Formazione duale come Intrapresa formativa virtuosa Sperimentazione Duale

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Formazione duale come «Intrapresa formativa virtuosa» Sperimentazione Duale FORMA- CONFAP

Formazione duale come «Intrapresa formativa virtuosa» Sperimentazione Duale FORMA- CONFAP

Sistema duale: la sfida La sfida del sistema duale consiste nella possibilità di avvicinare

Sistema duale: la sfida La sfida del sistema duale consiste nella possibilità di avvicinare i giovani al lavoro, anticipando il loro inserimento in azienda, contestualmente allo svolgimento dei percorsi formativi per il conseguimento di una qualifica professionale e del diploma professionale. In questi anni, per raggiungere questo obiettivo non sono, infatti, risultati efficaci né l’istruzione né l’incentivazione economica a sostegno della loro collocazione lavorativa (quasi 2 milioni e mezzo di giovani tra i 15 ed i 29 anni sono neet). La formazione non può, ovviamente, creare posti di lavoro, ma può creare persone capaci di lavorare, che possano rispondere rapidamente alla complessità dei compiti richiesti dal mercato del lavoro, che esigono competenze tecniche, soft skill (consapevolezza di sé, partecipazione ed etica professionale), intraprendenza e capacità di apprendere dall’esperienza.

Approccio metodologico della formazione duale La formazione duale si distingue da quella ordinamentale (triquadriennale)

Approccio metodologico della formazione duale La formazione duale si distingue da quella ordinamentale (triquadriennale) in forza del principio di co-progettazione con le imprese partner (pedagogiche). L’ipotesi di fondo è così formulabile: fare dei compiti di realtà la leva dell’apprendimento e della crescita degli allievi secondo gli standard di riferimento (educativi, culturali e professionali). Ciò non significa semplicemente spostare attività di laboratorio dall’interno all’esterno del CFP (che ripropone la frattura teoria e prassi), ma rivedere l’intero assetto metodologico ed organizzativo in modo da sviluppare una formazione completa, centrata sull’azione compiuta.

La relazione tra persona e ambiente: le «situazioni di apprendimento» Il cardine dello sviluppo

La relazione tra persona e ambiente: le «situazioni di apprendimento» Il cardine dello sviluppo cognitivo risiede nella relazione tra persona e ambiente, mediata dalla cultura. Ciò consente di suscitare processi di acquisizione della conoscenza che risultano situati nelle attività proprie di uno specifico contesto (Vygotskij L. S. , Il processo cognitivo, Boringhieri, Torino, 1987). Il percorso formativo (o curricolo) è pertanto costituito dalla sequenza delle esperienze (“situazioni di apprendimento”) che mobilitano le risorse intrinseche degli studenti e permettono loro di fare esperienza personale del sapere, nel momento in cui assolvono a compiti reali e significativi e risolvono i problemi che questi compiti via presentano.

Il reale come fonte di cultura La formazione duale richiede un centro di formazione

Il reale come fonte di cultura La formazione duale richiede un centro di formazione professionale dotato di una decisa apertura alla realtà intesa come totalità composta dalle sue varie componenti, fonte e riscontro delle situazioni di apprendimento più significative. Gli allievi sono sollecitati a considerare la cultura – sia quella agita nell’impresa sia quella acquisita nel CFP - come un fattore vitale in grado di spiegare la realtà ed i suoi processi, ed inoltre come stimolo volto a scoprire insieme il sapere (buono) iscritto nelle dinamiche del reale. In tal modo essi sono chiamati a mettersi alla prova in compiti dotati di valore reale, cogliere i significati che tali azioni portano con sé, scoprire la propria vocazione ed i propri talenti acquisendo un io solido, aperto, capace di segnare di sé il mondo.

I tre fattori chiave La relazione tra CFP e impresa: questa si fonda sulla

I tre fattori chiave La relazione tra CFP e impresa: questa si fonda sulla buona reputazione, ancorata a positive esperienze formative e di servizio, e si evidenzia in relazioni amichevoli ed in una consonanza di stile nella gestione delle risorse umane. Il presidio formativo: esso richiede la presenza di superformatori che, operando in stretta coesione con il coordinatore delle relazioni con le imprese sono in grado di insegnare per aree ampie sulla base di accordi con le imprese coinvolte. Tali figure. L’assetto organizzativo: occorre passare da un modello funzionale/divisionale ad un modello a matrice flessibile, al fine di integrare le funzioni e valorizzare le competenze dei collaboratori.

Progettazione (1) Si assume un modello formativo duale unitario rispetto alle due modalità: alternanza

Progettazione (1) Si assume un modello formativo duale unitario rispetto alle due modalità: alternanza «lunga» e apprendistato. La didattica è impostata su un vero e proprio curricolo al cui centro vi è la “unità di compito”; questo mira a prodotti significativi ed utili rivolti a destinatari reali che ne traggono beneficio, favorisce l’assunzione di ruolo ovvero l’ingaggio personale/di gruppo, mobilita conoscenze e soft skill che vengono apprese prevalentemente “a rovescio”. Il curricolo verte sul legame tra la proposta educativa ed i valori propri dell’azione economica: etica economica, deontologia professionale, tutela della salute e della sicurezza, sostenibilità, responsabilità sociale. I compiti di realtà, gestiti come unità di apprendimento, sono posti in una relazione virtuosa con saperi e competenze. Vanno previste attività educative e compensative.

Progettazione (2) Si persegue un approccio integrato e personalizzato tra CFP e impresa: il

Progettazione (2) Si persegue un approccio integrato e personalizzato tra CFP e impresa: il progetto formativo individuale è solo una varianza di quello comune. La valutazione è svolta in forma congiunta su rubrica concordata con le imprese. Ciò richiede una ricerca-azione con le imprese madrine. Servono (al termine della fase sperimentale) linee guida comune e di settore fondate su un modello omogeneo e su una pluralità di soluzioni operative, poste in prospettiva entro una piattaformativa digitale integrata (che consente di tenere in relazione tutti gli aspetti del progetto: curricolo, attività esterne, attività interne, valutazione, amministrazione, comunicazione).

Percorso formativo di massima Primo anno: l’allievo inizia il suo percorso nel Cfp tramite

Percorso formativo di massima Primo anno: l’allievo inizia il suo percorso nel Cfp tramite unità di compito preparatorie al noviziato professionale per dotarsi dei fondamenti e degli strumenti per l’esercizio della formazione-azione in azienda e nel territorio; Anni successivi: nell’azienda l’allievo effettua l’attività lavorativa (ordinaria e straordinaria), documentando i compiti e relazionando sui saperi connessi, con la consulenza del tutor formativo; contemporaneamente(in modo alternante) nel Cfp svolge unità di compito complementari e aggiuntive rispetto a quelle in azienda, sistematizza la documentazione prodotta (portfolio), realizza la riflessione ed il completamento formativo. I due tutor concordano il capolavoro richiesto all’allievo, espressivo dell’insieme dei saperi e delle competenze acquisite e lo accompagnano alla sua realizzazione; l’allievo rielabora il proprio project work e si prepara all’esame finale nel quale, oltre alle prove esperte (multidisciplinare e professionale), viene data rilevanza alla presentazione di quanto prodotto.

Primo anno Il primo anno prevede tre moduli formativi: 1. INGRESSO NEL SETTORE: si

Primo anno Il primo anno prevede tre moduli formativi: 1. INGRESSO NEL SETTORE: si svolgono attività di orientamento attivo con le seguenti aree di compito: territorio, economia, valore, lavoro. 2. LABORATORIO DI INTRAPRESA FORMATIVA: si realizzano lavori su commessa semplici e nel contempo completi (compito professionale, energia, sicurezza, qualità, sostenibilità, amministrazione, comunicazione), secondo le procedure ed i criteri propri del contesto reale. 3. ATTIVITÀ EDUCATIVE E SOCIALI: sono compiti reali di carattere civico, disegnati sul «ciclo del sapere» : conoscere (gustare interiormente, argomentare e giudicare), cooperare, svolgere un servizio utile agli altri, riflettere, comunicare. Al termine vi è la valutazione, svolta in modo misto: compiti reali, presentazioni e verifiche, secondo il metodo della valutazione finale.

Struttura del primo anno INGRESSO NEL SETTORE - Orientamento - Territorio - Economia -

Struttura del primo anno INGRESSO NEL SETTORE - Orientamento - Territorio - Economia - Lavoro LABORATORIO di intrapresa formativa Lavori su commessa (compito professionale, energia, sicurezza, qualità, sostenibilità, amministrazione, comunicazione) ATTIVITÀ EDUCATIVE E SOCIALI Ciclo del sapere: conoscere, cooperare, svolgere un servizio utile agli altri, riflettere, comunicare VALUTAZIONE

Intrapresa formativa virtuosa Si definisce «Intrapresa formativa virtuosa – IFV» la configurazione propria dell’organismo

Intrapresa formativa virtuosa Si definisce «Intrapresa formativa virtuosa – IFV» la configurazione propria dell’organismo formativo che opera nel sistema duale, quando questo assume il profilo dell’ «azione compiuta» come modello pedagogico e sociale di riferimento, così da formare un allievo intraprendente. È virtuosa perché reale e concreta (non virtuale); inoltre perché presenta una valenza educativa (consapevolezza di sé, partecipazione ed etica professionale), Ciò significa organizzare il curricolo già dal primo anno per aree di compito propedeutiche al percorso di noviziato professionale, sulla base di una mappa di traguardi formativi, ed una specifica progressione di compiti, concordate con l’impresa madrina e preliminari ai compiti che verranno affrontati a partire dal secondo anno nelle imprese partner.

Caratteri dell’intrapresa formativa Il laboratorio di intrapresa formativa, svolto entro il CFP, è strutturato

Caratteri dell’intrapresa formativa Il laboratorio di intrapresa formativa, svolto entro il CFP, è strutturato come un normale reparto nel quale i docenti sono responsabili e guide, e gli allievi si dividono i ruoli previsti (relazione con i clienti, approvvigionamento, produzione, controllo-collaudo, amministrazione…) ed organizzato sulla base di lavori su commessa. I compiti, di natura semplice in relazione all’età degli allievi, presentano da subito un profilo completo così da formare una visione di insieme dell’intrapresa intesa come azione mirante ad uno scopo dotato di valore, realizzata integrando vari fattori, lungo un percorso he richiede condivisione, assunzione del rischio, decisioni razionali, valutazione riferita a criteri di efficacia, efficienza, tutela della salute e sicurezza, sostenibilità, promozione umana e del territorio.

Ricerca azione con l’impresa madrina La ricerca-azione svolta con un’azienda madrina consente di delineare

Ricerca azione con l’impresa madrina La ricerca-azione svolta con un’azienda madrina consente di delineare l’intero percorso tri-quadriennale: interpretare la specifica cultura d’azione del settore (divisione del lavoro per sequenze operative, gruppi di lavoro per commessa, aree di progetto, impresa neo-artigianale. . ); individuare il profilo di ruolo dell’allievo/apprendista, i compiti, i saperi e le capacità personali richieste e disegnare un percorso cogestito di crescita progressivo per compiti di realtà diviso in quattro fasi (avvio, consolidamento, autonomia, progetto); definire i compiti del tutor formativo e del tutor di impresa e la documentazione necessaria per la gestione dei percorsi; elaborare i materiali didattici e le consegne agli allievi; specificare il tipo di valutazione appropriata ed elaborare gli strumenti e le prove.

Piattaformativa digitale La configurazione del Cfp come intrapresa formativa con valenza educativa e sociale

Piattaformativa digitale La configurazione del Cfp come intrapresa formativa con valenza educativa e sociale richiede l’adozione di una strumentazione adeguata. La soluzione sta nel dotarsi di una piattaformativa digitale integrata che consente di tenere in stretta relazione tutti gli aspetti del progetto: curricolo, attività esterne, attività interne, valutazione, amministrazione, comunicazione. In tal modo, il CFP - risulta dotato di una nuova generazione di tecnologie; - prevede un principio organizzativo “sharing” che disegna un modello di condivisione di tutti i fattori che concorrono all’attività formativa sia interna che esterna; - delinea il processo formativo come un percorso di “iniziazione professionale” che, superando il dualismo teoria/prassi, pone il processo di crescita della persona entro un cammino formativo realistico e promozionale.