2012 della Società europea di cardiologia. Avere problemi di sonno, come capita secondo le stime a oltre il 30% degli adulti e a metà degli over 65, fa crescere del 45% il rischio di sviluppare una malattia cardiovascolare o di morirne. Un aumento netto, che inserisce a buon diritto l'insonnia tra i più noti fattori di rischio, come il fumo, la dieta scorretta, la vita sedentaria. Il team di Francesco Sofi dell'università di Firenze ha selezionato dalla letteratura scientifica i principali lavori che, fino al dicembre 2011, hanno indagato sul legame tra sonno e salute del cuore. Sono stati così analizzati 16 studi prospettici, per un totale di 122. 501 persone seguite per un intervallo di tempo che andava da 3 a 20 anni. Durante questo periodo sono stati registrati 6. 332 eventi cardiovascolari. E i calcoli di Sofi e colleghi hanno dimostrato che chi soffriva di insonnia (intesa come difficoltà a prendere sonno o a mantenerlo) aveva un rischio del 45% superiore di ammalarsi di cuore o di morire per cause cardiovascolari.
ANSIA, FOBIE ED INVECCHIAMENTO PRECOCE Uno studio del luglio 2012 ha concluso che le fobie possono determinare un più rapido invecchiamento biologico nelle donne di mezza età e in quelle più anziane, con un maggior rischio di incorrere in problemi di salute. I ricercatori -riferisce Olivia Okereke psichiatra del Brigham and Women’s Hospital di Boston- hanno esaminato i campioni di sangue di 5243 donne di età compresa tra 42 e 69 anni, partecipanti allo studio epidemiologico del Nurses Health Study. Secondo i risultati, pubblicati sulla rivista “PLo. S ONE” l’ 11 luglio 2012, le donne con i più alti livelli di fobia presentavano in media i marker biologici tipici di donne di sei anni più vecchie. Okereke e colleghi hanno analizzato in particolare i telomeri, i terminali dei cromosomi che preservano dalla perdita d’informazione genetica durante la divisione cellulare. Nel corso dell’invecchiamento, i telomeri subiscono un accorciamento naturale, che sarebbe il risultato dell’esposizione allo stress ossidativo e alle infiammazioni. A sua volta, telomeri più corti sono risultati correlati, specialmente negli individui più anziani, a un maggior rischio di patologie cardiache, di tumori e di demenza. Le terapie antifobiche disponibili permetterebbero di prevenire tali disturbi. Dal punto di vista biologico è plausibile più in generale una relazione tra ansia e telomeri più corti.
ANSIA INDOTTA DA SOSTANZE I Disturbi d'Ansia possono manifestarsi in associazione con l'intossicazione con le seguenti classi di sostanze: alcool, amfetamine, caffeina, cannabis, cocaina, allucinogeni. I Disturbi d'Ansia possono manifestarsi in associazione con l'astinenza dalle seguenti classi di sostanze: alcool, cocaina, sedativi, ipnotici e ansiolitici. I farmaci che evocano sintomi di ansia includono: anestetici e analgesici, simpaticomimetici o altri broncodilatatori, anticolinergici, insulina, preparati tiroidei, contraccettivi orali, antiistaminici, antiparkinsoniani, corticosteroidi, farmaci antiipertensivi e cardiovascolari, anticonvulsivanti, litio carbonato, farmaci antipsicotici e farmaci antidepressivi. Anche metalli pesanti e tossine (per es. , sostanze volatili come benzina e vernici, insetticidi organofosforici, gas nervini, monossido di carbonio, anidride carbonica) possono causare sintomi di ansia.
MALATTIE ORGANICHE • Disturbi cardiovascolari • Disfunzioni vestibolari periferiche • Ipertiroidismo o ipotiroidismo • Ipoglicemia • Ipocalcemia • Sindrome di Cushing • Epilessia temporale • Feocromocitoma • Spasmo esofageo • Farmaco-indotta – – – estratti tiroidei L-Dopa Antistamici Aminofillina Sostanze di abuso CRISI DI ANSIA ACUTA • Disturbo di Panico • Fobia Sociale • Disturbo d’Ansia Generalizzato • Ipocondria • Disturbo di Conversione • Disturbo di Somatizzazione • Depressione • Disturbo Schizoide o Schizotipico di Personalità DISTURBI PSICHICI
MALATTIE ORGANICHE • • • Endocrinopatie Patologie cardiache Patologie respiratorie Collagenopatie Patologie neoplastiche Patologie infettive Deficit di vitamina B Sclerosi Multipla Neoplasie cerebrali Epilessia Fase iniziale di quadri di demenza • Assunzione o sospensione di sostanze – – – Alcol Benzodiazepine Stimolanti Caffeina Analgesici STATO D’ANSIA CONTINUO • Disturbo d’Ansia Generalizzato • Disturbo di Panico • Depressione • Disturbo Distimico • Disturbi di Personalità DISTURBI PSICHICI
I DISTURBI SOMATOPSICHICI
Malattie organiche comunemente associate ad una sindrome depressiva • Malattie S. N. C. : • M. di Parkinson, Demenze, Ictus, Epilessia temporale, M. Huntington, Traumi cranici, Emorragia subaracnoidea. • Malattie cardicircircolatorie: infarto miocardico, disturbi del ritmo, bypass coronarico • Malattie endocrine: • ipotiroidismo, diabete, M. di Addison, M. di Cushing, iperparatiroidismo, s. metabolica, menopausa • Neoplasie: • cerebrali, polmonari, pancreatiche, mammarie, renali. • Altre malattie: Lupus eritematoso, disturbi del visus, fibromialgia, artrite reumatoide, infezioni virali, BPCO.
Tassi di prevalenza della Depressione riportati in pazienti con malattie organiche Diabete Artrite reumatoide Infarto miocardico % pazienti depressi Morbo di Alzheimer Tumorii Morbo di Parkinson Ictus cerebrale 0 10 20 30 40 50 Evans et al, 1999
DISTURBO D’ANSIA DOVUTO AD UNA CONDIZIONE MEDICA GENERALE Una varietà di condizioni mediche generali può causare sintomi di ansia, tra cui: • patologie endocrine (per es. iper- e ipotiroidismo, ipoglicemia, ipercorticosurrenalismo) • patologie cardiovascolari (per es. scompenso cardiaco congestizio, embolia polmonare, aritmia) • patologie respiratorie (per es. malattie polmonari ostruttive croniche, polmonite) • patologie metaboliche (per es. deficienza di vitamina B 12) • patologie neurologiche (per es. neoplasie, disfunzioni vestibolari, encefalite)
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